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"Buona vigilia, Granger"

La sala comune dei serpeverde era praticamente trasformata. Festoni eleganti verdi e argento erano stati appesi lungo le pareti e lo stemma dei serpeverde, troneggiava imponente sugli studenti, mentre candele incantate che emanavano una luce verde, fluttuavano per la stanza, irradiando un'atmosfera accogliente.

"Parteciperanno tutti gli studenti?" Chiese Draco tagliente, rivolgendosi a Flint. Quest'ultimo gli rivolse un cenno, nel mentre che eseguiva complicati movimenti con la bacchetta.
"Verranno tutti, dal primo al settimo anno Malfoy. Volevamo aprire la festa agli studenti dal quinto in poi, ma la voce si è sparsa e non abbiamo potuto far niente. Hanno minacciato di dire tutto a Piton e alla Mcgranitt se gli avessimo impedito di partecipare, quindi abbiamo dovuto cedere. Non potevamo metterli tutti a tacere." Rispose a denti stretti.

"Maledizione, staranno tra i piedi e basta quei marmocchi." Sibilò Draco
"Lo so, e avremo problemi con l'alcol. Non possiamo permettere che qualche ragazzino si ubriachi." Sbuffò il capitano.

"Per quello ci sono le pozioni anti sbornia." Suggerì il biondo
"Lo so, ma non sappiamo come procurarcele." Gli rispose Flint.
Draco aggrottò le sopracciglia... Un rimedio ci doveva pur essere.

"Potremmo occuparcene io e Blaise, se non richiede troppo tempo." Suggerì infine il ragazzo. Erano entrambi bravi in pozioni e se la ricetta fosse stata fattibile, ci sarebbero riusciti.
"È una responsabilità Malfoy. Se un passaggio andasse storto, potreste avvelenare qualcuno." Gli rispose, guardandolo di traverso. Ovviamente Draco, irritato, capì che in realtá, il capitano non si fidava e, stava nuovamente sottovalutando le loro capacità.

"Vado a sentire Blaise e poi ti faccio sapere. Se non è una pozione complicata sono certo che saremo in grado di eseguirla." Rispose asciutto, girando sui tacchi per andare a cercare l'amico.

Era l'ultimo giorno e come regalo, Silente aveva deciso di interrompere le lezioni quella mattina, evitando lo strazio delle lezioni pomeridiane. Ma forse, avrebbero potuto saltare pure quelle.

"Vuoi saltare le lezioni?" Chiese Blaise incerto
"Andiamo, possiamo saltare le due ore di cura delle creature magiche e antiche rune. Andremo a difesa e a trasfigurazione." Disse Draco, guardandolo speranzoso. Quest'ultimo strinse le labbra scettico.
"Lo sai che si insospettirebbero i professori e poi, la ricetta?." Chiese

"Ma per favore! Quello scimmione non se ne accorgerà e quella di antiche rune, figurati. Le uniche che potrebbero darci delle grane sono la Umbridge e la Mcgranitt."Lo incitò il biondo
"E Va bene, procuriamoci quella benedetta ricetta allora." Sospirò infine il moro.

Quella mattina Hermione era accovacciata davanti al focolare ad osservare pigramente le fiamme danzanti. Ron aveva immediatamente risposto alla sua lettera, spiegandole brevemente le condizioni del padre. Era ancora molto grave, ma non sembrava corresse un pericolo di morte immediato. Anche se poco, era una piccola rassicurazione.

Non aveva mai saltato delle lezioni, ma proprio non se la sentiva di affrontare lunghe ore di spiegazioni senza Harry e Ron al suo fianco. Non aveva la testa per farlo. A quell'ora avrebbero avuto cura delle creature magiche con i Serpeverde, e non aveva alcuna intenzione di sopportare una Pansy miagolante e odiosa che non faceva che strusciarsi su Malfoy. Malfoy. Quel ragazzo era un mistero, un labirinto senza capo né coda.

Sospirò profondamente, raggomitolandosi su sé stessa. Si sarebbe aspettata delle vacanze migliori, dopo tutto. Ma per il momento, non promettevano affatto bene. Quella sera le sarebbero toccate le ronde, da sola. La prospettiva di passare lunghe ore a girovagare per i corridoi non la entusiasmava e per una volta, avrebbe tralasciato volentieri i suoi compiti da prefetto, ma sapeva che non poteva assolutamente permetterselo. Già il lusso di saltare le lezioni la faceva sentire terribilmente in colpa.

Non sapeva nemmeno come passare il tempo e forse l'unica soluzione, come di consueto, era la biblioteca. Almeno lì si sarebbe distratta. Stiracchiandosi si alzò dalla poltrona, andando a recuperare la borsa con i libri nella sua stanza. Avrebbe avuto l'opportunità di avvantaggiarsi con i compiti.

"Muoviti Blaise, quanto sei lento!" Sibilò Draco all'amico, guardandosi attorno per i corridoi. Ormai le lezioni erano iniziate e gli ultimi studenti ritardatari, stavano correndo a perdifiato per raggiungere le classi.
"Quanto sei paranoico Draco! Non c'è nessuno e ti ricordo che è stata tua l'idea di saltare le lezioni." Sbuffò il moro, aumentando l'andatura del passo.
Erano diretti in biblioteca.
"Lo so, ma non intendo farci beccare dai professori, o da Gazza, magari!" Lo rimbeccò il ragazzo, svoltando in un corridoio ormai deserto.

"E se non la troviamo la ricetta?" Chiese Blaise preoccupato
"Dovrà pur essere da qualche parte" gli rispose Draco, aggrottando le sopracciglia. In biblioteca c'erano migliaia e migliaia di enormi libri, come diavolo avrebbero fatto a trovarla?
L'amico infatti fece la domanda cruciale
"E come facciamo a trovarla, visto che ci sono un'infinità di volumi? E e se fosse nel reparto proibito? Forse dovremmo trovare un'altra soluzione." Iniziò a dire, agitandosi.

"Accidenti Blaise, ti vuoi calmare? E poi sarei io quello agitato! Pensi di rubare la pozione dalle scorta della Chips o di Piton? Non credo nemmeno che ce l'abbiano. È vietato fare feste clandestine, chi mai penserebbe che qualcuno si possa ubriacare ad Hogwarts?" Brontolò Draco esasperato.
"E va bene, va bene! Però adesso fermati, siamo arrivati." Rispose Blaise, alzando gli occhi al soffitto. Quella, sarebbe stata una lunga giornata.

Hermione si aggirava leggiadra tra i lunghi corridoi della biblioteca, scegliendo libri a caso. Le sembrava di essere in un'altra dimensione. La preoccupazione predominava su tutto. Era più tranquilla, ma il pensiero del signor Weasley non l'abbandonava. Com'era potuto succedere? Come aveva fatto un serpente ad aggredirlo? Dove si trovava di preciso quando era avvenuto il fatto?

Si morse il labbro con stizza. L'ordine non permetteva a lei, Harry e Ron di partecipare alle riunioni, e nemmemo a gli altri ragazzi Weasley, se non ai più grandi. Erano dunque estraniati dai fatti che accadevano all'esterno.

Tutto ciò la faceva impazzire. Odiava non essere a conoscenza delle cose e sopratutto, non sopportava di non essere in grado di dare risposte fondate. Sapeva che alla base c'era Voldemort. Tutto si aggirava intorno a lui e ad Harry. Non ne aveva la certezza, ma tutto le faceva presupporre che l'amico ci fosse in mezzo più di quello che volevano ammettere e dare a vedere.

Mancavano però troppi tasselli del puzzle per poter fare due più due con precisione. Sospirò irritata, tirando giù l'ennesimo libro. Sperò che almeno Harry e Ron riuscissero a scoprire qualcosa, in quei giorni in sua assenza dal quartier generale.

"Fai piano Draco" bisbigliò Blaise, entrando cauto in biblioteca.
"Chi vuoi che ci sia, sono tutti a lezione" sbuffò, abbassando ugualmente il tono di voce. Il moro gli scoccò un'occhiataccia di rimprovero
"Mai dire mai, potrebbe beccarci la Pince." Bisbigliò concitato.

"Dai muoviti, al massimo ci inventiamo qualcosa." Lo incitò Draco, addentrandosi nel primo corridoio, susseguito da altre centinaia di corridoi pieni di scaffali alti fino al soffitto e ricolmi di libri. Blaise gemette sconfortato.
"Sarà come cercare un ago in un pagliaio" borbottò desolato, gettando un'occhiata ansiosa al biondo, che anche se di mala voglia, dovette ritenersi concorde con l'amico.
"Dai cerchiamo nelle varie corsie, ci sarà un modo per trovarla." Lo incoraggiò, riprendendo a camminare.

A qualche corsia di distanza Hermione, accovacciata in un angolo in penombra, sfogliava distrattamente le pagine di un grosso tomo di erbologia, prendendo di tanto in tanto qualche appunto, ignara della presenza del biondo e del suo compare, intenti a cercare una ricetta illegale, poco lontani da lei.

"No, questo libro non va bene." Sbuffò Draco, gettandolo su un'alta pila sul tavolo accanto a loro. Stavano cercando da almeno mezz'ora e per il momento, i risultati erano stati un fallimento colossale.
"Fai piano Draco! Stai facendo un sacco di rumore" lo rimbeccò Blaise, torcendosi le mani.
"Accidenti Blaise, ti vuoi calmare! Mi stai facendo impazzire." Sibilò in risposta, scartando l'ennesimo libro con un gesto secco.

Possibile che una stupida ricetta portasse via così tanto tempo? Ne aveva davvero fin sopra la punta dei capelli. Come diavolo facevano le persone a passare ore ed ore in quel buco, cercando libri su libri? Proprio non riusciva a farsene una ragione.
"Cambiamo corsia, stiamo cercando nel posto sbagliato." Bisbigliò Blaise. Il biondo annuì, abbandonando la speranza di trovare il libro giusto in quella sezione.

Hermione chiuse il libro di erbologia, controllando l'ora. Erano ancora le nove meno dieci. Non era nemmeno terminata la prima ora di cura delle creature magiche. Si sentì un po' in colpa per Hagrid. Si stava preoccupando forse? Sapeva già cos'era successo al papà di Ron? Era immersa nei suoi pensieri, quando ad un tratto sentì un tonfo e alcune imprecazioni bisbigliate non molto lontano da lei. Ancora nel suo angolo, aggrottò le sopracciglia. Chi mai poteva esserci a quell'ora in biblioteca?

"Merda Blaise, vuoi stare attento?" Sputò Draco tra i denti con i lacrimoni agli occhi. L'amico gli aveva appena fatto cadere un grosso libro rilegato in cuio sulla testa. Con una mano andò a massaggiarsi il punto dolorante mentre l'amico, mortificato, blaterava scuse su scuse.
"Va bene, va bene, ma stai zitto. Forse ci siamo." Borbottò Draco.

Il grosso libro era pieno zeppo di ricette di pozioni più improbabili da preparare e, forse forse, avevano fatto bingo. Dovevano solamente controllare. L'unica pecca era che stavano facendo un sacco di rumore.

La ragazza mise da parte il libro. Qualcosa non quadrava. In biblioteca c'era qualcuno, non era sola come aveva previsto inizialmente. Sembravano più persone, qualcuno che come lei, aveva saltato le lezioni. Dubitava però, che avessero il permesso della Mcgranitt o che fossero lì per studiare. L'unica che si prendeva veramente la briga di farlo, le sembrava di essere lei. Si alzò cauta, cercando di non far rumore, coperta dal tonfo dei libri che provenivano da qualche corsia davanti a lei. La curiosità la spinse ad andare a controllare.

"Non ci posso credere! L'abbiamo trovata." Disse Blaise con un gridolino.
"Zitto Blaise! Se ci fosse qualcuno ormai ci avrà già sentiti." Sbottò Draco, però con il cuore più leggero. Erano stati fin troppo fortunati, non ci aveva sperato molto nel trovate la ricetta giusta, in così poco tempo. E invece, eccola lì, davanti a loro, e non era nemmeno poi così difficile da preparare.

La riccia seguì i rumori, sempre con le sopracciglia aggrottate per la concentrazione. Qualcuno stava parlottando in modo frettoloso, se così si poteva dire, ma non riusciva a capire di cosa. Ormai era davvero vicina e, il suo lato curioso, stava prendendo il sopravvento. Ma era pur vero, che non voleva farsi scoprire ad origliare, non sarebbe stato corretto.

"Andiamo via Draco, finalmente ce l'abbiamo fatta." Sospirò Blaise più tranquillo, mentre il biondo annuiva.
"Dammi solo qualche minuto per risistemare, tu in tanto vai, aspettami fuori." Gli disse, prendendo sotto braccio tutti i libri inutili da dover mettere a posto.
"Come vuoi, ma sbrigati." Gli disse l'amico, con una scrollata di spalle, posizionando il libro al sicuro sotto al mantello.

Hermione trattenne il fiato, fermandosi di colpo dietro allo scaffale. Aveva distinto perfettamente il nome Draco.
Non poteva essere vero. Non ci voleva credere che Malfoy fosse in biblioteca. Significava che aveva saltato pure lui le lezioni e che, qualcun'altro, l'aveva seguito. Con una smorfia, il suo pensiero andò immediatamente a Pansy. L'immagine di lei avvinghiata al ragazzo le metteva i brividi, stringendole lo stomaco in una morsa fastidiosa.

Sentiva il cuore batterle all'impazzata nella cassa toracica. Doveva decidersi. Scoprire se aldilà di quella corsia c'era Malfoy oppure, ritirarsi in silenzio e far finta di niente, tenendosi il dubbio. Dopo averci pensato qualche secondo, la curiosità prevalse sulla ragione. Molto cautamente si spostò verso il corridoio che si affacciava sulla corsia davanti a lei e, con suo sommo stupore, lo vide.

Avrebbe riconosciuto quella chioma tra mille. Draco Malfoy era girato di schiena, intento a sistemare gli ultimi libri che aveva in mano, ignaro della presenza della riccia alle sue spalle. Hermione lo guardò stupefatta, senza sapere cosa fare. Quella situazione era davvero sospetta e qualcosa di spinoso le fece pensare che non c'era niente di buono in vista. Cosa ci faceva Malfoy in biblioteca a quell'ora di mattina? Cosa stava cercando? E perché, soprattutto? Non ci credeva che fosse lì per studiare, anche perché era chiaramente in compagnia di qualcuno, che era appena andato via.

Non se la sentiva proprio di affrontarlo in quel momento. Sapeva perfettamente che non era un comportamento degno di Hermione Granger, ma non avrebbe retto un battibecco con lui, in quello stato di sconforto. Forse non stava facendo niente di male, forse doveva lasciarlo un po' perdere, non poteva sempre ossessionarsi con lui e con ciò che faceva. Doveva trovare un modo per andarsene da lì, senza che lui se ne accorgesse.

Molto lentamente, prese un libro a caso dallo scaffale, facendo attenzione a non far rumore, appena prima che Draco scendesse dalla scaletta per andarsene. Aprì silenziosamente il tomo e ci si tuffò dentro, riprendendo a camminare. I suoi passi delicati però non sfuggirono a Draco, che si girò di scatto e la vide. Alla sua vista dilatò le pupille per la sorpresa, sentendo il cuore perdere qualche battito. I loro sguardi, per qualche istante, si incrociarono... Ambra e tempesta, fuoco e ghiaccio. Hermione sentì il cuore vibrarle nel petto, ma non parlò, non fece niente. Proseguì a dritto senza esitare, lasciando Draco a fissarla a bocca aperta. Voleva soltanto allontanarsi da lui, dai suoi pensieri, dalle sue paure e dal suo tormento. Si sentì una codarda, ma in quel momento non le importava. Al diavolo i valori di Grifondoro, non sempre potevano essere rispettati.

"La Granger" soffiò Draco, precipitandosi fuori dalla biblioteca ancora sconvolto. Ciò che era appena successo era qualcosa di assurdo. Era lei, l'avrebbe riconosciuta anche al buio, i loro occhi si erano incrociati, ma nel suo sguardo non aveva letto il solito fuoco. Erano tristi, stanchi, ed era strano. In una circostanza normale, l'avrebbe scannato per averlo beccato a saltare le lezioni eppure, Draco si accigliò, l'aveva totalmente ignorato e nemmeno lei era andata a lezione, cosa alquanto surreale, per non parlare del fatto che era sola. Solitamente era sempre con Potter e Weasley e gli sembrava strano che quei due non l'avessero seguita. Ineffetti non li vedeva da almeno due giorni. Fatto altrettanto strano.

"Draco cosa stai blaterando?" Chiese Blaise, guardando l'amico preoccupato.
"Andiamo via da qua, ti spiego strada facendo. Dobbiamo procurarci gli ingredienti e preparare la pozione. Non c'è tempo da perdere." Biascicò, sotto lo sguardo allibito del moro. Draco però non aggiunse altro, e a passo svelto si diresse verso i sotterranei.

Hermione si rifugiò in sala comune, ancora ansante. Aveva corso a perdifiato, una volta assicuratasi che Malfoy non fosse più in biblioteca. Ancora incredula andò a posare la borsa con i libri nel dormitorio, tornando poi a sedersi sulla sua poltrona preferita davanti al camino. La stanza era ancora completamente deserta, eccetto lei. La mattinata era ancora lunga e a quell'ora, avrebbe avuto la Mcgranitt.

La curiosità la stava divorando... Cosa ci faceva Malfoy in biblioteca? Perché non era a lezione? Con chi era? Come mai l'aveva completamente ignorata? Era pur vero che era stata lei la prima a far finta di niente, incrociando semplicemente, per un breve istante il suo sguardo. Ci aveva letto la sorpresa in quegli occhi grigi come una tempesta... Grigi e bellissimi. Si dimenò sulla poltrona, inquieta. Malfoy la stava facendo uscire fuori di testa... Perché mai doveva reputarlo bello? Perché lo era, gli rispose una vocina nella sua testa.

Si alzò di scatto, iniziando a camminare avanti e indietro. Ci mancava solamente che il suo cervello le rispondesse da solo e poi, con la pazzia era a buon punto. Non riusciva proprio a stare tranquilla, più cercava di convincersi del fatto che il problema fosse la paura per la sorte del signor Weasley, più una specie di presentimento, le faceva credere che a breve sarebbe successo qualcosa di sconvolgente.

"Hermione, stai calma. Andrà tutto bene. Adesso leggi un libro, poi vai a pranzo, oggi trovi un nuovo impiego, stasera fai le ronde e poi vai a letto. Domani parti e sei in vacanza." Sussurrò a sé stessa per darsi coraggio. Si sentì abbastanza stupida a fare ciò, ma al tempo stesso anche più tranquilla. Dopo tutto, cosa sarebbe dovuto succedere?

"Allora Draco, mi spieghi cosa diavolo ti è preso stamattina?" Chiese Blaise, rivolgendosi all'amico accanto a sé.
Era pomeriggio, avevano pranzato in fretta e furia e poi, si erano rifugiati nei sotterranei per fare le pozioni, mentre altri studenti preparavano gli ultimi addobbi per la festa imminente.

Il biondo, spostando alcune ampolle di vetro ricolme di un liquido trasparente, lanciò a Blaise un'occhiata esasperata
"Te l'ho detto almeno dieci volte, se non hai capito adesso, non lo capirai più." Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli biondissimi madidi di sudore.

Aveva un disperato bisogno di una doccia.
" Guarda che ho capito, ma non mi tornano dei passaggi." Lo rimbeccò l'amico, aggiungendo alcune erbe nel suo calderone, che ribollì.

Draco strinse le labbra. Quella ragazza era un mistero. Possibile che la Granger, colei che da sempre aveva considerato una mezzosangue, sua acerrima nemica dopo Potter, da un momento all'altro, così facilmente, fosse diventata la sua ossessione? Cosa nascondeva, come pensava quella sua mente così brillante? Chi era davvero, Hermione Granger? Non poteva negare nemmeno a sé stesso quell'assurdo e contorto interesse che provava verso di lei.

"A me non torna niente Blaise. Quella ragazza è un abisso." Rispose, travasando mestamente altra pozione. C'erano quasi, erano riusciti nel loro intento e tra poche ore, la festa sarebbe iniziata. Tutto ciò gli sarebbe dovuto bastare per distrarlo.

Hermione guardò l'orologio di malavoglia. Era stata tutto il giorno pensierosa, per colpa di Malfoy. Perché?
Si era posta quella domanda decine di volte. Cosa aveva quel ragazzo? Perché era diventato una fissazione per lei? Provò una forte fitta di sensi di colpa, era come se in qualche modo, stesse tradendo Harry e Ron. Eppure, non aveva fatto niente di male. O forse sì, visto che ormai, si era quasi arresa all'idea di essere attratta da quel ragazzo così dannatamente bello, ma al tempo stesso, così meschino e sbagliato. Tutto ciò non era normale.

Sospirò, esasperata dai suoi stessi pensieri. Era quasi l'ora delle ronde e una sensazione spiacevole le pesava sullo stomaco, schiacciandoglielo dolorosamente. Non capiva. Era tutto il giorno che era inquieta... Aveva letto, aveva studiato, aveva preparato il baule, lo aveva ricontrollato tre volte per essere certa di non aver dimenticato niente, si era fatta una doccia bollente per rilassarsi, ma niente. Quella sensazione sgradevole non aveva accennato ad andarsene. Cosa le stava prendendo?

"Manca poco" disse Blaise emozionato.
La festa sarebbe iniziata alle otto e mezza e ormai, il tempo era agli sgoccioli. Nella sala comune dei serpeverde iniziava ad esserci un gran trambusto, gli studenti più grandi si erano occupati di insonorizzare dal di fuori tutta la sala, per essere certi che nessuno sentisse la musica che avevano già acceso. Flint e altri suoi compagni del settimo anno, avevano procurato l'alcol e il cibo, distribuendo il tutto su un lungo tavolo verde e argento in fondo alla sala.

Draco annuì, allacciandosi la cravatta serpeverde intorno al collo. Si era fatto una bella doccia calda, scacciando ogni pensiero. In quel momento la Granger, non era per lui un gran problema, anche se in un angolo remoto del suo cervello, continuava a pensare all'accaduto di quella mattina. Si sentiva quasi offeso per il suo comportamento. Deluso, forse. Per un istante aveva desiderato fortemente che lei gli risolgesse la parola, anche solo per mettersi a litigare.

Essendo però l'ultima sera prima delle vacanze, aveva voglia di divertirsi. Dopo tutto, chissà se avrebbero mai rifatto una festa del genere. La serata non prometteva male, a vedersi. I ragazzi si stavano vestendo eleganti, compresi Tiger e Goyle, anche se assomigliavano a due grossi babbuini, piuttosto che a due ragazzi eleganti. Le ragazze non le aveva ancora viste, ma dai discorsi che aveva sentito, avrebbero sfoggiato i loro abiti migliori per far colpo sui ragazzi.

"Pansy farà di tutto per farsi sbattere da te" bisbigliò Blaise al biondo, senza fare giri di parole.
Draco grugnì, incupendosi leggermente. Quella ragazza era come una grassa e succulenta mosca molto fastidiosa che gli ronzava intorno insistentemente portandolo all'esasperazione. A volte la cosa non gli dispiaceva, visto che poteva essere un'ottima valvola di sfogo, ma il più delle volte, l'avrebbe buttata tra i tentacoli della piovra gigante.
"Se vuoi te la lascio" sibilò acido. Blaise gli fece un ghigno divertito in risposta e lo lasciò a sibilare tutta la sua disapprovazione per andare a controllare gli ultimi preparativi.

Hermione uscì lentamente dal buco del ritratto, non aveva fretta, tanto. Si lasciò alle spalle la signora grassa che cercava di intonare un ritornello, senza degnarla di una parola e osservò cupamente il corridoio deserto. Non aveva voglia di inoltrarsi nelle tenebre del castello, avrebbe preferito passare le ultime ore ad Hogwarts davanti al focolare acceso, leggendo un buon libro, ma con un sospiro rassegnato si avviò nella direzione opposta. Sarebbe stata completamente sola. I prefetti di corvonero avevano contratto entrambi una brutta allergia, ed era quasi certa che sotto ci fosse lo zampino di Fred e George, visto che proprio loro gli avevano tolto recentemente dei punti.

"Che la festa abbia inizio!" Trillò Blaise eccitato, scendendo le scale del dormitorio due a due. Draco lo seguì, anche se con meno entusiasmo. Sentiva una sensazione strana sul petto. Qualcosa non andava eppure, non era successo niente, o non ancora per lo meno.

La sala stava iniziando a prendere movimento. Tutti gli studenti serpeverde si stavano riversando in pista, chiacchierando allegramente sopra le note della musica. Le ragazze erano molto carine, indossavano vestiti dai più eleganti ai più vistosi e i ragazzi, si guardavano intorno alla ricerca di qualche ragazza da invitare a ballare. Il tavolo nell'angolo era stra carico di cibo e bottiglie di alcol, che gli studenti più grandi avevano già iniziato a riversare nei loro bicchieri.

Hermione camminava lentamente, ancora con quella strana sensazione nel petto. Un brivido di freddo le percorse la schiena fastidiosamente, costringendola a stringersi addosso il mantello. Forse stava male, pensò. Magari le era venuta la febbre. Aprì la porta dell'ennesima aula, che era deserta e immersa nel buio più totale. Quell'aria spettrale le metteva ansia... Forse era davvero malata, o forse, quella non era semplicemente giornata. Ma era pur sempre strano.

La musica era sempre più alta, gli studenti si stavano scatenando sempre di più, ballando all'impazzata e mandando giù drink. Pure Draco, si stava divertendo, anche se stava cercando di evitare accuratamente Pansy che, nel suo abitino nero striminzito, stava cercando in ogni modo di trascinarlo in camera da letto.

Ma quella sera Draco si voleva divertire, non aveva intenzione di pensare a niente. Voleva concentrarsi sulla musica, sull'alcol che gli entrava in circolo nel sangue, facendolo scatenare e sulle imminenti vacanze di Natale.
"La festa è uno sballo!" Urlò Blaise per farsi sentire
"Ci puoi giurare!" Gli urlò in risposta Draco, afferrando al volo una manciata di patatine.
"Dai vieni, andiamo un po' con gli altri!" Lo incitò Blaise, trascinandolo in mezzo alla stanza, dove si trovavano i compagni.

Hermione continuava a percorrere i corridoi, tutti quanti deserti. Quel vuoto le trasmetteva un senso di inquietudine quasi doloroso. Aveva affrontato un troll di montagna, aveva aiutato a far fuggire un drago, se l'era vista con un cane enorme a tre teste, era stata pietrificata da un basilisco, aveva avuto a che fare con dissennatori, strane creature letali di Hagrid, un lupo mannaro completamente trasformato e aveva fatto evadere un prigioniero sotto il naso del ministro, senza mai lamentarsi e adesso, alcuni corridoi vuoti avevano il potere di terrorizzarla?

La differenza, pensò con un groppo in gola, era che non era mai stata da sola. Con lei c'erano sempre stati Harry e Ron e un quel momento, Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere con sé i suoi migliori amici, anche solo quel maldestro di Ron a fare le ronde insieme a lei, le avrebbe tenuto compagnia. Quel pensiero la fece sorridere affettuosamente. Si sa, in due, i demoni si tengono alla larga più facilmente.

La musica sovrastava qualsiasi altro rumore e ormai la stragrande maggioranza degli studenti erano ubriachi o per lo meno brilli. Anche Draco e Blaise erano abbastanza allegri, ma erano più che in grado di intendere e di volere, rispetto a un Nott ubriaco fradicio che stava facendo discorsi sconnessi e privi di senso e una Pansy che rideva come una pazza ad ogni battuta fatta da un qualsiasi ragazzo le passasse accanto.

"Di questo passo in molti avranno bisogno delle nostre pozioni" borbottò Blaise, rivolgendosi a Draco
"Immagino di sì" rispose quest'ultimo, prendendo un sorso di vino. Si stava divertendo, ma quel senso di inquietudine alla bocca dello stomaco era tornato, più forte di prima. Aveva una specie di brutto presentimento, come se stesse per accadere qualcosa di brutto. Aggrottò le sopracciglia, lanciando uno sguardo confuso alla sala.
"Draco stai bene?" Chiese Blaise preoccupato, rivolgendosi all'amico.
"Io...Sì, sto bene." Mormorò incerto, guardandosi attorno in allerta.

Hermione arrivò nell'atrio principale, erano quasi le undici. Aveva già controllato tutti i corridoi e le mancavano soltanto i sotterranei. Lanciò uno sguardo dubbioso alle scale e una nuova ondata di gelo le invase la bocca dello stomaco, lasciandola frastornata. Ogni particella del suo corpo le gridava di andarsene da lì, di non continuare le ronde e di tornare al caldo nella torre dei Grifondoro. Ma perché?
Non capiva... Cosa le sarebbe mai potuto accadere? Cos'era quella sensazione così brutta che la stava assillando?

"Le bibite e il cibo stanno finendo! Qualcuno deve andare nelle cucine a prenderne altre" strillò Blaise, continuando a dimenarsi a ritmo di musica.
"Vado iooo" biascicò Nott euforico, mandando giù l'ennesimo bicchiere di whisky incendiario, che si versò per buona parte addosso. Draco nel frattempo si era allontanato per recuperare alcune delle pozioni anti sbornia da somministrare a quelli messi peggio, lasciando solo Blaise e gli altri compagni.
"Sei sicuro di farcela?" Chiese Blaise dubbioso, bevendo un sorso di burrobirra dal boccale che teneva in mano
" Ma ceeerto amico, vado e tooorno!" Biascicò quest'ultimo, indirizzandosi verso l'uscita con passo malfermo.

Hermione iniziò a scendere le scale, un gradino per volta. I suoi passi rimbombavano remoti nel silenzio più assoluto e ad ogni passo, il gelo aumentava. Era un gelo strano, malsano. Come se vicino a lei, ci fossero dei dissennatori. Ma ovviamente non era così, era un pensiero assurdo. Eppure, l'inquietudine la stava divorando dall'interno, qualcosa le suggeriva di stare in allerta. Con quel brutto presentimento in testa, strinse nella mano destra la sua bacchetta, pronta ad utilizzarla in caso di bisogno.

"Dove diavolo è andato Nott?" Urlò Draco, precipitandosi da Blaise. Aveva visto il compagno abbandonare la sala comune, con una burrobirra in mano e completamente privo di capacità intellettive .
"È voluto andare nelle cucine per fare rifornimento. Il cibo e le bevande stanno finendo." Spiegò il moro, sovrastando la musica assordante.

Draco strabuzzò gli occhi, guardando l'amico come se fosse impazzito
" Vuoi scherzare per caso? Hai visto lo stato in cui è ridotto? Combinerà qualcosa se non lo fermiamo! Muoviti, dobbiamo andarlo a cercare!" Strepitò, afferrando Blaise per un braccio che, colto alla sprovvista, si fece trascinare via.

"Accidenti Draco, fai piano! Mi fai far male a qualcuno." Strillò, urtando alcune ragazze del terzo anno intente a dimenarsi senza ritegno tra le braccia di alcuni ragazzi del quarto.
"O zitto! Non gli avresti dovuto permettere di uscire in quello stato. Se ci scoprono per colpa di quell'idiota siamo tutti quanti fottuti." Lo apostrofò il biondo in preda all'agitazione. Il peso sul petto era tornato, qualcosa di brutto stava per accadere, se lo sentiva.

Hermione iniziò a percorrere i corridoi freddi e lugubri dei sotterranei, controllando le classi con la fronte imperlata di sudore freddo e il cuore che le pulsava nel petto. Quel senso di disagio era più forte che mai, e non ne capiva il perché. Uscì piano dall'aula, chiudendosi la porta alle spalle e a quel punto, sentì una voce avvicinarsi.

"Andiaaam nelle cucineee, alcol e cibo a volontáááá."
Hermione sussultò spaventata, guardando dritta davanti a sé. Cosa diavolo stava accadendo? Fu a quel punto, che Nott le comparve davanti, in uno stato pietoso, con la bottiglia di burrobirra impugnata nella mano sinistra e il passo malfermo.

La riccia trattenne il fiato, facendo qualche passo indietro. Ecco che sentì il cuore quasi uscirle fuori dal petto, aveva un tremendo presentimento.
"Nott, cosa ci fai qua?" Chiese, con voce spezzata, osservando attentamente il ragazzo, senza distogliere lo sguardo da lui nemmeno per un secondo.

Quest'ultimo al suono della sua voce parve riscuotersi leggermente. Osservò la ragazza, sbattendo le palpebre per metterla a fuoco e poi, sorrise. Un sorriso davvero inquietante.
" Ma guarda chi c'è, la Granger." Biascicò, facendo qualche passo verso di lei.
Hermione deglutì rumorosamente, chiaramente spaventata.

Non aveva mai visto una persona ridotta in quello stato. Faceva paura, era quasi irriconoscibile.
"Nott, sei ubriaco?come mai sei ridotto in questo stato?" Gli chiese, cercando di farlo parlare per prendere tempo e pensare al da farsi.
"Ma tu parli sempree così... così tanto? Lo sai Granger... Non sei poi così male." Biascicò, avvicinandosi ancora di più a lei.

La riccia si allontanò velocemente, incespicando leggermente nei suoi passi.
"Stai farneticando Nott! Cosa è successo?" Gli chiese con voce acuta. Il suo presentimento si stava avverando. Un senso di angoscia le paralizzò le gambe.
"Sta zitta Granger, lo sai... potrei anche scoparti. Dopo tutto, sei cresciuta bene." Sghignazzò, annullando le distanze tra di loro. Hermione trattenne il fiato terrorizzata, andando a sbattere contro il muro alle sue spalle.

"Nott lasciami, non sai quello che stai dicendo" sussurrò terrorizzata. Era la sensazione più brutta che avesse mai provato fino a quel momento. Sentiva il corpo muscoloso del ragazzo schiacciarla dolorosamente al muro. Puzzava di alcol e di sudore.

Disgustata cercò di dimenarsi per liberarsi, ma la sua presa era troppo forte e la bacchetta, non sarebbe mai riuscita ad estrarla.
"Sta ferma Granger!" Ringhiò Nott, diventando improvvisamente più aggressivo. Con una mano la teneva ferma, mentre con l'altra le strappò alcuni bottoni della camicetta. Hermione, terrorizzata, urlò forte per cercare di allontanarlo, ma non servì a niente, se non ad umentare la stretta del ragazzo.
"Urla quanto ti pare, nessuno ti sentirà" ridacchiò Nott, rovesciandole addosso una buona dose del contenuto del suo boccale.

Hermione sentì gli occhi pizzicarle. L'avrebbe violentata, se lo sentiva, e lei non sarebbe riuscita a difendersi. Era spacciata. Nott aveva ragione, i corridoi erano deserti, nessuno l'avrebbe sentita urlare, nessuno sarebbe venuta a salvarla. In quel momento lei era la preda, debole e vulnerabile e Nott, il cacciatore. Senza nemmeno lasciarle il tempo di accorgersene, Nott si fiondò sulle sue labbra, cercando di forzarle per fare accesso alla sua bocca.

Hermione, sconvolta, in un impeto di adrenalina, si dimenò, mordendo il più forte possibile il labbro inferiore del ragazzo che grugnì di dolore e si spostò leggermente da lei.
"Lasciami andare!" Strillò Hermione, cercando di arrivare alla bacchetta.
" Maledetta sporca mezzosangue, sei soltanto una puttana!" Ringhiò Nott, tirandole uno schiaffo in faccia che la fece sbattere nuovamente contro il muro.

Sentì la guancia andarle in fiamme e lacrime di rabbia, dolore e umiliazione iniziarono a solcarle il volto. Sporca mezzosangue. Ecco quell'insulto, ecco quella sensazione umiliante che riaffiorava nel suo petto. Nemmeno Malfoy la chiamava così da mesi ormai.

"Cazzo Blaise, qualcuno ha urlato, muoviti!" Urlò Draco, iniziando a correre. Una bruttissima sensazione gli aveva invaso ogni cellula del corpo, spingendolo ad andare più veloce. Corse, corse come una furia, con Blaise dietro che cercava di tenergli il passo e quando arrivò, quello che vide lo paralizzò dall'orrore.

"NO!" Ringhiò, estraendo la bacchetta dalla tasca del mantello. Con un movimento fulmineo, fece volare Nott dalla parte opposta del corridoio, facendolo sbattere contro la parete con un grugnito di dolore.
"Cazzo, cosa ti ha fatto?" Chiese, precipitandosi da Hermione, bianco come uno straccio. Quella vista era terribilmente dolorosa. Vederla lì, a terra, con la camicetta strappata, i capelli in disordine, il volto arrossato e bagnato da lacrime, gli fece provare una fitta tremenda alla bocca dello stomaco. Ecco cos'era quella sensazione orribile che l'aveva tormentato tutto il giorno. Era stato un presentimento.

Hermione non rispose, si limitò a singhiozzare più forte, nascondendo il volto tra le braccia. Blaise, dietro Draco, guardava la scena sconvolto, spostando lo sguardo da Hermione a Nott.
" Dannazione Blaise, porta quel bastardo lontano da qui, o giuro che l'ammazzo! A lei ci penso io." Sibilò il biondo, lanciando un'occhiata terribile a Nott, ancora accasciato a terra. Blaise, ancora sconvolto annuì, dirigendosi dal compagno con una smorfia di disgusto.

"Granger, vieni, hai bisogno di ripulirti." Mormorò Draco. Cercando di essere il più gentile possibile, aiutò la ragazza ad alzarsi. Si sarebbe aspettato che lei si opponesse e invece, non fece la minima resistenza. Si lasciò avvolgere per la vita e portare via da lì.

Draco la guardava ansioso, senza sapere cosa dire. Aveva pensato a lei tutto il giorno e adesso, eccola lì, appoggiata a lui, quasi violentata, inerme e sconvolta, a camminare per i corridoi deserti del castello. Era davvero in uno stato pietoso e l'unica cosa della quale aveva bisogno, era un bagno caldo. L'avrebbe portata nel bagno dei prefetti e avrebbe lasciato che lei si desse una sistemata per riprendersi un po'. Cos'altro avrebbe dovuto fare? Chiederle come stava? Sarebbe stato ridicolo. Stava male, era evidente e logico.

"Siamo arrivati." Mormorò a un tratto, affannato. Seppur Hermione non fosse pesante, l'aveva dovuta praticamente sostenere a peso morto per tutto il tragitto fino al quinto piano.
"Dove siamo?" Sussurrò scossa, continuando a piangere silenziosamente. Draco la guardò accigliato. Non era certo che lei avesse ben capito di essere in sua compagnia, ma si stava facendo aiutare, e questo era sufficiente.
"Nel bagno dei prefetti, hai bisogno di un bagno caldo." Le rispose, pronunciando la parola d'ordine che rivelò la porta d'accesso.

Entrò dentro, sorreggendola delicatamente. Con un colpo di bacchetta accese tutte le candele presenti nella stanza, illuminando l'enorme vasca da bagno in marmo e le decine di rubinetti in oro che sprigionavano saponi di ogni colore, sostanza e profumo.
"Beh adesso... Ti lascio il tempo di lavarti... Va bene?" Le chiese incerto, osservandola attentamente.

"Non lasciarmi sola." sussurrò a testa bassa, stringendosi le braccia intorno al petto. Draco spalancò gli occhi sorpreso. Gli stava chiedendo di fare il bagno con lei?
" Per favore." Lo supplicò con voce tremula. Draco deglutì a fatica. La tentazione era così forte... Quante volte si era immaginato di vederla nuda? E adesso stava per averne la possibilità... forse era tutto uno scherzo del suo cervello.

"Ne sei sicura?" Le chiese, facendo qualche passo verso di lei. La riccia annuì, ancora a testa bassa. Draco la studiò brevemente, indeciso sul da farsi. Il suo cuore stava accelerando i battiti all'impazzata.
"Beh allora... io riempo la vasca, tu intanto... Preparati." Mormorò, Andando ad aprire vari rubinetti. Non ci poteva credere, quello che stava per accadere non poteva essere reale.

Hermione però non si mosse, si limitò ad osservarlo, senza fare niente e quando Draco ebbe finito il suo compito, aggrottò le sopracciglia confuso. Come mai era ancora lì impalata? Si preoccupò... E se fosse rimasta sotto shock? Forse aveva bisogno di essere visitata, pensò.
"Io...Mi preparo, va bene?" Le disse, cercando di spronarla a fare lo stesso. Senza distogliere lo sguardo da lei, iniziò a sbottonarsi lentamente la camicia, togliendo prima la cravatta, che andò a gettare in un angolo.

Quella situazione era davvero strana. Sospirò, sfilandosi anche la camicia. Restò a petto nudo, mostrando la candida e perfetta pelle al bagliore delle candele che parzialmente, gli illuminavano anche il volto. In quel momento, i suoi occhi sembravano molto più scuri.
Hermione gli lanciò un'occhiata fugace, arrossendo leggermente, ma continuò a restare ferma impalata. Dentro si sentiva come congelata. Ciò che era successo, le sembrava surreale, non voleva crederci... Ormai le lacrime le aveva finite, e gli ultimi segni si stavano asciugando lentamente.

"Granger... Stai bene?" Le chiese Draco, osservandola attentamente. Hermione prese un respiro tremulo
"Io...io non ce la faccio" balbettò con voce fioca. A Draco si strinse il cuore, aveva bisogno di aiuto, stava male. Come aveva potuto pensare di portarla semplicemente a fare un bagno e di pretendere che facesse tutto da sola? Soltanto il fatto che gli aveva chiesto di restare, gli avrebbe dovuto far capire quanto fosse sconvolta per ciò che le era accaduto. Un impeto di rabbia gli bruciò lo stomaco. Non gliel'avrebbe fatta passare liscia a quell'essere immondo.

"Facciamo così... Adesso ti aiuto a spogliarti, va bene? Prometto che non ti farò niente di male." Le disse rassicurante, avvicinandosi a lei con cautela. Hermione si limitò ad annuire debolmente, completamente inerme. Era consapevole di essere insieme a Draco Malfoy, era consapevole che lui l'aveva appena salvata ed era consapevole, che la stava aiutando a spogliarsi per fare un bagno caldo, insieme, e che pure lui, era semi nudo davanti a lei. Avrebbe dovuto protestare, riufitare il suo aiuto e invece, lo stava lasciando fare perché quel tocco così delicato, dopo tutto le piaceva.

Le piaceva sentirsi sfilare delicatamente il mantello, sbottonare bottone per bottone la camicetta, senza fretta, senza violenza... Niente a che vedere con le gesta brutali che le aveva riservato Nott poco prima.
Draco si concentrò su ogni indumento, godendosi pian piano la vista della pelle nuda della ragazza. Una pelle morbida e delicata, fantastica al tocco. Era ancora più bella di quello che si era immaginato ma quando arrivò all'intimo, la coscienza gli suggerì di fermarsi. Non poteva spogliarla completamente, si sarebbe sentito come se a sua volta la stesse per violentare.

Avere accesso al suo corpo nudo, in quel momento di fragilità, sarebbe stato un torto. Forse non avrebbe mai più avuto un'occasione simile, forse se ne sarebbe pentito, ma non gliene fregava. Per una volta, avrebbe rinunciato a qualcosa che desiderava.
Avrebbe agito per il bene di qualcun'altro. Quando ogni capo fu tolto e adagiato in un angolo, non poté evitarsi di fare qualche passo indietro per osservarla e memorizzare quell'immagine per sempre.

Una O di meraviglia gli si dipinse sulle labbra. Quel fisico era dannatamente perfetto. Ogni curva era al posto giusto, evidenziate delicatamente dall'intimo color cipria che stava indossando. Era un piacere per gli occhi guardarla... Non aveva niente a che vedere con Pansy, con le sue gesta volgari e sprezzanti. Lei era la purezza e la delicatezza e la cosa, gli piaceva. Non poteva dedurlo con esattezza, ma le sembrava che la ragazza avesse assunto un po' più di colore. Forse si stava riprendendo.

"Dammi la mano, l'acqua calda ti farà stare meglio" le disse con estrema gentilezza, prendendole la mano rosea come se fosse qualcosa di estremamente fragile. Con un gesto fluido, tolse di mezzo anche i pantaloni, restando pure lui soltanto in boxer neri.
Fu premuroso e delicato, l'aiutò ad immergersi nell'acqua calda per prima, lasciando che il calore iniziasse il suo processo benefico e poco dopo, si immerse pure lui, avvicinandosi alla ragazza.

Hermione lo guardò per la prima volta negli occhi. Da quando l'aveva salvata dalle grinfie di Nott, non aveva ancora avuto il coraggio di incrociare il suo sguardo, forse per la vergogna dello stato in cui l'aveva trovata. Eppure adesso, non si sentiva minimamente a disagio, nonostante fosse immersa in una vasca da bagno con lui, quasi nuda, alle undici e mezza di sera, da sola.

Le sembrava la cosa più naturale del mondo, sapeva di dover avere un aspetto orribile, ma non gliene fregava, perché per una volta, nello sguardo di Draco ci leggeva la dolcezza, la premura e la gentilezza. Niente a che vedere con le occhiate fredde e altezzose che ostentava solitamente.
Un senso di pace l'avvolse, facendole rilassare i muscoli dolorosamente tesi. Era tutto passato, era al sicuro, si sentiva al sicuro.
"Grazie..." sussurrò, chiudendo gli occhi.

Draco la guardò meravigliato, sentendo una piacevole sensazione nel petto. In quel momento si sentiva... Felice.
"Lo sai, è la seconda volta che mi ringrazi, nell'arco di poco tempo." Scherzò, cercando di farla sorridere
"Non farci l'abitudine, allora..." gli rispose Hermione debolmente, ma un piccolo sorriso le stava increspando le labbra.

Draco la trovò bellissima, con i capelli umidi, la pelle diafana illuminata dolcemente dalla luce delle candele e le guance rosee. Non gliene fregava se era una mezzosangue, se erano nemici, se probabilmente sarebbero tornati a scannarsi subito dopo le vacanze, se ciò che stava accadendo era strano, forse sbagliato. Lui in quel momento, stava bene. Ed era una sensazione nuova, particolare. Era piacevole. Quello era un nuovo aspetto della Granger, un lato più mansueto, più dolce. Sotto alle leonessa, c'era anche un lato dolce e fragile.

"Perché mi guardi così?" Mormorò Hermione, guardando Draco con i battiti accelerati. Non le era mai capitata una stuzione del genere, mai nella vita, avrebbe immaginato di ritrovarsi in quelle condizioni con Malfoy, senza vergogna, senza disagio e grata nei suoi confronti. Erano emozioni travolgenti. Perché quel ragazzo doveva essere così difficile? Ogni centimetro del suo corpo la attraeva. Dai capelli biondissimi, ai muscoli scolpiti, a quegli occhi così intensi e profondi dentro i quali ci si sarebbe potuta perdere dentro. Tutto ciò era sbagliato, lo sapeva. Ma al tempo stesso, non le importava, non in quel momento. Cosa gliene fregava di tutte le paranoie che si era fatta quel giorno, se adesso era con lui? Senza litigare, sereni e... felici? Non sapeva se erano felici insieme, ma sicuramente erano sereni.

Draco deglutì... Perché la stava guardando?
"Perché sei bella" sussurrò, guardandola intensamente. Quelle parole gli sfuggirono dalle labbra. Sincere, veloci e profonde. Sentì un peso liberarsi dal suo stomaco... Ammetterlo ad alta voce, era tutta un'altra cosa.
Hermione schiuse le labbra per la sorpresa. Sentire quelle parole le scatenò un vortice nel petto, costituito da mille emozioni diverse...
"Anche tu sei bello..." mormorò a bassa voce, sentendo piccoli brividi percorrerle la schiena. Brividi che non avevano niente a che fare con il freddo.

Entrambi si guardarono, con le labbra schiuse per la meraviglia e il cuore galoppante nel petto. Il desiderio nascosto impresso nei loro sguardi e il fiato corto. E alla fine, accadde.

Erano sempre più vicini, sempre più presi l'uno dall'altro, come se una forza estranea li stesse spingendo l'uno verso l'altro. Hermione poteva distinguere chiaramente ogni sfumatura negli occhi di Draco e quest'ultimo, poteva contare le piccole lentiggini che spruzzavano deliziosamente il naso della ragazza. Ormai erano vicinissimi, i loro nasi si sfioravano, i loro respiri caldi si fondevano insieme, creando nuvolette di vapore e il desiderio, li stava consumando, bruciando ogni certezza, ogni pensiero razionale e logico. C'erano solo loro due, un ragazzo e una ragazza, immersi in una vasca da bagno, attratti l'un dall'altro.

"Baciami, Granger" le chiese Draco con voce roca, portando una mano intorno al bacino della ragazza. Quel semplice contatto provocò ad entrambi una scarica elettrica. Nello sguardo di Draco c'era una specie di muta richiesta ed Hermione, con il cuore a mille, cedette. Le loro labbra si sfiorarono, soffici e calde. Fu un bacio delicato, assaporato in ogni sua sfumatura, in ogni secondo che le loro labbra si sfiorarono, desiderose di restare unite.

Non seppero quanto durò quel bacio, forse qualche secondo, forse qualche minuto, forse delle ore, ma fu indescrivibile.
"Buona vigilia, Granger" sussurrò Draco, quando si staccarono.
"Buona vigilia, Malfoy" gli rispose Hermione, con voce tremula e respiro corto...

- Il capitolo è finitoooo, ci ho impiegato tantissimo per scriverlo, è forse il più lungo che io abbia mai scritto. 7256 parole. È dal 26 dicembre che lo scrivo, vi giuro! E mi sono fatta mille paranoie... Ma io spero che piaccia ♡ d'ora in avanti i capitoli molto probabilmente saranno più complessi, ma spero di riuscire a dare il meglio! Grazie per seguirmi, sono tantissime visualizzazioni per me, e non potete capire quanta gioia e soddisfazione mi dia questo risultato. Cerco di aggiornare presto... Un bacione enorme ❤-

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