CAPITOLO 3
Merlyn raggiunse Arthur sui bastioni della città.
"Sire?"
"Merlyn?"
Arthur la guardò, confuso.
Merlyn poteva capire perchè. Raramente si rivolgeva a lui con il dovuto titolo, e il più delle volte riguardava qualche pericolo che il principe avrebbe corso.
Ma questa volta era personale.
"Io... avevo un favore da chiedervi."
La curiosità del principe era stuzzicata.
Merlyn prese un respiro profondo, e disse. "Mia madre ha detto che Ealdor, il villaggio dove sono nata, è minacciato da dei banditi. Chiede udienza con il re. Potreste..?"
"Certamente. Dov'è tua madre?"
Merlyn lo condusse fino alla camera del medico, dove la madre beveva un the caldo che Gaius le aveva messo davanti.
"Merlyn. Lui è...?"
"Madre, questo è il principe Arthur. Sire, questa è mia madre, Unith."
"Piacere di conoscervi, Unith." Disse Arthur, sorridendo alla donna. In quel momento notò il livido sopra l'occhio, blu e nero, in forte contrasto con la carnagione pallida così simile a quella della figlia.
Era la prima volta che incontrava la madre della sua serva, eppure per Arthur era facilissimo intravederne le somiglianze.
"Il piacere è mio. E vi sono grata per aver salvato la vita a mia figlia."
Arthur guardò Merlyn, che era arrossita. "Non è stato niente di grave. E mi sarebbe dispiaciuto perdere una serva leale come Merlyn."
"E a me perdere mia figlia così giovane, a nemmeno sedici anni compiuti."
Merlyn distolse lo sguardo quando Arthur la fissò, questa volta sconvolto.
Merlyn, non solo era una ragazza, ma era anche molto, troppo, giovane.
"Allora sono ancora più contento di aver intrapreso questo viaggio. Merlyn non mi ha mai detto quanto sia giovane."
Unith fissò la figlia, che per la prima volta da quando Arthur la vedeva, sembrava castigata e colpevole.
Se pensava che fosse Gaius la persona che Merlyn ascoltava di più, adesso aveva la prova del suo errore.
"Merlyn mi ha detto che avete bisogno di un colloquio con il re?" Chiese Arthur, distogliendo l'attenzione, per il momento, della madre dalla figlia.
Unith annuì. "Una banda di banditi hanno preso di mira il nostro villaggio, e Cenred non è interessato alle zone di confine. Con l'inverno in arrivo, non riusciremo a sopravvivere. Molti bambini non vedranno la bella stagione."
Arthur annuì. "Avrete il vostro colloquio con mio padre. Ve lo posso giurare."
"Grazie, sire." Unith si inchinò, e Arthur si rivolse a Merlyn. "Dopo aver sistemato la mia armatura, sei libera di stare con tua madre."
Merlyn gli sorrise, grata, prima di inchinarsi e sparire velocemente, diretta all'armeria, lasciando il principe solo per il colloquio con il re.
****
"Mi dispiace." Le disse il principe, riferendosi al rifiuto di Uther di partire per proteggere Ealdor dai banditi.
Merlyn ne capiva la logica.
Un solo villaggio non valeva un intero trattato con Cenred.
Ma, il fatto che fosse il suo villaggio, le faceva apprezzare molto meno la logica.
"Se fosse dipeso da me, saremmo già partiti." Le confidò il principe, che aveva difeso l'idea anche davanti al padre, insieme a Morgana.
Merlyn si era sentita scaldata dalla loro attenzione, grata per il loro aiuto.
La faceva sentire ancora più in colpa per la decisione che stava per prendere, o, meglio, per comunicare al suo principe.
"Ci avete provato e grazie per averci procurato un'udienza con il Re."
"Vorrei che Camelot potesse aiutare le persone, indipendentemente da quanto vivano lontano."
"Tornerò ad Ealdor." Annunciò Merlyn, al posto di rassicurare Arthur sul futuro di Camelot sotto la sua guida come re.
Al posto di sostenere il principe, come egli chiaramente si aspettava.
"Certamente." Approvò Arthur, guardandola, prima di riportare lo sguardo sulla vita in movimento di Camelot.
"E' stato un onore servirvi." Disse Merlyn, un groppo alla gola che le rendeva difficile parlare.
"Tornerai." Disse Arthur, la voce traballante, lo sguardo concentrato assolutamente sulla serva per la prima volta durante la loro conversazione.
Il senso di colpa di Merlyn aumentò.
"E' mia madre, devo badare a lei prima che a chiunque altro." Rispose Merlyn, un sorriso incerto sul viso, mentre cercava di far capire quale fosse il motivo della sua partenza.
Non poteva tradire se stessa per il loro destino.
Perché tradire se stessa avrebbe tradito il loro destino.
Se una faccia della medaglia diventava troppo concentrata sull'altra, come potevano coesistere?
La personalità di Merlyn avrebbe dovuto annullarsi a favore della protezione e sicurezza di Arthur?
E, in quel caso, come avrebbe potuto Merlyn consigliare e guidare Arthur verso il giusto modo di regnare, allontanandolo dalle influenze di Uther e permettendo alle sue idee di essere espresse?
"Mi capite?"
Merlyn non voleva che Arthur credesse che lo stesse abbandonando.
Non era quello che voleva fare, o quello che avrebbe mai voluto fare.
Ma, tra sua madre e la propria libertà, Merlyn avrebbe scelto sempre sua madre.
"Farei esattamente la stessa cosa." Rispose Arthur, la voce che diventava solenne mentre accettava che anche Merlyn, nel suo piccolo, aveva dei doveri che non poteva rifiutare. "Beh.... sei stata pessima."
Merlyn rise, mentre Arthur continuava.
"Davvero, dico sul serio. Il peggior servitore che abbia mai avuto."
"Grazie, Sire." Gli disse la ragazza, con un sorriso sul viso.
Quando Arthur distolse lo sguardo, Merlyn lo prese come il segnale di doversene andare, chinando il capo, non vista, e allontanandosi dal principe.
"Merlyn."
Il richiamo di Arthur la fece voltare.
"Buona fortuna!"
Merlyn sorrise, chinando il capo in segno di ringraziamento, prima di continuare il suo percorso fino alle stanze di Gaius.
***
A casa di Gwen, Merlyn aveva raccolto delle armature per armare i suoi concittadini.
"Ecco." Le disse Gwen, dandole una spada, che lei prese con titubanza. "Dimmi che te ne pare."
"Sembra una spada." Commentò Merlyn, e Gwen rise. "Non hai torto."
Merlyn le sorrise, dicendo. "Grazie, Gwen."
"Ti ho preparato anche delle armature."
Merlyn guardò in quel momento i sacchi che Gwen aveva preparato. "Non potrò portare tutta quella roba da sola."
"Non dovrai farlo." Disse Morgana, appena entrata.
Merlyn la guardò stupita.
"Verremo con te."
Merlyn era ancora più stupita. "Che intendete dire?"
"Ti servirà tutto l'aiuto possibile." Rispose Gwen, prima di spiegare. "Posso riparare le armature ed affilare le spade."
Morgana completò. "Ed io so combattere."
Merlyn rise, stupita, prima di dire. "Ma non... non potete." Scosse la testa, prima di dire. "Voglio dire, perchè dovreste farlo?"
"A parti invertite, tu ci avresti aiutato." Le disse Gwen, prima di dire, il tono di voce più dolce. "L'hai già fatto, mi hai salvato la vita."
"Ed hai aiutato me a liberare il druido da Camelot." Disse Morgana.
"Sono stata io a coinvolgervi con il druido, Morgana. Non dovete farlo." Scosse la testa Merlyn, cercando di convincerle a non seguirla.
Avrebbe usato la sua magia per proteggere la sua casa, ma non voleva aggiungere il tradimento ai torti che aveva fatto alle due ragazze.
"Te lo dobbiamo... entrambe." Disse Morgana, ignorando la frase di Merlyn.
***
La notte, mentre la madre e le due amiche dormivano, Merlyn sentì un rumore nel bosco, vicino all'accampamento che avevano improvvisato.
Presa la spada che Gwen le aveva donato, Merlyn si avvicinò alla fonte del rumore.
Sapeva di essere ridicola con la spada, ma non era mai stata educata nel combattere.
Nemmeno i cavalieri normali iniziavano ad allenarsi a quattordici anni.
Una spada la stava toccando sulla schiena.
"Ti chiederei del denaro, ma so che non ne hai."
Merlyn si voltò, la spada che avrebbe sicuramente tagliato la testa di Arthur se il principe non si fosse abbassato di scatto. "Arthur!"
Merlyn lo guardava sorridente, un enorme sorriso sul viso.
Arthur la guardò stancamente. "Abbassa la spada, Merlyn, sei ridicola."
Arthur, passandole di fianco, le tolse la spada di mano, avanzando poi verso l'accampamento, seguito da Merlyn subito.
Al fuoco, Arthur chiese informazioni sui banditi che avrebbero dovuto fermare.
"Quanto manca ancora?"
"Forse qualche ora." Rispose Merlyn.
Arthur la guardò, prima di chiedere. "Quanti uomini ha Kanen?"
"Non ne sono sicura. Credo, da ciò che mi ha detto mia madre, forse una quarantina."
"Dovremmo riposarci un po'." Annuì Arthur.
Merlyn si sentiva in dovere di dire. "Grazie. Non eravate obbligato a venire."
Arthur la guardò, prima di alzarsi e dire. "Dormi un po'."
Quando anche Arthur si stese, Merlyn spense nuovamente il fuoco e si avvicinò alla madre per riposare.
**
Dopo che Merlyn, Gwen, Morgana e Arthur avevano combattuto contro Kanen, un ragazzo, più grande di Merlyn, le si avvicinò.
"Ti dai ancora da fare con gli stessi vecchi trucchi magici."
I due si scambiarono uno sguardo serio.
"Senti, credevo di averti detto che non vogliamo quelli come te da queste parti."
Lo sguardo serio continuò, fino a che Merlyn non rise, esclamando. "Mi sei mancato, Will."
I due si abbracciarono.
"Come stai? Ho saputo che fai lo sguattero per un qualche principe."
"No, non direi che faccio lo sguattero." Negò subito Merlyn.
"Merlyn!" Arthur la chiamò, facendola girare. "Riunisci gli abitanti del villaggio, devo parlar loro."
Merlyn annuì, cercando di protestare.
Ma fu subito interrotta. "Ora, Merlyn. Non c'è molto tempo."
Con un sorriso verso Will, Merlyn fece come le era stato detto.
***
Mentre la ragazza andava a prendere della legna nel bosco, secondo le indicazioni del principe, si sentì chiamare.
"Merlyn!"
Si voltò, per vedere Will che le andava incontro.
"Dove vai con quell'affare?"
"Tu che dici? Ci serve la legna." Rispose Merlyn, sorridendo in risposta.
"Sappiamo entrambi che non ti serve un'ascia per abbattere un albero." Le rispose Will, guardandola.
"Ricordo anche il guaio in cui mi ha cacciata, per poco non abbattevo il vecchio Simmons." Merlyn indicò con l'ascia la casa del vecchio contadino, che abitava molto vicino al limitare del villaggio e, quindi, al bosco.
"Già, beh, se lo meritava, quello stupido vecchiaccio."
"Comunque non gli sono mai piaciuta." Scosse la testa Merlyn.
"Beh, dopo quella volta ancora meno." Rise Will, facendo ridere anche Merlyn.
"Perchè ti comporti così?" Gli chiese Merlyn, dopo che il silenzio era caduto. "Lo sai il motivo." Le disse Will, avvicinandosi a lei.
Will si sedette e, con uno sguardo consapevole, Merlyn si sedette vicino all'amico di infanzia, più grande di lei di qualche anno.
Will ed Arthur dovevano essere coetanei di età.
E Will non l'aveva respinta, nemmeno quando aveva scoperto il suo segreto più oscuro.
"Perchè te ne sei andata?" Le chiese Will, dopo che entrambi erano rimasti in silenzio per un po'.
"Non l'ho voluto io." Lo rassicurò Merlyn, seria. "Mia madre era preoccupata. Quando scoprì che tu lo sapevi, si infuriò." Spiegò la ragazza, distogliendo lo sguardo dall'amico mentre finiva la frase.
"Non l'avrei detto a nessuno." Si ribellò al pensiero Will, e Merlyn fu veloce nel rassicurarlo. "Beh, lo so che non l'avresti fatto."
Will si voltò a guardarla. "Saresti in grado di sconfiggere Kanen da sola, vero?"
"Non saprei, forse." Disse Merlyn, facendo una smorfia al pensiero.
"Allora cosa te lo impedisce? Che importa se lo scopre Arthur?"
"Non è solo quello, Will." Scosse la testa Merlyn, dicendo poi. "Se gli altri nel villaggio lo scoprissero, dovrei scappare. E Camelot non sarebbe più un'opzione, perché Arthur mi farebbe uccidere."
"Pensi che Arthur ti ucciderebbe, se sapesse che tu hai la magia?" Chiese Will, e Merlyn annuì. "Sì. Non è mio amico. Lui sta aiutando la sua serva goffa e che reputa stupida, non una strega. Mi farebbe decapitare, se sapesse chi sono davvero."
"Posso proteggerti. E, se la salvassi, nemmeno la gente del villaggio ti tradirebbe."
"Facciamo così." Merlyn si fece avanti. "Lascia che Arthur li alleni. Che li prepari a combattere. E, se le cose andassero male... Userò la mia magia per salvarci. Non permetterò a nessuno di mettere in pericolo la mia casa. Anche se poi dovrò scappare."
"Verrò con te." Disse Will, e Merlyn la guardò stupita. "Perchè?"
"Hai già fatto un viaggio pericoloso da sola. Ovunque andremo, saremo insieme."
"Come vuoi. Sarebbe bello, essere io e te." Merlyn sorrise e Will ricambiò il sorriso.
***
Quando vide Arthur seduto ad affilare la propria spada, Merlyn si sedette vicino a lui.
Will aveva di nuovo parlato contro il piano di Arthur, la promessa di Merlyn di intervenire non abbastanza buona per lui.
"Il padre di William morì combattendo per il re Cendred." Disse la ragazza, i ricordi dei pianti dell'amico freschi nella sua memoria. "Per questo non si fida di nessun nobile." Spiegò alla fine, guardando il principe.
"E tu, lo fai?"
"Non mi fido di nessun nobile, no. Un contadino non si fida dei nobili, Arthur. Non siamo niente per loro." Arthur sospirò, e Merlyn continuò. "Ma mi fido di voi."
Il principe la guardò, prima di chiedere. "Credi che le persone del villaggio gli credano?"
Merlyn ridacchiò, scuotendo la testa. "Nah. Non crederebbero mai a me o a Will. Siamo sempre stati i combinaguai di Ealdor." poi, più triste. "Sono abituati ad ignorarci."
"E se avesse ragione?"
"Non ha ragione. Non su questo. Non su di voi, Arthur. Will parte dal presupposto che voi siate come tutti gli altri nobili, principi e re. Ma si sbaglia."
"Come fai ad esserne sicura?"
"Non sareste qui, Arthur. Non mi avreste salvato la vita."
"Tratto questi uomini da soldati e non lo sono." Disse Arthur, non pronto ad affrontare la discussione con la ragazza. "Li hai visti combattere." La voce del principe iniziava ad essere disperata. "Non hanno idea di quello che fanno." Poi, la rassegnazione. "Devi dire a tutti di lasciare il villaggio prima che Kanen ritorni."
"No, resteremo. Combatteremo." Merlyn parlò sicura al principe. "E vinceremo."
"Merlyn." Arthur scosse la testa, prima di guardare il servo. "Non si può fare. E' troppo rischioso."
"Si può. Faremo maledire a Kanen il giorno in cui è venuto in questo villaggio. Dovete solo preparare gli uomini per la battaglia, e il resto verrà da sè."
"Come?" Le chiese il principe.
"Dovete solo credere in loro." Merlyn fissava Arthur, seria, in viso. "Perchè se non lo farete, loro lo sentiranno, e la battaglia sarà persa prima ancora di iniziare."
Arthur annuì, prima di dire. "La prima volta che sei venuta a Camelot... chi ha viaggiato insieme a te?"
Sorpresa dal cambio di argomento, Merlyn ci mise un po' a rispondere. "Nessuno."
"Hai intrapreso un viaggio di due giorni minimo da sola? Senza nessuno con te a proteggerti?"
"Non avevo niente che valesse la pena rubare." Scosse la testa Merlyn, e Arthur la guardò, sbalordito. "A parte te stessa, intendi?"
"Non puoi rubare una persona, al massimo puoi rapirla." Scrollò le spalle la ragazza, e Arthur sbattè le palpebre. "Perchè da sola?"
"Nessuno avrebbe avuto le risorse per andare con me e poi tornare indietro. Ero a piedi, non avrei fatto alcun rumore."
"A piedi? Hai intrapreso il viaggio da Ealdor fino a Camelot a piedi, da sola, e a quindici anni?"
"Ne ho quattordici. Ho compiuto quattordici anni il giorno in cui sono diventata la vostra serva."
Arthur la fissò, sbalordito.
Poi, distolse lo sguardo. "Non restare qui, dopo."
"Arthur..."
"So che è tua madre, ma... Il motivo per cui sono venuto era per dimostrarti che ti avrei aiutata, nel bisogno. Posso intraprendere ancora il viaggio da Camelot ad Ealdor, nel bisogno e, quando sarò re, posso mandare degli uomini, insieme a noi. Posso proteggere la tua casa. Tua madre saprebbe dove chiedere aiuto."
"Arthur.."
"No." Arthur scosse la testa. "Torna con noi, a Camelot."
"Arthur, lasciatemi parlare." Merlyn disse. "Sono nata ad Ealdor, la mia famiglia è qui. Mia madre è qui. E se ha bisogno del mio aiuto, non posso negarglielo. Non dopo tutti i sacrifici che ha fatto per me."
"Lo so. Lo capisco. Ma... Posso sempre venire con te, per aiutarti."
"Pensavo di essere il peggior servitore aveste mai avuto."
"E sei la più leale, e la più onesta. Hai bevuto del veleno per me, Merlyn. La tua età non fa che farmi apprezzare il tuo coraggio e la tua lealtà. Voglio averti con me. Penso di averne bisogno."
"Davvero?" Chiese la ragazza, sorpresa.
Il principe era spesso scortese, il più delle volte le lanciava dietro oggetti ed era scostante.
Non era mai stato così sentimentale prima.
"Prima di conoscerti, non sarei mai partito per proteggere un villaggio solo perchè il mio servitore ci teneva. Non avrei mai disubbedito a mio padre, al re, per un servitore. Mi rende un re migliore." Poi, un momento di silenzio. "Mi rendi un re migliore."
Merlyn sorrise. "Will ha detto che sarebbe venuto con me, se fossi partita di nuovo."
"Può venire anche Will. Può venire tutto il villaggio, se serve a farti tornare."
Merlyn rise, il fiato che le mancava. "Va bene. Se dopo la battaglia lo penserete ancora... Tornerò con voi."
"Niente potrebbe mai farmi cambiare idea."
"Non potete saperlo."
***
"Perchè Kanen e i suoi uomini sono scappati?"
Merlyn stava facendo il giro del villaggio, per stabilire quali lavori sarebbero stati necessari per sistemare i danni arrecati al villaggio nel combattimento.
Donne, uomini, tutta Ealdor, aveva combattuto e aveva vinto.
Quando Will era apparso e aveva combattuto al fianco di Merlyn, era stato il momento migliore della giornata della ragazza.
Sua madre stava medicando Matthew, un caro amico di infanzia della donna e sempre stato presente per Merlyn durante la sua crescita.
Nessuno era morto.
Perchè i banditi erano scappati.
Merlyn si girò verso Will, che era appoggiato ad un muro, mentre Merlyn stava raddrizzando e sistemando una palizzata dei campi.
"Hanno visto che reagivamo e si sono spaventati." Spiegò la ragazza, finendo di fissare il recinto a terra.
"Certo. Quaranta uomini capaci di combattere, crudeli e senza morale sono scappati perchè dei contadini avevano in mano delle spade."
"Ha senso." Annuì Merlyn al resoconto di Will.
"Merlyn?" Will sorrise, "Che cosa hai fatto?"
"Ho usato la magia, Will." Ammise Merlyn, prima di dire. "Ho incontrato delle persone, vicino Camelot. I druidi."
"Pensavo che fossero morti tutti."
"No, non tutti. Arthur e Morgana mi hanno aiutata a portarlo al sicuro." Merlyn fece una smorfia. "Morgana ha aiutato me, e Arthur Morgana. Lui non sa che sono stata io la prima a salvare Mordred."
"Okay?"
"Mi stanno insegnando la magia, la sua storia. Com'era prima che Uther iniziasse la sua grande epurazione."
"Era bello?"
"Will, era bellissimo." Merlyn sorrise, guardando gli alberi. "Ti ricordi quando ti ho parlato della natura secondo me?"
"Mi hai fatto sentire in colpa per apprezzare la caccia." Rise l'amico, fissando Merlyn.
"Beh, la sentivano così anche chi non aveva il dono. I maghi erano apprezzati, erano stimati. Erano benvoluti. Il cibo non scarseggiava, i rifugi non crollavano, i banditi non attaccavano, i soldati non morivano in gran numero in guerra. Era pacifico, per lo più. La caccia era per bisogno, e non per necessità, ed erano animali in pericolo di vita che si facevano colpire."
"E poi Uther è successo."
"Sì. Comunque, mi hanno insegnato vari incantesimi. Questo era quello che veniva usato sul nemico che attaccava per denaro. L'incantesimo della paura."
"Cosa fa?" Chiese, incuriosito, Will.
"Diciamo solo che Kanen non attaccherà mai più questo villaggio, nè nessuno dei suoi uomini. Insieme ad altri uomini o da soli, eviteranno molto spesso Ealdor. Per sempre."
Will sorrise, rispondendo al sorriso di Merlyn, prima di diventare serio. "Stai tornando a Camelot. Hai usato la magia, ma torni al castello. Con Arthur."
"Ci sono delle profezie, Will. Secondo alcune di loro, Arthur è il re che riporterà Albion al suo antico splendore."
"E?"
"Io sono la sua guida. Devo portarlo sui giusto percorso."
Will la guardò, prima di abbracciarla.
"Questo posto è diventato noioso senza di te. E' stato bello rivederti."
Merlyn ricambiò l'abbraccio. "Anche per me, Will."
Angolo autrice
Mi sono sentita derubata della scena in cui Merlin chiedeva ad Arthur per il colloquio con il re, quindi l'ho dovuta inserire.
E non volevo che Will morisse.
Quindi i druidi hanno insegnato degli incantesimi di protezione a Merlyn che lei ha usato, senza essere notata da Arthur.
Kanen è scappato, Will è vivo, e Merlyn torna a Camelot.
Inoltre, ho bisogno di più apprezzamento verso Merlyn.
Quindi, Arthur la deve apprezzare come merita.
Tutti la devono apprezzare come merita.
Alla prossima
By rowhiteblack
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