Carta bianca
Era stato un San Valentino intenso, carico di emozioni e colpi di scena. Una giornata che era partita male si era conclusa invece nei migliori dei modi, sia per Draco che per Hermione, sopratutto per Hermione. Quella notte non aveva chiuso occhio, troppo esaltata per ciò che era successo con Draco perché si, si sentiva esattamente così. Non le era mai successa una cosa del genere, nemmeno ci aveva mai seriamente pensato, forse perché lei nemmeno ci si era mai immaginata a fare quelle cose... Ma con Draco era diverso, lui aveva risvegliato il suo lato femminile che per tanti anni aveva represso.
Era riuscito a farla sentire più donna, più bella e sensuale ma soprattutto... Desiderata. Da lui, Draco Malfoy. Se mesi prima le avessero detto una cosa del genere sarebbe scoppiata a ridere e avrebbe affatturato il folle che avrebbe osato dirle simili sciocchezze ma per l'appunto, si trattava di mesi prima. Tutt'ora faticava a credere che fosse proprio lui, il ragazzo che per anni l'aveva insultata e odiata, adesso a farle provare simili emozioni, a farla star bene in sua compagnia e ad averle regalato il suo primo orgasmo...
Ripensando a quel momento a mente lucida si sentì arrossire, ma non seppe spiegarsi se per l'imbarazzo o per la nuova ondata di desiderio che la travolse al solo pensiero. Le tremavano le gambe a ripensare a quel momento così intimo e perfetto. Era stato qualcosa di unico ma poi, questa volta forse veramente imbarazzata, si rese conto di non aver ricambiato e che lei nemmeno aveva mai visto un pene dal vivo e quindi era totalmente inesperta, cosa che la faceva sentire terribilmente a disagio.
Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto ricambiare, perché dopo ciò che era successo era certa che Draco avrebbe voluto di più, che non avrebbero potuto fingere che non fosse successo niente e ritornare al punto di partenza. Ma lei? lei voleva di più, da un ragazzo con il quale nemmeno era fidanzata e che nemmeno sapeva cosa provasse per lei? Ma il bello era che nemmeno lei sapeva cosa provava o voleva da lui. Era semplicemente consapevole che in sua compagnia stava bene e che non voleva assolutamente smettere di vederlo.Quindi la risposta era ovvia... Anche lei voleva di più e alla fine che male c'era?
Era davvero così sbagliato e immorale concedersi a un ragazzo non suo fidanzato con il quale però stava bene e comunque conosceva avendoci creato, dopo tante difficoltà, una buona affinità? Alla fine non faceva niente di male... Anche se una vocina le suggeriva che quella non sarebbe stata una volta qualunque, ma bensì la SUA prima volta. Al momento però non le importava più. Voleva sentirsi ancora desiderata, apprezzata e soprattutto, pervasa da quel fuoco che l'aveva divorata quella notte. Al solo pensiero sentì una fitta talmente forte al basso ventre da doversi mordere la lingua per non lasciarsi sfuggire un gemito.
Doveva pur ricordarsi che condivideva il dormitorio con Lavanda e Calì. Ma a quel punto capì che era arrivato il momento di cambiare realmente. Avrebbe lasciato il dormitorio definitivamente... Tanto a Lavanda e Calì non sarebbe mancata e a lei, non sarebbero mancate loro. Avevano trascorso cinque anni nel più completo imbarazzo, dove si era sempre estraniata cercando di non ascoltare i loro discorsi che loro, di conseguenza, cercavano di non fare in sua presenza. Non credeva di stargli antipatica, anche perché nemmeno aveva mai dato loro modo di farsi conoscere, ma comunque non regnava nemmeno una semplice amicizia tra di loro. Molto semplicemente si ignoravano, se non giusto per scambiare qualche parola di tanto in tanto e un semplice ciao, buongiorno o buonanotte quando ce n'era occasione.
Per Ron invece era diverso. Lui aveva Harry, Neville, Dean e Thomas ed erano tutti quanti molto uniti. Ovviamente Harry e Ron essendo migliori amici avevano un motivo in più per voler stare insieme. Infatti Ron non avrebbe mai lasciato il dormitorio e poteva capirlo. Se solo Ginny avesse avuto la loro stessa età sarebbe stato tutto molto diverso. Avrebbero condiviso il dormitorio, la sua migliore amica sarebbe stata con lei e sarebbe stato tutto molto più semplice. Ma non avendo quella fortuna, se doveva stare sola per lo meno voleva fare le cose fatte bene.
Non aveva ispezionato bene la stanza che di diritto le spettava, si era soffermata solamente alla camera da letto, la principale. Ma aveva visto che c'erano altre porte che si affacciavano sulla stanza e sicuramente una portava al bagno mentre le altre due non lo sapeva. Forse erano per un piccolo salottino e una cucina. Incredibile quanto potessero essere privilegiati i prefetti. avrebbe avuto a sua disposizione una specie di appartamentino privato... Un sogno.
Quella settimana sarebbe stata molto intensa, se lo sentiva. Doveva parlare con Harry, cosa che sarebbe avvenuta a breve. Aveva preparato una specie di discorso da fare, ma non era certa che fosse sufficientemente convincente. Si sarebbe dovuta occupare del trasloco, chiedendo magari aiuto a Ginny e, a proposito di lei, le avrebbe dovuto raccontare tutto nei minimi dettagli, sapendo già che l'amica avrebbe rivoluzionato l'intero dormitorio per l'esuberanza improvvisa e che quindi l'avrebbe dovuta fermare prima che tutti venissero a conoscenza dell'inizio della sua vita sessuale, ancora alle primissime armi.
Infine avrebbe dovuto scrivere alla Skeeter e sperare che ricevesse la lettera prima che l'articolo fosse pronto. Era stata talmente bene con Draco che non voleva rovinare tutto per i suoi gesti avventati. Non se lo sarebbe mai potuta perdonare.
Essendo sabato mattina e quindi non avendo lezioni si era concessa di stare a letto un po' di più, nonostante avesse dormito poco e niente. Tanto meglio. Se Harry l'avesse vista in un evidente stato di nottata insonne forse si sarebbe maggiormente convinto che avesse passato la notte a versare lacrime amare per Cormac Mclaggen. Ma dopo essersi stiracchiata per bene scostò definitivamente le coperte e le tende del letto a baldacchino per poter andare in bagno a farsi una doccia rigenerante e cambiarsi. Le piaceva alzarsi per prima, proprio perché in quel modo aveva tutto il tempo per prepararsi con calma e senza la fretta di dover lasciare il bagno alle compagne di stanza. Altro punto a favore per il trasloco di camera. Avrebbe avuto un bagno tutto per sè, uno spazio considerevole dove sistemare tutte le sue cose più private e segrete, e tutta la privacy che voleva. Sarebbe stato perfetto.
Dopo essersi assicurata di non far rumore per non svegliare le sue compagne di stanza si chiuse la porta del bagno alle spalle con due giri a chiave. L'immagine che si riversò nello specchio non era di certo delle migliori, se considerati i capelli estremamente crespi e annodati, le occhiaie evidenziate sotto gli occhi e la carnagione pallida. Dopo la sera precedente aveva sperato di avere un aspetto migliore, ma si era sbagliata. Con uno sbuffo si liberò della vestaglia da notte e dell'intimo, andando ad aprire il getto dell'acqua calda. Quando dopo alcuni minuti fu pronta finalmente ebbe modo di rilassarsi sotto il getto caldo che le andò a rilassare i muscoli intorpiditi. Nonostante fosse praticamente la terza doccia nell'arco di nemmeno due giorni, sentiva di averne bisogno.
Uscì solamente venti minuti più tardi, quando finalmente si sentì convinta ad affrontare Harry. Come lei, l'amico era abbastanza mattiniero. Il dormiglione era più che altro Ron, quindi aveva buone probabilità di trovare il moro già sveglio. Con un sospiro deciso si apprestò a mettersi gli abiti puliti che si era preparata sul bordo del lavandino e uscì dal dormitorio sempre in silenzio. Lavanda e Calì dormivano ancora. Ineffetti non le aveva nemmeno salutate prima di andarsene, quindi dovevano essersi accorte della sua assenza e chissà cosa avevano pensato. Ma alla fine, dubitava che gliene fregasse realmente qualcosa. Probabilmente se le avessero fatto delle domande sarebbe stato per curiosità, in cerca di pettegolezzi che non avrebbero ricevuto.
Scese con calma le scale a chiocciola, sentendo provenire dalla sala comune alcune voci soffuse. Alle otto di sabato mattina solo pochi mattinieri come lei erano in piedi e non appena entrò nella saletta circolare riscaldata dai caminetti scoppiettanti notò infatti che c'erano poco più di una decina di studenti tra i quali, un Harry seduto sulla sua poltrona preferita intento a scrivere una lettera. Hermione lo guardò confusa, chiedendosi a chi potesse mai scrivere. A Sirius per colpa della Umbridge non poteva più inviare lettere. Rischiava di essere scoperto e a quel punto per felpato sarebbe stata la fine... Nessuno avrebbe creduto alla sua innocenza, soprattutto in quel periodo di tensione tra il ministero, Harry e Silente e senza la presenza di Peter che dimostrava di essere vivo non potevano far niente. Magari stava scrivendo a Lupin, alla fine niente e nessuno gli impediva di scrivere almeno a lui, ma le sembrava ugualmente strano.
Spinta dalla curiosità e comunque dalla necessità di parlargli per porre fine una volta per tutte a quel problema che si era creato, si avvicinò a lui.
"Buongiorno Harry." Lo salutò. Quest'ultimo sobbalzò preso alla sprovvista, rovesciando inchiostro ovunque e imprecando sotto voce per il pasticcio che aveva provocato.
"Hermione, sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo." Le disse, guardandosi a torno e tirando un sospiro di sollievo quando vide che nessuno si era accorto della scena di poco prima.
"Scusa Harry, per colpa mia hai fatto un disastro. Adesso sistemo tutto... A chi stai scrivendo comunque?" Gli chiese, riparando immediatamente al disastro che aveva creato l'amico per colpa sua. Il moro si guardò nuovamente a torno con circospezione e le fece segno di avvicinarsi per poterle parlare più sotto voce.
"Sto scrivendo una lettera a Rita... Voglio chiederle di togliere alcuni parti dell'intervista. Temo di aver parlato troppo, sai... Preferisco non rischiare. Già la Umbridge non la prenderà affatto bene, non voglio rischiare più del dovuto." Le sussurrò nell'orecchio. La riccia lo guardò stupita. Possibile che l'amico avesse deciso di sua spontanea volontà di far modificare l'intervista? Sarebbe stato perfetto.
"Harry siamo ancora in tempo ad annullare tutto. Rita non la prenderà bene, ma per lo meno tu non verrai punito. Possiamo pensare a un'altra strategia per far sapere la verità... Come anche aver detto i nomi dei mangiamorte... è pericoloso, è meglio che tu le chieda di toglierli." Tentò di convincerlo, appoggiando in pieno la sua idea.
Harry la guardò sospettoso, scrutandola seriamente da dietro le lenti.
"Hermione mi devi delle spiegazioni. Ultimamente sei strana... Perché dovrei chiederle di togliere i loro nomi?" Le disse asciutto. La riccia pensò febbrilmente a come riorganizzare il suo discorso. Ci mancava solamente che Harry iniziasse ad avere sospetti fondati...
La riccia sospirò nervosamente.
"Hai ragione Harry, ti va una passeggiata in riva al lago nero?" Gli domandò per prendere tempo. Il moro annuì, finalmente pronto per scoprire cosa gli stesse nascondendo la sua migliore amica e perché. Sperava solamente che non fosse qualcosa di troppo brutto, visto che glielo stava nascondendo.
"Lo so che per te sarà strano, Harry. Ma spero tu possa comprendermi senza arrabbiarti." Iniziò a dirgli, una volta usciti dal buco del ritratto. Il moro la guardò sorpreso, preso totalmente in contro piede.
"Perché mai dovrei arrabbiarmi? A meno che tu non sia in combutta con Voldemort, puoi stare tranquilla." La prese in giro l'amico, nel tentativo di stemperare il momentaneo imbarazzo che si era creato. Hermione gli lanciò un'occhiataccia, ma alla fine scosse la testa divertita. Era parecchio tempo ormai che lei non passava del tempo da sola con Harry. Per lei sia Harry che Ron erano i suoi migliori amici, ma il rapporto cambiava in base a con chi stava. Harry era il suo migliore amico più riflessivo e maturo, quello con il quale poteva parlare nella speranza di poter ottenere qualche consiglio anche se alla fine quella che consigliava era sempre lei.
Mentre Ron era quell'amico burlone, affettuoso e un po' impacciato che le faceva nascere il sorriso sulle labbra, arrabbiare, disperare per cavolate, ma pur sempre divertire. Loro tre insieme erano un gruppo e nonostante Malfoy, le faceva male sapere di mentirgli o per lo meno di averli trascurati negli ultimi tempi, nonostante fossero quasi sempre insieme. Ma non aveva altra scelta... Non poteva, almeno per il momento, raccontare ad Harry di Draco. Avrebbe messo a repentaglio la loro amicizia, la cosa più preziosa che potesse avere e non poteva farlo, nemmeno per Malfoy. Se le cose si fossero poi sviluppate in qualche modo, in un futuro, avrebbe poi valutato, ma al momento era costretta al silenzio.
"Molto spiritoso Harry, dico davvero. Comunque niente del genere, tranquillo." Lo riprese, nel mentre che si incamminavano verso la sala grande con l'intenzione di reperire qualche sandwich da mangiare per colazione nel mentre che passeggiavano in riva al lago.
"Sai che con me puoi parlare, di qualsiasi cosa si tratti." Le rispose più serio. La riccia lo guardò di sfuggita, mordendosi un labbro pensierosa. I corridoi erano poco affollati. Alcuni gruppetti di pochi studenti si avviavano come loro verso la sala grande, tutti ancora troppo assonnati per essere in grado di formulare discorsi lunghi.
No che con lui non poteva parlare di tutto... Purtroppo un grande difetto dell'amico era quello di essere molto impulsivo e più volte avevano litigato per sciocchezze. Figurarsi se gli avesse detto la verità, cosa che ovviamente non avrebbe fatto. Ma comunque il suo timore era che si arrabbiasse anche per la storia di McLaggen. Non voleva litigare con il suo migliore amico per una stupidaggine, soprattutto se una bugia, per lo più.
"Credo solamente che non te lo aspetteresti, tutto qua... E di conseguenza non so quale potrebbe essere la tua reazione. Vorrei soltanto che tu non ti arrabbiassi, anche se magari potrai sentirti offeso per il fatto che non te l'abbia detto fin dall'inizio." Gli mormorò timidamente, mentre Harry inarcava le sopracciglia sempre più curioso e sorpreso.
Erano nel frattempo arrivati in sala grande, dove le quattro lunghe tavolate erano ancora semi vuote. Harry spostò lo sguardo sul tavolo degli insegnanti, dove vide Hagrid parlare con la professoressa Sinistra di astronomia, Piton discutere con la McGranitt e Silente a bassa voce, vista che lo fece irritare profondamente se considerato il fatto che il preside a lui non rivolgeva parola dallo scorso giugno e, infine, la Umbridge che si guardava attorno compiaciuta mentre, rigorosamente vestita e infiocchettata di rosa e fucsia, sorseggiava del caffè. Il moro distolse immediatamente lo sguardo, spostandosi a passo spedito verso la tavola del Grifondoro insieme alla riccia.
In pochi minuti avvolsero una decina di sandwich in alcuni tovaglioli e nel frattempo bevvero di volata un bicchiere di succo di zucca, per poi abbandonare velocemente la sala poco gremita.
"Finalmente, non sopportavo già più la presenza di quella vecchia rospa." Borbottò Harry una volta che furono davanti al portone d'ingresso, a quell'ora aperto. Il cielo era ancora di un grigio tenue, ma non minacciava di piovere, non al momento per lo meno. L'aria era abbastanza fresca, ma piacevole e nel complesso una passeggiata non dispiaceva, seppur non fossero ancora né la stagione né il meteo più promettenti.
"Harry, non devi mai dimenticare di mantenere la calma con lei. So che è difficile, ma ti ha già preso abbastanza di mira e non devi peggiorare la situazione." Lo ammonì la riccia una volta che furono usciti nel prato ancora umido. Harry strinse le labbra fino a ridurle a una linea sottile, assomigliando terribilmente alla McGranitt quando era scettica o arrabbiata riguardante qualcosa.
"Hermione, sei troppo intelligente per poter credere veramente che la Umbridge non troverà altri pretesti per rendermi la vita impossibile. Tanto vale che me la giochi come voglio io... Credi che l'intervista la farà impazzire di gioia? certo che no, ma non m'importa. potrà punirmi quanto e come vuole, ma non le servirà a fermarmi. Le persone devono sapere la verità." Rispose duramente, facendo trasalire Hermione, spaventata da tutta quella fermezza che non prometteva niente di buono.
"Harry ragione, ti prego. Non puoi sfidare la Umbridge così apertamente... Secondo me può diventare veramente molto crudele e pericolosa. E per quanto riguarda la rivista, forse dovremmo annullarla. Ho sbagliato a voler essere così impulsiva. Non avrei dovuto proportela. Non quando so perfettamente che la Umbridge troverà altre scuse per punirti e farti del male. " Sbottò, estremamente preoccupata. I prati erano deserti, ma cercò di non alzare troppo il tono di voce per paura comunque di essere sentita da qualche possibile passante non visto.
Harry sospirò rumorosamente
"Annullarla significherebbe stare al suo gioco. Dobbiamo combattere invece, non abbiamo alternative Hermione. Perché vuoi che chieda a Rita di togliere i nomi dei mangiamorte?" Le chiese serio. La riccia stette in silenzio alcuni istanti, ma infine decise di raccontargli la storia del negoziante riadattandola nel migliore dei modi, pur mantenendo la verità dei fatti accaduti.
Iniziò così a parlare, mentre mangiavano sandwich e si incamminavano verso le sponde del lago nero. Parlò per almeno un quartod'ora, mentre Harry aggrottava le sopracciglia e si incupiva man mano sempre di più.
"Capisci? Per questo vorrei che tu le chiedessi di toglierli. Quell'uomo mi ha agitata, ma mi ha fatto capire che ineffetti agire nell'ombra e con prudenza è molto meglio che fare queste cose plateali. Si scatenerà un vespaio." Concluse Hermione.
"Non saresti dovuta andare da sola in quel negozio sconosciuto! Non ne ho nemmeno mai sentito parlare... Quell'uomo avrebbe potuto farti del male." Le disse Harry, scrutandola attentamente.
"So badare a me stessa, Harry." Sospirò la ragazza, calciando un sassolino in riva al lago nelle acque gelide di quest'ultimo. Ricordava perfettamente quando lo scorso anno Krum si era tuffato dalla fiancata della sua nave in quello specchio marmato, lasciandoli tutti a bocca aperta per lo stupore.
"Non lo metto in dubbio Hermione, ma ne sei uscita terrorizzata. E comunque è Voldemort ad agire nell'ombra, e noi non siamo come lui e i suoi cani ammaestrati. Non chiederò a Rita di togliere i nomi, non ne vale la pena. Affronterò le conseguenze." Rispose Harry calmo. La riccia distolse lo sguardo dall'amico con profonda delusione... Sapeva che era testardo, ma sperava che per una volta, soprattutto in quella circostanza, si arrendesse.
"Per favore Harry, fallo per me." Si sentì una stupida a pregarlo così, ma voleva evitare il litigio con Draco, soprattutto adesso che le cose stavano iniziando ad andare così bene, soprattutto adesso che insieme a lui stava scoprendo cosa significasse sentirsi apprezzate e desiderate, cosa significasse avere qualcuno che ti guarda non più con gli occhi dell'amicizia ma bensì del desiderio. Non voleva perderlo, o rischiare di non parlargli per settimane nella speranza di farci pace... Stava male al solo pensiero.
"Andrà tutto bene Hermione, smettila di preoccuparti." Tentò di rassicurarla Harry, confuso da quel comportamento. La riccia prese un respiro profondo e infine disse
"Glielo scriverò io Harry, mi dispiace." Il cuore le batteva forte, soprattutto quando vide l'espressione confusa del suo migliore amico, ma doveva impedirlo.
"Hermione sii sincera! Mi nascondi qualcos'altro?" Le chiese Harry, incrociando le braccia al petto. La riccia deglutì a vuoto, con il cuore che continuava a galoppare furiosamente.
"Cosa vuoi dire Harry?" Gli chiese freddamente.
"Il tuo comportamento è strano, dai l'impressione che tu non voglia che io faccia pubblicare i nomi dei mangiamorte per motivi a te personali." Le confessò con una punta di accusa.
La riccia si sentì punta sul vivo e tremendamente irritata da quell'accusa.
"Del tipo? Pensi che difenda qualche mangiamorte?" Gli chiese arrabbiata. Ovviamente Harry arrivava a pensare subito al peggio, non pensava davvero ciò che gli aveva detto, ma sapeva che l'amico si stava facendo chissà quali congetture e la cosa non le piaceva affatto.
Harry trasalì sconvolto.
"Cielo Hermione, sei la mia migliore amica. Credi davvero che potrei pensare una simile cosa di te?" Le chiese con voce incolore. La ragazza abbassò lo sguardo mortificata... Aveva veramente esagerato, ancora. Ma adesso doveva decidere... O andare fino in fondo, farlo per Harry, e come aveva detto lui, combattere. Oppure, continuare ad opporsi per paura di litigare con Draco.
"Senti Hermione, scusami se ti ho aggredita, non volevo ferirti ma...Spero che tu non pensi davvero che io possa essere in grado di accusare di simili cose te o Ron. Voi non siete Peter, di voi mi fido ciecamente, più che di me stesso." Insistette Harry, guardando intensamente la riccia. La ragazza sospirò pesantemente... Doveva scegliere Harry, era giusto che andasse così. Sapeva che con Malfoy non sarebbe stato facile, si sarebbe infuriato, ma ci avrebbe parlato e in qualche modo avrebbe trovato una soluzione. Non poteva tradire Harry per Malfoy, nemmeno se al momento le cose andavano bene.
Non poteva dimenticare il passato da un giorno all'altro, tutto il male che le aveva fatto e l'odio. Adesso sapeva che in lui c'era del buono, e l'avrebbe sfruttato a suo favore per farlo ragionare e riportare la loro situazione stabile... Ma la priorità spettava ad Harry.
"Perdona me Harry... L'intervista è tua, sentiti libero di fare ciò che vuoi. Non lo pensavo davvero, tranquillo. Hai carta bianca." Lo rassicurò, sospirando ancora una volta. Aveva firmato la sua condanna, lo sapeva.
Il moro annuì cauto, sospirando a sua volta di sollievo.
"Adesso però raccontami la verità... Per chi erano quei cioccolatini?" Le chiese, temendo la risposta. Hermione arrossì furiosamente, sentendo che non avrebbe retto a lungo quella situazione.
"Ecco io... Ti prego Harry, non arrabbiarti e non dirlo a Ron, soprattutto." Lo supplicò, tremendamente in imbarazzo.
"E' così brutta come notizia?" Le chiese timoroso. La riccia prese un sospiro profondo e sconsolato, sapendo che doveva iniziare a recitare il suo teatrino.
"Vedi Harry... Io mi sono presa una cotta pazzesca per Cormac, Cormac McLaggen... Sai quel ragazzo riccio del sesto anno della nostra casa?" Iniziò a dire, arrossendo furiosamente ma cercando di mettere una nota melodiosa e zuccherosa nel suo tono di voce quando pronunciò il nome del ragazzo. Harry strabuzzò e poi strizzò gli occhi sconvolto, guardando l'amica come se fosse un alieno a più teste.
"C-come scusa? T-tu hai una cotta per quello...? E n-non mi hai detto niente?" Balbettò sconvolto. Non aveva assimilato per niente bene la notizia, nonostante oltretutto fosse una bugia, perché non poteva semplicemente crederci. Non riteneva possibile che la sua migliore amica si invaghisse di qualche ragazzo e per lo più non glielo dicesse. Era certo che prima o poi si sarebbe fidanzata con Ron.
"Lo so Harry, lo so. Ma ti prego non arrabbiarti... Non sapevo come dirtelo. Me ne vergognavo, capisci? Inoltre sapevo che se ve l'avessi detto, Ron non avrebbe reagito per niente bene. Mi ricordo il casino che si è creato anno scorso per Krum, e semplicemente non ci tenevo a ripetere l'esperienza. Ma non mi sembrava nemmeno giusto dirlo a te si e a lui no... Quindi l'ho detto solamente a Ginny. I cioccolatini erano per lui, avevo intenzione di dichiararmi ieri sera." Sospirò afflitta, fingendosi sconfortata.
Il moro la guardò stralunato, ancora troppo sconvolto per farsene una ragione.
"Ma Hermione, insomma... Se tu ti fossi fidanzata con lui, non ci avresti detto niente? Ci avresti tenuti all'oscuro? E poi cos'è successo, come mai ieri sera piangevi?" Continuò a domandarle sempre più incredulo.
" Ecco io... Certo che ve l'avrei detto, se le cose fossero andate per il verso giusto, ovviamente. Ma non disperare... Non starò mai insieme a lui. Ieri sera, quando stavo rientrando da Hogsmeade, finalmente con i cioccolatini belli impacchettati e con il mio discorso pronto, l'ho visto con una ragazza... Si stavano abbracciando e... e... A un certo punto si sono baciati, capisci? Lì per lì ne sono rimasta sconvolta, perché è una scena che non vorresti mai vedere, credimi, e quindi sono fuggita via in lacrime, con la fortuna di non essere vista né da lui né tanto meno da lei. Ma ero così sconvolta che quando sono tornata in sala comune e ti sono venuta addosso me ne sono comunque voluta andare via senza dare spiegazioni. Ginny mi ha raggiunta perché sapeva la verità e si è preoccupata. Tutto qua." Gli spiegò assorta e con un finto tono di voce rattristito.
Harry restò per alcuni minuti in silenzio, incapace di formulare una risposta. Era una situazione strana, a dir poco assurda secondo lui. Conosceva di vista Cormac, ma gli sembrava un gran pompato e un tipo ben poco adatto agli standard dell'amica. Ma era pur vero che di donne non ne capiva quasi niente e per lo più non doveva dimenticarsi della storia dello scorso anno con Viktor. Anche lì sembrava che la riccia non lo sopportasse e poi, si era presentata al ballo del ceppo con lui e aveva iniziato a frequentarlo per tutto il resto dell'anno scolastico... Le dispiaceva che avesse pianto e stesse male, ma non poteva nemmeno definirsi scontento per il fatto che non si fosse messa con lui. Sarebbe stato a dir poco assurdo e per l'appunto... Ron sarebbe uscito fuori di testa.
"Io... Non so, mi dispiace Hermione. E' una situazione bizzarra, non me lo sarei mai aspettato. Ma se posso fare qualcosa per te, dimmelo... Sei comunque la mia migliore amica e capisco se adesso stai male e hai bisogno di sfogarti." Mormorò, spostando il peso del corpo da un piede a quell'altro. Hermione gli sorrise incoraggiante e scosse la testa.
"Stai tranquillo Harry, è solamente una cotta, mi passerà... Ti chiedo solamente di tenere l'acqua in bocca con Ron. Non la prenderebbe affatto bene, e non ho voglia di musi lunghi." Gli rispose assorta, guardando un punto fisso in lontananza. Aver nuovamente mentito all'amico le dispiaceva, ma era l'unico modo per non litigare con lui, e ciò l'avrebbe sempre perseguitata. Per frequentare Malfoy doveva mentire agli amici, non aveva scelta... A meno che non volesse scegliere tra lui e gli amici.
Harry distolse lo sguardo ancora imbarazzato.
" Ma certo, sarò muto come un pesce... é solo che... Credevo che un giorno tu e lui... mi capisci?" Farfugliò, facendo arrossire e sgranare gli occhi per la sorpresa ad Hermione. Seriamente tutti credevano che lei e Ron un giorno si sarebbero fidanzati? Poi magari sposati e fatto dei figli insieme? Non capiva perché tutti ne avessero quella convinzione... Lei era amica di Ron come lo era di Harry e tutti quei discorsi la imbarazzavano decisamente tanto, troppo.
"Harry per me Ron è un buon amico, il mio migliore amico, esattamente come te ma insomma... A me non piace e credo che anche lui non ricambi quel tipo di sentimento... Non è il mio ragazzo ideale." Borbottò a disagio. Non era facile fare simili confessioni al proprio migliore amico, soprattutto se parlavano dell'altro loro migliore amico, ma a quanto pareva era un altro punto da chiarire. In ogni caso si sentiva piuttosto ipocrita a dire che Ron non era il suo ragazzo ideale, quando aveva appena confessato, seppur sotto forma di bugia, che lo era un tipo come Cormac McLaggen. Non lo conosceva bene, quindi non le sembrava giusto dare sentenze spietate a primo impatto, ma per l'appunto, come aveva appena pensato, a primo impatto non le sembrava per niente il suo tipo di ragazzo ideale. Inoltre la sua mente era già occupata altrove...
"Beh certo... Comprendo... Non voglio insistere, cambiamo argomento?" Suggerì il moro, tentando di far tornare un'aria serena e rilassata tra loro due. Hermione accettò di buon grado e iniziarono a parlare del più e del meno. Uno degli argomenti principali fu la partita di quidditch che si sarebbe tenuta quel sabato tra Grifondoro e Tassorosso. Il moro spiegò all'amica che la sera precedente, quando Ginny e Ron erano tornati dall'allenamento, sia Ginny che i gemelli avevano spiegato quanto fosse stato disastroso quest'ultimo. A quanto pareva l'amico tendeva ad andare nel panico e a dare costantemente il peggio di sé, e tutti quanti temevano per lo scontro imminente.
Hermione, seppur non amasse quello sport, si dispiacque molto per l'amico, ma almeno al momento non aveva la più pallida idea di come poterlo aiutare. L'unica soluzione era che provasse a calmare i nervi per affrontare la partita più serenamente.
Lei invece gli spiegò della sua intenzione di trasferirsi di stanza e Harry, seppur sorpreso, la incoraggiò nella sua scelta. Alla fine lo sapeva che non era mai stata in buoni rapporti con le due compagne e trovava che fosse inutile continuare a restare con loro quando poteva avere l'opportunità di andarsene. Era invece grato a Ron per aver deciso di restare nonostante pure a lui, di diritto, spettasse l'alloggio privato riservato ai prefetti.
Parlarono per ancora una buona mezzora, rendendosi conto che erano ormai quasi le nove e mezza, e in quell'ultima mezzora finirono di raccontarsi le loro cose tra le quali, Harry le spiegò dell'incontro diastroso con Cho, dove Hermione tentò di spiegargli ciò che era successo e che avrebbe dovuto fare, e delle lezioni di occlumanzia che ormai proseguivano da un mese e mezzo ma che ancora si rivelavano disastrose e dei continui sogni che faceva, lasciando Hermione pensierosa e preoccupata.
La riccia era sempre più convinta che tempi bui si stavano progressivamente avvicinando e che presto sarebbero arrivati a una svolta, era solamente questione di tempo...
- Ciao a tuttiiii, questo capitolo l'ho praticamente scritto quasi tutto al pc, infatti ho fatto molto prima... Ho aggiornato presto questa volta xD. Ma purtroppo non ho sempre tempo a disposizione per scrivere al pc e la maggior parte del tempo lo passo scrivendo dal cellulare, ma potete capire che non è la stessa cosa e che sono molto più rallentata. In ogni caso d'ora in avanti probabilmente i capitoli saranno più movimentati e ci saranno più colpi di scena, alti e bassi e tanto altro... Vedrete! Nel frattempo spero che vi piaccia la storia fino a questo punto e soprattutto, vi ringrazio infinitamente per tutto il seguito e appoggio che mi date ❤❤❤. A presto tesori belli, un bacione enorme 😘😘😘. -
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