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Diciottesimo
Nonostante i motivi che lo spingevano a disprezzare la propria vita, Shawn crebbe in grazia e bellezza, lontano dai suoi fratelli come non lo era mai stato e, ormai da anni, completamente solo. Dopo la disgrazia accaduta 14 anni prima, a causa della quale aveva perso i suoi genitori e, in qualche modo, anche suo fratello, a Shawn era stato proibito uscire dalle mura del castello, e ai funzionari di entrare. Così come non aveva più rivisto Aiden, anche i suoi amici sparirono completamente dalla sua vita, e ormai da anni aveva dimenticato il volto e il nome del suo altro fratello. Si dispiaceva di ciò, ma i domestici gli assicuravano che non era importante ricordare, poiché sarebbe stato solo doloroso per lui. Shawn non ci credeva, ma ben presto si chiuse troppo in se stesso per azzardarsi a fare domande.
Ma quel giorno no. Quel giorno sarebbe stato diverso. Era il suo diciottesimo compleanno e, con la maggiore età sua e di Aiden, finalmente il regno avrebbe avuto un nuovo re. I preparativi erano iniziati mesi prima e finalmente, quel giorno, ai funzionari sarebbe stato permesso un colloquio con il re, e le porte si sarebbero aperte. Shawn era tanto entusiasta che, quel mattino, si svegliò prima che sorgesse il sole e attese, paziente, il suono del portone che si apriva e segnava l'inizio di quella meravigliosa giornata. Si vestì quasi senza aprire bocca, poiché il largo sorriso che aveva stampato in faccia gli limitava la maggior parte dei movimenti facciali, e uscì dalla stanza appena prima che qualcuno bussasse alla porta. In genere, era Shinon l'unica a cui era permesso entrare nei suoi alloggi, ma quello era un giorno speciale: difatti, quasi non svenne dalla gioia quando vide Nathan e Jade davanti all'ingresso delle sue stanze. Nathan, che era cresciuto notevolmente in quegli anni, era molto più alto di quanto Shawn si aspettasse, ma fu felice di riconoscerlo dopo tanti anni, con i lunghi capelli blu ancora legati con un elastico e il corpo fasciato da un completo abbastanza costoso ed elegante. Ma se Nathan sembrava non essere cambiato per nulla, Jade era tutt'altra cosa: era ancora bassa, non raggiungeva neanche le spalle del fratello, e la treccia castana era sciolta in mille boccoli tirati indietro da una bandana grigia. Gli occhi verdi che l'avevano caratterizzata quando ancora non camminava erano ora due pozze marroncine che però non avevano perso la loro vitalità, e il vestito di lino di buona fattura tenuto stretto da una cintola nera sembrava mettere in mostra la crescita della ragazza. Erano passati quattordici anni, eppure non servirono parole: Shawn fece un passo avanti e li strinse entrambi in un grande abbraccio, consapevole che quel pomeriggio non li avrebbe probabilmente visti.
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-Come ben sapete è proibito alla plebe partecipare ai balli, ma saremo presenti all'incoronazione e mio fratello farà da guardia all'entrata del castello per tutta la serata.-
-Sono spiacente che non possiate rivedere Aiden...-
Shawn si stava lasciando condurre dai due fratelli fino al giardino riservato alle pause della servitù, dove Shawn non andava da diverso tempo. Vi erano molte facce nuove, e Shawn si rammaricò di non vedere né Jude né Mark.
-Si sono trasferiti a Ignis tempo fa.-
Spiegò Nathan, scansandosi per permettere ad una donna di fretta di portare alle cucine altre tovaglie appena lavate.
-Ma abbiamo mantenuto la corrispondenza. Credo che con il primo decreto del nuovo sovrano sarà possibile anche a voi.-
-È proprio necessario darmi del voi?-
Domandò Shawn, notando con dispiacere che da tutta la mattina i suoi amici d'infanzia avevano mantenuto un atteggiamento distaccato. Nathan abbassò lo sguardo, Jade lo guardò con un sorriso triste.
-Sapete che non possiamo fare altrimenti.-
-Ma una volta-
-Una volta eravamo bambini, Signore.-
Shawn abbassò lo sguardo ed annuì. I tre uscirono dal giardino, pronti per uscire dalle mura del castello.
-Siete certo di avere il permesso di uscire?-
Domandò Jade un'ultima volta, timorosa di infrangere le regole ferree di quel castello. Shawn la rassicurò con un bellissimo sorriso, ma appena posò una mano sulla maniglia qualcuno li chiamò:
-Vostra altezza, Nathan, Jadelyn! Cosa state facendo?-
Nathan si voltò sorpreso, Jade sobbalzò e Shawn si voltò curioso: era Shinon, vestita da sera, che guardava verso di loro con una strana espressione in viso.
-Jadelyn, Madame McLighter vi sta cercando da diversi minuti, sapete bene che ha bisogno di voi per la lettura mattiniera! E solo perché è in un colloqui privato con il Principe non c'è buona scusa per allontanarsi dalla sua persona!-
Jade abbassò lo sguardo, sottomessa, e si scusò. Poi si voltò verso Shawn, fece un inchino, e corse all'interno del castello inciampando nella gonna senza cadere. Shinon la osservò entrare con sguardo serio, poi si voltò verso gli altri due:
-E voi! Non potete uscire di qui senza scorta!-
-Ma ho Na-
-È un funzionario! Ora attendere qui l'arrivo del comandante Foster! Grazie al cielo l'ho convocato in tempo, potevate essere già in mezzo alla plebe!-
Si lagnò Shinon, sempre più preoccupata. Nathan e Shawn si guardarono, entrambi troppo attenti a ricollocare il cognome Foster per preoccuparsi delle lamentele dell'educatrice.
-Xavier.-
Sussurrò Nathan, mentre un giovane dai capelli rossi e la pelle lattea si presentava all'ingresso salutandoli con un inchino. Non poterono aprir bocca solo grazie all'intervento di Shinon:
-Oh, Comandante, per fortuna è qui! Il signorino stava per uscire senza scorta! Grazie al cielo ci sono io, qui, a pensare a lui, altrimenti chissà che sarebbe accaduto!-
Xavier alzò gli occhi al cielo, probabilmente lottando per non interromperla, mentre Nathan lo salutava con un occhiolino e Shawn, il più basso lì presente, li guardava con ammirazione e sorpresa, il collo piegato all'indietro per vederli in faccia. Dopo diversi minuti di chiacchiere, Shinon permise loro di uscire dal castello. Con un sorriso da un orecchio all'altro, finalmente insieme a due ragazzi della sua età, Shawn uscì dal castello.
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Tutto il regno era in festa e gli abitanti si riversavano nelle strade con frenetica gioia, trascinandosi dietro bambini e decorazioni, tutti completamente abbigliati dalla magica atmosfera di quella mattina. In compagnia di Xavier e Nathan, Shawn girava per le strade con gli occhi colmi di stupore senza perdersi nemmeno un particolare di quell'entusiasmo quotidiano di cui non aveva mai avuto occasione di approfittare.
-Vedete laggiù? Fanno i dolci migliori della città!-
-E invece, in fondo alla strada, c'è un'enorme parco privato, dal lago ghiacciato che ogni anno permettono di utilizzare!-
-E invece là dietro c'è la casa che un tempo occupava la famiglia di Mark!-
Sotto le indicazioni del Comandante e del funzionario, Shawn riuscì a fare il giro della città senza perdersi, arrivando fino al molo, dove da diverse ore sbarcavano i nobili dei regni vicino in onore dell'incoronazione. Da una grande barca di legno, su cui vi era scritto il nome Tornado, scesero diversi servitori in divisa scarlatta, seguiti da un giovane dalla pelle abbronzata e i lunghi capelli biondi che aveva tutta l'aria di essere un nobile. A braccetto con lui, vi era una ragazzina che non doveva avere più di una quindicina danni, con i corti capelli castani acconciati dietro la nuca. Entrambi portavano una regale veste rossa accesa con ricami dorati, ed entrambi portavano una mantella scarlatta per proteggersi dal freddo. Se la bambina mostrava la sua allegria e meraviglia saltellando al fianco del giovane, il biondo aveva uno sguardo tanto serio quanto affascinante, che permetteva ai suoi occhi di incorniciare tutto il suo gelido portamento. Per un attimo i suoi occhi incrociarono quelli di Shawn, e il biondo ebbe un sussulto, prima di voltare la testa con uno scatto e accelerare, trascinando con se la bambina.
-Xavier... Chi era quello?-
Xavier smise di osservare le armi poco rassicuranti dei servi e seguì lo sguardo di Shawn, gelandosi sul posto.
-Oh... Lui? È il sovrano di Ignis: Axel Blaze.-
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