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CAPITOLO 2

Percy stava fissando Ade infuriato. "Non era una decisione che dovevi prendere tu!" Ade cercò il sostegno dei fratelli. "Percy... Le allucinazioni sono gravi, hai bisogno di aiuto." "Ma parlarne ad Apollo senza avvertirmi? È violazione della privacy! Come... come hai potuto farlo?" Poseidone prese la parola. "Figliolo... Dovresti parlare con Apollo e vedere cosa può fare per te." Percy scosse la testa. "Chirone ha sottolineato che non è una cosa curabile. È dentro di me, o ci convivo o soffro per il resto della mia vita. Non ho una terza opzione." "Sei abbastanza pessimista, Percy" "Perseus, per favore. Hai avuto abbastanza coraggio da chiedere a noi una mano. Ora abbi abbastanza coraggio da accettarla da Apollo." Percy guardò Zeus, e, vedendo il reale dolore che provava verso di lui, annuì. "Ma non funzionerà." "Che cosa triste, bambino. Posso interrompere la visione, se vuoi"

Percy guardava Apollo con un piccolo sorriso. "Ehy, Fred!" Apollo sorrise a sua volta. "Percy. Ti metti sempre nei guai, eh?" "Non mi metto nei guai. Sono loro che se ne stanno lì seduti ad aspettare il mio arrivo." "Trionfale, suppongo." "Mi conosci, non ne conosco di diversi." "Il sarcasmo non ti aiuterà, piccolo semidio. Sei qui con me. Sempre" Apollo rise. Poi, facendosi serio, continuò. "Quello che ti affligge... non posso fare molto per te." "Non è reale, quindi..." "Lo supponevo. Chirone non ha detto non posso aiutarti io, ma nessuno può farlo." "È una maledizione, Percy. Per il momento, dovrai conviverci." "Non puoi sbarazzarti di me". "A quanto pare. Grazie, Apollo." "Continuerò ad informarmi." Percy annuì, mentre il dio spariva, lasciando il ragazzo solo con la sua allucinazione. "Siamo soli!" "Scusa, mamma ha detto che non devo parlare con le allucinazioni." Percy guardò l'orizzonte, non prestando attenzione ai gesti dell'allucinazione di fianco a lui. "Ignorami quanto vuoi. Ma ti renderai presto conto che non puoi"

Nico e Jason si stavano guardando. "Jason, non credevo che anche tu... cioè..." Jason annuì. "Non avevo voluto parlartene perchè eri così distrutto da solo. Avrei solo peggiorato la situazione. Forse mi sarei dovuto fidare, ma..." "E Piper?" "Non so... mi sento in colpa per come mi sono comportato con lei, ma mi ha perdonato. Ha detto che di fronte all'amore lei non ha diritto di dire niente, infondo è la figlia della dea dell'amore..." Nico sorrise. "È davvero speciale, sì." I due rimasero in silenzio. "Dobbiamo essere sinceri con Percy e dirgli quello che proviamo." Disse Jason. Nico annuì. "Lo so. Dobbiamo, solo che... ho paura della sua reazione." Talia sbuffò. "Andiamo, potrebbe solo non ricambiare. Di certo non vi abbandonerebbe mai. È Percy." "Da quanto sei qui?" "Da un po'. Vi accompagno, andiamo."

Ade guardava Percy. "Apollo?" "Maledizione e lui non può interferire. Direi te lo avevo detto, ma forse è troppo arrogante da parte mia." "Cattivo, Percy. Cattivo ragazzo" "L'hai detto lo sai?" "In modo elegante però." "L'ha imparato da me, questo." "Lo vedi ancora?" Percy annuì, sforzandosi di non guardarlo. "Sì, ma cerco di ignorarlo. È una specie di dramma Queen, quindi..." Ade lo fissò. "Lo sai che è tutto nella tua mente?" "Anche io sono una drama Queen infatti. Mai negato." "Percy, abbiamo cose in comune, non sei contento? Potremo discuterne quando mi stancherò di questo teatrino" Percy rimase ancora in silenzio. "Devo parlare con loro. Devono sapere." Ade annuì. "Infatti. Vai adesso." "Mi presenti ai tuoi amici? Sei sicuro, è un passo importante nella nostra relazione" "Sta zitto"

Percy, Jason, Nico e Talia si ritrovarono nell'arena. Percy esclamò. "Eccovi, devo dirvi una cosa!" Nico annuì. "Anche noi." "Non sono io per loro. Ma non posso escludere che Prometeo li abbia fatti impazzire" Jason continuò. "Ma va prima tu." Percy annuì. Poi sospirò. "Io... vi ho mentito... quando ho detto di stare bene..." Nico si inquietò. "In che senso?" "Chirone lo definisce SPTD... o qualcosa del genere...." "Stress post traumatico?" "Chirone però è solo un centauro, non comprende bene la materia. Inoltre, è un'allucinazione, quindi..." Percy annuì alla cugina. "In poche parole, ho difficoltà a capire cosa sia reale e cosa no." "Non capisco." "Ho le allucinazioni.  Continuo a vedere il Tartaro, qui, con me. E penso a volte di essere ancora lì in realtà. Non volevo dirvelo per non preoccuparvi, ma forse è meglio che lo sappiate. Anche perchè a volte non mi ricordo che non è reale e ci parlo." Si voltò e lo vide mentre ballava per l'arena. "Boy like you, what i do"
Corrugò le sopracciglia. "Lo vedi anche adesso?" Chiese Jason. Percy annuì. "Sta ballando." Talia rise. "Beh, sei originale anche nelle allucinazioni." Percy sorrise. "Ci si prova. Cosa volevate dirmi voi?" "Non importa, ne parliamo un'altra volta." "Peccato, mi ero incuriosito. Ma ce lo diranno, no?"

Annabeth stava aspettando Talia. "Annie, che hai?" La figlia di Zeus si aspettava che la bionda parlasse di Percy. Invece. "Ho parlato con mia madre... vuole che mi unisca alle cacciatrici." Talia spalancò la bocca. "Cosa?"

Angolo autrice
E adesso?
Alla prossima
By rowhiteblack

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