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Capitolo venti. - "Las Vegas."

Camila si stava sistemando il mascara, purtroppo, quel momento di pura riflessione, la porta si aprì di scatto facendola sbagliare parecchio da farle addirittura sporcare la guancia.

«Merda.» imprecò e guardò male Dinah che rimase impietrita davanti alla scena, ovviamente, cercò di non riderle in faccia.
«Scusa... So che devo bussare ma, sono così eccitata che... Sfileremo.»

Camila sospirò, roteando di poco gli occhi. «Sono così piena di lavoro e di impegni di altro tipo, che non ries...»
«Lauren, vero?»

I giorni erano passati molto velocemente e l'idea di Camila, non era cambiata nemmeno per un attimo. Voleva Lauren, con tutto il suo cuore, ma non potevano, non potevano continuare a mandarsi messaggi, a dirsi che si mancavano, a dirsi che ognuna aveva bisogno dell'altra. «Tu la ami?»
«Sì, ma Dinah, ti ho già detto cosa ne penso. Alla sfilata, le dirò che tra noi non ci sarà più nulla.»

La polinesiana sospirò, si avvicinò a Camila e le accarezzò le spalle. «Spero che tu sia sicura della decisione che vuoi intraprendere.»
«Sono sicurissima, sai come sono io quando devo prendere delle decisioni.» disse Camila alzandosi dalla scrivania e camminò lungo la stanza, per poi guardare fuori dalla finestra. «Mi dispiace solo di romperle il cuore.»

Dinah si avvicinò al suo capo di lavoro e poggiò una mano sulla sua spalla. «Non vedo l'ora di partire.» disse. «Mancano pochissime ore e tra poco dovrebbe arrivare anche Alessandro.»
«Non voglio partire. Rendiamoci conto che ci sarà anche lei, e io non voglio... Mi pento così tanto della mia decisione. Cioè, di averle detto di venire.» sussurrò e Dinah roteò gli occhi.

«Amica mia, non c'è bisogno. Sappi che per qualsiasi tua scelta, io sono con te a supportati ad ogni modo, anche dando la mia vita, se necessario.»

Camila negò con la testa e guardò la sua migliore amica al suo fianco, per poi alzarsi dalla comoda sedia e di camminare un po' a zonzo per cercare di smaltire lo stress in corpo.

Il bussare alla porta fece sobbalzare le due ragazze, Camila si girò e si sistemò i capelli, lasciandoli sciolti. «Mh, avanti?»
«Ciao, ragazze.» sorrise Alessandro mentre entrava con un vassoio che conteneva delle tazze con del caffè, zucchero, paste ripiene di marmellata e crema e pizzette. «Ho portato qui qualcosa che può fare al caso nostro.» sorrise lui e Camila fece lo stesso.
«Appoggia tutto sul tavolino, mangeremo lì.» disse andando a sedersi sul piccolo sofà.

«Sei utile a qualcosa, amico.» sorrise Dinah e Alessandro mise un piccolo broncio, facendo ridere tutte. «Sto scherzando, amico.»

Lui sollevò la testa all'insù e sospirò. «Sono così nervoso. Rimanere lì, a Las Vegas per una settimana e mezzo, mi rende elettrizzato.»
«Già, non mi è mai capitato di andarci.» disse Camila. «Sarà sicuramente una cosa nuova per tutti.» sorrise giungendo le mani per poi guardare il cibo posto davanti al suo naso.

«Prego, immagino che tu abbia fame, Camila.» disse il ragazzo e Camila afferrò una pizzetta e la guardò per bene. «Uhm.»
«È buona, prima ero a casa con Sinu, le ho insegnato a cucinare queste pizzette. Era molto euforica.» disse lui e Camila diede un morso per poi chiudere gli occhi, godendo del sapore così buono di quella pizzetta.

«Decisamente fantastica...» disse Cabello arrossendo. «Mi piace, complimenti.»
«Sono un genio se si tratta di cibo. Magari posso passare delle ricette italiane a tua madre, così vi divertite a prepararle.» propose e Camila annuì ripetutamente.
«E devi chiedere? Se si tratta di cibo, il mio è un sì assicurato.»

I tre ragazzi mangiarono beatamente. «Anche il caffè è buonissimo.» sorrise Dinah complimentandosi.
«Quoto, ma quello non l'ho fatto io.» rise forte il ragazzo. «Pensare che devo partire... Mamma mia, non vedo l'ora.»
«L'hai già detto, calmati.» rise Camila. «Non crederti che dovremmo prendere l'aereo.»

Lui annuì. «Lo so, con chi andremmo?» chiese lui e Camila alzò le spalle.
«Probabilmente verrà il mio maggiordomo, con noi. Saranno quasi quattro ore di viaggio, dobbiamo preparare tutto.» sussurrò lei. «Farò chiamare dei mezzi per trasportare i miei vestiti. Le altre modelle come Penny Lane e le altre, verranno accompagnate da altre persone.»

«Ora credo sia il caso di ritirare tutto e di iniziare a fare le valigie.» disse il ragazzo e a Camila squillò il cellulare. «Pronto?»
«Ciao, Camila.» disse contenta la voce roca che stava dall'altra parte del cellulare.
«Oh, Lauren... Ciao.»

«Volevo darti una bella notizia, finalmente sono arrivata a Las Vegas proprio perché non vedo l'ora di vederti e di vedere i tuoi abiti. So che ci saranno anche quelli ideati dai fratelli Marciano, ma questo poco mi importa.» disse rapidamente.

Camila si grattò la guancia e sospirò. «Ho capito, com'è il posto? Ti piace?»
«È spettacolare. Adoro tutto di qui e ho visitato ben poco. Non vedo l'ora di ammirare anche te, una ragazza meravigliosa.»
«È... È un pensiero decisamente carino da parte tua. Senti, Lauren, possiamo vederci più tardi? Ora devo iniziare a sistemare le valigie.»

Lauren, che distava a poche ore da Camila, sorrise da dietro al cellulare, ignara di tutto quello che stava per accederle. «Va bene, piccola. Ci sentiamo dopo, appena arrivi, manda un messaggio, non vorrei cercarti da una parte all'altra.» sorrise e Camila annuì.
«Okay, a dopo.» chiuse la chiamata e lasciò il cellulare sul comodino.

Dinah alzò il sopracciglio mentre guardava la ragazza che stava per piangere. «Che fai?»
«Perché è tutto così difficile?» chiese lei mentre prendeva le sue due valigie nere. «Non pensavo che lasciare una persona fosse molto complicato.»
«Ti stai mettendo problemi per niente. La distanza è una cazzata.»

«Non posso avere pensieri solo su Lauren, mi stanno rovinando, mi fanno smettere di pensare al lavoro, mi stanno distruggendo l'esistenza.»

La polinesiana abbracciò forte Camila che scoppiò in un pianto disperato. «Cosa devo fare? Cosa farò?»

«Non devi fare nulla, pensa un po' anche al tuo cuore. Lui sicuro non vorrà lasciare quello di Lauren.»
«Ma non posso nemmeno restare in queste condizioni.» disse Camila e la sua amica alzò le spalle.
«È una cosa che devi vedere tu.»

CINQUE ORE DOPO, FUORI DA CASA CABELLO...

«C'è tutto?» chiese Camila mentre guardava in po' tutta la roba che veniva caricata, intanto Denny, prese le valigie del suo equipaggio e le caricò nella macchina.
«Sì, signorina.» sorrise e Sinu caricò anche la sua, ma in un'altra macchina.

«Oh, mamma, vieni anche tu?» chiese Camila mettendosi le mani sui fianchi e la donna sorrise.
«Vogliamo vedere il lavoro che hai fatto, piccola mia.»
«Grazie...» sorrise Camila con tenerezza ed entrò nel posto dietro.

Tutte si misero seduti e composti e Denny, finalmente partì.

INTANTO A FIRENZE...

«Oh, a quanto pare, Lauren è arrivata due ore fa a Las Vegas.» sorrise Keana mentre guardava la sua home Instagram. «Sembra veramente felice.»
«Già, lo vedo.» disse Veronica mentre accavallava le gambe e guardava il cellulare. «Tra non molto dovrebbe arrivare il nostro ospite.» disse Iglesias mentre alzava le sopracciglia e Keana la guardò.
«Proprio loro?»
«Esatto, proprio loro.»

Infatti, dopo nemmeno mezz'ora, il campanello suonò e Veronica si mise in piedi e andò verso la porta, dopo aver abbassato la maniglia dorata, guardò la persona che aveva davanti. «Ah, benvenuto, Signor Farneti.» sorrise. «Prego, si accomodi pure.»
«Buongiorno, signorina Iglesias... Issartel.» disse non appena vide Keana alzarsi.

«Sono veramente onorato che mi abbiate ricevuto qui.» sussurrò lui.
«Beh, nota la somma di denaro, sarebbe stato un po' sciocco rifiutare.» rise Keana e Emanuele Farneti si unì.

Dopo essersi accomodati, Emanuele guardò prima Keana e poi Veronica. «Signorina Issartel, Veronica mi ha accennato delle cose, riguardo alla stilista del momento: Lauren Michelle Jauregui. Cosa pensa di fare?»

«La mia collega Veronica, le ha accennato che vorrei creare un po' di... Uhm, tempesta.» disse.
«Un po' di tempesta, dice? Che intenzioni ha?»

«Nulla di violento, la violenza non porta a nulla. Ciò che voglio dire è che vorrei solo vendicarmi di fatti che sono successi in passato, nulla di più, nulla di meno.» spiegò Keana e l'uomo annuì.

«Fatti amorosi?» chiese lui sogghignando e Keana dovette rispondere positivamente.
«Proprio così.»

L'uomo si mise composto sulla sedia. Guardò Issartel. «Prego, sono tutto orecchie.»
«Ho scoperto uno scandalo nella famiglia dei Jauregui.» disse lei. «Lauren è seguita da uno psicologo di nome Adam Lucker e a quanto pare, se la fa con la madre della stilista.»

«Quindi, Clara, ha tradito Mike Jauregui? Wow. Sono decisamente sorpreso.» esclamò lui. «Sembravano una coppia veramente affiatata. Mi piacevano.»

«Non è questo il punto. L'ho chiamata per chiedergli se potesse pubblicare questo. Mi interessa che la gente sappia che Lauren Jauregui, non è ciò che dimostra. Lei è una donna triste, vuota con problemi di memoria. Voglio che la gente sappia.»

Lui si tirò un po' la cravatta. «Ne è veramente sicura della decisione che vuole intraprendere?»
«Sono piuttosto seria. Ho questo pensiero che rimbomba per la mia testa da troppo tempo, quindi ho deciso di renderlo pubblico... L'unica persona di cui mi posso fidare, è lei.»

«D'accordo. Ho quasi finito la rivista mensile, quindi, alcune pagine potrò aggiungerle senza nessun problema. Vuole parlarmi di qualcosa del suo lavoro, invece?» le chiese lui.

«D'accordo.»

A LAS VEGAS...

La macchina era appena arrivata e il sole stava calando proprio in quel preciso istante. Camila rimase affascinata davanti alla "The Strip", la strada principale lunga più di 4 miglia e punto focale della città.

«Wow, qui si che è bello.» disse Alessandro e Dinah rimase a bocca aperta, intanto, le macchine e altri mezzi, seguivano quella della Cabello.

«Però, questa C.C. Machine, cammina piuttosto bene.» disse Dinah accarezzando i sedili in pelle dell'Alfa Romeo.
«C.C. Machine?» Camila alzò il sopracciglio e la polinesiana sorrise.
«Camila Cabello.»
«Perché hai deciso di dare il mio nome ad una macchina?» alzò le sopracciglia Camila e Dinah alzò le spalle con innocenza.

Il cellulare squillò e Camila rispose, di nuovo. «Pronto?»
«Mh? Camz, ciao. Sei arrivata?» chiese Lauren e Camila sospirò.
«Sì, siamo arrivati proprio ora...» sussurrò e Lauren annuì dolcemente.
«Perfetto, non vedo l'ora di vederti, lo sai vero? Ho anche una sorpresa per te.»

Camila si sentì morire a quelle parole. «Ci vediamo al Luxor Hotel.» disse Cabello e Lauren sorrise.
«Ciao, piccola.» chiuse la telefonata.

Dopo un po' che Denny aveva sistemato tutto, Camila, con la sua vestaglia bianca, camminò nella sua solitudine, cercando Lauren. Gli occhi marroni videro una figura femminile, arrivare verso la sua.

«Hey, Camz.» sorrise Lauren e tirò fuori un mazzo di girasoli. «Ti piacciono?»

Camila prese il mazzo e lo guardò con amore. Sospirò e in quel momento dimenticò le sue decisioni, visto che Lauren la stava baciando con passione. «Sono così contenta di vederti.» sussurrò tra le sue labbra e Camila socchiuse gli occhi.
«Davvero?»
«Sì, ho fatto il conto alla rovescia per vederti, baciarti sotto a questa sfinge, è meraviglioso.» sussurrò lei e Camila scontrò la fronte con la sua.
«Sei dolce.» sussurrò.

Lauren prese in braccio Camila che subito si mantenne al suo collo. «Woha! Ma sei pazza?» chiese Camila facendosi scappare una risata.
«Dovevo.» sorrise e portò Camila dentro la grande struttura.

Il viso della cubana minore, si nascose nell'incavo del collo della ragazza più grande. «Uffa, sono stanca.» commentò Lauren e Camila sbuffò.
«Immagino, anch'io sono stanca...» sussurrò anche la piccola.

Il Luxor Hotel è un resort, ossia una struttura polivalente che funge da albergo, casinò e luogo di intrattenimento, situato al numero 3900 della Las Vegas Blvd, nel sud di Las Vegas.

Il Luxor è situato all'estremità sud della famosa strip, davanti al McCarran International Airport, ed è incastonato tra l'Exalibur e il Mandalay Bay. Le tre strutture sono collegate tra loro da una ferrovia interna.

«È veramente bello qui, il movimento, il caldo, avere te... Mi rilassa, sono contenta.» sorrise Lauren appoggiando Camila con i piedi per terra.

Camila non rispose, entrarono dentro il resort. «C'è tanta gente, qui.» sussurrò Lauren e Denny, la salutò mentre corse fuori per prendere del materiale.

«Lauren, andiamo in camera.» sussurrò Camila e le due andarono nella stanza, il tempo che Lauren si mise seduta sul letto, Camila la guardò chiudendo la porta alle sue spalle.

«Io, Lauren... Vedi... Devo dirti una cosa che non è positiva, purtroppo.» disse lei e il viso di Lauren si incupì.

Camila appoggiò i girasoli sulla scrivania della stanza ben arredata. Gli occhi verdi di Lauren, invece, osservavano ogni movimento della cubana. «Che vuoi dirmi?» chiese Jauregui serrando la mascella e Camila si ritrovò con le mani in mano, a sudare e a sentirsi la gola secca.

«Non possiamo più.» disse. «Non possiamo volerci se poi non possiamo vederci.» sussurrò e Lauren spalancò gli occhi, che divennero immediatamente lucidi. «Non possiamo soffrire per una distanza infinita.» disse. «Ci rifletto da tempo e non ne posso veramente più di questa situazione.»

Lauren rise con amarezza e si mise in piedi, guardò con serietà Camila che si stava accarezzando le braccia, cercando conforto. «Sei seria? Mi sono fatta chilometri, per te, ho pensato che sarebbe stato meraviglioso guardare la tua collezione moda da sotto la passerella.» disse cercando di non alzare il tono. «Mi stai distruggendo il cuore.»

«Lauren, ti prego.» negò con la testa. «Io ti... Io ti voglio, ma capisci che sarebbe una tortura per entrambe?» chiese Cabello.
«Camila, resta con me. Ho bisogno di averti nella mia vita, non posso... Non posso stare senza di te.» disse avvicinandosi a lei per poi mettere Camila con le spalle alla porta.

Labbra schiuse, il cervello che lottava contro il suo cuore. Camila si sentiva così, confusa, in piena lotta con sé stessa. Le labbra della Jauregui assaporarono quelle della Cabello. «Resta con me, cazzo, non posso...» disse Lauren guardandola negli occhi, abbassando la vestaglia della ragazza.

Camila rimase con la testa appoggiata sulla porta, gli occhi erano socchiusi e pieni di lussuria. Lauren iniziò a baciare sotto alla mascella di Camila, la sua mano coprì il seno destro e lo strizzò leggermente, facendo gemere la piccola.

«Facciamo l'amore.» sussurrò al suo orecchio e Camila si morse il labbro e decise di invertire i ruoli.

Le spalle di Lauren erano contro al muro, gli sguardi presi dall'eccitazione, si incrociarono di continuo, le mani magre della ragazza che stava avendo il controllo della situazione, spogliarono quasi del tutto Lauren. «Fottitene della distanza, amami.» disse Jauregui e Camila tirò la chioma corvina all'indietro e leccò il collo della ragazza.
«Fotto te, Jauregui.»

I passi veloci, fecero portare le ragazze verso la poltrona, ben rivestita. Le mani di Camila toccarono le gambe della maggiore. «Siediti.» disse con voce roca e Lauren ubbidì mettendosi seduta con la schiena allo schienale.

La pelle nuda sul tessuto della poltrona, fece mugolare di piacere la maggiore. Camila si abbassò e prese le gambe di Lauren mettendole incastrate ai braccioli. «Guardami mentre ti faccio mia, di nuovo.» disse Camila mentre Lauren appoggiava le sue mani alle ginocchia.
«Oh, va bene.» disse Lauren sorridendo e Camila ricambiò leggermente.

La sua mente in quel momento si sentì pulita, Camila notò come le mutande della maggiore erano umide e ristrette. «Ti prego, fai qualcosa.» disse Lauren mentre si poggiava una mano sul suo petto. Camila avvicinò la lingua al tessuto e la passò dal basso verso l'alto, questo fece gemere sonoramente Lauren.

Gli occhi marroni analizzarono i movimenti della maggiore, Camila sospirò di piacere e diede colpetti dell'intimità della maggiore. «Sei bagnata, per me. Sai quanto mi rende fiera di averti?» alzò il sopracciglio la Cabello e Lauren sospirò intensamente, raschiandosi le ginocchia.

Camila si alzò, andando lentamente verso la porta per poi chiuderla a chiave, la Cabello si girò e sorrise non appena vide una Lauren rilassata sulla poltrona. «Perché hai chiuso a chiave?»
«Non vorrei interruzioni, in questo momento, non vorrei nemmeno degli imprevisti.» sussurrò Camila avvicinandosi nuovamente a lei.

La minore si mise davanti al viso della grande catturò le labbra alle sue, baciandola intensamente. La sua mano afferrò il collo e lo strinse di poco. «Devi dire che sei mia.»
«Lo sono, Camila... Lo sono.» sussurrò gemendo.

Camila lasciò il collo di Lauren e si abbassò e tornò nuovamente alla postazione di prima. Con la mano, spostò leggermente le mutande, mettendole ad un lato. Lauren chiuse le labbra. «Mi piace.» sussurrò per poi passare la lingua sulla sua intimità. «Mi piace il sapore della tua figa.» disse sputandoci sopra.

Lauren passò una mano sulla chioma di Camila. «Dimmi, c'è qualche oggetto? Ho bisogno di più.»

Camila ci pensò. «No, Lauren. Non c'è nulla.»

La mano della Jauregui scese e arrivò a toccarsi il clitoride, iniziò a farci dei cerchi immaginari su di esso, dandosi stimolo. «Va bene...»
«Togli la mano.» disse Camila e non appena Lauren la tolse, la prima iniziò a leccare il fascio di nervi.

«Ti piace ciò che senti?» le chiese la donna che stava sotto.
«Sì, tanto.» sussurrò Camila tra le sue gambe per poi affondare il medio lungo l'entrata della Jauregui. «Cristo, sei bollente.» disse piano e si alzò, mettendosi sopra di Lauren, mentre muoveva il dito agilmente.

Gli occhi lucidi di Lauren, osservarono ogni movimento di Camila. La sua attenzione venne interrotta non appena la piccola la baciò con foga. «Grida il mio nome, fatti sentire, Lauren Jauregui. Per tutta Las Vegas.» sussurrò al suo orecchio e Lauren tremò gemendo.

Il dito rapido non smetteva di spingere, scivolava così bene lì dentro che Camila adorava un sacco tutta quella atmosfera creata.

Le mani di Lauren accarezzarono la schiena di Camila, fino a quando le sue unghie graffiarono la schiena di quest'ultima.

Camila staccò le labbra dalle sue, ovviamente, decise di mettere l'indice dentro di lei, facendo sì che accompagnasse il medio nel dare il piacere tanto desiderato di Lauren.

Lauren inarcò la schiena, affondando le - uniche - unghie lunghe dell'anulare e mignolo nella carne di Camila. «Cristo, Camila.»

La schiena della piccola, coperta da strisciate rosse, pulsava. Lauren la accarezzò non appena sentì in po' di pace tra le sue gambe.

Camila accarezzò l'intimità di Lauren, si portò giù col corpo e si posizionò tra le sue gambe. «Vorrei fotterti con tutte le cose che mi passano sotto mano.»

Lauren guardò Camila dall'alto, si morse le labbra. «Cristo.»

La ragazza piccola guardò in una direzione ben precisa, Lauren la seguì e non appena capì, arrossì forte. «Non pensarci nemmeno, non mi fotti con una statua.»

Cabello rise e fece aderire le labbra attorno al suo clitoride, succhiandolo piano, facendo muovere Lauren sotto al suo corpo. «Camila, cazzo...» disse lei afferrando i suoi capelli in un pugno. «Fanculo, muoviti...»

La bocca chiusa a "o", succhiava con intensità il suo fascio di nervi, intanto massaggiò la sua entrata e alzò gli occhi per osservare Lauren che gemeva. «Ti prego, amami.»

Camila chiuse gli occhi e si concentrò a leccare tutto quel ben di Dio, non diede risposta alle parole supplicanti di Lauren. «Io ti...» inarcò la schiena non appena Camila la penetrò con tre dita. «Amo!»

Lo sguardo di Camila si spalancò e si allontanò un po', il suo cuore improvvisamente aveva iniziato a battere all'impazzata, il suo cervello si era scollegato da ogni muscolo del suo corpo. «Cosa?»

«Io... Io ti amo, Camila.» le disse col respiro affannato, la piccola intanto aveva ancora le dita dentro di lei. «Ti amo con tutta l'anima che ho racchiusa in questo corpo. Il mio cuore batte per te, e non sai come mi sento quando sono al tuo fianco... Io non so spiegarlo, mi sento bene, in paradiso con te, io sono rinata, tu sei...» di pensò. «Una sorta di angelo custode, solo che riesco a vederti, a toccarti.» parlò piano. «Non posso credere di averti incontrata un'altra volta, non potevo crederci che la bambina che non sopportavo, è diventata parte di me, parte di quello che sono ora... Sei la ragazza dei miei sogni, che ho cercato anche nel carattere di Jenny ma che non è mai sorto... Tutto questo mi fa capire che tu, Camila Cabello, sei unica, sei l'amore della mia vita e la ragione dei miei giorni.» intanto versava lacrime, come se si stesse liberando di un grosso peso. «Io ti amo con tutto il mio corpo, ti amo con gli occhi, con la bocca, col naso, con le mani, con tutto ciò che posso.»

Lo sguardo di Camila si posò su di lei.

«Ho bisogno di amarti, di sentirti e di essere amata anch'io, io so che tu mi ami, io so che possiamo essere una cosa sola, dovuta dal nostro amore. Te lo leggo negli occhi, te lo leggo nel tuo modo di fare.»
«Lauren, lo sai benissimo come la penso...»
«Cosa?» chiese. «Cos'è che so benissimo? Dammi una spiegazione...»

Le sue intanto si staccarono definitivamente, Lauren portò sul letto Camila e si mise sopra il suo corpo, avvolgendolo completamente dal suo. «Dimmi, cosa c'è che non va in me?»
«Non hai nulla che non va, Lauren. Tu mi piaci, lo sappiamo, ma come facciamo se siamo sempre distanti? Non possiamo continuare a vivere distanti. Anch'io vorrei amarti, dirti che sei mia, dirti tantissime cose e farti felice, ma qualcosa mi blocca e quella cosa equivale al fatto del perché siamo distanti. Io ho bisogno di una persona al mio fianco, non di una che mi vede quando capita grazie agli eventi delle nostre sfilate.»

«Almeno, lascia che... Insomma, possiamo provarci, cosa ti costa provare?» chiese Jauregui e nel mentre mise Camila a pancia in giù, le baciò la schiena, le spalle, ogni lato del suo corpo. «Proviamoci, andrà bene se è come voglio io.»
«E come vorresti fare?» chiese guardandosi dietro, spostandosi i capelli ad un lato, intanto, respirò profondamente. Le mani di Lauren continuarono a scendere, fino ad arrivare al sedere della piccola.

«Se è necessario, verrò da te, ogni fine settimana. Al costo di costruire una piccola sede a Los Angeles.» disse lei, mordendo il lembo di pelle della piccola, lo succhiò e ci lasciò il segno. «Non posso permettere di far spezzare il nostro amore, per un motivo così stupido.» sussurrò con voce rauca.

Il corpo femminile della maggiore, si mise tra le gambe di Camila, aprendole. «Non voglio solo fare del sesso con te.» disse piano, nel suo tono c'era un certo senso di dolcezza, ma anche di calma. «Con te farei l'amore come minimo cento volte al giorno.» disse iniziando a leccare l'intimità di Camila, quest'ultima inarcò la schiena e gemette forte.
«Potevi... Avvisare.» disse cercando di girarsi, intanto la lingua di Lauren passava tra le piccole labbra, sentendo il bagnato della ragazza.
«Perché avvisare?» chiese con un sorriso nel mentre muoveva la lingua velocemente dentro la sua entrata.

La mano di Camila strinse forte il lenzuolo, i gemiti erano forti e il desiderio continuava a crescere come non mai. La piccola avvicinò la mano al capo della Jauregui, spingendolo più a sé, dopo aver lasciato la testa di Lauren, Camila si portò una mano sul seno sinistro, stringendolo. «Merda...» respirò pesantemente, affondando il viso nel cuscino.

Lauren morse il clitoride di Camila, lasciandola con la bocca aperta, intanto spinse le dita lungo la sua entrata, portando il medio e anulare fino infondo. «Mio Dio, Lauren... Ti prego, non posso stare così.»
«Tranquilla, verrai accontentata a tempo debito.» sorrise la Jauregui.

Le dita di Lauren iniziarono ad andare avanti e indietro, il corpo sudato di Camila, brillava sotto la luce naturale del sole. «Mmh.» mugolò e Lauren leccò velocemente il clitoride, senza sosta.

Camila decise di alzare un po' il bacino, sentendo ancora più piacere del dovuto. «Non ti chiedo molto, piccola.» disse Lauren e Camila iniziò a tremare.

Tutte quelle sensazioni forti che si stavano provando, Camila si sentiva anche lei in paradiso. Lauren la stava veramente portando in quel posto.

«Mi sento venire...» le dice con voce profonda e ricca di piacere.
«Lasciati andare.» rispose Lauren aumentando la forza e velocità dei colpi. «Vieni sulle mie dita.» intanto continua, la piccola inarcò la schiena e si portò avanti col corpo, venendo sulle dita di Lauren.

Camila si mise distesa sul letto, Lauren si affiancò a lei e le baciò le labbra. «Mi darai questa possibilità?»

«Dammi il tempo per rifletterci.»

OH YEYEYEYEYE

FINALMENTE LA STORIA AVRÀ UN DEGNO CONTINUO PERCHÉ IO SONO TORNATA PIÙ ATTIVA CHE MAIIII

SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.

Cosa succederà a Lauren e Camila? E soprattutto, quest'ultima, che decisione prenderà? Ricambierà i sentimenti della Jauregui o rifiuterà? Scrivete pure le vostre teorie!

Cercherò di pubblicare il più velocemente possibile, come sapete questi capitoli sono di quattro mila parole in su, quindi ho bisogno anche di tempo. 🤠

Grazie per la lettura, commenti e voti!

-BeingAsAnHurricane.

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