Capitolo 26: Caro Oliver...
Hellen
Sento la pioggia scorrere su di me.
Che brutto tempo, stasera. Ma non posso che non sorridere pensando a questo tempo, sembra proprio quella sera.
All'improvviso qualcuno mi copre con il suo corpo proteggendomi dalle gocce.
Metto la testa sul torace dell'uomo e, in questo esatto momento, parte una canzone.
La nostra canzone.
Mi lascio trascinare in un ballo lento, alzo lo sguardo verso l'uomo e lì lo vedo.
«sei brava a ballare, principessa» dice Oliver con un piccolo sorriso.
Comincio a piangere senza rendermene conto, lo stringo forte a me, sperando che tutto questo non termini presto.
«Oliver... perché? Perché te ne sei andato? Dovevamo continuare a ballare insieme, come ora» mormoro sul suo petto.
Non sento più il suo cuore battere, tutto ciò mi fa rabbrividire. Ma non per molto, perché all'improvviso lui mi prende la mano e la mette al centro del petto e lì, lo sento ricominciare a battere.
«te l'ho detto, avrebbe continuato a battere per te» dice. «è grazie a questo cuore, che io continuerò a vivere» sussurra.
«Hellen, questo non è un addio. Tu ricordami per sempre, fa la tua strada e allora sì, che io continuerò a vivere e camminerò passo dopo passo con tutti voi» dice sorridendomi e mi dà un ultimo bacio sulla fronte.
«sto bene, ora. Sto così bene»
Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno.
Oliver...era solo un sogno. Un meraviglioso sogno.
Ricomincio a piangere e getto la testa sul cuscino.
Oggi c'è il funerale.
Sono le 15:35.
Devo prepararmi.
Scendo velocemente dal letto e guardo nel mio armadio cosa posso mettermi.
Un vestitino blu scuro risalta al mio occhio, mi ritrovo a pensare che è perfetto.
Oliver odiava il nero, almeno questo è un colore scuro adatto al funerale ma non brutto come il nero.
Così prendo il vestito e lo trascino in bagno dove prima, faccio una doccia calda. Caldissima.
Nonostante il caldo di una mattina d'agosto, io sento il corpo scosso dai brividi.
Dopo la doccia indosso il vestito, metto le scarpe e vado a pettinare i miei capelli, dopodiché scendo giù e lì vedo tutta la famiglia più i ragazzi del gruppo, vestiti di nero.
Persino la nonnina è vestita di questo colore.
«Oliver dov'è?» dice all'improvviso la nonna.
Ci ritroviamo tutti a sorridere un po'.
«ora te lo ricordi, nonna?» chiede Juliet.
«certo! Quando mai mi sono scordata di mio nipote!» dice. «stiamo andando a un funerale?» continua.
Nessuno risponde.
«andiamo...» mormora lo zio.
E così, entriamo tutti in macchina e arriviamo in chiesa.
⭐
Michael
Il cielo non è mai stato così cupo prima d'ora.
Siamo appena usciti dalla chiesa e il dolore che stiamo provando tutti è indescrivibile.
Non so nemmeno esprimere a parole quello che sento, e quanto mi sento in colpa per quello che ho combinato le ultime volte per gelosia.
Oliver era pur sempre mio cugino.
Che strano quando a una persona a cui tieni tanto, all'improvviso gli attribuisci i verbi al passato. Ma non pensavo fosse davvero così brutto.
Al cimitero non vola una mosca, siamo tutti zitti come in chiesa, come se tutti avessimo un groppo in gola che ci impedisce di parlare, in fondo è proprio così per me.
Il prete comincia a parlare su quanto fosse buono mio cugino, su quanto fosse credente e di altre sue qualità, che fidatevi, ne aveva molte.
All'improvviso il suono della sua voce si interrompe e comincia a guardarci tutti, ad uno ad uno.
«qualcuno vuole dire qualcosa?» chiede in tono pieno di comprensione.
Faccio un passo avanti e mi avvicino alla tomba dove è stato appena seppellito il mio povero cugino.
Mi schiarisco la voce e chiudo gli occhi, non mi sono fatto nemmeno una scaletta di quel che devo dire perché ho tutto qui, dentro al cuore, non sarò io a parlare ma sarà lui.
«Oliver è un ragazzo spettacolare, pieno di vita.
Non voglio usare i verbi al passato quando parlo di lui, perché anche se non lo vediamo con noi, lui è presente e non appartiene al passato, sarà per sempre con noi» dico ma mi interrompo aprendo gli occhi e guardando le lacrime della zia scivolare velocemente.
Guardo il cielo, che dà spazio a qualche stella.
Oggi ha deciso di diventare buio prima, il cielo.
«una volta, ricordo che io e Oliver prendemmo il discorso delle stelle e del cielo. Io allora gli dissi che quando una persona muore, tutti i pianeti e le stelle si allontano per dar spazio a una stella più luminosa, per dar spazio all'anima che è diventata una stella.» mi fermo per guardare di nuovo il cielo e faccio un piccolo sorriso indicando un puntino nel cielo.
«ecco, ora lì in cielo c'è una stella luminosa come non mai e quella è il nostro Oliver. La sua anima è tanto luminosa e piena di vita, solo che ora ha un'altra forma, ma la sua luce continuerà a vivere.»
Sospiro.
Chiudo gli occhi.
Oliver è qui con me, lo sento.
«ricorderò per sempre le sue parole: "hai tanta luce da vendere, Michael. Sfruttala bene, finché siamo in vita dobbiamo lasciare un buon ricordo alle persone che amiamo". Ecco, facciamo il possibile per dare la nostra luce agli altri... Lui ora ha un altro compito da svolgere. Lui ha dato troppa luce ad ognuno di noi, e il cielo ha deciso di goderne anche lui di questa stella. Lui ci ha lasciato un ricordo stupendo, e penso che lui sia da esempio per tutti noi. Ti porteremo sempre nel cuore, Oliver. Buon viaggio, tra le stelle...» dico e una lacrima scorre a mia sfuggita.
Non ti dimenticherò mai Oliver, perdonami per tutto il dolore che ti ho causato.
⭐
Hellen
Rimango impalata di fronte a Michael, che ha appena finito il suo discorso.
Sorrido tra me e me, il primo sorriso che faccio dopo questi giorni.
Michael e Oliver si volevano tanto bene, e il discorso di mio fratello mi ha fatto venire i brividi, ora ho capito quanto affetto ci fosse tra i due.
Mi piace pensare che Oliver ora sia una stella, che non appena alzerò gli occhi al cielo, saprò che il mio Oliver è lì, che non ci ha lasciati.
Tutti mettono dei fiori accanto alla tomba, io rimango davanti la foto sorridente di Oliver, che sembra essere stata scattata in uno dei suoi momenti più felici.
Mi avvicino e appoggio una rosa proprio accanto alla foto.
«ciao, Oliver. Ora si che sei davvero libero» dico e mi sposto per dar spazio agli altri.
⏳
Tutti sono tornati alla villa ma come potrete ben immaginare, io no.
Non riesco a mettere piede là dentro e soffrire pensando che non vedrò più Oliver tra i corridoi.
Anche passare davanti camera sua, ormai fa male.
Mi siedo tra l'erba della collina. La collina in cui Oliver mi portò il giorno in cui mi salvò da Adam.
È questo l'unico posto che non mi fa soffrire troppo.
Solo...mi fa diventare malinconica.
Oliver mi dimenticò facilmente, ma io tutt'ora...continuo a non riuscire a separarmi dal suo ricordo. Io ho sempre continuato ad amarlo, per quanto io fossi arrabbiata con lui all'inizio.
Mi sdraio sull'erba quando all'improvviso sento una puzza di fumo nell'aria.
Cosa cavolo è?
Mi volto intorno, ero sola fino a poco fa, ma ora...
«chi sei tu?» chiedo agitata.
Una sagoma alta sbuca da dietro il tronco del grande albero che c'è in collina.
Non riesco a vedere bene chi sia, visto che è già buio, ma scommetto che è un uomo.
«che fai qui?» chiedo ancora.
Sento il ragazzo sbuffare e gettare la sigaretta a terra.
«non ti hanno mai insegnato che non si butta niente a terra? Soprattutto qui, che è un luogo completamente sommerso dalla natura?» dico con tono arrabbiato.
«in effetti nessuno mai mi ha educato. Nessuno ha mai badato a me come si deve. Quindi si, Greta Thunberg, sono proprio un maledetto indisciplinato» dice con tono sarcastico.
Non so perché, ma non appena sento la sua voce rabbrividisco.
Ha una voce rauca, sensuale e scandisce ogni parola che esce dalla sua bocca.
Ma c'è anche un pizzico di rabbia e tristezza nella sua voce.
Mi inquieta la sua figura, la sua voce, il suo portamento...
Se n'è sta sempre appoggiato al tronco, con il capo alzato per fissare in cielo.
Dal suo profilo, mi rendo conto che ha delle labbra carnose ma non troppo, semplicemente la giusta proporzione; il suo naso è perfetto, in pochi lo hanno così...
Le ciocche del ciuffo gli ricadono sulla fronte, noto anche che hanno un effetto umido e bagnato e questo lo rende semplicemente attraente.
Di profilo, però.
Si, ok. Non è più così inquietante.
Poi si porta una sigaretta alla bocca, e il modo in cui accoglie la sigaretta tra le labbra quasi mi ipnotizza.
«mi fissi, ora?» chiede serio e senza spostarsi dalla sua postazione.
«certo che no! E poi, come fai a vedermi? È tutto buio e...»
«sei ceca tu, se non mi vedi» dice interrompendomi.
Ok, ora è inquietante sul serio.
«chi sei?» chiedo in modo innocente.
Lui sbuffa appena e lascia andare una nuvola di fumo nell'aria, non appena il fumo arriva alle mia narici, mi metto a tossire e questo gli provoca una risatina.
«ti dà fastidio il fumo, paladina della natura?»
Paladina della natura? Ma fa sul serio?
«sii serio» dico accigliata.
«sono un terrorista che viene da molto, molto lontano. Assalto la natura e importuno le ragazzine» dice ridendo.
«lo sai che ci stai rompendo il cazzo?» dico arrabbiata, ma questo lo fa divertire di più.
«uh. La santarellina dice le parolacce!»
Sto esplodendo di rabbia. Sul serio.
«Greta Thunberg, paladina, santarellina...smettila di chiamarmi così!» tuono ad alta voce.
Lui fischia e ridacchia.
«ai suoi ordini, Cleopatra»
Cleopatra?
«ora da dove viene sto soprannome?» chiedo incazzata.
Lo vedo fare spallucce e lasciarsi andare ad un ghigno.
«mi comandi a bacchetta, noto. Mi sembra un soprannome più che coerente con la tua personalità e...» rimango a bocca aperta.
Si interrompe ma poi ride, ride di gusto.
«secondo te ti dò spiegazioni, sprecando il mio fiato per te? Oh, no Cleopatra. Ti sbagli di grosso» dice.
«si può sapere chi ti credi di essere? Un faraone, visto che siamo a tema Egitto?»
Il ragazzo schiocca la lingua sul palato e poi sbuffa rumorosamente.
«no. Perché significherebbe che tu sei la mia dolce metà, Cleopatra. E per favore, non cerco una Cleopatra per me»
Faccio una risata sarcastica mentre il ragazzo rimane immobile.
«ma perché stiamo parlando, noi due?» sbotto all'improvviso.
«perché stasera mi va di importunare delle troiette»
«come cazzo ti permetti?!»
«oh, sta calma. Non ho detto che lo sei, perché noto con dispiacere che sei tu a continuare la conversazione» dice lasciandomi senza parole.
«principessa...ah, no. Cleopatra ti piace di più, vero?»
Il modo in cui dice "principessa" mi va venire i brividi.
Sarà il periodo ma sembra come se fosse Oliver a dirmelo.
Mi mancano i suoi "principessa" ogni giorno.
«aspetta, che ore sono?» chiedo agitata.
Non posso ritardare troppo, se no papà si preoccupa.
«non te lo dico» dice serio, come se nulla fosse.
«dimmelo!»
«sta calma, Cleopatra!» grida.
«basta, me ne vado. Non spreco più minuti preziosi del mio tempo con te!» urlo.
«non mi cambia niente se ci sei o no» ghigna.
«vai a fanculo.» tuono.
«arrivederci, Cleopatra» dice e man mano che mi allontano, la sua figura svanisce pian piano.
Ciao Lovers!🎀
Prometto che le scene tristi sono finite.
Ovviamente qualche riferimento a Oliver ci sarà sempre, è stato importante per la vita della nostra protagonista.
Ma ormai ci saranno solo scene importanti per la trama e da qui comincerà molto...romance.
Chi è il ragazzo che ha incontrato Hellen?
E a proposito...
non credete che ho lasciato stare la famiglia Clark... Affatto.
Lo capirete nel prossimo capitolo perché ho detto questo.
A prestissimo 🦋💙
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