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Nuovo decreto

La sala grande era gremita per la colazione, gli studenti erano radunati a gruppetti e i più bisbigliavano concitati tra di loro, era ovvio che fosse successo qualcosa che era finito sulle bocche di tutti. Anche tre persone stavano parlottando tra di loro a bassa voce, con cipiglio scuro e pensieroso.

Harry, Ron ed Hermione erano per l'appunto appena arrivati in sala grande e stavano discutendo l'ultimo avvenimento. La Umbridge, che era ormai diventata inquisitore supremo, potendo mettere in atto nuove regole all'interno della scuola, ne aveva fatta un'altra delle sue.

Aveva stilato il decreto numero ventiquattro, uno dei tanti che ultimamente stilava e faceva poi appendere, dal suo fedele alleato, Gazza, sopra l'entrata della sala grande. Quest'ultimo in poche parole, diceva che ogni attività studentesca era sciolta a partire da quel giorno, a meno che non fosse stata approvata dall'inquisitore supremo e, chiunque avesse trasgredito alle regole, sarebbe stato espulso immediatamente.

" Harry, lei lo sa." Bisbigliò Ron
" Non è possibile Ron, si saprebbe." rispose Hermione furiosa.
" E come?" Borbottò Harry aspro
" La pergamena che ho fatto firmare è stregata, se qualcuno facesse la spia, stai certo che se ne pentirebbe amaramente." Sussurrò la riccia, scrutandosi a torno per essere certa che nessuno dei presenti alla riunione mostrasse segni molesti.
" E allora come fa a saperlo ?" Borbottò Ron, sedendosi al tavolo dei Grifondoro iniziando a fare colazione con porridge e succo di zucca.
" Non può saperlo, è impossibile." Sibilò Hermione, lanciando alla Umbridge un'occhiata gelida di puro odio.

" Hermione c'erano un sacco di persone alla testa di porco, oltre a noi della riunione intendo. Hanno sentito tutto, qualcuno avrebbe potuto ascoltare e fare la spia alla Umbridge." Disse Harry piano
" Ma non ne avrebbe avuto il motivo." Sussurrò Hermione
" Lo so, ma non sappiamo di chi poterci fidare. Sarà tutto più pericoloso adesso." Rispose Harry cupamente.
" Si ma beh... Lo faremo lo stesso vero?" Chiese Ron incerto, guardando Harry preoccupato
" Beh... Ormai ci siamo, non ci tireremo indietro proprio adesso." Borbottò il moro
" Sagge parole, amico." disse una voce più allegra, facendo sussultare il trio.

" Fred!" Sibilò Ron, scoccandogli un'occhiataccia
" fratellino, impara dai più saggi. È evidente che stiate parlottando di qualcosa." Lo rimbeccò George
" Ben detto Georgie" lo approvò Fred. Ron sbuffò, parlare con i gemelli era inutile, non gli avrebbero dato il minimo ascolto, nemmeno adesso che era un prefetto.

" Smettetela voi due! E piuttosto, spero che non abbiate più provato i vostri prodotti sui bambini del primo anno." Sibilò Hermione con gli occhi ridotti a fessura. Fred e George si guardarono nervosamente.
" Ehm...Certo che no." Rispose in fretta Fred, mentre George annuiva convincente. Hermione li guardò furiosa, per niente convinta, ma fu interrotta da una voce femminile particolarmente agitata.

" Fred, George, Harry, Ron!" Ansimò un'Angelina sconvolta, precipitandosi davanti a loro come una furia. I ragazzi la guardarono preoccupati.
" Angelina cosa succede ?" Chiese Fred cauto
" il decreto, la squadra, il quidditch" ansimò agitata
" Calmati e spiegati" le consigliò Harry, mentre Hermione schiuse leggermente la bocca, evidentemente avendo già capito prima degli altri.

Angelina si calmò, tornando ad un tono di voce normale
" Avete letto il nuovo decreto della Umbridge?" Chiese con rabbia repressa
" Si.." Rispose Ron lentamente
" dice che ogni attività studentesca è sciolta, a meno che la vecchia rospa non l'approvi." Rispose George
" È riferito anche al Quidditch!" Gemette la ragazza, fissando i componenti della squadra con sguardo disperato. Tutti e i quattro ragazzi sussultarono sconvolti
" Cosa ?" Ansimò Harry orripilato
" Non può essere" boccheggiarono Fred e George all'unisono.
" Quella vecchia subdola" sussurrò Hermione più furiosa che mai.

Il quidditch non l'aveva mai fatta impazzire, ma trovava la cosa assolutamente ingiusta
" Be' dov'è il problema? Le chiederemo il permesso e lei ce lo concederà, non ha motivo di negarcelo." Disse George ragionevole. Gli altri annuirono incoraggiati
" speriamo, corro da lei al più presto." Rispose Angelina sgomenta, aggiungendo dopo poco in un sussurro
" Credete che c'entri qualcosa con la riunione alla testa di porco?"
" Ne parlavamo anche prima, ma non vedo come potrebbe incastrarci qualcosa... nessuno ha fatto la spia... Lo sapremmo." Borbottò Hermione
" E come ?" Le chiese Angelina sorpresa
" La pergamena che abbiamo firmato è stregata." Rispose semplicemente la riccia
"Sei geniale Hermione, davvero." Le rispose Angelina ammirata.
" Grazie Angelina" Rispose radiosa.
" Bhe si... comunque adesso scappo, tra poco c'è lezione." disse in fretta Angelina, seguita a ruota da Fred e George che gemettero frustrati
" E Harry... per favore, non perdere la calma con lei nemmeno se ti insulta, se ti minaccia, se ti provoca o non so cosa. Altrimenti ce lo scordiamo il quidditch." aggiunse, guardando Harry supplichevole.

" Farò il bravo" mugolò Harry, piuttosto avvilito
" potremmo prendere qualche pasticca vomitosa." Borbottò George
" O del torrone sanguinolento." Aggiunse Fred
" No quello è meglio di no, non l'abbiamo ancora messo a punto Freddie" gli rispose George.
" Giusto... però la prima ide non è male." Disse Fred mesto
" Basta voi due. Avete i M.A.G.O" sibilò Hermione contrariata.

" E voi avete i G.U.F.O e siete in ritardo." La rimbeccò Fred divertito. La riccia sussultò
" O cielo, spicciatevi voi due! Rüf non sará felice se facciamo tardi." Pigolò Hermione preoccupata, sfrecciando verso l'uscita della sala grande.
" Hermione abbiamo lezione con i serpeverde, che fretta hai?" Borbottò Ron affannato, correndole dietro per non perdere il passo. Hermione gli lanciò un'occhiataccia, sbuffando sonoramente. Si era dimenticata di avere lezione proprio con le serpi... Non aveva più visto Malfoy dal loro ultimo incontro, e questo era solo un bene.

Ma ovviamente, quando si parla del diavolo, questo appare.
" Granger, come mai così di fretta?" Chiese il biondo con la sua voce strascicata, accompagnato a pochi passi da Blaise. Dietro di loro, un po' più distante, c'era un nutrito gruppo di Serpeverde. Hermione lanciò uno sguardo truce pure a lui
" Non ti deve interessare Malfoy." Rispose freddamente, evitando di guardarlo.
" Vattene Malfoy" rispose Harry gelido
" Nessuno ha richiesto il tuo intervento, Potter." Lo rimbeccò il biondo
" Ma vai al diavolo furetto." sibilò Ron, scrutando il biondo con odio.
" Occhio Weasley, modera il linguaggio." Rispose Draco freddamente. Blaise lanciava occhiate penetranti all'amico, ma quest' ultimo non lo stava guardando, troppo impegnato con il trio.

" Ignoratelo" disse Hermione asciutta, superandolo senza guardarlo. Draco la guardò rabbioso, afferrandola per un polso, odiava essere ignorato.
Mille sensazioni attraversarono il corpo di entrambi durante quel breve contatto e Hermione sentì di nuovo quel profumo... muschio bianco. Sussultò sconvolta
" mollami. Subito." sibilò furiosa, strattonandosi per allontanarlo, attirando l'attenzione dei Serpeverde.

Pansy stava guardando la scena allibita
" Ei! Lasciala andare" ringhiò Ron, sfoderando la bacchetta, seguito a ruota da Harry.
" Non mi piace essere ignorato, Granger." Sibilò Draco, guardando Hermione duramente
" Figuriamoci se m'interessa, Malfoy. Adesso lasciami." Ribattè Hermione acida
" Draco, basta." Disse Blaise piano, notando che il fantasma del professore stava attraversando la porta. Draco lasciò la presa
" Cosa sta succedendo qua?" Chiese il professor Rüf con voce aspra, scrutando gli alunni uno ad uno
" Niente professore." borbottò Hermione.
" Allora entrate in classe e fate silenzio." Ribattè seccamente, lanciando ad Hermione un'occhiata indagatrice.

La lezione passò velocemente, anche se Hermione rimase pensierosa per tutto il tempo. Cosa voleva Malfoy ? Cosa significavano quei comportamenti ? Non aveva ancora parlato con Ginny... Dopo la riunione non c'era stato tempo, ma le avrebbe dovuto parlare, al più presto. Si voltò a fissare la finestra e rimase sorpresa da ciò che vide. Una civetta bianca come la neve li stava fissando e dopo pochi istanti capì che quella era Edvige. Si guardò in giro nervosamente, nessuno stava guardando.

" Harry" sussurrò. Il moro non la sentiva
" Harry" Sibilò più forte, tirandogli una gomitata
" Hermione sei impazzita?" Borbottò Harry, indolenzito nel punto in cui l'aveva colpito
" C'è Edvige sulla finestra, sembra ferita." Sussurrò, lanciandogli un'occhiataccia. Adesso anche Ron stava osservando la scena perplesso
" miseriaccia amico, Hermione ha ragione." Disse Ron piano. Harry si sentì assalire dalla preoccupazione, cosa le era successo ?
" Aspettate, adesso la prendo." Mormorò rivolto agli amici. Si alzò piano, evitando di far rumore e di attirare l'attenzione.

Molto cautamente andò a prendere la sua civetta, che emise un verso sofferente. Harry guardò nervosamente verso la cattedra, ma il professore era ancora impegnato nella sua spiegazione.
" È ferita all'ala" mormorò, tornando a sedere.
" Sembra che sia stata aggredita." Rispose Hermione ansiosa
" Devi portarla da qualcuno." Bisbigliò Ron
" Si... aspettate." Sussurrò Harry
" Professore?" Chiamò Harry. La classe gli rivolse la sua attenzione
" Si, Potterny ?" Chiese il professore seccato
" Sto male, ho bisogno di andare in infermieria." Mentì il ragazzo, prendendo cautamente in braccio Edvige.
" Stai male ? Allora vai, vai Pottery." Borbottò il professore annoiato
" Grazie professore." Disse Harry, aggiungendo sottovoce agli amici
" Ci vediamo dopo."

Uscì in fretta dall'aula, tenendo Edvige al sicuro dietro la sua schiena, poggiandola sulla spalla solo una volta lontano dall'aula
" Andrà tutto bene Edvige." Mormorò preoccupato, mentre la civetta stridette. Se ci fosse stato Hagrid l'avrebbe portata da lui, ma visto che non era ancora tornato, la sua soluzione non poteva che essere la Caporal. Azzardò un'occhiata al parco dalla finestra, ma non c'era anima viva, quindi se non era a lezione probabilmente era in aula insegnanti. Si sbrigò ad andare in quella direzione e una volta arrivato, bussò energicamente per essere sicuro che lo sentissero.

Dopo pochi istanti la porta si aprì e ne uscì fuori la McGranitt, che squadrò Harry sospettosa
" Cosa ci fai qua Potter ?" Domandò aspra
" È urgente professoressa." Ansimò Harry
" Non avrai preso altre punizioni, spero." Chiese pericolosamente la donna. Harry la guardò risentito
" No professoressa, la mia civetta è ferita... Se la professoressa Caporal potesse aiutarmi ." Disse speranzoso. Proprio in quel momento la donna si affacciò dall'aula e chiese
" Una civetta ferita avete detto?"
" Sì, l'ala, vede?" Disse Harry grato, indicando l'ala ferita. La donna prese Edvige delicatamente, osservando in modo professionale la ferita. Dopo poco disse
" È stata aggredita, potrebbe essere stato un thestral... Ma Hagrid ha addestrato quelli di Hogwarts a non attaccare i gufi." Borbottò la donna mesta. Harry la guardò senza capire, non sapeva cosa fossero quegli animali e nemmeno gli interessava, voleva solo che Edvige tornasse a star bene.

" Ma lei la può curare, vero ?" Chiese ansioso
" Tornerà come nuova, Potter." Rispose la donna, voltandosi verso la porta per tornare dentro
" Aspetta Potter, questa è la tua lettera." Disse la Mcgranitt ad un tratto, lanciando ad Harry un'occhiata significativa.
" Ehm giusto, grazie professoressa." Mormorò Harry. Quando la caporal fu dentro la stanza, la McGranitt continuò
" Potter, promettimi che qualsiasi cosa tu faccia, starai attento."
" Cosa...io" disse Harry confuso
" Potter, sappiamo entrambi da dove viene quella lettera. Fai attenzione, la posta può essere intercettata." Rispose asciutta, sistemandosi meglio gli occhialini sul naso.

Nel frattempo suonò la campanella, impedendo ad Harry di ribattere, che restò con uno spiacevole peso sullo stomaco.
" Harry" lo chiamò una voce femminile
" Hermione, Ron" sussultò Harry, riscuotendosi dai suoi pensieri.
" Ti abbiamo cercato ovunque amico" disse Ron con le guance arrossate dalla corsa
" Edvige guarirà?" Chiese la riccia
" Si, starà benissimo." Mormorò Harry, rigirandosi la lettera tra le mani, che non sfuggì allo sguardo attento della ragazza
" Di chi è la lettera Harry?"
" Di tartufo, ma non l'ho ancora aperta." Rispose Harry, guardandosi attorno nervosamente.
"L'apriremo dopo, adesso andiamo, se non vogliamo fare tardi anche a pozioni. Piton ci toglierebbe un sacco di punti." Disse Hermione aspra.

Avevano di nuovo lezione con i serpeverde. Maledì Malfoy in ogni modo possibile e inimmaginabile.
Come sempre l'aula di pozioni era silenziosa e piena di oggetti schifosi appartenenti a Piton. La lezione fu noiosa come al solito, con annesse le provocazioni di Piton nei confronti dei Grifondoro e la distrazione di Harry che gli procurò un nuovo non classificato. Quando la lezione terminò Harry era furente più che mai e aveva a carico un tema in più da fare dove doveva spiegare gli errori commessi nella sua pozione.

" Harry stai calmo" pigolò Hermione, osservando l'amico furioso.
" Calmo un corno Hermione." sibilò il moro
" Andiamo amico, adesso non ci pensare. Apri la lettera." Disse Ron piano, riuscendo a catturare l'attenzione di Harry, che aprì la busta e lesse velocemente il contenuto
" Stasera stesso posto stessa ora." Mormorò leggendo la singola frase riportata sulla pergamena.
"È pericoloso, potrebbe essere rintracciato" sussurrò Hermione preoccupata.
" Lo so, ma non abbiamo modo di avvertirlo." Disse Harry cupamente.
" Stasera dovremo dirglielo." borbottò Ron
" Presumo di si" disse Harry sospirando.

Avrebbe tanto voluto scagionare Sirius, gli si stringeva il cuore sapere che il suo padrino era costretto a restare segregato in casa, che per lo più odiava, con l'unica compagnia di un terribile elfo domestico, condannato per l'omicidio di dodici persone e il tradimento dei suoi migliori amici, tutto per colpa di Minus. Strinse i denti per impedirsi di urlare per la rabbia.

" Dobbiamo andare a divinazione Harry." sospirò Ron
" Non possiamo saltarla? Così farei quel maledetto tema per Piton." disse Harry tetro
" Nemmeno per sogno! Hai già perso storia della magia." Sibilò Hermione
" Tu l'hai mollata, noi se saltiamo una lezione mica si boccia." La rimbeccò Ron
" È successo al terzo anno, adesso abbiamo i G.U.F.O, inoltre sei un prefetto Ron." Si giustificò in fretta Hermione
" Cosa c'entra se sono un prefetto?" Chiese Ron sulla difensiva
" Devi comportarti seriamente." Lo rimbeccò ancora la riccia
" Guarda che..."
" Ron, andiamo a lezione." Rispose secco Harry, tutt'altro che desideroso di assistere a nuovi battibecchi tra i due.
" E va bene." Borbottò il rosso, lanciando ad Hermione un'occhiata truce.

Lei ricambiò con un'occhiata compiaciuta, che fece infuriare Ron ancora di più, tant'è vero che durante tutto il percorso borbottò inviperito.
" Ron, la vuoi piantare?" Disse Harry stufo
" Scusa Harry, ma non posso dargliela vinta." Borbottò Ron
" Lo fa per noi dopo tutto, lo sai." Disse Harry stancamente
" Già... lo so" borbottò Ron sconfitto.
L'aula di divinazione era accaldata e soffocante come al solito, se non per una differenza. La Cooman quel giorno era molto più agitata e fredda del solito, niente a che fare con la donna mistica e soave che era di solito.
" Fate silenzio e prendete le copie dell'oracolo dei sogni" abbaiò con voce dura e intrisa di rabbia. Prese letteralmente a lanciare le copie dei volumi agli studenti, rischiando di abbatterli con un colpo fin troppo mirato.
" Adesso aprite i libri e interpretate i vostri sogni, a meno che non sia così scarsa da non essere riuscita ad insegnare ai miei studenti nemmeno come si apre un libro." Strillò isterica.

Harry e Ron si guardarono con le sopracciglia aggrottate, ma fu Calì a mettere fine alla loro curiosità.
" Professoressa... Va tutto bene?" Chiese incerta la ragazza. La donna si riscosse dal suo trance
" Tutto bene? A meraviglia... Si, proprio a meraviglia, se non fossi considerata un incompetente." Strillò furiosa, con le lacrime agli occhi. Calì e Lavanda si guardarono preoccupate, da sempre provavano molta ammirazione per la professoressa.
" E chi pensa questo di lei?" Chiese Lavanda
" Non importa chi! Importa che questo è un oltraggio. Sì, un oltraggio bello e buono. Io, un incompetente... Ma come osa. Non mi farò umiliare, no non lo accetto." Sbottò la Cooman, più a se stessa che alla classe.

" Intende la professoressa Umbridge?" Domandò Calì innocentemente. La professoressa sussultò
" Non parlatemi di quella donna!" Urlò teatralmente, zittendo l'intera classe. La lezione procedette tranquillamente, con la Cooman che faceva avanti e indietro borbottando quelle che sembravano accuse e minacce.

" Finalmente siamo in sala comune." Gemette Ron, accasciandosi su una poltrona di pelle piuttosto comoda
" Già...se non fosse per il tema di Piton." Borbottò Harry scontroso. Quella giornata era stata un vero e proprio fiasco.
" Eccovi qua voi due" esclamò Hermione, sedendosi vicina a loro.
" Com'è andata divinazione?"
" Uno schifo, come sempre. La Umbridge inoltre ha messo la Cooman in verifica." Borbottò Ron. Hermione non parve particolarmente sorpresa, ma non fece a tempo a dire niente perché Angelina venne loro incontro con una faccia da funerale.
" Ragazzi, niente permesso." Sussurrò sotto shock
" Cosa????"chiesero Harry e Ron orripilati
" Ha detto che ci deve pensare... Mi farà sapere." disse con le lacrime agli occhi
" Ma non è giusto! Ai Serpeverde ha già dato il permesso." Sbottò Ron furibondo.
" Lo so... Ma se stiamo buoni e non facciamo scherzi abbiamo più speranze di farcela." Mormorò Angelina afflitta.

" La McGranitt non le permetterà di sfare la nostra squadra." sibilò Harry furibondo
" Me lo auguro... Devo avvertire gli altri, tu per favore Harry, continua a mantenere la calma." Disse Angelina supplichevole.
" Sì, non ti preoccupare." Sospirò Harry sconsolato.
" Questo non è affatto giusto." Sussurrò Hermione dopo un po'.
" Lo sappiamo Hermione." Rispose Ron cupo
" Lo fa apposta quella donna subdola, vuole tenerci sulle spine." disse rabbiosa
" Parliamo d'altro per favore." Mormorò Harry nauseato, prendendo pergamena ed inchiostro.

" Hai ragione amico, ti va una partita a scacchi ?" Chiese Ron speranzoso.
" Nemmeno per sogno Ron! Deve fare il tema per Piton." Abbaiò Hermione, fulminandolo con lo sguardo
" Dai Hermione, il tema può farlo più tardi." Mugugnò Ron
" No signore! Forza Harry, prima inizi e prima finisci." Rispose spiccia la ragazza. Harry sospirò, prendendo di nuovo in mano pergamena e piuma e cercando di concentrarsi sul tema. Ma più passava il tempo e più si distraeva.

L'unica consolazione in quella tremenda giornata era che tra qualche ora avrebbe parlato con Sirius. Era andato tutto uno schifo. Il quidditch sospeso che non sapevano se avrebbero più rigiocato, il non classificato di Piton e la megera della Umbridge che cercava di ostacolarli in ogni modo possibile e inimmaginabile. Tutto questo gli provocava un nervoso assurdo, tant'è vero che sbottò rivolto ad Hermione
" La vuoi smettere?" La ragazza aveva preso a sbuffare, guardando in modo truce in un punto della sala dove i gemelli stavano inghiottendo una delle loro creazioni, che avevano finalmente messo a punto.

Erano una specie di caramelle che se mordevi una parte ti faceva vomitare a raffica e se mangiavi l'altra parte tornavi a star bene, quindi un ottimo rimedio per saltare le lezioni, al quale ovviamente Hermione era contraria.
" Harry, ma li vedi Fred e George?" Sibilò contrariata. Il moro guardò nella loro direzione, dove Fred stava vomitando a raffica in un secchio, per poi tornare a sorridere splendente non appena mangiava l'altra metà della caramella.
" E allora?" Chiese Harry irritato
" Stanno dando un pessimo esempio! Quella roba potrebbe far male." Sbottò
" A me sembra che stiano benissimo." borbottò Ron
" Solo perché tu hai troppa paura per dirgli qualcosa." Lo rimbeccò Hermione.

" E allora diglielo tu." Disse Harry sbuffando
"Tecnicamente non posso impedirgli di mangiare quelle porcherie, né tanto meno posso impedire agli studenti di comprarle. Finché non sperimentano sui bambini del primo anno sono in regola, a quanto pare." Sputò tra i denti, contrariata e indispettita.
" E allora non te ne preoccupare, lasciali fare." Disse Harry stancamente.

Hermione quando si puntava era irremovibile.
" Dai Hermione, sono geniali. Sai quanti soldi ricavano con le loro invenzioni ?" Aggiunse Ron bonariamente. La ragazza guardò i due amici cupamente, mordendosi il labbro combattuta.
" E va bene... Ma appena vedo che infrangono qualche regola intervengo." Borbottò infine la riccia, scoccando un ultimo sguardo cupo ai gemelli.
Le ultime ore che li separavano dall'incontro con Sirius passarono velocemente e riuscirono ad avere la sala libera solo verso mezzanotte, quando anche i gemelli ebbero finito di raccogliere e contare i galeoni che avevano accumulato in quella sera.

Harry guardava il fuoco ogni cinque minuti, finché non vide una testa sbucare tra le fiamme.
" Sirius" sussurrò Harry, accovacciandosi sul tappeto davanti al camino, seguito da Ron ed Hermione.
" Siurius, come stai?" Sussurrò Hermione
" Sto bene ragazzi, ma ditemi di voi." Disse Sirius con un grande sorriso rivolto ai ragazzi, in particolar modo ad Harry
" Se non fosse per la Umbridge, andrebbe tutto bene." Mormorò Harry amareggiato. Sirius aggrottò le sopracciglia
" Ho sentito parlare di lei, cosa sta combinando?" Chiese serio
" Ci sta mettendo i bastoni tra le ruote in ogni modo possibile e inimmaginabile, con quei suoi maledetti decreti." Sibilò Ron furioso
"Esatto, Ron ha ragione" aggiunse Hermione.

" E voi state facendo di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a lei, giusto?" Chiese Sirius con un sorrisetto di chi la sa lunga.
"Più o meno" restò Harry sul vago.
" Il tuo più o meno significa: Sì, stiamo organizzando un gruppo segreto di difesa contro le arti oscure?" Chiese con un ghigno. I tre amici sgranarono gli occhi increduli
" Come..." iniziò a dire Ron sconvolto
" Mundungus" rispose semplicemente Sirius
" Ma non c'era" esclamò Hermione
" Come mai era alla testa di porco? E perché non l'abbiamo visto?" Domandò Harry a raffica
" Adesso vi spiego, non vi agitate. Mundungus era sotto travestimento. Il barista l'ha bandito dal suo locale vent'anni fa ed ha la memoria piuttosto lunga, per questo non si è mostrato." Rispose pazientemente.

" Ma non ci hai detto perché era lì." Continuò Harry imperterrito, con un brutto presentimento in mente.
" Ti sorvegliava, ovviamente." Disse Sirius, senza mezzi termini
" COSA?" Strillò Harry oltraggiato
"Harry shhhh" sibilò Hermione preoccupata
" Hermione continuano a sorvegliarmi come un bambino." Sibilò Harry furioso. Sirius ridacchiò divertito, beccandosi un'occhiataccia da parte di Harry.
" Andiamo Harry, non ti segue mica ovunque. Parlatemi piuttosto della vostra idea. Cosa avete intenzione di fare?" Domandò di nuovo Sirius
" Allenarci a combattere." Rispose semplicemente Hermione. Sirius annuì, aggrottando un po' le sopracciglia.

" Trovi che non sia una buona idea?" Chiese Harry preoccupato
" No, certo che no. È un'ottima idea.... Solo che...State attenti a Dolores Umbridge." Sembrava molto l'avvertimento che la McGranitt aveva già fatto ad Harry poche settimane prima
"Cosa vuoi dire?" Sussurrò Ron
" È in combutta con Carramell, potrebbe farvi passare brutti momenti. State attenti a ciò che fate." Ripeté Sirius ansioso
" Stai tranquillo, staremo sempre in allerta." Mormorò Hermione, mentre Harry annuiva a sua volta.

" Sapete già dove allenarvi?" Chiese Sirius più tranquillo
" No, è questo il problema." Rispose Harry. Sirius aggrottò la fronte nel tentativo di concentrarsi
" La stamberga strillante? Il passaggio per Mielandia? La radura dietro la capanna di Hagrid?" Snocciolò Sirius entusiasta
" La stamberga è troppo piccola per quasi trenta persone, il passaggio per Mielandia troppo stretto e angusto e la radura dietro la capanna di Hagrid è troppo pericoloso... inoltre se piovesse non potremmo allenarci." Disse Hermione velocemente.

" Oh giusto... Beh allora ci penserò e semmai vi faccio sapere a breve, nei prossimi giorni." Mormorò Sirius deluso.
"Non ti preoccupare Sirius, inoltre non essere troppo azzardato, i canali di telecomunicazione sono sorveglia..." Harry smise di parlare immediatamente, il suo padrino si era messo in allerta, assumendo una faccia preoccupata.

" Sirius?" Sussurrò Harry allarmato
" Devo andare" rispose concitato, sparendo con un piccolo pop. I tre ragazzi si guardarono con occhi sgranati, finché con orrore non videro una cosa che gli gelò il sangue. Nel camino, dove fino a pochi istanti prima c'era la testa di Sirius, era apparsa una mano. Una mano tozza con grossi anelli alle dita, che continuava a muoversi, come se sapesse esattamente che prima, in quel preciso posto, c'era la testa di Sirius.

La mano della Umbridge continuava a muoversi. I tre ragazzi si allontanarono di scatto, orripilati da quella scena nauseante, il cuore in gola che batteva furiosamente.
" O cielo." ansimò Hermione spaventata
" Maledetta strega disgustosa." sussurrò Ron
" C'è mancato un pelo... I camini di Hogwarts sono sorvegliati... Sirius non è al sicuro." sussurrò Harry angosciato. Quella proprio non ci voleva.
" Troveremo un modo per parlargli Harry, non temere. Adesso però è meglio andare a letto." Rispose Hermione con voce flebile.

La mano era scomparsa, ma l'inquietudine e lo spavento no. I ragazzi annuirono, guardandosi tutti e tre preoccupati, ma dopo essersi dati la buona notte, andarono a letto, preoccupati come mai.

- Capitolo finitooo, lo so, ci ho messo secoli ad aggiornare, ma ho cercato di fare il prima possibile. Ho avuto parecchi impegni, ho parecchi impegni e gestire tre storie non è facile, però faccio il possibile per aggiornarle tutte il prima possibile. Spero che nel frattempo il capitolo vi piaccia, un bacione ♡-

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