Il paradiso delle streghe
Finalmente pochi passi alla cima...cominciai a correre. Selma e Sum fecero lo stesso.
Mi lascia cadere pesantemente, ginocchia a terra, in preda allo sconforto. Io ci credevo, ero certa che fosse lì. Nulla! Una distesa verde e immensa si disperdeva davanti a noi. Nessun luogo magico, nessuna casa, nessun bambino... niente di niente. Solo un'inutile distesa di erba verdeggiante mossa da un leggero venticello, ecco, solo il vento era uguale a quello sognato, peccato che invece di muovere i capelli di Aurora muoveva inutili fili di erba!
"Non ci posso credere! Tutto tempo sprecato! Non c'è nulla! E' solo una presa in giro! Ecco perché Fiordaliso e Uruk non sono venuti con noi e volevano che andassimo con loro. Dovevamo seguirli, cavolo!" urlai isterica e con le lacrime agli occhi.
Sum e Selma si sedettero di fianco a me, sconsolati a loro volta. Non riuscivano neanche a trovare delle parole di conforto, perché anche per loro la delusione fu cocente.
"Ragazze, aspettate. Mi è venuta in mente una cosa"
"Spara Sum, sentiamo cosa hai pensato cervellone!" ero acida più che mai, come se fosse colpa sua l'inesistenza del paradiso delle streghe. Sum, fortunatamente non diede peso ai miei modi e proseguì
"Ricordate le pozioni di Ursula?"
"Certo, le ho qui nello zaino." Rispose Selma con aria interrogativa
"una di quelle, disse Ursula, rende visibili i passaggi segreti. Se Il paradiso delle streghe fosse proprio qui davanti ai nostri occhi, ma fosse celato da un incantesimo che nasconde un passaggio segreto?"
Caspita, poteva avere ragione!
"Sì certo come no!"
non volevo dargli la soddisfazione di aver avuto lui un'intuizione così geniale, però ero davvero speranzosa.
Selma frugò nello zaino finchè tirò fuori le boccette con il fogliettino delle spiegazioni. Era tutto minuscolo. Versammo qualche gocciolina dell'unica boccetta che sapevamo essere giusta per ingrandire le cose perché l'avevamo già usata per il cibo. In teoria avrebbe dovuto funzionare anche per il resto. Ogni volta che la ingrandivamo mettevamo del contenuto in un altro contenitore, così da averne sempre a disposizione, anche perché noi le pozioni non sapevamo farle.
Le tre boccette e il foglietto divennero di dimensioni normali, con nostro grande sollievo.
La pozione gialla era quella che faceva al caso nostro. La boccetta era come quella azzurra, con un dispensatore, quindi ci spruzzammo qualche goccia a vicenda e attendemmo qualche secondo, ma non successe nulla.
"Non funziona!" Urlai nuovamente io
"Thera, vuoi calmarti una volta per tutte! Magari non dobbiamo spruzzarla su di noi come quella per l'invisibilità, ma forse dobbiamo spruzzarla all'aria" Selma era sempre molto saggia e serafica.
Provammo a spruzzarla davanti a noi, ma nulla, se non che una minuscola gocciolina mi entrò nell'angolo dell'occhio destro. Vidi, solo per un istante, un qualche cosa indefinito di color arancione.
"Dammi la boccetta, Selma!" Gliela strappai letteralmente dalle mani, spruzzai gli occhi di Sum e di Selma "Ma cosa cavolo stai facendo" Gridarono entrambi, per poi ammutolirsi.
Spruzzai anche i miei occhi e mi ammutolii a mia volta.
All'inizio il verde prima brillante cominciò a sfuocarsi fino a quasi svanire, dall'esterno verso l'interno un insieme di colori giallo, arancione, rosso cominciarono a mescolarsi palesando davanti a noi il paradiso delle streghe.
Un inferno di fuoco e fiamme! Il fumo denso e nero saliva alto nel cielo grigio. Il lago ribolliva, gli alberi cosparsi dalle fiamme, il castello non so dire se fosse quello del disegno, ovvero delle cinque torri ne era rimasta in piedi una sola, quella centrale con il simbolo dell'infinito che ostentava ancora la sua immensa bellezza, nonostante lo sfacelo ai sui piedi.
Cos'era successo? Il Re, le guardie, gli ammazzastreghe... avevano penetrato la fortezza! Come avevano potuto riuscirci?
"Cosa facciamo adesso?" domandò Sum
"Entriamo!" risposi decisa
"Raggiungiamo la torre del castello e cerchiamo di capire chi è la causa di tutto questo sfacelo!"
La speranza di trovare qualcuno era impensabile. Ora ricordavo la frase di Fiordaliso e Uruk "è pericoloso..." stavano scappando da qui. La ferita di Uruk, la descrizione dei morti e dei prigionieri, stavano parlandomi dell'attacco avvenuto in questo luogo. Io non avevo capito niente, ero troppo presa dal mio egoismo, dalla mia voglia di credere in un mondo idilliaco... che stupida ragazzina presuntuosa che ero stata. Avevo trascinato Sum e Selma in questo inferno!
"Anzi, no! Voi andate via! Cercate un posto sicuro!"
Mi guardarono come se mi fossi ammattita tutto d'un tratto.
"Ci hai abbandonato già una volta, non ti permetteremo di farlo ancora giusto Selma?"
"Giusto Sum! Siamo una squadra... siamo una famiglia!" Ecco la saggezza di Selma che faceva nuovamente capolino.
"Ok, allora muoviamoci"
Attraversammo ciò che era rimasto del paradiso delle streghe, i nostri occhi si riempirono di scene che non potevamo neanche immaginare nei nostri peggiori incubi, beh io e Selma perché Sum aveva già vissuto sulla sua pelle quell'orrore.
Streghe e stregoni esanimi a terra, fortunatamente non vedemmo alcun bambino, forse erano stati messi in salvo o forse erano stati prigionieri, in cuor mio speravo nella prima ipotesi.
Immaginai l'orda di cavalieri nelle loro armature argentee, cavalli spronati al galoppo, spade in alto e torce infiammate con le quali davano fuoco a qualsiasi cosa capitasse loro davanti. Dovevano essere arrivati all'improvviso, perché nessuno sembra aver avuto il tempo di prepararsi per un'adeguata difesa.
Durante il breve tragitto che ci portò ai piedi di quello che una volta era un magnifico castello, non trovammo anima viva, nessuno che potesse dirci cosa fosse accaduto.
La torre principale era anche l'ingresso del castello. Una gigantesca porta in legno, parzialmente bruciata dalle fiamme, recava ancora una parte del nome di Aurora.
Ci fermammo un attimo a contemplare quella che fu la magnificenza di un tempo poi, ci guardammo negli occhi, e senza fiatare varcammo la soglia.
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