Capitolo 4
Capitolo 4
Quella notte Hiccup non dormì molto, anzi, non dormì affatto, perché pensava ad Astrid. Sapeva che era stata la scelta giusta quella di allontanarsi da lei, ma non riusciva a togliersela dalla testa. La mattina arrivò ed Hiccup aprì gli occhi alla luce del sole che lo colpiva in piena faccia.
" Andiamo...è già mattina? " chiese lui, richiudendo gli occhi e mettendo la testa sotto al cuscino. Poi prese un po' di forze e si alzò, avanzando lentamente verso la porta e scendendo le scale con Sdentato vicino.
" Buongiorno figliolo! " lo salutò Stoick.
" 'Giorno..." mugugnò Hiccup, sedendosi sfinito.
" Non hai dormito molto stanotte, vero? "
" No. " rispose lui, coprendosi la bocca con una mano mentre sbadigliava. Qualcuno bussò alla porta.
" Strano..." disse Stoick, camminando verso la porta e poi aprendola. Si ritrovò davanti una persona che sicuramente non voleva lui.
" Cosa ci fai tu qui? " chiese Hiccup, con gli occhi fuori dalle orbite.
" Non mi arrenderò, ti voglio aiutare. " disse Astrid, entrando nella casa.
" Aiutarlo a fare cosa? " chiese Stoick.
" Niente. " disse Hiccup, alzandosi e portando fuori dalla casa Astrid.
" Mi vuoi spiegare cosa si passa in mente? Ho detto che non voglio aiuto. "
" E io non ti ascolto. " disse Astrid, incrociando le braccia al petto. Hiccup si sbattè una mano sulla fronte, sospirando.
" Mi vuoi aiutare? Bene. Stai lontana da me. "
" Ti verrò a cercare fino a quando non ti deciderai ad accettare il mio aiuto. "
" E va bene. Vuoi diventare invisibile? Scelta tua. "
" Io non diventerò invisibile. Io ti aiuterò a spezzare questa maledizione. "
" E sentiamo...come faresti? "
" In qualche modo ci riuscirò. "
" Bene, pensaci se vuoi, io me ne torno a casa a fare colazione. " disse lui. Astrid se ne tornò a casa sua, non dicendo una parola. Hiccup rientrò a casa, chiudendosi la porta alle spalle.
" Cosa voleva? " chiese Stoick, curioso sempre nel farsi gli affari di suo figlio. [...]
" Niente, niente. " rispose Hiccup, bevendo velocemente la sua tazza di latte e salendo al piano di sopra, in camera sua. " Perché devi essere così complicata, Astrid? " chiese lui, sedendosi sul letto.
" Io non sono complicata. " disse una voce che conosceva fin troppo bene.
" Ma cosa...? " chiese avvicinandosi alla finestra, da cui proveniva il suono della sua voce. Guardò in basso, trovando Astrid che lo guardava. " Cosa ci fai li? "
" Questo non ha importanza. Ha importanza quello che hai detto. Io non sono complicata, sei tu quello complicato! " disse puntandogli un dito contro. Hiccup rientrò in camera, tornando dov'era poco prima. Astrid girò intorno alla casa, fino ad arrivare davanti alla porta, bussare ed entrare di nuovo in casa, non dando nemmeno spiegazioni a Stoick, se rimase a fissarla confuso. Salì le scale ed aprì la porta della camera di Hiccup, sapendo esattamente dove andare. Hiccup rimase a guardarla anch'egli alquanto perplesso.
" Non hai nulla da dirmi? " chiese lei.
" Ehm...no. "
Astrid si avvicinò a lui, tirandogli un pugno sul braccio.
" Cosa ho fatto ora? "
" Quello che hai detto prima. L'hai detto e ora non hai nulla da dirmi? " Hiccup arrossì, ringraziando il fatto che lei non lo potesse vedere. " Bene, stai ancora zitto? Ti farò parlare allora. " disse Astrid, facendo alzare Hiccup in piedi e togliendogli la maschera.
" Cosa..." Astrid non disse nulla, portò solamente la mano sulla guancia di Hiccup, facendolo abbassare alla sua altezza, chiuse gli occhi e lo baciò sulle labbra. Hiccup inizialmente non sapeva che fare, poi ricambiò il bacio. Si staccarono, Hiccup la guardò negli occhi.
" E questo per che cos'era? "
" Niente. "
ANGOLO AUTRICE :
Scusate se non ho aggiornato, è che al liceo sono cominciate le verifiche a raffica quindi sto sepre sui libri XD Se il capitolo esce tutto attaccato perdonatemi, l'ho copiato e incollato di sana pianta dall'altro sito su cui è già pubblicata.
By cricrina01
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