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1.5 - È troppo presto?

Not to be corny, ma credo che il capitolo dovrebbe chiamarsi "è troppo tardi?". LOL



***



- Michael's pov -



«Non ci credo che tua madre sia svenuta sul serio. Ora come sta?», chiesi sconvolto, facendo ridere Luke che si limitò a fare spallucce.

Beh, ad occhio e croce la cosa non doveva essere stata gravissima, viste e considerate le grasse risate che si era fatto Luke mentre mi raccontava delle sue disavventure famigliari, ma venire a sapere che la madre di Luke avesse avuto un mancamento per colpa della nostra relazione era davvero assurdo. Era la prima volta che succedeva nella mia vita, prima di quel momento avevo vissuto in una sorta di bolla in cui tutti capivano e supportavano tutti – perdendo, forse, il contatto con la realtà. Forse non me n'ero davvero reso conto.

«Si è ripresa subito da quello, ciò che non l'è andato giù è stato il fatto che non userò i miei perfetti geni combinati alla perfezione per darle dei meravigliosi nipotini di cui potrà vantarsi con le amiche del club di briscola», spiegò il biondo, distraendomi dai miei pensieri.

Il pensiero di sua madre che giocava a briscola annullò completamente la mia intenzione di chiedergli quanto lei mi odiasse, nonostante forse non avevo motivo di farlo. «Briscola? Neanche mia nonna gioca più a briscola», borbottai, facendo ridere Luke.

«È una donna un po' all'antica, mia madre. Infatti non pensavo avrebbe accettato così facilmente la nostra relazione – certo, svenimenti a parte», commentò il biondo, facendo spallucce, «Ha detto che vuole conoscerti. Beh, oltre a dire che ha bisogno di fare una bella chiacchierata con te su cose che davvero non avrei voluto sentire da mia madre», aggiunse, rabbrividendo inorridito.

Io mi fermai nel bel mezzo del marciapiedi, fissando Luke inorridito. «Non vuole uccidermi, vero? Potrebbe averti detto che accettava la nostra relazione per guadagnarsi la tua fiducia», chiesi, ottenendo un'occhiataccia.

Luke continuò a guardarmi di sottecchi mentre mi afferrava le mani, accarezzando i dorsi con i suoi pollici. Quel gesto mi calmò, almeno apparentemente. «Michael, mia madre non vuole ucciderti, te lo giuro. Lo avrei capito se avesse voluto farlo, mia madre è un libro aperto per me», cercò di rassicurarmi, sempre con il sorriso sulle labbra, «Non ci credo che ti sto dicendo queste cose!».

Sospirai e lasciai che una risatina sfuggisse alle mie labbra. Tutto sommato era una situazione abbastanza divertente, quella. «Ma allora di cosa vuole parlarmi?», chiesi a Luke, alzando un sopracciglio quando lui sorrise malizioso.

«Beh... in realtà vuole sapere quali siano le tue intenzioni con me. Sessualmente», rispose Luke, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Io arrossii veemente, sentendo le mie ginocchia tremare alle parole di Luke – cosa che finora era successa raramente, più che altro quando avevo sedici anni ed ero ancora vergine. Non pensavo che avrei avuto una reazione simile a ventotto anni suonati, ma ormai avevo imparato che il mio comportamento con Luke era del tutto instabile e prevedibile. Era un po' presto per dirlo, forse, ma era quasi come se lo amassi – perché l'amore, si sa, ti porta a fare pazzie e a comportarti in modo bizzarro. Non volevo già esternare quelle cose a Luke, però; specialmente sapendo come mi aveva trattato la vita riguardo a quel genere di cose, avrei fatto molto meglio a starmi zitto senza complicare le cose. Quindi, alla domanda di Luke sul perché fossi arrossito, io mi limitai a scrollare le spalle, riprendendo a camminare.

«È troppo presto per pensare a quello, l'hai detto a tua madre?», chiesi eloquente, desiderando soltanto di mordermi la lingua, «Ma ora che ci penso... tu sei già stato con ragazzi, giusto?».

Luke mi sembrò contrariato alle mie parole, ma decise di sorvolare e di passare subito alla mia domanda. «Sì, Michael. So come funziona», mi rispose, sorridendo malizioso.

Sospirai. Sapevo dove quel discorso sarebbe andato a parare, ma la mia stupida curiosità cronica mi aveva spinto a fare quella domanda nefasta e a saperne di più, pure. Motivo per cui, rosso come un peperone, gli chiesi «beh e... cosa ti piace? Cioè, hai preferenze su-».

«Se mi stai chiedendo se sono passivo o attivo, non so risponderti. Credo siano... uhm, importanti tutti e due. Se invece mi chiedi se ho preferenze o gusti particolari a letto... ci puoi giurare», spiegò, facendomi un sorriso così fintamente innocente che mi fece contorcere le budella.

Cercai di dissimulare il mio disagio con una smorfia disgustata. «Non mi interessa sapere i tuoi kink, signor molestatore di bambine», borbottai schifato, facendo alzare gli occhi al cielo a Luke che dopo un po' decise di lasciar stare la mia mano, avvolgendo la mia vita con il suo braccio ed attirandomi a sé.

«E invece a te cosa piace, gattino?», mi chiese, sussurrando nel mio orecchio e facendomi perdere la testa completamente. Ormai stavo ribollendo, non potevo più nascondere o celare con altro le mie sensazioni alla sola presenza di Luke accanto a me; ero in totale difficoltà, praticamente, e non avrei potuto fare niente per salvarmi.

«I-io non-», tentai di rispondere, totalmente intontito, solo per essere interrotto da una risatina calda di Luke che non fece altro che farmi stare peggio.

«Non lo sai, gattino?», mi chiese, sfacciato come sempre, «Posso aiutarti io a scoprirlo».

Fu soltanto l'improvvisa ed inquietante consapevolezza di star cedendo a modi svenevoli da quattro soldi che usava anche su ragazzine a malapena diciottenni a riportarmi con la testa sulle spalle. Eh no, non gliel'avrei data vinta così facilmente. Se voleva una cosa facile poteva benissimo tornarsene da Wendy. «Lo so benissimo cosa mi piace, non ho bisogno di te per scoprirlo – e comunque, credo di condividere il tuo pensiero. Non ho mai sopportato chi impone ruoli precisi e cerca di rispettarli come se fossero una legge a cui attenersi, tutto qui», spiegai, facendo spallucce.

Luke annuì alle mie parole, poi si allungò verso di me come per baciarmi ed io lo lasciai fare – insomma, modi svenevoli sicuramente riciclati o no, Luke era proprio un piacere a cui non si poteva rinunciare, qualcosa a cui alla fine avresti dato tutte le tue attenzioni. Ci baciammo a lungo, su quel marciapiede, con le persone attorno a noi che bestemmiavano perché sbarravamo la strada – ma tanto che ci importava. Eravamo in una bellissima bolla felice in cui c'eravamo solo noi, due cuori che battevano uno più furioso dell'alto, in una gara frenetica per dimostrare all'altro di essere superiore; anche insieme, dopotutto, saremmo stati in guerra, una guerra migliore, certo, ma pur sempre una guerra a cui nessuno di noi due voleva perdere.

Quando ci staccammo Luke mi accarezzò una guancia rovente, sorridendo mentre lo squarcio di un tuono nell'aria mi faceva sobbalzare leggermente. «Non vuoi darmela vinta in nessun modo eppure sei sempre a tanto così dal cedere senza mai cedere del tutto», borbottò, forse ancora accecato dall'adrenalina dei baci per rendersi conto di ciò che stava dicendo, «È proprio per questo che ti amo, Michael».

All'inizio pensai di non aver capito. Il tempo si fermò attorno a me, diventando incorporeo, quasi come le gocce d'acqua che avevano iniziato a cadere su di noi, le sentivo ma allo stesso tempo non era così. Tutto ciò di cui mi importava era l'uomo davanti a me e le parole che mi aveva detto, quelle parole a doppio taglio che mi avevano sempre messo nei guai. Non poteva averle dette sul serio...

«Che hai detto?», chiesi, per avere conferma.

Luke mi guardò confuso. «Che ti amo. Cazzo, mica è troppo presto per dirtelo?».

Scossi la testa. «Credo di star per svenire anche io».



***



[A/N] ultimamente mi sento sempre davvero in colpa quando salto degli aggiornamenti, nonostante abbia le mie buone ragioni. Insomma, la sessione estiva mi ha succhiato via l'anima, sono sempre stanchissima e non ho mai tempo, e per lo più ho sei storie - per le quali, lo ammetto, molto spesso non ho idee convincenti - da portare avanti allo stesso tempo, oltre ad avere quello straccetto di  vita sociale da portare avanti (lol), quindi è normale che io mi ritrova indietro, che non abbia voglia o ispirazione, almeno per me. E visto che non voglio postare qualcosa che in primis fa schifo anche a me (anche se io non sono proprio un metro di giudizio affidabile, visto che non mi piace mai niente di ciò che faccio), lascio stare e rimando a quando avrò l'ispirazione giusta per darvi qualcosa in cui ho messo un pezzettino di me. Mi dispiace non dedicare più così tanto tempo alle mie storie, capisco se siete delusi o arrabbiati con me, capisco perfettamente. Vi chiedo solo un po' di pazienza, che con me ce ne vuole anche fin troppa.

Detto questo, vi lascio con la promessa - difficile da mantenere - di essere più presente, da questo momento in poi. Alla prossima! ♥

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