Capitolo 18
Sebastian si alzò subito dal letto, così veloce che i capelli di Lena si mossero come spinti dal vento.
«Lena, volevo parlarti in privato» disse James guardando Sebastian con disprezzo.
Sebastian prese il casco ed uscì dalla stanza senza degnare di uno sguardo James. Ogni volta che il più piccolo degli Howard entrava in una stanza, Sebastian usciva. Non riusciva a sopportarlo.
Ora che ti vedo mi sento molto meglio, riecheggiò nella testa di Sebastian. Doveva stare attento a non avvicinarsi troppo a Lena. Anche se lei sembrava vederlo non sarebbe durata a lungo.
Sebastian sapeva che sarebbe andata via appena scoperta la verità. Appena tutti gli scheletri negli armadi degli Howard sarebbero usciti lui sarebbe stato risucchiato, travolto e sepolto da quel cumolo di ossa.
«Hai detto che non hai sentito niente, ma so che mentivi» disse James afferrando la sedia dalla scrivania e avvicinandola al letto dove lei era seduta.
«Sappiamo tutti che non so mentire» commentò Lena prontamente.
James sorrise beffardo. A Lena piaceva quando lo vedeva sorridere anche se rideva di lei. Sapeva che era lì solo per ammonirla per non essersene andata quando lui glielo aveva ordinato.
«Delle volte capita che abbiamo problemi a rilevare delle società e quello a cui hai assistito prima ne è l'esempio» spiegò James guardandola dritto negli occhi.
Lena dovette distogliere lo sguardo, quegli occhi blu avevano il potere di distrarla. «Quindi avete deciso di farlo pedinare da Sebastian per spaventarlo?»
«Te lo ha detto Sebastian?» chiese James alterandosi.
Lena corrugò la fronte. Non si capacitava di tutto quell'odio che i due ragazzi provavano. «No!» esclamò senza esitazione. «Lo ha detto l'uomo che gridava nell'ingresso!»
James sembrò rifletterci un attimo e poi si calmò. Smise di guardarla e iniziò a torturarsi i calli che aveva sulle mani. «Hai firmato un contratto di riservatezza, non puoi dirlo a nessuno.»
«Non ho intenzione di raccontarlo in giro» rispose Lena saggiamente. Voleva solo scoprire la verità. «Non trovo giusto che lo abbiate spaventato in questo modo.»
«Ti sembrava spaventato?» chiese James con sguardo irrisorio.
Lena rivide la scena nella sua testa e la risposta fu subito chiara. No. Non era spaventato. Scosse il capo.
«Già.» James sospirò. «Come ti senti?» chiese indicando l'occhio di Lena con un dito. Doveva cambiare discorso altrimenti avrebbero intrapreso una strada tortuosa che l'avrebbe sconvolta.
«Meglio. Posso fare qualcosa per aiutarvi a convincere quell'uomo a cedervi le sue quote?» Lena voleva essere coinvolta in modo da poter indagare indisturbata.
«No. Se ne occupa Jonathan e non ha bisogno d'aiuto» tagliò corto James.
«Sei sicuro? Vostro padre non mi è sembrato contento oggi» provò a dire Lena. Ripensò alla sera in cui aveva sentito il signor Howard dare dei rammolliti ai propri figli. Aveva usato tanti altri termini poco consoni che Lena non voleva ricordare in quel momento.
«Lui non è mai contento siamo abituati a vederlo arrabbiato.» A James non andava di parlare di suo padre. Avrebbe potuto raccontare tanti momenti orrendi vissuti con quell'uomo, ma considerava Lena un'estranea e i panni sporchi si lavano in casa propria. «C'è qualcosa tra te e Sebastian?»
Lena rimase sbalordita dal cambio di argomento repentino. «No.»
«Sicura? Perché è venuto subito qui invece di rimettere la moto e il casco a posto...» James era curioso. Voleva capire se tra loro due c'era davvero qualcosa.
Si chiese come facesse Lena a preferire uno come Sebastian. Non aveva assolutamente nulla da offrile, non aveva una casa, non aveva un'auto sua. Sebastian era un semplice burattino nelle mani di suo padre. Cosa ci trovava Lena in lui? Forse non ci trovava nulla, forse le faceva semplicemente pena. Come faceva pena a tutti gli Howard del resto. James decise di mettersi in mezzo, li avrebbe allontanati per il semplice gusto di togliere ancora qualcosa dalle mani di Sebastian.
«Meglio così» disse James sorridendo a Lena. «Ti va di fare qualcosa insieme stasera? Solo tu ed io?»
«Sì» gli sorrise Lena chiedendosi perché James continuava a cambiare repentinamente.
Lo vide lasciare la sua stanza sorridente e si chiese se fosse vero. Se quel sorriso era davvero sincero. Vide quell'uscita come un'opportunità per fare qualche domanda, ma doveva stare attenta James non era Nora.
Prima dell'incontro con James però, voleva riuscire ad aprire il mobiletto che aveva trovato nell'archivio. Frugò tra le sue cose e trovò una piccola forcina. Scese di corsa attenta a non farsi vedere da nessuno.
Riuscì ad aprire il mobiletto, ma dentro ci trovò una cassaforte con la combinazione. Non poteva fare dei tentativi avrebbe rischiato di far scattare l'allarme. Doveva trovare la combinazione di numeri corretta.
Uscì demoralizzata, iniziò a camminare furtiva nella speranza che nessuno lasciasse il proprio ufficio in quel momento.
«Lena?»
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