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Capitolo 35: Ti devo proteggere

Erick

Sono stato accoltellato da Vladimir Clark. Quel bastardo...ma come si è permesso?

Ora mi è toccato anche subire la ramanzina di Juliet!

Tutte a me oggi.

«Pensaci, Erick.» conclude Juliet uscendo dalla stanza.

Ci penserò? Ora non lo so.

Voglio rendere felice mia sorella, ma non so se sono disposto a sacrificare la mia di felicità per lei.

Stare con quel gruppo assillante e pieno di sfigati sarebbe una cosa assurda, ma se significa proteggere Juliet, posso farlo. Penso.

Il problema è avvicinarmi a lei.

Hellen Wilson fa capolinea nella mia testa spesso e più la penso più non riesco a starle accanto.

Sei proprio nella merda, Erick.

💚

Hellen

1 settimana dopo
«Xia-Li!» richiamo la ragazza che sta camminando davanti a me.

Lei si volta e fa un sorriso raggiante.

Vorrei farla entrare nel nostro gruppo perché lei è sempre sola, sicuramente con noi non si sentirebbe a suo agio.
Il problema è che non posso metterla a rischio.

«Oh, Hellen! Come stai?» chiede con gentilezza.
«Bene, tu?»
«Tutto ok, oggi ho il compito di matematica quindi non so se starò bene ancora per molto» dice ridacchiando e anche io le faccio coro.
«Senti...volevo invitare te e il tuo gruppo in camera mia, mi sembra giusto ricambiare l'invito. Lo dirai tu agli altri?» chiede entusiasta.
«Oh, va bene...ci vediamo allora!»
«Si, alle 19:00 in camera mia!» mi saluta e corre via.

Meglio che vado in classe anch'io.

Appena entro nell'aula tutti si voltano verso di me scioccati.
Juliet e Candice entrano dopo di me e corrucciano la fronte allo stesso tempo.

«È tutto vero allora?» chiede un ragazzo.
«Pare di si» risponde un altro.

Raggiungo le ragazze che hanno già preso posto e mi siedo accanto a loro.

«Cosa è successo?» chiedo curiosa.
«Non è evidente?» chiede a sua volta Juliet.
«No, veramente no» rispondo sincera.
«Parlano di Erick e del suo incidente, parlano anche di...Vladimir. Pare che sta bene ora, ma se l'è cavata per non so quale miracolo di Dio» mi spiega Juliet.
«A proposito, Adam e Reth erano scappati quel giorno, hai avuto modo di chiedergli perché l'hanno fatto?» chiede Candice.
«No, non parlerebbero sicuramente»

All'improvviso entra il professore in classe e si zittiscono tutti.
Ma gli occhi sono sempre puntati su di noi.

❤️

Adam

La sua bocca si incurva in un sorrisetto quando capisce l'effetto che mi fa.

Mi bacia appassionatamente mordendo il mio labbro inferiore com fare provocatorio.

È mia, ma non so per quanto tempo ancora.

«Ti fa ancora male?» chiede  con dispiacere toccando il mio sopracciglio spaccato.

«Un po', ma sta tranquilla» la rassicuro.
«Non fare più a botte, promettimelo» dice sempre più preoccupata.
«E va bene...» si, le ho mentito.

Lei non sa che dopo aver picchiato Vladimir, la mia famiglia ha ritirato me e Reth dalla scuola per una settimana e ci ha rinchiusi in cantina per cinque giorni.
Ho il corpo pieno di graffi perché mio padre prendeva sempre una cintura e mi colpiva violentemente.

Ancora sento quei colpi sulla mia pelle.

Lui diceva sempre «Avete interferito con i nostri piani! Non meritate di essere dei Clark!» ma il punto è che sono loro a non meritare me e Reth.

Siamo tornati a scuola circa mezz'ora fa e ora Madeline Wilson è tra le mie braccia e mi dà un po' di serenità all'anima.

«Adam...come te li sei fatti davvero questi lividi e questi graffi?» chiede guardandomi intensamente negli occhi.

Il cuore batte all'impazzata e il caldo si propaga per tutto il mio corpo.

«Madeline...»
«Dimmelo» insiste premendo il suo corpo sul mio.
«Mad...per favore...»
«Adam...per favore, dimmi come te li sei fatti davvero»
«Non posso dirtelo, sono già nei casini e...» Madeline si alza e si mette la camicia bianca.

Cazzo, pure quando abbottona la camicia mi manda fuori di testa.

«Se non vuoi dirmelo, torno a lezione» dice convinta.
La raggiungo rapidamente e affondo la testa nell'incavo del suo collo.
«No Mad...non andare...» la prego come un bambino.
«Convincimi a restare» dice leccando il labbro.
«Lo sai l'effetto che mi fai...» dico chiudendo gli occhi.
«E proprio per questo che dico queste cose»

All'improvviso qualcuno bussa alla porta e io faccio nascondere immediatamente Madeline dentro l'armadio.

No, non c'era un nascondiglio migliore.

«Reth!» esclamo non appena mi si presenta davanti.
«Adam» dice con voce stanca. Lui è quello che ha subìto più di tutti.

«Che ci fai qui?» chiedo.
«Ti volevo dire una cosa...»
«Cioè?»
«Io non ho più la forza di stare dalla parte dei Clark, ma neanche dalla tua. Io ormai me ne esco da questa situazione!» annuncia guardandomi con dolore.

«Stai...stai scherzando, vero?» chiedo incredulo.
«No, Adam.» afferma.

Faccio una risata amara ma mi ricompongo subito.

«Mi stai lasciando solo?»
«Non metterla così. Ti aiuterò sempre se hai bisogno, ma non più contro i Clark. Ho paura Adam, cerca di capirmi» dice a testa bassa.

Sbatto le palpebre diverse volte cercando di riprendermi da questa notizia.

Sono solo.
Di nuovo.

«Anche se sono arrabbiato, ti capisco. So che è stato un trauma per te ma...insomma...davvero vuoi lasciarmi solo? Davvero devo combattere contro i Clark da solo?» chiedo quasi con le lacrime agli occhi.

«Per te è facile parlare, Adam. Tu non metti la faccia in quel che fai!» esclama.

È vero.
Sono un cretino.

«Pensaci, Reth» sussurro.
«Vediamo...» risponde uscendo dalla stanza.

Sono solo.
Di nuovo.

Sono un coglione.
Ma un coglione che non si arrende.

💚

Hellen

«Ehi puttanella!»
«Rosline...» sbuffo.

Rosline è con altre tre ragazze, una di queste è Selene.

«Rosline, non devi sprecare fiato con una come lei!» esclama Selene con un ghigno.

Mamma mia, mi viene voglia di strapparle questo sorrisino dalla faccia!

«Hellen, hai la pelle secca oggi. Ti posso consigliare una crema se vuoi» Rosline prende il mio viso tra le sue mani e stringe le guance talmente forte da farmi male.

Anche a lei strapperei subito questo ghigno.

«Sta zitta e lasciami!» urlo.
«Oh, che c'è? Fa male?»

Chiudo gli occhi cercando di non pensare al dolore e nel mentre provo a staccare le sue mani.

Sento le ragazze sghignazzare.
Cosa ci trovano di bello ad essere delle galline?

«Guardami mentre ti lascio un bel livido in viso, Helly!» esclama.

Helly?
Da quando questa confidenza?

Apro gli occhi di scatto e osservo la scena quasi a rallentatore; vedo il pugno di Rosline che parte con direzione la mia faccia, ma qualcuno si para davanti e blocca l'impatto.

Il rumore del pugno viene attutito da una mano grande che blocca quella piccola di Rosline.

«E-Erick?»
«Rosline, non è adatto per una signorina fare a botte, non credi?» chiede con uno sguardo minaccioso lui.
«Io...io veramente...»
«Andate! Andate tutte via, lasciateci soli!» esclama.

Soli?
Io e...lui?

«Ve ne pentirete, tutti e due!» detto questo, lei va via umiliata.

«Grazie, Erick» dico con un sorriso.
«Vieni» mi ordina e io lo seguo obbedendo.

Siamo nella terrazza della scuola, lui con una sigaretta e io con una tazza di tè caldo fra le mani.
Me l'ha preso lui alla macchinetta.

«Toglimi una curiosità, Erick»
Lui mi fa cenno di continuare a parlare.
«Perchè sei qui?»
«Come sarebbe a dire "perché sei qui"?» ribatte lui inarcando un sopracciglio.
«Eri in infermeria, stavi male, come mai sei qui?» chiedo ancora io.

Lui mi guarda con quel suo solito sguardo di ghiaccio, però stavolta vedo un pizzico di divertimento nei suoi occhi.

Non lo capirò mai questo ragazzo.

«Prova ad indovinare, Cleopatra»
Questo "Cleopatra" mi piazza completamente.
Sempre.

«Sono guarito tonta!» esclama ridacchiando.
«O meglio, quasi guarito, però siccome i dottori hanno visto che stavo benissimo in piedi mi hanno buttato fuori dalla stanza» spiega facendo spallucce.

Rimango a bocca aperta.

«Ma tu stai male! Dovevi dire che non eri del tutto guarito e restavi lì! Ora ti rispedisco in stanza, Erick Wilson!» dichiaro convinta.

«Ferma, ferma. Dove credi di andare? Io sto bene, non puoi decidere tu come mi sento!» dice lui scuotendo la testa ridacchiando.
«Erick, sei immaturo!» esclamo ridacchiando a mia volta.

Il mio sguardo si blocca per un istante sul suo sorriso, al solo guardarlo sento le guance andare a fuoco.

Non penso di averlo mai visto sorridere, questa è la prima volta.
Noto che ha delle fossette da urlo, è più bello quando è sereno.

«Juliet mi ha parlato» dice all'improvviso spezzando quell'armonia che si era creata.

No, non andartene via. Voglio assaporare ancora quel sorriso.

«Ci ho riflettuto e penso che sia giusto stare dalla vostra parte. Voglio mandare a fanculo tutta quella famiglia di malati e questa è la mia occasione. Però dobbiamo mettere in chiaro che non starò appiccicato a voi, ci sarò solo in caso di bisogno» spiega.

Un grande sorriso si allarga sul mio viso e vedendolo Erick sussulta appena.
Rimane quasi sorpreso.

«Grazie, grazie, grazie!» esclamo e d'impulso mi butto sul suo torace e lo abbraccio.

Erick si irrigidisce ma, piano piano, si scioglie mettendo un mano sulla mia testa accarezzandola.

«Hellen, non ho detto che avrei protetto te, quindi perché mi ringrazi?» chiede con un ghigno.

Eccolo di nuovo.

Vorrei dargli un pugno dritto sul viso ma non riesco a staccarmi da lui.

Cosa mi sta succedendo?

«Perchè hai fatto la scelta giusta e proteggerai il gruppo e la nostra famiglia. Non c'è bisogno che proteggi me»
«Infatti non ho mai proposto a voce di proteggerti» dice sbuffando.

Però all'improvviso lui abbassa la testa e arriva all'altezza del mio orecchio e sussurra questa frase «Però l'ho pensato»

Sento il cuore battere più veloce del solito e le guance che ormai stanno bruciando.

«Ti proteggerò, Cleopatra» sussurra piano.

La testa mi comincia a girare e una strana sensazione di calore si espande nel mio petto.

Di nuovo questa sensazione.

E se...
No, non può essere.

Ma...se davvero mi sono innamorata di Erick?
No, non posso cadere nella sua trappola.

«Oh, Erick io...» balbetto. Non capisco più niente.

Io ho bisogno di stringerlo a me.
Ho bisogno di restare tra le sue braccia per sempre.

Il cuore mi sta uscendo dal petto temo.

«Ok, puoi staccarti ora, Hellen?» chiede scocciato.
«Ancora cinque minuti...» lo supplico continuando ad affondare la testa sul suo petto.

Però per un momento lo guardo con la coda dell'occhio e...sorride con dolcezza.
Ha anche le guance leggermente arrossate.

Poi lui mi stringe più forte e sento il suo cuore battere in contemporanea con il mio.

Stessa velocità.
Stesso ritmo.

I nostri cuori ormai sono coordinati.
Il nostro è un unico battito.

È questo l'amore?

Dopo una lunga assenza eccomi di nuovo qui su Wp con I Need Your Love! 💖
In questi giorni sono stata un pochino impegnata e di conseguenza non ho mai potuto pubblicare, ma ora sono qui e cercherò di essere più attiva possibile!

In questo capitolo vediamo quanto il rapporto tra Erick e Hellen sia cambiato.
Cosa succederà d'ora in poi?

A prestissimo!!!!💖💖



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