"Obliviate"
Hermione aveva liquidato in fretta e furia il prefetto, aiutandolo velocemente a riordinare gli orari delle ronde per poi salutarlo con una scusa inventata di sana pianta. Il suo obiettivo era stato trovare Luna. Non aveva la più pallida idea di cosa facesse nel tempo libero la giovane e strampalata corvonero.
Non si era mai interessata particolarmente di lei e un po' si era sentita in colpa e molto simile a chi tanto giudicava e poi imitava. Ovvero un opportunista, un'approfittatrice disposta ad utilizzare le persone solo per i suoi scopi.
Luna era sicuramente una brava ragazza, ma era ben lontana dalla sua stessa onda di pensiero. Non era razionale, non seguiva alcuna logica, non si interessava di argomenti certamente dimostrabili ed era... Fin troppo strana. In quel momento però si era sentita tremendamente cattiva e in colpa, una vocina maligna le aveva insinuato nella mente che era un degno comportamento da Draco Malfoy. Ma lei l'aveva immediatamente scacciata come se fosse stata una mosca particolarmente fastidiosa.
Quando poi si era resa conto che non avrebbe potuto girare l'intero castello per trovarla, aveva deciso di fermare il primo corvonero a sua disposizione per chiedergli informazioni. Non aveva dovuto aspettare a lungo, una ragazzina del terzo anno dai capelli neri a caschetto le era passata di fianco persa nei suoi pensieri.
"Aspetta per favore, posso farti una domanda?" Aveva chiesto immediatamente.
La ragazza si era girata sorpresa nella sua direzione, lasciando ondeggiare la divisa e mettendo in mostra lo stemma blu e argento con il disegno di un corvo.
"Oh... Certo, chiedi pure." Aveva risposto meravigliata. Era sicuramente raro vedere Hermione Granger chiedere informazioni a qualcuno. Di solito era lei quella a sapere tutto e a divulgare spiegazioni in lungo e in largo.
"Tu sai dove si trova Luna?" Le chiese in fretta. La giovane corvonero fece una buffa espressione, tra una smorfia e una risata.
"Intendi Luna Lovegood?" Chiese. Hermione annuì impaziente.
"Oh... Di solito a quest'ora passeggia lungo il limitare della foresta proibita, ma non so dirti cosa faccia. Altrimenti passa il suo tempo a leggere quel buffo giornale che scrive suo padre. È molto strana." Rispose con una scrollata di spalle.
Hermione soppesò le due opzioni sconfortata. Cosa si sarebbe mai dovuta aspettare da una tipa stravagante come Luna?
"Dovrei parlarle urgentemente, potresti aiutarmi a cercarla?" La sua più che una richiesta era quasi una supplica. La ragazza la soppesò con lo sguardo, probabilmente pensando che pure lei fosse pazza.
"Se sei fortunata potresti trovarla in sala comune, altrimenti non saprei. A volte va anche in giro per il castello per parlare con i quadri che le sembrano soli e abbandonati, o con i fantasmi. Anche se preferisce la foresta." Continuò la moretta.
La riccia strabuzzò gli occhi per l'incredulità, facendo sfuggire all'altra ragazza un risolino comprensivo.
"O... ma certo. Resta però la possibilità che sia nella vostra sala comune?" Chiese eloquente. Non aveva nessuna intenzione di andare a caccia di quadri e fantasmi all'apparenza soli e tristi o di fare un tour esplorativo nella foresta proibita, probabilmente alla ricerca di strani animali inesistenti.
La ragazzina annuì, restando però in silenzio. Hermione sbuffò irritata. Le serviva parlare con Luna, quella ragazza poteva aiutarla ma se ne stava lì, impalata, a fissarla.
"Quindi... Potresti portarmi da lei? Con la speranza che sia nella vostra sala comune." Le chiese con il tono più gentile che riuscì ad articolare.
"Nella nostra sala comune?" Chiese quest'ultima. Hermione annuì ancora, quella ragazza le sembrava un po' dura di comprendonio per essere una corvonero.
"Tu però non puoi entrare." Le rispose seria. Hermione sbuffò irritata.
"Sono un prefetto, so perfettamente come funziona il regolamento della scuola. Ma, se molto gentilmente puoi aiutarmi, basta che tu vada in sala comune a controllare e se c'è, la faccia uscire." Rispose acidamente. La ragazzina arrossì imbarazzata e annuì timorosa, forse temendo uno sclero di nervi da parte della riccia, se non l'avesse assecondata.
"Oh certo... Seguimi" Pigolò, facendo annuire Hermione soddisfatta. La riccia sapeva perfettamente dov'era situata la sala comune dei corvi. Come quella dei Grifondoro era situata in una torre, solo che nel lato ovest del castello. Ovviamente dentro non c'era mai stata, ma se la immaginava sulle tonalità del blu, molto luminosa e forse adorna di libri. Se il cappello parlante non l'avesse smistata a Grifondoro sarebbe andata più che volentieri a corvonero, dove l'intelligenza predominava su tutto il resto.
"Ci siamo quasi." Annunciò dopo un po' la giovane corvonero, lanciando a Hermione un'occhiata timorosa. La riccia non si sorprese di trovarsi per l'appunto nel lato ovest del castello, riconoscibile dalla porzione di lago intravedibile dalle grosse finestre che affacciavano sull'esterno. Si trovavano davanti a una lunga e alta scala a chiocciola che sicuramente portava all'ingresso della sala.
"Aspettami qua, non dovresti sentire l'indovinello." Aggiunse scontata la mora.
Hermione però inarcò le sopracciglia sorpresa.
"Quale indovinello?" Chiese perplessa. Non ne aveva mai sentito parlare e nel libro della storia di Hogwarts non aveva mai letto niente a riguardo. Dava per certo che in ogni sala comune si entrasse pronunciando una parola d'ordine.
"Per entrare nella nostra sala comune bisogna risolvere un indovinello, che ci pone il battente a forma di aquila posto sulla porta. Ogni volta cambia, ma potrebbe riproporlo e per sicurezza nessun estraneo dovrebbe ascoltare." Spiegò semplicemente, soddisfatta di aver raccontato ad Hermione qualcosa che ancora non sapeva.
La riccia sgranò gli occhi sorpresa. Non capiva perché il libro non lo citasse. Forse era per mantenere per l'appunto il segreto, ma era comunque un elemento importantissimo che non trovava giusto fosse mantenuto all'oscuro.
"E se qualcuno non riuscisse a risolverlo?" Chiese accigliata. Da una parte era geniale, lei stessa adorava ed era bravissima negli indovinelli, ma qualcuno più cocciuto avrebbe potuto impiegare secoli a risolverlo oppure avrebbe potuto proprio non farcela.
"Può ritentare, chiedere un nuovo indovinello, oppure aspettare che un altro compagno lo risolva al suo posto o gli apra dall'interno." Le spiegò con un sorrisetto saputo che a Hermione non piacque affatto. Quella ragazzina se la godeva un sacco a spiegarle qualcosa che sapeva esserle sconosciuto. La riccia però non battè ciglio.
"Beh, non è difficile risolvere un indovinello." Rispose con un piccolo ghigno.
La ragazzina inarcò un sopracciglio scettica
"Sono molto difficili e su misura per noi corvonero. Non tutti saprebbero risolverli." A quel punto la riccia si indispettì ancora di più.
"Lasciami provare." Chiese di slancio. Sapeva che le regole non lo permettevano, ma lei era più che in grado di risolvere uno stupidissimo indovinello e gliel'avrebbe dimostrato. La giovane corvonero strabuzzò gli occhi
"M-Ma non posso... Se i prefetti lo scoprissero si arrabbierebbero un sacco e lo riferirebbero a Vitious." Balbettò preoccupata.
"Sono un prefetto pure io, e non lo dirò a nessuno." Sbottò testarda. Quella piccola insolente l'aveva provocata di proposito, lo sapeva, ma adesso gliel'avrrebbe fatta vedere lei.
La corvonero, ormai senza poter più obiettare, le intimò con un gesto poco entusiasta di seguirla su per le scale a chiocciola. Hermione non aveva mai visto le altre sale comuni, ma ne era sempre stata affascinata. Sapeva però di non poter entrare, ma forse sarebbe riuscita a dare una sbirciatina dall'esterno. Un po' invidiava Harry e Ron per essere riusciti ad intrufolarsi nella sala comune dei serpeverde. Se solo quella volta non avesse avuto la sfortuna di trasformarsi in una specie di gatto, li avrebbe seguiti a sua volta.
Arrivarono in cima alle scale e Hermione vide un imponente portone con un battacchio a forma di aquila incastonato al centro.
"Devi batterlo una sola volta. Lui ti farà l' indovinello e una volta che avrà finito, potrai rispondere." Le spiegò la ragazza, guardandosi attorno ansiosa. Hermione annuì e si affrettò ad eseguire l'ordine e quello immediatamente parlò
" Ci sono tre fratelli.
A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli.
Il primo non c'è perché sta uscendo, il secondo non c'è perché sta venendo, c'è solo il terzo che è il più piccolo dei tre, ma quando manca lui nessuno degli altri due c'è. Chi sono?"
L'Aquila finì di parlare e Hermione pensò un attimo. Sicuramente non si riferiva a persone o oggetti. Doveva essere una metafora... In mente le venne il destino, a volte poteva essere bello o brutto. Ma l'indovinello faceva riferimento a tre elementi... Il destino era però scandito dal passare del tempo e, dopo averci ragionato ancora qualche secondo, un sorriso le spuntò sulle labbra.
"Ma certo, ci sono." Rispose soddisfatta. La giovane corvonero, che ci stava ancora ragionando, strabuzzò gli occhi incredula.
"Come, scusa?"
"Fa riferimento al tempo. E la risposta è che questi tre fratelli sono il passato, futuro e presente." Rispose con un sorrisetto.
Il battente a forma di aquila parlò nuovamente.
"Risposta saggia e corretta. Puoi entrare." La serratura scattò e la porta si aprì, rivelando una sala circolare, molto simile a come Hermione se l'era immaginata. La vera corvonero la guardava con occhi sgranati e bocca schiusa, sconvolta per ciò che era appena successo.
"Non ci hai messo nemmeno un minuto per arrivare alla soluzione. Questo indovinello era molto difficile." Esalò incredula.
"Te l'ho detto, non è difficile risolvere un indovinello." Rispose Hermione compiaciuta.
"Non capisco come mai il cappello parlante ti abbia messa a grifondoro. Il tuo posto è tra i corvonero." Rispose seriamente la ragazzina. Hermione si sentì momentaneamente lusingata, prima di rispondere con una scrollata di spalle.
"Ha preferito premiare il mio coraggio, piuttosto che la mia intelligenza. Sarebbe stato troppo scontato."
"Capisco... Comunque sei fortunata, Luna è qua. E per favore, promettimi che non dirai a nessuno che ti ho fatto risolvere l'indovinello. È seriamente proibito, perché ci vorrebbero provare anche gli altri. Nessuno, oltre a noi, dovrebbe sapere come accedere alla nostra sala comune." Sussurrò la moretta.
"Te lo prometto... E grazie ancora." Rispose Hermione, sollevata per essere riuscita a trovare Luna e soddisfatta per aver dimostrato ancora una volta la sua intelligenza.
Dopo qualche minuto la ragazza uscì, con la sua solita aria sognante, gli orecchini a rapanello attaccati ai lobi e dei grossi e colorati occhiali a forma di farfalla posati delicatamente sul capo.
"Ciao Hermione, cosa ti serve?" Chiese la bionda con il suo solito tono di voce tranquillo e sognante.
La riccia piompò con i piedi per terra e si sentì nuovamente in colpa. A volte si dimenticava di quanto Luna fosse attenta, perspicace, sincera e senza peli sulla lingua. Sapeva che lei la reputava strana e seppur la rispettasse, non la considerava una vera e propria amica. Era palese che volesse un favore da parte sua.
"Ehm ciao Luna... Ti va una breve passeggiata?" Chiese Hermione in imbarazzo.
"Oh certo, così puoi parlare lontano da orecchie indiscrete." Le sorrise tranquillamente la bionda, facendo strada giù per la scala a chiocciola a una Hermione sempre più in imbarazzo. Nel frattempo cantava un motivetto sconosciuto ma abbastanza intonato.
"Scusami, se mi presento in questo modo, senza avvertire e per chiederti un favore. Penserai che sono una persona orribile, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto." Sospirò la riccia a disagio, continuando a camminare nella direzione opposta alla torre di corvonero.
"Oh no, non penserei mai una cosa simile. Fai bene ad essere sincera, so che non mi consideri una vera e propria amica, e apprezzo la tua sincerità." Le sorrise ancora. Hermione boccheggiò per l'ulteriore imbarazzo e vergogna. Come faceva Luna ad essere sempre così tranquilla, così sé stessa, nonostante tutti la considerassero una strampalata? Non sembrava affatto triste o arrabbiata, anzi...
"Magari conoscendoci meglio potremmo diventare più amiche..." borbottó Hermione, cercando di rimediare in qualche modo.
"Oh certo, magari alle lezioni dell'Es. Adesso però chiedimi pure il tuo favore, i nargilli sopra la tua testa sono agitati, significa che sei impaziente." Le rispose, guardandola con i suoi occhioni celesti. Hermione strabuzzò gli occhi, rischiando di strozzarsi con la saliva, ma decise di assecondarla senza fare commenti sconvenienti.
"C-certo... Mi è venuta una brillante idea e ne ho parlato anche con Ginny. Ho bisogno sia del tuo aiuto che di quello di Harry, ma ho preferito chiedere prima a te." Iniziò a spiegare la riccia, assumendo un tono più professionale dopo l'iniziale sconcerto. Luna la guardava adesso interessata e Hermione capì che doveva continuare a spiegare, in quanto la ragazza non voleva interromperla.
"Visto il clima attuale, il ritorno del Signore Oscuro e tutta la confusione che si è creata a riguardo, ho pensato di far intervistare Harry da Rita Skeeter per fargli raccontare tutta la verità. Lei ha già accettato, ed è disposta pubblicare l'articolo a nome suo. Ma ovviamente la gazzetta del profeta, che è gestita da Caramell, non pubblicherebbe mai un simile articolo." Continuò, studiando attentamente le reazioni della bionda. Quest'ultima annuì pensierosa.
"E hai pensato di chiedere a me per poterla pubblicare sul giornale di papà." Concluse serena.
"Ovviamente se per voi va bene, senza nessun obbligo o pretesa, chiaramente." Si affrettò a spiegare, apprezzando la perspicacia della ragazza.
"Chiederò a papà. Sarà una piacevole novità, anche se al momento sta facendo importanti ricerche sui ricciocorni schiattosi e sicuramente vorrà dare la precedenza a quell'articolo. È molto atteso, sai?" Spiegò Luna entusiasta, facendo annuire Hermione debolmente.
"Certo, immagino... Comunque l'appuntamento con Rita è il 14 febbraio, ai tre manici di scopa per l'ora di pranzo." Si affrettò a concludere la riccia, esausta per quella chiacchierata breve ma imbarazzante.
Per quel motivo non amava particolarmente la compagnia della bionda. Le conversazioni con lei si rivelavano sempre cariche di imbarazzo e disagio per chi si trovava ad ascoltarla e a parlarle. Ma le era comunque grata per aver accettato di chiedere a suo padre che, era certa, avrebbe accettato.
"Ci sarò. ciao Hermione, è stato carino parlare con te." La salutò la bionda, riniziando a cantare il suo motivetto mentre saltellando tornava verso la sua sala comune.
Hermione sospirò di sollievo, tornando indietro con aria distratta. Dentro di sé però stava ragionando febbrilmente. Due pezzi del puzzle li aveva incastrati. Le mancava invitare Malfoy, e quello era un tasto dolente. In più doveva convincere Harry a presentarsi all'intervista. Magari lui l'avrebbe invitato per il tardo pomeriggio e avrebbe omesso il dettaglio della presenza di Luna e soprattutto di Rita.
Prima però doveva pensare a Malfoy. Non aveva la più pallida idea di dove trovarlo. Con lui non poteva utilizzare la stessa strategia utilizzata con Luna. Dubitava che qualche serpeverde accettasse di essere così misericordioso con lei, a meno che non avesse incrociato Blaise per puro miracolo, anche se gli sembrava ancora assurdo che il moro fosse così gentile ed educato, quando tutti gli altri la odiavano e insultavano. Eppure lui era l'eccezione e da poco, lo era pure Malfoy, pensò felice.
Poteva scrivergli una lettera anonima, lui avrebbe capito che era stata lei poi a mandargliela, ma sarebbe stato da vigliacchi e ci sarebbe potuto essere il rischio che venisse intercettata. No, doveva parlargli di persona.
Non sapeva quali sentimenti li legasse, ma non voleva rinunciarvi. I sensi di colpa nei confronti di Harry e Ron si erano affievoliti, anche se sapeva che dirgli la verità sarebbe stato impensabile. Se l'avessero scoperto avrebbe dovuto scegliere tra loro e Malfoy e in quel preciso istante, con una forza inaudita, comprese che non sarebbe riuscita a scegliere a cuor leggero, perché non voleva rinunciare né agli uni né all'altro.
Fino a qualche mese prima avrebbe riso a crepapelle se le avessero detto che, in un futuro molto vicino, avrebbe fatto simili pensieri. All'epoca avrebbe scelto Harry e Ron ad occhi chiusi ma visti i fatti recenti, un sentimento contrastante la dilaniava a metà. Da una parte avrebbe scelto i suoi migliori amici perché erano parte integrante della sua vita, ma dall'altra parte avrebbe voluto scegliere Malfoy, perché non trovava giusto dovergli rinunciare per l'egoismo dei suoi amici.
Purtroppo era quasi impossibile che Harry e Ron cambiassero idea su Draco. Il loro odio e orgoglio era troppo radicato per fargli sentire versioni diverse dalle loro. Sospirò irritata e continuó a camminare a passo svelto verso la sala grande. Era ormai quasi ora di cena e Harry, Ron e forse anche Ginny si stavano sicuramente chiedendo dove fosse finita.
"Goyle, niente male l'allenamento, ma puoi fare di meglio. Durante la prossima partita non farti scrupoli, gli puoi anche spaccare la testa a colpi di bolide a quei pidocchiosi corvonero, l'importante è vincere." Hermione trattenne il fiato e si acquattò velocemente dietro una statua. Non aveva paura di affrontarli, ma poteva spiare la loro conversazione per scoprire qualcosa su Draco. A quanto pareva avevano appena finito di giocare e forse il biondo era ancora negli spogliatoi.
"Va bene Flint, mirerò alla Chang." Grugnì il bestione.
"Per lo meno avrà un motivo serio per piagnucolare. L'importante è che Malfoy abbia campo libero. Questa volta deve prenderlo quel maledetto boccino." Il tono freddo e spietato del capitano le fece venire i brividi. Come si poteva essere così cattivi?
Si appiattì maggiormente dietro la statua quando vide le loro ombre imponenti rimbalzare sul pavimento.
"Ah, sai per caso dove si trova? Ultimamente lo trovo strano." Commentò Flint. La riccia trattenne il fiato e ascoltò più attentamente per non perdersi nemmeno una parola.
"Ha detto che andava a farsi un bagno al quinto piano." Borbottò Goyle. Hermione sogghignò soddisfatta, quello era davvero il suo giorno fortunato. Fece per sgattaiolare via, ma Flint parlò nuovamente, costringendola a restare dov'era.
"Bene, quando torna gli dovrò parlare di nuove strategie di gioco. Comunque sai cos'è successo tra lui e Pansy?" Domandò. Hermione sussultò.
"A lui non interessa. Crediamo tutti che abbia un'altra, ma non dice niente... L'unico a saperne qualcosa sarà certamente Blaise." Rispose cupamente il ragazzo. Ormai le loro voci arrivavano lontane alle orecchie di Hermione, che aveva già sentito abbastanza e un ghigno soddisfatto le si era aperto sul viso. Se solo avessero saputo la verità... Poteva anche andarsene.
In fretta sgusciò fuori dal suo nascondiglio e corse dalla parte opposta, diretta al quinto piano. Non le ci volle molto ad arrivare e con sua estrema fortuna vide una figura alta e muscolosa dai capelli biondissimi avvicinarsi all'entrata del bagno dei prefetti. Indossava ancora la divisa del quidditch, che lo fasciava elegantemente e gli donava un aspetto sensuale anche voltato di spalle. Hermione non si era mai degnata di osservarlo durante il quidditch, in realtà non si era proprio mai premurata di guardarlo e in quel momento, capì di aver sbagliato alla grande.
Prima che entrasse nella stanza Hermione gli corse incontro, sfiorandogli di slancio una spalla per annunciargli la sua presenza. Draco si voltò di scatto, sgranando gli occhi per la sorpresa.
"Granger?" Chiese in un soffio. La riccia sorrise timidamente, sentendo le guance riscaldarsi automaticamente.
"Non sapevo tu avessi l'allenamento." Gli rispose incuriosita. Non che le interessasse il quiddich, ma avendo due migliori amici nella squadra del grifondoro sapeva quasi a memoria gli orari di allenamento delle squadre e quel giorno, ci sarebbe dovuto essere Tassorosso, non serpeverde. Anche se purtroppo Harry era stato fatto fuori...
Draco sbuffò stancamente
"Flint è maniacale a riguardo. Vuole vincere ad ogni costo contro i corvonero, anche arrivando ad allenarci ogni giorno se necessario."
"Deve essere un'abitudine che rispecchia tutti i capitani. Anche Angelina si comporta così." Sghighazzò divertita. Draco inarcò un sopracciglio scettico
"Sai che bellezza allora. Come hai fatto comunque a trovarmi?" Le chiese divertito.
Hermione diventò color porpora e molto imbarazzata rispose
"Ho sentito Flint e Goyle parlare." Per la vergogna si costrinse a guardare la luce tremolante delle torce, piuttosto che incontrare il ghigno compiaciuto di Malfoy.
"Ma bene, e hai pensato di unirti a me per un bagno?" Chiese mellifluo. Con occhio attento studiò come sua abitudine le fattezze della ragazza e, puntualmente, la trovò meravigliosa. Forse un po' trascurata, ma sempre molto bella e sensuale. Trovava delizioso il suo modo di arrossire di fronte alle provocazioni era... eccitante.
"Oh io... Volevo... volevo invitarti..." Balbettò a disagio e ancora rossa quanto un papavero. Si reputava goffa e impacciata in quelle situazioni, ma non sapeva come corteggiare un uomo, né tanto meno come invitarlo ad un appuntamento, soprattutto se per quella maledettissima festa di San Valentino. Perché alla fine quello era un appuntamento, no?
Draco la guardò con uno scintillio negli occhi e prima che potesse continuare si avvicinò a lei, provocandole una miriade di brividi lungo la spina dorsale.
"Puoi invitarmi dopo, adesso baciami." Mormorò, prima di avventarsi sulle sue labbra con aria famelica. Un piccolo gemito di sorpresa e desiderio sfuggì dalle labbra di Hermione che con crescente desiderio, si strinse a lui più forte.
Era qualcosa di assurdo ma al tempo stesso meraviglioso e avrebbe tanto voluto che durasse in eterno solo che...
"Draco cosa diavolo..." sbottò una voce maschile, incredula davanti alla scena che gli si era parata davanti. Il cuore dei due ragazzi si fermò sul colpo, gelandoli per la paura. Hermione si allontanò bruscamente e con terrore, vide che davanti a loro c'era niente meno che Nott. Draco invece serrò la mascella e portò la mano alla bacchetta, ragionando febbrilmente.
"Che piacere vederti, Nott." Rispose Draco sarcastico. Hermione si schiacciò contro la parete, incapace di proferir parola. Li avrebbe ricattati? Avrebbe raccontato ciò che aveva visto a tutti i serpeverde? E se sì, quest'ultimi gli avrebbero creduto? Quando aveva pensato che quello era il suo giorno fortunato, si era sbagliata, e di grosso. Come avrebbero fatto a risolvere quel macello? Erano stati due folli a dar spettacolo in mezzo al corridoio. Dovevano pensarci che sarebbe potuto passare qualcuno, ma ormai era troppo tardi.
Nott li guardò incredulo.
"Da te mi aspettavo di meglio Malfoy. La Granger, sei serio? Dov'è finito il tuo smisurato ego purosangue? Lei è carina, ma è la... Mezzosangue." Ghignò Nott. Già si pregustava un bel piano per ricattarlo. Malfoy l'avrebbe messo alle strette e la Granger, avrebbe smesso di fare la preziosa. Non gli era ancora passata la storia della vigilia di Natale e adesso, i pezzi del puzzle iniziavano ad incastrarsi.
Hermione invece trasalì, il cuore in gola e le lacrime prossime a salire. Non temeva per lei, ma per Malfoy. Se Nott avesse parlato e le voci fossero arrivate ai suoi genitori, forse l'avrebbero torturato, se non ucciso. O magari avrebbero obbligato lui ad ucciderla. Tutte e tre le opzioni erano abbastanza spaventose.
"Te l'ho mai detto che mi sei sempre stato sulle palle?" Chiese Draco a denti stretti. Aveva un piano in mente, anche se poteva rivelarsi pericoloso, ma non avevano altra scelta.
"Fai poco il furbo Malfoy, sei in un mare di guai, lo sai? Pure la Granger l'ha capito, non l'ho mai vista così silenziosa. Ma la farò parlare io, in quanto prenderò il tuo posto. Come te la scopi tu, posso farlo pure io, anche se la credevo più santarellina. In ogni caso tu potrai goderti Pansy, non sai quanto gli manchi." Sogghignò ancora. Hermione trasalì di paura. A mala pena si era accorta delle volgari insinuazioni di Nott, la sua attenzione era stata catturata quando aveva detto che lui avrebbe preso il posto di Draco e quest'ultimo, si sarebbe ripreso Pansy.
No, mai! Non poteva seriamente finire così. Draco ribollì di rabbia... Nessuno doveva rivolgersi a lei in quel modo, come se fosse una prostituta qualsiasi. La Granger era la Granger. Risposta assurda, ma non c'erano abbastanza aggettivi per descriverla o per lo meno, al momento non aveva tempo per pensarci.
"Non cantare vittoria troppo in fretta Nott." Sibilò, sfoderando la bacchetta. Sia Nott che Hermione lo guardarono allarmati.
"Cosa diavolo vuoi fare con quella?" Ringhiò Nott sulla difensiva.
"Granger disilluduti." Sibilò. Hermione boccheggiò, trafficando goffamente con la bacchetta. Non aveva idea di cosa volesse fare, ma temeva in qualcosa di avventato.
"Ma M-malfoy..." balbettò con voce incrinata dalla paura.
"Esegui!" Abbaiò Draco, sentendo ogni muscolo del corpo teso fino allo stremo.
"Non penserai di cavartela così Malfoy!" Abbaiò Nott furibondo, facendo qualche passo indietro. Draco con sollievo vide con la coda dell'occhio sparire Hermione sotto l'effetto dell'incantesimo.
"Vai al diavolo Nott... Obliviate." Sibilò, puntando la bacchetta contro la testa del compagno. Da quest'ultima uscì un fiotto di luce rossa che lo colpì in pieno, bloccandolo sul colpo e lasciandolo in uno stato confusionario per diversi minuti.
Hermione si accasciò a terra con le lacrime agli occhi e il panico che le serrava lo stomaco. Malfoy aveva appena modificato la memoria di Nott, azione severamente vietata all'interno di Hogwarts e operazione molto rischiosa se non eseguita alla perfezione. Se Nott avesse subito dei danni al cervello i professori se ne sarebbero accorti, l'avrebbero portato da Madama chips che, accorgendosi di ciò che era accaduto, avrebbe avvertito Silente, il quale avrebbe fatto delle indagini e sarebbe immediatamente risalito a Malfoy e forse anche a lei che era presente e l'avrebbe dovuto fermare.
Malfoy l'aveva fatto per salvarli da quella situazione, ma a quale prezzo? Dovevano soltanto sperare che tutto fosse andato per il meglio. Nott sbattè gli occhi qualche volta, posando poi gli occhi su Draco che nervoso, aveva riposto la bacchetta dentro la divisa.
"Oh eccoti Draco, ti stavo giusto cercando." Disse Nott tranquillamente, facendo un cenno al ragazzo. Il biondo deglutì il nervoso che gli attanagliava lo stomaco e sospirò per tranquillizzarsi. Gli sembrava normale e anche Hermione, sempre invisibile, ebbe la stessa sensazione.
"Ciao Nott, di cosa hai bisogno?" Gli rispose Draco freddamente, come avrebbe fatto solitamente. Nel frattempo finse di slacciarsi qualche bottone per fargli notare che stava per andare a farsi un bagno caldo, possibilmente senza la sua presenza.
"Flint mi ha spedito alla tua ricerca. Ha detto che vuole parlarti di nuove tattiche di gioco." Spiegò con una scrollata di spalle.
"E mi ha mandato a cercare per una simile stronzata?" Sibilò a denti stretti. Per colpa di quell'idiota di Flint aveva perso minimo dieci anni di vita per la paura.
"Sai com'è fatto... Comunque cosa gli devo dire?" Chiese con una scrollata di spalle.
"Digli che mi aspetti in sala comune. Non appena sono pronto vengo." Borbottò irritato.
"Va bene, a dopo allora." Si congedò Nott, tornando sui suoi passi fischiettando.
Draco aspettò qualche minuto restando immobile, mentre Hermione continuava a piangere silenziosamente. Quando fu abbastanza tranquillo sussurrò
"Seguimi." Hermione capendo che si riferiva a lei si apprestò a seguirlo ancora tremante, tirando un sospiro di sollievo quando si trovò dentro l'ambiente caldo e accogliente del bagno. Il biondo nel frattempo aveva sigillato e insnorizzato la stanza.
"Puoi annullare l'incantesimo." Esalò sfinito, lasciandosi crollare a terra vicino a dove sapeva essere una Hermione invisibile.
Quest'ultima tornò visibile, mostrando gli occhi arrossati e le guance umide, buttandosi senza ritegno tra le braccia di Draco che, senza commentare, la strinse a sé con fare protettivo.
"ho avuto così paura..." Sussurrò, senza riuscire a trattenere un singhiozzo.
"È tutto finito adesso, è andata bene." Mormorò Draco. In quel momento gli venne spontaneo accarezzarle i capelli, sua madre lo faceva sempre quand'era molto piccolo e la notte si svegliava in preda agli incubi. Ricordava che riusciva subito a tranquillizzarlo.
Hermione si allontanò leggermente per poterlo guardare in faccia
"Ciò che hai fatto è illegale e molto pericoloso." Mormorò preoccupata
"Lo so, ma non avevo altra scelta. Quel maledetto coglione avrebbe fatto un casino." Sbuffò Draco stancamente. Sembrava che non ci fosse giorno in cui potesse trovar pace. Quella sera, dopo l'allenamento, aveva sperato di poter fare un bel bagno caldo in santa pace e quando aveva visto arrivare la Granger era andato al settimo cielo, ma il tutto era stato rovinato dall'arrivo indesiderato di Nott. Per lo meno si era risolto per il meglio.
La riccia si morse il labbro pensierosa.
"Avevi mai provato a riprodurlo prima di questa sera? È un incantesimo molto complesso e pericoloso se non eseguito correttamente. Il cercello potrebbe subire dei danni permanenti, così come la memoria." Snocciolò agitata e senza prendere fiato.
"Granger, rilassati. Era la prima volta che lo facevo, ma l'ho visto in ottima forma. L'importante è che abbia dimenticato ciò che ha visto..." La rassicurò, lasciandole una piccola carezza sotto il mento. Quel lieve contatto la fece rabbrividire.
"Credi sia abbastanza potente da farglielo dimenticare per sempre?" Chiese piano. Draco annuì leggermente
"Non era un ricordo particolarmente importante per lui. Alla fine ha soltanto visto un bacio e se mai dovesse ricordare, lo oblivierei nuovamente. Anche se dubito che qualcuno gli crederebbe, se solo osasse parlare." Rispose con un piccolo ghigno soddisfatto.
Hermione prese un sospiro tremulo.
"Ho avuto così paura per te... Se i tuoi scoprissero..." Mormorò timidamente e con il cuore gonfio di paura al solo pensiero.
"Basta così, non ci pensare più." Rispose Draco deciso, abbracciandola ancora una volta. Non era mai stato un gran sentimentale, ma stringerla a sé, vedendola così spaventata e preoccupata, gli veniva spontaneo. Hermione parve gradire perché si accoccolò di più contro il suo petto ed emise un sospiro flebile.
"Non pensavo che ci saremmo incontrati in queste circostante." Borbottò Hermione a un certo punto, beandosi del profumo di Draco... Muschio bianco. Quest'ultimo sogghignò
"Giusto... Mi sembrava che tu volessi invitarmi a qualcosa, o sbaglio?" Chiese pungente. Hermione arrossì nuovamente, in quanto si era totalmente dimenticata della ragione per la quale era andata alla ricerca del biondo.
"Giusto... Io... Pensavo che il 14 potremmo vederci, magari la sera. Ovviamente sempre che tu voglia, ma sennò non importa, lascia stare." Balbettò imbarazzata, sentendosi infinitamente stupida. Perché mai avrebbe dovuto accettare? Era così goffa, insicura e poco sensule che lei stessa avrebbe rifiutato il suo stesso invito. Per lo meno si era evitata di dirgli che voleva invitarlo proprio la sera di San Valentino. Ma non era uno stupido e avrebbe sicuramente fatto due più due.
"Respira Granger, ci sarò." Le rispose con un sorrisetto. La riccia sbattè le palpebre qualche volta, assumendo un colorito acceso sulle guance
"Davvero?" Chiese stupidamente. Draco osservò divertito la sua espressione così sorpresa. Non era la prima volta che si vedevano eppure sembrava che quel futuro appuntamento fosse più importante degli altri.
"Poi mi spiegherai tutta questa tua meraviglia." Le sorrise caldamente.
La ragazza restò incantata davanti a quel sorriso così bello e sincero che non aveva mai visto. Forse era una delle prime volte che lo vedeva sorridere così liberamente, al posto del solito ghigno canzonatorio... E la cosa le piaceva.
"Con piacere." Rispose a sua volta.
"Adesso vai Granger, se non vuoi che ti costringa a restare qua con me per il resto dei tuoi giorni." Sogghignò sornione. Hermione arrossì immediatamente, sentendosi al tempo stesso piacevolmente lusingata. Gli avrebbe volentieri risposto che volendo, sarebbe rimasta davvero con lui per il resto dei suoi giorni, in quel bagno, lontani da tutto e da tutti. Ma non le sembrava appropriato e si rese conto che probabilmente una cosa del genere non l'avrebbe mai detta in tutta la sua vita.
"Non cercare di incantarmi Malfoy." Ridacchiò, alzandosi in piedi e osservandolo dall'alto.
"Non mi permetterei mai." Mentì Draco giocoso.
"Immagino, furetto." Lo rimbeccò la riccia, pronta a fuggire dopo quell'ultima provocazione.
"Sparisci secchiona, e disilluditi prima di uscire da qui. Togli l'incantesimo solamente quando sarai lontana, per sicurezza." Le rispose serio, lanciandole un'occhiataccia.
Hermione annuì sospirando, capendo che erano tornati a parlare di questioni più importanti.
"Hai ragione... Ma stai attento pure te." Mormorò la riccia
"So badare a me stesso. Comunque non potremo vederci per sempre qua dentro, lo sai vero?" Le chiese Draco. Hermione sospirò nuovamente, questa volta a disagio. La stanza delle necessità sarebbe stata perfetta... Ma poteva fidarsi di Malfoy a tal punto di rivelargli della sua esistenza?
"Lo so... Ma al momento non conosco posti migliori. Tempo fa ho letto di alcuni incantesimi che impediscono ai fantasmi di attraversare superfici solide e non. Posso ricercarli per poi applicarli qua dentro, così risolveremmo anche questo problema e voi vi togliereste dalle scatole Mirtilla malcontenta." Rispose con un sorrisetto saputo. Le dispiaceva mentirgli, ma al momento non poteva fare passi falzi e forse così poteva in parte rimediare.
"Sei geniale Granger." Le rispose Draco con uno scintillio di ammirazione negli occhi color tempesta.
"Lo prendo come un complimento... Ci vediamo presto Malfoy. " Sussurrò. Draco dopo averla osservata per qualche secondo in silenzio sussurrò
"Prima dammi un ultimo bacio Granger, se vuoi che ti faccia uscire da qua." Sogghignò furbamente.
"E sia!" Gli rispose la riccia felice, prima di tuffarsi sulle sue labbra.
Forse quella giornata non era stata poi così disastrosa...
- Capitolo finitooo, è lunghissimo e spero che vi piaccia! Scusate se ci metto un po' ad aggiornare, ma mi piace fare capitoli chilometrici e scrivendo solo tramite telefono ci metto più tempo 😱. Spero di essermi fatta perdonare però, la storia continua 😉. Grazie mille a tutti, bacioni grandissimi 😙😙😙❤.
P.s: passate a leggere la mia nuova storia: Vite parallele
Mi farebbe tantissimo piacere ❤. -
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