Orgoglio
Gennaio si apprestava a finire ed Hermione e Draco non si parlavano da quasi una settimana. Entrambi si erano lanciati sguardi sfuggenti pieni di significativo e carichi di aspettativa ma ovviamente, nessuno dei due voleva mettere da parte l'orgoglio per fare il primo passo. Hermione presa dallo studio, dalle lezioni dell'Es, dai problemi di Harry che quest'ultimo accusava di avere con Piton a causa delle disastrose lezioni di occlumanzia e dal desiderio morboso di farla pagare a Pansy Parkinson, non sapeva proprio come cavarsela con Malfoy.
Quest'ultimo invece aveva sicuramente meno preoccupazioni se esclusi gli allenamenti di quidditch e lo studio che seppur pesante, non era niente se paragonato allo stress fisico e mentale della riccia che prima o poi, avrebbe raggiunto l'esaurimento. Nonostante ciò continuava a lamentare il suo malumore con il rassegnato ma scettico Blaise che cercava ugualmente di farlo ragionare per vincere il suo orgoglio.
"No Blaise! Non andrò da lei compiendo un gesto tanto deplorevole e umiliante per uno come me. Evidentemente non le importa a sufficienza. Mi sembra di essere già fin troppo tollerante con lei." Scattava di tanto in tanto quando l'amico tentava di calmarlo, seguito da altri epiti coloriti e oltraggiati.
"Di questo passo non vi parlerete più!" Sbottò una sera Blaise, quasi isterico dopo il solito monologo da parte dell'amico. Fuori dal castello una coltre gelida di candida neve ricopriva ogni superficie e un vento glaciale sferzava prepotente i malcapitati che si trovavano a dover uscire dal castello, aumentando il malessere degli studenti e in particolar modo di Draco che, innervosito e di pessimo umore, andava ad intaccare pure quello del pacato Blaise.
"Non urlarmi contro." Borbottò Draco stizzito, stringendosi addosso la polo color panna che aveva indossato quel giorno. Preferiva le camicie, più eleganti e adeguate alla sua personalità, ma il freddo pungente che si insinuava fin nelle ossa gli toglieva pure quel piacere. Forse aveva la febbre, magari si era ammalato durante l'ultima lezione che quell'incivile di un guardia caccia aveva tenuto all'aperto in mezzo alla neve. Ancora non capiva come avesse fatto quella sotto specie di troll a diventare insegnante in quanto non ne aveva né le qualità né tanto meno le capacità.
Ma ovviamente il buon cuore del caro vecchio preside aveva preferito la compassione alla sicurezza fisica e mentale degli sventurati studenti che seguivano le lezioni di quel decerebrato.
"E allora smettila di assillarmi con quella ragazza! È evidente che le vuoi parlare. Metti da parte quello stupido orgoglio e domani fermala dopo le lezioni." Scattò il moro sbuffando sonoramente.
Pure a lui il gelo non piaceva granché e sinceramente, sperava che con l'arrivo di febbraio un po' del maltempo e di conseguenza del malumore che appesantiva le mura di Hogwarts si dissipasse. Draco grugnì scorbutico, mettendo in moto gli ingranaggi del cervello.
Quella piccola strega malefica non avrebbe ceduto nemmeno sotto tortura, anche se era certo che pure lei morisse dalla voglia di riparpargli.
Era certa di avere la ragione dalla sua parte e di quel passo, Blaise aveva ragione, se uno dei due non cedeva davanti all'orgoglio probabilmente non si sarebbero più parlati minimo fino all'anno seguente.
"Te l'ho già detto che la odio?." Borbottò velenoso.
"Almeno un centinaio di volte" sogghignò il moro esultante. Sapeva di averlo convinto, seppur gli fosse costato un occhio della testa.
Dopo essersi brevemente scambiati la buona notte si erano addormentati senza più entrare nell'argomento, ma Draco aveva dormito sogni agitati.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Hermione invece dopo aver salutato Harry e Ron si era diretta nel suo dormitorio, coricandosi sotto le coperte e addormentandosi in silenzio, cullata dai pettegolezzi di Lavanda e Calì ai quali non prendeva mai parte.
Pensava costantemente a Draco. Voleva ancora parlare con lui, farsi raccontare la sua vita, anche litigare, ma soprattutto desiderava ricevere altri baci da quell'arrogante serpeverde che era riuscito, non sapeva come, a catturare il suo interesse come mai nessun ragazzo prima di lui c'era riuscito. Era bello, dannatamente bello e sexy, e per qualche assurda ragione aveva scelto proprio lei, quella che per tanti anni aveva odiato ed insultato. Come poteva uno come lui, essere attratto da una come lei? O era tutto un crudele scherzo oppure, il mondo si stava rovesciando.
Se solo Draco si fosse sforzato per migliorare, avesse capito che al momento stava dalla parte sbagliata, quella marcia che da troppi anni ormai stava infettando il mondo magico, e che passare dalla parte dell'ordine gli avrebbe concesso sicurezza e una vita migliore... con la sua educazione quasi regale, la sua intelligenza e bellezza, sarebbe potuto diventare un ragazzo perfetto. Avrebbe potuto lottare al suo fianco e quello dell'ordine per sconfiggere Voldemort una volta per tutte. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
Forse si stava facendo troppe fantasie illusorie. Nessuno le poteva dare la conferma che lui volesse cambiare, che in realtà non fosse appagato dalla sua vita. Magari a lui stava bene così e lei non ci poteva fare niente. Il Malfoy che per il momento conosceva, quello con una corazza di ghiaccio invalicabile, non si sarebbe mai abbassato a chiederle aiuto, non avrebbe mai ammesso di voler cambiare, nemmeno se l'avesse voluto. Forse doveva mettere da parte un po' del suo orgoglio e provare ad essere più elastica con lui, dandogli quella sicurezza in più per aprirsi con lei e aiutarlo a farsi conoscere più nel profondo...
Dopo quei pensieri estenuanti pure lei crollò addormentata, sentendo Lavanda blaterare di un certo corvonero del sesto anno che l'aveva baciata e le aveva chiesto di rivederla.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Il giorno seguente Draco si alzò più scorbutico del solito e Blaise preferì lasciarlo in pace, evitando così di sorbirsi una scenata mattutina e una sfilza di insulti gratuiti. Il cielo era sempre grigio e la neve continuava a cadere a fiocchi facendo grugnire il biondo serpeverde di disgusto. Odiava quel tempo e soprattutto odiava dover correre dietro alla Granger per tutto il giorno... Sperava che non facesse troppo la difficile, altrimenti sarebbe pure arrivato a schiantarla se ce ne fosse stato bisogno.
L'unica cosa che voleva fare era parlarle e mettere fine a quel teatrino ridicolo. Non poteva credere che la Granger fosse così infantile a riguardo. Non era abituato a simili sciocchezze, solitamente quando litigava per esempio con Pansy, lei gli teneva il muso per un po' ma poi tornava da lui senza fare troppe cerimonie. Non esisteva che fosse lui ad andare ad elemosinare attenzioni... Quel pensiero gli fece accapponare la pelle, perché era proprio ciò che a breve avrebbe fatto. Maledetta Granger.
"Draco, tutto bene?" Si azzardò a chiedere Blaise, osservando i movimenti nevrotici del biondo con una nota di preoccupazione. Il biondo grugnì qualcosa di indistinto e poi, preso d'improvviso come da un fulmine, chiese
"Sai quant'è che non faccio sesso?"
L'amico strabuzzò gli occhi esterrefatto
"Cosa stai farneticando Draco? Cosa diavolo vuoi che ne sappia io" borbottò ancora incredulo, finendo di annodarsi la cravatta verde e argento che aveva lasciato a metà.
"Più di mese Blaise, più di un mese! Quindi va male, capisci? E a quella stronzetta, alla quale salterei volentieri addosso, rende il tutto più difficile e in più, pretende pure la ragione. Ti sembra normale?" Sbottò più acido di un limone acerbo.
Quella situazione lo stava portando all'esaurimento. Non aveva mai seriamente pensato a quanto potesse essere teraupetico il sesso, ma in quel momento la cruda realtà gli era piombata addosso più insidiosa che mai. Erano settimane che rifiutava Pansy e le sue frecciatine fin troppo esplicite e questo perché? Perché per qualche assurda ragione lo faceva per la Granger che probabilmente, si sarebbe sempre comportata da perfetta Grifondoro orgogliosa e testarda, portandolo alla pazzia.
Forse era già pazzo, visto ciò che stava facendo da settimane ormai, ma era certo che quella ragazza sarebbe potuta benissimo essere in grado di farlo peggiorare ulteriormente, se non l'avesse almeno in parte assecondata. Quel demonio era sempre nei suoi pensieri, la sentiva nell'aria, nel sangue, nei suoi desideri più oscuri e perversi. La voleva e non riuscire ad averla tutta per sé sotto ogni punto di vista lo tormentava.
La desiderava fisicamente e mentalmente. Voleva farla sua, ma al tempo stesso voleva scoprire come fosse la vera Granger perché era certo che non fosse solo la so tutto io pronta a scattare come un gallina imbizzarrita ad ogni occasione buona. Ma allora perché si comportava così con lui?
Perché lui non le dava modo di fidarsi... Ecco la spiegazione. E più continuava a comportarsi da perfetto bastardo egoista, più lei l'avrebbe portato alla pazzia.
"Il sesso non è la cosa più importante nella vita." Lo rimbeccò Blaise scettico. Draco gli lanciò un'occhiata di traverso...
"Quando proverai, me lo ridirai." Borbottò il biondo ormai vestito, come sempre in modo impeccabile. Fortunatamente Nott, Tiger e Goyle erano già scesi da un pezzo. L'amico lo guardò in silenzio per qualche istante e infine disse
"Non cedere a Pansy Draco, non fare stronzate. Lo dico per te e perché... Ti voglio bene."
Draco restò a fissarlo a bocca aperta, sentendo mille emozioni attanagliarli il petto, ma soprattutto il cuore. Ti voglio bene.
Nessuno gliel'aveva mai detto così apertamente e con estrema naturalezza. Forse sua madre, quand'era più piccolo. Nonostante sapesse quanto tenesse a lui, al suo unico figlio, raramente si esibiva in veri gesti di affetto e frasi sdolcinate come... Ti voglio bene... Ma era una sensazione bella, più di quello che si sarebbe aspettato.
E incredibilmente una frase che mai si sarebbe immaginato di pronunciare, gli affiorò dalle labbra
"Grazie Blaise... Ti voglio bene pure io." Fu quasi un sussurro, ma il moro sorrise radioso e soddisfatto e dopo avergli dato una pacca amichevole sulla spalla, lo incitò a scendere a colazione.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Le quattro lunghe tavolate erano ingombre di cibo e studenti vocianti che si apprestavano a raccontarsi gli ultimi pettegolezzi prima di iniziare le lezioni. Draco entrò a testa alta, fianco a fianco con Blaise, attirando su di sé lo sguardo di parecchie ragazze. Non si era mai accorto di quelle occhiatine, aveva iniziato a farci caso da quando aveva preso consapevolezza di sé stesso. Erano le stesse occhiatine sognanti e desiderose che gli riservava Pansy.
Non gli dispiacevano, ma il suo sguardo fu subito ed impercettibilmente catturato da una chioma riccia seduta al tavolo dei grifondoro. Draco strinse le labbra contrariato... La Granger stava come sempre confabulando con Potter e Weasley e solo Salazar in persona sapeva quanto avrebbe voluto sapere di cosa stessero parlando in quel momento. Cosa ci trovava la ragazza in quei due? Non avevano niente di speciale, erano due coglioni, uno peggio dell'altro.
Weasley che non era altro che un poveraccio e un incapace maldestro, mentre lo sfregiato invece si sentiva il paladino della giustizia di ogni situazione e il re della scuola. Peccato che al momento metà della scolaresca lo reputava uno squinternato. Quindi, cosa ci trovava la Granger in loro? Non erano intelligenti, non brillavano in niente, se non la lieve dote di Potter nel quidditch che di mala voglia doveva riconoscere, erano due pezzenti dove uno viveva tra i babbani che oltre tutto lo odiavano e l'altro abitava in una specie di porcile con così tanti fratelli da averne perso il conto.
Perché mai si era scelta proprio loro due come amici? Le avrebbe dovuto fare quella domanda... Magari avrebbe capito se pure la Granger era pazza oppure aveva solo pessimi gusti nello scegliersi le amicizie.
"Draco ti vuoi muovere! Di questo passo salteremo la colazione." Sbuffó Blaise spazientito. Draco si sentì un perfetto imbecille. Per pensare alla Granger aveva preso l'andatura di una lumaca particolarmente lenta e pigra.
Quando finalmente si sedettero a tavola Draco rispose distrattamente al buongiorno zuccheroso di Pansy con uno svogliato ciao, giusto per educazione. La ragazza fece una smorfia scontenta ma decise di lasciar perdere per tornare a concentrarsi sul discorso che le stava facendo la sua amica Daphne, lasciando tirare al biondo un sospiro di sollievo. Il destino voleva che avessero proprio lezione di trasfigurazione con i Grifondoro. Non le sarebbe sfuggita.
Mangiò un po' di uova e bacon con l'aggiunta di succo di zucca e infine si apprestò a leggere il giornale che il suo gufo gli portava puntualmente ogni mattina. Non c'erano notizie interessanti, sempre le solite stronzate e qualche assurdo annuncio. Dell'oscuro Signore nemmeno l'ombra. Carramell stava facendo di tutto pur di buttare fango su Potter e Silente e al tempo stesso mettere tutto a tacere. Sarebbe durato più poco, era troppo un idiota.
"È l'ora Draco, se ritardiamo la McGranitt ci fa secchi." Brontolò Blaise, finendo di mangiare i suoi cereali con foga. Il biondo annuì e si preparò mentalmente a ciò che a breve avrebbe dovuto fare. Più due ore e avrebbe risentito la voce cristallina della Granger rivolgergli la parola. La prospettiva era allettante... avrebbe trovato un modo per allontare Potter e Weasley.
Come previsto dal moro rischiarono di arrivare in ritardo e arrivarono giusto qualche minuto prima del suono della campana. Trafelati presero posto e Draco con la coda dell'occhio vide Hermione sogghignare divertita, facendogli provare un profondo moto di fastidio. Quell'impertinente si prendeva gioco di lui.
"Miraccomando Draco, fai ciò che ti ho detto." Sussurrò l'amico. Il serpeverde annuì leggermente, continuando a ribollire veleno.
Weasley era troppo vicino a lei, decisamente troppo. Le stava praticamente sfiateggiando sul collo, forse per convincerla a farsi correggere i compiti prima che la professoressa gli mollasse un desolante o peggio, un troll.
Continuò ad osservarli, vedendo la riccia sbuffare e cercare di liquidarlo seccata ma quest'ultimo sembrava quasi implorarla infatti, la ragazza, mossa a pietà si convinse a strappargli da sotto il naso quella che, come Draco aveva previsto, si rivelò una pergamena. Lei lanciò un'occhiata circospetta alla porta, cercando di vedere se la McGranitt stesse arrivando e infine iniziò a leggere velocemente il compito di lenticchia, sbuffando di tanto e correggendo in fretta alcune parti errate, che si dimostrarono parecchie.
Non appena la porta si aprì, annunciando l'entrata severa e composta della professoressa la classe si ammutolì e la Granger mollò il compito a Weasley senza tante cerimonie. La donna guardò l'intera classe e fece un breve appello. Draco si gustò la delicata ma impaziente risposta della Granger. Era ovvio che avesse studiato a memoria tutta la lezione e quindi volesse sfoggiare la sua intelligenza per far guadagnare punti a grifondoro e al tempo stesso ricevere uno dei suoi soliti eccezionale.
La Mcgranitt iniziò immediatamente a spiegare, ritirando con un colpo di bacchetta tutti i compiti. Draco vide volare la propria pergamena da sotto il suo naso e sperò di aver fatto un buon lavoro. Con la vecchia decrepita non brillava, ma quel compito gli era sembrato di averlo fatto egregiamente.
Il tempo scorreva lentamente e quando la professoressa annunciò che quel giorno avrebbero fatto solamente teoria e niente pratica, Draco gemette piano, beccandosi un'occhiata comprensiva dal suo compagno di banco. La Granger nel frattempo stava rispondendo ad ogni domanda e come previsto, aveva già guadagnato almeno dieci punti e alcuni dei rari sorrisi della professoressa.
Per un folle momento Draco pensò di attirare l'attenzione della Granger, come quella volta che aveva fatto si che fosse punita. Ma poi ci ripensò, farla infuriare ancora di più non era nel suo intento, sarebbe stato un pazzo a peggiorare ulteriormente la situazione.
Ma i minuti scorrevano troppo lentamente e di conseguenza anche la pazienza di Draco si stava lentamente esaurendo. Mancava ancora mezz'ora e a stento aveva compreso cosa aveva spiegato la professoressa. Era troppo impegnato ad osservare la riccia davanti a sé prendere appunti febbrilmente, come se non sapesse già a memoria l'argomento. Non si capacitava dell'immensa voglia di studiare di quella ragazza.
Mancavano venti minuti, Draco si era sforzato di seguire la professoressa, ma il cuore gli batteva più forte e stava febbrilmente pensando a un piano da attuare per trascinarla via senza destare sospetti.
"Blaise, aiutami!" Sibilò.
Il moro si voltò di soppiatto e assonnato. Si era sicuramente sforzato di seguire più di lui.
"Dimmi" biascicò intontito.
"Mi devi aiutare" sussurrò Draco senza cerimonie. Doveva andare al sodo e l'amico sembrava decisamente poco attivo. Nonostante ciò però lo sguardo del ragazzo si fece più attento.
"Per cosa?" Gli chiese sorpreso
"Per la Granger. Non so come allontanarla da quei due imbecilli." Sibilò acido, scoccando un'occhiata al trio. Come al solito Weasley era troppo, troppo vicino alla ragazza.
Draco vide Blaise strabuzzare gli occhi, quasi disperato per la sua totale idiozia.
"Buon Salazar, e me lo dici adesso che mancano si e no dieci minuti?" Starnazzò incredulo.
"Lo so dannazione, ma non mi veniva niente in mente. Aiutami e basta." Sbuffò il biondo. Seppur l'idea lo allettasse, non poteva andare dal trio e trascinarla via come se niente fosse. Aveva bisogno di un diversivo.
"E va bene. Ma io cosa dovrei fare?" Chiese Blaise arrendendosi. Gli occhi di Draco si illuminarono di gratitudine e dopo aver lanciato un'occhiata alla professoressa iniziò a spiegare
"Dovrai allontanare la Granger con una scusa. Fermala, e chiedile se ti può gentilmente togliere alcuni dubbi su un argomento di trasfigurazione che non hai ben capito. Con te sarà educata, accetterà. A quel punto la pregherai di parlarne durante il tragitto per la sala grande. Io aspetterò nell'aula in disuso poco più avanti e quando vi sentirò arrivare sará il mio turno." Snocciolò.
Il moro strinse le labbra a fessura, scettico di quel piano. Ma dopo aver sbuffato si limitò ad accettare poco convinto.
La campanella suonò poco dopo e Draco si affrettò a riordinare le sue cose, lanciando sguardi agitati in direzione della Granger. Il piano doveva funzionare. Sarebbe impazzito a rimandare ancora. Lei l'avrebbe fatto impazzire.
Gli studenti si spingevano e accalcavano contro la porta per uscire per primi, desiderosi di recarsi a posare le borse per poi scendere a pranzo. Ma Draco non aveva fame, gli era passata dall'istante in cui si era reso conto che a breve l'avrebbe affrontata, distruggendo così il suo orgoglio e darle un punto a suo favore. Alla fine sembrava che lei fosse invincibile... Aveva vinto la sua mente, i suoi ideali, adesso pure l'orgoglio e forse, sarebbe riuscita a vincere anche il suo cuore. Era davvero il suo demonio, quella ragazza.
"Che il piano abbia inizio." Borbottò Blaise, riscuotendo Draco dai suoi pensieri agitati. Quest'ultimo impallidì ancora di più, se possibile, e annuì con il cuore che gli sembrava stesse per scoppiargli nel petto. Cercando di darsi un contegno uscì a testa alta dall'aula, accertandosi di dare a Weasley una gomitata nel fianco, stando ben attento a non farsi scoprire.
Il rosso saltellò su sé stesso, cercando invano di capire chi l'avesse colpito. Nessuno dei tre si era accorto di niente e Draco uscì soddisfatto dalla stanza. A quel punto toccava a Blaise dare inizio al piano.
Il moro per l'appunto sospirò rassegnato, aspettando che la Granger uscisse fuori. Era inutile bloccarla in classe con i suoi migliori amici a farle da guardie del corpo. Avrebbero fatto un sacco di domande e non sarebbero più usciti da lì dentro, Draco si sarebbe spazientito e avrebbe mandato all'aria tutto il piano.
Quando finalmente il trio uscì dalla classe lui li seguì a ruota, osservando attentamente i movimenti della Granger che stava parlottando sotto voce con Potter. Capì subito che non ci sarebbe stato un momento suo favore per poterla fermare. Doveva farlo e basta.
Sospirando a disagio si decise a chiamarla
"Granger" il suo tono di voce era pacato e caldo, trasmetteva sicurezza e pace. La ragazza si voltò quasi immediatamente lasciando ondeggiare i lunghi ricci scuri dietro la schiena.
La scena fu quasi comica. Lei lo guardò meravigliata, lui la guardò di rimando muovendosi agitato sul posto e Potter e Weasley si schierarono al fianco dell'amica con fare protettivo. Blaise fece una piccola smorfia... Potter e Weasley stavano esagerando, non aveva fatto niente di male. Possibile che considerassero i serpeverde una minaccia ogni volta che gli rivolgeva la parola? Forse erano davvero un po' stupidi come diceva Draco...
"Zabini?" Gli rispose incerta e con fare interrogatorio. Blaise ignorò i due ragazzi e si apprestò a fare alla Granger un sorriso gentile e sincero. Era una ragazza bella, in gamba e intelligente...non meritava tutti gli insulti che aveva ricevuto in passato ed era felice che Draco stesse cambiando.
"Non volevo spaventarti, perdonami. Ma avrei bisogno di parlare con te, se sei d'accordo." Le rispose sempre con quel suo tono tranquillo e profondo.
Per un momento Hermione restò senza parole. Mai si sarebbe aspettata che un serpeverde fosse così gentile ed educato con lei. Non conosceva bene Blaise, raramente ci aveva parlato... Ma era certa di non averlo mai visto nella cerchia di Malfoy in precedenza.
"Oh no... Tranquillo, mi puoi chiedere tutto ciò che vuoi." Mormorò imbarazzata.
Alle sue spalle Harry e Ron si guardavano increduli e sospettosi. Zabini era amico di Malfoy, quest'ultimo era il nemico quindi se lui era amico del nemico, per loro rappresentava un pericolo.
"Ti ringrazio Granger, potremmo parlarne mentre ci dirigiamo verso la sala grande?" Le chiese cordialmente. Draco aveva ragione, con lui era stata gentile e aveva accettato quasi subito... Non era difficile, bastava un po' di tatto e gentilezza per instaurare un buon rapporto con lei. Cosa che Draco non comprendeva.
"Ei tu, arrivi qua dal nulla e pretendi di portarti via la nostra migliore amica. Non ci fidiamo di te!" Sbottò Ron rosso dietro le orecchie, indicando sé stesso ed Harry al suo fianco. Quest'ultimo lo guardava impassibile, ma sembrava meno ostile rispetto all'amico. Blaise ispirò aria dal naso per mantenere il massimo della sua calma, rispondergli male sarebbe stata una mossa errata.
"Non ho cattive intenzioni. Vorrei soltanto un aiuto da parte sua che è stata così gentile da accettare. Non capisco quale sia il problema." Rispose sempre pacato.
"Sei un serpeverde!" Sbottò Ron
"Cosa vuoi da lei?" Chiese invece Harry.
Blaise decise di ignorare Weasley e rispondere a Potter.
"Ho avuto difficoltà nell'ultimo argomento di trasfigurazione e speravo che lei, conoscendo la sua intelligenza, potesse gentilmente aiutarmi." Hermione si sentì lusingata da quelle parole... Dubitava che fosse veramente per trasfigurazione, ma la sua gentilezza la stupiva. Dubitava che un qualsiasi altro serpeverde si sarebbe abbassato a un simile livello con lei.
"Ti aiuterò volentieri, ti seguo." Rispose immediatamente la riccia.
"Non seguirlo!" Sbottò Ron. Blaise sbuffò, spostando lo sguardo sulla finestra ancora innevata che dava sul parco. Il cielo era grigio e cupo e la giornata sembrava non promettere bene, inoltre stavano perdendo un sacco di tempo. Draco non era un ragazzo paziente, purtroppo.
"Adesso basta Ron! Deve soltanto farmi alcune domande, non ti intromettere come tuo solito. Ci vediamo a pranzo." Sbottò seccata Hermione, facendo tirare un sospiro di sollievo al moro.
"Va bene, ma se tra mezz'ora non sei di ritorno, ti veniamo a cercare." Disse a quel punto Harry, lanciando uno sguardo minaccioso a Blaise.
"Non sono né un maniaco né tanto meno un criminale, Potter." Rispose freddamente Blaise, voltandogli le spalle e sentendo i passi della Granger seguirlo.
"Scusali, sono molto protettivi." Mormorò piano la riccia. Non sapeva nemmeno perché gli avesse appena dato delle spiegazioni, ma aveva sentito che era la cosa giusta da fare. Blaise rallentò il passo e l'affianco.
"Non capisco come tu faccia, ma accetto la tua spiegazione." Le rispose tranquillamente.
Hermione lo guardò nuovamente perplessa
"Cosa non capisci?" Le chiese incuriosita.
"Sei una ragazza molto intelligente, quindi non capisco perché tu ti faccia sottomettere dal loro volere." Come sempre era stato sincero.
Hermione si sentì colpita da quelle parole. Gliele aveva dette con sincerità e tranquillità, senza prendersi gioco di lei.
"Non pensar male di loro, vogliono il mio bene." Borbottò a disagio... Dava davvero quell'impressione di sé?
"Non ne dubito. Ma temi il loro giudizio, e tendi ad assecondarli per non rischiare di litigare con loro. In un certo senso ti sacrifichi per il loro volere." Continuò Blaise educatamente. Non voleva ferirla o magari farla arrabbiare, ma guardandola brevemente capì di averle dato qualcosa di cui ragionare.
"Non volevo turbarti." Si affrettò a dire. Hermione lo guardò con espressione indecifrabile
"Come fai ad essere un serpeverde?" Chiese incredula.
Il ragazzò ridacchiò divertito, proseguendo per il corridoio illuminato dalle lanterne ad olio.
"Non tutti i serpeverde sono come i mostri descritti nei libri di storia." Le rispose pacifico ma divertito. Hermione invece arrossì per l'imbarazzo
"Scusami, non volevo essere offensiva nei tuoi confronti è che... Sei così gentile rispetto a tanti tuoi compagni." Borbottò ancora imbarazzata.
"Tranquilla Granger, non mi offendo. Ti ringrazio per il complimento finale." Le Rispose infine con un sorriso amichevole stampato in volto.
"Però siete astuti e molto furbi." Lo accusò Hermione con gli occhi ridotti a due fessure.
"Ne sono consapevole." Rispose il moro. Ormai erano quasi vicini alla vecchia classe in disuso.
La riccia si fermò e incrociò le braccia al petto.
"Non insultare la mia intelligenza, non mi hai cercata per trasfigurazione vero? È per... Malfoy?" Chiese, arrossendo per la vergogna. Lui sapeva tutto e ciò la metteva terribilmente a disagio. Chissà cosa pensava di lei... Aveva sempre odiato ed insultato Draco e adesso invece non vedeva l'ora di gettarsi tra le sue braccia.
"Colpito e affondato, Granger. Perdonami per averti mentito... ma Draco vuole parlarti." Ammise sincero. La riccia sentì il cuore batterle più forte
"E ha lasciato fare il lavoro sporco a te?" Gli chiese aspra
"Non prendertela a male. Non sapeva come allontanarti dai tuoi amici senza creare un putiferio." Sospirò Blaise.
Hermione di sentì in colpa. Sia nei confronti del ragazzo davanti a lei che in quelli di Draco... Era una situazione orribile da gestire.
"Non ti giudico Granger, ti chiedo soltanto di seguire il tuo cuore. Cerca la tua felicità, non quella degli altri." Le sorrise Blaise incoraggiante.
"Posso farti una domanda?" Chiese Hermione piano. Blaise annuì leggermente.
"Come fai ad essere suo amico?" Chiese, quasi disperata. Forse Blaise poteva toglierle qualche dubbio.
Lui sorrise delicato, capendo i suoi pensieri.
"Draco non è cattivo. È cresciuto in un ambiente difficile... E ha paura dei cambiamenti. So che non è facile, ma cerca di capirlo. Siete entrambi orgogliosi, ma oggi ha dimostrato di essere già cambiato nei tuoi confronti. Ha messo da parte l'orgoglio e questo lo mette in allarme, perché non si riconosce nel vecchio Draco e teme il futuro. Ma tu puoi fargli solamente del bene, non mollare proprio adesso." Le rispose, fermandosi davanti alla porta dell'aula.
Hermione deglutì a vuoto. Lei poteva salvarlo? Lo voleva? Forse si...Ma pure lei aveva paura.
"Ti ringrazio...Blaise." sussurrò sconcertata. Blaise sorrise sentendosi chiamare per nome.
"Adesso vai, Draco ti aspetta. Buona fortuna Hermione. Ci vediamo in giro." Le disse.
Il piano era andato a buon fine. Adesso toccava a Draco.
Hermione sentiva le gambe tremarle per l'agitazione. Lui era in quella stanza ad aspettarla. Aveva messo da parte il suo orgoglio, ma questo sapeva che le costava a caro prezzo... Adesso toccava a lei mettere da parte il suo.
Sospirò agitata e si allungò per aprire la porta. Quest'ultima cigolò appena, facendo scorrere un piccolo brivido lungo la spina dorsale della riccia. Lo sentiva, la stava aspettando. La stanza era immersa nella penombra in quanto nessuno la utilizzava più da tanti anni ormai.
Lei fece capolino al suo interno e aspettò di abituare il suo sguardo alla penombra.
"Malfoy..." Mormorò incerta.
Draco la stava aspettando appoggiato a un vecchio banco ormai sbilenco, adocchiando l'orologio con fare nervoso. Temeva che non accettasse, che Blaise fallisse e lui restasse lì dentro, deluso e ferito nell'orgoglio. Invece era arrivata e l'aveva appena chiamato. Forse era emozionata quanto lui.
"Granger." Le rispose con voce roca. Risentirla gli aveva dato un po' di tranquillitá.
"Sono qua." Sospirò lei, accendendo con un colpo di bacchetta le vecchie lanterne presenti nella stanza. Quando lo vide il cuore iniziò a batterle più forte... Era bellissimo. Ma sapeva che era anche arrabbiato con lei per averlo ignorato per quasi una settimana, alla fin fine per una sciocchezza e per il suo stupido orgoglio.
"A che gioco stai giocando?" Le chiese aspro. Hermione sospirò nuovamente, sapendo di dover mettere da parte il suo orgoglio. Sentiva i suoi occhi di ghiaccio trafiggerla da parte a parte.
"Scusami." Gli disse, guardandolo negli occhi. Nella sua espressione vide la sorpresa, era evidente che non se lo sarebbe aspettato.
"Ho sbagliato, non dovevo ignorarti così. Ho esagerato e me ne sono resa conto... Ho preferito il mio orgoglio al venirti a ricercare, seppur lo volessi davvero." Disse tutto d'un fiato, sentendo le guance andarle a fuoco.
Draco fece un sorriso sghembo, sentendo il cuore più leggero.
"Potrei accettare le tue scuse." Disse divertito. La riccia lo guardò e abbozzò un sorrisetto, consapevole di aver appena fatto pace con Malfoy. Era stato semplice, alla fine.
"Ti conviene, Malfoy." Lo rimbeccò lei giocosa. Avrebbe voluto andargli incontro e abbracciarlo, ma non voleva esagerare.
"Secchiona." La prese in giro lui, avvicinandosi maggiormente a lei.
"Furetto." Lo provocò a sua volta, per niente offesa. Draco fece una smorfia scontenta, non era un ricordo piacevole quello.
"Così non vale." Borbottò, lanciandole un'occhiataccia che la fece sghignazzare.
"Tutto vale, Malfoy." Rispose allegramente.
"Solo se stasera ci vediamo." Le disse a bruciapelo. Tutta la felicità di Hermione scomparve seduta stante... quella sera Harry aveva fissato una lezione dell'Es e non poteva saltarla per nessuna ragione al mondo.
"Stasera non posso." Rispose mortificata, spostando lo sguardo per non vedere la sua reazione.
Draco fece una smorfia delusa
"Come mai?" Le chiese cupamente. La riccia cercò un punto della stanza abbastanza interessante per poterlo fissare nel mentre che si inventava una scusa. Avevano appena fatto pace e già gli mentiva, si sentì infinitamente in colpa...Ma doveva farlo.
"Devo aiutare Ginny a studiare. Domani ha un compito importante di pozioni e le ho promesso di aiutarla." Borbottò a disagio.
Draco la guardò in silenzio e sospirò. Doveva trattarsi di qualcosa di serio, se lei gli stava mentendo. Perché si, era una pessima bugiarda e una pessima attrice.
"Mi prometti che in settimana ci vedremo?" Le chiese cercando di non sembrare troppo deluso. Non voleva farla sentire in colpa, doveva avere le sue buone ragioni.
"Certo, ci mettiamo d'accordo in questi giorni." Rispose lei con un sorriso. Draco annuì più sereno.
"Posso chiederti una cosa... prima che tu vada?" Chiese inquieto. Hermione lo guardò titubante, ma alla fine annuì.
"Cosa c'è tra te e Weasley?"
Quella domanda fatta a ciel sereno la lasciò incredula.
"Siamo amici, quasi fratelli." Rispose preoccupata. Perché quella domanda?
"E basta?" Chiese piccato
"Ma certo!" Sbottò Hermione incredula...Cosa diavolo gli stava passando per la testa?
"Tu gli piaci." Sibilò infine Draco, facendo una smorfia terribile.
A quel punto Hermione scoppiò a ridere a crepapelle. Quella si che era un'affermazione spassosa.
"Sciocchezze, mi vuole semplicemente bene, proprio come un fratello." Riuscì a dire dopo una lunga serie di risate. Draco non ne sembrava particolarmente convinto, ma decise di non insistere ulteriormente.
"Immagino che tu non possa restare a lungo." Borbottò Draco irritato. Era certo che quei cani da guardia sarebbero venuti a cercarla se entro dieci minuti non si fosse presentata a tavola. La riccia dopo aver dato un'occhiata all'orologio sobbalzò allarmata.
"O Santo Godric, è tardissimo!" Gemette preoccupata. Harry e Ron sarebbero stati in grado di venirla a cercare e non poteva rischiare di farsi vedere insieme a Malfoy... sarebbe stato un disastro.
"Come immaginavo. Spicciati, o i tuoi cani da guardia verranno a cercarti o sottoporranno Blaise ad atroci torture, per scoprire se ti ha assassinata." Borbottò scorbutico. A Hermione dispiacque dover andar via, ma si era fatto davvero tardi... però prima voleva fargli una domanda che le era venuta in mente.
"Posso farti una domanda, prima di andar via?" Chiese cauta.
"Non mi terrai il muso per un'altra settimana, vero?" Chiese il biondo sulla difensiva. La ragazza era davvero imprevedibile. Quest'ultima ridacchiò imbarazzata e scosse la lunga chioma riccia.
"No, volevo semplicemente chiederti se in ambito magico c'è qualcosa in particolare che vorresti imparare." Gli chiese incuriosita. Draco sospirò sollevato, quella domanda era semplice... Lo desiderava fin da quand'era bambino.
"Mi piacerebbe diventare un animagus... Deve essere incredibile potersi trasformare in un animale a proprio piacimento e sfuggire alla realtà per un po'." Le rispose immediatamente.
Un animagus. Hermione ne restò sia sorpresa che colpita. Non se lo sarebbe mai aspettata sinceramente.
"Ma è stupendo... Solo che è molto difficile. In cosa ti vorresti trasformare?" Gli chiese trepidante. Attendeva la sua risposta con estrema curiosità.
Anche questa volta Draco aveva la risposta pronta.
"Solitamente l'animagus rappresenta lo spirito di una persona, ciò che più lo caratterizza. Quindi a me piacerebbe poter diventare un lupo bianco. È un animale che mi affascina molto... L'importante è che non diventi uno stupido insetto. Sarebbe umiliante." Brontolò Draco.
Hermione sussultò, presa all'improvviso da un flashback dell'anno precedente.
"Insetto, hai detto?" Chiese con il fiato mozzo in gola.
"Si, perché?" Le rispose Draco confuso... Quella ragazza era un mistero.
"Ma certo... Rita skeeter." Sussurrò esultante, guardando malfoy con occhi scintillanti.
"Granger, stai bene?" Le chiese Draco con fare apprensivo. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse farneticando. La riccia sorrise radiosa.
"Ho trovato la soluzione a un mio problema! Grazie Malfoy!" Strillò eccitata.
Come aveva potuto non pensarci prima? Che sciocca. Aveva bisogno di un'intervista, di Ginny, di Rita skeeter e di un piano.
Senza più pensarci corse da Malfoy e gli scoccò un bacio di gratitudine e felicità a fior di labbra, lasciando Draco sconvolto, felice, preoccupato e sconcertato.
"Granger, cosa diavolo..." Ansimò sconvolto.
"In settimana, mettiamoci d'accordo!" Strillò già fuori dalla stanza.
Draco la guardò andar via a bocca aperta, più confuso che mai.
"Ma questa è pazza." bofonchiò allibito...
- Il capitolo è finitooo! Ci ho messo tanto, scusatemi 😱! Ma è davvero infinitamente lungo e fate conto che scrivo dal cellulare. Quindi devo fare i conti con una mini tastiera touch screen e il correttore 😂! Spero che vi piaccia e sia interessante... La storia continua. Un bacione a tutti ❤
P.s: Ho bisogno di aiuto!
Sto cercando una fan fiction che avevo iniziato a leggere ma che purtroppo, per errore, non ho salvato e quindi non la trovo più. Sono disperata.
Parla di Ron e di Hermione che convivono. Lui è un auror mentre Hermione, è in attesa di fare un colloquio di lavoro al ministero della magia insieme al suo futuro capo. Lavoro che si rivelerà essere quello da avvocato e il caso del destino vorrà che il famoso capo non sia altro che Draco Malfoy in persona. Lui è in crisi con Astoria, che gli ha chiesto una pausa e ha lasciato il Palazzo senza più dare sue notizie.
Per i due sarà uno shock trovarsi obbligati a lavorare insieme e Draco, in quanto superiore, farà tutto il possibile per rendere la vita di Hermione un vero e proprio incubo. A un certo punto però lui capirà di essere attratto da lei e quindi, cercherà di sedurla. Un bel giorno però, si presenterà in ufficio un uomo di circa mezza età accusato di un reato piuttosto grave: violenza sessuale su una minore magonò.
Sostanzialmente è un perverso, che farà varie fantasie pure su Hermione. Draco la obbligherà a difenderlo, ma l'avvertirà di non farlo mai entrare nel suo ufficio per nessuna ragione al mondo. La ragazza però ne è talmente disgustata che arriva ad attuare un piano folle per farlo incastrare e mandare ad Azkaban: Vuole provocarlo per far sì che ci "provi" con lei, in modo da incastrarlo definitivamente.
Si veste in modo più provocante del solito e, andando contro la buona ragione e gli avvertimenti di Draco, lo accoglie nel suo ufficio. Quest'ultimo inizia immediatamente a fare avance oscene e Hermione che verrà salvata in extremis da malfoy. Quest'ultimo troverà l'uomo con la cerniera dei pantaloni aperti ed Hermione con la bacchetta sfoderata sconvolta e disgustata.
Furibondo più che mai, caccerá l'uomo dall'ufficio e poi in un impeto di rabbia licenzierà Hermione, dopo che quest'ultima gli ha confessato del suo folle piano, dicendole inoltre di essersi vestita da prostituta. Hermione se ne va via in lacrime, tornando a casa con l'unica compagnia di grattastinchi, in quanto Ron è partito per una missione....
Sono arrivata qua! Qualcuno mi aiuti a trovarla 😱! Lo ringrazierò all'infinito e se vorrà potrà scrivermi quando e come vorrà, gli darò anche il mio numero per potermi chiedere anche della storia o semplicemente per parlare. In ogni caso chi volesse può benissimo scrivere anche per messaggi privati, rispondo sempre ❤! Un bacio grande a tutti. -
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro