3. -Follow Me In The Survey Corps-
Il mattino seguente i due si risvegliarono quasi nello stesso momento.
Erwin stringeva a sé il più giovane, entrambi distesi sul letto del corvino.
Il più basso si era addormentato appoggiato alla spalla del biondo, il quale lo aveva delicatamente appoggiato sul letto ritrovandosi comunque il più piccolo stretto al proprio braccio sinistro.
'Si è affezionato al mio braccio?' Si chiese dentro di sé il biondo.
Si stese accanto all'uomo ferito tenendolo stretto per la schiena. Le mani del corvino si erano mosse sul petto del comandante e si era appoggiato ad esso con la guancia destra.
Il battito regolare del più grande rilassavano Levi e si era concesso un riposo di circa quattro ore.
Quando si svegliarono l'uomo più basso si ritrovò il volto del più grande a qualche centimetro di distanza. Le labbra del più giovane bramavano quelle del biondo, nonostante la mente del corvino insultasse la propria stupidità.
'Staccati immediatamente!' Gridava dentro di sé.
La mente pensava certe cose, ma la bocca non voleva dirgliele. Così l'uomo cominciò a convincersi di essere uscito di testa.
-Dormito bene?- Chiese il comandante.
-Si.- Confessò sentendo un brivido percorrergli la schiena.
L'uomo, ancora stretto al corpo del corvino, lo mettevano in agitazione. Sapeva confortarlo con poche parole, farlo sentire importante e interessante.
'Come ci riesci?'
Levi si alzò dal proprio letto seguito dal biondo.
Erwin si allacciò il mantello tolto in precedenza ed utilizzato come coperta per entrambi.
-Come ti senti?- Gli domandò il biondo affiancandolo.
-Bene.- Ribatté riferendosi al braccio che già riusciva a muovere più agilmente.
Levi aprì la porta di casa uscendo, sempre con l'uomo alle spalle. Quest'ultimo si era già riallacciato il movimento tridimensionale, preparandosi per raggiungere la superficie.
C'era solo un'ultima cosa che doveva fare prima di lasciare per sempre quel posto.
-Dove vai?- Chiese al corvino che si stava incamminando verso la direzione da cui erano arrivati.
-A prendere il coltello.- Rispose al biondo. -Che fai, mi segui?-
-Si.- Tagliò corto il più alto preoccupato per Levi.
'Per un coltello? Perché rischiare tanto?'
Tornarono nel vicolo della sera precedente, il corvino ritrovò l'arma caduta per colpa della ferita al braccio.
La prese in mano togliendoci la terra e rilacciandola alla cintura.
Fece per girarsi notando un uomo avvicinarsi al biondo all'inizio del vicolo.
Gridò il nome del comandante correndo verso di lui. Il biondo riuscì ad evitare che la terza presenza lo ferisse.
Levi lo riconobbe come un ubriacone che in mancanza di altro si era messo ad attaccare chi credeva fosse più ricco.
Il corvino si avvicinò minaccioso all'uomo basso e grasso puntandogli contro il coltello.
Lo premette contro la gola dell'ubriaco chiedendogli che intenzioni avesse.
Lo sconosciuto biascicò qualcosa di incomprensibile, facendo roteare il proprio tubo di metallo nelle mani.
Levi afferrò l'arma dell'ubriaco lanciandola lontano.
-Feccia come te, non merita di vivere.- Gli disse impiantandogli il coltello nella gola. -La prossima volta attacca qualcun altro.-
Estrasse il coltello sporco di sangue e si maledì per non aver portato con se neanche un fazzoletto.
-Che schifo...- Mormorò riferendosi allo sporco sulla propria arma.
Erwin era rimasto a guardare, l'agilità del più piccolo nel maneggiare armi o nella velocità col quale aveva raggiunto lo sconosciuto, disarmato ed in seguito ucciso erano sorprendenti.
Il corvino si avvicinò al comandante guardandolo negli occhi, controllò attentamente che non si fosse ferito e che stesse bene.
'Perché?' Si domandò non capendo la sua eccessiva preoccupazione.
-Grazie Levi.- Disse il biondo con un sorriso.
Il più basso annuì arrossendo leggermente sulle gote, quell'uomo era gentile e rispettoso anche in quel momento in cui aveva dato a vedere la sua brutalità.
Il suo sorriso piaceva al più giovane, ma non voleva ammetterlo. E il fatto che stesse bene lo rendevano più tranquillo.
-Mi hai aiutato.- Commentò il biondo.
-Già.- Borbottò Levi sospirando.
-Non avevi detto che non ti importava delle vite altrui?- Domandò retorico avvicinandosi al più piccolo. -A me non sembra affatto.- Sussurrò piegandosi all'orecchio del corvino.
-Zitto! O te lo pianto anche a te il coltello in gola.- Lo minacciò sempre più rosso in volto.
Erwin si allontanò, capì che quello era il momento per riferirgli cosa ci faceva sotto la capitale.
-Volevo incontrarti per chiederti una cosa.-
-Volevi conoscermi, volevi chiedere cosa provassi uccidendo e... che altro?- Chiese il più basso inarcando un sopracciglio.
-Vedere le tue abilità e chiederti di seguirmi nel Corpo di Ricerca.- Disse l'uomo guardando negli occhi Levi.
'Come?!' Si meravigliò l'uomo più giovane.
-Ma sono un ricercato. Non passerai dei guai?-
-Ti stai preoccupando un po' troppo per me, non trovi?- Lo schernì il comandante.
Il corvino si bloccò, era vero da quella mattina gli importava improvvisamente di qualcuno.
-Mi fa piacere, Levi.- Mormorò stringendo a sé l'uomo più basso. -Allora?-
Il corvino si lasciò accarezzare da Erwin mentre rifletteva su cosa fare.
Sarebbe stato un modo per uscire dalla vita in cui viveva, un modo per restare con il biondo e capire cosa stesse succedendo a se stesso.
Alzò lo sguardo incontrando gli occhi azzurri dell'uomo più alto.
-D'accordo.-
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