"I come in peace"
@Miss_Lunastorta04
Faceva decisamente molto freddo in quella cella, a Malfoy Manor.
Le pareti della prigione erano sporche, coperte qua e là dalla muffa.
Era una stanza umida, completamente spoglia, se non si faceva caso ad un blocco di pietra che fungeva da letto per i prigionieri.
E, come se tutto quello schifo non fosse bastato, c'era anche un odore nauseabondo lì dentro. Chissà da quant'era che qualcuno non puliva.
Anzi, forse la domanda giusta era: "Chissà se qualcuno aveva mai pulito".
Hermione se ne stava rannicchiata in un angolino, le gambe raccolte al petto e la testa sprofondata tra le braccia, cercando di avere meno contatto possibile con il pavimento.
Poco prima aveva visto passare un ratto, e voleva decisamente evitare che si avvicinasse a lei.
Purtroppo le avevano tolto la bacchetta, e non poteva fluttuare, o rinchiudersi in una bolla indistruttibile, o far direttamente esplodere qualsiasi cosa si muovesse.
Era davvero un peccato.
Ogni tanto dalla sua bocca usciva un singhiozzo sommesso, ma cercava subito di reprimerlo.
Aveva sempre il terrore che ci fosse qualche Mangiamorte appostato lì fuori che potesse sentirla.
Non voleva mostrarsi debole.
Anche se, probabilmente, chiunque avrebbe pianto al suo posto.
Ma continuava a sembrarsi una persona fragile piangendo.
Non doveva lasciar trasparire il dolore.
Nemmeno se si trovava prigioniera nel covo dei Mangiamorte.
Nemmeno se fosse potuta morire da un momento all'altro.
Nemmeno se i suoi due migliori amici erano in un'altra cella, separati da lei.
Nemmeno se il mondo le crollava addosso.
Non dovevano vincere le emozioni.
Ma non poteva evitarlo.
Era sola, niente con cui difendersi. La sua vita sarebbe terminata da lì a pochi giorni, o addirittura ore.
La ferita sul braccio bruciava. Bruciava insistentemente.
Nonostante fossero passate circa due ore dalle torture di Bellatrix Lestrange, quella maledetta scritta continuava a pulsare, come a ricordarle chi era veramente.
Le maniche della sua maglia erano imbrattate di sangue ormai secco e di lacrime, che sembravano non avere fine.
Era consapevole di avere la faccia sporca e i capelli arruffati, ma al momento quelli erano gli ultimi problemi che si poneva.
Pensava. Pensava, pensava e pensava.
Chissà dov'erano Harry e Ron. Chissà se Bellatrix aveva scoperto l'incantesimo che nascondeva l'identità del bambino sopravvissuto.
Chissà se gli stavano facendo del male.
Chissà se l'avrebbero torturata ancora, prima di ucciderla.
Magari le avrebbero fatto assistere alla morte dei suoi due migliori amici, così, giusto per assicurarsi che soffrisse abbastanza alla sua morte.
Non riusciva proprio ad avere ottimismo in quel momento.
Non riusciva a pensare ad un lieto fine.
Tutto sembrava ormai perduto, ed era convinta che la colpa fosse in gran parte sua.
Questo non fece altro che aumentare il suo pianto, che ormai era diventato costante.
Ed è per questo che, tra i singhiozzi, non si accorse delle tre figure che si avvicinavano minacciose alla cella.
"Allora tesoruccio, perché non ci spieghi che cosa hai intenzione di fare?".
Ma di questa voce Hermione si accorse molto bene.
Era la stessa che qualche ora prima l'aveva minacciata di morte, e che le aveva inciso la scritta Mudblood sul braccio.
Bellatrix.
La ragazza balzò in piedi, sulla difensiva, gli occhi lampeggianti di rabbia.
"Ohh..." fece la Mangiamorte con voce fintamente gentile. "La piccola Grifondoro stava piangendo. Ma che carina". Poi la guardò con disprezzo e domandò retoricamente: "Lo sai che sarebbe tutto molto più semplice se tu ci dicessi tutto quello che sai?"
Hermione si limitò ad incrociare le braccia e a voltare la testa dall'altra parte.
"Mi pare di capire che non voglia parlare" disse una figura massiccia e alta alle spalle di Bellatrix. "Non puoi ancora mangiarla, Grayback".
"E perché? Sono convinto che nessuno si accorgerebbe della sua assenza..." ribatté Fenrir Grayback con un sorriso crudele, leccandosi lentamente i denti affilati.
Ad Hermione si gelò il sangue nelle vene, ma cercò di non darlo a vedere.
"Ficcatelo bene in testa, stupido lupo mannaro. Non puoi mangiarla!" sbottò Bellatrix, mentre Fenrir le lanciava un'occhiata piena di odio.
La donna continuó:" Draco, hai detto che riuscirai a farla parlare. Bhè, fallo".
Finalmente Hermione si voltò, sentendo quel nome, e vide che la terza figura, rimasta in ombra per tutto quel tempo, stava venendo avanti.
Come aveva intuito, era Draco Malfoy.
Hermione lo guardò con astio, e lui ricambiò l'occhiata, ma nel suo sguardo c'era anche qualcos'altro, qualcosa che la ragazza non riuscì a decifrare.
Draco si voltó verso sua zia e il lupo mannaro, dicendo:" Voi andate. Ci penso io qui".
"Vorresti rimanere solo tu, eh ragazzino?" disse Fenrir, con evidente disapprovazione.
"Esatto. Vedo che sei riuscito a capirlo" rispose Draco sprezzante, e il lupo mannaro si trattenne a stento dal lanciarglisi addosso.
Bellatrix lo scrutò per un po', assottigliando lo sguardo, per poi sussurrare all'orecchio di Draco:" Ti ho visto prima, mentre io la torturavo. Trattenevi a stento le lacrime. Vedi di non fare stupidaggini mentre siamo via".
La strega fece un sorriso tirato e se ne andò. Fenrir la seguì, lanciando un'ultima occhiata assassina a Draco.
Da lontano, Hermione si chiese che cosa avesse avuto la strega di così segreto da dirgli.
Appena i passi dei due Mangiamorte non furono più udibili, Draco si voltó di scatto verso di lei, ma nei suoi occhi non c'era più quello sguardo pieno di disgusto che aveva lanciato prima a Fenrir.
C'era una luce diversa. Quasi... Folle.
"Se credi di potermi obbligare a parlare, Malfoy, sappi che... Cosa stai facendo?" domandò Hermione confusa, vedendo che Draco cercava nervosamente di aprire la cella armeggiando con delle chiavi.
Ogni tanto si lanciava delle occhiate preoccupate dietro, da dove se n 'erano andati di due Mangiamorte.
"Parla piano, Granger. Vengo in pace" rispose lui, continuando a provare ogni chiave, alla ricerca di quella giusta.
Hermione rimase a dir poco di stucco.
Scosse la testa, cercando di scacciare via lo stupore, e disse:" Non mi hai ancora detto che stai facendo".
Il ragazzo sospirò rumorosamente, e finalmente sollevò i grandi occhi color ghiaccio sulla Grifondoro.
"Davvero non lo capisci? Ti sto aiutando a scappare".
Per la seconda volta in un minuto, Hermione rimase senza parole.
Stava per dire che una cosa così fosse impossibile, ma Draco esultò felice:" Ce l'ho fatta!". Poi si pentì di aver parlato a voce così alta.
Spalancò la porta della cella, facendole segno di uscire con il braccio.
Ma Hermione rimase nel suo angolo, immobile.
Rimaneva della sua idea.
Perchè Malfoy la stava aiutando?
Come mai si interessava a lei?
Non era possibile.
Era sicuramente una qualche strategia dei Mangiamorte.
Nella sua vita aveva molte certezze, e una di queste era che Malfoy la odiasse. Non poteva essere altrimenti.
Così non si mosse.
Vedendo che Hermione non accennava a muoversi, Draco la chiamò di nuovo:" Granger? Ho aperto la cella puoi uscire".
Niente.
Lei si limitava a guardarlo, con un misto di curiosità e scetticismo negli occhi.
Allora Draco avanzò verso di lei, incerto.
Appena le fu accanto fece per scuoterla per il braccio, ma lei si ritrasse bruscamente.
"Che c'è?" chiese lui.
Finalmente, Hermione aprì bocca:" Ti sei già dimanticato di quello che la tua cara zietta mi ha inciso sul braccio? Oppure eri troppo occupato a godere della mia sofferenza?".
"Allora non sei una statua. Parli" ribattè lui, cercando di non rispondere alla provocazione.
"Già, parlo. Credevo di aver perso la voce, dopo tutti gli urli di prima" disse ancora lei.
Per Draco quella volta fu davvero molto difficile non rispondere a tono.
Si limitò a sospirare molto rumorosamente.
Poi disse:" Adesso però andiamo, non ci resta molto tempo".
"Molto tempo per cosa?"
"Te l'ho detto. Devi andartene da qui"
Quello doveva essere uno scherzo, pensava Hermione.
Eppure Malfoy le sembrava molto serio.
"Quindi mi staresti aiutando?"
Allora Draco sbuffò esasperato:" Sì! E' la terza volta che te lo dico!". Le prese delicatamente la mano, per non farle male al braccio, e iniziò a portarsela dietro.
Per tutto il tragitto fino alla porta della cella, Hermione lo seguì in silenzio, riflettendo sul perchè di quel gesto, ma non riuscì a spiegarselo.
Così, proprio quando stavano per uscire, la Grifondoro si bloccò di colpo, con grande frustrazione di Draco. "Che c'è ancora?".
"Perchè lo stai facendo?" chiese lei, di rimando.
Voleva disperatamente andarsene da lì, non sopportava di essere in trappola, ma c'era una vocina nella sua testa che continuava a gridarle di non fidarsi.
Lei e Malfoy si erano sempre odiati, e lui non mancava mai di ricordarle le sue origini, o quanto fosse sporco il suo sangue, come gli piaceva ripetere.
Come poteva fidarsi di una persona che la disprezzava così?
"Forse... E' meglio parlarne quando saremo fuori da qui..." rispose Draco, evitando il suo sguardo.
Ma ovviamenter Hermione non voleva saperne.
"Perchè dovrei aspettare? Come faccio a sapere che non è una trappola?".
"Se i Mangiamorte avessero voluto solo farti uscire da qui lo avrebbero fatto senza troppi problemi, non avrebbero di certo mandato me" spiegò lui, ed Hermione dovette ammettere a se stessa di non aver pensato a quella possibilità.
"E' vero ma... Non mi hai ancora spiegato il motivo" Insistette lei. "Già, ma ti ho detto che te lo spiegherò una volta fuori. Siamo in pericolo" rispose Draco con aria preoccupata.
Allora Hermione liberò la mano dalla presa del ragazzo e incrociò le braccia (per quanto le permettesse la ferita) e disse:" Non verrò da nessuna parte, se non mi dirai adesso perchè lo stai facendo. Se davvero ti interessa tanto di me, non mi permetterai di rimanere qui, no?"
Draco sembrò molto combattuto.
Probabilmente stava decidendo se abbandonare definitivamente la missione e lasciarla lì, o se sarebbe stato meglio mollarle direttamente un pugno sul naso.
Invece fece qualcosa di inaspettato: sospirò, poi chiuse la porta della cella borbottando quelle che sembravano delle lamentele. Si girò verso di lei e disse:" Facciamo in fretta, però" e ad Hermione sfuggì un lieve sorriso.
Draco aprì la bocca più volta per iniziare a parlare, ma non disse niente, Doveva capire come spiegare la situazione.
"Tu... Cioè, noi... No, non va bene. Io e te abbiamo passato insieme quasi sette anni della nostra vita. Probabilmente pensi che io ti odiassi, ma non è così" iniziò lui, incerto.
"Hai uno strano modo di non odiare le persone. Non facevi altro che insultarmi" sentenziò lei, guardandolo di traverso.
"Io non avrei voluto farlo, dico davvero" provò a giustificarsi Draco. "Ma c'erano delle circostanze che... Mi obbligavano. Io non ti odio Granger, non ti ho mai odiata".
Sembrava davvero sincero. Nei suoi occhi c'era una luce diversa dal solito. Pareva quasi esasperata, per la paura che lei non gli credesse.
E in effetti, Hermione era davvero tentata dal credergli.
Era convinta di non aver mai visto Malfoy più serio che in quel momento.
"Quindi tu non odi i Nati Babbani?" chiese, solo per essere più sicura.
"No, io non sono come gli altri Mangiamorte. Mio padre ha provato a convincermi ad odiarli, e per un periodo ne sono stato convinto anche io. Ma c'è stata una persona a farmi capire che i Nati Babbani possono essere anche migliori di noi Purosangue" spiegò Draco.
"E chi è stato a compiere un simile miracolo?- domandò, ormai sempre più curiosa.
"Tu"
Hermione rimase ferma per un po', assimilando quello che lui aveva appena detto.
Appena realizzò, disse:" No, non è possibile. Sarei stata io a farti cambiare idea?".
No no no, non poteva essere vero.
Ma ovviamente Draco la smentì subito:" È quello che ho appena detto. Tu".
"E... E come avrei fatto?" chiese, ancora molto scettica.
"Andiamo Granger, so che lo sai. Tu sei la strega più intelligente di Hogwarts, hai accompagnato Harry Potter in tutte le sue avventure, e io non sarei in grado di eguagliare tutto questo. Tu mi hai insegnato che non servono i soldi e una famiglia conosciuta per farsi valere" disse lui, in modo così tranquillo che sembrava stesse leggendo un copione.
Hermione non sapeva cosa ribattere.
Poi ci pensò lui a rompere il silenzio, dicendo:" Adesso andiamo. Avranno iniziato ad insospettirsi.".
Come se non fosse successo niente.
Hermione annuì deglutendo, poi lo seguì fuori.
Draco tese le orecchie, per sentire se qualcuno fosse in arrivo, ma non sentì niente.
"Bene, non c'è nessuno. Dovrò disilluderti, e tu dovrai seguirmi. Tutto
chiaro?"
Lei fece segno di sì con la testa e Draco la disilluse.
Vide le sue gambe scomparire, e così anche le sue mani e le sue braccia.
"Andiamo. E fai silenzio" le intimò lui.
"E se vengono a controllare qua?" chiese Hermione, preoccupata.
"Avremo il tempo di scappare" rispose.
"E Harry e Ron?".
Draco si irrigidì appena, ma disse comunque:" Non so dove li tengano. Non posso fare niente per loro".
"Tornerò a prenderli" si disse la ragazza, poi si incamminò su per le scale, al seguito del Serpeverde.
"Allora? Hai scoperto qualcosa?" chiese subito Bellatrix, non appena vide suo nipote riemergere dai sotterranei.
Hermione si sarebbe aspettata che rispondesse di no, facendo così aumentare i sospetti della zia, ma rimase completamente a bocca aperta quando il ragazzo disse questo:" Si, sono riuscito ad estorcerle delle informazioni".
Bellatrix si fece immediatamente attenta, e chiese:" E che cosa ti ha detto quella Sanguemarcio?".
"Harry Potter non è qui. Lei e Weasley erano in missione con un ragazzo della loro parte. Potter è ad Hogsmeade. Lo tengono nascosto alla Stamberga Strillante" disse Draco con voce ferma.
Ed Hermione pensò che fosse molto più furbo di quando credesse.
"E come avresti fatto a scoprire tutte queste cose?" domandò Fenrir, che per tutto quel tempo era stato zitto e buono in un angolo.
"Conosco la Granger da sette anni. So come far parlare le persone" rispose Draco, lanciando un'occhiata poco amichevole al lupo mannaro, che ovviamente lui ricambiò all'istante.
Tra i due non scorreva buon sangue.
"Dobbiamo avvertire il Signore Oscuro!" esclamò la strega, molto eccitata.
"Certo. Posso andare un attimo fuori? Giù nei sotterranei c'era un'aria molto pesante" chiese il ragazzo, con un tono che ad Hermione sembrò decisamente molto credibile.
Sarà perché se non fosse stato credibile probabilmente sarebbero morti entrambi, quindi le serviva che sembrasse vero.
"Vai, ma fai presto" acconsentì la Mangiamorte, assottigliando lo sguardo.
Draco se la svignò e uscì dalla porta di casa.
"Granger, ci sei ancora?" chiese lui, una volta fuori.
In tutta risposta, Hermione gli scompiglió i capelli. Non sapeva nemmeno perché, ma era stata la prima cosa a venirle in mente.
"Okay, sei ancora qui. Adesso tornerai visibile" e senza aspettare un altro segno da parte sua puntò la bacchetta dove credeva che fosse e lei tornò visibile.
"Sai smaterializzarti? Spero di si, così potrai andare ad Hogwarts ad avvertire tutti. Ma se non lo sai fare posso provare ad accompagnarti, ma ancora non sono bravo nemmeno io. E poi quando vorrai tornare qua a prendere quei due..." disse Draco, tutto d'un fiato, ma Hermione lo interruppe dicendo:" Ehi! Respira tra una parola e l'altra almeno! Si, so smaterializzarmi".
"Bene. Allora... Suppongo che questo sia un addio. O almeno lo spero" disse lui.
Hermione non se lo sarebbe aspettata, ma rimase male. "Come?".
"Bhè, se dovessimo rivederci probabilmente sarebbe sul campo di battaglia. E uno dei due lati dovrà perdere. Spero vivamente che sia il tuo".
A quelle parole, Hermione quasi scoppiò a piangere.
Quando era arrivata ad Hogwarts, non credeva che le cose sarebbero andate in quel modo.
La guerra aveva preso dei ragazzi innocenti, li aveva cambiati, e li aveva messi gli uni contro gli altri.
Conosceva Malfoy da sette anni, e quello che aveva detto lui era vero. Uno dei due avrebbe perso, e chissà, sarebbero potuti morire.
In balia di questi pensieri, lo abbracciò, e disse:" Grazie, per tutto quello che hai fatto per me" e una lacrima ribelle sfuggì al suo controllo. "Troveremo il modo di incontrarci ancora, e non sarà sul campo di battaglia" disse ancora, guardandolo poi negli occhi.
"Lo spero"
"Adesso vai però, o scopriranno l'inganno" le disse con apprensione Draco.
"Certo".
Hermione si stava per smaterializzare, ma lui la chiamò di nuovo:" Aspetta! Probabilmente i Mangiamorte mi uccideranno, scoperta la mia bugia. Preferisco morire sapendo di averti detto la verità".
"Di... Di che stai parlando?"
"Quello che ti ho detto non è il vero motivo per cui ti ho liberata. Io credo... Credo di essere innamorato di te, Hermione Granger"
Detto questo, la baciò, e le sussurrò:" Addio" prima di tornare dentro Malfoy Manor.
E purtroppo, quella fu davvero l'ultima volta in cui si videro.
Draco ci aveva visto giusto.
I Mangiamorte scoprirono l'inganno, e pagò con la sua vita, cosicché Hermione non potesse più rivederlo, anche solo per dire "Grazie"
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