P.O.V. MARTINA

"Eh?" incredula dissi,guardandola ora negli occhi con un sorriso strano e poco felice.

"Hai capito bene",un pò balbettò,ma la sua voce era più sicura del solito.

"tu,Tu non mi stai antipatica!"gesticolando e sorridendo,come a convincermi che infondo fosse tutto ok,le risposi,continuando a guardarla negli occhi marroni.

"Allora perchè? Allora perchè mi tratti così?!",ora la voce calma e sorridente della ragazza che conoscevo bene stava urlando,mi guardava dritto negli occhi mentre esprimeva il dolore che le stavo procurando.

Io non voglio far del male a nessuno, anche alla persona più infima dell'universo che odio con tutto il mio cuore,io non posso,non riesco a farle del male.

Allora perchè? Perchè ho ferito così tanto Maria Sara?

"io...io davvero...",in confronto alla sua voce,la mia era più bassa, ma perchè continuavo a parlare se non sapevo cosa dir? Se non avevo forse neanche il diritto di rispondere?

"Martina,io",ed ora era sull'orlo delle lacrime la voce stridula di prima,alzai gli occhi,per incontrare i suoi ormai inumiditi dalle lacrime.

"Perchè diamine stai piangendo?" ridacchiando amaramente e tirando su il naso dissi,avvicinandomi terribilmente a lei.

"Perchè urlare e far del male mi uccide lentamente,ma non sono mai capace di fermarmi prima della mia impulsività" dagl'occhi marrone scuro,scese una salata lacrima che bagnò il sorriso riprorevole e dispiaciuto.

Poco dopo anche i miei occhi mar azzurro mollarono qualunque cosa e aprirono le loro infinite cascate.

Il calore delle braccia di Maria Sara ben combaciava alle calde lacrime che ormai stavano bagnando la morbida sua maglietta,mentre potevo sentire il suo mento e la tristezza delle lacrime sulla mia testa.

Stavamo piangendo rumorosamente una sull'altra,perchè? Nessuna delle due l'aveva ben capito, non avevamo pianto ai college persi, al nostro perenne urlare, a Giovanna e Maria,non piangevamo da tanto.

E forse infondo ci piace piangere.

Sfogare tutto,lasciando che esca dal nostro corpo,urlando gli affanni del pianto, e stringendo un corpo caldo e amato tra le braccia.

Ma mentre le ultime lacrime mi scendevano mi chiedevo.

Stiamo entrambe immaginando un'altra persona tra le nostre braccia?

P.O.V. MARIA

"Sapete cosa ci vuole ora?" dissi distraendo entrambi, "Un bel gelato".

Ovviamente accettarono entrambi immediatamente,e come tre piccoli bambini ci avviamo alla gelateria qui vicino.

Domenico aveva iniziato a correre urlando qualcosa a riguardo di non voler perdere l'ora successiva, ed era bello.

Avevo davanti a me la figura svolazzante di Domenico,con i capelli biondo scuro che fluttuavano velocemente e Fortuna poco più avanti di me che gli urlava qualche insulto tra il 'tanto vai benissimo comunque' e il 'magari inciampi e muori'.

Era semplicemente la normalità nostra,e i faceva sentire a casa.

Così, nel brio della felicità,presi Fortuna per il polso e inizia a correre dietro a Domenico.

Ma quando entrambe arrivammo là, tutta quella gioia si spense improvvisamente. Come un fuoco d'artificio che aveva smesso di brillare.

"Oh! Il gay è stato raggiunto dal cono segnaletico e la tettona!"