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Piani su piani

La partita era finita da ore e con immensa sorpresa di tutti, i Grifondoro erano riusciti a vincere, suscitando la gioia degli studenti rosso ed oro e risollevando l'umore di Ron che, ancora esaltato per l'esito delle sue prestazioni, ancora non sapeva cosa lo avrebbe atteso di lì a poche ore...

Fu verso le quattro del pomeriggio che la riccia accolse nel suo appartamento Ginny con al seguito Harry e Ron che, dubbioso, continuava a chiedere, senza ottenere risposta, perché la riccia avesse organizzato una riunione di gruppo con così tanta urgenza.

"Però, bel posto Hermione." Commentò Harry, una volta che tutti furono riuniti nel salotto della ragazza. I due amici, che non vi avevano mai messo piede potettero osservare che Il salotto assomigliava molto, per disposizione della mobilia e colori, alla loro sala comune. Le uniche differenze erano gli oggetti personali di Hermione che arricchivano l'ambiente, le tante foto disposte in ordine sulle varie mensole e l'enorme libreria che conteneva un'infinità di libri che in buona parte, per i due ragazzi assomigliavano a grossi mattoni all'apparenza molto noiosi.

"Fico, deve essere una vera pacchia avere un proprio appartamento." Commentò Ron, ammirato.

"Vi ringrazio ragazzi, comunque si, hai ragione Ron. Da quando sono sola mi sento molto meglio. Non avere più quelle due galline di Lavanda e Calì tra i piedi è un'enorme liberazione. Per fortuna voi andate tutti quanti d'accordo, adesso che avete risolto anche i problemi con Seamus e in più, tu ed Harry siete migliori amici. Non sei stato praticamente costretto a fuggire dal tuo dormitorio." Sorrise la riccia. Da quando abitava da sola, era molto più serena, forse perché aveva molto più tempo per dedicarsi a ciò che le piaceva fare in santa pace, senza essere giudicata o limitata. Con Lavanda e Calì non riusciva mai a leggere un buon libro in santa pace senza avere in sottofondo i loro discorsi frivoli, cosa che la obbligava o a stare in sala comune fino a tardi, dove anche lì regnava il caos, soprattutto per colpa dei gemelli, ma che era pur sempre meglio del dover condividere gli inutili pettegolezzi di quelle due, o ad andare a letto presto per non sentirle continuamente parlare e sentirsi criticare perché poco alla moda e femminile.

"Giusto, hai ragione Hermione... Ma perché hai voluto fare questa specie di riunione?" Chiese a quel punto Ron, rosso come un peperone per tutte quelle attenzioni. Stava sentendo gli sguardi puntati su di lui, come se gli amici stessero nascondendo qualcosa che non sapevano come rivelargli e sicuramente era così... Ma di cosa poteva trattarsi?

"Ecco vedi... Forse dovresti sederti." Gli consigliò la sorella. Ron la guardò dubbioso, ma quando vide che, per darle manforte, pure Harry e Hermione si erano accomodati, seguì il loro esempio.

"Miseriaccia, così mi fate preoccupare, sembra che mi dobbiate dire che è morto qualcuno. Non è morto veramente qualcuno, vero?" Chiese agitato, ripensando ai signori Weasley e a come pochi mesi prima aveva rischiato di perdere il padre. 

"No no, tranquillo Ron, niente del genere." Si affrettò a risponde la riccia, scambiandosi un'occhiata ansiosa con Harry. Il ragazzo si rilassò momentaneamente, ma poi tornò guardingo. 

"Ma allora perché siete così preoccupati? Non capisco." Insistette il ragazzo. Harry sospirò, decidendo di prendersi lui la responsabilità di iniziare il discorso.

"Ecco... Vedi Ron, in realtà noi non abbiamo potuto vedere la partita. Era appena iniziata, quando è arrivato Hagrid e ci ha pregati di andare con lui..." Ron si afflosciò leggermente a quella notizia, restando deluso del fatto che i suoi migliori amici non avessero visto le sue parate migliori, però capì che sotto doveva esserci qualcosa di grosso se erano così preoccupati e seri e soprattutto, se Hagrid era andato a cercarli nel bel mezzo della partita.

"Oh... Miseriaccia, peccato. E' qualcosa di grave?" Chiese a quel punto, sperando in una risposta non troppo tragica.

"Diciamo che è qualcosa di folle..." Borbottò Ginny sconsolata.

"Folle?" Fece eco il fratello, sentendo un brivido gelido scendere lungo la schiena. Non si sarebbe mai dimenticato quei dannati ragni giganti, quell'orribile cane a tre teste, il drago al primo anno e gli schiopodi sparacoda dello scorso anno. Ci mancava solamente un'altra bestia all'appello e poi potevano decidere di fuggire il più lontano possibile da Hogwarts, se si trattava di Hagrid e le sue stramberie.

"Pensa ai gusti di Hagrid e trai le tue conclusioni..." Sospirò la riccia, amareggiata. Ron sbarrò gli occhi agghiacciato, vedendo le sue paura prendere forma nell'arco di pochi istanti. 

"Per la barba di Merlino... Si tratta di un'altra bestia orribile e assetata di sangue, non è vero?" Piagnucolò Ron, cercando conforto negli amici e sperando che questi negassero l'evidenza e gli dicessero che era tutto uno scherzo per mettergli paura. Dalle loro facce desolate, dovette però abbandonare anche le ultime speranze.

"Purtroppo si Ron, ed è quella che riduce Hagrid in quello stato pietoso ma la storia che c'è dietro è a dir poco assurda." Gli rispose Harry sconfortato. 

"O miseriaccia, ma perché? E cosa si aspetta da noi?" Piagnucolò il ragazzo, iniziando a capire le facce da funerale dagli amici.

"Non voglio averti sulla coscienza Ron, quindi prendi un respiro profondo, rilassati, e preparati a scoprire di cosa si tratta." Gli disse Ginny, prendendo in mano la situazione. Ron deglutì, annuendo con espressione contrita, ormai preparato al peggio.

"Questa mattina, quando Hagrid è venuto a cercarci, ci ha chiesto di seguirlo e alla fine siamo andati, non potevamo dirgli di no, viste le condizioni pessime in cui era ridotto, era evidente che avesse bisogno d'aiuto. Sembrava davvero preoccupato e volevamo scoprire cosa stesse succedendo. Quando siamo arrivati alla sua capanna ci ha detto che saremmo dovuti andare nella foresta e ha recuperato arco e frecce. Già da lì, abbiamo capito che c'era qualcosa che non andava, soprattutto quando ci ha confessato di aver avuto dei problemi con i centauri. Abbiamo camminato a lungo, ma essendo con Hagrid non ci siamo granché preoccupati almeno fino a quando non siamo arrivati in prossimità di una radura. Hagrid ci ha chiesto di fermarci, mentre nelle vicinanze sentivamo un rumore strano e molto forte... Non ci ha voluto spiegare cosa fosse, dicendoci che era meglio che si vedesse con i nostri occhi, prima di avere spiegazioni. Seppur riluttanti, abbiamo dovuto accettare e ciò che abbiamo visto... E' stato sconvolgente.

Hagrid, dal viaggio di ritorno con Madama Maxime, si è portato dietro... Un gigante. Eravamo increduli e sconvolti e lui, alla fine, ha finito per confessarci che quello è il suo fratellastro e che l'ha portato con sé perché gli altri giganti lo picchiavano e maltrattavano in quanto è, a sua detta.. Gracilino. Sai, non è alto nemmeno quattro metri... proprio una dolce e piccola creaturina. Ma come ciliegina sulla torta, ha insistito per presentarcelo, si chiama Grop... E ci ha detto che ha paura che la Umbridge lo mandi via da un momento all'altro e che è per questo che ci ha immischiati in questa storia.

In pratica vuole che se lui venisse cacciato, noi si vada da Grop per insegnargli a parlare e a fargli compagnia, perché vuole tentare di civilizzarlo per far capire alle persone che quelli come lui possono essere buoni e possono essere in grado di integrarsi nella società. E' una pura follia, ma ci siamo trovati costretti a dover accettare." Gli spiegò molto brevemente Ginny, mentre Harry e Hermione annuivano, osservando la reazione di Ron. Il povero ragazzo sbiancò come un cencio, osservando gli amici sconvolto.

"Un gigante?? E vuole che noi gli si insegni a parlare se venisse cacciato? Ma è completamente impazzito, come gli è venuta in mente un'idea del genere?  E' quel bestione che lo riduce in quel modo? Ma com'è possibile che nessuno se ne sia accorto? Voglio dire, almeno Silente... E perché voi avete accettato? Non vorrete davvero rischiare la vita per le follie di Hagrid." Gracchiò sconvolto, guardando gli amici e la sorella con occhi sgranati.

"Lo sappiamo Ron, lo sappiamo. Hagrid ha fatto una follia, ma non potevamo dirgli di no. Se venisse allontanato da Hogwarts Grop resterebbe solo e a quel punto, se nessuno gli facesse visita, potrebbe fuggire, o peggio! E a quel punto sarebbero grossi guai." Gli spiegò Harry sconsolato.

"Si Harry ma... Miseriaccia! Un gigante, in carne ed ossa... Quelle creature sono malvagie per indole. Sono bramose di sangue e non possono essere civilizzate e addomesticate come animaletti domestici... Hagrid è completamente pazzo. E' già tanto se quel bestione non l'ha già ucciso, visto le condizioni in cui lo riduce, ed è il triplo di noi. L'unica cosa positiva è che Hagrid potrebbe non venire mai cacciato dal castello e quindi noi non saremmo costretti a prenderci cura di quel... Coso." Rispose Ron, sgomento. 

"Hai perfettamente ragione Ron, pure noi abbiamo cercato di farglielo capire, ma sai com'è fatto e inoltre, ormai Grop è nella foresta,non può essere riportato indietro." Gli rispose la riccia,sospirando pensierosa.

"Quindi è per  questo che ha litigato con i centauri?" Chiese serio.

"Beh si...Non vogliono Grop nella foresta perché sta minando la quiete di quest'ultima ma Hagrid si è opposto, e da allora ce l'hanno con lui. Ma soprattutto, sono furiosi da quando ha difeso Fiorenzo dalla loro Ira. Quando ha accettato di insegnare ad Hogwarts i centauri l'hanno considerato un gravissimo tradimento e l'avrebbero ucciso, se non fosse intervenuto Hagrid. Da quel giorno ce l'hanno con lui e vorrebbero impedirgli di entrare nella foresta, ma ovviamente lui non gli dà ascolto. C'è mancato poco però che ci aggredissero." Gli spiegò Hermione. Si sentiva sollevata adesso che avevano detto la verità a Ron, anche perché sembrava averla preso meglio del previsto.

"Non so chi è più pazzo tra Hagrid e quei cavalli scorbutici... Ma in ogni caso la situazione resta grave. Perché Hagrid non lo può portare indietro? Non riuscirà mai a civilizzarlo e non potrà vivere per sempre nella foresta." Commentò il ragazzo, osservando cupamente gli amici.

"Se tornasse indietro gli altri giganti lo ucciderebbero, visto che ha abbandonato il gruppo. Hagrid l'ha voluto portare con sé con la forza ed è per questo che Madama Maxine a un certo punto se ne è andata. Non sopportava più la presenza di Grop, visto che dovevano spostarsi solamente di notte per non essere visti e per lo più lui cercava di tornare indietro. Ha rallentato troppo il viaggio e lei giustamente si è scocciata di aspettarlo." Gli rispose ancora la riccia, prontamente.

"Ma accipicchia, perché tutte a noi? Voglio dire, non basta già un pazzo che vuole conquistare il mondo e farci tutti fuori, come problema? Servono anche le stramberie di Hagrid?" Sbuffò Ron, arrabbiato. 

"L'unica cosa che possiamo fare, è sperare che Hagrid non venga mai cacciato." Gli rispose Harry, sospirando sconsolato.

"E se invece venisse cacciato? Non avrete intenzione di andare seriamente da quel gigante assassino, vero? Voglio dire, quello ci uccide e poi ci trasforma nel suo pranzo e tutto questo per le pazzie di Hagrid." Sbottò Ron, con le orecchie arrossate.

"Ron, una promessa è una promessa." Scattò immediatamente Hermione, guardandolo accigliata.

"Lo dico per il nostro bene Hermione. Non possiamo prenderci seriamente cura di un gigante. I giganti sono malvagi, non hanno bisogno delle cure di nessuno... Uccidono per sopravvivere e non vogliono compagnia, soprattutto da parte degli umani. Per loro siamo nemici, non padroncini che cercano di addomesticarli. Se Hagrid ha ancora un briciolo di cervello troverà il modo per allontanarlo." Ribadì il ragazzo, a denti stretti.

"Non lo farà, e noi abbiamo promesso di aiutarlo come meglio possiamo." Gli rispose a sua volta la riccia. Harry e Ginny si guardarono accigliati, domandandosi perché quei due dovessero sempre litigare.

"Quando dici che abbiamo promesso intendi dire che avete deciso tutti insieme, visto che io non c'ero o tu, hai deciso per tutti?" Sbottò inviperito. Perché doveva essere sempre così cocciuta, tirando fuori il peggio di lui?Non voleva essere aggressivo, ma a volte lo faceva impazzire. La riccia lo guardò scandalizzata...

"Non lo farei mai, sei tu che..." Iniziò a dire per difendersi, ma Ron, prendendo un respiro profondo e alzandosi, la stoppò prima che finisse di parlare.

"Tu ed Harry siete i miei migliori amici, ma non capisco perché tu debba sempre farmi guerra Hermione. Non avrò la tua intelligenza, o non sarò in gamba e bravo a quidditch come Harry. Sono solamente il fratello maschio più piccolo di altri cinque fratelli che si veste con i vestiti smessi di quest'ultimi perché non è abbastanza ricco da potersi permettere un guardaroba nuovo e costoso. Ma non sono nemmeno stupido e non capisco perché tu non voglia darmi ascolto, per una volta. Se non voglio rispettare la promessa non è perché non tengo ad Hagrid, ma perché è una vera e propria follia e vi voglio bene e di conseguenza, non voglio vedervi morti a causa di un dannatissimo gigante che non dovrebbe stare nella foresta proibita e che soprattutto, non può essere civilizzato. Non capisco perché devo sempre passare per il cattivo e immaturo della situazione.Quando ti sarai schiarita le idee fammi sapere..." Detto questo lanciò un'ultima occhiata alla sorella e agli amici e se andò a passo lento e testa china. La riccia lo guardò a bocca aperta, sentendo il cuore stringersi dolorosamente. Ron aveva ragione...Trovava sempre il modo di battibeccare con lui, per ogni cosa. Che razza di amica era?

"oh Ron... Harry, cosa ho fatto? Vai da lui, ti prego." Mormorò, sentendo alcune lacrime scenderle lungo gli zigomi.

"Stai tranquilla, gli passerà. Non è la prima volta che bisticciate... Comunque non ha tutti i torti. Voglio un gran bene ad Hagrid... E ormai abbiamo promesso,ma se dovesse realmente andarsene, per noi sarebbe un grosso problema. Non possiamo gestire quel bestione da soli." Sospirò Harry, alzandosi a sua volta per andare a dare un buffetto e un abbraccio consolatore all'amica.

"Ciao Ginny, ci vediamo a cena." Harry salutò anche La rossina con un sorriso dolce e lasciò la stanza, ma prima che uscisse del tutto, la ragazza lo fermò.

"Harry... Se a pranzo hai cinque minuti, posso parlarti?" Gli chiese decisa. Harry la guardò sorpreso, ma poi annuì con un leggero sorriso.

"Certo, ci vediamo dopo allora. Stai tranquilla Hermione, Ron non pensa davvero certe cose." Concluse il moro, chiudendosi definitivamente la porta alle spalle. 

Hermione lasciò passare alcuni secondi e po si lasciò andare a un pianto liberatorio, cercando di scaricare tutta la tensione di quel periodo.

"Sono un'amica orribile..." Sussurrò tra le lacrime.

"Hermione non dire sciocchezze, non è affatto vero." Le rispose la riccia, decisa, lanciando un nuovo incantesimo per insonorizzare la stanza. Dovevano discutere di argomenti delicati e non poteva rischiare che qualcuno sentisse. Harry sospettava già qualcosa e magari, si sarebbe potuto appostare fuori dalla porta per cercare di origliare qualcosa. Non poteva permettere che scoprisse di Malfoy, sarebbe stata la fine.

"Ron ha ragione, invece. Ho un carattere orribile, un atteggiamento insopportabile e per lo più sto continuando a mentirgli da mesi e mesi... Non merito degli amici come loro." Sussurrò, portandosi le braccia attorno alle ginocchia, Era maggio e fuori faceva molto caldo, il sole brillava finalmente alto nel cielo ma lei, provava un gran freddo sulla sua pelle, causata dal vuoto che aveva in quel momento nel cuore.

"Sei troppo dura con te stessa... Non è colpa tua se ti sei innamorata di un ragazzo che per tanti anni hai odiato e adesso, hai rivalutato. Harry e Ron, almeno per adesso, non capirebbero. Non hai scelta Hermione, non puoi raccontargli la verità. Accadrebbe un casino assurdo e credo che tu ci tenga alla tua incolumità." Le rispose Ginny eloquente. Non osava immaginare la reazione di suo fratello ed Harry in caso avessero scoperto la relazione clandestina della loro migliore amica con Draco Malfoy.

Ron avrebbe dato di matto, spaccato e rovesciato mezza sala comune, fatto ricoverare Hermione al San mugo e ucciso Malfoy a mani nude, in stile babbana. Harry non sarebbe stato di meno...Probabilmente avrebbe trovato il modo per resuscitare Malfoy per poi ucciderlo nuovamente e per Hermione...Non lo sapeva, ma non sarebbe finita bene. Aveva litigato con Harry e Ron per delle sciocchezze, in quella circostanza probabilmente non si sarebbero nemmeno più guardarti in faccia.

"Lo so Ginny ma...Non potrò nasconderlo per sempre." Le rispose Hermione, più tranquilla. Ci pensava da tempo e ogni volta arrivava alla stessa domanda: Se lei e Draco fossero andati avanti, come avrebbero fatto?

Si sarebbero per sempre dovuti nascondere, sperando che un giorno, Voldemort cadesse e la sua dittatura finisse una volta per tutte e insieme i mangiamorte oppure, avrebbero finito per allontanarsi perché Voldemort avrebbe continuato con la sua ascesa e Draco si sarebbe stufato di lei e avrebbe scelto una ricca purosangue con la quale si sarebbe sposato e avrebbe mandato avanti la dinastia purosangue dei Malfoy?

Oppure, avrebbe dovuto continuare a nascondersi per paura di litigare con Harry e Ron? Se voleva continuare a frequentare Draco, prima o poi avrebbe dovuto affrontare gli amici. Probabilmente avrebbero litigato...Ma se davvero le volevano bene, alla fine avrebbero cercato di capirla e avrebbero accettato i suoi sentimenti. Non sarebbe stato facile, soprattutto con Ron, ma voleva essere positiva inoltre, aveva Ginny dalla sua parte. Era certa che le avrebbe dato man forte. Non sarebbe stata sola e ciò la confortava.

Ma non poteva ancora darsi una risposta...Ginny aveva detto che lei si era innamorata, ma era realmente così? Forse si...Visto che sentiva costantemente il desiderio di passare il suo tempo con lui e di poterlo avere tutto per sé. Voleva che diventasse il suo ragazzo, che lui avesse occhi solamente per lei, che le dicesse che era bellissima e la baciasse fino a farle mancare il respiro quindi sì, indubbiamente, lo amava...Amava Draco Malfoy e la cosa, la rendeva felice. Incredibile, assurdo, ma vero.

"Lo so Hermione, ma al momento non è possibile, lo sai. Non puoi piombare dal nulla e dirgli che ti sei innamorata di quello che loro considerano il vostro peggior nemico e che adesso vi frequentate o state addirittura insieme. Uscirebbero fuori di testa o gli verrebbe un infarto, soprattutto a Ron. Sai com'è impulsivo." Le rispose Ginny, sinceramente. La riccia sospirò ancora, asciugandosi le ultime lacrime con il dorso della mano.

"Hai ragione Ginny... però parlerò con Ron e gli chiederò scusa. Ho sbagliato." Ammise, sinceramente dispiaciuta. La rossa le fece un sorriso incoraggiante per poi sostituirlo con un ghignetto sfacciato.

"Adesso però sai che c'è qualcosa di molto più importante di cui discutere." La riccia arrossì, annuendo mesta. Il famoso piano per mettere fuori gioco la Parkinson.

"E come potrei dimenticarmelo...Hai già qualche idea?" Le chiese la riccia incuriosita.

"Beh, si... Ho deciso che utilizzerò un incantesimo urticante. Mi disilluderò e subito dopo cena, quando la vedrò passare, le lancerò l'incantesimo. Malfoy sarà costretto a dirlo a Piton che di conseguenza cercherà te. Ogni scusa è buona per mischiare serpeverde e grifondoro, pare che lo facciano apposta." Le rispose mesta. La riccia la fissò preoccupata.

"Ma se ti scoprissero?" Le chiese preoccupata. Ginny scrollò le spalle indifferente.

"Al massimo mi beccherei una punizione. Una ogni tanto non uccide nessuno." Le rispose con tutta naturalezza. Hermione la guardò dubbiosa, seriamente preoccupata...

"Ginny, con la Umbridge non si scherza..." Le rispose aspra, ripensando ad Harry e alle punizione, più che altro torture, che gli aveva inflitto più e più volte durante l'anno scolastico. 

"Ti preoccupi troppo Hermione, so cosa faccio e poi, guarda Fred e George. Sono perennemente in punizione eppure sono ancora vivi quindi, lascia fare a me e calmati. Stasera ti godrai una bella serata con Malfoy e domani mi ringrazierai." Le sorrise civettuola, facendola avvampare.

"Ginny..." Sibilò, rossa in faccia, facendo scoppiare a ridere l'amica.

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L'ora di cena era arrivata in un baleno e la riccia, dopo aver saluto Ginny ed essersi fatta una bella e lunga doccia rilassante, aveva pensato e ripensato a ciò che avrebbe potuto o dovuto dire a Draco. Mille dubbi le affollavano la mente... E se fosse risultata patetica? D'altronde lui non le aveva mai accennato niente a riguardo,magari non voleva averla come fidanzata... Forse era solo un passatempo prima di trovare una bella, ricca purosangue.Deglutì saliva acida e cercò di tranquillizzare il cuore impazzito. Si stava creando troppi problemi... Però un piccolo dubbio continuava ad averlo... Possibile che lui, se l'avesse desiderata come ragazza, non le aveva ancora nemmeno mai accennato niente? Il suo cervello le suggerì che forse non aveva mai trovato l'occasione giusta o il coraggio per dirglielo, però non voleva illudersi.

Ginny l'aspettava impaziente in sala comune, dove gli studenti schiamazzavano allegri finendo di prepararsi per scendere a cena. Si sentiva agitata, il cuore le batteva talmente forte nel petto che sembrava volesse scoppiarle da un momento all'altro. In quel momento si sarebbe messa volentieri a leggere un buon libro o a studiare per rilassarsi. Peccato, che aveva già finito i compiti assegnati per le due settimane a seguire e aveva anche già ripassato tutto il programma per l'avvicinarsi dei G.U.F.O. Avrebbe iniziato, nuovamente, il ripasso generale insieme ad Harry e Ron, più che altro per salvare le chiappe a loro, visto che lei sapeva già tutti gli argomenti di tutte le materie a memoria. Ripensando a Ron le si strinse il cuore, gli avrebbe parlato dopo cena, prima di mettere in atto il piano di Ginny. 

" Finalmente, non ci speravo più." Sospirò Ginny vedendola arrivare. 

"Sono in anticipo, Ginny. Qualcuno qua è agitato... Sicura di volerlo fare? Non sei obbligata, lo sai." Le rispose la riccia, nuovamente preoccupata. Ovviamente voleva parlare con Draco, ma non voleva che Ginny si sentisse costretta a rischiare per lei. Se l'avessero scoperta e punita non se lo sarebbe perdonata. Ginny la guardò come imbambolata.

"Cosa...Oh, ma no, figurati! Per quello non ci sono problemi, te l'ho detto, non mi preoccupa minimamente... Il fatto è che..." Le rispose incerta, spostando il peso da un piede all'altro e guardandosi intorno con fare circospetto. La riccia inarcò le sopracciglia sospettosa.

"Qual è allora il problema?" Le chiese, scrutandola attentamente. Ginny sospirò...

"Non so se ci hai fatto caso, ma quando questo pomeriggio Harry e Ron sono andati via, ho chiesto ad Harry se a cena gli avrei potuto parlare e lui ha accettato ma adesso... Mi sento in ansia. Non so nemmeno come affrontare l'argomento voglio dire... Che confidenza ho alla fine, con lui?"  Chiese tristemente. Lei era solamente la sorella minore del suo migliore amico, nient'altro. La considerava per pura educazione, ne era certa, non sapeva quanto gliene potesse importare di lei

"Tranquilla Ginny, Harry ti vuole molto bene, non farti questi problemi. Cosa vorresti chiedergli, comunque?" La rassicurò la riccia, sorridendole affettuosamente.

"E' un po' che lo vedo strano, vorrei chiedergli come sta, provare a parlargli... Ma non so se è il caso." Sospirò la riccia.

"Far parlare Harry è un'impresa, ma non perdere le speranze. Facciamo così...Mentre tu parli con Harry, io andrò a chiedere scusa a Ron." Le rispose decisa.

"E poi metteremo in atto il piano." Concluse Ginny, con un nuovo sorriso furbo stampato sulle labbra. La riccia annuì soddisfatta, facendosi strada tra i compagni per raggiungere il buco del ritratto.

Le tavole erano imbandite di cibo e nell'aria aleggiavano le chiacchiere e le risate allegre degli studenti. Hermione e Ginny si accomodarono alla tavola dei grifondoro, sedendosi vicino ad Harry e Ron. Quest'ultimo teneva lo sguardo basso e infilzava, imbronciato e distratto, le patate che teneva nel piatto. La riccia lo guardò colpevole, sentendosi in colpa per il malumore dell'amico. Si servì del purè e della carne, cercando di scacciare i sensi di colpa per salutare Harry, che ricambiò il suo saluto con un sorriso caloroso.

"Tranquilla, andrà tutto bene." Sussurrò piano Ginny. La riccia annuì con un sospiro... Sarebbe stata una lunga serata.

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"Non ho voglia di fare le ronde con Pansy." Sbuffò Draco, sorseggiando il suo succo di zucca. La prospettiva di sorbirsi la ragazza per ore non lo allettava affatto,ma aveva ben poca scelta. Ultimamente però sembrava essersi calmata, cosa alquanto insolita ma sicuramente positiva. Aveva smesso di miagolargli continuamente d'intorno e si limitava a comportarsi quasi normalmente. Era una vera e propria liberazione, anche se temeva che potesse tornare all'attacco da un momento all'altro.

"Beh, sembra essersi calmata nelle ultime settimane. Mi sembra molto meno insistente nei tuoi confronti." Commentò Blaise, finendo di mangiare la sua fetta di torta alla melassa. Draco annuì, anche se scettico.

"Si, in effetti non è più insistente come una volta... Però non mi convince." Commentò, lanciandole un'occhiata di sbieco da dove si trovava. La ragazza stava parlando animatamente con le sue amiche, ridacchiando frivolamente e lanciandosi occhiatine maliziose intorno. Arricciò il labbro infastidito. Quella visione era davvero patetica...

"Secondo me c'è qualcosa tra lei e Nott." Disse a un tratto Blaise, senza tanti rigiri di parole, facendo inarcare le sopracciglia a Draco.

"Tu dici? Non ci ho mai fatto caso, sinceramente. Da cosa lo deduci?" Gli chiese sotto voce, osservando in fretta anche Nott, dall'altra parte del tavolo. Stava parlando con Flint, il capitano della loro squadra, e sembrava particolarmente preso dalla discussione.

"Passano molto tempo insieme e più volte li ho beccati a parlare in privati, molto, molto vicini, quando erano soli. Non può essere solamente una coincidenza." Commentò Blaise, osservando pensieroso Draco. Quei due insieme non gli piacevano... Avrebbero potuto tramare qualcosa di pericoloso. Il biondo parve pensarla allo stesso modo, perché si rabbuiò leggermente.

"Staremo attenti, non abbiamo niente di cui temere." Rispose convinto, lanciando un ultimo sguardo indagatore a Nott e Pansy.

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"E' arrivato il momento, sei pronta? Io vado a parlare con Harry, tu con Ron e quando vedremo quella strega uscire, metteremo in atto il piano." Sussurrò Ginny. Hermione annuì decisa, osservando Ron che per tutta la cena era rimasto imbronciato a mangiare in silenzio, evitando il suo sguardo. Sospirò pesantemente, sperando di riuscire a risolvere in fretta quel problema. A volte Ron sapeva comportarsi davvero come un bambino capriccioso e quella sera non aveva tempo da perdere.

"Harry, posso parlarti?" La riccia sentì Ginny rivolgersi ad Harry e riconobbe nella sua voce una leggera nota tremante. Le dispiacque per la sua migliore amica... Avrebbe tanto voluto che Harry aprisse gli occhi, invece che perdere tempo dietro a quella sciocca di Cho. Sperava ardentemente che ci avesse messo una pietra sopra una volta per tutte e che prima o poi si accorgesse della ragazza davvero innamorata di lui che se ne stava nell'ombra a soffrire, cercando di mascherare i suoi sentimenti provando a frequentare altri ragazzi che si, potevano anche interessarle, ma non sarebbero mai stati Harry.

"Certo Ginny, non me ne ero dimenticato." Le rispose Harry, sorridendo. Gli occhi verdi si illuminarono nel sorriderle e Ginny si sentì le gambe molli, ma cercò di non svenire facendogli un sorriso radioso a sua volta. poteva farcela. Hermione le fece un occhiolino d'incoraggiamento e si concentrò su Ron, che aveva lanciato un'occhiata sospettosa al suo migliore amico e a sua sorella per poi tornare ad osservare insistentemente la tovaglia.

"Ron... Posso parlarti?" Chiese la riccia, rivolgendosi al rosso. Quest'ultimo le lanciò un'occhiata impermalita e non le rispose, tornando ad osservare la tovaglia, più concentrato di prima. La riccia sospirò, lo sapeva, se l'era immaginato. Maledetto Ron, perché doveva rendere tutto così difficile? Ma non avrebbe demorso... Gli avrebbe chiesto scusa e avrebbero fatto pace. Avrebbe mantenuto la calma, non voleva fare altri disastri.

"Ti prego Ron... Voglio parlarti." Insistette la ragazza, alzandosi dalla panca per avvicinarsi all'amico. Il ragazzo sbuffò, lanciandole un'occhiataccia offesa.

"Cosa vuoi?" Le chiese stizzito, facendo alzare gli occhi al cielo alla riccia.

"Volevo chiederti scusa, Ron. Mi dispiace aver ferito i tuoi sentimenti, non vali meno né di Harry né di nessun'altro, siete i miei migliori amici e vi voglio bene. Io e te però abbiamo due caratteri molto impulsivi che spesso ci porta a litigare, ma ti voglio ugualmente molto bene. Possiamo fare pace?" Gli chiese gentilmente. Mettere da parte l'orgoglio le era costata molta fatica, ma aveva capito che era necessario farlo. In quel caso era davvero colpa sua... Non poteva pretendere che fosse Ron ad andare da lei per scusarsi.

Il rosso la guardò meravigliato. Forse non si aspettava che la riccia si esponesse così tanto e soprattutto, così nell'immediato. Ma non voleva cedere così presto, non del tutto per lo meno.

"Ci penserò." Rispose altezzoso. La riccia alzò nuovamente gli occhi al soffitto, sorridendo però divertita. Sapeva che avrebbe funzionato, a Ron sarebbe passata e l'indomani sarebbe tornato tutto come prima, per fortuna.

"E va bene... Sappi però che i compiti di pozione non si fanno da soli." Sogghignò, provocandolo. Ron strabuzzò gli occhi e la riccia si alzò da tavola vittoriosa.Era una sottospecie di ricatto, il suo, però sapeva che avrebbe spinto Ron a mollare più facilmente l'osso. Il suo aiuto gli era fondamentale per non perdersi in un bicchier d'acqua con l'avvicinarsi degli esami. Nel frattempo, sperava che Ginny avesse finito con Harry, non ne poteva più di aspettare.

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"Harry ecco... Non vorrei essere invadente, però ultimamente ti vedo triste. Volevo semplicemente chiederti come stai..." Disse Ginny, sentendosi immediatamente stupida. Ma cosa cavolo aveva detto? Non aveva un minimo di tatto... Probabilmente Harry l'avrebbe passata per una curiosa impicciona. Lo vide guardarla attentamente e poi sorridere amaramente. Non aveva raccontato a nessuno di ciò che aveva visto nel pensatoio ma di Ginny sentiva di potersi fidare. Magari non le avrebbe detto tutto, però si sarebbe in parte confidato, forse gli avrebbe fatto bene. Chi poteva dirlo. Si trovavano nell'atrio principale e diversi studenti stavano già tornando nelle proprie sale comuni, ignorandoli bellamente. Meglio così. Nel frattempo la Parkinson non era ancora passata e Ginny sperò che non passasse proprio mentre stava parlando con Harry, l'avrebbe strozzata in tal caso.

"Non è un bel periodo Ginny... Purtroppo...." Ginny non riuscendo a stare zitta lo stoppò...

"Si tratta di Cho?" trattenne nuovamente il fiato, sentendosi ancora più stupida di prima. Ma come poteva essere così indiscreta? Harry però la guardò confuso...

"Cho? cosa... No. Lei è l'ultimo dei miei pensieri.... Il fatto è che è successa una cosa..Ho visto delle... Immagini, nell'ufficio di Piton, che non avrei dovuto vedere e che mi hanno profondamente turbato. Avrei bisogno di parlare con Sirius per riuscire ad avere delle risposte... Ma è impossibile." Sospirò tetro. Ginny si morse la lingua per non essere nuovamente troppo invadente. Non avrebbe creduto che Harry si sarebbe confidato, almeno in parte, con lei. Lo apprezzò molto. Però voleva anche aiutarlo... Comunicare con persone esterne al castello non era semplice, soprattutto se la posta veniva controllata e spiata lettera per lettera, per lo più se il destinatario era un ricercato che tutti credevano un pazzo assassino e braccio destro di Voldemort, e se tutti i camini di Hogwarts erano bloccati tutti, tranne uno...

"Beh... Impossibile no. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile. Anche se sarà sicuramente rischioso." Gli rispose lentamente, osservando l'espressione incredula dipinta sul volto di Harry.

"Non vedo come potrei fare, Ginny..." Le rispose, dubbioso.

"Beh... Ricordati che sono cresciuta con Fred e George. Quando vivi a stretto contatto con loro, finisce per renderti conto che niente è impossibile, se lo si vuole veramente." Sogghignò, lasciando il moro senza parole...

Negli ultimi tempi non faceva che organizzare piani su piani, e si stava riconoscendo pure molto abile nell'organizzarli ma quella volta, avrebbe avuto bisogno dell'aiuto dei gemelli. Nel frattempo la sua attenzione fu distratta da Hermione che gli venne in contro con un'espressione rilassata, segno che con Ron doveva aver risolto. Le due ragazza salutarono Harry che dopo un ultimo sguardo d'intesa con Ginny, decise di tornarsene in sala comune e una volta da sole, le due ragazze si accorsero della presenza di un terzo elemento... Pansy Parkinson... Erail momento di agire!

- Eccomi con il nuovo capitolooo! In realtà questa è la prima parte, perché proprio non ce la faccio a inserirci anche la parte Hermione\Draco riuscendo a pubblicare in tempi brevi, mi è veramente impossibile. E' già una vita che non pubblico e purtroppo non ho potuto fare altrimenti e non sapete quanto mi scoccia e mi dispiaccia al tempo stesso, ma spero che apprezziate ugualmente la storia e la leggiate con piacere <3. D'altronde l'avvicinarsi della fine della scuola e della maturità si fa sentire e gli impegni sembrano non finire mai, ma continuerò sempre a ascrivere anche se magari vi farò aspettare un po' più a lungo. In ogni caso, quando avrò finito questa storia, per il sequel vedrò di organizzarmi meglio, magari avvantaggiandomi scrivendo diversi capitoli, in modo da pubblicare con sicurezza almeno una volta a settimana però, per il momento è presto XD! Non so quanti capitoli scriverò ancora per questa storia, fate conto che siamo a maggio, però non voglio esagerare... Poi state a vedere XD. In ogni caso, ve lo farò sapere.Un bacione enorme a tutti e grazie mille per la pazienza :*. Non ci posso credere di aver superato le 85k visualizzazioni...  Vi adoro, grazie di tutto <3. -

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