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Capitolo dodici. - "Hotel Four Seasons."

Lo sguardo di Lauren si incupì subito. Le parole di Camila le avevano toccato il petto come quando una lama di un coltello tocca la carne da macello.

«Camila.» disse solamente Lauren cercando le parole esatte da dire, non voleva farsi male né tanto meno far male a lei. «Non possiamo.»

«Lo so.» disse Camila guardandola. «Mi dispiace.» disse sempre lei e Lauren negò con la testa.
«Tranquilla. Va tutto bene.»

«No, non va tutto bene, va tutto male, Lauren!»

«Perché dovrebbe? Amare qualcuno non è una brutta cosa, Shottina.» le sorrise e Camila sentì una forte fitta al cuore.

«È una cosa brutta quando ami qualcuno e quel qualcuno ha già occhi per un'altra.» disse Camila piano e Lauren si avvicinò di più a lei e l'abbracciò.
«Va bene, okay?»

«No, non va bene.» disse lei e Lauren la guardò.
«Perché?»

«Dio, ma quale parte del discorso di prima non hai capito?» Camila iniziava a sentire una forte rabbia dentro il suo corpo, era evidente e Lauren poté percepirla.

«Scusa.  disse Lauren. -Mi dispiace. -

«Ora perché ti scusi?» chiese Camila guardandola dritta negli occhi.
«Per essere entrata nella tua mente quando tu non volevi.»

«Cosa c'entra adesso?»

«Tra un po' verrà Keana.» disse Lauren cambiando drasticamente l'argomento. «Sei pronta?»

«Perché verrà Keana?»

«Per salutarci, l'ho sentita prima. So che in questo hotel verranno pure Allyson, Zayn, Lucia e Shawn.» disse Lauren. «Vorrei fare una cosa però.»

«Cosa?»

«Cenare con te come abbiamo fatto mesi fa. Ora che siamo finalmente in Italia, vorrei festeggiare il mio ventunesimo compleanno con te.»

«Perché con me quando hai una ragazza che ti ama? Lauren, io non ti capirò mai.» disse Camila sistemandosi i capelli.
«Che ne sai se quell'amore è veramente ricambiato da me?»

«Che intendi dire?»

«Che mi sto già rompendo di questa relazione monotona.» disse Lauren seriamente. «Non mi piace la vita monotona e lei non fa altro che regalarmi questo.»

Camila la guardò. «Ti stufa solo questo?»

«Sì. Abbastanza. Mi piacerebbe visitare tanti posti, vivere in modo decente la mia vita con una vera persona al mio fianco.»

«Mi dispiace.»

«Già, anche a me.» sospirò Lauren e guardò Camila. «Quindi, non verresti con me?»

«Non lo so, Lauren... Mi piacerebbe festeggiare il compleanno io e te, da sole. Ma non si può fare. Hai una compagna.»

«E fanculo alla compagna!» disse. «Sta notte ti voglio bella elegante.» disse Lauren prendendo le mani di Camila, la piccola arrossì e sorrise un po'.
«Va bene...» sospirò non avendo altra scelta.

Lauren era felice così, di stare con Camila. Jenny non la faceva star bene, Lauren amava il suo corpo ma non poteva solo ed esclusivamente scopare.

Voleva fare anche altro nella vita invece del sesso sfrenato con la sua ragazza.

Dopo un po' all'hotel arrivarono pure Allyson, Zayn, Mendes e Lucia.

Keana Issartel andò davanti alla grande porta di quell'enorme edificio da cinque stelle. Tutti scesero per salutare la donna.

Dinah era vicino a Camila e Penny, Jenny invece teneva per mano Lauren.

Gli occhi di Keana bruciarono davanti a quella azione. Chi era quella?

«Salve a tutti ragazzi, benvenuti a Firenze.» disse Keana sorridendo. «Vedo che ci sono dei nuovi ospiti.» disse e Veronica annuì.
«Beh, anche io vedo qualcuno di nuovo al tuo fianco.» disse Lauren alzando la mano.
«Hai ragione.» sorrise Iglesias. «Mi chiamo Veronica Iglesias e sono la segreteria di Keana.»

«Sicura solo segretaria?»

«Loro chi sono?» chiese Issartel evitando completamente la domanda di Lauren.
«Io mi chiamo Shaun Ross, lavoro con Lauren.» disse l'albino al fianco della ragazza dagli occhi verdi.
«Io invece sono Jenny Watwood. La ragazza di Lauren, nonché modella.»

«Ah, capisco.» disse Keana mentre alzava l'angolo della bocca all'insù. «Capisco.» disse di nuovo.

«Oddio, tu sei Keana Issartel?» chiese Dinah e corse a stringerle la mano.
«Sì, sono io, piacere.» disse ridendo.
«Io sono Dinah Jane Hansen, lavoro per Camila, l'altra di poche parole là giù è Penny Lane.»

«Jenny e Penny, buffa come cosa.» disse Issartel guardando le due ragazze.

«Tra me e te, non c'è bisogno delle presentazioni, eh Issartel?» chiese Cabello.
«Esatto.» annuì Keana.

Dopo una serie di presentazioni, Keana sorrise guardando tutti i presenti. -Domani verrete all'Enoteca Pinchiorri. non vedo l'ora di passare una giornata diversa insieme ai miei colleghi e colleghe stilisti/e.» disse Issartel sorridendo e Camila annuì piano, stando seria alle sue parole.

«In cosa consiste questa festa?» chiese Zayn sorridendo. «Spero ci sarà tanto cibo, insomma, sono venuto per quello.»

«Sei sempre il solito, Malik.» disse Ally ridendo.
«Ci sarà una tavolata dove mangeremo tutti insieme, il cibo sarà abbastanza da soddisfare tutte le vostre pance.» disse Keana.

«Perfetto!» disse Zayn felice. «Ally, si mangia.»

«Sì, Zayn, si mangia.» rise.

Camila guardò con la coda dell'occhio Lauren, il suo labbro inferiore venne morso dai suoi stessi denti.

«Come ci sarà il cibo, ci saranno anche gli alcolici.» fece notare Keana e Camila sospirò intensamente. «Ci divertiremo domani.»

«Beh, non vedo l'ora.» disse Zayn felice e Ally sorrise.
«Beh, so che ti sei fidanzato, Z.» disse Keana e il pakistano rise.
«Già, come corrono veloci le notizie, eh?»

«Ho avuto la tua ragazza come modella dei miei capi di abbigliamento.»

«Chi?» chiese Camila.
«Gigi Hadid.» disse Keana non guardando in faccia la cubana.

Lauren guardava attentamente come si comportava Keana nei confronti di Camila, non le piaceva affatto, anzi, lo considerava stupido e infantile.

Jenny rimase a fianco alla sua ragazza e le accarezzava la mano con tenerezza, Lauren invece, guardava altrove con disinteresse.

Camila invece ogni tanto stava a guardare Lauren e le mani intrecciate delle due. Il suo cuore perdeva battiti ogni volta che Jenny poggiava il viso nell'incavo del suo collo.

Dinah sospirò vedendo la sua amica così e per un attimo le venne una brillante idea.

Shawn Mendes iniziò a parlare con Lauren e quest'ultima si staccò da Jenny con felicità visto che aveva trovato la scusa per stare lontana da lei.

«Come procede con la Louis Vuitton?»

«Molto bene, grazie... Armani invece?» lo guardò e Mendes sorrise felice.
«Tutto apposto. Firenze è bellissima, non credi?»

«Già, è molto grande, in questa settimana vorrei visitare tantissime cose.» sorrise Lauren.

«Hai visto?»

«Cosa?» lo guardò storto.
«Non senti degli occhi puntati su di te?»

«Uhm, sì.» sorrise leggermente. «Conosco quegli occhi.»

Camila stava guardando i due e Keana si avvicinò a lei. «Stai attenta a ciò che guardi.» disse Issartel. «Sappiamo quanto puoi rischiare, Cabello.»

Lauren sospirò vedendo la vicinanza di Keana a Camila. «Sembri stressata.» disse Mendes e Jauregui roteò gli occhi.
«No, non so di cosa parli.»

«Comunque, buon compleanno.» disse.
«Grazie, almeno ti sei ricordato.» rise.
«Quanti?»

«Ventuno.» rispose Lauren.
«Capisco.» rispose lui.

«Lauren!»

Jauregui si girò verso la figura femminile che la chiamava. «Scusami.» disse Lauren e andò da Jenny. «Dimmi.»

«Che ci fai lì?»

«Ehm, in che senso?» chiese Lauren non capendo e Jenny negò con la testa.
«Sai che devi rimanere con me.» Lauren si mise una mano sulla fronte dopo aver udito questa affermazione.

Gli occhi verdi si incontrarono con quelli azzurri della ragazza più grande. «Hai veramente detto così? Lasciami respirare.»

«Tu respiri già.» disse lei e Lauren strinse i pugni. Camila guardava le due con interesse, voleva capire cosa stesse succedendo tra le due. Una parte del suo cervello stava pensando a come vestirsi per quella sera, l'altra invece pensava a come Jenny doveva morire.

Camila venne interrotta dai suoi pensieri a causa della sua migliore amica, dopo averle rivolto lo sguardo, Dinah le parlò. «A che pensi?»

«A quanto la vita faccia schifo.» disse la cubana e Dinah rise forte. «In realtà stavo pensando un po' a cosa fare per questa sera... Lauren mi ha invitata a cena.»

«A cena?» spalancò gli occhi. «Come?»

«Sì, è successo così velocemente, ma oddio, lei è fidanzata... Non voglio che le cose tra loro vadano male...» sospirò esasperata Camila e Dinah le rise completamente in faccia.

«Perché ridi?»

«Come fai a dire "Non voglio che le cose tra loro vadano male", quando il tuo sguardo dice totalmente il contrario?» la guardò ridendo. «Sei incoerente su questo fatto.»

«Grazie...» sospirò Camila. «Mi toccherà davvero andare lì.» guardò Dinah come un cucciolo, poi diresse lo sguardo verso Lauren che si allontanava piano piano. «Devo prenderle un regalo.»

«Oh, giusto, cosa vorresti farle?»

«Beh, non lo so...»

Dinah sbuffò. «Non voglio farle nulla di serio,» iniziò Camila. «Quindi pensavo a qualcosa di semplice e carino, che possa usare.»

«Un vestito?»

«No.» disse Camila negando per poi avere la grande illuminazione. «Ora torno in camera mia, ho bisogno di cambiarmi.» disse dolcemente e Dinah annuì e la seguì a ruota, insieme a Penny.

La cubana si mise seduta nella sua stanza. Intanto pensava a come vestirsi per andare a comprare il regalo per Lauren. Era sicura che le sarebbe piaciuto un bel puzzle dello stesso cartone di cui le regalò il peluche.

Amava il Re Leone e sapeva che Lauren avrebbe apprezzato nel ricordare un po' quegli anni passati.

Si alzò dal letto, di conseguenza andò verso l'armadio e afferrò dei jeans pittosto larghi dal colore chiaro e una canottiera nera che le scopriva la pancia.

A Camila non piaceva vestirsi in grazia di Dio, specialmente per andare a fare la spesa. Amava dimostrare la ragazza che era. Dopo essersi tolta i vestiti precedenti, decise di indossare quelli che aveva appena pescato dall'armadio in legno ben ricamato.

Andò verso il bagno, le luci brillavano ma non fortissimo, per fortuna. Avevano quella tonalità bassa e perfetta.

La cubana prese il cellulare e controllò dove potesse trovare un negozio di giocattoli a Firenze. Ne trovò uno, chiamato Stratagemma. Con l'aiuto di un taxi sarebbe arrivata a Via dei Servi.

Camila si trovava all'hotel Four Seasons. Era un posto veramente bellissimo. Con un giardino immenso completamente colorato di verde.

La stanza di Camila era decisamente perfetta, colorata proprio come piaceva a lei. La cosa brutta era forse il fatto che fosse troppo esagerata nel design.

il letto era formato da due piazze, il copriletto era di un leggero tessuto colorato di un bel turchese. Camila camminava scalza al momento, non voleva sporcare tutti quei bei tappeti ricamati dai tanti colori.

La sua mano strisciò dolcemente sul piccolo tavolino in legno, sopra c'era una lampada e un piccolo quadernetto, la sedia invece era messa ordinata davanti al tavolino.

Mentre le dita toccarono il vuoto, la giovane ragazza si affacciò alla finestra in modo da vedere con attenzione tutto il panorama che Firenze le offriva.

Era tutto così abbinato, i colori riuscivano ad abbracciarsi in modo perfetto. Quei due colori: bianco e turchese la facevano pensare ad un colibrì.

Il turchese le dimostrava libertà, sicurezza. Era un colore perfetto ed elegante a dovere. Invece, il bianco le mostrava quanto fosse un colore puro.

Infine, dopo aver ammirato i lampadari appesi, ricchi di cristalli per essere più eleganti, si mise le scarpe. Prima di uscire da quella meraviglia, prese il suo zainetto in pelle con una pezza attaccata a forma di unicorno.

Una volta uscita, vide come Keana stava parlando con Zayn e Allyson, cercò di fuggire da quella donna ma per colpa di Malik, tutto andò storto.

«Ciao, Mila!» urlò il pakistano e Camila si girò facendo un cenno con la mano. Ally ridacchiò e Keana guardò Cabello con nervosismo.

Sembrava che nello sguardo di Keana ci fosse tantissimo odio, non appena riprese a camminare, la voce melodica di Issartel la fermò.

«Ci vediamo dopo.» disse la ragazza rivolgendosi ai due. Dopo un po' si avvicinò a Camila che rimase ferma per aspettarsi qualche pugno.

«Ciao,» iniziò piano e Camila respirò profondamente. «Keana.»

«Sai quanto dovresti stare lontano da Lauren, vero?» la guardò dalla testa ai piedi. Quel vestito le stava divinamente, la giovane deglutì con fatica, non si sa cosa le venne in mente, ma sembrava come se qualche spirito santo le avesse dato il giusto coraggio per mettere in silenzio Keana.

«Penso che dovresti star lontana anche tu da Lauren.» disse la cubana e Issartel sorrise compiaciuta.
«Ah, davvero? Solo perché è fidanzata?»

«Questo non dipende da una relazione, Keana,» iniziò Camila stringendo i denti. «Dipende da Lauren.» rise.

«Io posso ottenere tutto ciò che voglio, Lauren non durerà molto con Jenny.» disse.
«Non crederci tantissimo, Keana Issartel. Sappiamo che non è così.» dissi. «Detto questo, ho delle cose da fare, a domani.»

Camila girò i tacchi e andò via richiamando subito un taxi con la mano.

«Stronza! Sappi che la settimana è lunga!» detto questo, Camila entrò subito dentro il taxi e andò via.

Il viaggio sembrava intenso, le pupille di Camila non smettevano di muoversi, sembravano come delle palline da flipper.

«Signorina, dove la porto?» chiese. Cercò di sforzarmi nel parlare italiano. Il padre le aveva insegnato alcune cose anni fa.
«Uhm, Via...»

Lui intanto mise un po' di musica. «Via dei Servi.» disse lei e il taxi fece una curva brusca facendo che Camila si schiantasse contro lo sportello.

«Scusi, ma stavamo superando la via.» disse lui e la ragazza sorrise nervosa.
«Stia... Tranquillo.»

«Dove la lascio di preciso?»

Camila sospirò, frustrata, la ragazza prese il cellulare e indicò il negozio di giocattoli dal display del suo cellulare. «Qui!»

«Perché non me l'ha detto subito?»

La ragazza capì poco e niente, si fece portare al negozio, dopo aver pagato il tassista, scese dal veicolo e si diresse verso l'entrata. Si sentii quasi stupida quando decise di usare il traduttore per farsi capire almeno un po'.

«Ehm, buon pomeriggio.» disse con fatica.
«Buon pomeriggio, posso aiutarla?» chiese una signora rotonda dai capelli corti e rossicci.
«Uh, sì.»

Dopo aver ottenuto la traduzione desiderata, Camila lesse di nuovo. «Vorrei vedere dei... Puzzle.» disse. «Re Leone?»

«Ne devo avere qualcuno qui da qualche parte, venga.» Camila la guardò ma non appena vide come la donna si mosse, la inseguì a ruota.

La donna la portò verso uno scaffale. «Come ti serviva?»

Dopo aver fatto la traduzione Camila richiese un puzzle da cinquecento pezzi. Stava sudando per tutta quella fatica.

La signora le mostrò tre puzzle da cinquecento pezzi. Camila indecisa su cosa prendere, decise di prenderli tutti e tre.

Era impazzita in quel momento, voleva uscire da quella giocheria al più presto possibile.

Dopo aver pagato i cinquanta euro di giochi da tavolo, uscì da lì dirigendosi verso un altro taxi che stava correndo. «Fermo!» urlò, la sua pronuncia era buffa. La macchina si fermò e un uomo pelato la guardò e sorrise.
«Salve signorina.»

-Buon pomeriggio... - disse timida e salì. -Mi porti all'hotel. - disse con convinzione.

«A Firenze ci sono più di un hotel.» disse lui. «Che ne dice se la porto in un posto?»

«Uhm... No.» disse lei. «Hotel...»

«Okay.»

La macchina portò Camila in una strada diversa dalla precedente.

INTANTO AL FOUR SEASONS...

Jenny si era finalmente separata da Lauren, la ragazza più grande era imbronciata perché Lauren era abbastanza scontrosa verso i suoi confronti. Per Watwood, Lauren non aveva ragione.

Amava quella donna, intanto stava un po' alla Spa per rilassarsi un po'.

Lauren era in camera sua, stesa sul letto mentre reggeva il telefono con le mani. Guardava un po' il suo Twitter, amava retwettare vari tweet che parlavano di politica o di qualche cantante che le interessava.

La ragazza dagli occhi verdi sentì quanto stava pesando questa situazione, avevano già litigato con Jenny, ed era un po' stufa che questa serie di urla si creavano recentemente. Sarebbe stata una lunga settimana.

La ragazza di alzò e prese dalla sua valigia un'agenda in modo da vedere un po' cosa avrebbe fatto dopo essere tornata in Francia. Non sopportava questo, doveva ammetterlo, odiava il fatto che dovesse stare lontano da Camila.

Quella ragazza, maledizione, le faceva perdere completamente la testa, il che non le dava fastidio, anzi! Apprezzava eccome questa sua fissa per quella piccola cubana.

Dopo essersi messa sulla sedia del tavolino, prese la sua penna personalizzata dell'inchiostro nero. Dopo aver girato le pagine dal colore giallino, arrivò a fine settimana.

C'erano pochi appunti, tra questi c'era anche la sfilata di Keana Issartel per la promozione della collezione Issartel x Gucci. Dopo due giorni, Lauren sarebbe dovuta tornare a Milano per vedere la prima sfilata di moda del suo caro amico Zayn.

Ogni volta che pensava a lui, la mente di Lauren veniva offuscata dalla sua canzone "Rear View", doveva ammettere che quest'ultima la faceva pensare davvero tanto. Ogni volta che la sua mente faceva un cambio improvviso di canzone, pensava a quanti mashup avrebbe potuto fare.

Appunto, la testa in quel momento produceva "Golden".

Lauren aveva previsto un piccolo viaggio negli Stati Uniti d'America, sarebbe voluta andare a Los Angeles giusto per stare con la ragazza che nonostante le regalasse peluches de Il Re Leone, l'adorava tantissimo.

La giovane mandò un messaggio su WhatsApp alla cubana, chiedendole cosa stesse facendo. Camila rispose velocemente.

Gli occhi si spalancarono, Camila non stava tornando in hotel.

La ragazza dagli occhi verdi si passò una mano tra i capelli, dopo una serie di sospiri decise di scendere e di camminare verso il giardino, una volta uscita alzò la mano e chiamò un taxi. Grazie a Dio, la sua pronuncia era decente.

Salita sul taxi, guardò attentamente l'uomo che lo guidava. «Scusi. Ha visto... Una ragazza?»

«Qui salgono tante ragazze.» commentò lui.
«Ugh, mh... Carnagione olivastra, occhi nocciola e capelli un po' ondulati, marroni.» disse piano e lui annuì un po'.
«Aveva dei lineamenti latini?»

«Sì!» disse Lauren felice. «Dov'è?»

«Mi ha chiesto di dirigermi verso Via dei Servi, doveva fermarsi al negozio Stratagemma.» disse lui e Lauren corrugò la fronte non capendo. «È un negozio di giocattoli.»

Sicuro Camila era passata di lì per comprare un giocattolo per la sorella.

Una volta portata a destinazione, pagò il conducente ed entrò dentro il negozio. «Salve.» disse.

«Buon pomeriggio. Desidera?»

«No, nulla...» iniziò a dire Lauren. «Anzi, forse sì.»

«Prego, mi dica.» sorrise la donna in modo accogliente e Lauren si guardò intorno.
«Un peluche.» disse. «Mi piacerebbe vederli.»

Lauren venne accompagnata lungo il negozio, la donna le mostrò tantissimi pupazzi di ogni forma. «Prego, ci sono questi.» indicò quelli piccoli. «Che costano sui quindici euro.»

«Mi piacerebbe medio.» disse sforzandosi.
«Quelli medi partono dai quaranta euro in su.» disse lei e li indicò. «Hai tanta scelta, ti lascio da sola.»

DURANTE IL VIAGGIO IN TAXI...

«Sei molto carina.» disse l'uomo e Camila sbuffò.
«Manca tanto?»

gli occhi marroni di Camila lessero un cartello. Senza farsi vedere mandò subito un messaggio a Lauren dicendole il luogo in cui si trovava.

Una volta che il tassista voltò con la macchina, si addentrò in un vicolo cieco. «Scusi, ma questo non è l'hotel Four Seasons.» disse Camila aprendo gli occhi.
«Oh, scusami, sono davvero sbadato.» disse mentre lui si avvicinava da lei.

AL STRATAGEMMA...

Il telefono di Lauren vibrò subito, dopo aver preso il peluche a forma di mucca, andò a pagarlo. Non se lo fece mettere in una busta, andava così di fretta che lasciò il resto di trenta euro al negozio.

Grazie alle informazioni di Camila, si fece portare da un taxi fino al punto in cui le era stato riferito. Dopo essere scesa dal taxi, pagò un'altra volta e si addentrò dentro la via, cercando Camila disperatamente.

Dopo aver notato un vicolo cieco, vide una macchina muoversi leggermente. La ragazza non si scoraggiò, anzi, decise di entrare dentro il vicolo e di aprire con forza lo sportello dei sedili posteriori.

Camila era quasi del tutto svestita, dopo che Lauren poggiò il peluche sulla macchina, decise di prendere l'uomo per la giacca e di portarlo fuori da lì. Dopo avergli fatto lo sgambetto, Lauren lo prese per il colletto e lo guardò. Era seduta sulla sua pancia, il suo sguardo lo stava uccidendo.

«Levati.» disse l'uomo e Lauren gli diede uno schiaffo abbastanza forte, con tanto di anelli.
«Come scusa?» Jauregui si alzò e senza dargli scampo, lo sbatté al muro.
«Ugh, stronza.» disse lui.

Camila dentro la macchina chiamò i carabinieri che intervennero subito. Dopo il casino, l'uomo venne portato via e Lauren si precipitò da Camila facendola sedere sui sedili della macchina che avrebbero ritirato in seguito.

«Shottina.» disse Lauren cercando l'attenzione di Camila che piangeva e tremava. «Hey.» disse accarezzandole il viso.

«Oh, Lauren.» Camila riprese il suo pianto, la grande la coccolò a sé, sorridendo un po' anche se stava soffrendo anche lei.
«Va tutto bene.»

«Ho avuto tantissima paura...» disse tra le lacrime e Jauregui annuì un po'.
«Ti ha fatto qualcosa?» chiese e la piccola ragazza annuì quasi timidamente.
«Mi ha picchiata... Ha detto che mi voleva scopare.» disse piangendo ai ricordi.

«Di certo non ti farai scopare da uno come lui, o no?» chiese e Camila sorrise un po', Lauren si sentii grata di quel sorriso.
«Tieni.»

Lauren da sopra la macchina prese il peluche e glielo diede. «Ti stavo cercando e pensavo che una mucca ti sarebbe piaciuta.»

«Il mio pigiama è quello di una mucca.»

«Ciao, Camoola.» scherzò e Camila rise.
«Portami in hotel.» disse Camila reggendosi i vestiti. «Ho anch'io qualcosa da mostrarti.» disse dolcemente e Lauren la guardò con stupore.
«Cosa?» chiese curiosa mentre le asciugava le lacrime.

«Buon compleanno.» disse Camila e le diede la busta contenente le tre scatole dei puzzle. «Sono ognuno da cinquecento pezzi.» disse. «Spero ti piacciano...»

«Mi piacciono i puzzle.» sorrise Lauren mentre guardava le tre scatole. «Re Leone?»

«Sì, ho pensato... Visto che ti ho comprato il peluche di Nala, ho pensato che sarebbe stato carino riallacciare regalandoti i puzzle.» disse timida. «Inizialmente ne volevo prendere uno, ma siccome ero incasinata con l'italiano volevo subito lasciare il posto.» ammise imbarazzata e Lauren rise forte.

«Sei unica. Grazie.» le diede un bacio sulla fronte. «Ora torniamo a casa.» disse prendendo una giacchina di cinquecento dollari dalla sua borsa per poi metterla sulle spalle di Camila. «Non voglio che ti vedano così.»

Camila prese la mucca e con Lauren chiamò un altro taxi. Una volta prese, andarono di nuovo all'hotel Four Seasons.

Lauren era davvero felice di stare vicino a Camila, quest'ultima manteneva la mucca con fare possessivo. «Ti piace?»

«Abbastanza...» disse sussurrando.
«Quando torniamo dall'uscita, vorrei venire in camera tua per giocare un po' con il puzzle.»

Quell'affermazione rendeva Lauren come una bambina, dopo che le due si divisero, ognuna entrò nella propria camera.

Dinah Jane udì come la porta della stanza accanto si chiuse, quindi decise di fare intrusione nella camera.

«Ciao, Chancho.» sorrise Dinah, Camila era un po' giù, si stava togliendo i vestiti.
«Devi bussare.» disse Cabello e Dinah annuì.
«Scusami, ma ho sentito delle voci e quindi...»

«Mh.»

«Che è successo?» chiese Dinah mettendosi seduta sul morbido materasso.
«Casino, mi stavano per violentare.»

«Cosa?»

«Ho subito violenze, mi fa male tutto.» disse Camila spostandosi la roba dalla pancia mostrando già come alcuni lividi stessero prendendo colore.
«Meglio che ti porti da qualche parte per farti visitare, Mila.» disse Dinah ma lei negò.
«Va bene, devo lavarmi adesso, tra in po' devo uscire con Lauren.»

Dinah annuì dolcemente. «A domani quindi?»

«Non so, magari anche sta notte possiamo vederci. Lauren verrà da me, in camera. Vorrebbe fare il puzzle.»

«Con te?» chiese con espressione maliziosa e Camila si schiaffò la mano sulla fronte.
«Sì, con me!»

«Con te, con te, con te?» la guardò.

«Con me.»

Dopo che Camila allontanò la sua migliore amica fuori dalla porta, andò nel bagno. La vasca era al centro, mentre le pareti erano colorate di un verde acqua. Una finestra era sempre presente.

Camila, dopo aver riempito la vasca, si tolse l'intimo ed entrò dentro. Nonostante fossero in estate, Camila amava lavarsi con l'acqua calda. I suoi occhi si chiusero, le labbra si schiusero e i pensieri iniziarono a vagare senza un domani.

Lauren era così disponibile con lei, amava veramente tanto quella ragazza, amava la sua storia, tutto.

Sapeva che sarebbe dovuta andare incontro a Keana Issartel, ma sperava anche che Lauren un giorno, anche se lontano, riuscisse a ricambiare i suoi sentimenti, Camila lo sperava.

Lo sperava davvero.

OH YEYEYEYEYE

NON SONO SPARITA ED ECCOMI PIÙ ATTIVA CHE MAI.

SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, PER DARE UN SEGNO DI VITA LASCIATE UN VOTO O UN COMMENTOOO.

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