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Fall

           

Il polso si stortava; le dita si socchiudevano intorno al pugnale e questo partiva veloce e dritto, fino ad impalarsi nel centro esatto del petto della ragazzina.

Avrebbe potuto fermarla. Avrebbe potuto aiutarla, magari facendola cadere, in modo che l'arma la sfiorasse.

Avrebbe potuto fare tante cose, Annie Cresta, in quel preciso momento.

Non poteva negare di non aver visto Eva scagliare il pugnale. E soprattutto, non avrebbe mai potuto negare di non averci pensato. Perché era ovvio che sarebbe stata la mossa successiva in quella danza mortale.

Invece, era rimasta a terra a guardare, stordita dal dolore. A guardare la piccola accasciarsi su se stessa e morire.

Se solo le fosse venuto in mente di afferrarla e ripararla col suo corpo; se solo avesse intuito le intenzioni di Eva.

Tutto quel sangue; il rumore della carne colpita, dilaniata dalle sue stesse mani. Il crack delle ossa che si rompono..

"Annie?".

La voce di Euer la fece tornare nella realtà.

Fissò il compagno con gli occhi spalancati, mentre mille domande le ronzavano in testa. Che le stava succedendo? Era seduta con la schiena contro la parete rocciosa,  non nel prato insieme a Shana e ad Eva. Nessuno le stava uccidendo: erano già morte.

Si guardò le mani, alzandole al livello del viso e le esaminò col cuore in gola, per cercare anche la più piccola traccia di sangue.

Un lampo carminio le saettò davanti agli occhi e lei fu di nuovo in mezzo alla radura, l'odore di morte così forte che le provocò un conato di vomito.

E le sue mani erano rosse, come il sangue più puro; quello che schizza a getto fuori da una ferita. Come quando si mira al cuore, o al collo di una ragazzina.

"No!" gridò Annie.

"Ehi!". Euer provò a riscuotere l'amica, ma questa sembrava lontana, rifugiata in una realtà costruita da incubi e sofferenza.

"Annie, guardami! Sei qui con me. Sono Euer. È tutto finito! Non è colpa tua".

Non riusciva a riconoscerla.

Dov'era l'Annie Cresta del Distretto 4? La ragazza spensierata e piena di vita, grintosa ed  indistruttibile?

"Annie, sei al sicuro" ripeté.

Finalmente, gli occhi verdi della ragazza si illuminarono di luce familiare e la vide respirare a fondo. "Ci sono" sussurrò. "E' solo che è difficile. Io non.. ho solamente voluto difenderla".

"Lo so. L'hai fatto per lei" mormorò Euer abbracciandola. Aveva abbandonato una delle due ragazze Cresta, forse per sempre, non avrebbe mai permesso che anche l'altra si allontanasse da lui.

Evan entrò nella grotta, i capelli scompigliati e la spada sguainata. "Non c'è in giro nessuno, per il momento. Non possiamo rimanere qui troppo a lungo; i Favoriti ci troveranno o gli Strateghi faranno in modo che succeda. Credo sia meglio spostarci verso la montagna".

"La montagna? È lontana ore, se non giorni" protestò Euer.

Annie si divincolò dalla stretta dell'amico e si schiarì la gola. Non le andava che Evan la vedesse così provata. "Ha ragione" assentì. "Non possiamo rimanere".

Raccolse il proprio zaino, si appuntò i vari pugnali alla cintura e si passò un arco intorno alle spalle, bottino dell'ultimo tremendo incontro con i Favoriti.

Si misero in cammino subito ed attraversarono con qualche difficoltà il fiume, che pareva molto più pieno degli altri giorni. L'acqua sfiorava dolcemente gli scarponi dei tre tributi e produceva un suono molto simile a quello che Annie aveva sentito quando aveva ucciso Eva.

Il pensiero le mozzò il respiro in gola e le immagini della ragazza, completamente livida e deturpata dai suoi colpi, le sfilarono malignamente davanti al viso.

Sono un mostro, pensò disgustata.

Con che coraggio avrebbe continuato a guardare i propri amici? Era solo un'assassina.

"Annie?" la chiamò Euer.

Lei si riscosse e gli rivolse uno sguardo interrogativo.

"Tutto bene?".

"Si, grazie".

Sentì le mani grandi di Evan avvolgerle le spalle e, in qualche secondo, si trovò faccia a faccia col tributo. "Lasciami!" esclamò, infastidita.

"Non sei nella condizione di dare ordini" ribatté invece l'altro. "Vuoi veramente continuare a farci credere che sia tutto a posto?! Ho visto quello che è successo nella radura".

"Mettila giù!" gli intimò Euer, puntandogli contro una spada, ma il ragazzo non si fece intimidire. I suoi occhi rimasero fissi sul volto della giovane.

"Non puoi addossarti la colpa di quello che hai dovuto fare. Finirai per perdere la testa!".

"Io non.. sto perdendo la testa". Annie affilò lo sguardo e strinse i denti.

Non aveva bisogno di qualcuno che le dicesse come vivere.

Evan scoppiò a ridere, ma non c'era calore nella sua voce. "Pensi che non ci siamo accorti dei tuoi momenti di apatia? O delle tue reazioni ad un rumore improvviso? Il ricordo ti sta corrodendo e potresti diventare instabile, se non pericolosa".

"Ma tu che ne vuoi sapere?!" urlò a quel punto lei. Il sangue le ribolliva nelle vene come acido e la tentazione di afferrare un pugnale e puntarglielo alla gola fu così forte da obbligarla a serrare i pugni. "Hai picchiato una ragazza così tanto da decidere di ucciderla, per evitare che soffrisse troppo? Sei tu quello che è stato ricoperto del suo sangue da capo a piedi?!".

Notò appena lo sguardo scioccato di Euer: lui non sapeva che cos'era successo nella radura. Non era venuto a salvarla, come Evan.

"E ti senti in colpa per averlo fatto?" le domandò l'altro.

"Non dovrei? Ho ucciso una ragazza!".

"Ti sei difesa! Ti avrebbe ammazzato! Anzi, credo che tu sia stata fin troppo clemente nell'averla pugnalata. Fosse stato per me, quella bastarda sarebbe rimasta a terra per ore".

"Ma ti senti quando parli?!" gridò lei, schifata. "Era una persona e aveva una famiglia che l'aspettava nel Distretto. E io l'ho uccisa! Ho portato via loro una figlia! Tu sei contento di questo?!".

Non avrebbe mai pensato che Evan potesse essere così crudele.

In quel momento, echeggiò nell'aria il suono di un cannone, avviso che l'ennesimo tributo era stato ucciso.

"Quando sento il suono del cannone" le disse il ragazzo tra i denti "è musica per le mie orecchie".

Annie sguainò il coltello. "Credo che qui il pazzo sia tu" sibilò. "Euer, allontanati da lui" intimò.

"Annie, calmati. Non mi farebbe del male" la tranquillizzò l'amico.

"Ma non vedi quello che sta succedendo?!" gli domandò lei. "Ha detto che è felice quando qualcuno muore!".

"Annie, deve esserlo per forza!" tentò Euer "Nessuno esce dagli Hunger Games con le mani pulite. Siamo stati buttati qua dentro per ucciderci e se non si vuole morire, bisogna diventare assassini".

"Anche tu?! Vuoi uccidere una persona?!".

"Non ho detto che voglio, ma che dovrò farlo. Ascolta Annie, non ho intenzione di diventare un assassino e capisco il tuo sconvolgimento per aver ucciso quella ragazza, ma preferiresti essere morta tu? Mi avresti lasciato, solo per non diventare un'assassina? Il nostro destino da mostri è stato scritto appena i nostri nomi hanno sfiorato le dita di Milly!" concluse.

Annie rimase in silenzio. Come avrebbe potuto salvarlo, se non avesse iniziato a proteggerlo seriamente? Non si riconosceva più. Dov'era finita l'Annie Cresta pronta a lottare coi denti pur di farlo uscire vincitore?

"Avete ragione" annuì, stringendo i pugni. "Dobbiamo muoverci, prima che qualcuno ci trovi. Camminate con gli scarponi nell'acqua, non lasceremo impronte".

Euer sorrise, stanco e anche Evan, dietro, tirò un sospiro.

"Una volta arrivati sulla montagna cosa faremo?"

"Il piano d'attacco" rispose Evan.

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Camminavano da quasi due giorni e avevano sentito il cannone tuonare quattro volte. I volti dei Tributi morti si presentavano tutte le sere al calar del sole e, ormai, i due ragazzi del Distretto 4 sapevano a memoria i loro nomi.

L'ultimo ad essere ucciso fu il ragazzo dell'11, nel bel mezzo notte ed il rumore fu così assordante e maledettamente vicino che i tre si svegliarono, convinti di essere i prossimi.

Eppure, fino a quel momento, nessuno si era presentato sulla loro strada.

"Sono tutti ad ammazzarsi nella radura" aveva detto Evan, mentre riposavano. "E' il luogo perfetto per attaccare. A nessuno verrebbe in mente di rifugiarsi lontano. Negli Hunger Games nessuno pianifica; tutti partono spediti con la scure in mano".

Finalmente al terzo giorno arrivarono ad una sporgenza della montagna, ideale per osservare il resto dell'Arena.

"Qui avremo la visuale perfetta" disse il Sette, sedendosi sulla roccia fredda. Sfilò dallo stivale un piccolo pugnale, ed iniziò a tracciare i confini visibili dell'Arena.

"Qui c'è la foresta" lo aiutò Euer.

"E questo è la valle a V sotto di noi" aggiunse Annie. Quel canalone  era davvero  spaventoso: pareva una grande ciotola di roccia impermeabile, dalla quale non si sarebbe potuto scappare.
"Faccio un giro di perlustrazione" annunciò.

"Vengo con te" propose Euer.

"No, tu servi qui" replicò spiccio Evan. "Mi devi aiutare a finire questa cartina. Sei intuitivo e sicuramente vedi più lontano di me. Annie sa cavarsela da sola, non è così?" domandò.

Lei annuì e, per rassicurare l'amico, sfilò dalle spalline del suo zaino anche l'arco, oltre che i tre pugnali. "Torno prima che faccia buio" promise, poi si mise in marcia verso la cima della montagna.

Non essendoci sentieri, fu più difficile del previsto: arrivata ad un punto difficile, decise che sarebbe stato più veloce arrampicarsi e prese a spostarsi sulla parete irregolare, attenta agli spuntoni e alle insenature della roccia.

A volte, a casa lei e dei suoi amici si divertivano a scalare le pareti delle scogliere, quindi si trovò agevolata nei movimenti.

Il sole stava cominciando a calare ed alcuni raggi avevano già sfiorato dolcemente i rami più alti degli alberi lontani, mandando sfumature rossastre in tutta l'Arena. Era uno spettacolo mozzafiato, che le ricordò il Distretto.

Senza ben sapere come, i suoi pensieri volarono a Finnick. Chissà cosa stava facendo? E Ocean? Stava guardando anche lei gli Hunger Games?

Come un lampo a ciel sereno, il volto di Shana le comparve davanti agli occhi, seguito da quello di Eva e della radura. Il cuore perse qualche battito e fu più istinto che lucidità, che le impedì di mollare la presa.

Strinse gli occhi con forza e pregò che quel momento passasse. Non poteva succederle ancora. Non lì.

Prese una lunga boccata d'aria e poi volse di nuovo lo sguardo all'orizzonte.

Erano morte, come aveva detto Evan.

Erano morte, ripeté mentalmente. Erano morte.

Morte.

Morte.

Le scappò un gemito dalle labbra e, per lo spavento, i piedi persero l'appiglio. Lanciò un urlo strozzato, perché si ritrovò aggrappata alla pietra con solo le mani, ad osservare lo strapiombo minaccioso sotto di sé.

"Tranquilla, Annie" sussurrò tra i denti. Prese a battere i denti, mentre una patina di sudore gelido le ricopriva il volto. Non poteva distrarsi in quel momento.
La schiena le faceva ancora male, dallo scontro con Eva nel prato e cominciò a percepire delle fitte acute nella zona delle scapole.

Fece per sollevarsi , ma sentì un piccolo oggetto scivolarle dall'orlo della tasca.

Abbassò gli occhi e, con orrore, vide la pietra di Finnick traballare in equilibrio precario tra i pantaloni ed il vuoto.

Non poteva perderla, perché era l'unica cosa che la teneva ancora legata al ragazzo.

Col più grande sforzo della sua vita, staccò lentamente le dita di una mano dalla roccia e si allungò verso la tasca.

Ancora qualche centimetro, sibilò. Dopo tutto quello che aveva passato, quell'azione le pareva quasi ridicola.

Non avrebbe dovuto pensare alla voragine sotto i suoi piedi, ma concentrare ogni sua forza nell'afferrare la pietruzza e metterla in salvo.

Con la punta dell'indice sfiorò la superficie del sassolino e sorrise trionfante. Ce l'aveva fatta. Finnick sarebbe stato al sicuro, così come quel sasso.

Fece per alzare nuovamente il braccio, ma la parete emise uno scricchiolio sinistro e poi, parte della roccia si sgretolò sotto la sua presa ed Annie si ritrovò a cadere nel vuoto.

Ciao ragazzi!
Mi ritaglio questo minuscolo spazio dell'autrice per qualche secondo e poi vado a nanna!
Allora, diciamocelo, dai. Questo capitolo fa veramente schifo ahahahahaha è corto, brutto e forse non ha neanche senso. Non so che cos'avessi in mente quando l'ho scritto, qualche anno fa!
Comunque, siate buoni e comprensivi con me, per favore🙏🏻🙏🏻
Pooooi, annuncio che mancano solo TRE CAPITOLI ALLA FINE DELLA STORIA!!
Aiuto, come passa veloce il tempooo! 😔😢😢
Poi ovviamente ci sarà anche la parte strappalacrime nell'ultimo capitolo e lì darò il peggio di me.
Ora me ne vado ahahahaha
Un bacio,
Laura♥️

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