"Draco" e "Hermione
L'oscurità era calata in fretta e ben presto, fin troppo presto, era arrivata l'ora del raduno per l'inizio delle ronde, quella sera alternate tra i prefetti delle quattro case, Serpeverde con Grifondoro e Tassorosso con Corvonero. Il ritrovo era stato alle dieci nell'atrio principale e dopo essersi divisi i piani da controllare, le coppie si erano divise e date appuntamento per il ritrovo nello stesso punto allo scoccare della mezzanotte. Hermione si era sentita agitata fin dal primo pomeriggio, consapevole che entro poche ore avrebbe rivelato segreti importantissimi che avrebbero esposto molte persone oltre a lei e che se qualcosa fosse andato storto, sarebbe stata la fine. Per questo motivo era particolarmente taciturna e pensierosa, comportamento insolito da parte sua, considerando il fatto che solitamente era una gran chiacchierona. Draco, non appena l'aveva incontrata, se ne era accorto e per quel motivo era a sua volta pensieroso. Non aveva mai visto Hermione Granger così taciturna e preoccupata, nemmeno quando era agitata per una verifica, in quanto in quel caso non faceva che parlare freneticamente per ripassare nel minor tempo possibile tutti gli argomenti del compito. Ciò significava che c'era sotto qualcosa di grosso, ma cosa? Riguardava forse ciò che doveva dirgli dopo le ronde? Quell'attesa lo stava facendo impazzire...
La consapevolezza di essere a un passo dallo scoprire cosa nascondesse il trio e tutta la loro cerchia ristretta, gli faceva scorrere l'adrenalina nel sangue. Il bello era che fino allo scorso anno avrebbe pagato sacchi di galeoni per scoprire i loro segreti e metterli nei guai ma al momento, quello scopo era l'ultimo dei suoi pensieri. Aveva compreso che la ragazza non si fidava ancora totalmente di lui e non poteva biasimarla. Non si era mai comportato bene, figurarsi per meritarsi fiducia, ed era ovvio che stava agendo all'oscuro da tutti, probabilmente con l'unico aiuto di Ginny Weasley, e temeva che lui potesse fare la spia. Ma anche quello, era l'ultimo dei suoi pensieri. Ciò che gli interessava davvero era provare almeno a capire come ragionasse il trio e cosa stessero cercando di fare per vincere quell'imminente guerra.
La riccia però continuava a non emettere alcun suono e per Draco, quel silenzio stava diventando opprimente.
"Di Grazia, manca ancora molto? stai agitando pure me..."Sibilò, facendo sussultare la ragazza che spaventata, gli fece segno di abbassare la voce.
"Sei pazzo? Se qualcuno ti sentisse..." Mormorò a denti stretti, lanciandogli un'occhiataccia di rimprovero.
"Ma non c'è nessuno."La rimbeccò, abbassando però la voce.
"Mancano ancora delle aule da controllare, non possiamo sapere con certezza che non ci sia nessuno. Inoltre da qualche parte ci sono i nostri compagni che fanno le ronde." Gli rispose preoccupata.
"Ma se li hai spediti nei sotterranei e nei primi piani e noi siamo al sesto."Borbottò il biondo, sempre più confuso da quel comportamento. Non ci stava più capendo niente e il perché la Granger volesse portarlo proprio al settimo piano era la domanda principale che continuava a rimbombargli in testa senza che riuscisse a dargli risposta. Cosa c'era di vitale importanza al settimo piano, da far sì che la Granger ce lo volesse trascinare proprio in piena notte?
"Per favore, dammi ascolto per una volta. E' rischioso...Nessuno deve sentirci e soprattutto, seguirci. E' di vitale importanza e questo devi assolutamente capirlo, se vuoi che ti renda partecipe di questa storia. Altrimenti, non posso raccontarti niente, se non ti metti in testa che questa faccenda non puoi prenderla alla leggera. Non si tratta solamente di me...Se qualcosa va storto, finiranno in grossi guai molte persone." Mormorò la riccia supplichevole. Draco la fissò in silenzio, assimilando quelle parole. Quindi era davvero qualcosa di grosso, di serio. Chissà cosa diavolo stavano architettando quei folli Grifondoro...
"Non la sto prendendo alla leggera, ma tu mi stai facendo impazzire. Non possiamo parlarne e basta?" Sbuffò Draco. La riccia gli lanciò un'occhiata esasperata, trascinandolo vicino a una colonna di pietra per spostarsi da mezzo al corridoio.
"Non complicare le cose, tra meno di mezzora ti racconterò tutto quello che devi sapere. Hai aspettato fin'ora, puoi aspettare ancora un altro po'. Prima dobbiamo finire le ronde, salutare i nostri compagni e infine seguire il piano per non destare sospetti." Gli disse, guardandosi nuovamente a torno preoccupata. Draco sbuffò, facendo una smorfia molto simile a un broncio. La riccia l'aveva stressato con quel piano fino all'esaurimento.
"Si, si va bene. Finiamo le ronde da bravi bambini, andiamo cortesemente a salutare quei due idioti e infine noi due, ci dividiamo fingendo di litigare e raggiungiamo invece il settimo piano seguendo strade diverse, fingendo di andare io nei sotterranei e tu nella torre di Grifondoro. Giusto?" Le domandò annoiato. Il piano era semplice, ma Draco ne avrebbe anche volentieri fatto a meno.
"Si, esatto. E non offendere i nostri compagni, sono brave persone." Lo rimbeccò la riccia, facendo alzare al biondo gli occhi al soffitto, che borbottò qualcosa a riguardo di quanto fossero invece stupidi.
Anche le ultime classi si rivelarono vuote e furono certi che nessuno fosse uscito dai propri dormitori perché la riccia aveva insistito per eseguire anche incantesimi di rilievo in ogni aula per accertarsi che nessuno avesse voluto fare il furbo rendendosi magari invisibile. Era proprio vero che quando si trattava di voler fare le cose praticamente perfette, la persona giusta alla quale rivolgersi era indubbiamente Hermione Granger, che le pensava proprio tutte.
"Finalmente questo strazio è finito, possiamo andare?" Borbottò il biondo.
"Sì, possiamo andare. Ma prima dobbiamo ritrovarci nell'atrio per fare rapporto insieme agli altri e salutarli. Sai quali sono le procedure, te l'ho ripetute anche prima." Sospirò la ragazza, questa volta alzando lei gli occhi al soffitto. Non si capacitava di come facessero gli uomini ad essere così testardi. Era intelligente, sapeva tantissime cose e riusciva a cavarsela in tutte le situazioni ma gli uomini, erano ancora un bel dilemma da risolvere anche per lei. Draco sbuffò per l'ennesima volta ma annuì e si decise a seguirla silenziosamente, consapevole che tanto la ragazza era troppo tesa per essere in grado di mettersi a dialogare con lui, fosse anche solo per bisticciare e punzecchiarsi come ancora spesso facevano. D'altronde erano pur sempre Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Dopo circa dieci minuti raggiunsero l'atrio dove Padma Patil ed Ernie Mcmillan li stavano già aspettando. Ernie salutò Hermione calorosamente, gesto d'affetto che lei ricambiò volentieri. Padma si limitò a un sorriso di cortesia e Draco li ignorò bellamente, beccandosi alcune occhiate intimorite.
"Noi non abbiamo riscontrato movimenti sospetti e studenti fuori dai dormitori. Voi?" Si affrettò a parlare Hermione, intenta a non perdere tempo.
"Un ragazzino del terzo anno di tassorosso l'abbiamo visto uscire dalla biblioteca mezzora dopo il coprifuoco. Dice di essersi addormentato lì. Abbiamo chiuso un occhio e l'abbiamo mandato nel dormitorio... Per il resto tutto a posto." Le rispose Ernie.
"Favoritismi." Grugnì Draco, lanciandogli un'occhiata sprezzante. Il tassorosso arrossì a disagio e guardò Hermione, che a sua volta lanciò un'occhiataccia a Draco.
"Volevamo semplicemente non essere troppo severi... Alla fine non stava facendo niente di male."Bofonchiò in risposta. Draco sbuffò in risposta, non degnandolo di una risposta.
"Granger io me ne andrei. Per stasera ti ho sopportata abbastanza. Sai, avrei di meglio da fare." Disse invece alla riccia, annoiato, non degnandola di uno sguardo. La riccia si trattenne dal sogghignare, sapendo che a breve si sarebbero invece rivisti. Ma come da copione, si preparò a rispondergli acidamente.
"Oh, vai al diavolo Malfoy. Non me ne può fregar di meno di quello che devi fare, l'importante è che tu sparisca dalla mia visuale." Gli rispose infatti, il più malamente possibile.
"Stupidi Grifondoro, proprio con te dovevo fare le ronde." Grugnì Draco, spostandosi dalla fredda parete alla quale si era appoggiato e preparandosi ad andarsene.
"Cafoni serpeverde, proprio con uno come te dovevo finire." Gli sibilò contro inviperita. Draco roteò gli occhi e se ne andò, andando in direzione dei sotterranei.
Quando l'orlo della divisa di Draco fu scomparsa, Ernie si voltò a guardare Hermione ammirato.
"Wow...Come fai?" Le chiese
"A fare cosa?" Chiese la riccia lì per lì confusa.
"A tenergli così...Testa. Draco Malfoy mette i brividi. E' sempre così tenebroso e scortese, inoltre ti ha sempre trattata malissimo. Come fai a stare con lui e a tenergli pure testa?" Sussurrò Padma a sua volta ammirata. Era uguale identica alla sua gemella, ma caratterialmente ad Hermione sembrava meno oca di Calì. In ogni caso non ci aveva mai pensato. Ma a lei veniva spontaneo tenergli testa, inoltre adesso che il loro rapporto era cambiato così tanto, non le sembrava poi più così tanto strano relazionarsi con lui e davanti agli altri inscenare dei battibecchi come avrebbero realmente fatto una volta.
"Draco Malfoy non è poi così spaventoso, davvero. Le sue sono tutte parole... Cosa potrebbe mai farvi? Dovete farvi rispettare, non dovete temerlo. Io non mi sono mai lasciata scoraggiare dai suoi insulti." Rispose vaga.
"Non saprei...Io preferisco tenermelo alla larga. Per fortuna non mi è ancora mai toccato dover fare le ronde insieme a lui." Rabbrividì Ernie.
"Vale lo stesso per me." Squittì Padma. Hermione annuì distrattamente, desiderosa di liberarsi di loro. Sentiva un miscuglio di strane emozioni nello stomaco sapendo che a breve avrebbe esposto pure loro davanti a Malfoy. Era un ragazzo intelligente e avrebbe fatto presto a capire chi erano i componenti dell'ES, anche se lei avrebbe cercato di evitare di fare nomi. Ma sperava seriamente di potersi fidare di lui e soprattutto, sperava che prendesse tutta quella situazione seriamente e non sotto gamba, solamente perché non riguardava lui personalmente.
"Coraggio ragazzi, non temete. Adesso perdonatemi ma devo salutarvi... Ho promesso a Ginny che sarei stata un po' con lei prima di andare a letto. Non voglio farla aspettare sveglia inutilmente, potrebbe uccidermi domattina." Ridacchiò nervosamente, mentendo ai due ragazzi che annuirono e la salutarono guardandola ancora una volta ammirati.
La riccia si incamminò a passo svelto in direzione della torre di grifondoro, conscia che avrebbe dovuto fare un percorso abbastanza lungo per raggiungere il settimo piano. Purtroppo non conosceva molte scorciatoie e quelle che conosceva, temeva che le facessero incontrare o Padma o Ernie nel mentre che tornavano ai loro dormitori e non poteva assolutamente rischiare. Malfoy avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. Inoltre pure a lui toccava fare una strada abbastanza lunga, quindi sperò di non doverlo fare aspettare a lungo, conoscendo la sua poca pazienza.
Impiegò, quasi correndo, circa dieci minuti per raggiungere il settimo piano e quando arrivò, appoggiato a una colonna,vide Draco aspettarla, illuminato dalla luce tremolante delle torce appese alla parete. Era davvero bello e quel pensiero la fece leggermente arrossire. Ma al momento quello doveva essere l'ultimo dei suoi pensieri, considerando ciò che doveva raccontargli.
"Finalmente sei arrivata, mi sentivo un idiota ad aspettare qui, da solo, in piena notte." le disse Draco quando finalmente la vide arrivare, tutta affannata e accaldata a causa della corsa.
"Sai, ho dovuto fare un giro lunghissimo, stando attenta a non incontrare Gazza, la sua gatta, i fantasmi o peggio ancora... Pix." Sibilò la riccia, reggendosi un fianco. Draco si aprì in un semi ghigno di scherno.
"Sai, non ti facevo così paranoica. Sei un prefetto, Gazza non può dirti un bel niente, la sua gatta non parla e al massimo puoi schiantarla in un angolo e lasciarla lì finché qualcuno non annulla l'incantesimo oppure non si riprende da sola. I fantasmi non gliene può fregar di meno di ciò che facciamo noi studenti e Pix...te lo togli facilmente di torno dicendogli di aver visto nei paraggi il barone sanguinario. A quanto pare ne è terrorizzato." Le rispose compiaciuto.
"Sono soltanto prudente, e adesso seguimi e parla solamente quando te lo dirò io." Lo rimbeccò indispettita. Draco si zittì, consapevole che finalmente avrebbe avuto delle risposte. Non conosceva niente degno di nota al settimo piano, quindi voleva proprio capire dove lo stesse portando. Hermione lo precedeva in silenzio, a passo svelto e quasi le andò addosso quando quest'ultima si fermò di colpo davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll.
"Perché siamo qua?" Chiese Draco, inarcando le sopracciglia ed osservando scettico l'arazzo, al quale non aveva mai prestato particolare attenzione. Hermione gli intimò di fare silenzio con un gesto della mano e si concentrò sulla parete davanti a lei camminando avanti e indietro tre volte davanti a quest'ultima. Draco la guardò a bocca aperta, trattenendo il fiato meravigliato quando vide apparire una spessa porta di legno dal pomello lucido e impeccabile nella dura pietra.
"Cosa diavolo..." Sussurrò sconvolto, spostando lo sguardo dalla porta a Hermione. La riccia, nervosamente, lo tirò per la manica.
"Seguimi, ti dirò tutto quando saremo dentro." Mormorò frettolosamente la ragazza. Draco la seguì senza fiatare ulteriormente, ancora sconvolto. Quando entrarono dentro quella che si rivelò essere una stanza, la sua meraviglia crebbe ancora di più. Si trovavano di una specie di salottino ampio e accogliente sulle tonalità del rosso scuro e oro, i colori di Grifondoro, che fecero leggermente storcere il naso a Draco, ma quella era la meno. La stanza era illuminata da torce appese alle pareti e due caminetti riscaldavano la stanza. Comode poltrone si trovavano una difronte all'altra, separate da un tavolinetto basso in legno massiccio, mentre altra mobilia adornava la stanza proprio come se fosse un salotto.
Draco aveva talmente tante domande che non sapeva nemmeno da dove partire. Hermione lo guardava mordicchiandosi il labbro inferiore, segno che era preoccupata. Cosa ci faceva quella stanza dentro Hogwarts? Perché la Granger la conosceva e lui no? Ma soprattutto, come faceva a conoscerla?
"Cos'è questo posto...Perché dentro Hogwarts c'è un salotto?" Chiese infine Draco, cercando la ragazza con lo sguardo. Hermione sospirò nervosamente e lo invitò ad accomodarsi su una delle due poltrone.
"Non è facile da spiegare, ma ci proverò. Questa è la stanza che va e viene o più comunemente nota come la stanza delle necessità." Il biondo inarcò le sopracciglia.
"La stanza delle necessità?" Chiese dubbioso.
"Esatto, è una stanza segreta che appare solamente a chi ne ha veramente bisogno. Nessuno sa che aspetto abbia prima che venga chiamata." Spiegò pazientemente Hermione.
"Mi stai dicendo che questa stanza è in grado di trasformarsi in tutto ciò che vuole?" Soffiò Draco shoccato.
"In tutto ciò che vuoi, più precisamente... Vedi, in questo momento io ho bisogno di parlarti di questioni molto importanti e mi serviva un posto tranquillo, dove nessuno possa spiarci. E ho pensato alla stanza delle necessità. Bisogna camminare davanti al muro tre volte e pensare a ciò che ci serve e una volta fatto, eccoci qua. Non possiamo sapere di preciso come si trasformerà, per esempio non sapevo che sarebbe apparso questo salottino, però è pur sempre apparso un posto tranquillo dove poter parlare." Spiegò la riccia con calma.
Draco la guardò sbigottito, cercando di assimilare quella rivelazione sconvolgente.
"Quindi...Se io avessi desiderato una scopa da corsa nuova, mi sarebbe apparsa la stanza con dentro tante scope da corsa?" Chiese interessato. Hermione lo guardò dubbiosa.
"Non saprei...È probabile, ma in ogni caso è meglio non abusare del potere della stanza. So che Gazza ci trova i prodotti per pulire quando li finisce, ma si tratta di oggetti di poco valore. Una scopa da corsa è ben diverso. Se ciò che hai detto fosse possibile, tutti vorrebbero farlo e a quel punto il mercato fallirebbe." Spiegò.
"In quanti conoscono questa stanza?" Chiese Draco, decidendo di lasciar perdere le scope da corsa. Voleva iniziare ad avere delle risposte serie.
"Davvero in pochi... Forse nemmeno Silente sa della sua esistenza." Ammise la riccia. Draco ne restò colpito...Se nemmeno Silente la conosceva, com'era possibile che la conoscesse proprio lei?
"Ma quindi tu come fai a conoscerla?" Chiese Draco senza rigiri di parole.
Hermione si morse il labbro inferiore con più foga, consapevole che era arrivato il momento di raccontare la verità. Ma prima di fare ciò, voleva compiere un altro passo secondo lei molto importante e significativo.
"Vedi, quando mi hai raccontato della Umbridge, mi hai presa completamente impreparata perché ciò che vi ha detto è vero...D-Draco." Mormorò, arrossendo terribilmente e con il cuore che le batteva forte. Era la prima volta che pronunciava il suo nome ad alta voce e soprattutto davanti a lui e adesso, aspettava ansiosamente una sua qualsiasi reazione.
Draco sentì il cuore perdere qualche battito per la miriade di emozioni che provò tutte insieme. Gli aveva praticamente appena confessato che lei e il suo gruppo di amici stavano davvero organizzando qualcosa di illegale sotto il naso della Umbridge, cosa c'entrasse con la stanza e come facesse a conoscerla non ne aveva idea, ma in quel momento ciò che più l'aveva lasciato di stucco era che lei l'avesse chiamato per nome per la prima volta e la cosa gli era piaciuta... Pronunciato da lei il suo nome assumeva tutto un altro suono.
"Mi hai chiamato per nome?" Sussurrò meravigliato. La riccia se possibile arrossì ancora di più ed evitò il suo sguardo.
"S-scusa, pensavo che arrivati a questo punto chiamarci per nome dovrebbe essere normale insomma...Ormai siamo molto in confidenza e...e dovremmo dare una svolta al nostro rapporto, per lo meno smetterla di chiamarci sempre per cognome, considerando anche ciò che stiamo per raccontarci. Ma s-se non vuoi capisco..." Farfugliò imbarazzata.
Draco osservò la sua pelle arrossata per l'imbarazzo e la trovò adorabile...Alcune volte aveva pensato pure lui a come sarebbe stato chiamarla per nome e non sempre Granger. Ma per orgoglio si era sempre rifiutato, in quanto lei a sua volta l'aveva sempre chiamato per cognome. Ma adesso che lei aveva fatto il primo passo almeno quando erano soli, poteva anche provare a chiamarla per nome...
"Sai...Per essere la strega più brillante della tua età, ti fai davvero una sacco di paranoie, Hermione..." Le rispose con un sorrisetto. Pronunciò il suo nome quasi in un sussurro, assaporandone il suono sulle& labbra.
La ragazza lo guardò meravigliata, non ci aveva granché sperato, non si era voluta illudere inutilmente, ma adesso che aveva realmente sentito pronunciare il suo nome ad alta voce, senza disprezzo o disgusto, il cuore le fece una capriola felice nel petto e un sorriso spontaneo le nacque sulle labbra...
- Prima parte del capitolo! Lo divido in due perché altrimenti, come sempre, sarebbe chilometrico 😂! Che poi in realtà questa sarebbe già la seconda parte del capitolo precedente, ma questi sono solamente dettagli 😅😎! In ogni caso vedo di sbrigarmi a scrivere l'ultima parte e poi andare avanti con la storia. Come penso che ormai sappiate, questo è solamente il primo libro perché finito questo passerò a scrivere subito il sesto anno e via dicendo, quindi voglio evitare di scrivere 200 capitoli solamente per il quinto anno 😂😂😂! Nel frattempo vi faccio tantissimi auguri di buon anno nuovo e soprattutto... Vi ringrazio per i grandissimi risultati che mi state facendo raggiungere, non so davvero come ringraziarvi... Quasi 62k 😍😍😍. Grazie di cuore ❤. A prestissimo, promesso 😘😙❤. -
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