capitolo 34
L'estateormai era finita e le foglie iniziavano a cadere dagli alberi, e ilcaldo estivo lasciava ormai il posto alla brezza pungente di ottobre.Tutto sembrava essere tornato come l'anno scorso, Giada era rientratadalle vacanze trascorse sulle rive hawaiane con Francesco ed ora eraritornata nel nostro appartamentino ed io non mi sentivo più sola.L'anno scolastico era iniziato e io e Ian faticavamo a stare assiemetanto, tra riunioni e preparazione dei corsi era sempre impegnato ascuola. Era ormai trascorso un anno da quel magnifico giorno in cuimi è venuto addosso e poi da quando è entrato da quella porta pertenere la lezione, quando io ero solo una semplice studentessasmaniosa di imparare nuove cose, ora ero qui ad un anno di distanzacon un pancione enorme ed ero anche la futura signora Somerhalder,ancora non ci potevo credere. Avevamo deciso di trasferirci nellanostra nuova casetta tra circa un mesetto, per far si che Giada miaiutasse nel periodo prima del parto.
Ogni pomeriggio uscivo incentro accompagnata da Giada e andavamo a cercare la bombonieragiusta, anche se non sapere la location personalmente rendeva lascelta ancora più difficile, Giada invece dimostrava molteconoscenze in quel campo, sono sicura che lei e Ian avessero avutouna bella conversazione, e mi tenessero all'oscuro di tutto. Tutte lebomboniere che vedevamo erano a mio avviso molto pacchiane e pocoraccomandate per un matrimonio, mi scervellavo ogni giorno di più, eprovando a parlarne con Ian, mi disse " amore mio, seibravissima a lavorare a mano, perchè non crei tu qualcosa con quellapasta che usavi tu, come si chiamava ..... mmm fimo?" -J-"sisi si chiama fimo!" -I-" ecco perchè non crei qualcosacon quello?" mi convinse e il giorno dopo provai a crearequalcosa con il poco di pasta che avevo ancora in casa, le primeprove che vennero fuori, non mi soddisfarono in pieno, ma la terzaprova, si me lo sentivo era quella giusta. avrei fatto dei follettiniporta fortuna, erano magari un po infantili ma sia Giada che Ianappena li videro dissero che erano perfetti. Ora dovevo solo crearnealtri duecento/duecentocinquanta. Non sapendo il numero esatto diinvitati. Mentre per i testimoni anzichè il follettino avevo pensatoad un vasetto di dolciumi sempre in fimo.
Eravamo ormai in pienoinverno a Novara si gelava e io lievitavo, Ian si era ricordato delnostro anniversario di fidanzamento e mi aveva portata in unbellissimo locale per passare un sabato sera indimenticabile. Eratutto perfetto l'atmosfera che si respirava era calda e piena d'amoree io mi ero premurata di fare già tutti i regali di natale pertutti, si vedeva che avevo molto tempo libero.
Il tempo passava edera ora di un altra, anzi l'ultima istantanea del nostro piccoloMatteo. dovevo fare l'ultima ecografia prima del parto, ero tesa eagitata e iniziava a salire anche la tensione perchè tra poco menodi tre mesi dovrò partorire. Come al solito, per fortuna Matteostava benissimo, stavolta era tranquillo che dormiva con il pollicein bocca, era già girato correttamente e quindi potevo proseguirecon la richiesta di parto in acqua, al sol pensiero che quel giornoIan sarebbe stato al mio fianco come compagno, ma sarebbe stato lui atagliare il cordone e visitare il bambino mi tranquillizzavamoltissimo.
Usciti dalla clinica, ci recammo in pasticceria,volevo che anche Ian decidesse per la torta, le proposte erano due,delle mini torte che sarebbero state disposte su vari piani performare un complesso di cinque mini torte, oppure optare per la viapiù strana, i cupcake, ci sarebbe stato uno stand solo di cupcakesal posto della torta, e in ogni tavolo ci sarebbe stata un alzatinacon alcuni cupcake per gli ospiti, prima dell'abbuffata sullo stand.Alla fine optammo proprio per i cupcake, ci sarebbe stata anche unamini torta sopra a tutto lo stand cosicchè io e il mio futuromaritino potessimo tagliare la torta, come da tradizione richiesto.
...Dicembre...
Finalmentedicembre era arrivato e con lui la neve e le vacanze natalizie io eIan eravamo andati dai miei genitori per passare il week-end con loroe siccome abitano vicino ad una stazione sciistica ne abbiamoprofittato per alcune scivolate sulla neve con il bob ,e ci siamodivertiti molto, anche più di tutti i bambini che ci guardavanostraniti e con occhietti indagatori. Ormai tutti i centri eranoaddobbati a festa, il Natale si avvicinava e l'euforia era palpabiletra tutte le persone, andando in giro si vedevano bambini che siincollavano alle vetrine con occhi a forma di cuore per unparticolare gioco, sperando che, quel buon uomo di babbo nataleglielo portasse. Il Natale avevamo deciso di passarlo a casa deigenitori di Ian, e anche i miei genitori erano stati invitati. Quinditutti partimmo per andare a Parma, dove il clima era leggermente piùmite. I preparativi fervevano in casa Somerhalder senior e nonriuscivo a capire se ero capitata in una casa o in un ristorante,vedevo la mamma di Ian seguita dalle domestiche che provavanol'allestimento del tavolo da pranzo, provavano a creare i piatti delmenù per assicurarsi un ottima riuscita, era tutto stupendo emagnifico, sopratutto l'albero maestoso alto circa 2 metri che sistagliava all'ingresso. Le camere che ci avevano assegnato eranomagnifiche, io avrei dormito con Ian nella sua vecchia camera, ampiae incredibilmente tutta bianca, uno spazio molto luminoso e chetrasmetteva relax, mentre i miei genitori erano stati collocati inuna stanza che sembrava la suite di un hotel a 5 stelle conarredamenti barocchi e letto a baldacchino, era davvero stupendaquella casa, o meglio dire reggia, si assomigliava di più ad uncastello che ad una villa.
Il Natale e i successivi giornipassarono in modo caotico ma stupendo, tutti i parenti di Ian eranosimpatici e dolcissimi, e mi sono sentita sempre ben accolta e parteintegrante della famiglia, qualche sera io e Ian uscivamo, e avevoavuto anche l'onore di conoscere il suo migliore amico Paul, eradavvero una forza quel ragazzo e ci divertivamo sempre un mondoquando uscivamo con lui e la sua fidanzata Lisa. A capodanno Ian miportò nella sua baita in montagna, eravamo in una piccolissima malussuosa casa in montagna circondati solo dalla neve, un paesaggiomozzafiato, e per la mezzanotte mi aveva fatto una bellissimadichiarazione d'amore che mi fece capire il perchè lui era l'uomodei miei sogni, l'uomo che amavo, l'uomo che presto sarebbe stato ilmio tutto, il padre di mio figlio. Lo amavo da impazzire, e quellanotte nel modo più dolce e romantico facemmo l'amore fino adaddormentarci abbracciati l'una nell'altro.
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