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Capitolo 8.


Quando Levi fu solo nella sua camera, Hanji ebbe l'occasione di entrare furtivamente e guardarlo, mentre lui leggeva alcuni importanti documenti che avrebbe dovuto firmare e dare ad Erwin. Non riuscì a notare gli occhi della donna, che lo scrutavano, in modo quasi inquietante, dall'angolo più buio della stanza, vicino alla porta. La donna ipotizzò quello che avrebbe potuto rispondere, non appena glielo avrebbe chiesto. Ripeté nella testa tutto il discorso, seppure una parte di sé, cominciò a ribellarsi. Sospirò, attirando l'attenzione dell'uomo, che le rivolse un'occhiata, per poi tornare ai documenti. Lo guardò, sbigottita. "Mi ha ignorata?" pensò, stringendo i denti e avvicinandosi alla scrivania. Sbatté la mano sui fogli e gli coprì la visuale, col suo corpo, destando non poco fastidio nei suoi confronti.
«Perché mi stai ignorando?» sbottò, chinandosi su di lui.
«Non ti sto ignorando. » ribatté, sfilando via un foglio dall'ammasso formatosi sulla scrivania, dopo un'ora di duro lavoro.
«Allora... Stai frequentando qualcuna?» gli chiese, togliendogli il documento dalle mani e leggendolo, erroneamente, al contrario.
«No. » rispose immediatamente, con tanta sicurezza nella sua voce, che Hanji pensò addirittura di essersi sbagliata, immaginando di averlo confuso con qualcun altro. In sé, però, sapeva bene quanto fosse bugiardo, in quel momento.
«Mi hanno riferito di averti visto con una...» si fermò, per fissarlo negli occhi e poter far scontrare i loro sguardi. «...con una donna...» riprese, imbarazzata dall'assurdità della situazione.
Levi sembrò confuso, visto che rispose con una semplice alzata di spalle seguita da un "non so di cosa stai parlando". La cosa parve toglierle un peso dalla schiena, benché fosse sicura di averlo visto attratto da quell'altra donna, che si muoveva sopra di lui in modo rivoltante. Sentì un grande senso di nausea, ma, sospirando, represse il conato di vomito e spiegò, calma, ciò che aveva visto.
«Chi era quella?» chiese, dopo aver finito di narrare la scena, divagando più o meno a metà discorso, cominciando a parlare di un uomo che le sembrava avesse la "faccia da gigante", omettendo, ovviamente, le sue emozioni, forse per evitare che Levi potesse prenderla in giro.
Lui alzò un sopracciglio, basito dal suo racconto. «Parli di Hannah? » chiese a sua volta, quasi retoricamente.
«É solo un'amica. » spiegò, dandole una pacca sulla coscia, poiché, seduto, non arrivava alla spalla della donna, che lo guardava dall'alto.
«Non sono gelosa. » commentò all'improvviso, senza che Levi avesse nominato la cosa. E, giustamente, glielo fece notare, sghignazzando silenziosamente.
Levi, stringendole il polso -gesto a cui, Hanji, rispose arrossendo -, la fece sedere sulle sue gambe accavallate, circondò la sua vita con le braccia, per tenerla stretta a sé, e, con malizia, le chiese: «Dimmi, Hanji. Come ti sei sentita, vedendomi con quella donna?»
La donna ripensò molto a tutto quello che credeva di aver visto quella sera. Magari, era proprio come diceva la sua coscienza: non era mai successo nulla fra di loro. In realtà, Hanji sperava fosse così, nonostante la verità fosse cruda e reale. Sembrava mentirle, e, a lei, fece male. Anche quando, Levi, posò una mano sulla sua guancia, avvicinando il viso della donna, che aveva assunto un atteggiamento buffo e imbarazzato, al suo, lasciando che alcune parole, pronunciate silenziosamente dalla donna, potessero uscire facilmente dalle sue labbra, ed essere più comprensibili.
«Ho sofferto tanto...» mormorò, abbassando lo sguardo.
«Ti lascerò fare tutto quello che vuoi. » rispose, percependo la tristezza del momento e costringendo la donna a guardarlo.
Hanji annuì, posando gli occhi sulla sua bocca. Voleva farlo, e, per lei, sarebbe stato un ricordo felice, lasciandosi alle spalle tutti gli eventi successi.
Il cuore le balzò in gola, mentre Levi restò immobile. Lo spinse verso di sé, con una pressione molto leggera, chiudendo gli occhi. Le loro labbra si toccarono e una pioggia di scintille le si sprigionò nelle vene. Posò lentamente le labbra sulle sue e lei si limitò ad imitare i suoi movimenti. Dopo qualche istante si accorse che se piegava la testa di lato la pressione aumentava, ed era molto, molto piacevole. Sembrava che piacesse anche a Levi, perché cominciò a stringerla più forte a sé, accarezzandole i fianchi. Hanji si avvicinò ancora e gli mise una mano sul petto per sorreggersi. Le sue labbra si schiusero sotto quelle di Hanji e sentì la punta della sua lingua. Il sangue le era andato alla testa, e quando le loro lingue si toccarono, fu travolta da un'ondata di sensazioni. Il bacio cambiò, e sentì il sapore del tè e di qualcosa di buono: non avrebbe saputo dire cosa fosse, ma ne voleva di più. Si baciarono a lungo e quando finì, lei, aveva caldo e avvertiva una tensione nei muscoli del basso ventre. Aprì gli occhi. Ciò che provava, quel calore inebriante e quella pulsazione così piacevole in certe aree del corpo... Era entusiasmante e spaventoso. Era bello e pericoloso.

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Come promesso :)
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Levi Ackerman

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