La chiave
Selma tremava dalla paura. Una decina di cavalli con i propri cavalieri si fermò proprio davanti l'uscio di casa di Selma.
Selma stava per gridare ma fortunatamente riuscii a metterle velocemente una mano a tapparle la bocca. Rischiavamo di essere scoperte.
Entrarono in casa buttando giù violentemente la porta, cosa successe dentro non potevamo saperlo. Selma stava singhiozzando in silenzio, aveva il terrore scolpito nel viso, era chiaro che temesse per la vita dei suoi genitori adottivi che l'avevano cresciuta con amore fino a quel momento.
Passarono circa cinque minuti e vedemmo uscire il piccolo plotone. Il cavaliere con l'armatura d'oro e due stelle rosse sulla spalla gridò al resto dei cavalieri "Via via, non c'è nulla qua..." e scomparirono nel nulla con la stessa velocità con cui arrivarono.
A quel punto Selma schizzò in piedi e cominciò a correre come una matta verso casa.
La seguii, quando sbattei letteralmente la mia faccia contro la sua schiena spigolosa.
" perché ti sei fermata Selma? Perché non entri? Cosa c'è? Parla ti prego!"
Selma si girò con gli occhi gonfi di lacrime...
"Vai prima tu Thera. Ho paura, ho paura che li abbiano uccisi...Non ce la faccio!" e scoppiò in un pianto isterico.
"Ok Selma, fatti da parte.."
Entrai in casa, era buio pesto "lumus splendis" sussurrai, e una piccola palla di fuoco si accese davanti a me così da permettermi di vedere cosa ci fosse all'interno.
In quella che pareva essere una sala c'erano tutti i mobili ribaltati, il tavolo gambe all'aria e le sedie scaraventate contro la finestra avevano rotto il vetro incastrandosi tra i serramenti, ma fortunatamente non c'erano ne tracce di sangue e tanto meno corpi lunghi distesi a terra.
Non so se avrei retto qualora avessi visto qualche cadavere...
"Selma entra, qui non c'è nessuno"
Selma entrò e mi pregò di controllare anche le due stanzette. Fortunatamente stessa scena, tutto rotto e ribaltato ma nessuna forma vivente ad eccezione di qualche ragnetto negli angoli delle pareti. Ma dov'erano i genitori di Selma allora? Forse erano fuori a cercare Selma e grazie a questo si sono salvati...
"Selma i tuoi genitori non ci sono , sicuramente sono scappati prima o sono in viaggio a cercarti, quello che è certo è che non sono qui e che non sono morti quindi ora prendi fiato e tranquillizzati"
Selma tirò su col naso e annuì con la testa, poi mi indicò il tappeto che ricopriva la botola e che non era stato spostato neanche di un millimetro.
Non ci domandammo nemmeno del perché quelle guardie fossero arrivate li, era ovvio che ci stavano cercando, ora eravamo certe di essere due fuggitive e ricercate vive o morte!
La piccola palla di fuoco si spense, quindi proposi a Selma di riposare un pochino e che l'indomani avremmo cercato di aprire la botola alla luce del sole. Selma concordò con me e ci addormentammo una accanto all'atra nascoste sotto il letto della camera dei genitori di Selma.
Sentii gli uccellini che cinguettavano, feci per alzarmi ma sbattei la testa contro le doghe del letto, mi ero completamente dimenticata di dove fossimo.
"hai!" gridai e Selma dalla paura si svegliò e replicò la stessa scena... ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere... per un momento mi sembrò di non essere in fuga ma di essere felice in casa con una sorella a divertirmi...
Ma la realtà non era quella. Uscimmo da sotto il letto e ci recammo in sala, alla luce del sole il disastro che avevano compiuto le guardie era ancora più evidente. Selma osservò tutto con gli occhi lucidi, ma si fece coraggio e sollevò il polveroso tappeto scoprendo la botola con il lucchetto.
"Selma la chiave!"
"Quale chiave?"
"Quella del lucchetto Selma, sveglia!"
"Ma io non so dove sia la chiave!"
Certo era ovvio, la solita risposta di Selma - non lo so! – "ok allora diamoci da fare, dobbiamo cercarla dappertutto, deve pur essere da qualche parte"
Rovistammo in ogni angolo ma niente, non trovammo nulla, fino a che Selma mi chiamò !Thera, vieni qui!" teneva fra le mani un foglietto di carta, era una lettera di sua madre.
"Cara Selma, se stai leggendo questo bigliettino vuol dire che io e tuo padre non siamo qui. Siamo dovuti scappare per proteggerti. Ormai tu non sei più la nostra bambina, tu appartieni al tuo mondo. Sotto al tappeto c'è la botola chiusa da un lucchetto dorato. La chiave non c'è l'abbiamo noi. Vedi questa non è mai stata la nostra casa, ma è sempre stata la tua casa. Quando la tua vera madre, Aurora, dovette lasciarti ci chiese di stare qui con te... la chiave, l'aveva tua madre. Quando fuggì non era sola, e la chiave la diede..."
"La diede? A chi la diede Selma... da i leggi!" incalzavo, ma lei mi guardò, mi porse la lettera e mi rispose "Non lo so"
La lettera si interrompeva con una lunga strisciata di penna... come se chi l'aveva scritta fosse stata portata via con la forza senza che le venisse permesso di proseguire la frase.
"Ottimo!" sbuffai e andai a sedermi vicino alla botola.
"sgretulum" – "apriti" – "d'oro o d'argento che ti porti via il vento" e andai avanti così per un po' con Selma che mi guardava e ad ogni formula magica pregava che funzionasse, ma niente da fare quel lucchetto non si apriva. Provammo a colpirlo con tutto ciò che avevamo per le mani, ma nulla....
Esauste ci sdraiammo sulla botola a fissare il lucchetto, fu a quel punto che Selma notò che la serratura del lucchetto non era una normale serratura a forma di chiave, ma aveva la forma di un infinito...
"guarda Thera, guada che forma strana, forse per questo non troviamo la chiave, perché non è una chiave che dobbiamo trovare"
Osservai il lucchetto e mi pietrificai all'istante. Infilai la mano nel collo del maglioncino che indossavo e tirai fuori la catenina con il ciondolo che avevo fin dalla nascita, a quel punto anche Selma si pietrificò! Era la chiave!!!
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