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Il puzzle prende forma


"Conobbi Aurora quando ero una fatina di soli venti centimetri. Lei era già una giovane e potente strega bellissima, aveva il colore dei tuo occhi, Thera, e quello dei tuo capelli, Selma."

Si soffermò a guardarci un attimo come se davvero, in noi, stesse rivedendo Aurora.

"Un umano, cacciatore di fate, mi aveva vista in mezzo ai petali di un tulipano presso il quale mi ero nascosta. Fu così veloce che non riuscii a scappare, in un attimo mi ritrovai chiusa tra i palmi delle sue mani. Fortunatamente, Aurora vide la scena e con la sua bacchetta diede una lezione a quel meschino cacciatore, riuscendo così a fargli aprire le mani permettendomi di fuggire. L'umano se la diede a gambe levate. Fui riconoscente ad Aurora perché, di solito, il compito di proteggere streghe e stregoni è il nostro, ma quella volta fu lei a proteggere me."

Mentre raccontava questa storia immaginai Aurora in maniera diversa, riuscivo quasi a pensarla come mamma amorevole e premurosa.

"Quando il Re, in preda all'odio, fece cacciare Aurora dal regno, cominciando la sua battaglia contro la magia e il mondo magico, io e Brum ci eravamo da poco sposati e la facemmo rifugiare qui da noi fino al momento della vostra nascita."

Fu un evento unico. Il sole sorse prima del momento e la luna tramontò più tardi, alle 8.00 in punto erano l'una affianco all'altro, da quaggiù sembrava vedere un infinito.

Purtroppo, come immagino saprete, vostra madre dovette separarvi alla nascita per proteggere voi e il mondo magico. Thera tu nascesti per prima, fin da subito si notò il tuo forte carattere e il tuo essere strega a tutti gli effetti, quindi la decisone fu di lasciarti presso vostro nonno.."

"Mio nonno? Il signor barba bianca era mio nonno? Il papà di Aurora?" domandai stupita

"No, Thera, non il papà di Aurora ma quello del Re!"

I nostri occhi non riuscirono a nascondere lo stupore di ciò che stavamo ascoltando. Quell'uomo che, per così poco tempo mi ha cresciuta, era sangue del mio sangue.

"Purtroppo vostro nonno morì quando Thera aveva solo cinque anni, si mise tra il colpo di un fucile sparato da una guardia verso uno stregone che stava fuggendo, e Thera che stava giocando nel prato, l'impatto fu inevitabile, dritto nel cuore." In quel momento una lacrima rigò il viso di Ursola che tirò su col naso e proseguì.

"Da quel giorno ho seguito Thera nei suoi passi aiutandola quando si trovava in difficoltà o quando non riusciva a procurarsi da sola da mangiare"

Un sorrisino amorevole le comparve in viso. Ora tutto era chiaro, ecco da dove veniva il pane caldo e i vestiti che trovavo di tanto in tanto nel viale verso la casa del signor barba bianca.

"Grazie" bisbigliai timidamente

"Selma nacque qualche secondo dopo, lei era più piccola, e il suo aspetto dolce le donava caratteristiche prettamente umane, pertanto scegliemmo Clara e Marc, una giovane coppia di umani senza figli e che erano sempre stati a favore della magia e della pace fra maghi e umani. Furono felicissimi di accogliere la piccola Selma nella loro casa. Aurora creò un rifugio sotto la loro abitazione che sarebbe servito per proteggerli o, proteggere Selma in caso di attacco. Il patto era che non avrebbero dovuto rivelare nulla a Selma fino a che non avesse compiuto quattordici anni. A quel punto sarei dovuta entrare in gioco io, sia per Thera, che per Selma, perché avrei dovuto istruirvi, ma voi due avete combinato un bel casino e i piani sono saltati"

"Dove sono i miei genitori, sì va beh Clara e Marc, sono vivi? " Mentre poneva questa domanda, Selma aveva la voce tremante quasi avesse paura della risposta.

"Purtroppo sono stati trascinati via con la forza dalle guardie del Re" Il sangue di Selma si gelò all'istante.

"Sono vivi, piccola cara, sono vivi...me lo ha riferito Urkuk, lo gnomo del castello, solo che purtroppo hanno svelato della tua esistenza al Re, lui ora sa che sei sua figlia, ma non sa nulla di Thera."

"Meno male che di loro ci si poteva fidare." Disse impulsivamente Sum

"Non sono dei traditori piccolo sfacciato, hanno resistito, ma di fronte alla morte, per amore, hanno ceduto... sono pur sempre umani"

Tutte quelle informazioni ci stavano bombardando il cervello. Avrei voluto fare mille domande a Ursula, ma avevo nella testa un turbinio di emozioni contrastanti, non sapevo più cosa pensare, anche qui era palese che Selma era lo Yin, ma allora perché non farmi perire alla nascita? Aurora fece davvero la scelta giusta o mi lasciò con il signor barba bianca perché sapeva che non sarebbe riuscito a proteggermi?

"Come sai che stiamo andando al paradiso delle streghe?" Fu l'unica domanda che, alla fine, uscì dalla mia bocca.

"Secondo te, piccola mia, chi fece entrare quella folata di vento che voltò le pagine del libro che stavi sfogliando per farlo aprire proprio sulla descrizione del paradiso delle streghe?"

Ancora il suo zampino, non fu casuale. Ogni passo nella mia vita, fino a quel momento, era stato guidato da Ursula.

"Dovevi conoscerne l'esistenza. Dovevi metterti alla ricerca di questo magico posto, quando ne avresti avuto le capacità. Una volta arrivata al paradiso delle streghe avresti dovuto trovare  Aurora e, insieme a tua madre, avreste dovuto riportare anche Selma per ricongiungervi... ma, come ho detto prima, avete combinato un bel casino e i piani sono saltati!"

Lo sguardo di Ursula assunse un nonsoché di rimprovero.

"Quando arriverete alla cima della collina non aspettatevi di trovare subito il paradiso delle streghe, è un luogo magico, ben celato. Non so dirvi come riuscirete a farlo palesare di fronte a voi, so solo che la strada che state percorrendo è quella giusta."

Ma come? L'informazione più importante e lei non la sa.

"Ursula raccontaci ancora un po' della mamma, per favore?" Chiese supplicante Selma.

"No ragazzi, si è fatto davvero molto tardi e ora di andare a dormire, domani dovete alzarvi presto e riprendere il vostro viaggio. Ricordate che nello zaino, oltre a un po' di cibo e acqua vi ho messo qualche pozione. Una serve per riportare le cose a dimensioni naturali, usatela per il cibo. Poi c'è quella azzurra, spruzzatene qualche goccia e diverrete invisibili per un'ora. Quella gialla vi permette di vedere eventuali passaggi segreti e infine quella viola vi permetterà di comunicare senza parlare... comunque tranquilli vi ho messo un bigliettino come promemoria."

Ursula si alzò dal divano indicandoci una porta dietro la quale ci sarebbe stata la stanza per noi, quindi ci alzammo.

"Ah, che stupida, quasi dimenticavo. Nel libro che avete trovato nel rifugio, scritto da Aurora per voi, dalle pagina ottanta alla novanta, viene spiegato l'uso delle bacchette magiche, mi raccomando studiate con attenzione!"

Con queste ultime parole si congedò, noi facemmo lo stesso. Mi addormentai pensando ad Aurora, a quanto fosse stata premurosa e previdente, quel libro era suo, lo aveva scritto lei per noi, per aiutarci a crescere, per istruirci anche se sapeva che non avrebbe potuto farlo di persona.

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