CAPITOLO 3
"Patetico. Meno male che ci sono io con te, Percy." Percy scosse la testa.
"Perce?" Il semidio si voltò: Talia lo stava guardando, preoccupata. "Ehy, Tals. Che ci fai qui? Artemide non ti ha...?" "Artemide mi ha lasciato del tempo per stare con te. Hai bisogno di aiuto, Perce... Non posso semplicemente andarmene." Percy le sorrise. "Non dovresti stare qui a perdere tempo, però..." "Perdere tempo? Sei mio cugino, Percy. Praticamente mio fratello. Prendermi cura di te non è perdere tempo. È impiegarlo nell'unico modo possibile." Percy sorrise. "Grazie." "Non devi ringraziare." "Che cosa dolce"
I due si sorrisero. Talia sospirò. "Perce... devo dirtelo. Annabeth ha deciso..." "Di unirsi alle cacciatrici. Lo so." Aggiunse poi, davanti al sussulto di sorpresa della cugina. "Davvero?" "Ne abbiamo parlato. Sono contento per lei, è giusto che ricerchi l'approvazione di sua madre." Talia lo guardò. "E ne sei sicuro?" "Sì. Non le faccio perdere la sua famiglia solo perchè sono egoista. Sono davvero contento per lei. Merita tutto quello che desidera. Desidera rendere sua madre orgogliosa. Posso capirlo." Talia lo guardò. "Come sei tenero, Percy." "Visto come sto, poi, è meglio." "Lei lo sa?" Percy scosse la testa. "No, e non deve saperlo." Talia annuì. "Okay. Come vuoi tu Percy." Percy le sorrise. "Che tenera." Il ragazzo sospirò, evitando di guardare nella direzione della voce. Sapeva che il Tartaro lo stava fissando.
Ade sorrise a Percy, mentre Zeus e Poseidone controllavano il resto dei ragazzi. "Come stai?" "Bene, zio. State cercando qualcuno?" Zeus annuì. "Dov'è Annabeth? Volevo parlarle di come avresti dovuto affrontare la situazione." Percy sussultò.
"Devi dire loro che la tua ragazza ti ha mollato?" Percy ignorò la cantilena e disse. "Annabeth non è qui. È andata da Artemide, lei... ha accettato la proposta di sua madre. Si unirà alle Cacciatrici." Poseidone lo guardò. "E tu sei a posto?" Percy sbuffò. "Ma perchè mi fanno tutti questa domanda? Sto benissimo, davvero. È quello che Annabeth vuole. E io sono con lei. Avevo promesso di sostenerla sempre e comunque. Non mancherò alla mia parola."
"Come sei tenero, Percy. Quasi quasi ti riporto con me"
Percy si mosse nervosamente. Non voleva mostrare il suo disagio agli dei, che lo osservavano preoccupati, ma venne raggiunto subito da Jason. Il biondo gli posò una mano sul braccio. "Stai bene, Perce? Sembri nervoso. Lo vedi ancora?" "Sì, sto bene, Jas. Non preoccuparti." Jason annuì una volta, lanciando uno sguardo agli dei. Loro sorrisero, facendo distogliere lo sguardo al ragazzo.
"Perce! Ti ho cercato ovunque!" I cinque si voltarono verso Nico, che stava arrivando di corsa.
"Non eri nella tua cabina! A proposito, hai visto quanto casino c'è lì?" Percy rise. "Nico, hai visto quanto è incasinata la mia vita?" Jason sospirò, mentre Nico scuoteva la testa. "Hai mangiato?" Chiese il biondo. Percy annuì, rispondendo. "Talia si è assicurata che mangiassi con lei. Tranquilli." Jason e Nico si scambiarono uno sguardo, riportandolo poi su Percy. Il moro li guardò dubbioso. "Che avete? Sto bene, davvero." Nico annuì. "Certo, certo. Devo andare da Will a sistemare delle cose... Se hai problemi a dormire, vai da lui, va bene?" Percy annuì, prima di commentare con. "Non pensi di esagerare? In fondo non ho niente di che..." Jason scosse la testa, mentre Nico si allontanava. Jason guardò verso le cabine. Seguendo lo sguardo, Percy vide Reyna. "Che ci fa qui Reyna?" "Deve parlarmi di Cimopolea. Rimani qui, va bene? E se ti sposti, dimmi dove vai. A me o a Nico." "Cosa? No, vengo con te." "No. Percy, non dormi bene. Non puoi venire con me. Ti preoccuperesti e non sarebbe un bene." Percy non era del tutto convinto, ma Jason gli diede un bacio sulla testa prima di andarsene.
Il figlio di Poseidone rimase fermo a fissare lievemente sconvolto il biondo. Poi sospirò. "Ora sono io quello preoccupato per Jason." Facendo ridere nervosamente i tre dei. "Vado a fare una passeggiata, vedo se Talia mi dice qualcosa o devo indovinare. Ciao!" Il semidio si allontanò andando a cercare la cugina.
"Tals!" Talia si voltò, sorridendo. "Annabeth mi ha salutato poco fa. Sai... è difficile vederla lì e basta." "Pensavo saresti stata felice. Hai di nuovo la tua amica, no?" "Preferirei te." "Artemide non sarebbe d'accordo."
"Secondo me avresti del potenziale, Percy caro."
"A proposito... Jason e Nico stanno bene?" "Perchè me lo chiedi?"
"Jas prima è stato molto strano. Sai bacio in testa e tutto. Nico molto preoccupato, non so... Mi sono perso qualcosa?" Talia scosse lentamente la testa. Sebbene volesse che i due confessassero i loro sentimenti, non doveva dire niente lei. "Secondo me è una reazione alla possibilità di perderti. Sfogano così i loro sentimenti confusi, sai che non sono bravi a parlare." "Neeks non è bravo a parlare, Jas è piuttosto bravo con la retorica. O è oratoria?" Chiese poi, pensando. "Che importa? I mostri non conoscono la differenza, quindi nemmeno a te serve davvero. Dovresti chiedere a me, comunque. Questa è la mia illusione, non la sua."
Percy sorrise nervosamente. "Devo andare." "Perce? Ora mi stai preoccupando." "No, tranquilla. Ho un impegno... ci vediamo dopo, ok?"
Poi se ne andò, letteralmente scappando dalla ragazza.
I tre dei stavano guardando il ragazzo correre alla ricerca della cugina. Poseidone sospirò. "Da quando l'ho riconosciuto, il dolore è sempre lì che lo insegue." Ade annuì. Poi, prendendo un profondo respiro, disse. "Odio doverlo dire, ma Sally deve essere informata." Zeus annuì, osservando Poseidone raddrizzare la schiena. "Ovviamente. Andiamo subito."
Arrivati all'appartamento, Poseidone suonò. Poco dopo, Paul aprì la porta. "Salve, posso aiutarvi?" Poseidone annuì. "Salve, ci siamo già incontrati..." "Ah, certo. Lei è il padre di Percy, vero? Entrate." Si fece da parte, poi disse. "Mi scuso, non avevo collegato il volto. Sono stanco che posso dire. Comunque, desiderate qualcosa da bere? Acqua, una tazza di caffè?" Ade scosse la testa. "No, grazie. Noi comunque siamo Ade e Zeus. Piacere." "Piacere mio. Ho una curiosità: perchè posso vedervi e non morire?" "Non è la nostra vera forma. È una maschera, possiamo dire, ed è sopportabile dai mortali. Semidei compresi." Paul annuì. "Solo per capire. Immagino vogliate Sally, dal momento che Percy non è a casa, ma al Campo." Poseidone annuì, guardando l'anulare dell'uomo. "Vi siete sposati?" Paul annuì, fermandosi un momento. "Per quello che può valere, Poseidone, penso che Sally sia ancora in parte innamorata di te. E, se può consolarti, non sono Gabe. Non farei mai soffrire Sally, in nessun modo" Poseidone sorrise. "Grazie. Sei davvero una brava persona. Mi fa piacere che Sally abbia scelto te." Paul ridacchiò. "Anche Percy me lo ha detto. Mi ha anche dato il permesso, comunque." "Hai chiesto a Percy il permesso di sposare sua madre?" chiese Zeus. Paul annuì. "Non sarebbe stato giusto nei suoi confronti in un altro modo. Ah, eccola qui! Sally, hai visite"
La donna si voltò e vide i tre dei. Impallidì e chiese. "Percy sta bene, vero?" Ade e Zeus dissero. "Sì, o meglio è vivo. Dobbiamo parlarvi di lui, in realtà." Sally annuì, indicando il divano. "Sedetevi pure, allora. Ditemi. Cos'ha che non va?"
Angolo autrice
Ehilà, come va?
Non è che Sally sa che Percy non sta bene, ma se arrivano tre dei nel salotto, io mi preoccuperei, voi no?
Alla prossima!
By rowhiteblack
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