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Harry Potter Parla chiaro...

Quella notte Hermione dormì un sonno agitato, più volte interrotto dalla preoccupazione che continuava ad assillarla senza tregua. Draco si sarebbe infuriato tanto con lei? Se sì, gli sarebbe passata? Il loro rapporto aveva iniziato a consolidarsi da poco, le basi non erano ancora forti e un litigio grave in quel momento avrebbe potuto rovinare tutto ciò che erano riusciti a creare in quei mesi.

La prospettiva di un Malfoy che tornava ad insultarla e beffeggiarla nei corridoi e durante le lezioni era agghiacciante, le faceva male il solo pensiero e non voleva nemmeno immaginare dal vivo come si sarebbe sentita se mai fosse risuccesso. Negli anni ci aveva fatto il callo e aveva imparato ad ignorarlo, tanto alla fin fine gli insulti erano sempre gli stessi. Ma adesso che lui era cambiato e lei si era abituata a questa nuova realtà, non avrebbe sopportato di tornare al passato.

Sarebbe stato umiliante dopo tutto ciò che avevano passato insieme. Ma doveva essere realista... Draco non avrebbe reagito bene, su quel giornale avrebbe trovato citato il nome di suo padre e quelli dei suoi compagni con l'accusa di essere non solo dei mangiamorte, ma bensì I mangiamorte presenti la notte del ritorno di Voldemort. Sarebbe stato oltraggioso per lui e la sua famiglia... Nonostante avesse intuito che non nutriva un profondo amore verso suo padre, non avrebbe mai accettato un simile affronto pubblico dove il cognome dei Malfoy veniva infangato. Per colpa sua, di Hermione Granger, l'ideatrice di quell'intervista maledetta.

Voleva che Harry riuscisse a far ricredere le persone aprendogli finalmente gli occhi, facendogli accettare la realtà dei fatti, perché non ne poteva più di vedere uno dei suoi migliori amici soffrire. Ma al tempo stesso si era pentita di aver organizzato quella plateata... Le parole di quel sinistro negoziante non l'avevano ancora abbandonata e da una parte, avrebbe veramente voluto riparlargli per riuscire magari a farsi dare maggiori informazioni.

Sapeva però che non era una buona idea, in quanto molto rischiosa. Inoltre, per parlargli non avrebbe potuto aspettare la prossima visita al villaggio, che chissà quando sarebbe stata. E ciò comportava un ulteriore problema, come se non ne avesse già abbastanza. Non poteva correre quell'ulteriore follia, se non provare ad interpretare da sola ciò che le aveva voluto dire quell'uomo...

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La mattina arrivò troppo presto e la riccia fu davvero tentata di restare a letto e fingersi malata. Sarebbe stato un comportamento codardo, poco adatto a una grifondoro,  ma la prospettiva di rimandare lo scontro con Draco non le dispiaceva affatto. Sperava solamente di riuscire a mantenere la calma... Qualsiasi cosa fosse successa, doveva ricordarsi che Draco avrebbe parlato sotto l'effetto della rabbia, probabilmente si sarebbe sentito umiliato, arrabbiato, preso in giro e il suo unico intento sarebbe stato quello di ferirla a sua volta. Doveva incassare e cercare di tranquillizzarlo, dare di matto a sua volta non l'avrebbe portata a niente, non di buono per lo meno.

Con un sospiro pesante si alzò dal letto, guardandosi intorno disorientata. Le servirono alcuni istanti per ricordarsi che non era più nel dormitorio con Lavanda e Calì ma bensì nel suo nuovo appartamento privato. Si sarebbe goduta meglio quel momento, se solo non fosse stata così preoccupata e di cattivo umore. Lanciando uno sguardo fuori dalla finestra si rese conto che il cielo era di un grigio scuro, un po' come il suo umore. Si arrabbiò nuovamente con sé stessa, perché se solo avesse evitato quella stupida intervista adesso non avrebbe avuto tutti quei problemi e in quel momento, si sarebbe goduta a pieno il suo appartamento, sistemandolo al meglio delle sue capacità e dei suoi gusti. 

Già li vedeva...Una marea di libri ben allineati su mensole e scaffali, drappi rosso ed oro che adornavano le pareti e la sua camera da letto, tutte le sue foto preferite che abbellivano l'ambiente, un posto tutto per Grattastinchi dove non dava noia a nessuno e non se la doveva vedere con l'allergia di Lavanda che, ogni volta che il micione rosso faceva il suo ingresso nel dormitorio, iniziava a starnutire e a lamentarsi. Quindi Hermione era quasi sempre stata costretta a farlo dormire in sala comune. 

stiracchiando i muscoli intorpiditi dal sonno indossò le soffici pantofole ai piedi del letto per dirigersi in bagno. Quello era un vero punto a favore che riuscì a risollevarle il morale. Avere un bagno tutto per sé era sempre stato un sogno, che finalmente si era avverato. Niente più fretta nel fare la doccia e nel cambiarsi. Finalmente poteva prendersela comoda. Si ricordò appena in tempo di recuperare dal baule il suo bagnoschiuma alle rose preferito e il suo shampoo alla ciliegia. I suoi genitori gliene mandavano sempre una scorta, sapendo quanto li amasse. Poteva benissimo utilizzare i saponi messi a disposizione nei bagni del castello ma anche quella, era una sua piccola routine babbana, e non voleva separarsene.

Ovviamente era mattina presto, poco più dell'alba, orario a cui si era abituata al alzarsi fin dal primo anno, quando aveva visto che svegliarsi insieme alle compagne, quindi minimo un'ora più tardi, le avrebbe impedito di svolgere le sue attività con la calma necessaria. Adesso che era sola se la sarebbe anche potuta prendere con più leggerezza, ma sarebbe stata dura cambiare il suo ritmo giornaliero dopo ben cinque anni.

Il bagno era pulito, ordinato e di notevoli dimensioni per essere utilizzato da una sola persona. Una doccia bella spaziosa troneggiava in fondo alla stanza e vicina alla finestra che si affacciava sul lago nero. Era molto più ben curata e spaziosa rispetto a quella del dormitorio femminile, cosa che la rallegrò ulteriormente. Si chiuse la porta alle spalle e si rese conto che tutto l'ambiente era ben riscaldato, non sentiva affatto freddo, nonostante non fosse ancora arrivato marzo, anche se ormai mancavano pochi giorni.

Per prima cosa si guardò allo specchio al di sopra del lavandino, notando con uno sbuffo scontento che aveva una pessima cera e un accenno di ombre scure sotto gli occhi. Si sentiva rintontita per la mancanza di sonno di quella notte e l'unica soluzione per riprendersi un po' era proprio una bella doccia, magari avrebbe ripreso anche un po' di colorito normale. Doveva essere sveglia, visto che quella mattina già alla prima ora aveva aritmanzia, e sapeva per certo che avrebbe spiegato un nuovo argomento, e subito dopo due ore di antiche rune. Poi aveva un'ora buca e infine cura delle creature magiche con Harry e Ron. Era una mattina impegnativa e doveva essere attentissima. Stava già iniziando a riordinare gli appunti in prossimità dei G.U.F.O e non poteva assolutamente permettersi di perdere spiegazioni importanti.

Si tolse gli abiti velocemente, andando ad aprire il getto dell'acqua che diventò caldo quasi immediatamente e fu un piacere tuffarcisi sotto. Il getto era forte e le rilassava ogni muscolo teso e affaticato, facendole dimenticare ogni sua preoccupazione. Ben presto un aroma di rosa e uno di ciliegia invasero l'intera stanza e cullarono dolcemente Hermione per una buona ventina di minuti, finché non decise di uscire per asciugarsi e cambiarsi. 

Una volta uscita dal box doccia si sciacquò velocemente il volto con l'acqua fredda per riprendere lucidità, gesto che però la fece anche tornare al presente. Immediatamente si ricordò che a breve l'intervista sarebbe uscita sul nuovo numero del cavillo e Draco, si sarebbe infuriato. Doveva pensare a costruirsi una buona difesa ... Ma con un sospiro triste si rese conto che pensava troppo e che non tutto si poteva risolvere con discorsi ben studiati a tavolino. Draco si sarebbe arrabbiato, anche se lei di colpe non ne aveva se suo padre era un mangiamorte incallito e lottavano per due fronti diversi. Ma a quel pensiero aggrottò le sopracciglia... Draco, da che parte stava?

Era tutto talmente complicato che in quel momento anche la prospettiva di fare colazione nella sua nuova cucina le sembrava allettante. Scendere in sala grande le sembrava una gran seccatura quella mattina. Non aveva ancora ispezionato bene l'ambiente, ma dopo una breve occhiata del giorno precedente aveva visto che la cucinetta era ben attrezzata e grazie a un post it che le aveva spedito la McGranitt e lasciato sul tavolo, aveva annotato che gli elfi riempivano regolarmente la dispensa e che in caso di necessità maggiori le sarebbe bastato chiedere. Sapere che gli elfi dovevano pensare anche a quello non le faceva affatto piacere, ma si trovò a sbuffare nuovamente, conscia che aveva tutt'altro a cui pensare al momento. Gli elfi avrebbero dovuto aspettare.

Alla fine si arrese a scendere in sala grande venti minuti più tardi, sapendo che se non fosse apparsa, Ginny sarebbe andata a cercarla per trascinarla giù con la forza. Gli studenti ignari chiacchieravano allegri, mentre lei nel frattempo che scendeva le rampe di scale per raggiungere gli amici si sentiva il cuore sempre più pesante e accelerato. Non voleva sapere se l'articolo aveva già iniziato a circolare e se Luna ne aveva già distribuito una copia ai ragazzi e stava aspettando lei per concludere il giro. Quel pensiero la fece sentire ancora più male.

Come sempre il corridoio principale era invaso dagli studenti ed Hermione da buon prefetto, si prese la briga di sventare una lite tra alcuni ragazzini del secondo anno di corvonero. Si doveva vedere dalla faccia che era di pessimo umore, perché i giovani corvonero non esitarono a tranquillizzarsi non appena gli intimò di smetterla, a meno che non avessero voluto farsi togliere qualche decina di punti a testa. Quando il suo compito da prefetto si fu concluso si costrinse ad entrare in sala grande, piena e confusionaria come sempre. Individuò immediatamente il suo gruppetto di amici e li raggiunse preoccupata, incrociando immediatamente lo sguardo di Ginny, che le fece un sorriso incoraggiante.

"'gfiono Her'fione" Biascicò Ron con la bocca piena di Bacon, la riccia fece una smorfia semi divertita ma soprattutto disgustata, ricambiando il buongiorno con molta più eleganza e compostezza, andandosi ad accomodare accanto ad Harry. Il moro le rivolse un sorriso un po' nervoso, forse pure lui era teso per l'uscita dell'intervista, in quanto spostava lo sguardo dal tavolo di grifondoro a quello dei professori e infine al soffitto.

"Luna è già passata?" Si sforzò di chiedere, cercando di non pensare alle conseguenze imminenti. Oltre a Draco quella che sarebbe uscita fuori di testa sarebbe sicuramente stata la Umbridge... ed Harry l'avrebbe pagata molto cara quell'intervista. Ancora una volta per colpa sua. Si sentiva tremendamente in colpa. 

"No, ma guarda... Sta arrivando." Sussurrò Ginny in risposta alla sua domanda. La riccia si scambiò uno sguardo teso con Harry e pure Ron distolse l'attenzione dalla sua corposa colazione, puntando gli occhi sulla ragazza bionda e stravagante che si stava avvicinando con un cilindro di carta stretto al grembo.

"Buongiorno, questa ve la manda papà gratuitamente." Cinguettò sognante, porgendo ad Harry quella che Hermione riconobbe per l'intervista.

"Ehm fantastico..." Mormorò Harry, guardando nuovamente la riccia. Si avvicinarono anche Fred e George, che ovviamente erano già a conoscenza di ciò che i ragazzi avevano fatto, e insieme aprirono con trepidazione il numero del cavillo di quel giorno, che rivelò il volto di Harry in prima pagina.

HARRY POTTER PARLA CHIARO:
LA VERITÀ SU COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO E LA NOTTE IN CUI IO LO VIDI TORNARE.

Quello era il titolo che troneggiava al centro della pagina e tutti, lo fissarono a bocca aperta.
"Bello, vero?" Chiese Luna sognante. Il titolo parlava chiaro e anche un somaro dei più somari avrebbe compreso. Harry ed Hermione si guardarono nuovamente. La riccia lanciò un'occhiata preoccupata di sfuggita al tavolo dei serpeverde, mentre Harry guardò con aria di sfida verso il tavolo degli insegnanti. Entrambi erano tesi per quell'uscita pubblica, ma per motivi ben diversi.

"Direi che più chiaro di così non poteva essere." Commentò Ron vago, grattandosi la nuca anche lui preoccupato. Le idee di Hermione le trovava geniali. Lei, era geniale... E anche quella volta si era superata, ma temeva che quest'ultima mossa costasse a caro prezzo. La Umbridge non avrebbe reagito per niente bene.

"Papà era molto eccitato dalla prospettiva di trattare un argomento che riguarda Harry Potter, anche se gli è dispiaciuto saltare un'uscita sui ricciocorni schiattosi, ma è comunque curiosissimo di scoprire cosa ne pensano i lettori." Harry strabuzzò gli occhi, strozzandosi quasi con una cucchiaiata dei cereali che stava mangiando per colazione, Hermione invece inarcò le sopracciglia scettica, Ginny aggrottò le sopracciglia e Fred e George si aprirono in due sorrisi smaglianti uguali identici, che sicuramente per loro valeva molto più di mille parole.

"Posta dei lettori?" Chiese Hermione, osservando Luna sospettosa e al tempo stesso preoccupata. Aveva un brutto presentimento, uno dei tanti di quella giornata già di per sé lugubre.

"Oh si, ogni rivista che papà pubblica ha allegata una posta per i lettori, dove quest'ultimi possono dare la loro opinione riguardo all'articolo pubblicato." Rispose allegramente. Era evidente che a lei e suo padre quella cosa piacesse un sacco, ma in quel momento ad Harry non sembrava affatto divertente, e nemmeno agli altri amici.

"Meraviglioso." Commentò Hermione sarcasticamente. Era proprio ciò che ci voleva, attirare un po' di più l'attenzione. Quasi come se qualcuno avesse captato i suoi pensieri, poco dopo uno stormo di gufo iniziò a volteggiare per tutta la sala grande, depositando le varie lettere ai destinatari solo che, una buona decina di gufi iniziarono a planare verso il tavolo dei grifondoro, atterrando uno dietro l'altro davanti ad Harry, calpestando la colazione dei ragazzi d'intorno.

Subito una serie di occhiate curiose si voltarono nella loro direzione ed Harry guardò spaesato i gufi davanti a lui che gli stavano lasciando le varie lettere.
"Visto? Dai aprile." Lo incitò Luna, per una volta senza utilizzare la sua solita voce cantilenante. Harry guardò gli amici indeciso sul da farsi. Un sacco di occhi erano puntati su di loro e con terrore, vide che altri gufi stavano arrivando nella sua direzione.

"Wow Harry, hai di che divertirti."Commentò Fred, facendo annuire anche George.
"Non credo che sia il caso che tu le apra, Harry. Alcune potrebbero essere stregate." Lo reguardì Hermione preoccupata, cercando l'appoggio di Ginny.
"Hermione ha ragione, potrebbe essere rischioso, è meglio che tu non le apra qua." Le andò in aiuto la rossina, puntando gli occhi color cioccolato in quelli verdi e luminosi del ragazzo.

"Dai Hermione, sono banalissime lettere. È giusto che Harry legga." Disse invece Ron, beccandosi l'approvazione di Fred e George e un'occhiataccia da parte della riccia e della sorella.
"Stiamo attirando troppo l'attenzione, la Umbridge sta già guardando nella nostra direzione." Sibilò Hermione nei confronti di Ron e dei gemelli.

La professoressa infatti si era voltata nella loro direzione con le sopracciglia inarcate, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo, anche se poi, per fortuna, era stata momentaneamente distratta dalla professoressa McGranitt.
"Hermione, lo scoprirà ugualmente. Tanto vale che le apra e mi tolga il pensiero." Commentò infine Harry.

La riccia sospirò sconfitta, consapevole che ad insistere non avrebbe risolto niente.
"Brava Hermione, attivati. Apriremo le lettere tutti insieme." La spronò un Fred come al solito allegro.
"Ben detto freddie, ci sarà da divertirsi." Aggiunse George altrettanto allegramente. Hermione in tutta risposta li guardò cupamente ed estrasse una lettera a caso dalla piccola pila davanti a loro.

"Questo dice che ti sei bevuto il cervello, Harry." Commentò dopo alcuni minuti Ron, appallottolando la lettera che aveva appena letto.
"Pure questo non dice cose tanto carine." Si unì alla conversazione Fred. Hermione che aveva appena finito di leggere la sua disse, un po' più sollevata.
"Questa strega invece dice di aver capito che sei un ragazzo sincero, e che dopo tutto ciò che hai passato, non ti inventeresti mai una simile panzana."

Harry si sentì meglio nel sentire che non tutti lo credevano un pazzo, anche la lettera che aveva appena letto lui non era male. Il mago che l'aveva scritta diceva che non lo considerava un pazzo, ma che non voleva nemmeno accettare che Voldemort fosse realmente tornato. Non era una risposta positiva al cento per cento, ma era un buon inizio. Continuarono così per altri cinque minuti buoni, leggendo sia risposte positive che negative, finché un suono familiare li bloccò.

"Hem-hem" Quel suono era inconfondibile infatti, nessuno fu sorpreso di vedere la minuta e tarchiata Umbridge, rigorosamente vestita ed infiocchettata di rosa, fermarsi davanti a loro.
"Potter, mi sa dire perché ha ricevuto tutte queste lettere?" Chiese con la sua solita vocetta falsamente cordiale, non appena l'attenzione del gruppo fu tutta su di lei.

"È vietato ricevere lettere?" Chiese Fred arrabbiato e per niente intimorito. La Umbridge lo gelò con uno sguardo.
"Silenzio Weasley, se non ci tieni ad essere punito." Gli intimò freddamente. Hermione guardò Harry preoccupata, sapendo che non sarebbe finita bene ma il moro la guardò impassibile, facendole capire di non preoccuparsi. Più facile a dirsi che a farsi...

"Le persone mi scrivono perché ho rilasciato un'intervista." Le disse Harry tranquillamente, spiazzando la professoressa.
"Un'intervista? Quale intervista signor Potter? Quando è successo?" Chiese con un tono di voce parecchio acuto, che fece voltare molti studenti.

"Questa intervista." Disse, porgendole la copia che gli aveva consegnato Luna poco Prima.
"Dove parlo di quello che è accaduto lo scorso giugno." Concluse. La Umbridge sbiancò a chiazze, osservando prima la rivista e poi Harry furibonda.
"Tu...Tu...Come hai potuto...Come ti sei permesso? dove hai dato queste informazioni false?" Sibilò livida in faccia.
"Durante l'ultima visita ad Hogsmeade." Le rispose senza timore.

La professoressa lo fissò con aria inespressiva per alcuni istanti.
"A quanto pare non hai capito, Potter... Vedo che non ti è rimasto ben impresso il concetto che non devi dire bugie. Un'altra settimana di punizione, e niente più visite al villaggio per te." Sibilò con tono di voce basso e minaccioso, allontanandosi furiosa con l'intervista stretta nella mano grassoccia e tozza.

"Mi dispiace Harry..." Sussurrò Hermione, sentendosi tremendamente in colpa. Lo sapeva di aver commesso un errore madornale... Per colpa sua Harry sarebbe stato punito e inoltre, gli sarebbero state vietate anche le uscite ad Hogsmeade. Il moro scrollò le spalle per niente sorpreso.

"Non ti preoccupare Hermione... Pensa al fatto positivo. Le persone sapranno la verità e forse riusciremo a convincerne almeno una parte. La tua è stata un'idea geniale e non me ne pento." Le disse, accennando un mezzo sorriso. Hermione lo guardò tremendamente dispiaciuta... Non era così che voleva che andasse a finire.

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"Ma cosa sta succedendo al tavolo dei grifondoro?" Chiese Draco scettico, che aveva osservato tutta la scena con sopracciglia inarcate. Blaise lo guardò di rimando, anche lui perplesso.
"Non lo so Draco, ma la Umbridge mi sembra parecchio arrabbiata." Commentò, indicando la professoressa che, furiosa, stava parlottando con la McGranitt e Silente.

"C'entra Potter secondo te?" Chiese il biondo. Non lo avrebbe sorpreso minimamente scoprire che il moro aveva combinato qualche casino, ma era curioso di sapere cosa avesse combinato quella volta.
"Molto probabilmente si..." Gli rispose, sentendo puzza di guai in arrivo.

"Vuoi sapere cos'è successo? Guarda qua!" Sbottò una voce indignata. Draco si voltò in direzione della voce, trovando Pansy a guardarlo con un giornale stretto in mano che gli stava porgendo e una faccia a dir poco arrabbiata e indignata.
"Cos'è quella?" Chiese scettico.
"Sono riuscita a recuperarne una copia al tavolo dei corvonero. È una copia del cavillo, dove Potter ha rilasciato un'intervista." Gli rispose inviperita.

Draco guardò Blaise ancora più scettico. Quella gli era nuova... ma qualcosa gli puzzava. Potter che pubblicava un'intervista di sua iniziativa?
"Da quando Potter fa delle interviste?" Chiese, facendo una smorfia.
"Ah non chiederlo a me. Leggi pure, ma non ti piacerà per niente!" Gli disse, lasciandogli la rivista e allontanandosi per raggiungere Daphne e raccontare tutto pure a lei.

"Ma cosa diavolo sta succedendo?" Borbottò, afferrando il giornale poco convinto. Blaise scrollò le spalle senza sapere cosa rispondere, avvicinandosi all'amico per poter guardare insieme a lui.

Il biondo aprì il giornale con foga, desideroso di scoprire cosa stava succedendo e, non appena aprì la prima pagina, vide il volto di Harry fissarlo. Niente di sorprendente, pensò. Che c'era in mezzo Potter l'aveva capito. La seconda cosa che colpì infine la sua attenzione fu il titolo in prima pagina e subito, si incupì.

"Cielo... Potter o è folle o ha veramente fegato. Sfidare così apertamente la Umbridge e il ministero?" Commentò colpito. Draco strinse le labbra, lanciando uno sguardo di sbieco alla tavola dei grifondoro. Aveva un brutto presentimento...Sentiva che in quell'intervista c'era qualcosa che non gli sarebbe piaciuto.

"Un'intervista sul ritorno del Signore Oscuro...Qua non c'è solo lo zampino di Potter." Disse lentamente, iniziando a scorrere il racconto. Era talmente dettagliato che gli parve di assistere alla scena. Quindi era così che era in qualche modo risorto? Era qualcosa di veramente disgustoso...Qualcosa che superava i limiti umani, qualcosa di mostruoso...

Blaise sospirò, capendo ancor prima di Draco stesso dove stava andando a parare.
"Draco...Sii ragionevole." Iniziò a dire il moro, ma Draco lo stoppò, sentendo il cuore schizzargli fuori dal petto.

Infine Harry, molto coraggiosamente, fa i nomi dei mangiamorte che si sono presentati, dopo quattordici anni, al richiamo di voi-sapete-chi...Coloro che secondo la sua testimonianza, non hanno mai voltato le spalle alla magia nera. Accuse pesanti, ma che lasciano pensare che coloro che quella notte erano disposti ad uccidere un ragazzino di quattordici anni, il bambino che è sopravvissuto, si aggirano quotidianamente in mezzo a noi, indossando una finta maschera che va a sostituire quella da mangiamorte...

Draco iniziò a leggere i nomi con trepidazione, trovando tutti i nomi dei padri dei suoi compagni o amici di suo padre e infine, per l'appunto, con un groppo pesante in gola, trovò il suo nome.

Lucius Malfoy..

Quello fu veramente un duro colpo e una rabbia cocente gli fece accartocciare la rivista in una palla scomposta. A capo di quella plateata c'era sicuramente la Granger. Maledetta, fottutissima, Granger. Lei e quella sua mania di fare la paladina della giustizia... Sapeva che suo padre era una dannatissimo mangiamorte, non era necessario che lei organizzasse pure interviste a San Potter per farglielo sbanderiare ulteriormente.

"Granger... C'è lei a capo di tutto." Sibilò furioso. Blaise lo guardò preoccupato, sapendo perfettamente che l'amico aveva ragione, ma cercò di trovare qualcosa di intelligente da dire per tentare di calmarlo.

"Draco lo sai che non è per fare un torto a te..."Gli spiegò pacato.
"Ah no, dici? Peccato che su questo schifo ci sia il nome di mio padre, e quella ad aver organizzato tutto è proprio lei." Ringhiò. Blaise non sapeva come comportarsi...Se difendeva la Granger rischiava di far arrabbiare ancora di più Draco. Se difendeva lui, rischiava di peggiorare le cose con Hermione. Doveva trovare una via di mezzo.
"Non è stata lei a fare il nome di tuo padre." Gli fece notare. Un po' gli dispiaque per Potter, ma qualcuno se la doveva pur prendere il più grosso della colpa.

"Ma è lei l'organizzatrice, c'è sempre lei in mezzo quando accadono queste cose. Sai che c'è, io la Granger faremo un bel discorsetto. Stamani non andrà a lezione." Sibilò furioso. Mille ipotesi diverse gli balenarono in mente, e una peggiore dell'altra. Quella ragazza non l'avrebbe mai capita e al momento, era troppo furibondo per poterle trovare degli scusanti.

Il moro lo guardò allarmato.
"Draco non fare follie. Abbiamo lezione adesso." Lo reguardì Blaise allarmato.
"So quello che faccio." Commentò Draco secco, alzandosi da tavola senza aspettare una risposta, che Blaise non ebbe tempo nemmeno di elaborare...

-Nuovo capitolooo, ovviamente lo spezzo in due, perché diventerebbe troppo lungo e con il poco tempo che ho a disposizione non posso farne uno unico, ci metterei troppo a pubblicare e quindi niente, lo spezzo qua 😙. Grazie per tutti i voti e i commenti che mi lasciate, siamo a più di 40K visualizzazioni, per me un traguardo enorme, e non potrò mai ringraziarvi abbastanza ❤❤❤. Cerco di scrivere in fretta la seconda parte. A prestooo, baci a tutti 😙😙😙.-

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