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Capitolo sette. - "Il diciottesimo"

Summer, 2014
Day: 27/06

Era il grande giorno per Lauren Jauregui. Avrebbe compiuto diciotto anni.

La sua felicità ovviamente era così tanta che si sarebbe sparata immediatamente. Lauren non vedeva l'ora che questo giorno sarebbe passato all'istante.

La giovane si svegliò e si guardò intorno come sempre. La sua mente cercava di vagare nei ricordi, ma non riusciva a ricordarsi di qualcosa di importante.

Una settimana prima, Michael Jauregui, invitò i ragazzi provenienti dalle importanti famiglie, che lavoravano nelle grandi case di moda.
Il padre di Lauren decise di invitare anche la figlia del S. Issartel. La ragazza aveva iniziato a lavorare nella sede Gucci.

Come ogni mattina, il padre della ragazza entrava sempre in camera sua per darle il buongiorno. «Giorno, tesoro. Tanti auguri.» sorrise il padre avvicinandosi alla figlia.

«Grazie, papà.» disse Lauren accennando un timido sorriso. Il padre le poggiò una scatola sulle cosce, era impacchettato.
«Forza, aprilo.»

«Devo? Non mi sono nemmeno svegliata che già ho un regalo.» ridacchiò. «La mamma?» chiese poggiando il pacco al suo fianco.

«La mamma sta ordinando alle domestiche come allestire la sala.» disse Mike e Lauren abbassò la testa.
«Che odio.»

«Cosa?» le prese la mano.
«Niente, papà, niente.»

«So che ce l'hai contro di lei, piccola.» disse.
«Meno male che lo sai.» disse Lauren duramente e riprese il regalo e iniziò a scartarlo.

«Spero ti piaccia, viene dalla Francia.» disse l'uomo e Lauren aprì la scatola.
«Non ci credo, hai davvero preso un vestito Louis Vuitton?»

«Sì, ti piace?» chiese sperando una risposta positiva.
«Grazie papà. Mi piace tantissimo.» sorrise e lo abbracciò. «Lo metterò oggi stesso.» disse guardando ogni dettaglio. «Verrà oggi?»

«Chi?» sorrise il padre non capendo.
«Luis, ovvio.» disse Lauren ridacchiando.

«Ah, Santos. Mi ha dato l'okay, sarà qui per le 06:00 P.M., non vede l'ora di vederti.» disse.

«Perfetto, non vedo l'ora pure io.» disse Lauren felice.

Luis Felipe Santos era il ragazzo di Lauren, la ragazza lo conobbe grazie alla madre. I ragazzi iniziarono a frequentarsi in un semplice bar fino ad innamorarsi l'uno dell'altra.

INTANTO A MIAMI...

«Non vedo l'ora, Dio mio!» rise Camila provando un suo vestitino firmato Versace da 5.750.00 dollari. «La festa quando inizia?»

«Inizierà alle 06:00 P.M.» disse Alejandro sorridendo alla figlia mentre le accarezzò i capelli spettinati. «Sei bellissima, piccola.»

«Grazie, papà. Penso che metterò questo.» disse Camila facendo un giro su se stessa in modo da alzare un po' la gonna. Per un attimo perse l'equilibrio.

La cubana si avvicinò alla busta verde acqua e la prese, tirò fuori il foglio bianco e lo lesse con gli occhi ancora una volta.

"La famiglia Cabello
è stata invitata alla
festa di compleanno
di mia figlia Lauren.
Ci trovate nella nostra dimora
alle 06:00 P.M.
Vi aspettiamo!

-Gli Jauregui."

Lauren, la stessa bambina con cui giocò tredici anni fa. La bambina che le diede la Porsche nera e lei le regalò la sua bambola. Sperava che Lauren si ricordasse di lei.

Dopo che Cabello si tolse il vestito, si mise un paio di shorts e una canottiera nera, tinta unita. Non le piaceva farsi vedere. «Papà, sto uscendo un po'. Vado a prendere il regalo per la figlia di Michael Jauregui.»

«Va bene, piccola. Stai attenta mi raccomando.» disse e Camila uscì dalla casa andando ad un negozio. La giovane non sapeva quali gusti avesse Lauren, quindi andò dritta in un negozio di giocattoli.

Mentre aprì la porta, il campanellino appeso suonò dando il segno che un nuovo cliente era entrato lì. «Ehm, buongiorno.» disse cercando qualcuno.

«Oh, ciao.» disse una voce. Camila si guardò intorno ma non vide nessuno.
«C'è nessuno?»

«Avvicinati qui.» disse la voce maschile e la ragazza si avvicinò al bancone per poi affacciarsi. I suoi occhi videro un nanetto.
«Oh, salve.»

«Non fare la battuta: "«scusi, non l'avevo vista»".» disse salendo sulla sedia e Camila negò con la testa.
«No, stia tranquillo.»

«Perfetto signorina.» sorrise. «Cosa cercava?»

«Un regalo, pensavo a qualcosa di carino. Un peluche ad esempio.» sorrise Camila.
«Qui, puoi trovare di tutto. Il reparto peluche si trova di là.» disse il nanetto alto un metro e venticinque.

«Sempre dritto?» chiese Camila insicura.
«Oh, andiamo.» disse l'uomo scendendo dalla sedia e le prese la mano e la portò al reparto dei peluche. «Eccoci, buon divertimento.» disse e andò via.

Camila rimase a guardare i due scaffali davanti a lei, spalancò la bocca non sapendo da dove iniziare. «Bene. Forza Cabello, ora tocca a te.»

La ragazza iniziò a cercare qualcosa di carino. Non le piaceva nulla, quindi continuò a cercare. Si ricordò per un attimo dei suoi occhi verdi, come smeraldi. La sua carnagione bianca come il latte, e i suoi capelli neri come la pece. Sapeva che Lauren era diventata davvero bella, era così elettrizzata al sapere che finalmente, dopo tredici anni l'avrebbe incontrata e toccata.

La famiglia dei Cabello era fiorita un sacco. Grazie ai fratelli Marciano, Alejandro riuscì a far vivere la sua famiglia, a regalarle cose che prima si sognavano solamente.

«Trovato!» disse Camila prendendo tra le mani il peluche dell'amato cartone della Walt Disney, "The Lion King".

Controllò se il peluche ci fosse di altre dimensioni, decise di prendere la statura media, in modo da sembrare un vero e proprio leoncino.

La ragazza arrivò alla cassa senza vedere il commesso. «Ehm, scusi?»

«Ah, eccomi.» disse l'uomo arrampicandosi sulla sedia. «Oh, vedo che hai scelto Nala.» disse entusiasta.
«Già, spero che le piaccia.»

«Suvvia, certo che sì.» sorrise.
«Può farci un pacco regalo?» chiese Camila sorridendo.
«Certo, ci mancherebbe altro!» l'uomo prese la carta regalo, tolse il prezzo al peluche per poi iniziare ad incartarlo.

Camila intanto osservava un po' le caramelle dai mille colori che erano messe sullo scaffale dietro al bancone. «Vendete anche caramelle?»

«A Neverland vendiamo di tutto, signorina.» disse l'uomo mettendo il nastrino dorato per poi arricciarlo con le forbici. «Perfetto.» disse. «È oggi il compleanno?»

«Sì.» disse Camila.
«Grandioso.» sorrise l'uomo per poi dire il costo alla ragazza. Dopo avergli dato i soldi giusti, ricevette lo scontrino e Camila uscì dalla struttura.

NELLA CASA DEGLI JAUREGUI...

«Lauren, ti sei messa il vestito?» chiese Clara.
«No, madre.»

«Cosa aspetti?» chiese. «Non abbiamo molto tempo.»

«Mamma, sono le 03:00 P.M., mancano altre tre ore.» disse Lauren con fastidio.
«Lo sai che devi essere perfetta, vero?»

«Tu vuoi fare le cose in grande solo per farti vedere, tu non lo fai perché vuoi bene a tua figlia.» ringhiò e Clara la guardò male.
«Non ti tocco perché oggi è il tuo compleanno, Lauren.»

La ragazza la guardò e si spostò.

OTTO ANNI FA...

«Allora, signorina. Parlami un po' di te.» disse l'uomo seduto su una sedia.

April, Year 2006

«Mi chiamo Lauren.» disse.

«Ciao Lauren, quanti anni hai?» chiese segnando qualcosa su un taccuino.
«Dieci, signore. Ho dieci anni.»

«Vai a scuola?» chiese guardandola.
«No, studio a casa.»

«Perché?» continuò a segnare.
«Perché sono affari miei.»

«Andiamo, ho un sacco di dolcetti per te.» mormorò dolcemente e Lauren sospirò.
«Non mi frega, signor Adam Lucker.»

«Lauren, devi parlare con me.» disse. «Io sono qui per aiutarti.»

«Nessuno può aiutarmi, nessuno. Non sa niente di me, lei è uno sconosciuto per me, come lo sono io per lei.» disse mettendosi seduta sul suo letto mentre lo guardava.

«Lo so, ma se mi hanno mandato qui significa che qualcosa non va. Vorrei semplicemente aiutarti, vorrei essere d'aiuto per la tua vita.»

«Nessuno mi da aiuto.» insistette Lauren.

«Tua madre mi ha parlato di una bambina.» iniziò Adam. «Dice che non fai altro che pensare a lei.»

«Non penso che le interessi.» disse Lauren con prepotenza.
«Possiamo parlarne.» insistette l'uomo.

«È una bambina che ha capito come sono fatta.» disse Lauren arrendendosi. «Si chiama Camila, ma questo non è importante. Lei mi ha scaldato il cuore.»

«Hai mai pensato di rivederla?» scrisse.
«Sempre. Ci tengo molto a lei, e ogni volta che la vedo, il mio cuore batte. Non so spiegarlo.»

Adam corrugò le sopracciglia. «Bene.» disse Lauren.

I giorni passavano, Lauren ricevette il suo psicologo ogni giorno. Ma qualcosa era cambiato in lui, sembrava come se stesse cercando di farle dimenticare Camila.

Ci era riuscito.

INTANTO IN MACCHINA...

«Caspita, questo sì che sarà un tragitto lungo.» rise Alejandro al volante.
«Dai, papà.» rise Camila guardando la strada.

Il suo vestito firmato Versace era ordinato e senza nessuna traccia di sporco. Sul suo grembo aveva poggiato il suo pacco regalo. I genitori, non sapendo cosa regalare, decisero di mettere in una bustina dal colore dorato la cifra di 1.500.00 dollari.

La macchina corse per ore fino ad arrivare a destinazione nella grande New York. La macchina andò verso la grande villa, erano le 06:40 P.M.

Camila rimase incantata a vedere quella enorme villa, dopo essere scesa dall'aiutò del padre rimase con la bocca spalancata.

La piccola abbassò la testa e guardò il suo pacco regalo, pensò che un regalino del genere, non sarebbe mai stato all'altezza. Sperava di non fare brutta figura.

«Allora, come ti senti?»

«Caspita, non saprei proprio... Sono passati anni e ora non riesco a realizzare che tra poco vedrò Lauren.»

Sinu sorrise alla figlia mentre teneva per mano la piccola Sofi di cinque anni. La famiglia Cabello entrò e Alejandro riconobbe subito Freddie che li aspettava alla porta.

«Buonasera, signori. S. Cabello.» sorrise porgendo la mano.
«Freddie, è un piacere rivederti.» sorrise stringendo la mano.

«Il piacere è mio, prego, da questa parte.» disse l'uomo e portò la famiglia nella grande sala. Michael non appena vide Alejandro sorrise.
«Mio caro amico!» disse lui e Cabello sobbalzò.

«Mike.» lo abbracciò. Jauregui dopo essersi staccato da lui, notò Sinuhe.
«Sono lieto di incontrarla di nuovo, Madame.» sorrise l'uomo e prese la mano della donna e le bacio il retro.
«Oh, il piacere è mio signor Jauregui.»

«Loro invece sono?» chiese l'uomo quasi fingendo di non ricordarsi della ragazza più grande.
«Loro sono Camila e Sofia.» disse.

«Ah, Camila! Capisco. Sei cresciuta tanto.»

«S-sì.» disse piano la ragazzina e ogni tanto si guardava intorno in cerca dei suoi occhi verdi preferiti. «Starei cercando la festeggiata, dove la posso trovare?»

«È nel giardino qui sul retro, insieme agli altri invitati.»

Prima che Camila andasse sul retro, Sinuhe la fermò poggiando una mano sulla sua spalla. «Tesoro, tieni.» le diede la bustina e Camila la prese.
«Vero, ora vado.»

«Sei emozionata?»

«Un po'.» disse Camila al pensiero, la ragazza andò fuori senza cercare di inciampare per colpa della sua lunga gonna nera.

la ragazza uscì fuori, poté vedere quanti invitati ci fossero, erano davvero tutti eleganti. Una ragazza di spalle e da un vestito nero e corto stava parlando con qualcuno.

Camila si sentì un po' a disagio, ma decise di avvicinarsi a qualcuno. «Ehm, ciao.» disse Camila e una bassa ragazza si girò verso di lei.
«Oh, ciao a te.» sorrise mantenendo il bicchiere di spumante tra il pollice e l'indice.

«Mi chiamo Camila Cabello.» sorrise.
«Allyson Brooke Hernandez.» disse la bassa sorridendo.
«Stavo cercando Lauren... La festeggiata.»

«È quella di spalle là giù.» disse Ally e Camila annuì. «Te la chiamo?» chiese con dolcezza, capendo la vergogna di Camila.
«S-sì, per favore.»

La bassa andò da Lauren e le toccò la spalla. «Scusate se disturbo la vostra conversazione.» disse rivolta a lei e Luis.

«Eccoti Ally. Tranquilla, non scusarti.» disse Lauren alzando una mano per poi poggiarla sulla sua spalla.

«Va bene, volevo dirti che è arrivata una nuova invitata.» disse girandosi verso Camila che non smetteva di guardarsi intorno.
«Oh, lei?» chiese Lauren guardandola.

«Avvicinati, cosa aspetti!» rise Hernandez e Lauren sorrise e si avvicinò a lei piano.
«Hey, mi cercavi?»

Gli occhi marroni si intrecciarono con quelli verdi. Il visto perfetto insieme al resto del corpo, lasciarono stupita Camila, era davvero Lauren Jauregui?
«Ehm, buon compleanno.» disse Camila dandole i regali.
«Oh, grazie...?» rise Lauren prendendoli. «Non mi hai detto il tuo nome.»

«Il mio nome?» chiese Camila senza capire.

«Beh, sì. Mio padre ha invitato tantissima gente che nemmeno conosco, quindi vorrei capire come ti chiami, sempre se hai un nome.» disse Lauren ridendo. «Però, prima che me lo dici, andiamo di là.»

Camila venne portata lontano da quel frastuono.

Degli occhi castani guardavano entrambe nella penombra. «E tu? Chi sei?» si chiese mentre guardava un po' la situazione.

«Signorina Issartel, vorrebbe venire con me a bere qualcosa?» chiese un ragazzo e Keana lo ignorò.

Le due ragazze si sedettero su una panchina in marmo. Camila poté notare la bellezza del suo vestito Louis Vuitton dal valore di 7.400.00 dollari.

«Come ti chiami?»

«Pensavo ti ricordassi di me.» disse piano Camila e Lauren inclinò la testa ad un lato essendo confusa.
«Ricordarti? Non ti ho mai vista.» disse Lauren non capendo.

«Apri il regalo.» disse Camila. «Spero ti piaccia.»

Lauren prese il pacco e iniziò a scartarlo in fretta e furia. «Il mio nome è Camila Cabello.»

«Camila Cabello?» chiese impegnata.
«Con il nome interno Karla Camila Cabello Estrabao.» disse precisando.
«Karla?»

«Mi chiamavi così.» disse e Lauren corrugò le sopracciglia continuando a non capire. Il suo sguardo si fece tenero non appena vide il peluche di Nala sulle sue ginocchia.
«Ma è fantastico.»

«Ti piace?»

«Molto.» ammise. «Ricordo che tua madre non è un'amante dei giocattoli e sapevo anche che non ne avevi uno.» iniziò. «Quindi ho pensato di prenderti questo personaggio.»

«Come fai a sapere tutto questo?» chiese Lauren e Camila le diede la bustina con i soldi al suo interno. «Questo è un pensiero dei miei genitori.»

Lauren prese la bustina e la studiò. «Bel colore, come l'oro.» commentò.
«Beh dentro ci potrebbe essere un "tesoro".» scherzò Camila.

«Continua a parlare, io ti ascolto.» disse Lauren mentre apriva la bustina.
«Io so questo perché da bambine ci siamo incontrate.» disse Camila e Lauren alzò lo sguardo.

«Eri bella, ma con quell'aria stanca e addolorata.» disse sorridendo al ricordo. «Perché non riesci a ricordarti?»

«Non lo so.» disse Lauren sentendo una sensazione d'ansia.
«Hai ancora la cicatrice.» sussurrò Camila toccandole il naso.

«Ero caduta.»

«Ti hanno picchiata, io ero lì con te.» la corresse e Lauren sentì una fitta al petto e lo stomaco fare capriole.
«Non ricordo.»

«Come fai a non ricordarti?» chiese Camila e Lauren sospirò toccandosi la fronte.
«Non lo so.» disse Lauren notando una donna arrivare.
«Lauren, devo parlarti. Ciao Camila.» disse la donna guardandola.

«Salve, signora Jauregui.» disse Camila e Lauren si alzò.
«Grazie mille per i regali, Camila. Ci vediamo in giro.»

Lauren venne allontanata dalla madre che la guardava duramente.

«Dimmi.» disse Lauren non capendo.
«Non avvicinarti a lei.» disse Clara freddamente.
«Perché?»

«Perché devi stare con il tuo ragazzo. Hai capito?»

«Mamma, Camila sembra una ragazza tranquilla.» la difese.
«No, lei è stata...»

«È stata cosa?»

«La causa della tua cicatrice.» disse Clara e Lauren non capiva niente.
«Mi ha detto... Che era con me.»

«Lauren, Camila è una persona che dovresti evitare.»

Lauren rimase un po' a riflettere, non capiva benissimo il perché di questo, sembrava così innocua davanti ai suoi occhi, ma forse si sbagliava di lei.

Camila si alzò, era abbastanza abbattuta, decise di andare da Ally che la salutò. «Ciao.» sorrise la bassa.
«Ciao Allyson.»

«Chiamami Ally, mi va bene. Vuoi bere qualcosa?»

«Ci sto, mi servirebbe.» disse piano e Ally la portò al tavolo del buffet, decisero di prendere uno Spritz, dopo un po' andarono a sedersi.

«Parlami un po' di te.» disse Camila e Ally sorrise.
«Ho ventun anni, sono di origine messicana, mi sono trasferita a Milano.» disse.
«Milano.» ripeté usando un accento buffo e dolce.
«Lavoro per Moschino.»

«Moschino, bella casa di moda.» disse Camila felice anche se, dentro stava morendo. «Sei interessante, Ally.»

«Mi sembri triste.» notò. «Che succede?» chiese e Camila negò.
«Sto bene.» si portò il bicchiere alle labbra mentendo. - disse.
«Non credo.»

«Cosa te lo fa pensare?» chiese Camila e Ally sospirò.
«Lo vedo nei tuoi occhi, cosa succede?»

«Conosco Lauren da tanto.» iniziò arrendendosi.
«Che è successo?»

Camila guardava il bicchiere con quasi interesse. Il suo sguardo studiava il liquido frizzante dal colore arancio/rosso.

«Ci siamo viste un paio di volte, poi ne ho perso completamente le tracce. A me piace Lauren, ma lei non lo sa.»

Ally socchiuse gli occhi e notò quanta folla ci fosse lì, decise di prendere per mano Camila e di portarla da un'altra parte. «Ti piace?»

«Esattamente.» commentò Camila. «Ho paura... La madre di Lauren è una...» Ally le parlò sopra.
«Arpia?» rise.

«Facciamo arpia.» rise pure lei.
«Lauren è molto sexy, ha una bellezza quella donna che riesce a trasformare le etero in gay.» disse Ally e Camila sorrise.
«A me ha trasformato da gay ad ancora più gay.»

Ally rise alla sua battuta. «La madre è una donna tosta, ho saputo che è sempre stata una bambina... Chiusa.» disse.

«Lauren non si ricorda di me.» disse Camila riprendendo a parlare e Ally rimase in silenzio. «Mi ha dimenticata.»

«Ci devi essere rimasta male.»

«Su cosa?» intervenne una ragazza mettendosi davanti a loro. «Buonasera, signorine.»

Quel vestito da 10.252.00 dollari le calzava a pennello. Quei colori sgargianti riuscivano ad attirare l'attenzione di un pubblico elevato di persone.

«Oh, signorina Issartel.» sussurrò Ally guardandola.
«Hernandez.» inchinò il capo in avanti per salutarla. «È un piacere vederti. Tu invece? Chi sei?»

«Mi chiamo Camila Cabello...» disse e Keana strinse i pugni.
«L'ex amica di Lauren?» chiese e Camila negò.
«Io sono ancora sua amica.»

«Non direi, pensi davvero di essere al centro dei suoi mille pensieri? Lauren ti ha dimenticata. Non ci sei stata per lei.» disse.

«Non capisco di cosa tu stia parlando.» disse piano e Keana sbuffò.
«Lauren è cresciuta. Ha me come amica, non ha bisogno di una come te.» disse e Camila si portò una mano sul petto.

Allyson cercò di aprire bocca ma venne fermata da Keana. «Non avvicinarti per nessun motivo.»

«Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare.» attaccò Camila.
«Di certo non sono la persona che le ha procurato quella bella cicatrice che si ritrova sul naso, non credi?» la guardò con fermezza.

Camila sentì il suo cuore crollare.

«Ah, un'ultima cosa. Se non lo sapessi, il mio nome è Keana Issartel.» disse con sorriso malizioso. «Benvenuta.» aprì le braccia.

Lauren stava accogliendo due ragazzi. «Ciao.» sorrise Lauren abbracciando la ragazza.
«Tanti auguri.» commentò Lucia e Lauren sorrise. «Il mio nome, in caso non lo sapessi, è Lucia Vives, conosciuta anche come Lucy.»

«Non mi presento, penso che sai già della mia identità.» rise e Lucia annuì ridacchiando.

«Giusto il nome e cognome.» commentò Vives facendo ridere Lauren.

«Tutto bene?» chiese Vives mentre al suo fianco aveva una ragazza scura, bellissima.

«Tutto bene, grazie. Lei? Chi è?»

«La mia modella.» disse Lucia e chiamò l'attenzione della sua amica.
«Oh, buon compleanno.» sorrise la ragazza.

«Il tuo nome?» chiese Lauren curiosa.
«Normani Kordei Hamilton.» disse sorridendo.

«Benvenuta alla festa, Normani.» sorrise Lauren dolcemente ogni tanto si guardava intorno. La ragazza venne presa in disparte da Luis.

«Amore, perché non stai un po' con me?» chiese il ragazzo poggiando le mani sui suoi fianchi.
«Non vedi che sono occupata?»

Luis roteò gli occhi. «Lo vedo, però potresti stare al mio fianco, no? Ti ho vista con quella.» disse lui rivolgendosi a Camila.

Lauren si poggiò una mano sulla tempia. «Quella ha un nome. Almeno portale un minimo di rispetto.»

«Sai cosa ha detto tua madre, stalle lontana e avrai meno guai.» disse Luis e Lauren si passò una mano sulla fronte senza capire il significato di "guai". Karla non le aveva fatto niente, ma qualcosa la portava ad evitarla.

Lo sguardo di Lauren era serio mischiato nella tristezza. Era impaurita.

«Devi ignorarla come stai ignorando gli altri invitati.» disse.
«Non sto ignorando nessuno, Luis.» disse con fermezza e il ragazzo strinse le spalle.

Lauren sospirò guardandolo. «Sta sera ti va?» chiese il ragazzo.
«Cosa?»

«Come, cosa?» corrugò le sopracciglia. «Cazzo, siamo fidanzati, non credi che dovremo divertirci un po' solo io e te?»

Lauren roteò gli occhi cercando di ignorare la poca ansia che stava crescendo. «Vorrei scopare con te.» disse diretto.

«Certo che sei davvero educato ad esprimerti.» disse Lauren mettendosi a braccia conserte. Luis le diede un bacio casto sulle labbra.
«Sta notte mi trovi in camera tua. Ci divertiremo.» disse andandosene.

Lauren si mise una mano sulla fronte. Una manata andò a scontrarsi sulla schiena di Lauren. «Ouch.»

«Ciao.» disse Keana e Lauren le sorrise.
«Ciao.» ricambiò il sorriso. «Come ti trovi?»

«Piuttosto bene.» ammise Keana guardando gli invitati. «Sei felice?»

«Abbastanza. Non ho mai visto così tanta gente. È una cosa davvero meravigliosa, sono davvero felice.» disse con tono sincero facendo sorridere Keana.

«Mi fa piacere questo.» sorrise Keana poggiando il dito sul suo naso, Lauren indietreggiò con la testa per non farsi toccare la cicatrice.
«No.»

«Okay.» fece spallucce.

Lauren sospirò e Keana andò a prendere qualcosa da bere per poi tornare da lei. «Che ne pensi?»

«Di?» chiese Lauren senza capire.
«Di Camila.» disse. «Ho visto che hai parlato con Camila.»

Lauren si sentì nervosa, non facevano altro che parlare di quella povera ragazza. «E quindi? Ti ci devi mettere anche te?»

«No, nono.» disse Keana alzando le mani. «Che ne pensi?» chiese.

«È molto carina, sembra dolce.» disse Lauren piano. «Dice che ci siamo già viste.» si grattò la testa. «Ma io non mi ricordo di averla vista.» ci pensò su.

Dentro la casa intanto, Adam Lucker e Clara stavano seduti in un divano a parlare. «C'è Camila con lei.»

«Lauren non ricorda nulla. Sono riuscito a manipolare la sua mente in modo da rimuovere quella figura.» disse Adam prendendo la mano di Clara.

La donna sospirò e strinse la sua mano. «Meno male. Non voglio una figlia che ama una persona del suo stesso sesso.»

«Lo posso capire, ognuno la vede in vari modi, io ho fatto solo il mio lavoro e sono felice di averlo portato a termine.» ammise l'uomo e Clara si poggiò a lui.
«Grazie.»

«Non ringraziarmi per qualcosa di così semplice. Manipolare la mente dei bambini è un gioco da ragazzi, riesci a fare il lavaggio del cervello in un attimo.»

Clara si sentì sollevata. «Sei una persona fantastica, Adam.» disse e Lucker baciò la tempia della donna.
«Grazie.»

«Mi ringrazi per un semplice complimento?» chiese la donna e l'uomo rimase a pensarci.
«Possibile.» rise lui e avvicinò le labbra alle sue per poi lasciarle un tenero bacio, la donna ricambiò subito.

«Mi piaci davvero tanto, Clara.» disse.
«Anche tu, ma non possiamo.» disse la donna.

«Perché?»

«Perché non potrai continuare a lavorare su mia figlia. Smetterai di stare a casa e cose varie. Perderemo i contatti.» commentò Clara.

«Ma... No! Verrai con me.» disse. «Pensaci, ti prego.»

«Va bene.» si alzò. «Vuoi qualcosa?» chiese.
«No, nulla.» disse. «Me ne vado adesso.»

«Va bene.» commentò Clara e mentre stava andando verso il giardino, vide Keana che li stava guardando.
«Stavo cercando il mio cellulare.» commentò Issartel mentre frugava nella sua borsa.

La donna la fulminò con lo sguardo. «Vedi di non farne parola con nessuno. So che hai visto.» disse Clara andandose.

Keana fece un sorriso beffardo, sapeva già come giocare le carte per un futuro lontano. Avrebbe già immaginato come rovinare la vita della sua preda in caso ci fosse un disguido secondo i suoi piani.

Keana era innamorata di Lauren, ma come sapeva amarla, sarebbe riuscita a distruggerla in un lampo. Lauren era di sua appartenenza, sperava vivamente che la Cabello le stesse a chilometri di distanza.

Issartel ora comandava, aveva le giuste armi, doveva solo iniziare a prepararle e a fingersi una buona amica per il momento.

Keana uscì dalla casa e tornò in giardino, prese un alcolico e iniziò a berlo mentre studiava un po' tutto e tutti.

Un ragazzo dai capelli sparsi di qua e là vestito con una giacca che Keana conosceva bene, stava parlando con Lauren.

«Zayn, allora, che mi racconti? Sono felice di quello che stai facendo.» disse Lauren mentre poggiava una mano sulla spalla dell'amico.
«A breve ci sarà la prima promozione della linea moda Versace x Z.J.M., del resto, nel tempo libero mi dedico apertamente alla musica.»

«Seguo ogni tua cover, i tuoi acuti sono eccitanti, da pelle d'oca.» commentò Lauren sorridendo.
«Grazie. Sono lieto che ti piaccia tutto questo.»

«Hai mai pensato di rilanciare un album?» chiese Lauren interessata al lavoro del suo conoscente. Si erano sentiti mesi fa su Twitter, da li hanno iniziato a stringere una forte amicizia.

Mike Jauregui venne a chiamare un po' tutti per poi invitarli ad entrare dentro l'abitazione. Camila e Ally erano sempre insieme, i loro sguardi erano curiosi di sapere cosa dovesse dire il S. Jauregui.

«Accomodatevi.» disse mentre abbassava il volume della cassa che produceva "Lost In Paradise" di Rihanna.

La massa di ragazzi si sedette, chi prestava attenzione, altri che invece mangiavano.

Lauren si mise seduta sui posti davanti, insieme a Luis.

«Non vorrei essere una persona noiosa, ma vorrei dirvi che persona è Lauren Jauregui.»

La figlia sorrise, non sapendo che dire, la mano del ragazzo si poggiò sulla sua, ma la ragazza la spostò cercando un po' di pace.

«Lei non è una semplice donna lavoratrice. Lei è la donna della mia vita che piano piano sta crescendo. Tutto questo mi rende fanaticamente fiero di lei.» disse impugnando il microfono. La ragazza si portò una mano sul petto.

«Ne abbiamo passate tante e forse a dirla tutta, non sono stato un ottimo padre come tanti.» Lauren negò non approvando. «Ma il mio cuore, è aperto, aperto per lei, per la mia bambina che ne ha passate tante.»

Gli occhi lucidi di Lauren erano evidenti, l'emozione che stava provando era davvero tanta che non sapeva cosa dire o almeno, cosa fare.

«Lauren, ti auguro buon compleanno.» disse l'uomo e Lauren sorrise non sapendo che altro dire.

«Non è finita qui.» commentò Mike mentre prendeva la figlia per mano.
«Cosa?» chiese Lauren non capendo cosa stesse insinuando il padre.

«Lauren, a te, cosa piacerebbe fare?» chiese il padre anche se sapeva benissimo la sua risposta.
«Mi piacerebbe lavorare in un campo molto più elevato.»

Lauren prese una pausa. «Non siamo persone che si devono fermare ad un semplice muro. Dobbiamo togliere i paraocchi e guardare anche nelle altre direzioni che la vita ci offre.»

«Vedi, piccola. Oggi mi è arrivata una lettera.» disse il padre. «Avevo fatto domanda, ed ecco una risposta a questa.» disse il padre e Lauren alzò le sopracciglia.

Camila li guardava, il suo labbro era acceso da un colore rosso. Non smetteva di torturarlo manco per un secondo.

«Non capisco.» disse Lauren cercando di ragionare.
«Hai detto che ti sarebbe piaciuto lavorare in un posto molto più vasto anziché lavorare solo nella produzione di intimi.» disse il padre dando la busta a Lauren.

La ragazza la aprì subito, curiosa.

"Caro S. Jauregui.

Abbiamo letto la sua domanda di ammissione per lavorare nella sede di moda Louis Vuitton. La nostra risposta è approvata. Sappiamo che lei ha del talento e vogliamo che ci sia anche lei insieme a sua figlia nel nostro gruppo di lavoratori. I voli verranno fatti a breve, gli manderemo una email in modo da informarla bene.

Cordiali saluti.

-Louis Vuitton."

Lauren rimase immobile, davanti al padre che non smetteva di sorridere. «Questo è l'altro regalo di compleanno. Mi hai aperto gli occhi e portato a qualcosa di grande.»

«Non so cosa dire, non so davvero come ringraziarti.» disse tra le lacrime di gioia. «Grazie, grazie, grazie!» lo abbracciò sorridendo.

Michael sorrise e strinse sua figlia a sé.

Era tutto così perfetto.

«Partiremo.» disse Lauren entusiasta. «Andremo in Francia.» disse saltellando sul posto.
«Sì, principessa.» disse l'uomo e Lauren sorrise ampiamente.

Era fatta, Lauren Jauregui avrebbe realizzato il suo sogno di lavorare in un gradino più grande. Sapeva che la Louis Vuitton sarebbe stato il suo posto migliore. Non vedeva l'ora di stare lì ad apprendere qualcosa di nuovo.

Camila rimase un po' distrutta dalla notizia. Era felice da una parte, perché Lauren sarebbe riuscita ad esaudire il suo desiderio, ma dall'altra parte no, la ragazza che tanto voleva se ne sarebbe andata.

Keana strinse un po' i suoi pugni. Molta gente si congratulava con Jauregui. I suoi piani erano andati in fumo ma non fino a quel punto. Si sarebbe arrangiata.

A modo suo.

«Mila, tutto bene?» chiese Ally mentre accompagnava Camila a prendere una boccata d'aria.

«Diciamo.» disse lei con dolore. «Non la vedrò più.» disse piano e Ally sospirò un po'.
«Beh, non dire così.»

Camila la guardò. «Come no? Insomma... Partirà in Francia, io dovrò lavorare qui a Los Angeles. Con Lauren è finita.»

«Sai che puoi viaggiare, sì?» la guardò con dolcezza. «Non sai molto di questo lavoro.»

«Non ho ancora iniziato...» commentò Camila sentendosi a disagio.
«Tranquilla, non fare così. Ti svelo un segreto.» disse piano e Camila annuì e si avvicinò ad Ally per sentirla.
«Dimmi.» bisbigliò e la grande rise.

«Io ero peggio di te.» disse solamente e Camila rimase a guardarla.
«Tutto qui?»

«Sì.» rise la donna e Camila le diede una dolce spinta.

La ragazza dagli occhi verdi si avvicinò a loro e sorrise. «Ciao, vi state divertendo?»

«Abbastanza.» disse Ally e Camila annuì poggiandosi una mano sullo stomaco.

Quelle dannate farfalle.

«Sì.» disse piano la piccola e Lauren sorrise con tenerezza. «Auguri.» commentò Camila non sapendo che dire.
«

Grazie.» rise Lauren.
«Auguri.» commentò di nuovo e Lauren rise ancora più sonoramente.
«Grazie! Santo cielo.» rise con dolcezza. «Sei davvero simpatica, Camila.»

«Karla.» la corresse e Lauren corrugò le sopracciglia. «Karla è per gli sconosciuti, Camila invece per gli amici. Io e te siamo sconosciute...» disse con dolore e Lauren scosse la testa negando.

«No.» sussurrò. «Tu sei Camila, io e te ci conosciamo e siamo amiche. Solo che io non mi ricordo.» disse Lauren.

Camila la guardò senza capire.

Lauren per la frustrazione sbuffò.

«Eravamo amiche, siamo amiche, per questo ti chiamo Camila e non Karla.» disse poggiandosi una mano sulla tempia che iniziava a farle male.

-Tu per me sei Camila. - concluse.

Vi lascio con queste 5088 parole.

Eccoci qui con il diciottesimo compleanno di Lauren. Come potete vedere, il movimento inizierà a formarsi a causa di Keana.

Detto questo, ecco qui il nuovo personaggio, Normani Kordei.

Vi aspettavate tutto questo da Adam Lucker? Cosa farà Keana?

Se volete scoprirlo beh, continuate a leggere! Se vi va, lasciate un voto o un commento se vi è piaciuto questo capitolo. ❤

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-BeingAsAnHurricane.

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