Capitolo 13
Il suono dell'arrivo di un messagio mi strappa dal mondo dei sogni in cui sono assopito. Spalanco gli occhi muovendo le pupille da una parte all'altra della stanza come se fosse stata la prima volta ad esserci entrato. Mi alzo frettoloso e allungo un braccio per prendere il telefono sul comodino. " buon giorno dormiglione! E ora di alzarsi! Oggi sarà una giornata molto attiva " ed ecco che quel pazzo ha ricominciato a mandare messaggi. Getto il telefono sul letto e mi infilo nella cabina della doccia. Dopo essermi lavato esco e, sullo specchio sopra il lavandino, scritto con il vapore c'è " sono dietro di te ". Strozzai un urlo leggero e girai il volto in ogni angolazione ma niente, ci sono solo io. Preso dal panico, le gambe cominciano a tremare e il cuore a pompare più velocemente. Come ha fatto ad entrare e scrivere quello? Potrebbe essere ancora in casa. Spalanco la porta a torno in camera di corsa chiudendomi la porta alle spalle. Mi vesto con le prime cose che trovo e guardo l'orario al telefono. Tra qualche minuto Francesco dovrebbe venire come al solito e con lui mi sento più al sicuro. Il tempo passa e non c'è nessuna traccia di Frà. Non sentendo nessun rumore, decido di scendere di sotto. Con passo leggero mi dirigo verso la cucina ed è proprio quando passo dal corridoio che il campanello suona, facendomi balzare a perdere dei battiti. Apro la porta a grazie al cielo e Francesco. Quando mi vede il suo viso si scurisce come se avesse già capito tutto. Lo tiro in casa e gli dico dei due messaggi, peccato che, una volta portato in bagno la scritta è svanita. " Non può andare avanti così, non può farci vivere nella paura" dico accasciandomi a terra con le lacrime agli occhi. " lo so ed hai pienamente ragione. Ma purtroppo non possiamo dirlo a nessuno, vorrebero delle prove ma questo pazzo al momento giusto le fa sparire, come per magia. L'unica cosa da fare e tenere gli occhi aperti fin quando non capiamo il perché di tutto questo. " rospionde Francesco in modo pacato. " io sono sicuro che si tratta di Vincent! Entrambi abbiamo una storia che colegga lui a noi è in più non si sa dove sia. Tutto si collega a lui Fra! " ormai esasperato dico tutto ciò che penso. Mi tira su e con un bacio sulle labbra mi promette che troverà il modo che tutto questo finisca. Andiamo a scuola e seperarmi per cinque ore da lui mi sembra una tortura. Mi siedo al mio posto e un terribile mal di testa cresce man mano. Dopo una decina di minuti che la lezione è iniziata, Marco entra arrivando in ritardo. La professoressa di inglese lo lascia entrare a patto che venisse a svolgere il primo esercizio per casa. All'inizio non ci ho fatto caso ma, guardando il suo modo di scrivere, c'è qualcosa di strano che però non riesco a capire cosa può essere. E poi, come un enigma da risolvere, tutti tasselli andarono al proprio posto; il modo che ha per scrivere la " s " è uguale a quella che c'era scritta stamattina sullo spicchio. Non riesco a crede che potesse esserci lui dietro a tutto questo, non riesco a pensare a nessun motivo valido che potesse avere. Il primo pensiero che ho e quello di dirlo immediatamente a Francesco. Cerco il telefono nella mia tasca e di fretta compongo il messaggio ma non appena inserisco il destinatario, mi ritrovo Marco vicino a me. Mi spavento e il cellulare mi scivola dalle mani finendo a terra. " tieni. " dice porgendomi il mio quaderno degli appunti che gli ho prestato ieri. Gli faccio un sorriso forzato e poi mi afrettro a raccogliere il cellulare. Provo ad aprirlo ma niente, non si accende. L'ansia si fa strada dentro di me. In qualche modo devo farlo sapere a Fra, ma come? Alla ricrezione non mi è possibile perché abbiamo il compito di italiano nelle due ore di fila e la ricreazione e proprio nel mezzo! Devo per forza aspettare la fine di tutte le ore. Il tempo sembra non passare mai, più cerco di rilassarmi e più divento ansioso; in più ho come una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando. Mi sono girato parecchie volte verso Marco ma il suo volto è sempre rivolto sul quaderno o alla lavagna.
Finalmente la giornata scolastica è finita, non mi sono mai sentito più sollevato di così nel sentire il suono della campanella. Esco subito dalla classe mischiandomi con la folla dei ragazzi nel corridoio. Appena vedo Francesco lo prendo da un braccio e lo tiro a me quasi come se fosse la mia ancora, e pensandoci bene lo è. Quando, ormai, siamo sulla via di casa gli dico finalmente di Marco. " a me non è mai piaciuto, ma non capisco il movente. E poi tutto ciò è iniziato prima che lui si trasferisse. Quindi le nostre teorie non stanno in piedi. " concluse lui. Beh non ha tutti i torti, anzi. Quello che ci serve sono delle prove, ma dove potremmo trovarle? Una volta ritornato a casa, salgo le scale di corsa e prendo il mio vecchio telefono nel cassetto. Inserisco la scheda e lo accendo. Il suono di un messaggio rieccheggia nel silenzio della camera. " Faresti meglio a tenerti per te le tue teorie. Specialmente se è qualcun'altro ad andarci di sotto " cosa vuole dire con qualcun'altro? Spalanco gli occhi sperando che non si riferisca a Francesco. Compongo il numero frettolosamente. Però quello che ottengo sono solo degli inutili squilli.
Stacco il telefono dall'orecchio ormai tremante e, mi arriva un altro messaggio da quel pazzo. Rimango imbambolato, lì ad osservare lo schermo del telefono, latteralmente terrorizzato. Stavolta si trattava di una foto; una foto che raffigura Francesco privo di sensi su un letto. Ma la cosa più raccapricciante è che conosco bene quel letto, con il lenzuolo rosa e con quel ricamo a fiore agli angoli. È inconfondibile, è la stanza di mia mamma ovvero la camera adiacente alla mia...
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