CAPITOLO 7
Tornata a Camelot, Merlyn non poteva che essere grata ad Arthur per avere ordinato che il re non fosse informato della sua condizione.
Quello avrebbe urlato magia a tutta voce, ed era una cosa che Merlyn avrebbe voluto evitare, generalmente parlando.
La preoccupazione di Morgana, Gwen e Gaius era stata quasi piacevole, soprattutto per la ragazza che non aveva avuto nessuna compagnia eccetto Will crescendo e che non aveva mai conosciuto il calore di un padre.
Gaius era sembrato davvero colpevole, inoltre, per aver ignorato molte volte le preoccupazioni di Merlyn, per poi pretendere che la ragazza ascoltasse le sue.
"Sono dispiaciuto, Merlyn. E devo scusarmi con te."
Merlyn alzò un sopracciglio verso il medico, che sbuffò divertito dalla somiglianza che la giovane ragazza aveva con lui.
"Avevi ragione. Hunith ti ha mandata qui per apprendere il controllo e apprezzare chi sei. Non per vivere nella paura e per avere i propri timori ignorati come inutili e di chi non ha visto abbastanza di questo mondo." Gaius fece un cenno con la sua testa. "D'ora in poi, Merlyn, le tue preoccupazioni saranno ascoltate, e, nel caso siano inverosimili, cercheremo delle prove a sostegno della tua affermazione, come avrei dovuto fare dall'inizio."
"Gaius, va bene. Ho capito perché hai voluto farmi avere paura. Ho visto come è Uther quando si parla di magia. Non conosce ragione." Merlyn fece un sospiro profondo. "Arthur mi ha detto che la magia ha ucciso sua madre, Gaius, e comprendo il dolore di Uther. Questo non vuol dire che lascerò morire le persone a me care solo perché lui è paranoico verso qualunque cosa somigli vagamente alla magia." Merlyn aspettò che Gaius comprendesse quella ragione, prima di dire. "Inoltre, Gaius, ammetto di avere preso alla leggera i tuoi avvertimenti, appena sono venuta qui. Non pensavo che Uther avrebbe ucciso innocenti, colpevoli solo per essere nati con la magia, così come suo figlio è nato principe. Ma adesso lo so, e non mi metterò di certo a compiere magie davanti a tutti. "
Gaius sorrise. "Allora non ho bisogno di insistere sulla paura."
Merlyn ricambiò il sorriso, prima di dire. "Arthur mi ha convocata presto, dice che suo padre sarà impegnato tutto il giorno e ha delle cose che deve dirmi."
Gaius sembrò preoccupato. "Riguardo cosa?"
Alzandosi, la ragazza scrollò le spalle. "Se devo indovinare, direi qualcosa riguardo non morire per lui e minacciare di lasciarmi a Camelot la prossima volta."
"E lo farebbe, secondo te?" Gaius era preoccupato. "Non sono esattamente felice nemmeno io della tua quasi morte, di nuovo in meno di un anno, ma Arthur non durerebbe un viaggio fuori dal castello senza di te."
"È quello che dico all'asino, ma comunque lo seguirei e poi mi unirei a loro." Merlyn scrollò le spalle. "Non è che ci sarebbe qualcosa che potrebbe fare se sono già lì"
Merlyn poi sorrise al mentore e uscì dalla stanza.
Anche le scuse erano state piacevoli, se Merlyn doveva essere onesta.
Ad Ealdor, sia Will sia sua madre tenevano in grande considerazione le sue idee ed opinioni.
Arrivare a Camelot aveva sconvolto tutte le sue realtà, ma l'unica cosa che veramente le mancava era poter esprimere la propria idea ed essere ascoltata.
Che Gaius avesse visto l'errore nei suoi modi e avesse deciso di porre rimedio rendeva Merlyn molto felice.
Mentre camminava verso le stanze di Arthur, Merlyn venne raggiunta da Leon.
"Sir Leon." La ragazza chinò il capo verso il cavaliere che sorrise impacciato.
"Merlyn, io... Volevo dirti che sono felice che tu sia viva."
"Grazie, anche io." Merlyn rise, prima di dire. "Anche se mi devo dire sorpresa che tu sia davvero partito insieme ad Arthur, Leon. Onestamente, non pensavo di piacerti nemmeno tanto. Ammesso che fossi consapevole della mia esistenza."
Leon sembrava colpevole.
"Certo che so della tua esistenza, Merlyn. Sono stato amico di Arthur, o meglio, vicino a lui, molto tempo. Gli ho insegnato a combattere, anche se adesso mi ha decisamente superato in abilità e resistenza."
Merlyn archiviò quell'informazione per dopo, per prendere in giro Arthur in qualche modo, e rimase ad ascoltare Leon mentre finiva.
"Non appena Arthur ti ha conosciuta, si è lamentato con me della bella ragazza che non era caduta ai suoi piedi."
Merlyn spalancò gli occhi. "Mi ha definita bella ragazza?"
Leon annuì, ridendo. "Ha detto che sembravi molto Morgana, ma dopo un momento in cui aveva temuto che fossi lei, si era reso conto che eri molto più dolce."
Merlyn sorrise, decisamente pronta a usare quelle informazioni per prendere in giro Arthur.
Leon ridacchiò, indovinando cosa significasse per il principe quel sorriso, prima di tornare serio e dire. "Anche senza Arthur e le sue lamentele, difficilmente potresti passare inosservata. Hai salvato la vita di Arthur dalla strega in cerca di vendetta il terzo giorno che hai passato a Camelot, diventando la sua serva personale. E sei rimasta per più di una settimana. Persino il re ne è rimasto sorpreso." Leon annuì. "Tutti gli altri hanno implorato un cambio di incarico dopo nemmeno tre giorni. Ma tu no, nonostante il suo atteggiamento poco corretto anche prima."
Merlyn gli sorrise, dicendo poi. "Arthur è un tenerone, una volta che lo si conosce davvero. Ha solo molta pressione su di lui ed ha pochi amici, persone che lo apprezzano semplicemente per essere Arthur, piuttosto che il principe di Camelot."
Leon sorrise. "Ma tu lo fai."
"Non solo io." Merlyn disse, non volendo offendere gli altri. "Morgana e Gwen tengono entrambe ad Arthur. E anche tu, suppongo. O non lo avresti sostenuto andando contro gli ordini del re."
Leon sorrise, dicendo poi. "Mi dispiace di non averti parlato prima, Merlyn. Onestamente, avrei voluto, ma come cavaliere non ho gli stessi privilegi di Arthur. Inoltre, non avrei nemmeno la scusa di averti come mia serva, il che è l'unica ragione per cui Arthur è libero di parlarti quanto fa."
Merlyn arrossì, prima di dire. "Se mai vorrai riparlare con me, di certo non ti caccerei, Leon. Difficilmente, anzi. Dovresti sentirti libero di venire da me quando vuoi. Magari, se sei preoccupato per quello che altri potrebbero pensare, puoi venire dopo gli allenamenti e usare quella scusa."
Leon rise, fermandosi quando furono davanti alla porta di Arthur.
Prima che Merlyn potesse entrare, Leon si chinò e le diede un bacio leggero sulla guancia, un segno di affetto.
"Sono contento che tu sia venuta a Camelot, Merlyn. Mi sembra quasi di aver trovato una sorella."
Merlyn sorrise mentre il cavaliere si allontanava, prima di entrare con un sorriso nelle stanze di Arthur.
Il principe alzò lo sguardo dalle sue carte.
"Dovresti bussare, prima di entrare. Inoltre, aspettare il mio permesso di entrare, prima di farlo del tutto."
"Sembra una regola inventata." Merlyn scrollò le spalle. "Ve la siete appena inventata, per caso?"
Arthur sbuffò, prima di indicare con un cenno la sedia davanti a lui.
Merlyn si sedette, ansiosa.
"Nimueh ha avuto un prezzo, quando ti ha salvato la vita." Arthur disse. "Combatti la magia con la magia. Ha eliminato la magia della bestia dandoti un po' della sua."
Merlyn spalancò la bocca. "Io... Cosa?"
Questa bugia le avrebbe impedito di spiegare ad Arthur che era nata con la magia, che non aveva scelto.
Inoltre, la metteva in pericolo, soprattutto se Uther lo avesse mai scoperto.
"Ti ha donato il talento di veggente." Arthur spiegò. "Nessuna magia, solo la parziale capacità di vedere il futuro quando si presenta. Non lo dirò a mio padre, Merlyn, specialmente non quando tutta questa guerra è basata su una bugia."
"Una bugia?" Merlyn sentiva il cuore battere velocemente. "In che senso, sire?"
Arthur la guardò pensieroso. "Leon è l'unica altra persona ad esserne a conoscenza, Merlyn. Mi aspetto discrezione, su questa faccenda. Almeno fino a quando non trovo il modo migliore per affrontarlo."
Merlyn annuì, velocemente.
"Non avrei dovuto nascere. Mia madre era sterile. Nimueh è stata chiamata da mio padre per dare la capacità di concepire a mia madre e, alla mia nascita, la vita richiesta è stata mia madre. E mio padre, nonostante fosse colpa sua, ha dichiarato guerra ad innocenti, che adesso cercano giustamente vendetta."
Merlyn si agitò.
Arthur la guardò, gli occhi socchiusi. "Non ne sembri sorpresa. Perché?"
Merlyn esitò, dicendo poi. "La mia risposta potrebbe essere tradimento, sire."
"Parla. Non ti giudicherò, hai la mia parola."
"Io... Ho scoperto che mio padre era scappato da Camelot, Arthur. Dopo la vostra nascita. Io... Ho pensato che i druidi potessero conoscere chi era."
"E?"
"I druidi hanno detto che il re aveva fatto fatica ad accettare il prezzo della magia. Ho solo pensato che potesse essere correlata alla morte di vostra madre. Ho pensato ad un medico, più che a una cosa del genere."
Arthur annuì. "Perché non me ne hai parlato?"
"Avrei dovuto anche spiegare da chi avevo avuto la motivazione, che non era nemmeno molto chiara, e perché ero con loro."
"Tuo padre aveva la magia?"
Merlyn scrollò le spalle. "Non che io sappia. So che aveva un'affinitá con gli animali, specialmente i rettili, ma a parte quello, non so se avesse alcuna magia. Probabilmente era abbastanza per essere cacciato anche da Ealdor."
"Lo hai conosciuto?"
Merlyn scosse la testa. "È andato in altri regni, lontani il più possibile da qui. Anche volendo cercarlo, non so nemmeno il suo nome."
Arthur annuì. "Mi dispiace. Crescere senza padre, deve essere stato difficile. Specialmente considerando il contesto in cui sei cresciuta."
"Avevo la mamma, e poi Will e suo padre hanno svolto il ruolo di protezione che necessitavamo."
Arthur sorrise. "E ne sono molto grato."
Dopo qualche istante di silenzio, Merlyn chiese. "Sire, cosa intendete fare, adesso?"
"Devo avere maggiori informazioni." Arthur la guardò. "Hai parlato dei druidi."
"Sí."
"Vorrei parlare con loro. Portami dove sono accampati."
Merlyn annuì. "Dovremo andare di notte, sire. E, beh, dovreste promettere loro di non ferirli. Non meritano di vivere nella paura. I druidi sono un popolo pacifico, sire. Non cercheranno mai vendetta, ma hanno seppellito troppi dei loro per sopportare altro dolore."
"Non lo farò." Arthur disse. "E non commenterò nemmeno la tua abilità nell'uscire ed entrare di nascosto nel castello."
"Ops."
****
Arthur la stava seguendo in silenzio. Merlyn si stava chiedendo come avrebbe fatto ad avvertire i druidi del loro arrivo, quando Iseldir apparve sulla strada, la nebbia che si diradava intorno a lui.
"Arthur Pendragon." Iseldir chinò la testa in segno di saluto verso il principe, prima di rivolgere un saluto anche a Merlyn. Vedo che hai portato qui il tuo re, Merlyn.
Nimueh gli ha parlato di sua madre, Iseldir. Merlyn gli rispose, voleva delle risposte.
"Mi ricordo di te." Arthur annuì. "Sei il druido a cui ho affidato il bambino, Mordred. Come sta?"
"Mordred sta bene, Arthur Pendragon," Iseldir rispose. "Ha trovato una famiglia e delle cure qui. Sta imparando ad affrontare il dolore."
"Sono contento." Arthur deglutì. "Io... sono stato all'Isola dei Beati, dove ho scoperto che... potrebbe essere che..." Arthur prese un respiro profondo. "Sai per caso come è iniziata questa epurazione? Perché mio padre ha iniziato la sua guerra contro la magia?"
"Lo sai già." Iseldir fece un sorriso mesto, e Arthur scosse la testa. "Non avrebbe mai chiesto aiuto alla magia! Mio padre non ne ha mai fatto uso! Ha detto che ha salvato queste terre dalla magia!"
"Il padre della tua serva era un suo fedele suddito ed amico, Arthur Pendragon," Iseldir disse, facendo sussultare Merlyn. Cosa stava facendo Iseldir? "E, Uther, lo ha cacciato come un animale."
"Aveva la magia?" Arthur chiese, lanciando uno sguardo a Merlyn che la ragazza non riuscì a comprendere del tutto.
"Non molta, ma abbastanza da salvare la vita di tuo padre con essa." Iseldir rispose.
Arthur prese un respiro profondo. "Non voglio ricevere indovinelli, solo una risposta chiara." Merlyn sbuffò. Buona fortuna a riceverne una, pensò divertita. Druidi e draghi avevano in comune il parlare senza dire niente di sensato e farti arrivare da solo alla conclusione che loro volevano. "Mio padre ha chiesto a Nimueh di usare la magia per rendere fertile mia madre, e poi mia madre è morta per il prezzo che la magia della vita e della morte chiedeva?"
Iseldir annuì, senza parlare, i suoi occhi fissi sul viso del principe.
"Mio padre sapeva di questo prezzo?" Arthur chiese.
Iseldir annuì. "Nimueh glielo ha spiegato a fondo e con estrema precisione. Ma cos'è un re senza erede?"
"E cos'è un re senza onore?" Arthur ribattè.
Iseldir sorrise. "Ce lo stiamo chiedendo da molti anni, questo."
"Okay." Arthur fece un respiro profondo. "Tutta la magia che ho conosciuto non ha fatto altro che cercare di ferire le persone che amo. Ma... riconosco che non tutta la magia è malvagia. O Merlyn sarebbe morta, adesso."
Merlyn fece una smorfia. Tecnicamente, Arthur non stava dicendo una falsità. Senza magia, Merlyn sarebbe davvero morta.
"Quando sarò re," Arthur promise. "la pena sarà legata al reato. Non dovrete temere di vivere. Ma non abuserete del potere che vi è stato concesso."
Iseldir inclinò la testa. "Come vostro servo fedele, sarò onorato di far parte del vostro futuro regno, Arthur Pendragon."
Angolo autrice
Spero che vi piaccia! Alla prossima
by rowhiteblack
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