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Capitolo ventuno. - "Ho problemi."

Le ore passate, Lauren e Camila le trascorsero insieme, non ci furono tante parole, non ci furono tanti dialoghi, non ci fu nulla di speciale in loro, se non gli sguardi intensi.

Il corpo nudo di Camila, si mise a pancia in su, la sua mano era appoggiata sull'addome, lo sguardo rivolto verso Lauren, la fece sorridere involontariamente.

Lauren, appoggiata sul materasso, distesa di lato, guardava Camila, in lei c'era un certo senso d'amore ma dall'altra parte dello sguardo, c'era solo vuoto. Non si sapeva cosa stava passando la testa di Camila, non sapeva come mai il suo cervello si sentisse in un certo senso "frullato". «Dimmi, che hai?» la guardò Jauregui ma Camila negò con la testa.
«Non lo so.» intanto girò il viso, lasciando Lauren che le guardasse il profilo.

«Ti vedo strana, vuoi parlarne?» chiese Lauren guardandola con amore, intanto si avvicinò a lei e le baciò la guancia, scese un po' e sue labbra sentirono la sua clavicola. Camila accarezzò un po' la chioma di Lauren, stando in silenzio, non sapendo nemmeno lei di cosa parlare.

«Se vuoi ti porto da un medico, solo tu sai cos'hai...» disse Lauren catturando le labbra di Camila alle sue. «Andrà bene, bisogna solo cercare di alzarci.» le sorrise e Camila annuì un po' e si mise seduta sul letto.

Le sue ragazze si misero in piedi e con una salda tenuta di mano, andarono in bagno per farsi un bel bagno caldo. «Mi faranno qualcosa?» chiese Camila ma Lauren negò.
«Penso che ci siano medici che ti diranno un po' cos'hai.» disse Lauren e Camila si trovò ad alzare le spalle, un po' preoccupata.

Le due entrarono in una stanza colorata da una tonalità senape, una vetrata mostrava i grattacieli alti. La stanzina era piccola, calda e dalla forma quasi triangolare. «Ci vedrà qualcuno?» chiese Camila mentre guardava Lauren, non accorgendosi della vasca presente.

«Mh, no?» alzò il sopracciglio Lauren e Camila sorrise un po', non appena notò la vasca dalla forma quasi rotonda. Camila non appena la vide, pensò che fosse a forma di nuvola.
«È spaziosa.»
«Adatta per me e te.» sorrise Lauren lasciandole un bacio sulle labbra.

Le due riempirono l'acqua fino a scavalcare il bordo della vasca rivestito da mattonelle marroni. La vasca era piena d'acqua calda, le due si guardarono e Camila buttò fuori dalle labbra, un sospiro intenso e pieno di sollievo.

Ci voleva proprio.

«Dopo andate dal medico, andrò a dare delle dritte su come realizzare la passerella.» disse Camila e Lauren sorrise, giocando un po' con la schiuma.
«Come vorresti farla?» le chiese e Camila ci pensò.
«Ho un senso di indecisione, pensavo di farlo a base di terra/mare, anche perché comunque la collezione sarà su primavera-estate.» disse Camila.

«Ti consiglierei di aggiungerci qualche dettaglio.» sorrise Lauren consigliandole.
«Tipo?»
«Tipo che so, magari hai una collezione uomo, estiva e magari lo fai sfilare con una tavola da surf.» disse Lauren e Camila alzò il sopracciglio sentendosi colpita da questa idea. «Secondo me ci può stare.» la guardò e Camila annuì.
«Non è male, questo senza ombra di dubbio.» mormorò rilassandosi.

Lauren e Camila rimasero a parlare e ognuna si lavava con calma. «Quindi, hai pensato ora?»
«A come rendere la passerella? Sì, penso che farò lo dividerò in due parti, una parte sarà colorata da del semplice azzurrino mentre l'altra Invece sarà a base di erba sintetica.» ci pensò Camila. «I miei modelli e modelle dovranno sfilare con appunto, come hai detto tu, degli oggetti in modo da rendere tutto realistico.» sorrise Camila e Lauren si bagnò i capelli.

«Come farai?»
«Per i modelli sarà una cosa semplice, con qualcosa di estivo, per le modelle penso che ci applicherò qualcosa, ad esempio qualche ghirlanda, collane floreali e altre cose. Vorrei che siano un "tutt'uno con la natura".» sorrise. «Il bello è Dinah, sarà dura nel convincerla di usare fiori e fiorellini per la sfilata.»
«A lei ci penseremo dopo, no?» chiese Lauren avvicinandosi a Camila, baciandola profondamente, la cubana più piccola ricambiò leggermente, fino a staccarsi e a guardare Lauren.

«Come fai ancora a starmi dietro?» le chiese e Lauren si mise composta, iniziando a lavarsi i capelli con messaggi lenti. «Insomma, non ho risposto a tutte quelle parole, non faccio altro che respingerti, non faccio altro che ignorarti. Come fai?» le chiese e Lauren alzò le spalle.
«Non lo so, l'amore fa schifo perché ti fa compiere cose che nemmeno pensi di fare.» disse Lauren sospirando.

Camila sospirò e si mise una mano sul viso. «Sei solo una pazza ad andarmi dietro.»

«Non ci posso fare niente, Camila.» disse Lauren respirando a fondo. «Capisci che con te mi sento come se stessi camminando su un tappeto di nuvole? Come se non sentissi il duro dell'asfalto. So di poter cadere, ma so anche che per te, quella caduta non farà poi così male.» disse. «Per te darei la mia stessa vita, potrei cercare di fare l'impossibile pur di averti vicina.»

Gli occhi di Camila analizzarono il viso di Lauren, la sua serietà le faceva capire tante cose. «Cosa faresti di così impossibile per me?»
«Porterei la Francia in America, pur di stare con te.» sussurrò e la Cabello arrossì e negò con la testa.
«Sai che è impossibile.»
«Appunto, però capisci anche quello che sarei disposta a fare per te.» disse Lauren piano.

Camila le baciò la guancia. «Questo è bello sentirtelo dire.» disse lei e Lauren fece spallucce.
«Non lo faccio per ricevere complimenti da te, o da altri. Io dico semplicemente la verità, Camila. Io ti amo, e non mi interessa del mondo che ci separa, vorrei vederti ogni giorno e assicurarmi che tu stia bene.» sorrise Lauren ma Camila non ricambiò.
«È più forte di me.» disse piano. «Io non posso continuare a girarti intorno, c'è troppo casino, c'è troppa distanza tra me e te.»

Lauren sospirò ferita, si diede una sciacquata veloce e si alzò prendendo con sé l'asciugamano e avvolgendolo al suo busto. «Mi trovi in camera, poi andiamo dal dottore, muoviti.» disse andando nella stanza.

Camila abbassò la testa e guardò come la vasca si era fatta vuota senza la presenza di Lauren.

Lauren si passò una mano sul viso e guardò la stanza. Le mattonelle colorate di un grigio "fumo di Londra" con delle spaccature bianche. Il letto era alto, disfatto ma composto da coperte e lenzuola bianche. La spalliera era in legno.

Al suo fianco un mobiletto in legno, da un solo cassetto reggeva una lampada che emanava luce arancione. «Come devo farei?» chiese in crisi la ragazza che intanto si lasciava cadere l'asciugamano lungo il suo corpo. Una volta indossato l'intimo nero firmato Victoria's Secret, Lauren si mise una vestaglia bianca di seta.

Attaccato l'asciuga-capelli alla presa, la ragazza dagli occhi verdi iniziò ad asciugarsi i capelli, con cura. La sua mente non aveva voglia di produrre pensieri, il suo cervello voleva scollegarsi da tutto e da tutto. Lauren in poche parole voleva essere semplicemente inanimata.

Quasi si chiedeva cosa avesse lei che non andava, la sua vita andava a rotoli. Una ragazza che la scopava sempre, un'altra che non sapeva cosa fare.

Si sentiva così sbagliata, come se fosse lei il problema. Quasi voleva nascere come una bambina normale, senza navigare nell'oro, avendo un papà che potesse essere presente nella sua vita, una madre tranquilla... E invece, lei aveva tutto il contrario.

La finestra quasi del tutto spalancata, facendo sentire il traffico alle orecchie di Lauren. La ragazza sospirò e non appena finì di asciugarsi i capelli, li spazzolò con delicatezza, cercando di non farsi tanto male per via dei nodi. Dopo essersi girata, si avvicinò al mobile prendendo il suo profumo Yves Saint Laurent, spruzzandolo in punti ben definiti.

La pianta vicino al comodino era sempre verde, e il tavolino vicino alla poltrona rivestita di bianco, era ben ordinato, nessun foglio sparpagliato, niente di niente.

Lauren respirò a pieni polmoni e dopo aver poggiato la boccetta di profumo, decise di mettersi dei sandali in pelle bianca, ben lavorata e ricamata.

Camila uscì dal bagno, il suo sguardo sento era puntato per terra, come se avesse paura di guardare Lauren negli occhi, lei si stava nascondendo dalla ragazza che si era completamente dichiarata. «Asciugati veloce, non abbiamo tutto il tempo del mondo per andare in ospedale.» disse Lauren e Camila la guardò male.
«Che c'è, prima ti affretti per "Oddio Camila, stai male, andiamo in ospedale" e ora "Di muovermi, che non abbiamo tempo".» disse lei. «Perché mi stai trattando così?»

«E tu non ti preoccupi di come stai trattando me? Stai solo pensando a te stessa, quasi mi eviti in tutto ciò che faccio per averti vicina... Cazzo, Camila. Vienimi incontro.» disse Lauren mentre il suo viso si colorava di rosso per via della rabbia.

Camila negò con la testa e iniziò a prepararsi per andare in un ospedale dove avrebbe scoperto il suo problema. la ragazza indossava un semplice top in pizzo nero e un paio di pantaloni neri, si mise delle scarpe Nike ai piedi e guardò Lauren che ansiosa ma nervosa la guardava.

«Andiamo.» disse Camila guardando Lauren che subito annuì.
«Sì, andiamo.»

😎😎😎

«Capisco.» disse un uomo dall'aria seria e professionale.

«Cos'ho? Non è possibile che io continuo a d avere sbalzi d'umore a destra e a manca... Mi fa male tutto.»

«Mi dispiace dirglielo, Signorina Camila Cabello, ma lei è affetta dal disturbo bipolare.» disse lui sospirando, Lauren inspirò un po' e con una stretta alla spalla, cercò di rassicurare la cubana più piccola che si dondolava leggermente.

Quello in cui si trovavano le due ragazze era il Red Rock Surgery Center, Lauren la portò lì visto che era uno dei più vicini e uno dei primi risultati. «Cosa posso fare?»
«Da quello che mi ha spiegato, le consiglio di cercarsi un medico specializzando su questo campo.» disse l'uomo.
«Va bene, va bene.» disse Camila annuendo, Lauren la guardò sospirando.
«La ringrazio veramente tanto per quello che ha fatto per noi, ora ci toccherà cercare uno specialista in modo che Camila riesca a stabilizzarsi nuovamente.»

Dopo aver pagato, le due ragazze uscirono. Lauren si sentì così stupida ad aver trattato male Camila, visto che i suoi problemi erano sorti. «Mi dispiace per prima.» le disse camminando con un certo passo.
«Non importa, non potevi sapere questo.» disse Camila con voce ferma. «Non so se farmi visitare qui a Las Vegas oppure direttamente a Los Angeles, vorrei capirne di più...»
«Non so, Camila... Io ti direi di fare entrambi per sicurezza.» le disse Lauren.

Camila e Lauren camminarono lungo il marciapiede, la piccola decise di afferrarle la mano e di stringerla forte, come se avesse paura che Lauren la lasciasse nel bel mezzo della strada. «Dimmi, cosa c'è?» chiese Lauren non degnandosi di guardarla ma, le strinse dolcemente la mano.
«Ho paura, mi chiedo perché tutto stia andando male.»
«Non lo so, ci va male ad entrambe e mi dispiace tantissimo.» sospirò Lauren. «Vorrei una soluzione a tutto questo, vorrei stare bene.»

Lo sguardo nocciola della piccola, guardò il profilo della ragazza più grande. «Sono io il problema...»

Non appena Lauren udì quelle parole, decise di fermarsi e di lasciare la mano di Camila. «Sei scema?» la guardò. «Non pensare minimamente che tu abbia una colpa riguardo a tutto questo casino. Camila, non devi aver colpa di nulla, non potrei mai.» disse guardandola negli occhi, con fare ferito. «Non darti colpe che non ti spettano.»

Camila abbracciò Lauren. «Cercherò di fare da brava.»
«Sai che non dipende da questo...» disse Lauren accarezzandole il viso. «Dobbiamo solo occuparci di cercare uno psichiatra esperto.» concluse e Camila annuì.

Le due camminarono, Camila guardava l'orizzonte occupato da grattacieli, veicoli che correvano lungo le corsie, persone che, andavano e venivano a causa del lavoro. «È molto bello qui.» disse Camila facendo sorridere un po' Lauren.
«Sì, molto.» mormorò la Jauregui intanto che si avvicinavano al Luxor Hotel. Ancora cento passi, e una volta arrivate, dovevano pensare a come realizzare la sfilata che si sarebbe svolta tra sette giorni.

🤠🤠🤠

«Camila!» la chiamò Paul Marciano, la ragazza si avvicinò.
«Sì? Dimmi pure.» disse la ragazza davanti a lui.
«Andiamo di là, spostiamoci.» disse prendendo la ragazza per il polso, andando dietro ad un furgone bianco. «Volevo parlarti in privato.»
«Penso che hai trovato il posto.» disse Camila facendo sorridere l'uomo. «Come realizzeremo la sfilata?»

«Stavo pensando di dividere la passerella in due. Una parte dedicata all'estate e una alla primavera.» spiegò lei. «Quindi pensavo di, lasciare un tappeto piuttosto lungo, dal colore azzurro, in modo che quella sarà la parte "mare", le modelle sfileranno coi nostri capi estivi, tra vestiti e costumi.»

Paul si portò una mano sui capelli, annuì. «Mi piace questa tua idea.» disse lui.
«Poi nella parte primavera, ho pensato di inserirci un tappeto di erba sintetica.» disse. «Ah, prima che mi dimentichi, i modelli avranno qualcosa in modo da essere un tutt'uno con il loro ruolo.» disse.
«In che senso?»
«Nel senso che, Alessandro sfilerà nella linea estate, potrà essere con un completo per una serata, ma secondo me dovrebbe portare oggetti, come una tavola da surf, un secchiello per la sabbia e cose varie.»

«Ci può stare, invece per la linea primavera?»
«Semplice, non voglio nulla di esagerato... Le ragazze e i ragazzi porteranno una semplice ghirlanda.» spiegò la Cabello. «I tuoi modelli come si sentono?»
«Normali, ormai loro hanno preso l'abitudine nelle sfilate.» disse Paul e Camila annuì, sorridendo. «I tuoi?»

«Sappiamo che la maggior parte di loro, son dei novellini. Si sentono come dei dodicenni in preda agli ormoni.» sorrise. «Però sono molti fiera, in poco tempo sono arrivati a tanto, specialmente Alessandro che è stato l'ultimo ad arrivare.»

Paul Marciano sorrise e appoggiò una mano sulla spalla di Camila, guardandola. «Sono molto contento di questo tuo risultato, lascia che ti porti dentro a prendere qualcosa da bere.» disse portando via con sé la ragazza.

Lauren vide la scena e alzò le spalle, sospirando a pieni polmoni. Dinah Jane apparve dietro le spalle della cubana dagli occhi verdi. «Bu!»
«Ugh! Ma che vuoi...»
«Salutarti, come stai?» chiese lei. «Camila? Mi ha detto che era in ospedale.»

La maggiore tirò un sospiro, un'altra volta. «Ecco perché stava usando il cellulare lì...» si morse il labbro. «Comunque, Camila non sta bene.» disse Lauren. «Non è mentalmente stabile per affrontare una relazione.» disse con le lacrime agli occhi.
«Cioè?»
«Cioè... Camila soffre di bipolarismo, sono veramente distrutta per tutto ciò che sta accadendo a lei e a me.» disse piano.

«Cosa? Davvero soffre di...»
«Sì, anch'io sono rimasta sconvolta, anche se in un certo senso, ci ho anche pensato.» disse Lauren e Dinah annuì piano, portandosi una mano sul petto. «Ma non è questo quello che mi preoccupa.» disse Lauren parlando chiaro, facendo attirare nuovamente l'attenzione di Dinah.

«Allora? Cosa ti preoccupa?» chiese lei e Lauren alzò le spalle.
«Li hai visti?»
«Paul Marciano e Camila da soli? Sì.» disse Dinah approvando. «Allora?»
«Non mi ispira molto quell'uomo.» disse Lauren. «I fratelli Marciano sono sempre stati disponibili con la nostra famiglia, ci hanno sempre aiutato e cercato di liberarci dai problemi. Ma ora che ho visto come Paul ha preso il polso di Camila, non mi vengono buone idee.» disse Lauren e Dinah scosse la testa.

«Magari sei solo gelosa.» disse lei e Lauren avvampò.
«No, dai.» disse Lauren negando. «Non lo so, io ho visto semplicemente quello, ma ai miei occhi non è stata una cosa positiva, anzi, la sua presa mi è sembrata troppo avventata, come se dovesse fare qualcosa di segreto.»

Dinah corrugò lo sguardo non capendo. «Cosa pensi che stia succedendo?»
«Non lo so, D. L'unica cosa è andare a cercare Camila. Io non so dove sono situate le stanze dei Marciano, o meglio, quella di Paul.» disse Lauren e Dinah alzò le spalle.
«E se... Sono andati a prendere qualcosa dentro il bar del resort?»

«Andiamo prima lì, allora.» disse Lauren e con Dinah percorsero tutto il piazzale, fino ad arrivare dentro.

Le ragazze subito andarono verso il bar del resort.

Non c'era nessuno se non il barman che serviva dei cocktail a dei clienti che non erano con loro. «Non ci sono.» disse Dinah iniziando a preoccuparsi, Lauren sbuffò intensamente e si mise le mani sotto al suo seno.
«Scusi.» Lauren chiamò l'attenzione del barman che stava ritirando la mancia di un turista.
«Sì? Come posso esservi utile?»

«Stavamo cercando la signorina Cabello.» intervenne Dinah mettendosi davanti a Lauren.
«L'ho vista insieme al signor Marciano.» disse. «Stavano andando verso le camere.»

Lauren corse lungo il corridoio, cercando la stanza e non appena vide Camila uscire, lei si piombò verso la cubana minore, afferrandola per le spalle, portandola al muro, lontano da lì.

«Si può sapere cosa sta succedendo? Perché eri con lui da sola? In quella stanza...?»

Il trucco di Camila era lievemente sbavato agli angoli degli occhi, il suo rossetto lo stesso. «Camila, cos'è successo?»
«Niente, è tutto apposto.» le disse la piccola e Lauren negò con la testa, Dinah stava dietro a vedere la scena, nessuna delle due si era resa conto della sua presenza.
«Camila, non è tutto apposto, cosa sta succedendo? Perché hai il trucco colato?»

Camila negò con la testa. «Non è successo nulla, Laur...» disse. «Stavamo parlando della mia prima sfilata, e mi sono emozionata.» disse lei e Lauren rilassò i suoi muscoli che erano diventati tesi tutto in una volta. «Non ti fidi di me?»

«Mi fido.» disse Lauren piano anche se non era completamente sicura di tutto ciò che stava accadendo a quella piccola ragazza. «Ti chiedo scusa se ho dubitato di Paul.» mormorò Lauren e Camila annuì leggermente, appoggiando la testa sulla parete.
«Tranquilla, è tutto okay.»

Lauren si leccò le labbra, che non avevano traccia di nessun tipo di rossetto, i suoi occhi analizzarono Camila e la baciò subito con amore.

La cubana più piccola tremò e si sentì al sicuro tra le braccia di quella donna, ricambiò il bacio con passione. Non appena Lauren le chiese l'accesso, Camila lo acconsentì subito e iniziarono a baciarsi con voglia, facendo incrociare le loro lingue più di una volta.

Non appena Lauren accarezzò i fianchi della piccola, la forte tosse di Dinah le interruppe. «Scusate tantissimo se... Ehm, vi interrompo.»

Jauregui non appena la sentì, si staccò dalle labbra di Camila, quest'ultima invece, affondò il viso nel petto di Lauren, come se si stesse nascondendo dalla sua migliore amica a causa del troppo imbarazzo.

«Mila, mi spieghi che hai?» chiese lei avvicinandosi, intanto Lauren si staccò da Camila, lasciandole un po' di spazio.
«Ho problemi, Cheechee...»

Dinah prese con sé Camila e si spostarono, Lauren le lasciò andare, la piccola si guardò dietro vedendo come Lauren era sempre più lontana.

«Beh, Lauren Jauregui... Di nuovo sola.» disse e andò verso la sua camera del resort, dal tavolino decise di prendere un foglio di carta e di scriverci qualcosa.

"Ciao Camz, se non mi trovi in stanza significa che sono andata nella piscina a rilassarmi un po', è quella all'interno del resort, non puoi sbagliare.
P. S., portati il costume.
-Lauren Jauregui."

Dopo aver lasciato il foglietto sul letto, Lauren si svestì e in un attimo si mise il costume nero e bianco, infilato l'accapatoio, uscì dalla camera e andò lungo il corridoio.

Aperta la porta, non c'era nessuno se non quell'aria marina – anche se di marino, stava ben poco –. Le mattonelle erano colorate di un verde acqua che si faceva sul blu ai piedi della parete.

I gradini per scendere erano bianchi e in alcuni punti della parete c'erano delle candele bianche in modo da rendere l'aria più soft e rilassante. Lauren si tolse l'accapatoio e con passi lenti, scese le scale fino ad immergersi fino a metà pancia.

Raggiunto il bordo, ci si appoggiò e l'idromassaggio si azionò subito, lasciando un senso di benessere a Lauren. Le luci diventarono sempre più basse, gli occhi di Lauren si chiusero rilassandosi.

L'acqua iniziò a muoversi e non appena aprì lo sguardo, notò il viso di Camila vicino al suo, proprio davanti. «Oh, ciao.» sorrise un po' la maggiore e Camila sorrise appoggiando la fronte sulla sua.
«Ciao.»

Le braccia forti di Lauren accolsero il corpo esile della ragazza che si stava accoccolando a lei, con un sospiro di sollievo, sorrise. «È rilassante.» mormorò Cabello e Lauren appoggiò le labbra sulla sua fronte.
«Già, poi con te, lo è il doppio.» sorrise Lauren strusciando giocosamente il naso con quello di Camila, facendola sorridere e sospirare d'amore.

«Dinah mi ha aiutata un sacco.» disse Camila. «E vorrei veramente provare questa cosa.»
«Quale...?»
«Beh, tu non mi hai parlato che volevi venire ogni fine settimana da me?»

Lauren sorrise immediatamente e afferrò le guance di Camila, baciandola di conseguenza sulle labbra. La cubana più piccola avvolse le braccia attorno al suo collo e sorrise nel bacio. «Sei così bella, e io sono così pazza di te.»
«Sei la persona più bella di questo mondo, Lauren.» sussurrò Camila e la baciò ancora una volta.

«Sono così contenta che Dinah ti abbia chiarito un po' le idee.» disse Lauren piano, Camila intanto si mise al suo fianco, guardandole il petto. «Avevo proprio bisogno di sentirtelo dire.» mormorò occhi verdi guardandola.
«Se non fosse stato per lei, a quest'ora sarei ancora indecisa su ciò che fare...» disse Camila e Lauren negò.
«E io avrei continuato a dirti di darmi una possibilità per noi due, per il nostro futuro insieme.»

Camila scosse la testa rapidamente, quasi impaurita. «No.»
«Cosa?»
«No, nessun futuro, Lauren.» disse Camila rapidamente e Lauren si morse il labbro, come se avesse sbagliato a dire qualcosa.
«Spiegati.»
«Io voglio vivere il mio presente con te, cosa ne sappiamo se in un futuro ci ameremo?» chiese e Lauren si trovò ad annuire.

«In caso tu non mi amerai più, io sarò sempre la parte del tuo cuore che batte, che tiene viva te, e tutto ciò che abbiamo passato insieme.» disse Lauren mordendosi il labbro inferiore, socchiudendo gli occhi di poco. «Io non riuscirei mai a smettere di amarti, e se dovessi, cercherei una ragazza dai capelli castani e dagli occhi nocciola di nome Camila Cabello.»

Camila si trovò ad arrossire. «Ma sono io...»
«Sì, sai perché dico questo? Proprio perché dipendo da te, e se mi dovessi fidanzare con una ragazza che non è come te, la mia vita sarebbe scomposta.»

La minore, con un semplice gesto, baciò le labbra di Lauren con passione, si mise a sedere sulle sue gambe in modo da avere più contatto possibile. «Sfilerai anche tu? Voglio vederti dal vivo.»
«Non lo so, tesoro.» disse Lauren appoggiando le mani sul sedere della minore. «Mi piacerebbe, ma vorrei concentrarmi su di te, vorrei vederti sfilare.»

«Ti prego, Lolo.» piagnucolò Camila e Lauren sorrise un po' e la baciò con amore. «Sfila.»
«Vedremo, manca ancora un po'.» le baciò la punta del naso e la guancia. «Ti amo.» disse e Camila si trovò a sorridere come una bambina indifesa, appoggiò le labbra sulla clavicola di Lauren e la baciò per un paio di volte.

«Vorrei che questo momento non finisse mai.» sussurrò Camila e Lauren le accarezzò dietro la nuca. «Vorrei rimanere con te, sempre, vorrei mandare via questi problemi.»

Lauren si trovò ad annuire con dolcezza e baciò ogni angolo del corpo di Camila. «Sono qui per questo, sono qui per darti tutto ciò di cui hai bisogno. Sono qui per darti qualcosa che va ben oltre il denaro.»
«Cosa? Cioè?»
«L'amore, Camila. Posso darti tutto l'amore che ho.»

La cubana più piccola si ritrovò a sorridere come una bambina, imbarazzata ma soprattutto senza parole. «Nonostante tu abbia i problemi, a me non importa. Tu per me sei sempre stata la ragazza di cui ho avuto interesse fin da bambina.» disse piano Lauren e Camila annuì dolcemente. «Vorrei solo che tu mi concedessi una cosa.» disse.
«Di cos'hai bisogno?» chiese Camila ma Lauren negò due volte.
«Non è questione di "cos'ho bisogno",» disse Lauren parlando chiaro. «Noi due abbiamo bisogno di fare l'amore.»

Lo sguardo di Camila si abbassò e sorrise. «Va bene, Lauren. Facciamo l'amore.»

OH YEYEYEYEYE

PER DINDIRINDINAH, CAMILA SOFFRE DI BIPOLARISMO

Scusate il ritardato e spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Cosa mai avranno mai fatto Paul e Camila? Idee? Teorie?

Spero vivamente che questa storia riprenda il suo corso e che vi possa entusiasmare come i primi capitoli!

-BeingAsAnHurricane.

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