capitolo 33
POV ZAYN
Dio...stavo cominciando sempre di più a perdere la pazienza.
Erano circa le cinque e mezza di pomeriggio, ormai i gelati si erano sciolti e di Hanna nessuna traccia.
Avevo provato a chiamarla, ma lei aveva riattaccato.
Non sapevo il perché del suo comportamento, ma una strana preoccupazione mi assalí, così mi alzai, gettai le coppette del gelato nel secchio e mi diressi a casa di Hanna.
Arrivai dopo soli cinque minuti, grazie alla macchina e, dopo essermi posizionato davanti la porta di casa suonai al campanello.
Aspettai qualche minuto prima che la porta si aprisse e mi mostrasse un Niall a torso nudo e spettinato...di certo lo avevo interrotto con la sua ragazza, ma non mi importava, dovevo vedere Hanna e chiederle spiegazioni.
"Dov' è Hanna?"
Chiesi nervoso sorpassandolo.
"Non c'è, è uscita con una sua amica."
Disse lui leggermente accigliato.
"Perché?"
Chiese curioso.
"Emm...lei...io..."
Lui sgranó gli occhi e parlò prima di me.
"Voi avevate un appuntamento?"
Chiese lui puntandomi un dito contro. Ma come ha fatto?!
"Io...emm!"
Dovevo assolutamente smetterla di balbettare come uno stupido.
"Perché Hanna non me lo ha detto?"
Chiese lui pensieroso.
alzai le spalle, non sapendo neanche io il perché.
"Comunque mi ha detto che non tornava neanche per cena...Ma se non è con te...con chi è? "
Chiese lui perplesso.
"Non lo so."
Dissi abbassando lo sguardo a terra e squotendo la testa, mentre passavo frustrato una mano tra i capelli.
"Forse ha sbagliato gelateria!"
Disse lui illuminandosi.
"No."
Dissi pensando ad una soluzione.
"Cosa ne sai?"
Disse lui.
"Lo so Niall, avevamo deciso di andare alla gelateria qui vicino, l' unica nei paraggi!"
Dissi alzando leggermente la voce.
Niall stava per aprire bocca, quando una voce femminile chiamò il biondo.
"Scusami amico torno subito."
Disse lui girandosi e cominciando a salire le scale.
"Devo andarla a cercare!"
Dissi io riprendendo il mio giubotto di pelle che avevo poggiato su una sedia poco prima, facendo bloccare il biondo sulle scale.
"Zayn, tranquillo, forse avrà avuto un contrattempo e..."
Non lo feci finire di parlare che uscii di casa chiudendo la porta alle mie spalle.
Dio come faceva ad essere così tranquillo...o forse ero io ad essere troppo ossessivo?!
Salii nuovamente in macchina e prima di partire per andarla a cercare, composi il suo numero.
Il telefono squilló svariate volte,poi si attaccò la segreteria, provai ancora e ancora finché finalmente rispose.
Pov Mike
Hanna continuava a divincolarsi sotto di me, mentre io cercavo in tutti i modi di tenerla ferma.
"Sta ferma!"
Gridai io stringendo maggiormente i suoi polsi, posizionati sopra la sua testa.
"Se stai ferma farò il più veloce possibile!"
Dissi io ghignando.
Lei incominciò nuovamente a piangere disperata, cosa che mi fece innervosire ancora di più.
"Smettila!"
Dissi io strattonandola.
Lei riuscì a liberare una sua mano dalla mia presa e mi spinse, facendomi cadere dal divano.
Con una mossa felina scese dal divano e corse verso la porta, ma io svelto le afferrai una caviglia, facendola cadere a terra, mentre mugolò di dolore.
Cercò di rialzarsi, facendo leva sulle sue bracca, ma io glie lo impedii, rigirandola di schiena e salendo a cavalcioni su di lei.
"Cosa stavi cercando di fare?"
Dissi io ridendo ma diventando serio dubito dopo.
"Non provarci mai più!"
Gridai tirandole un pugno allo stomaco.
Lei gridò contorcendosi dal dolore sotto di me.
Io scoppiai a ridere, vedendo il suo labbro spaccato, forse a causa della caduta, e vedendola soffrire dal dolore.
Bene, questo era ciò che volevo io, vederla soffrire, come avevo sofferto io questi anni senza di lei.
Il mio obbiettivo era quello di vederla soffrire fin quando non avrebbe ceduto, fin quando non avrebbe promesso di essere mia e solo mia, e se non fosse stata mia, non sarebbe stata di nessun altro.
Stavo per colpirla nuovamente, quando un telefono squilló...il suo.
Me ne fregai e tornai a guardarla.
Era così bella anche quando piangeva.
Mi chinai su di lei e le stampai un bacio sulla bocca.
Lei mugolò di dolore, per via del labbro spaccato mentre intanto continuava a piangere imperterrita.
"Smettila di piangere, sai che lo odio!"
Dissi tappandole la bocca.
Lei strinse gli occhi e singhiozzó.
Poi nuovamente il telefono squilló e io sbuffai.
Si trovava sul tavolino, proprio affianco a me, così lo presi e risposi, senza degnarmi di vedere chi fosse.
"Smettila di chiamare, chiunque tu sia, Hanna non può rispondere è occupata!"
Dissi maliziosamente e riattaccai subito dopo.
Portai nuovamente lo sguardo sulla ragazza che guardava il telefono con infinito dolore, le presi il viso tra le mani e feci incatenare i nostri occhi, i suoi rossi e pieni di la crime, i miei ardenti e pieni di passione.
"Ora ci divertiremo!"
Dissi io sorridendole e cominciando a tagliarle la canottiera con il coltellino, mentre lei serró gli occhi e spostò la testa di lato, come per non vedere.
Pov Zayn
"Smettila di chiamare, chiunque tu sia, Hanna non può rispondere è occupata!"
Rispose una voce maschile con tono malizioso.
A quell' affermazione il mio cuore perse un battito.
La rabbia prese possesso di me e strinsi il volante tra le mani, talmente forte che le mie nocche divennero bianche.
Hanna mi aveva dato buca, per un altro, facendomi illudere, prendendomi in giro, come se fossi un burattino.
Mi aspettavo di tutto da lei, tranne questo.
Scesi dalla macchina e diedi un pugno al muro, talmente forte che le mie mani iniziarono a sanguinare.
No, c'era qualcosa che non quadrava...
Continua...
Al prossimo faro pubblicità...scusate gli errori e il ritardo.
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