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il mio sangue è uguale al tuo -Prima parte-

Il tempo era passato ma per Draco, erano state le ore più lunghe della sua vita, come se l'orologio non avesse scandito bene il tempo e quest'ultimo, si fosse più volte fermato. Perché a lui i minuti erano sembrate ore e le ore, erano sembrate decenni. Non aveva dormito affatto, perché una sensazione sgradevole,quasi dolorosa, mista a un orribile presentimento, gli avevano corroso le viscere e stretto lo stomaco in una morsa d'acciaio, impedendogli di prendere sonno e dopo una lunga notte passata in bianco, le occhiaie, quelle ombre violacee che stonavano con la sua carnagione chiara, segnavano la sua pelle diafana, dandogli un aspetto trasandato e stanco che non aveva niente a che vedere con la solita immagine impeccabile di Draco Malfoy. 

Aveva provato e provava sentimenti contrastanti, che facevano a cazzotti tra di loro, mentre si aggirava come un leone in gabbia per il perimetro della sua stanza, senza sapere che ore fossero, senza avere uno straccio di notizia, senza aver più saputo niente di niente. Da lì, sotto le profondità del lago nero, regnava solamente il silenzio, facendolo sentire ancor più fuori dal mondo. Poteva essere ancora notte fonda, come poteva essere l'alba o pieno pomeriggio ma stava di fatto che laggiù, non arrivava nemmeno uno spiraglio di luce, se non il riflesso verdastro delle acque turbolente del lago nero e, lo stesso, valeva per le notizie che circolavano per i corridoi. Laggiù, nelle viscere del castello, le notizie e i pettegolezzi arrivavano sempre per ultimi, passando prima di bocca in bocca.

Il cuore gli batteva come impazzito nel petto, mentre una vocina subdola del suo cervello gli suggeriva che quella notte, qualcosa di orribile era avvenuto. Il suo pensiero volò per la millesima volta ad Hermione Granger e per la millesima volta, sentì come un cazzotto nello stomaco mozzargli il respiro. Non riusciva a non provare preoccupazione al pensiero di ciò che poteva esserle accaduto, sentimento strano quanto assurdo per lui, che fino a pochi mesi prima, non si era mai preoccupato di nessuno se non di sé stesso.

Al tempo stesso però, provava rabbia e risentimento nei suoi confronti. Una rabbia cocente, che lo corrodeva, che anche se in fondo non voleva ammetterlo, poteva associare solamente ad un unico sentimento...La gelosia.

E odiava ammetterlo perchè se era geloso lo era perché lei aveva scelto di seguire Potter invece che restare con lui al castello ed essere geloso di Potter, era intollerabile e vergognoso da parte sua eppure, era la stramaledetta verità. Contrasse la mascella con rabbia, desideroso di prendere lo sfregiato e ridurlo in mille pezzi. Forse, stava impazzendo. Pur quanto odiasse Potter, non riusciva ad accettare di odiarlo ancora di più perché lo vedeva come un possibile rivale con il quale contendersi una donna. La SUA donna, pensò rabbioso.

Ma non poteva non pensare che era stata lei, di sua volontà, a scegliere di seguirlo, per l'ennesima volta. Non gli importava il perché lo avesse fatto...Il tarlo nella sua testa gli suggeriva solamente che lo aveva scelto, come sempre, senza pensarci due volte. Avrebbe potuto scegliere lui, invece che lo sfregiato. Sarebbe potuta restare, inventarsi una scusa per non andare e rimanere con lui, invece che andare a rischiare l'osso del collo per seguire Potter nelle sue avventure scervellate ma ovviamente no, era partita ugualmente, nonostante lui l'avesse quasi supplicata, motivo in più per vergognarsi. Lui, Draco Malfoy, che supplicava una donna di restare. Ma ovviamente, doveva tenere in conto il suo spirito grifondoro e il fatto che non si sarebbe mai tirata indietro, a prescindere, da un qualsiasi atto comportasse gesta eroiche. Grugní tra sé, chiedendosi dove diavolo sarebbe andato a finire. Come poteva essersi ridotto in quel modo, proprio lui, Draco Malfoy?

A quel pensiero storse il naso in una smorfia di risentimento, mista ad altri sentimenti che non seppe ben interpretare. Ma come si era ridotto...L'amore...Fino a pochi mesi prima non ci aveva mai  minimamente pensato perché per lui l'amore era sempre stato un sentimento sciocco e per persone deboli e credulone, che arrivavano al punto di mettere sé stessi, la propria vita, i propri progetti e i propri sogni in secondo piano pur di rendere felice un'altra persona. A quale scopo? Eppure, c'era cascato in pieno anche lui con tutti e due i piedi.

Si era lasciato coinvolgere, dalla persona più impensabile che avrebbe mai potuto anche solo immaginare, un giorno, di volere nella sua vita come figura costante e importante. Eppure, era successo. Quella strega gli era entrata dentro, artigliandogli il cuore, stregandolo con quei suoi occhi luminosi color caramello e con quei ricci ribelli e sempre in disordine. In disordine come la sua vita, in disordine come il caos che aveva nella testa.

La sua vita si era completamente stravolta e ogni sua certezza era crollata come un misero castello di carte, da quando lei era entrata nella sua vita, come un uragano. Era cambiato, l'aveva cambiato, e non sapeva se ciò fosse un bene oppure un male perché da lì a breve sarebbe tornato a casa e non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe trovato al suo ritorno ma se una cosa era certa, quella era che non avrebbe dovuto far trasparire nulla di nulla, per non destare alcun sospetto su quello che aveva fatto durante quell'anno scolastico. Se qualcuno della sua famiglia avesse scoperto ciò, non era certo se ne sarebbe uscito vivo. Forse sua madre sarebbe rimasta al suo fianco, ma non poteva permettere, ora come ora, che lei rischiasse così tanto per lui.

Ma i suoi pensieri cupi vennero improvvisamente interrotti da un bussare leggero alla porta, che gli fece alzare di scatto la testa e aumentare il battito cardiaco. Non aveva idea di che ora fosse ma indubbiamente, solamente una persona poteva andare a bussare alla sua porta senza preavviso e infatti, quando sentì la voce del suo migliore amico chiamarlo, non ne restò sorpreso, pur quanto l'agitazione improvvisa gli schizzó alle stelle.

"Draco, sei sveglio?" Il biondo sentì il cuore schiantarsi contro la cassa toracica e il brutto presentimento che aveva sentito fino ad allora, prendere sempre più forma e consistenza perché dal tono di voce di Blaise, intuì che l'amico non portava buone notizie. Ma senza rispondere e cercando di mantenere un certo contegno, si avvicinò a passo svelto alla porta, abbassando forse fin troppo bruscamente la maniglia di quest'ultima, che fece scattare la serratura e si aprì, mostrando sulla soglia un Blaise Zabini teso e scuro in volto.

Il moro alla vista di Draco, dopo un'attenta analisi da capo a piedi che si concentrò sulle ochiaie scure, sospirò pesantemente, ricambiando lo sguardo del giovane ed accettando il tacito invito ad entrare, chiudendosi poco dopo la porta alle spalle.

"Immaginavo che tu non avessi chiuso occhio." Iniziò il discorso, facendo stringere le labbra a Draco in un gesto di disapprovazione, perché odiava i mezzi termini. E se Blaise doveva dirgli qualcosa, voleva che lo facesse subito, senza divagare girandoci inutilmente intorno.

"Blaise, non girarci intorno ...Se è successo qualcosa e tu hai delle notizie da riferirmi, parla senza mezzi termini." Lo incitò spiccio, facendolo trasalire colto di sorpresa. Il moro lo guardò negli occhi per alcuni secondi, soppesando le sue parole infine, sospiró bruscamente.

"Non riuscivo a dormire nemmeno io, quindi sono uscito per andare in sala comune a passare un po' il tempo. Non volevo disturbarti solo che, quando sono arrivato, mi sono accorto che c'erano ancora gli elfi domestici a pulire e li ho sentiti parlare. Per evitare di farmi vedere e sentire sono rimasto nascosto nell'ombra e ho capito che stavano discutendo di un avvenimento stravolgente accaduto questa notte al ministero della magia.

Mi sono subito messo in ascolto e... Draco, l'avventura di Potter e gli altri nell'ufficio misteri sarà su tutti i giornali. Gli elfi non hanno fatto i loro nomi, ma noi che sappiamo quello che avevano in mente, possiamo benissimo fare due più due. Non ho ben chiaro cosa sia successo ma da quello che ho sentito, Carramell ha dovuto ammettere pubblicamente che...Che colui che non deve essere noninato è risorto." La voce gli tremò, costringendolo a prendere una pausa, mentre il cuore di Draco perse alcuni battiti.

"Non posso darti notizie affidabili al cento per cento, ma da quello che ho sentito dire dagli elfi, c'è stata una specie di battaglia, che ha portato a una retata di massa mentre alcuni studenti, sono stati trasportati d'urgenza in infermeria perché rimasti feriti." Draco si sentì gelare da capo a piedi e una sensazione di terrore che non aveva mai provato, gli artiglió le viscere, facendolo impallidire ancora di più. La vocina nella sua testa gli suggerì che il peggio non era ancora arrivato e improvvisamente, nella sua mente, apparve il volto di Hermione Granger per la millesima volta.

Cosa ne era stato di lei? Cosa diavolo era successo al ministero? Perché era partita? Chi era stato arrestato? Un brivido gli scese lungo la spina dorsale e il volto di suo padre, gli balenó davanti agli occhi. Gli tornarono in mente anche le parole sussurrate della ragazza, che gli aveva rivolto poco prima di partire e una nuova ondata di terrore, lo travolse da capo a piedi. Non aveva idea di cosa diavolo fosse successo ma sicuramente, non poteva aspettarsi niente di buono.

Nuova bile acida, mista a rabbia, paura e frustazione, gli corrose le viscere. Voleva delle risposte, voleva la verità, voleva sfogare la sua ira contro qualcosa o qualcuno. Voleva gridare a pieni polmoni fino a perdere la voce...Ma per il momento, non fece niente di tutto ciò.

Strinse la mascella e distolse lo sguardo da quello dell'amico, cercando di darsi un contegno per quello che poteva. Non voleva mostrarsi debole e spaventato, non voleva ammettere ad alta voce i suoi sentimenti contrastanti perché tanto, di lì a breve, avrebbe avuto le risposte che cercava...Certo che non sarebbero state per niente positive. Ma non voleva essere compatito, nemmeno dal suo migliore amico. Non voleva ammettere che aveva paura e che era certo che qualsiasi cosa fosse successa, indubbiamente avrebbe portato a terribili conseguenze.

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Dolore.

L'unica cosa che Hermione riusciva a percepire, oltre al buio opprimente, erano dolore e alcune voci che le sembrava arrivassero da chilometri di distanza. Il dolore era una sensazione bruciante e lancinante all'altezza dello stomaco, che le fece stringere i denti con forza per impedirsi di gridare. Non aveva la più pallida idea di quello che le fosse successo e l'agitazione, l'assalì con prepotenza.

Sicuramente non poteva essere morta perché se lo fosse stata, non credeva che avrebbe potuto provare così tanto dolore. Però non vedeva niente e sentiva gli arti pesanti, addormentati, come se fossero staccati dal suo corpo e improvvisamente, brividi freddi e i ricordi di quella notte l'assalirono con la forza di un boomerang lanciato a tutta velocità.

La battaglia nell'ufficio misteri, i mangiamorte, lo sguardo gelido e cinico di Lucius Malfoy, Sirius che oltrepassava il velo e infine, il dolore che si era irradiato fino allo stomaco e l'oblio che l'aveva accompagnata fino a quel momento. Rabbrividì, provando il desiderio di piangere. Qualcuno, sicuramente uno dei tanti mangiamorte presenti, doveva averla colpita con un incantesimo, mettendola fuori gioco. Ma non aveva la più pallida idea di quale incantesimo si trattasse e della sua gravità. Rabbrividì nuovamente, questa volta pensando con orrore a quello che poteva esserle successo.

Perché non si svegliava? Perché si sentiva così intorpidita? E se l'incantesimo che l'aveva colpita fosse stato in realtà una maledizione che le aveva lasciato danni permanenti? Poteva essere rimasta paralizzata, o poteva aver perso qualche arto che, se mutilato da una maledizione, nemmeno tutte le conoscenze di madama Chips glielo avrebbero potuto far tornare al suo posto.

"Poppi, com'è la situazione?" Hermione captó improvvisamente la voce pacata di...Albus Silente? Cercò di concentratsi maggiormente, sentendo il cuore battere più forte, nella speranza di riuscire a capire cosa fosse successo.

"Albus ma cos'è successo, buon cielo? Questi ragazzi sarebbero potuti morire. La signorina Weasley, la signorina Lovegood e il signor Paciock li ho sistemati in un batter d'occhio, non hanno subito gravi danni. Quelli che ne sono usciti peggio sono il signor Weasley e la signorina Granger, ma entrambi si riprenderanno, anche se avranno bisogno di più tempo. Le maledizioni che li hanno colpiti sono state potenti, ma non abbastanza da danneggiarli in modo più grave...Nel complesso, sono stati fortunati. Il signor Potter invece come sta?" Hermione a quelle parole si calmó leggermente, sentendo il cuore diminuire il battito cardiaco. Sapere che, seppur non fosse in gran forma, era pur sempre tutta intera e si sarebbe ripresa, riuscì in parte a tranquillizzarla. Forse Madama Chips l'aveva sedata per tenerla buona ed era per quello che sentiva gli arti pesanti e intorpiditi. Pensò anche agli amici e sentì il cuore più leggero nel sapere che stavano tutti bene anche se, improvvisamente, pensò ad Harry e il cuore, le si accartocciò dolorosamente.

Harry...Come stava? Cosa gli era successo? Gli ultimi ricordi che lei aveva erano quelli di Sirius che attraversava il velo e la battaglia che infuriava davanti ai suoi occhi ma poi, buio totale. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo dopo. E soprattutto, che fine avevano fatto i mangiamorte? Cosa ne era stato di Lucius Malfoy? I membri del ministero li avevano forse catturati ed arrestati? Non ne aveva la più pallida idea e la paura, la assalì nuovamente.

Ma già sapere che Sirius era morto, le fece nuovamente venir voglia di piangere, perché non era maledettamente giusto, perché non meritava quella fine ed Harry, non meritava quell'ulteriore dolore e perdita. Aveva perso il suo padrino...L'ultima persona che poteva considerare una specie di genitore, che in quei pochi anni che aveva avuto a disposizione, gli era stato accanto alla meglio, consigliandolo e aiutandolo come avrebbe fatto un genitore e adesso che era morto, oltre ad essere nuovamente solo, era certa che Harry non se lo sarebbe mai perdonato perché si sarebbe sentito responsabile della sua morte.

Perché il destino doveva essere così crudele con il suo migliore amico? Perché lei non aveva fatto di più per aiutarlo? In parte si sentiva responsabile, perché aveva pensato troppo a sé stessa, trascurando gli amici. Se invece non fosse stata così distratta, forse qualcosa avrebbe potuto fare, forse ci avrebbe potuto ragionare meglio. Ma la voce di Madama Chips, la distrasse di nuovo.

"Oh Albus...Cosa ne sarà del mondo magico?" Aggiunse madama Chips con voce tremante.

"Purtroppo, poppy, credo che arriveranno tempi molto bui. Credo che sia arrivato il momento, era inevitabile. Non nego che sono preoccupato, ma non posso nemmeno mentire. Dobbiamo prepararci ad affrontare una seconda guerra magica, prima che sia troppo tardi. La cosa positiva è che finalmente il ministro ha ammesso pubblicamente il ritorno di Voldemort.Ed Harry...La situazione è complicata. Preferisco non parlarne adesso. Comunque fisicamente è provato ma sta bene. Ho temuto per questi ragazzi, ma sapere che si riprenderanno tutti quanti mi rincuora." Commentò Silente, con un tono di voce così grave che Hermione si sentì rabbrividire. Poco dopo sentì Madama Chips emettere un versetto strozzato, molto simile a un singulto.

"Una seconda guerra magica, Albus? Già la prima è stata devastante, ci sono stati migliaia e migliaia di morti. Il mondo magico non è pronto ad affrontare un'altra guerra...Nessuno è pronto a rivivere tutto quel dolore, tutto quel male, tutte quelle morti atroci." Sussurró l'infermiera, facendo rabbrividire Hermione che, finalmente, iniziava a sentirsi più padrona del proprio corpo. Aveva letto vari libri riguardanti la prima guerra magica, fin da quando era ancora al primo anno, restando sconvolta dagli orrori e dagli scempi che erano stati compiuti. Quindi poteva capire il terrore di Madama Chips, nel sentire quella notizia orribile.

Quella era stata la storica guerra dove Lily Evans e James Potter avevano perso la vita ed Harry era sopravvissuto a Voldemort, facendolo sparire nel nulla. Era stata la guerra che sembrava avesse finalmente segnato la pace nel mondo magico. Quella pace che però, purtroppo, dopo quindici anni, si era dimostrata destinata a non durare.

Alla tenera età di undici anni, non si sarebbe mai aspettata che un giorno avrebbe dovuto affrontare una guerra ma ormai, era evidente...Il mondo magico era nuovamente in pericolo e la popolazione si sarebbe dovuta preparare ad affrontare una nuova terribile battaglia nella quale anche lei, presto, ne avrebbe preso parte. Rabbrividì nuovamente, rendendosi conto forse per la prima volta di quanto nel mondo magico la sua vita fosse nelle mani di altre persone, in quel caso caso nelle mani di Voldemort. Se durante la guerra qualcosa fosse andato storto, lei sarebbe potuta morire da un giorno all'altro.

Ormai era logico...Adesso che il mondo magico avrebbe finalmente saputo del ritorno ufficiale di Voldemort, quest'ultimo non avrebbe più agito dietro le quinte e probabilmente, presto avrebbe scatenato l'inferno. Fino a quel momento aveva agito nell'ombra, sfruttando la situazione mediatica che si era creata, dove Harry e Silente erano stati scambiati per pazzi megalomani. Ma adesso che la verità era venuta a galla, sicuramente tutto sarebbe cambiato. Voldemort si sarebbe sicuramente infuriato per il fallimento della missione, dove la profezia che tanto aveva bramato era andata distrutta, e per tutto ciò che poteva essere accaduto dopo che lei era andata ko. A quel pensiero, il cuore le tremò nel petto, facendola rabbrividire.

Il volto di Draco le balenó in mente e una profonda sensazione di nausea, le contrasse ulteriormente lo stomaco. Si sentì profondamente in colpa e al tempo stesso angosciata, perché non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo ma aveva il brutto presentimento che Lucius fosse stato catturato e se così fosse veramente stato, non aveva idea di quello che sarebbe potuto accadere a Draco e a sua madre.

Certo, Lucius era una persona spregevole e Azkanan, se la meritava più di molti altri però, se davvero quella notte fosse stato arrestato, non poteva non sentirsi in colpa nei confronti di Draco perché anche se non era lei ad essere nel torto, in parte sarebbe pur sempre stata colpa sua. Era pur sempre il padre di Draco, pur quanto odiasse ammetterlo, e anche se Draco era diverso, se gli fosse successo qualcosa era certa che non l'avrebbe presa affatto bene.

Le promesse che si erano fatti poche ore prima le sembravano distanti anni luce...Era certa che Draco, in base a quello che poteva essere successo, si sarebbe infuriato e non aveva idea di come sarebbe andata a finire tra loro in quel caso.

Non voleva perderlo.

Non sapendo di preciso cosa fosse successo, non era ancora scritto da nessuna parte che le cose tra loro sarebbero andate a finire male però, non poteva escluderlo e con il poco tempo che avevano ormai a disposizione, non aveva idea di come avrebbe potuto chiarire la situazione facendolo ragionare, lasciando calmare le acque. La loro era una situazione difficile, ingarbugliata, contorta e in base a quello che poteva essere successo, sarebbe stato ancora peggio.

La loro relazione era nata su basi instabili, dove entrambi avevano dovuto rimangiarsi molte cose ed estirpare tanti pregiudizi, soprattutto Draco e alla fine, insieme, avevano ufficializzato la loro relazione pochi mesi prima e non era ancora certa che il loro amore fosse giá abbastanza forte e stabile da riuscire a superare eventuali problemi così grossi. La voce del preside però la distrasse nuovamente.

"Lo so Poppi, ma una battaglia sarà inevitabile. Dovremo arrivare alla fine dei conti, dove o il bene o il male prenderà il sopravvento e se vogliamo essere noi a vincere questa guerra, dobbiamo prepararci a combattere ma adesso, non è il momento di parlarne. Io devo tornare da Harry, avremo molto di cui discutere. Tu prenditi cura di questi ragazzi...La signorina Granger si sta svegliando." Mormorò Albus, facendo sussultare la riccia, che sentì il suo sguardo penetrante scavarle fin dentro l'anima.

"Certamente Albus...Tu stai bene? Hai bisogno di cure?" Mormorò flebilmente l'infermiera.

"No Poppi, sto bene, ti ringrazio. Tornerò più tardi per avere nuovi aggiornamenti sullo stato di salute della signorina Granger e del signor Weasley." Mormorò l'uomo, salutando per un ultima volta l'infermiera prima di lasciare la stanza.

Hermione dopo le parole del preside provò a muovere la dita delle mani, sentendo tornare la sensibilità e di conseguenza, provò anche ad aprire gli occhi, riuscendo a mettere faticosamente a fuoco lambiente circostante. La flebile luce delle candele però la fecero ugualmente gemere di dolore, facendole immediatamente serrare gli occhi. Dei passetti veloci e un cigolio metallico annunciarono l'arrivo tempestivo dell'infermiera e del suo carrello carico di pozioni curative.

"Signorina Granger, ti sei svegliata finalmente." Affermò l'infermiera, tirando un sospiro di sollievo

"D-da q-quanto tempo sono qua? Cosa mi è successo? Cos'è successo al ministero?" Riuscì a chiedere la riccia, con la gola in fiamme e la voce più roca di quello che si sarebbe mai aspettata.

"Non agitarti, adesso devi solamente riposare visto che ti sei appena svegliata. Sappi solamente che ti riprenderai completamente, anche se avrai bisogno di cure e tanto riposo. Qua sul carrello ho una pozione che funziona da antidolorifico e al tempp stesso da sonnifero. Devi berla tutta, in questo modo ti sentirai meglio e avrai otto ore di sonno senza sogni assicurate." Le rispose in fretta Madama Chips, ignorando palesemente la sua domanda.

"Per favore Madama Chips, ho riposato abbastanza, mi dica cos'è successo di preciso." La supplicó la riccia, insistendo, riuscendo lentamente ad aprire gli occhi fino a mettere a fuoco la donna, nin senza fatica e qualche smorfia di dolore dovuta allo sforzo. Quest'ultima sbuffò spazientita, lanciandole un'occhiata severa nel mentre che continuava a trafficare con le pozioni che aveva davanti a sé.

"Signorina Granger sei stata colpita allo stomaco da una brutta maledizione che fortunatamente, non è stata abbastanza potente da lasciarti danni permanenti. Questo però non implica che tu non abbia bisogno di riposo e che domattina verrai dimessa. In queste ore non hai riposato, sei stata in coma e ci hai fatto prendere un bello spavento e adesso che ti sei svegliata, hai seriamente bisogno di riprenderti. I tuoi amici stanno bene, anche il Signor Weasley si riprenderà però, avete subito un bello shock e dovrete starvene buoni per un po', piccoli incoscienti. I mangiamorte invece sono stati tutti arrestati, di loro nin dovete preoccuparvi, siete al sicuro adesso." Le spiegó la Chips con un tono severo intriso però di preoccupazione.

La riccia trasalì, sentendo il cuore schiantarsi contro il petto. Il suo peggior timore aveva appena ricevuto conferma. Lucius era stato arrestato e di lì a breve, sarebbe stato su tutti i giornali. Draco l'avrebbe saputo e si sarebbe infuriato...E come biasimarlo dopo tutto. Ma di loro, cosa ne sarebbe stato?

Nel frattempo Madama Chips le porse un bicchiere colmo di una pozione blu elettrico ma la riccia, a mala pena se ne accorse. Nonostante avesse sfiorato la morte, le sue priorità erano  ben altre. Doveva parlare con Ginny e il prima possibile, avrebbe dovuto parlare anche con Draco. Non aveva tempo, non poteva aspettare troppo a lungo.

"Domani posso vedere i miei amici?" Chiese in fretta, ignorando il dolore e le parole dell'infermiera dove le aveva detto che doveva riposare. Madama Chips strinse le labbra in una linea sottile, senza scomporsi troppo ma alla fine, annuì.

"Sì Signorina Granger, ma una persona per volta e senza alzarsi dal letto. Adesso però prendi la pozione, forza. Hai bisogno di riposare." Tagliò corto. La riccia annuì silenziosamente, consapevole che per il momento non avrebbe saputo altro e insistendo, non avrebbe ottenuto niente di positivo a suo vantaggio. Accettò dunque la pozione. Forse riposare le avrebbe fatto bene, perché al momento non avrebbe ugualmente potuto fare altro. Le fitte allo stomaco, pur quanto cercasse di sopportare, erano veramente dolorose e anche un forte mal di testa aveva preso il sopravvento. In quelle condizioni, sarebbe decisamente andata poco lontano. Per questo accettò la pozione, cercando di tenere a bada la sua paura e i suoi sensi di colpa, nella speranza di riuscire a riposare almeno per qualche ora come le aveva detto Madama Chips.

Portò il bicchiere alle labbra, ingerendo un piccolo sorso che le fece storgere il naso in una smorfia di disgusto ma senza protestare, mandò giù anche il resto della pozione, sotto lo sguardo attento dell'infermiera che una volta finito, le recuperò il bicchiere di mano. La riccia sentì gli occhi farsi pesanti e prima di cadere nell'oblio, il volto di Draco le apparve davanti agli occhi e dalle labbra, mentre una lacrima solitaria le scivolava sulla guancia sotto lo sguardo sorpreso di Madama Chips, mormorò un "Mi dispiace..."

-Eccomi qua, sono tornata. Questo per me è un periodo veramente di fuoco e aggiornare purtroppo non è facile. Anche se le idee ci sono, perché so come voglio concludere questa prima parte della storia, riportarle per scritto non è altrettanto facile. Serve tanto tempo, che ultimamente non ho avuto, concentrazione e pazienza. Ma quando si parte di casa la mattina alle 8 e si torna a casa la sera alle 20, la stanchezza prende il sopravvento e la concentrazione e voglia di scrivere scarseggiano 😓. Ogni giorno ho scritto un pezzettino, ma ci sono stati giorni dove proprio non ce l'ho fatta a scrivere nemmeno una riga ed è per questo che sto tardando così tanto. Ho diviso il capitolo in due parti, in modo da poter aggiornare e non prolungare ancora di più questa assenza enorme. Il prossimo capitolo inizierò a scriverlo tra oggi e domani e cercherò di pubblicarlo appena posso, però una scadenza non ve la so veramente dare, purtroppo. Per il sequel mi organizzerò in modo diverso, ma ormai per questa sopportatemi così, anche se mi dispiace veramente tanto farvi aspettare 😭. Mi scuso veramente tanto per la lunga attesa, ma per vari problemi proprio non ce la faccio ad aggiornare regolarmente. Cercherò ovviamente di migliorare, anche perché ora viene l'estate e quindi spero di trovare più tempo e calma per scrivere ma in ogni caso, le storie continuano, anche se a ritmi un po' rallentati. Un bacione a tutti e ancora tante scuse ❤.-

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