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Matrimonio
Shawn volle rimanere al porto ancora un po', finita la parata dei Blaze. Lo sguardo del sovrano lo aveva reso un po' strano, come se lo conoscesse... Era di Ignis, aveva detto Xavier, quindi era quel regno che veniva spesso da loro quando era bambino, e che probabilmente aveva visitato in passato. Si ricordava quel ragazzo, ma se prima non riusciva a dargli un volto, ora non riusciva a collocarlo nella sua vita. Non si ricordava di lui come persona, non si ricordava per niente.
-Shawn, credo che sia ora di andare. Shinon deve preparati, cioè, prepararvi per l'incoronazione.-
Shawn si riscosse dai suoi pensieri con una risata, mentre Xavier sgridava Nathan con un sorriso, rimproverandolo per la poca educazione. Shawn li abbracciò entrambi, continuando a sorridere:
-Grazie ragazzi. Grazie per avermi accompagnato, oggi.-
I due si lanciarono un'occhiata.
-È stato bello rivedervi, Shawn. Ma sappiate che stasera, almeno io, ci sarò.-
Commentò Xavier, mentre Shawn si staccava sorpreso e chiedeva se stesse scherzando. Xavier scosse la testa, e rise ancora.
-No, non è uno scherzo. Ma stasera sono di turno: mi troverete a ronzare attorno ai nobili.-
Shawn, su di giri come non mai, li abbracciò di nuovo.
•
Shinon gli scompigliò i capelli ancora un po' e Shawn sbuffò:
-Shinon, basta! Vanno bene così!-
-Oh, se solo vostro fratello fosse qui, potrei farvi i capelli allo stesso modo!-
Si lamentò nuovamente e Shinon, e Shawn rinunciò a tranquillizzarla. Finalmente, un'ora dopo, Shawn entrò in chiesa accompagnato dalla scorta, nel suo abito bianco cucito su misura per lui, con i ricami d'argento e gli stivali di cuoio nero. Dopodiché, si posizionò a fianco dell'altare, in attesa dell'entrata del fratello. Era tutt'un fremito: come avrebbe reagito Aiden? Lo avrebbe abbracciato o ignorato? Era cambiato tanto?
-Ciao, Shawn.-
Alzando lo sguardo, Shawn incontrò due occhi uguali ai suoi, un viso pallido come il suo e un sorriso che di suo non aveva niente: era un sorriso splendente, ma che non arrivava agli occhi, e sembrava anche un po' forzato. Era Aiden. Era stato così preso dai suoi pensieri che non aveva notato l'entrata del fratello e il fatto che gli si fosse piazzato di fronte. Preso alla sprovvista sobbalzò, facendo un salto indietro, e il sorriso di Aiden si affievolì:
-Beh? Rivedi tuo fratello dopo tanto tempo e ti allontani così?-
Shawn non rispose, sentiva gli occhi pizzicare terribilmente, ma non poteva piangere davanti alla gente che entrava, davanti al celebrante... Davanti ad Aiden. Eppure, quando suo fratello allargò il sorriso facendo un passo in avanti, Shawn non poté fare a meno di abbracciarlo, sotto gli occhi stupiti e commossi dei presenti.
-Ma che ti prende?-
-Mi prende che mi sei mancato, Aid.-
Aiden sorrise e lo abbracciò a sua volta, mentre il suo sguardo vagava tra i presenti, soffermandosi su uno di loro. Il sorriso gli si gelò sulle labbra, e strinse il fratello più forte.
-Anche tu.-
Rispose poi, mentre il celebrante richiamava l'attenzione dell'Assemblea.
•
-Aiden I, figlio di Jackson, io ti incorono 17° sovrano di Arendelle.-
Esclamò il celebrante, posando la corona sul capo di Aiden, appena prima che uno scroscio di applausi invadesse il silenzio presente nella chiesa. Shawn si unì ad essi sorridendo, mentre smetteva di guardare Aiden e si voltava verso la porta, dove la gente cominciava ad uscire, già assaporando l'aria di festa che avrebbe colmato in tre giorni e tre notti quei tanti anni di isolamento totale. Mentre salutava con un cenno del capo il Comandante Foster, il suo sguardo si posò su un giovane che prima non aveva notato: vestiva un abito blu molto pesante, dai bottoni scuri ma preziosi, e portava un mantello dai disegni orientali che gli avvolgeva il busto. Aveva tratti duri e scorbutici, e i suoi occhi fendevano l'aria quasi con rabbia. Anche il taglio corto, di uno strano colore chiaro, lo incuriosiva, e al tempo stesso lo infastidiva. Quando giunsero le guardie per scortare il sovrano all'interno della Sala dei ricevimenti, Aiden lo prese per un braccio, pronto per accompagnarlo dentro, ma notò il suo sguardo e sospirò.
-Shawn.-
-Mh?-
-Vieni, devo parlarti di alcune cose.-
Dopodiché, congedò le guardie, ed uscì da solo, trascinando Shawn con una grazia ed un portamento che da bambino non aveva mai sviluppato.
-Aiden? Che cosa-
-Dobbiamo parlare, in privato e subito. Quando inizieranno i festeggiamenti la gente si accalcherà attorno a noi e non riuscirò a parlartene.-
-D'accordo, ma di cosa?-
Finalmente, Aiden gli lasciò la mano, ma senza voltarsi verso di lui. Si torturava le mani, Shawn ricordava che da bambino lo faceva quando doveva raccontare di un piccolo guaio appena combinato. Gli venne da piangere a pensare quanto tempo fosse cambiato e quante cose fossero rimaste le stesse.
-Aiden, davvero, cosa c'è?-
Aiden sobbalzò un po' a quella domanda, e, con un sospiro, si voltò verso Shawn, spostando il lungo mantello di porpora con una mano e scavalcandolo per non inciamparvisi.
-Oggi ho avuto un'udienza con i ministri anziani.-
Iniziò, il suo sguardo era fisso su Shawn, che ancora non capiva il perché del suo comportamento.
-Mi hanno mostrato l'ultima lettera lasciata da mamma e papà.-
Continuò, e Shawn sperò che gliela mostrasse, ma Aiden rimase dov'era. Il più grande prese un grosso respiro e lo guardò negli occhi gelidi:
-Ti hanno combinato un matrimonio. E da qui a poco si terrà il vostro fidanzamento.-
Shawn spalancò la bocca e fece un passo indietro: fidanzamento?
-C-che cosa?-
-Mi hai sentito, il contratto stabilisce che al tuo diciottesimo compleanno si sarebbe tenuta la mia incoronazione e, al tempo stesso, il tuo affidamento al governo di un'altra isola.-
Shawn sentiva la gola secca, il cuore aveva iniziato a battere all'impazzata e sentiva le gambe molli e instabili.
-Cosa significa?-
-Significa che fra e sei giorni e sei notti tu... Te ne andrai da Arendelle, Shawn.-
Concluse Aiden con un fil di voce, mentre Shawn faceva un altro passo indietro. Non poteva essere vero. Non poteva dire sul serio. Aiden spostò lo sguardo verso il castello.
-Ti prego, dimmi che non è vero.-
-Shawn, mi dispiace, ma il contratto è già stato firmato ed è stato deciso che-
-Da chi.-
Sbottò Shawn, interrompendolo. Il suo sguardo era vacuo, Aiden quasi sobbalzò quando fece un passo avanti, i pugni stretti nelle maniche dell'abito e i piedi che piantavano a terra con rabbia.
-Da chi è stato deciso?-
Continuò Shawn, alzando lo sguardo. Aiden, affranto, sospirò: capiva come doveva sentirsi Shawn in quel momento, poichè aveva passato tutta la vita in quello stato. Ma sapeva che il matrimonio era la scelta più giusta. Almeno così, sarebbe riuscito a proteggerlo da sé stesso.
-Shawn, il contratto è stato deciso prima che noi nascessimo.-
Spiegò Aiden, senza scomporsi, ma sentendo un po' di senso di colpa premere sul petto.
-E io ho firmato, accettando le condizioni.-
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