il mio sangue è uguale al tuo -seconda parte-
Un muro di silenzio, che si sarebbe potuto affettare con il coltello, incombeva nella stanza di Draco come gas nocivo. Il giovane Serpeverde era disteso in silenzio sul letto, mentre fissava meditabondo le ombre scure che si stagliavano sul soffitto della sua stanza, create dai giochi di luce che emettevano le fiammelle tremolanti delle candele. Blaise, al suo fianco, taceva a sua volta, senza sapere cosa dire. Non aveva mai visto il suo migliore in quello stato, ma sapeva che dentro di sé stava infuriando una tempesta e che di lì a breve avrebbe scatenato tutta la sua ira contro qualcuno. Ormai lo conosceva abbastanza bene da sapere che non si sarebbe confidato e sfogato con lui nel vero senso della parola, perché odiava mostrarsi debole ed indifeso ma lui, in qualche modo, avrebbe cercato di aiutarlo ugualmente. Non sapeva ancora come perché ogni parola o azione gli sembrava fuori luogo ed inutile ma, qualcosa, doveva pur fare. Non poteva permettere che Draco si rinchiudesse nella sua stanza fino alla fine della scuola...Doveva reagire. Doveva almeno confrontarsi con la Granger, prima di fare delle sciocchezze. E proprio riguardo a lei...Temeva che le cose non si sarebbero messe bene. Draco agiva d'impulso e se preso dalla rabbia e dalla foga del momento, sarebbe potuta andare ancora peggio. Forse, anche se non amava intromettersi, avrebbe dovuto trovare il modo per parlarle da solo prima che il suo migliore amico facesse idiozie delle quali si sarebbe poi pentito ma da quello che sapeva, era ancora in infermeria, circondata dai suoi amici che le ronzavano intorno come mosche, lasciandola raramente sola. Quindi non aveva la più pallida idea di come fare per contattarla.
Avrebbe potuto provare ad entrare in infermeria di notte, gli suggerì il suo inconscio e improvvisamente, la trovò inspiegabilmente un'ottima idea. Si chiese come mai non ci avesse pensato subito, visto che la notte l'accesso all'infermeria era vietato a chiunque. Con quella nuova idea in mente, si sentì immediatamente più motivato ma in ogni caso, il suo pensiero principale al momento era Draco. Alla Granger, avrebbe pensato dopo.
"Draco, smettila di fissare quel soffitto e deciditi a scendere in sala grande per cena. Devi reagire. Ad ogni problema c'è una soluzione e prima o poi arriverà quella giusta anche per sistemare questo casino." Sbottò il moro. Non era certo che le sue parole in quel caso valessero, perché non aveva la più pallida idea di quale soluzione avrebbero potuto trovare per porre rimedio a quello che era successo ma per lo meno, sperava di suscitare in Draco una qualsiasi reazione. Quest'ultimo, improvvisamente, si ritrovò a storcere il viso in un sorriso amaro, che non prometteva niente di buono.
"Mio padre è un mangiamorte, Blaise. Un mangiamorte che grazie a Potter e ai suoi amichetti è appena stato arrestato ed è in prima pagina su tutti i giornali. Quale soluzione esisterebbe, per cambiare tutto ciò? Illuminami, ti ascolto." Gli rispose sarcastico, cercando di ignorare la fitta dolorosa che gli era partita dallo stomaco e si era diretta al cuore. Il cervello gli aveva appena ricordato che tra gli amichetti di Potter era compresa anche Hermione, quella che fino a prova contraria era la sua ragazza. Non aveva più sue notizie da un giorno e mezzo e la cosa peggiore, era che si sentiva tradito ed umiliato. Proprio da lei, alla quale aveva dato molto più di quello che forse lei nemmeno si immaginava. In pochi mesi aveva messo da parte i pregiudizi che si erano radicati in lui fin da bambino, aveva cambiato modo di pensare, di agire. Aveva imparato ad apprezzarla...Ad amarla, rischiando grosso, nonostante sapesse i pericoli ai quali andava incontro nel volerla nella sua vita. Si era aperto con lei, aveva abbassato la corazza che si era costruito e aveva iniziato a vedere il mondo sotto una luce diversa, attraverso un'altra prospettiva...La sua, prospettiva. E si era adattato, si era modificato per lei, senza quasi rendersene conto e alla fine, la cosa non gli era costata grandi sforzi. Ma nonostante tutto ciò, pensò con amarezza, tutto quello che aveva ricevuto in cambio...Era lei che aveva scelto di seguire Potter piuttosto che restare con lui, che diceva di amare, e suo padre in carcere. Di fronte a quella consapevolezza, sentì una fitta lancinante spezzargli il cuore in mille frammenti affilati, che gli fecero mancare il respiro.
Non si era mai sentito tradito, perché fino a pochi mesi prima era sempre stato lui a dirigere i giochi e a scegliere chi tenere al suo fianco e chi scaricare al momento opportuno ma adesso, le carte in tavola erano cambiate e ancora una volta, la stava scontando a sue spese. Poteva analizzare la situazione sotto tutti i punti di vista che voleva, ma restava il fatto che lei gli aveva girato le spalle per seguire lo sfregiato, contribuendo all'arresto di suo padre. Non era colpa sua se Lucius era un coglione, ma non poteva non odiarla per aver scelto Potter che sicuramente, al momento, si stava vantando di essere riuscito a far valere la sua parola, mettendo tutti a tacere, esibendo ancora una volta le sue gesta eroiche. Se lo immaginava, mentre gongolava per essere riuscito a far arrestare una fetta dei mangiamorte più ristretti di Voldemort e aver messo a tacere l'intero ministero della magia in primis, quell'inetto di Carramel. A quel pensiero, gli si contorsero le budella.
Adesso che suo padre era stato veramente arrestato, cosa ne sarebbe stato di lui e sua madre? Non aveva mai messo in conto che un giorno sarebbe mai potuta succedere una cosa del genere ma adesso che era arrivato quel giorno, si sentiva perso in balia del nulla. Fino ad allora era sempre stato suo padre a portare avanti il buon nome della famiglia, permettendogli di vivere nello sfarzo e di avere dei grossi privilegi nell'alta società, appartenendo a una delle più antiche famiglie purosangue ma adesso che lui era finito ad Azkaban, tutto sarebbe precipitato a picco. Cosa ne sarebbe stato di loro, adesso che il buon nome dei Malfoy sarebbe stato definitivamente infangato in quanto il capo famiglia era stato arrestato come un qualunque ladruncolo da due spiccioli, disonorando il buon nome della famiglia in tutto il mondo magico? Erano rovinati. Non sapeva nemmeno lui come si sentiva a riguardo, perché tutta quella situazione lo aveva sopraffatto, svuotato di ogni energia. Non sapeva se ce l'aveva di più con Potter, o con suo padre. Con Potter non era scorso buon sangue fin dal primo anno...Ma suo padre? Non sapeva niente dei piani del signore oscuro e degli ordini che eseguiva suo padre per lui però, se era stato arrestato, sicuramente avevano combinato qualcosa di grosso. Ma la cosa della quale non si capacitava, era come avesse potuto farsi incastrare in quel modo per eseguire gli ordini di quel folle.
Quand'era un ragazzino lo aveva ammirato, suo padre, desiderando un giorno di diventare come lui. Un uomo ricco e facoltoso, rispettato da tutti e con un ruolo importante all'interno del ministero della magia. Pur quanto severo fosse stato, non gli aveva mai fatto mancare niente, esaudendo ogni suo capriccio e richiesta, facendolo crescere ricco e viziato con la convinzione di potersi sentire sempre un gradino sopra gli altri. Grazie a lui era cresciuto sicuro di sé, convinto che il suo cognome e il suo sangue sarebbero stati una garanzia a vita. Ma era stato uno stupido, e ne stava ancora una volta pagando le conseguenze, a distanza di anni, quando tutte le sue convinzioni erano andate a farsi benedire nell'arco di un battere di ciglia. Aveva sempre saputo che suo padre era stato un mangiamorte ma con il fatto che Voldemort sembrava essere definitivamente scomparso nel nulla, non si era mai posto il problema che un giorno sarebbe potuto tornare alla ribalta e suo padre sarebbe tornato a servirlo, rischiando nuovamente la vita e il carcere per eseguire i suoi ordini eppure, era successo.Non sapeva se suo padre fosse ancora un sostenitore fedele come un tempo, perché forse negli anni si era abituato alla vita tranquilla e agiata che l'immenso patrimonio che possedevano gli aveva concesso però, non si era scordato le parole dure e serie che molti anni prima, quando era ancora un ragazzino, gli aveva pronunciato.
"Un mangiamorte, da quando diventa tale, lo è per sempre. Non ci si tira indietro dall'oscuro signore. Dal momento in cui gli si giura fedeltà, si accetta di mettere la propria vita nelle sue mani, servendolo fino alla morte. Finché vivrò, questo marchio mi legherà a lui per sempre e se un giorno dovesse mai tornare, io dovrò servirlo come ho fatto in passato." Gli aveva spiegato, mostrandogli l'avambraccio sinistro, dove aveva visto impresso quell'orribile teschio dalla cui bocca usciva un serpente aggrovigliato su sé stesso, ormai tetro e sbiadito...Il marchio nero. Gli aveva messo i brividi solamente vederlo e pur quanto piccolo fosse, aveva captato tutta l'aurea di magia oscura che contrassegnava quell'orribile marchio.
"E tu padre saresti felice di tornare a servirlo?" Aveva osato chiedergli, intimorito, aspettando una sua risposta. Lucius lo aveva guardato in silenzio, soppesando la sua domanda, ma in fine gli aveva risposto con una frase che al tempo non aveva saputo ben interpretare.
"O la vita o la morte, Draco. Se ripensi a quello che ti ho detto, sono certo che prima o poi arriverai da solo alla risposta che cerchi." Dopo quelle ultime parole aveva chiuso il discorso, abbassando la manica del mantello. Infine lo aveva congedato e si era allontanato dal grande salotto sfarzoso di Malfoy Manor dove avevano intavolato quella breve conversazione tra padre e figlio. Lucius non aveva più riaperto l'argomento e Draco non aveva più osato fargli domande a riguardo, evitando di chiedere altre spiegazioni anche a sua madre.
Ma adesso aveva capito il significato di quelle parole. Volente o nolente che fosse, suo padre era vincolato a quel mostro e se ci teneva alla vita, ormai non gli restava che eseguire i suoi ordini. Non sapeva se provare rancore o pena per lui. Ma iniziava a rendersi conto che nella vita, in base alle proprie scelte, prima o poi se ne paga sempre le conseguenze. Quindi forse provava pena per suo padre...Perché da ragazzo, in preda all'eccitazione di quell'età, aveva scelto di seguire le orme di Voldemort, senza pensare che un giorno, da adulto e con una famiglia alle spalle, si sarebbe potuto rivelare lo sbaglio più grande della sua vita. Ma ormai, aveva capito che suo padre non aveva più scelta. Che volente o nolente l'avrebbe dovuto servire perché se non voleva morire per mano sua, rischiando di mettere a repentaglio anche le loro vite, non poteva far altro che assecondarlo. Lucius si era rovinato la vita con le sue stesse mani e adesso, era troppo tardi per rimediare e lui, non sapeva cosa sarebbe accaduto da quel giorno in poi...
Blaise distorse lo sguardo, pensieroso. Sapeva che ogni parola era inutile e Draco gliene aveva appena dato conferma ma in qualche modo, doveva pur sempre riscuotersi da quella situazione.
"Lo so Draco... Questo non possiamo cambiarlo. Però tu non hai colpe e non puoi restare segregato nella tua stanza fino alla fine della scuola. Vieni a cena, per favore. Ancora non sappiamo come sono andate con esattezza le cose...Ma anche se tuo padre è stato al momento arrestato, ciò non significa che non possa esserci una svolta." Tentò di essere nuovamente ottimista.
"Scendere a cena per sentire i bisbigli della gente, i loro sguardi puntati addosso e sentir elogiare Potter ovunque? No grazie, Blaise. Inoltre non voglio vedere la faccia dello sfregiato...Potrei seguire le orme di mio padre e finire ad Azkaban pure io, per omicidio." Sputò aspro, sentendo la bile acida risalirgli lungo lo stomaco. Blaise tacque, senza sapere cosa aggiungere.
"Ti porto io qualcosa da mangiare per stasera...Però pensa a quello che ti ho detto e domattina cerca di scendere a colazione. Chi ha qualcosa da dire a riguardo, finirà in infermeria per mano mia." Rispose secco il moro, alzandosi di scatto. Al sentir nominare l'infermeria, Draco sussultò. Pur quanto fosse furioso, voleva sapere come stava...Come stava la Granger. Per orgoglio avrebbe voluto far finta di niente, senza umiliarsi nuovamente per lei...Ma era più forte di lui. Voleva sapere come stava, se Blaise sapeva dargli delle risposte, visto che lui non se ne stava recluso nella sua stanza come un codardo, gli suggerì la parte subdola della sua coscienza. Ma lui non aveva il padre mangiamorte e recluso in carcere come un qualunque galeotto anzi, suo padre non ce l'aveva proprio visto che era morto, partì in difesa l'altra parte della sua coscienza. Come se fosse una giustificazione alla sua codardia, pensò amaramente tra sé e sé.
"Sai nulla?" Chiese con indifferenza, lasciando in sospesa la domanda.
"E' sempre in infermeria, Draco. Madama Chips sta cercando di rimetterla in sesto. Dovresti parlarle, senza combinare idiozie." Gli rispose con calma, lasciando il biondo in silenzio a ragionare sulle sue parole. Dopo avergli detto che gli avrebbe portato più tardi cena, uscì dalla stanza silenziosamente.
Doveva parlare con la Granger, quella notte stessa.
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Il coprifuoco era scattato da qualche ora e la sala comune dei serpeverde era deserta. Blaise si guardò nervosamente attorno, assicurandosi che tutto fosse tranquillo. Non era abituato ad infrangere il regolamento. In cinque anni di istruzione magica non aveva mai preso una punizione, non aveva mai fatto perdere punti alla sua casa e non aveva mai infranto il coprifuoco. Il fatto che quella sera lo stesse facendo per la prima volta, indicava quanto fosse importante e seria la situazione. Ma doveva ammettere che se la faceva sotto al solo pensiero di essere beccato da Gazza. Pur quanto fosse astuto e prudente, non era abituato a fare certe cose. Ma non aveva scelta quindi, con un sospiro, si arrese di fronte all'evidenza. Non poteva tirarsi indietro, era troppo importante. Si sarebbe disilluso poi, camminando lentamente e silenziosamente, si sarebbe recato in infermeria.
Con un ultimo sospiro si disilluse, uscendo a passo felpato dalla sala comune. Il muro alle sue spalle si richiuse lentamente senza far rumore e quando la parete tornò completamente liscia, si lanciò un'ultima occhiata d'intorno prima di avanzare per i corridoi deserti, illuminati solamente dalla luce fioca delle candele e dalla luna che spiccava alta nel cielo. Quella visione era decisamente suggestiva, ma non abbastanza da tranquillizzarlo. La consapevolezza di star infrangendo le regole era da una parte elettrizzante, ma dall'altra lo preoccupava perché lui, con la fortuna che aveva, rischiava di essere beccato in flagrante non appena avesse messo piede fuori dai sotterranei, rischiando una punizione proprio a pochi giorni dalla fine dell'anno scolastico. Si chiese come avessero fatto in tutti quegli anni la Granger, Potter e Weasley a cavarsela, considerando tutte le regole che avevano infranto durante gli anni scolastici. Come minimo lui sarebbe stato espulso al primo anno se solo avesse infranto anche solo la metà delle regole che avevano infranto loro e se gli fosse andata bene, si sarebbe ritrovato a fare da galoppino ad Hagrid per aiutarlo con le creature magiche e i lavori nel parco. No, non era stata per niente una buona idea la sua però, ormai era uscito e non poteva tornare indietro. Pregò quindi Salazar di riuscire ad arrivare vivo in infermeria senza venire scoperto perché pur quanto fosse invisibile,non era di certo incorporeo e se avesse fatto chiasso e qualcuno lo avesse scoperto, la paura avrebbe potuto annullare il suo incantesimo di disillusione. Deglutì a vuoto, sentendosi al momento più che una serpe, un gran coniglio. Ma d'altronde non aveva mai apertamente infranto il regolamento scolastico e se si ritrovava a fare ciò, lo faceva solo ed esclusivamente per Draco e in fondo...Anche per la Granger, che negli ultimi mesi era stata in grado di far affiorare la luce nel cuore del suo migliore amico e se c'era riuscita proprio lei, significava che doveva essere una persona veramente speciale perciò, se poteva combinare qualcosa di buono, voleva metterci del suo. Voleva almeno prepararla a quello che secondo lui sarebbe potuto succedere in uno scontro, a breve, faccia a faccia con Draco.
Questo gli diede la spinta per avanzare per i corridoi deserti del castello. Non c'era un'anima e tutto regnava nel silenzio tombale della notte. Gli unici rumori che sentiva provenivano dall'esterno e le uniche presenze per i corridoi, oltre a lui, erano i fantasmi che ogni tanto attraversavano i muri e fluttuavano silenziosi e perlacei sotto il riflesso della luna per i corridoi. Nella sua passeggiata notturna si imbatté anche nel barone sanguinario e impercettibilmente, rabbrividì. Non aveva idea di come mai un fantasma fosse coperto di sangue oramai perlaceo ma la cosa, gli faceva ugualmente accapponare la pelle. Tra tutti i fantasmi presenti nel castello, lui era sicuramente quello più tetro ed intriso di mistero ed oscurità. Ma scosse la testa, conscio che non era il momento adeguato per poter perdere tempo anche dietro ai fantasmi. Doveva raggiungere l'infermeria al primo piano e ormai mancava poco. Era quasi davanti la sala grande, doveva superare quella, salire le scale sperando che non cambiassero direzione proprio in quel momento e poi, percorrere il corridoio finché non avesse raggiunto la sua destinazione. Poteva farcela. Un po' dell'ansia iniziale lo aveva abbandonato, spingendolo anche ad ammirare il castello di notte, più magico e suggestivo che mai, però la guardia era ancora alta e la bacchetta continuava ad impugnarla saldamente nella mano destra. Fortunatamente il chiaro di luna era abbastanza intenso da non averlo costretto a dover accendere la bacchetta, permettendogli di agire silenziosamente e completamente invisibile ed indisturbato.
Stava avanzando troppo lentamente per i suoi gusti e l'orologio al suo polso indicava che a breve sarebbe mancato venti all'una. Probabilmente a quell'ora la Granger stava dormendo, cosa che avrebbe volentieri fatto pure lui ma prima, doveva parlarle. L'ora già tarda e la consapevolezza di doverle parlare, lo spinsero a superare la sala grande dai portoni chiusi senza tanti cerimonie per infine raggiungere e salire velocemente le scale che però, in alcuni momenti lo tradirono, emettendo scricchiolii sinistri ben udibili. Trattenne il respiro, sentendo il cuore schizzargli in gola. I corridoi erano deserti, ma non poteva rischiare proprio Adesso che era quasi arrivato.
Calma, si impose quindi non appena si trovò sulla soglia del corridoio, sempre illuminato dalle torce.
Calma.
Non poteva e non doveva agire d'impulso. Aveva fatto le cose fatte bene fino ad allora e anche se i corridoi sembravano deserti, non voleva incastrarsi con le sue stesse mani proprio adesso che mancava così poco. C'era quasi, doveva percorrere gli ultimi metri e poi sarebbe stata fatta. Non aveva idea se ci fosse qualcun'altro oltre alla Granger in infermeria, quindi si appuntò di agire con cautela.
Quando alcuni minuti dopo raggiunse l'obiettivo, trovò però il primo ostacolo ovvero, la porta dell'infermeria chiusa. Se l'era aspettato, ma non sapeva quali misure di sicurezza utilizzasse l'infermiera. Con uno sbuffo di frustrazione, sperò che Madama Chips avesse semplicemente chiuso a chiave dall'interno in modo che con un semplice Alohomora, lui dall'esterno sarebbe riuscito ad aprirla facilmente. In caso contrario, avrebbe fatto un viaggio a vuoto perché se avesse dovuto scoprire gli incantesimi utilizzati dal lei, avrebbe impiegato troppo tempo. L'unico modo per scoprirlo era provare quindi, si allontanò leggermente dalla porta e puntò la bacchetta contro la serratura, mormorando l'incantesimo a bassa voce e quando la serratura scattò, indicando di essersi aperta, tirò un sospiro di sollievo.
Aprì delicatamente la porta, evitando di fare rumore. L'infermeria era immersa nel silenzio e la luce lunare filtrava dalle finestre, rilasciando ombre scure sul pavimento. Sia a destra che a sinistra erano presenti una decina di letti, quasi tutti vuoti. Solamente tre letti erano occupati, in quanto le tende erano tirate. Blaise corrugò le sopracciglia, chiedendosi chi fossero gli altri due ricoverati. Richiuse la porta le sue spalle e si incamminò verso i letti decidendo, saggiamente, di utilizzare un incantesimo per scoprire quale fosse il letto della Granger. La bacchetta ruotò sul palmo della sua mano fino a indicare l'ultimo letto occupato sulla destra. Ripose la bacchetta nella tasca del mantello e silenziosamente si avvicinò al letto dalle tende tirate. Dubitava che la Granger a quell'ora fosse sveglia e per questo voleva agire piano per non rischiare di spaventarla. Si avvicinò cautamente al letto e spostò delicatamente le tende, sbirciando leggermente per assicurarsi che fosse lei.
Una cascata di onde marroni sparse sul guanciale gli diedero la conferma. Assicurandosi che Madama Chips non fosse sveglia, spostò un po' di più la tenda e si introdusse nel piccolo spazio che la tenda creava attorno al letto e annullò l'incantesimo di disillusione. Proprio lì accanto c'era uno sgabello, sul quale si accomodò delicatamente, insonorozzando lo spazio. Si soffermò un attimo ad osservarla in silenzio.
Il petto le si alzava ed abbassava regolarmente, il volto era rilassato e i capelli ricci erano sparsi ovunque. Era bella, dovette ammettere Blaise. Non aveva mai osservato la Granger così da vicino e per un attimo, si sentì inopportuno, come se stesse facendo qualcosa di troppo intimo e fuori luogo. Ma non si poteva negare che fosse bella. La pelle del viso sembrava porcellana, senza nemmeno un'imperfezione. Le labbra rosee e piene erano leggermente aperte. Gli occhi erano adornati da lunghe e folte ciglia nere e i lunghi capelli, così simili a soffici onde di cioccolato, incorniciavano il tutto donandole un aspetto rilassato e quasi angelico. Da una parte capiva perché Draco se ne fosse infine innamorato e in cuor suo, sperò che non rovinasse tutto. Si scostò bruscamente da quei pensieri. Era lì proprio per quello, non per ammirare la bellezza genuina della Granger. Doveva agire. Aveva già sprecato troppo tempo e l'orologio segnava l'una e mezza di notte. Era veramente tardi e una leggera sonnolenza iniziava ad incombere anche su di lui. Doveva parlarci in modo da distrarsi e non perdere ulteriore tempo.
"Granger" bisbigliò, scuotendola leggermente per una spalla. Non sapeva cosa avesse di preciso, quindi non voleva rischiare di farle del male. La riccia mugolò infastidita, senza però svegliarsi, aggrovigliandosi di più nel lenzuolo che la copriva dolcemente. Il moro alzò gli occhi al soffitto, sbuffando. Ci mancava solamente che avesse il sonno pesante.
"Granger!" Sibilò più forte, dandole un altro colpetto per smuoverla. Questa volta Hermione sussultò, aprendo gli occhi di scatto e tirandosi su a sedere talmente velocemente che Blaise sussultò per la sorpresa e lei gemette di dolore, costretta a portarsi le mani allo stomaco.
"Granger shh, sono Blaise! Cos'hai? Stai male?" Le chiese il ragazzo scattando in allerta, senza preoccuparsi del fatto che alla ragazza sarebbe potuto prendere un colpo per la sua apparizione improvvisa. Hermione lo guardò shoccata e sulla difensiva, chiedendosi se stesse sognando oppure se la presenza di fronte a lei fosse reale, sbattendo più volte le palpebre per svegliarsi del tutto.Quando si rese conto che non stava più dormendo né tanto meno sognando, si chiese cosa diavolo ci facesse Blaise Zabini in infermeria, di notte, al suo capezzale.
Andò immediatamente nel panico, pensando con terrore a Draco. Gli era forse successo qualcosa? Il suo stomaco ricevette un'altra fitta dolorosa.
"Z-Zabini? Cosa succede? Come mai sei qua? Draco sta male?." Chiese a raffica in preda all'agitazione. Il moro la analizzò alcuni secondi in silenzio. A prima vista non sembrava messa male ma forse, aveva subito lesioni interne. Sperò che non si trattasse di niente di grave e di ricevere a breve qualche risposta ma prima, voleva tranquillizzarla.
"Stai tranquilla, a Draco non è successo nulla di grave. Fisicamente sta bene. Sarei venuto di pomeriggio se mi fosse stato possibile, ma hai sempre i tuoi amici d'intorno e non credo che la mia presenza sarebbe ben gradita. Ma non sarei venuto a quest'ora se non fosse importante." Le spiegò piano. La riccia sentì il cuore aumentare il battito cardiaco. Il suo primo pensiero andò ugualmente a Draco e un forte crampo di sensi di colpa, la fece sussultare. Non aveva sue notizie da un giorno e mezzo, non aveva fatto niente per fargli sapere qualcosa e soprattutto...Non sapeva come stava, come avesse reagito a quello che era successo e cosa stesse pensando di lei al momento. Le parole di Blaise non l'avevano affatto tranquillizzata. Se era lì, sicuramente qualcosa che non andava c'era.
"Granger, stai tranquilla. Non ti senti ancora bene tieni, ti passo un po' d'acqua. Non è successo niente di grave, voglio solamente parlarti." Cercò nuovamente di tranquillizzarla, vedendo la sua espressione spaventata. Le versò un bicchiere d'acqua dalla brocca che era sul comodino, rendendosi conto di quanto quella situazione fosse strana sia per lui che, forse ancor di più, per la Granger che era visibilmente pallida e spaventata.
"Grazie...Ma Draco?" Chiese debolmente, accettando con gratitudine il bicchiere d'acqua. Il moro si era aspettato quella domanda e sapeva che la sincerità era l'arma migliore anche se era certo che la Granger si sarebbe ulteriormente preoccupata.
"Non ti dirò bugie, Granger. Draco sta uno schifo. Non me l'ha certo detto esplicitamente, ma l'ho capito guardandolo. Ha visto la sua vita cadere a pezzi dal momento in cui Lucius è stato arrestato e adesso, bisogna vedere come si evolverà questa storia. Al momento non è ancora voluto uscire dalla sala comune e a dirla tutta, nemmeno dalla sua stanza. Gli ho portato pranzo e cena in camera e ho cercato di motivarlo per farlo scendere almeno a colazione, ma non so quanto effetto abbiano sortito le mie parole." Le spiegò senza mezzi termini. Capì di essere stato forse fin troppo duro con le parole quando la vide trattenere il respiro e sussultare, ma era giusto che lei sapesse e capisse. Non poteva mentirle.
Hermione sentì il cuore sgretolarsi, lo stomaco chiudersi e gli occhi farsi lucidi. Non voleva piangere davanti a Blaise, non voleva. Ma il senso di colpa si fece talmente intenso che per un attimo si sentì mancare il fiato. Draco...Il suo Draco...Stava soffrendo, anche e soprattutto per causa sua. Aveva rovinato tutto, tutto! Avrebbe dovuto impedire ad Harry di partire per quella missione. Quel tarlo in testa non faceva che tormentarla. A quell'ora Sirius sarebbe stato ancora vivo e Lucius non sarebbe finito in carcere. Si vergognò di quel pensiero, perché con un brivido si ricordò che Lucius non avrebbe esitato un attimo ad ucciderli se lo avesse reputato opportuno, che era un mangiamorte e che il carcere se lo meritava eccome però...Egoisticamente, pensò a sé stessa e a Draco. Se lei avesse impedito tutto ciò, sarebbe rimasto tutto uguale, con le sue difficoltà ed alti e bassi ma per lo meno, Draco non l'avrebbe probabilmente...Odiata.
No...Non poteva odiarla! Non di nuovo...Non poteva tornare tutto come era stato un tempo, vero? Draco era cambiato. Sarebbe riuscita a farlo ragionare anche se...Era colpa sua. Deglutì, terrorizzata, guardando Blaise con sguardo smarrito.
"È tutta colpa mia. Draco mi...Mi odia vero?" Deglutì, vedendo Blaise guardarla sorpreso e dubbioso.
"Colpa tua? Cosa stai dicendo Granger. Draco è arrabbiato e confuso per tutto quello che è successo, ma non è colpa tua se Lucius è un mangiamorte." Farfugliò confuso, non capendo dove volesse arrivare. Hermione scosse il capo, sempre più disperata. Aveva bisogno di sfogarsi. Blaise non lo sapeva, ma doveva capire. Era colpa sua. Tutta ed esclusivamente colpa sua.
"Avrei dovuto controllare meglio! Avrei dovuto impedire ad Harry di partire per quella missione, avrei dovuto insistere! Me lo sentivo che c'era qualcosa sotto che non quadrava, ma non sono stata abbastanza brava da fermare tutto. A quest'ora Sirius non sarebbe veramente morto e Lucius non sarebbe finito in carcere." Gridò, restando senza fiato per la fitta di dolore allo stomaco che la fece trasalire. Blaise la guardò shoccato, incredulo di fronte alle sue parole. Non ci stava più capendo niente... Cosa avrebbe dovuto controllare, esattamente? Cos'era successo in quel dannato ufficio? Ma soprattutto... Non era felice che i mangiamorte fossero finiti ad Azkaban? Amava così tanto Draco da preferire i mangiamorte in libertà piuttosto che dietro le sbarre? Era veramente sbigottito.
"Granger...Ti sei pentita di aver fatto arrestare i mangiamorte? Black è morto? E tu cosa diamine hai che ogni volta ti stringi lo stomaco." Farfugliò il moro, sempre più sorpreso dal comportamento della ragazza.
Hermione si riscosse, sgranando gli occhi a sua volta incredula. Non poteva crederci di averlo detto seriamente...Tutta quella situazione le aveva dato alla testa. Doveva calmarsi, immediatamente. Prese un respiro profondo, facendo di nuovo una smorfia di dolore a causa delle fitte allo stomaco. Doveva delle risposte a Blaise, ma non era facile. A mala pena lo conosceva...Le sembrava assurdo confidarsi con lui eppure, era quello che stava facendo e per assurdo, le veniva anche abbastanza spontaneo.
"Era una trappola. Voldemort ha fatto credere ad Harry di aver catturato Sirius e di averlo portato nell'ufficio misteri nella sala delle profezie per costringerlo a prendere una profezia che riguardava lui ed Harry, mentre lo torturava. Harry ci ha creduto... Abbiamo controllato che Sirius fosse a casa prima di partire, ma non abbiamo guardato abbastanza bene. Ci siamo fatti prendere dalla fretta e ci siamo limitati a chiamarlo alcune volte e quando non ha risposto, siamo immediatamente partiti. In realtà Sirius era in soffitta...E' una lunga storia. Resta il fatto che è stata tutta una trappola e che io non ho fatto abbastanza per impedire ad Harry di partire. Quando siamo arrivati al ministero ci siamo precipitati nell'ufficio misteri e quando abbiamo trovato la sala delle profezie, ci siamo quasi subito resi conto che di Sirius non c'era nemmeno l'ombra. Ad aspettarci, c'erano solamente i mangiamorte. Voldemort ha sfruttato Harry per prendere la profezia e cercare di catturare anche lui in un colpo solo.
Siamo riusciti a combattere e a tenerli a bada,ma eravamo in grave svantaggio sia numerico che di preparazione magica e a un certo punto ci siamo persi e divisi a gruppi. Abbiamo di nuovo combattuto contro i mangiamorte che via via ci siamo trovati davanti, ma eravamo seriamente in difficoltà. Non so come, a un certo punto ci siamo ritrovati e abbiamo raggiunto una stanza dove al centro si trova un antico arco coperto da un velo e ancora una volta, ci hanno trovati i mangiamorte. Abbiamo iniziato nuovamente a combattere, ma lì ho seriamente temuto che saremmo tutti morti. Erano avversari troppo forti per noi e non avremmo resistito a lungo da soli. Ma incredibilmente, dopo un po' che stavamo combattendo, sono arrivati in nostro soccorso una parte dei membri dell'ordine della fenice tra i quali, c'era anche Sirius. Possiamo ringraziare loro se siamo tutti vivi, e anche Silente, che a un certo punto ci ha raggiunti. Durante lo scontro però a un certo punto Bellatrix e Sirius hanno iniziato a duellare e Bellatrix...Bellatrix ha ucciso Sirius e io nel frattempo sono stata colpita alle spalle da un incantesimo diretto allo stomaco. Sicuramente magia nera... Sono svenuta e da quel momento in poi, non ho visto altro. Io mi sono risvegliata in infermeria e quello che è successo dopo me l'hanno spiegato gli altri. Silente è riuscito a catturare i mangiamorte, esclusa Bellatrix che Harry, ha inseguito fin nell'atrio del ministero ed è a quel punto che è arrivato anche Voldemort in persona. Silente li ha raggiunti in tempo insieme a tutti gli altri e ha iniziato a combattere contro Voldemort. Il tutto è finito quando hanno iniziato ad arrivare i membri del ministero della magia, compreso Carramel, che finalmente lo ha visto e ha dovuto ammettere il ritorno di Voldemort. Lui però si è smaterializzato portandosi dietro Bellatrix. Silente ha creato una passaporta per Harry che l'ha riportato al castello mentre noi, siamo tornati ad Hogsmeade tramite smaterializzazione congiunta insieme agli altri membri dell'ordine, che ci hanno portato in infermeria."Spiegò con gli occhi lucidi e un grosso nodo in gola. Se chiudeva gli occhi, riusciva chiaramente a rivedere tutto quello che era successo, compreso Sirius che attraversava il velo, sparendo nel nulla senza lasciare traccia di sé stesso. Ripensarci faceva incredibilmente male, perché lui non si meritava quella morte e se lei avesse fatto di più, probabilmente a quell'ora sarebbe stato al sicuro a Grimmald place. Blaise sentì una sensazione di gelo stringergli lo stomaco e scendergli lungo la schiena. Quello che avevano affrontato doveva essere stato orribile... E si rese conto di quanto fossero realmente coraggiosi. Potevano stare simpatici come no, ma avevano una forza e un coraggio incredibile e non lo si poteva negare. Poteva solamente immaginare il suo stato d'animo, ma non capiva perché volesse darsi a tutti i costi la colpa per qualcosa che lei non aveva fatto. Se si sentiva in colpa nei confronti di Draco, poteva capirla...Ma la colpa non era sua. Lucius dopo tutto era realmente colpevole ed era stato colto in flagrante e ciò, non poteva essere colpa sua. Sarebbe stata colpa sua se avesse dato prove false e avesse fatto arrestare un innocente ma nel suo caso...
"Granger... Deve essere stato veramente orribile e sono seriamente dispiaciuto per la vostra perdita. Ma non è colpa tua...Tu hai fatto fin troppo. Ci siete finiti tutti in mezzo e non poteva andare diversamente anzi, sarebbe potuto andare diversamente ma in quel caso, forse, adesso non sarei qua a parlarti. Purtroppo Lucius è colpevole ed è stato preso con le mani nel sacco. Voi tutti siete stati ingannati e avete fatto il possibile per uscirne vivi, cosa che avrei fatto pure io. Non è colpa tua se Lucius è finito in carcere la colpa principale, è solo ed esclusivamente sua che tanti anni fa, ha deciso di condannarsi per il resto della sua vita. Capisco che tua stia male per Draco e che non avresti mai voluto che accadesse una cosa simile però...è successa per cause che non dipendono da te. Adesso Draco è confuso e arrabbiato con il mondo ma in cuor suo, sa che non è colpa tua.
Ed è per questo che sono qua, in piena notte, a parlare con te. Prima della fine della scuola dovrete confrontarvi e probabilmente Draco reagirà male, se la prenderà con te, magari ti ferirà con le parole. Ma ti chiedo un grosso favore...Non ti arrendere. Se Draco è una persona migliore, è principalmente grazie a te. Non permettergli di circondarsi nuovamente e totalmente dalle tenebre. Io cerco di aiutarlo come posso, ma ho dei limiti pure io e dove non arrivo io, l'unica che può arrivarci sei tu. Non voltargli le spalle...Non ora che ha più bisogno che mai del nostro appoggio." Hermione sentì le lacrime pizzicarle gli occhi, desiderose di scendere. Quel discorso l'aveva seriamente colpita nel profondo e le parole di Blaise, erano riuscite a farla sentire meno in colpa. Forse, dopo tutto, aveva ragione...Però, sul fatto che lei avrebbe potuto e dovuto fare di più, non poteva cambiare idea, perché era la verità. In ogni caso annuì, con un groppo in gola.
"Io lo amo Blaise. Sono passata sopra a tutto quello che mi ha fatto e detto negli anni passati. Sono passata sopra al fatto che suo padre e quasi tutti i suoi parenti siano mangiamorte fedeli sostenitori di Voldemort. Sono passata sopra ad ogni cosa, per lui, che si è dimostrato diverso da quello che avevo sempre creduto. Mi sono innamorata di lui...Dei suoi pregi e dei suoi difetti e spero che il nostro anore sia abbastanza forte,anche da parte sua, da permetterci di superare anche questa, insieme. Io non gli volterò mai le spalle, farò di tutto per non farlo allontanare...Ma lui deve collaborare Blaise. E ho tanta paura." Sussurró, sentendo le lacrime scivolarle lungo le guance.
"Sei davvero in gamba Granger. Se Draco a te non ci tenesse davvero, non sarebbe arrivato a tanto. Non so cosa gli stia frullando nella testa ma so che sei una ragazza forte e che qualsiasi cosa accadrà, non mollerai. Non ti arrendere, prima o poi ci sarà il lieto fine." Le rispose, credendo veramente in quelle parole. Non sapeva quando, non sapeva come...Ma era certo che un giorno per loro ci sarebbe stato il lieto fine. Hermione si sentì scaldare il cuore a quelle parole, sentendo una profonda sensazione di gratitudine verso quel ragazzo che a mala pena conosceva.
"Blaise, non so come ringraziarti...Posso considerarti...Una specie di amico?" Gli chiese piano, osservando attentamente la sua reazione. Blaise inarcò un sopracciglio, guardandola divertito.
"Posso considerarti una specie di amica, Granger?" Le chiese di rimando. La riccia sorrise, per la vera prima volta da quando era accaduto il disastro all'interno dell'ufficio misteri.
"Penso di si, se vuoi."
"Allora siamo una specie di amici, Granger. Abbiamo fatto una bella chiacchierata ma direi che è ora di andare a dormire quindi, ti auguro buina notte Granger, anche se tra un po', potrei darti il buongiorno." Sogghignó, sentendo però improvvisamente la stanchezza calare su di sé.
"Hai decisamente ragione...Buona notte Zabini...E Grazie ancora. Fai attenzione a tornare in sala comune." Gli rispose la ragazza. Blaise annuì, sentendosi molto più sollevato rispetto a qualche ora prima. Si alzò dallo sgabello e prima di disilludersi, la salutò un'ultima volta.
"Tranquilla Granger. Al massimo mi vedrai apparire in infermeria a farti compagnia oppure, ti manderò mie notizie dal barone sanguinario." La prese in giro. Hermione ridacchiò, stendosi nuovamente e delicatamente sotto il lenzuolo.
"Preferisco che tu arrivi nella vostra sala comune tutto intero. Non ci tengo proprio ad avere a che fare con il vostro fantasma." Gli rispose, sentendo il torpore avvolgerle il corpo.
"Non lo mettevo in dubbio Granger. Ti lascio dormire, senza che il barone sanguinario venga a farti visita. Ho insonorizzato lo spazio, annullo l'incantesimo e scappo dell'infermeria prima che Madama Chips si accorga che c'è qualcosa che non va." Dopo quell'ultima affermazione, Hermione lo salutò per un ultima volta e quando il ragazzo fu scomparso del tutto, molto più tranquilla, si fece di nuovo avvolgere dal sonno...
-Ciao a tutti ragazzi, lo so che anche questa volta ho fatto una lunghissima assenza e magari vi sarete anche rotti le scatole e vi capirei benissimo però, ormai siamo quasi alla fine. Nel prossimo capitolo ci sarà lo scontro faccia a faccia tra Draco ed Hermione e poi, il mio sangue è uguale al tuo sarà definitivamente concluso. Una volta che avrò corretto tutta la storia e mi sarò preparata qualche capitolo, inizierò a pubblicare il sequel. Purtroppo negli ultimi tempi ho riscontrato veramente tanti problemi e non ce l'ho più fatta ad aggiornare regolarmente. Io non so come facciano tutte quelle persone che scrivono capitoli lunghi quanto i miei o anche più lunghi, a pubblicare anche più volte la settimana ma io, proprio non ce la faccio perché è veramente impegnativo e richiede tantissimo tempo ma in ogni caso, tanto di cappello a loro. Per l'ultimo capitolo cercherò di non farvi aspettare quasi altri due mesi anzi, mi metto un limite di massimo due settimane che cercherò di rispettare in tutti i modi. Vi chiedo solamente di essere pazienti e di cercare di capirmi ❤. Spero anche che vi siate affezionati alla mia storia e che decidiate di arrivare fino in fondo e di seguirmi anche nel sequel, ne sarei infinitamente felice ❤. Vi ringrazio veramente di tutto e mi scuso per l'ennesima volta per le mie lunghe assenze ma credetemi, non sono volontarie. Un bacio grandissimo a tutti voi che leggete ❤. -
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