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Scelte
-Tu?-
Shawn aveva immaginato per anni come sarebbe stato rivedere suo fratello, come si sarebbero comportati e se i rapporti si sarebbero ristrutturati con calma o velocemente. Ma mai avrebbe creduto che suo fratello avrebbe accettato la sua condanna a morte, senza neanche avergli parlato una volta.
-E' per il tuo bene, Shawn.-
Sussurrò, Aiden, mentre la grande campana sopra alla torre suonava insistente, richiamando il sovrano nella Sala dei Ricevimenti. Aiden sospirò, avvicinandosi a Shawn e tendendo una mano, come per abbracciarlo. Shawn si scansò, ma Aiden non se la prese. Sospirò e, dopo aver parlato, rientrò al castello:
-Un giorno, forse, capirai.-
Anche dopo che Aiden se ne fu andato, Shawn non si mosse né parlò. Non poteva credere che Aiden sarebbe arrivato a tanto. Non poteva credere che potesse averlo venduto così, al primo che gli era capitato a tiro. Perchè poi?
•
L'ultimo ricordo che aveva di Aiden, risaliva alla notte in cui i suoi genitori erano stati misteriosamente coinvolti in un incidente, perdendo la vita. La stessa notte in cui anche la regina di Ignis era morta, convincendo il sovrano ad andarsene da Arendelle con il figlio, coetaneo di Shawn. Anche se, in realtà, tutto questo Shawn non lo ricordava affatto. Ricordava il volto triste del gemello, il modo in cui si era rinchiuso nella sua stanza senza più uscirne, e come aveva ignorato ogni suo tentativo di comunicazione, ma non ricordava che ci fosse un qualche motivo per essere arrabbiati. Poteva essere che Shinon non gliene avesse parlato, tenendolo all'oscuro come aveva fatto per tante altre cose. Decise che era inutile pensarci, e che aveva sei giorni per far cambiare idea sul matrimonio a suo fratello, tutti gli anziani e al diretto interessato. Non doveva perdere tempo: ne avrebbe parlato con Xavier, e con Nathan e Jade. Magari loro avevano ancora qualche potere decisionale su Aiden: ricordava che quando la piccola Swift scopriva i pasticci che combinava Aiden insieme al ragazzo di Ignis riusciva sempre ad estorcere loro le scuse. Si, ne avrebbe parlato con lei. Jade sarebbe riuscita a farlo ragionare. E se non lei allora Nathan, o Xavier o... Lo avrebbero fatto ragionare, ne era certo.
-Devo trovarli.-
Affermò, deciso, per poi dirigersi verso l'ingresso e unirsi ai festeggiamenti. Anche se, naturalmente, non se li sarebbe goduti come sperato.
La sala in cui si teneva il buffet, che risultava grande quanto cinque isolati, non era mai stata tanto luminosa e decorata come quella sera. Le finestre erano coperte da tende color porpora di un materiale dall'aspetto pregiato, ed erano legate tra loro con corde di fili dorati che terminavano in cappe intrecciate tra loro. Il pavimento era lustro e il granito risultava molto luminoso sotto le luci dei lampadari, decorati a loro volta con stendardi azzurri e rossi. Shawn rimase a bocca aperta: in ogni angolo della sala c'era gente d'ogni tipo che ballava, chiacchierava e mangiava, mentre in fondo ad essa, seduto su un trono, suo fratello parlava con un uomo girato di spalle. A giudicare dai capelli biondi e l'abito rosso, Shawn non aveva dubbi che si trattasse di Axel Blaze. Stringendo i pugni, decise velocemente di cercare i suoi amici, così da poter andare da Aiden il prima possibile. Così, sgusciando tra gli invitati, uscì nell'immenso balcone a cui si arrivava passando per le finestre aperte, e si guardò attorno attentamente: una chioma blu, una rossa, o una castana, ecco cosa cercava. Ricordava che da bambini si trovavano lì tutti insieme, a giocare ad acchiapparella: Shawn non vinceva mai. Squadrò tutti i presenti da capo a piedi, notando addirittura uno degli invitati vestito con un capo floreale giallo e blu, che non si adattava affatto all'ambiente in cui era, ma di Xavier o Nathan nessuna traccia. Quando fece per tornare indietro, rendendosi conto che non erano là fuori come credeva, inciampò in dei piedi che probabilmente potevano anche essere suoi, e rischiò di capitombolare giù dal balcone. Per fortuna, qualcuno riuscì ad afferrargli il busto prima che cadesse, riuscendo a fargli riprendere l'equilibrio. Shawn sospirò di sollievo, ma allo stesso tempo rabbrividì al contatto con quel tipo, che lo aveva appena salvato da un'orribile figuraccia in pubblico. Nonostante avesse la mani calde, sembravano infondere gelo dalle dita, Shawn cominciò a sentire freddo. Solitamente non lo sentiva, il freddo: abitava in un isola coperta da neve e ghiaccio i tre quarti dell'anno, ma la gente era talmente abituata da non rendersi conto del freddo. Ma in quel momento, Shawn rabbrividì proprio per quello.
-Vi ho preso. State bene?-
Shawn arrossì di botto, come se si fosse appena reso conto della situazione, e si staccò da quel contatto imbarazzato e timoroso di scorgere il volto del suo salvatore: era il ragazzo dai lineamenti duri che aveva visto in chiesa.
-Sto bene, la ringrazio, ero solo... Perso nei miei pensieri.-
Balbettò Shawn, probabilmente risultando ancora più ridicolo. L'altro, invece, nel vederlo arrossire sorrise e si inchinò:
-Vostra altezza, non vi avevo riconosciuto. Vi credevo all'interno della Sala.-
Shawn, se possibile, divenne ancora più rosso:
-Mi dispiace deludervi, ma sono solo il fratello. Se fosse stato Aiden sareste in grossi guai, si sarebbe arrabbiato da morire ma, per tua fortuna, sono solo io.-
Finalmente, Shawn ebbe il coraggio di guardarlo in faccia, e quando vide quel bellissimo sorriso non poté che ricambiare:
-Solo tu?-
Domandò lo sconosciuto, marcando la prima parola con incredulità mal celata. Shawn rise e alzò le spalle.
-Perdonatemi, non mi sono presentato: Principe Kevin, delle Isole del Sud.-
-Principe Shawn, di Arendelle. Lieto di conoscerla.-
E mentre Shawn faceva amicizia, all'interno della Sala rinascevano nuovi litigi. Axel, dall'altezza del suo metro e novanta, fissava i suoi occhi di fuoco in quelli di Aiden, dieci centimetro sotto di lui, che sembrava profondamente contrariato da qualsiasi cosa il biondo avesse detto:
-Hai firmato un contratto che potrebbe rovinare non solo il tuo rapporto con Shawn, ma anche il mio!-
Gridò Axel, senza però perdere quel suo fare elegante e distaccato. Aiden, a sua volta tanto determinato quanto furioso, non si scompose:
-Credevo ne saresti stato felice.-
-Io lo sono! Sai meglio di me quanto sia stato doloroso separarsi dopo la tragedia di 14 anni fa, ma questo non è il modo per rimediare! Non posso sposarlo! Non ora!-
Aiden sospirò e si alzò in piedi, anche diversi gradini più in alto di Axel, non riusciva a superarlo in statura.
-Mi dispiace, Axel. Ma è per il suo bene, e tu lo sai.-
Buongiorno principesse, buongiorno Lucychan109
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