Una vita per una vita
"Annie!" urlò Euer e nello stesso istante la mano della ragazza lanciò il pugnale nero, che andò a conficcarsi nella gola dell'assassino di Evan.
Gli altri due tributi avanzarono felini e letali, le armi sfoderate.
Gli ultimi due, pensò Annie.
Dopo di loro, non sarebbero rimasti che lei ed Euer. Le labbra si incresparono in un sorriso amaro, mentre sguainava due coltelli e ne stringeva l'elsa. Era finalmente arrivato il momento della verità, in cui avrebbe dovuto lottare con tutta se stessa per mantenere la propria promessa.
Scoccò un'occhiata in direzione dell'amico e questi le rispose con un cenno del capo: era pronto.
Non ci sarebbero state altre possibilità; non sarebbero potuti scappare, non quella volta. Era il tempo di combattere per la vita; di diventare gli animali che Capitol City acclamava tanto. Di immergere la lama fino all'elsa e fissare la luce negli occhi dell'avversario affievolirsi.
Il gioco era iniziato.
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Non poté non riconoscere al volo il ragazzo del Distretto 3, dalla fiammeggiante chioma rosso fuoco e i denti davanti leggermente distanziati.
Si ricordava perfettamente degli esperimenti sadici del Tributo, durante gli allenamenti: aveva una strana e disgustosa predilezione per le reazioni chimiche e per le morti lente e dolorose. Era evidente che il suo compagno non lo avesse scelto a caso, come alleato.
Intorno a loro, si creò un momento di calma surreale, interrotto dagli scricchiolii della montagna.
Il Tributo del Distretto 1 si avvicinò al cadavere di Evan.
"Che povero idiota" ed un sorrisetto perfido gli sfigurò il volto "come ha potuto pensare che con due incapaci come voi sarebbe riuscito a sopravvivere?".
"L'avreste ucciso in ogni caso" sibilò Annie.
"Probabile. Era uno stupido. Portarsi in giro quella sciacquetta per tutta l'Arena, credendo che l'avrebbe potuta salvare. Non sarebbe riuscita a vincere nemmeno se fossimo morti tutti al primo giorno".
I due alleati scoppiarono a ridere sguaiatamente.
Il volto Euer avvampò per la collera "Non lo ripeterei, se fossi in te" ringhiò ed alzò la spada verso il ragazzo biondo.
Il giovane lo sondò con lo sguardo, arricciando gli angoli delle labbra. Piegò la testa da un lato, e lo osservò come un predatore fissa la preda un attimo prima di sbranarla.
"Chi l'avrebbe voluta indietro?" continuò, sordo alla minaccia. "Se fossi stato un membro della sua famiglia, avrei tifato contro di lei. Era inutile da viva quanto.." ma non riuscì a terminare la frase, perché Euer si avventò su di lui.
Il suo braccio scattò velocemente a deviare la spada del ragazzo e Annie sospettò che non aspettasse altro che quella mossa.
Euer tentò un fendente al fianco, ma ancora una volta, il tributo lo evitò agilmente, rotolando a terra e rialzandosi veloce.
Sollevò la spada e saettò in avanti, in cerca del petto di Euer. Il giovane, con un movimento di fortuna, parò l'assalto e si allontanò di qualche metro.
Annie assistette alla scena col fiato sospeso. Non poteva fare nulla, se non fissare i due combattenti e sperare che il colpo giusto fosse quello dell'amico. Avrebbe voluto scagliarsi contro l'avversario, ma il ragazzo dai capelli rossi la teneva sotto tiro.
"E' questo che vi insegnano nel Distretto 4? Pescare ed agitare le braccia?" lo sbeffeggiò il biondo, col fiato corto. La sua fronte era imperlata di sudore: le stoccate di Euer erano precise e veloci e la danza mortale cominciava a farsi sempre più veloce.
All'improvviso, un rumore sordo fece tremare il terreno sotto i loro piedi e bastò per distrarre di poco il tributo del Distretto 1: Euer, conscio di ciò che stava accadendo alla montagna, approfittò del momento di confusione; scattò elegantemente in avanti e squarciò l'aria con la spada, procurando al nemico una ferita slabbrata sul volto.
Questo gridò di dolore e sorpresa ed il sangue iniziò a colargli copiosamente sulla faccia.
"Sei morto" sibilò tra i denti.
Si lanciò con tutto il peso in avanti, mirando al cuore di Euer.
Il giovane si abbassò prontamente, ma il gesto repentino gli fece sfuggire la presa sulla spada e questa volò a qualche metro da lui. Senza farsi prendere dal panico, infierì nuovamente sull'avversario e lo colpì al ventre con un calcio. Poi, gli afferrò il polso e glielo storse, finché l'arma non gli cadde di mano.
Preso dal movimento, non vide in tempo il braccio del biondo.
Il pugno lo colpì con precisione alla tempia e mille puntini bianchi gli esplosero nella testa.
"EUER!" urlò Annie.
Fece qualche passo avanti, stringendo l'elsa dei pugnali, ma il ragazzo dai capelli rossi le si parò davanti.
"Non con così tanta fretta" mormorò ed estrasse una lama dalla cintura.
"Non ti conviene" lo ammonì la giovane. "Non metterti tra me ed il mio amico".
"Sei dura con le parole quanto con i colpi?".
"Vuoi provare?" lo invitò lei.
Il rosso avanzò, levando il braccio armato e calandolo sulla testa di Annie. La ragazza, agilmente, scartò di lato e parò il colpo con il pugnale di destra, mentre con l'altra mano disegnò un ampio arco verso il ventre del ragazzo.
Purtroppo, i due avversari non erano degli sprovveduti e parevano intuire ogni loro mossa.
Con sorprendente agilità, si liberò dalla posizione scomoda e fece un passo indietro, senza mai smettere di sorridere. "Pensavi davvero che ci sarei cascato?" rise arrogantemente. "Banale".
"Dicono sia molto difficile parlare con una lama conficcata in gola" sibilò lei, saltando avanti per un nuovo attacco.
Non sarebbe mai riuscita a batterlo con la forza: nonostante sembrasse un ragazzo mingherlino e poco propenso alla lotta, si era rivelato violento ed aggressivo.
Decise di cambiare tattica: a pochi metri dal tributo, spostò tutto il peso indietro e si allungò una scivolata, passando sotto al nemico. A quel punto, mosse i polsi e tracciò due righe rosso fuoco sulle rotule del ragazzo.
Questi cadde in ginocchio, schiumante di furia.
Annie si rialzò e gli puntò la lama alla gola. "Credo ti sia passata la voglia di fare l'arrogante".
Fissandogli la schiena, non si accorse subito del tremolio che aveva cominciato ad agitarlo. Pensò stesse piangendo, ma dopo un attimo capì che quelli che aveva scambiato per singhiozzi, non erano altro che ghigni.
Il rosso si voltò e solo quello sguardo bastò per gelarle il sangue nelle vene: i suoi occhi brillavano di eccitazione, furia e follia.
Lo vide portarsi il sangue delle sue stesse ferite alle labbra e leccare avidamente. E poi ancora; e ancora un'altra volta.
Annie fece due passi indietro, disgustata dalla bestia che le stava davanti. Sentiva il cuore pomparle nelle orecchie a ritmo frenetico, eppure non aveva mai avuto tanto freddo in tutta la vita.
Il giovane si tirò a sedere con sorprendente agilità e cominciò a canticchiare.
Senza preavviso, le lanciò il pugnale contro, esplodendo in una risata sguaiata.
Annie si scansò, appena in tempo ed il coltello le sibilò a qualche centimetro dalla tempia.
Il tributo cominciò a lanciarle addosso pugnali come se fossero sassi e Annie non ebbe nemmeno il tempo di pensare da dove li stesse prendendo. Le sembrava di averne già scansati decine, ma dopo l'ultimo ecco che arrivava quello dopo, seguito dal successivo, in un'incessante pioggia mortale.
Non ci volle molto prima che Annie iniziasse a percepire i segni di stanchezza: il fiato corto, il cuore a mille ed il braccio ormai insensibile che le pendeva inerme sul fianco.
D'improvviso, udì un rombo spaventoso ed i pugnali scomparvero.
Annie si piegò sulle gambe e guardò davanti a sé: il tributo era scomparso. Controllò dietro, ma era come se si fosse volatilizzato.
Un secondo rumore la obbligò ad alzare gli occhi e vide un masso rotolare a una decina di metri da lei fino a valle.
Era possibile che il rosso fosse stato travolto da una roccia, mentre tentava di ucciderla?
Non ebbe tempo di pensare, perché un gemito attirò la sua attenzione.
Era stata così impegnata con l'avversario, che non aveva più prestato attenzione agli altri due combattenti: Euer era intento in un corpo a corpo con il tributo del Distretto 1, che gli premeva un braccio sulla gola.
Il viso del giovane iniziò ad assumere una malsana sfumatura viola.
Senza ragionare, la giovane si lanciò di peso sull'avversario ed entrambi rotolarono per qualche metro, in un ammasso di gambe, braccia e coltelli. .
Annie fece per sollevarsi e correre verso l'amico, ma la mano del rivale si chiuse intorno ad una sua caviglia e le fece perdere l'equilibrio.
Cadde a terra, a peso morto; tentò di ripararsi il volto, ma nella foga del momento mosse il braccio ferito, che scivolò, sordo al comando.
Il dolore arrivò qualche istante dopo, ma fu abbastanza per stordirla: lo zigomo aveva sbattuto violentemente contro la roccia e l'ormai famigliare calore del sangue le inondò il volto.
Sentì le mani di Euer avvolgerle la vita e sollevarla senza sforzo.
"Stai bene?" le domandò.
"Tutto okey" articolò con fatica.
"Dov'è l'altro?".
Annie scosse la testa "Credo che un masso l'abbia colpito. Dobbiamo andarcene, la montagna crollerà a momenti" biascicò.
Il ragazzo annuì, prese la spada e marciò verso il tributo a terra.
"Che fai?" gli domandò.
"Non ci avrebbe mai risparmiati." rispose, cupo.
In realtà, davanti agli occhi blu del bel tributo venuto dal mare non vi era altro che l'immagine del volto di Cara.
Cara, la piccola e dolce Cara, che era morta davanti a lui senza fare rumore, leggera e silenziosa come la neve d'inverno. Lei, la cui ultima immagine prima di morire era stato il volto di Euer, che la teneva tra le braccia mentre la sentiva spegnersi piano.
E lui, il nemico, che aveva offeso il suo ricordo.
Furono quasi balsamiche le suppliche che il tributo del Distretto 1 iniziò a piagnucolare pateticamente. Suppliche per le quali avrebbe riso perfidamente, se i ruoli fossero stati capovolti.
Era arrivata la fine: la fine dell'arroganza, della prepotenza. La fine per un essere spregevole.
Euer mirò al collo, osservando la carotide pulsante che avrebbe portato al dissanguamento.
"Per Cara ed Evan" sussurrò.
Fendette il colpo, ma non arrivò a destinazione.
Vide spalancarsi gli occhi azzurro ghiaccio del ragazzo e subito offuscarsi della patina gelida della morte: una freccia spuntava dalla fronte.
Euer si voltò ed incrociò lo sguardo impassibile di Annie, ancora con le braccia tese e l'arco stretto in pugno.
"Avrei dovuto farlo io" commentò.
"No, invece" rispose lei "Non te lo meriti".
Uno schiocco sordo smorzò la voce nella gola del giovane e i due amici si rivolsero uno sguardo allarmato.
"Dobbiamo andarcene" sentenziò Annie.
"Non possiamo lasciarlo qui" disse Euer, indicando il corpo esanime di Evan.
La mano della compagna gli si chiuse attorno al polso. "Non abbiamo tempo. Se non ce ne andiamo, la montagna ci crollerà addosso e tonnellate di acqua ci sommergeranno. Arriverà l'Hovercraft per lui".
Iniziarono a correre, saltando rocce e ripercorrendo la strada dell'andata.
Non c'era più tempo per nulla ormai, solo scappare e sperare di essere più veloci dell'erosione accelerata che stava affliggendo la pietra sopra di loro.
Ai loro lati, rotolavano sassi di qualsiasi dimensione.
Ormai il rombo delle pietre era diventato incessante, un sottofondo inquietante, che sapeva di morte.
"Veloce!!" lo spronò Annie.
Vedeva la foresta che si avvicinava sempre di più, eppure le sembrava sempre eternamente lontana. Magari, se fossero riusciti ad arrivarci in tempo, si sarebbero potuti arrampicare su un albero, sperando che questo avrebbe retto all'impatto con l'acqua.
La mente della ragazza lavorava febbrilmente per trovare una soluzione, una via di sopravvivenza alla catastrofe incombente. Non riusciva a capire come mai gli strateghi non avessero preferito un combattimento all'ultimo sangue tra lei ed Euer, poiché erano rimasti soli in tutta l'Arena.
Eppure..
Un pensiero le attraversò la mente come un lampo e si bloccò al posto, mentre l'immagine di Euer che la guardava allarmato le passò davanti come sfocata.
Lei non aveva sentito il cannone, dopo che il tributo del Distretto 3 era rotolato giù dalla montagna, colpito da un masso. Non aveva visto cadaveri, o sangue.
Ci arrivò troppo tardi.
Sollevò gli occhi verde mare sull'amico: aveva le labbra schiuse in un grido muto.
Successe a rallentatore, ma fu così veloce che non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo.
Due mani bianche saettarono fuori dall'ombra, come serpenti famelici, dietro la schiena di Euer. Una reggeva un coltello.
Il ragazzo si accorse un secondo più tardi e sbarrò gli occhi.
Lui ed Annie si osservarono per pochi millesimi di secondo, ma parve un'eternità.
Forse, avrebbe voluto dirle qualcosa. Probabilmente, sarebbe stato un avvertimento, ma la ragazza non lo seppe mai.
Prima che potesse anche solo muovere un muscolo, ancora più veloce di un battito di ciglia, la lama tracciò un arco elegante davanti a sé.. e la testa di Euer rotolò a terra,.
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