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Rabbia repressa

Shawn scoprì che Kevin era il più piccolo di tredici fratelli, e quindi ultimo nella linea di successione del suo regno. I suoi genitori lo avevano promesso sposo ad una donna cagionevole che era deceduta alla viglia del suo quindicesimo compleanno, e lo avevano mandato ad Arendelle alla ricerca di un nuovo partito. Ogni volta che lo ribadiva, il suo sguardo cadeva su Shawn.
Era inutile dire quanto il principino si sentisse onorato di ogni suo sguardo, e di come sentiva il suo cuore accelerare ogni qualvolta Kevin gli sfiorava la mano, durante il tempo che trascorsero insieme. Saltarono la maggior parte dei festeggiamenti che si svolsero all'interno delle mura, Kevin lo trascinò nel giardino interno, dove Shawn gli aveva indicato la piccola caverna che sbucava chissà dove. Passarono ore ed ore ad osservare il cielo stellato che si vedeva dall'altra parte di quella roccia. Era a dir poco mozzafiato.
Saranno passate, circa, tutte le ore della sera, quando la campana suonò, richiamando tutti gli invitati all'interno del castello.
Shawn, tra le braccia di Kevin, con addosso il suo mantello e lo sguardo fissò sul cielo, si rese conto di avere un problema:

-Oh, no! Aiden!-

Sussurrò, scuotendo la spalla di Kevin per svegliarlo:

-Kevin! Kevin, dobbiamo andare! Oh cavolo, Aiden mi ucciderà!-

Ancora mezzo addormentato, Kevin non fece troppe domande e Shawn riuscì presto a convincerlo ad entrare al castello.
Là, come Shawn si aspettava, tutti gli invitati attendevano solo lui.

Quando entrò nella Sala, calò il silenzio. Aiden, che stava ancora conversando con Axel Blaze, si voltò verso di lui in sincronia con il biondo, e così tutti gli invitati. Stringendo la mano di Kevin, Shawn deglutì con forza e iniziò a camminare verso di loro. Si rendeva conto di essere scomparso per quasi tutta la sera, e sapeva anche che lo sguardo di Aiden non preannunciava nulla di buono. Ma grazie a Kevin riuscì ad attraversare tutta la sala sotto quegli sguardi, di quelle persone che neanche sapevano chi fosse e lo giudicavano comunque. Quando giunse davanti al fratello, nel silenzio più totale, non lasciò la mano di Kevin: se ne fregò dello sguardo di disapprovazione di Aiden, dell'imbarazzo generale e dei sussurri dei presenti.

-Mi cercavi?-

Domandò lentamente Shawn. Aiden lo guardò dritto negli occhi, poi alzò la mano e fece cenno all'orchestra di continuare i festeggiamenti.

-Sì, ti cercavo.-

Sibilò Aiden, facendo un segno ad Axel Blaze di fare un passo avanti.

-Credo ti ricorderai di Axel.-

Continuò Aiden, evidentemente curioso di sapere di sapere la risposta, anche se la sua non era una vera e propria domanda. Shawn squadrò il ragazzo al fianco di Aiden con sospetto, ma sapeva che non lo avrebbe riconosciuto, se non per quel pomeriggio. Insomma, un ragazzo così bello non se lo sarebbe dimenticato.

-No. Non lo conosco.-

Rispose Shawn con disprezzo, smettendo di guardare Axel, che guardò Aiden a suo a volta: la sua espressione era delusa e affranta. Aiden ricambiò il suo sguardo, ma cercò di dissimulare la sua sorpresa incrociando le gambe e stringendo le mani guantate tra loro.

-Beh, Shawn, immagino che dovrai iniziare a farlo. Axel Blaze sarà il tuo futuro sposo.-

Tra i presenti calò il silenzio, Shawn percepì Kevin digrignare i denti e stringergli la mano ancora più forte.
Shawn fece un passo indietro: era incredibile con quale noncuranza glielo avesse detto. Ma non l'avrebbe passata liscia, doveva rendersi conto di come aveva reso la sua vita un inferno con sole poche parole.

-Perché? Perché ti comporti così? Perché vuoi farmi tutto questo?-

Aiden non rispose e si massaggiò una tempia socchiudendo gli occhi. Poi si rivolse alla guardia al suo fianco, mentre si alzava e superava Shawn iniziando ad attraversare la navata:

-Un giorno lo capirai, Shawn. La festa è finita, fai chiudere le porte.-

Shawn non riusciva a muoversi, neppure quando il fratello lo sfiorò, sorpassandolo. Kevin gli posò una mano sulla spalla, ma Shawn si scansò e seguì di corsa il fratello. Mentre attorno a lui le guardie avvertivano gli invitati dell'imminente fine della festa, Shawn lo raggiunse e lo afferrò per un polso, disperato:

-Non ci vediamo da quattordici anni! Quattordici anni passati da solo in questo castello immenso e quando ci rivediamo scopro che mi hai venduto!-

Aiden non lo ascoltò e cercò di liberarsi dalla presa. Ci riuscì ma il guanto gli sfuggì di mano e un'espressione di terrore si dipinse sul suo volto. Aiden si voltò e cercò di riprenderselo:

-Shawn, ridammelo!-

-Perché tutto questo? Cosa ti ho fatto per meritarmi questo?-

-Shawn, ridammelo... Smettila..-

Shawn cercò di avvicinarsi, tenendo il guanto dietro la schiena per non permettere ad Aiden di prenderlo.

-Ma che cosa ti ho mai fatto?-

-Basta, Shawn...-

-Perché? Perché mi respingi? Perché respingi tutti?-

Aiden fece un passo indietro.
Vedendo suo fratello in quello stato, sentì le gambe cedergli. Non riusciva quasi a reggersi in piedi, ma prese comunque a correre verso il portone. Non avrebbe mai voluto causare tutto ciò, non a lui, ma non poteva restare lì.
Le mani cominciavano a diventare fredde, gelide, e Aiden cominciò a sentire salire il panico:

-Di che cosa hai tanta paura?-

-Ho detto basta!-

Aiden cercò di aprire il portone e fuggire, ma quando tese la mano una ventata di gelo entrò nella sala dalle finestre, mentre il freddo lo avvolgeva completamente, partendo dalle mani. Solo allora Axel, che aveva li aveva seguiti in silenzio per tutto il tempo, corse in avanti e, sconvolto, si piazzò davanti a Shawn.

Pochi secondi dopo, una folata di vento gelido che partiva da Aiden stesso circondò il colpevole, permettendo a neve e ghiaccio di scatenare il panico tra gli invitati.
Vi furono secondi di silenzio glaciale, in cui Shawn si vide costretto a nascondersi il viso con le mani per sopportare il gelo che gli graffiava il viso. Poi tutto tacque, e Shawn riaprì gli occhi, ritrovandosi davanti la schiena di Axel Blaze che, con le braccia aperte, cercava di proteggerlo chissà come.
Aiden osservò spaventato gli spuntoni di ghiaccio che aveva appena creato puntati verso gli ospiti e verso Shawn. Non fosse stato per Axel, che gli si era parato davanti e aveva sciolto seduta stante il ghiaccio solo grazie alla dominazione del fuoco, Aiden lo avrebbe trafitto in pieno. Lo sguardo spaventato di Shawn gli fece fare un passo indietro: avrebbe potuto ucciderlo. Axel, che sembrava altrettanto preoccupato, fu il primo a parlare:

-Aid, devi solo tranquillizzarti.-

-No, Axel, io...-

Aiden guardò verso Axel e scosse la testa, con le lacrime agli occhi, poi aprì la porta ed uscì di corsa:

-Aiden!-

Urlò Shawn, correndo in avanti e superando il ghiaccio evitando gli spuntoni. Axel e Kevin si inclinarono in avanti ed entrambi cercarono di afferrargli il polso, inutilmente.
Shawn li ignorò bellamente, seguendo il fratello per i tortuosi corridoi che conosceva a memoria, cercando di capire cosa fosse appena accaduto e come fosse accaduto: Aiden aveva appena.. Sparato ghiaccio dalle dita, giusto? Era... Era sbalorditivo! E pericoloso! Perché non gli aveva detto nulla al riguardo?

-Aiden, fermati! Ti prego!-

Mai Aiden non smise di correre e per alcuni secondi Shawn lo perse di vista. Impanicato, aumentò il passo, appena in tempo per vedere il fratello attraversare il lago su una lastra di ghiaccio che si espandeva ad ogni suo passo. Quando giuse al lago, senza pensarci, fece un passo avanti per seguire i passi di Aiden, ma il ghiaccio si ruppe sotto il suo peso e Shawn sprofondò nell'acqua gelida.

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