Capitolo dieci. - "Ricordi."
Lauren era pronta per rivivere quei ricordi. Attendeva con ansia la risposta di Camila, i suoi occhi marroni la guardarono con tenerezza. «Va bene.» disse piano e Lauren strinse dolcemente le mani di Camila, felice.
«Però, andiamo di là, così saremo comode.» disse Camila indicando la panchina più avanti.
«Va bene.» annuì Lauren per poi essere trascinata via.
Mentre camminavano verso la panchina, Camila aprì bocca e guardò la maggiore che non vedeva l'ora di sapere quale passato avesse trascorso.
«Lauren, io ti racconterò tutto ciò che ricordo. Solo che vorrei capire cosa mi nascondi tu, capisci?» chiese sedendosi e Lauren la seguì con un po' di insicurezza.
«Camila.» sussurrò Lauren ma qualcosa le disse che doveva dire ciò che aveva passato.
«Sì.» disse finalmente e Camila annuì dolcemente per poi darle un bacio sulla guancia. Lauren non aveva mai ricevuto un bacio così bello.
«Il nostro primo incontro, è stato quindici anni fa.» disse Camila sorridendo alla maggiore che iniziò ad ascoltarla con interesse e attenzione. «In un locale dove avevamo preso la pizza. La nostra prima pizza a Los Angeles.»
«Quindi, sicuramente era una pizza fake, no?» chiese Lauren ricordando le precedenti parole di Camila.
«Sì, pizza fake.» rise. «Ricordo che mi ero avvicinata a te che stavi giocando con delle macchinine.»
«Mi piacevano le Porsche da piccola, le amavo. Ora posso permettermi di averne quante ne voglio.» disse con soddisfazione e Camila sospirò sorridendo.
«Lo so.» disse.
«Avevo dei giocattoli, ricordo.» disse Lauren.
«Avevi una bambola. La mia bambola.» iniziò Camila. «La sera in cui ti ho vista per la prima volta, ricordo che tu mi dessi la Porsche e io in cambio, ti diedi la mia bambola.»
«La tua bambola.» disse tenendolo a mente. «Capisco.» disse. «Mia madre mi tolse tutto, avevo un unicorno, la bambola e un peluche, Nala.» disse Lauren guardandola. «Mi portò via tutto.»
«Nala?» chiese Camila. «Il leoncino che ti avevo regalato per il tuo diciottesimo?» chiese con certezza.
«Sì, quello.» sussurrò Lauren. «Ho sofferto così tanto, ma ti prego. Continua.»
«Ci siamo separate, tu eri tornata con i tuoi genitori. Ricordo che avevi un carattere tosto, mi stavi antipatica.» ammise Camila accarezzandole la guancia. «Ma non appena le mie orecchie udirono le tue storie perché volevi restare, il mio cuore si scaldò.»
«Davvero?»
«Non avevo nessuno, con me. Eri la prima bambina che vidi una volta arrivata a Los Angeles.» disse Camila e Lauren sospirò profondamente.
Cadde il silenzio.
«Ci siamo viste due settimane dopo.» disse la minore. «Al parco.» spiegò. «Questo.» disse precisa.
«Questo parco.» ripeté Lauren toccandosi la tempia. «Capisco...»
«Qui mi avevi difesa da dei ragazzi, ora non so dove siano.» sospirò. «Ti avevano ridotta veramente male.» disse con dolore al ricordo.
«Questa... Cicatrice, quindi... Insomma.»
«Sì, Lauren. Quella cicatrice dimostra che ti sei "sacrificata" per me, quel giorno. Hai avuto tanto coraggio, avevi solo cinque anni.»
«Poi?»
«Poi niente. abbiamo smesso di vederci, fino al giorno del tuo compleanno. Eri fidanzata.» le ricordò Camila e Lauren annuì.
«Con Luis Santos.» disse.
«Penso che sia finito qui.» disse Camila non ricordando altro. «Ora spiegami cosa ti succede.»
«Non dirlo a nessuno, scimmietta.» disse Lauren mentre la guardava.
«Scimmietta?»
«Prometti che non dirai niente?» chiese Lauren ignorando la domanda di Camila.
«S-sì, prometto.» disse.
«Iniziò tutto da mia madre.» iniziò Lauren. «Ero piccola. E la mia mente pensava a qualcosa o meglio, a qualcuno che ora ricordo che quella persona eri tu.»
Camila decise di afferrare le mani di Lauren, stava tremando, aveva paura. «Mia madre capì che qualcosa in me non andava. Decise così di chiamarmi uno psicologo personale.»
«Uno psicologo personale?» disse incredula.
«Sì... Ma ti prego. Non dirlo a nessuno, ho vergogna, mi sento... Male.»
«Non lo dirò a nessuno, te l'ho promesso.»
«Adam Lucker, il mio psicologo, riuscì a manipolare la mia mente quand'ero piccola, facendomi dimenticare di te.»
Camila si poggiò a lei per farsi coccolare un po'. «Tutta colpa di tua madre, no?» chiese Camila con dolore.
«Già, non so il motivo del perché abbia chiamato uno psicologo per me.» sussurrò. «So solo che odia vedermi con delle ragazze.»
«Perché?»
«Perché è completamente fissata, secondo lei, due persone dello stesso sesso non si devono amare. È sbagliato.»
«Lo pensi anche tu?» la guardò Camila e Lauren rimase in silenzio.
«No.»
«E allora perché continui ad aver certe reazioni?» chiese Camila e Lauren si poggiò una mano sulla fronte.
«Perché... Perché continuo a sentire le sue parole.»
Lauren si sentiva come se stesse dentro una bolla, si sentiva così sporca, triste e bloccata.
«Continuano a dirmi che il giusto è tra una coppia del sesso opposto. Vorrei andarle contro. Dirle che non è vero.»
«Però, continui a starti zitta, eh?» la guardò Camila accarezzandole il viso e Lauren sospirò al suo tocco.
«Sì. Sono solo un coniglio che ha paura di essere sbranata.»
«Non dovresti.» sorrise Camila. «Dopo la "relazione" con Austin Mahone dissi ai miei genitori di essere gay.» iniziò Camila e Lauren rimase ad ascoltarla.
«Dissi la verità, ovvero che per lui non provai niente. Ero così impanicata, ma i miei genitori mi sorrisero. Mi volevano bene lo stesso.»
«Immagino che sia davvero bello essere amati dai propri genitori.» sorrise leggermente Lauren. «Mi dispiace per tutto quello che ti è successo con Mahone.»
«Non preoccuparti.» disse Camila abbassando la testa. «È acqua passata.»
«Lo so, però, non l'hai passata bene.» questa volta era Lauren a poggiare la mano sul suo viso. «Sei una ragazza forte.»
«Mi fanno piacere queste tue parole.» sorrise Camila ampiamente. «Grazie.» disse.
«Sai, credo che questa cicatrice stia iniziando a piacermi.» sorrise Lauren.
«Ti sta bene.» disse Camila toccando il naso di Lauren dolcemente che subito arricciò.
«Dopotutto avevo difeso una bambina bellissima.» disse fiera e Camila rise forte.
«Riuscirai a scappare dalle grinfie di tua madre.» disse Camila tornando seria dopo un po'.
«Quella donna purtroppo sarà presente nella mia vita fino al resto dei suoi giorni.»
«Lo so, credo di poterlo immaginare.» disse. «Vorrei aiutarti.»
«Non c'entri niente, insomma, è una questione che devo controllare io.» disse Lauren seria.
«Lo so.» la guardò Camila. «Senti, che ne dici di alzarci un pochino? Magari andiamo a farci un giretto per il parco, poi torniamo a casa.»
«Perché non vieni un po' da me?» chiese Lauren e Camila negò. «Dai, andiamo. Sono da sola in camera.» insistette Lauren e Camila sospirò cedendo.
«Va bene.»
Le due ragazze si alzarono e andarono in giro per il parco. Le loro camminate erano lente in modo da poter studiare ogni dettaglio che offriva quel posto. «È veramente bello. Sono cambiate alcune cose, ma il resto è totalmente uguale a prima.»
«Mh.» mugolò Lauren.
Gli occhi verdi vennero attirati da una rosa che spuntata in mezzo ai cespugli. Il colore del fiore dava la tonalità di un rosa pastello.
Lauren lasciò Camila per un attimo e andò verso il cespuglio per poi raccogliere la rosa. Le spine punsero le dita della maggiore facendo uscire leggermente sangue. Dopo essersi ingegnata per togliere tutte le spine si mise la rosa dietro la schiena e camminò verso di lei.
«Ma che fai?»
«Nulla di che, volevo farti un regalo.» disse Lauren tirando fuori la rosa senza spine. «Ti piace?»
«Oh, ma è un pensiero carino.» disse Camila prendendola per poi sentirne l'odore. «Ha anche un buon profumo.»
«Hai un fazzoletto?» chiese Lauren distruggendo quel momento che si era creato tra le due.
«Ehm, sì.» disse Camila rovistando nella sua borsa. «Ecco.» le diede un fazzoletto.
La maggiore iniziò a pulirsi le mani dal sangue. «Ti sei fatta male?»
«No, è solo un po' di sangue.» disse Lauren guardandola. «Tranquilla. Ti piace?»
«Sì, abbastanza. Mi dispiace per le tue mani.»
«Stai tranquilla non è un problema.» disse Lauren.
Le due ragazze ripresero a camminare, Camila avvicinò la mano a quella di Lauren e la strinse dolcemente, la maggiore ricambiò allo stesso modo. «Si sta bene, è una bella giornata.» sussurrò Lauren mentre camminava.
«Non parlare, magari piove.» disse Camila e Lauren roteò gli occhi. «Non vedo l'ora di mangiare la vera pizza.» disse Camila emozionata.
«Oh, ma che vuoi che sia!» disse Lauren ridendo.
Dopo un po' andarono fuori dal parco, Camila chiamò Denny che passò a prenderle. Ci vollero alcuni minuti d'attesa.
Dopo un po', l'uomo arrivò e suonò il clacson per farsi riconoscere nonostante non ci fossero macchine nei paraggi.
Lauren e Camila andarono verso il veicolo e salirono al suo interno. Camila con la mano destra teneva la rosa, mentre con la sinistra stringeva la mano di Lauren.
«Portaci al The Beverly Hills Hotel.» ordinò Lauren e la macchina riprese a funzionare. La macchina andò verso l'hotel dove era alloggiata Lauren.
Le due scesero ed andarono dritte nella stanza della maggiore. «Che vuoi fare?» chiese Lauren mentre si toglieva il suo vestito da 25.000 dollari.
«Che fai?» chiese Camila arrossendo.
«Mi cambio, no?» rise Lauren. «Vuoi metterti qualcosa di comodo? Posso cederti qualcosa.» disse Lauren sorridendo.
«Magari, però mi cambio in bagno.» disse Camila con le gote ancora rosse.
«Oh, certo.» disse Lauren capendo il disagio di Camila.
La ragazza le aveva prestato una maglietta dei Pink Floyd e dei pantaloni neri larghi. «Spero che ti stiano.»
«Vedrò di arrangiarmi. Ah, ho bisogno di una mano. Potresti abbassarmi la cerniera?» chiese Camila dando le spalle a Lauren, la maggiore le abbassò la cerniera facendo sì che la schiena si scoprisse.
«Grazie.» disse Camila e Lauren rimase con il fiato sospeso.
«Prego.»
La ragazza entrò nel bagno in modo da cambiarsi. La cubana si tolse il vestito facendolo cadere lungo il suo corpo.
Il suo fisico latino era perfetto, coperto dal tessuto nero dell'intimo.
La ragazza si mise la maglietta dei Pink Floyd che era abbastanza larga e lunga. "«Vedo che Lauren ama gli abiti due taglie in più.»" rise Camila al pensiero.
Dopo essersi messa i pantaloni larghi decise di mettersi una cintura in modo da non farli scivolare via. Dopo un po' tornò e vide Lauren stesa sul letto.
Indossava solo una maglietta, bianca. «Ciao.» disse Camila e Lauren alzò la testa.
«Eccoti qui.»
«Uhm, dove lo metto il vestito? Non vorrei che si frustasse.» si guardò intorno, Jauregui si alzò e prese il vestito per poi metterlo su un appendi abiti.
«Grazie.» sorrise Camila e Lauren le mise un braccio attorno al collo.
«Figurati.» le baciò la tempia. «Ti stanno bene i miei vestiti.»
«Modestamente.» disse Camila guardando Lauren in modo che i loro nasi si scontrassero. Lauren sospirò, il suo alito caldo si scontrò sulle labbra della minore.
«Beh, cosa vorresti fare?» chiese Camila guardandola dritta negli occhi. Lauren girò la testa e guardò il muro.
«Non so. Guardiamo un po' di televisione?»
Camila la guardò, sperava in qualcosa di più. «Ehm, okay... Dove ci mettiamo?»
«Sul letto.» disse Lauren guardandola, per poi andare a sedersi sul letto. Camila la seguì a ruota e si mise vicino a lei, Lauren, con il telecomando accese la televisione per poi selezionare un canale che stava trasmettendo Orange Is The New Black.
«Mi annoio.» disse Camila a una certa.
«Mi trovi noiosa?» chiese Lauren.
«No, non ho detto questo.»
«Ti annoiano le mie abitudini...» disse Lauren sentendosi in colpa. «Forse è meglio che lasciassimo perdere la televisione.» disse prendendo il telecomando per spegnere la televisione ma Camila la fermò.
«No, hey. Non spegnere.» disse Camila guardandola. «Non mi annoiano le tue abitudini.»
«Però hai comunque detto che ti annoiavi.» la guardò Lauren per poi stendersi sul letto. Camila fece lo stesso.
«Preferisco guardare altro.» disse Camila.
«Allora dimmi cosa che cambio canale.» disse Lauren prendendo il telecomando nuovamente.
«Non voglio guardare la televisione, Lauren.»
«Andiamo fuori?»
«Ma quanto sei stupida?» ringhiò Camila e Lauren si morse il labbro inferiore. «Vorrei guardare solo te.» disse Camila. «Nessuna serie TV, non voglio stare all'aria aperta. Voglio solo guardarti.»
«Tra poco dovrei iniziare a truccarmi.» iniziò Lauren negando completamente il discorso sentimentale di Camila la quale iniziò ad innervosirsi. «Vuoi essere la mia cavia?»
«La tua cavia?» la guardò Camila non capendo.
«Ti trucco. Poi andiamo di nuovo a quel ristorante.» sorrise Lauren accarezzandole la mano. «Così di conseguenza andremo in una discoteca.»
«Ah, beh... Come vuoi, Lauren.» disse Camila.
Le ore passarono, rapidamente. Camila era seduta sul letto e Lauren era accomodata sulle gambe della minore.
«Non voglio essere truccata pesante, Lauren.» disse Camila guardandola e Lauren negò con la testa.
«Tranquilla, non preoccuparti.»
«Mh, mi fido di te.» disse Camila e Lauren iniziò a truccarla con tenerezza e delicatezza.
«Hai dei bei lineamenti.» disse Lauren e Camila fece una smorfia in modo da far ridere la maggiore.
«E sei simpatica, tanto simpatica.» aggiunse mentre passava il fondotinta sul suo viso.
«Mh, davvero?» chiese mentre si faceva truccare.
«Già, non so. Ho pochi amici, anzi, consideriamo che non ne ho proprio.» rise. «Però con te sto veramente bene.»
«Mi fa piacere, ci speravo. Sentirtelo dire mi fa essere fiera.» ammise Camila e Lauren sorrise.
«Sei una ragazza unica, Karla.»
«Non mi chiamavi così da un po'.» disse Camila.
«Da quindici anni.» sussurrò ricordando. Lauren intanto iniziò a metterle il mascara.
«Non voglio l'eyeliner.» la guardò Camila.
«Va bene.» disse Lauren prendendosi cura delle sue ciglia.
Nella stanza, cadde un silenzio piacevole, per niente imbarazzante. Lo sguardo verde di Lauren era completamente impresso in quello marrone della ragazza più piccola.
«Amo i tuoi occhi.» si lasciò scappare dalle labbra Camila.
«Davvero? Perché?»
«Perché sono unici.» Cabello allontanò il viso dal suo e la guardò.
«Ti sbagli. Non sono unici.»
«Perché?»
«Chiunque può avere gli occhi verdi.» sorrise Lauren.
«Non come i tuoi.»
«Cosa vedi di così tanto bello?» la guardò e Camila sorrise.
«Sono gli occhi che ho sempre amato sin da quando ero bambina.» la guardò.
«Mi fa piacere che ti piacciano. Un giorno vorrei vedere una tua foto da piccola.» sorrise Lauren mentre chiudeva il mascara. «Ti sta bene il trucco leggero.»
«Che rossetti hai?» chiese Camila e Lauren si mise una mano tra i capelli.
«Scuri.»
«Solo scuri? Nemmeno un rosso?»
«Bordeaux.» ci pensò Lauren e Camila negò con la testa. «Ho un viola, nero, bordeaux e marrone.» disse rovistando nel cassetto. «Ah, un rosso, ma non è acceso.»
«Mi va bene il nero.» disse Camila e Lauren la guardò stupita. «Ovviamente scherzo.» rise. «Voglio il marrone.» lo indicò e Lauren tornò da lei in modo da truccarla.
La maggiore passò il rossetto sulle labbra di Camila, le sue labbra si schiusero. «Ti si è aperta la bocca.» sussurrò Camila chiudendogliela.
«Scusa, che maleducata.» la guardò sentendosi nuovamente in colpa.
«Ti piace ciò che fai?»
«Credo di sì.» disse Lauren con leggera insicurezza.
Dopo aver messo il rossetto a Camila, la minore decise di cambiarsi con cura. Lauren si mise un altro vestito, uno da sera, nero dal valore di 30.000 dollari.
Dopo essersi truccata allo stesso modo di Camila, vide la piccola alle sue spalle che non smetteva di sorridere. «Oh, wow. Stai bene.» disse Camila avvicinandosi a lei facendo chiudere la distanza tra loro.
«Non vedo l'ora di andare alla discoteca, ho davvero bisogno di svagarmi.»
«Lo immagino, dai, ci andremo.» sorrise Lauren facendo che il suo indice toccasse il naso della piccola cubana.
«Smettila.» disse arricciandolo.
«Mi piace quando lo fai.» sorrise Lauren involontariamente.
«Allora dovrò farlo spesso, che ne dici?»
«Forse sì, forse no.» disse Lauren facendo la vaga.
«Ho mandato un messaggio a Denny, arriverà a momenti.»
«Va bene, perfetto.» disse Lauren. «Iniziamo a scendere.» la guardò e andò fuori. Camila la seguì.
Lauren chiuse la porta a chiave, andò verso l'ascensore quando vide suo padre. «Oh, Lauren.» disse lui contento.
«Papà.» lo salutò lei.
«Dove vai di bello?» chiese e Jauregui arrossì un po'.
«Vado a cena fuori con Camila, poi andremo in un locale per svagarci.»
«Se ti vedesse tua madre, impazzirebbe.» notò lui e Lauren roteò gli occhi. «Beh, buona serata.» disse Mike andandosene nella sua stanza.
Lauren e Camila portarono le chiavi alla reception per poi andarsene via. La macchina lussuosa guidata da Denny era fuori.
La macchina, come questa mattina, si diresse verso la Bottega Louie. Non vedeva l'ora di far assaggiare la pizza a Camila, quella vera.
09:00 P.M., ALLA BOTTEGA LOUIE...
«Cazzo, Lauren.» disse Camila elettrizzata. «Non vedo l'ora.» disse.
«Come vuoi la pizza?»
«Mh, penso con würstel e patatine.» disse battendo le mani. «Tu invece?»
«Io la prendo frutti di mare, come sempre.»
«Non pensavo ti piacesse il pesce.» disse Camila stupita.
«E invece.» sorrise.
Alcuni minuti dopo l'ordinazione, le pizze arrivarono ai tavoli. Lauren chiese una bottiglia di Mersault "Clos de la Barre" del 2013. «Bevi anche tu?» chiese a Camila e lei annuì.
«Sì.»
«Perfetto, allora non ci sono problemi.» sorrise Lauren.
Dopo che il cameriere servì il vino alle due donne, si allontanò augurando un timido "buon appetito".
«Sicuro quel cameriere è un novellino.» notò Lauren e sorrise mentre tagliava la pizza.
«Che male c'è?»
«Oh, nessuno.» alzò la testa.
«Ma che dici, dovrei mangiarla con le mani o con le posate?»
«Cosa?» la guardò Lauren fermandosi dal tagliare.
«La pizza, ovvio.»
«Ah, beh... Con le mani?»
«Va bene.» disse Camila tagliando la pizza in quattro parti, iniziò a mangiare. Lauren fece lo stesso.
Gli occhi di Camila brillarono non appena assaggiò la pizza. «È buonissima.» disse e Lauren ridacchiò.
«Sono contenta che ti piaccia.» disse la maggiore ingerendo il pezzo di pizza.
«Voglio fare cin-cin.» disse Camila prendendo il bicchiere da vino.
«Va bene.» fece lo stesso Lauren alzando leggermente il bicchiere per poi farlo scontrare con quello di Camila.
«A noi.» sussurrò Camila.
«A noi.» ripeté Lauren per poi bere.
Le due ragazze mangiarono le pizze, Camila mise un paio di patatine sulla pizza di Lauren. «Certo che le patatine su una pizza condita con del pesce, non è il massimo.»
«Mangia su.» disse Camila e Lauren sospirò mangiando.
Dopo una lunga conversazione, le ragazze andarono a pagare. Come al solito, Camila non pagò.
«Hai pagato altri duecento cinquanta dollari.» disse Camila rimproverandola.
«E quindi?»
«E quindi dovresti far pagare anche me.» disse mentre usciva dal locale di lusso.
«Ma va, stai zitta.» disse Lauren ridendo.
«Sei prepotente.»
«Okay.» disse mettendola a tacere. Le due ragazze salirono nuovamente sulla limousine.
«Dove vi porto, ora?»
«Al Exchange LA, grazie.» disse Lauren e Camila la guardò maliziosamente.
«Va bene.»
La macchina andò verso il locale, c'era un casino madornale. Dopo aver pagato l'ingresso, le due ragazze entrarono.
Vennero accolte da una grande pista. Il pavimento era colorato di rosso. Le mani delle due erano intrecciate, non volevano perdersi nella folla. «Lauren, stammi vicino.» disse Camila.
«Tranquilla.»
L'atmosfera era troppo calda, sia per l'eccitazione che per la troppa folla piazzata lì in mezzo.
Le orecchie di Lauren furono invase da "Pour It Up" di Rihanna.
«Andiamo al banco?» chiese Camila tirandola un po'.
«Va bene.» sorrise Lauren andando con lei. Sul muretto del bancone c'erano delle luci al neon viola.
«Mi piace davvero tanto.» disse Camila mentre fermava un barman.
«Dimmi tutto, signorina.»
«Cosa vorresti, Lauren?»
«Non so, un Alexander!» disse Lauren e Camila rise.
«Due Alexander, grazie.»
Ovviamente il barman fece i due cocktails sotto gli occhi delle due ragazze. Camila osservava come venivano shakerati gli ingredienti.
Dopo averle servite, Camila prese il Martini Glass e ne bevette un sorso. «È buonissimo.»
«Sì, molto.» commentò Lauren anche lei soddisfatta. «È un bel posto, merita tutti i soldi che abbiamo speso.» disse guardandosi intorno.
Camila continuò a bere, Lauren fece lo stesso.
Finito il cocktail, andarono un po' in pista a ballare.
Il modo in cui Camila muoveva i suoi fianchi latini, era impagabile. Lauren rimase a guardarla per tutto il tempo. La cubana si avvicinò a lei.
«Ti muovi bene.» disse Lauren mentre ballava.
«Metti le mani qui.» disse Camila prendendo le mani di Lauren per poi farle poggiare sui fianchi.
Lauren strinse la presa, Camila decise di azzerare le distanze tra i due corpi femminili.
«Mi piace questa vicinanza tra noi.» disse Camila all'orecchio di Lauren.
«Come ti fa sentire?» chiese Lauren mentre Camila muoveva il suo corpo a ritmo di musica.
«Non so, tua?»
«Capisco.» le mani di Lauren vagarono per tutta la sua schiena. Senza andare oltre.
Camila si muoveva davvero bene, Lauren non poté fare altro che rimanere a bruciare. Il suo corpo stava bruciando.
Stava bruciando per lei.
«Molta gente si sta spostando.» disse Camila notando certe persone, soprattutto uomini, andare verso una stanza che emanava una luce blu. «Andiamo?»
«Come?»
«Andiamo. Abbiamo i braccialetti, possiamo fare di tutto.» disse Camila trascinando Lauren verso quella stanza.
Gli occhi verdi vennero quasi accecati dalla luce al neon blu. Ma non appena vide quattro donne sul palco, con dei pali vicino, sorrise leggermente.
«Lo trovo delizioso, non credi?»
«Beh, lo trovo anch'io.» disse Lauren guardandosi intorno.
Le due ragazze, grazie ad una cameriera, andarono a sedersi in un tavolino. Non volevano stare sotto al palco. «Non saremo sotto al palco ma comunque c'è una bella vista.» disse Camila.
Non le piaceva stare lì. «Sì.» sussurrò Lauren mentre guardava le Strippers muoversi.
Gli occhi di entrambe seguivano quei dollari svolazzanti.
La mano di Camila si sovrappose su quella di Lauren. «Ti piace?»
«Sì.» disse mentre alzava la mano libera per chiamare una cameriera.
«E se un giorno ballassi io per te? In una bella stanza. Dove staremo solo tu ed io.» disse Camila piano e Lauren sentì l'aria mancarle.
«Ditemi.»
«Camila, cosa vuoi prendere?» chiese Lauren questa volta.
«Un Cuba Libre.» ci pensò su.
«Un Between The Sheets e un Cuba Libre, grazie.»
La donna girò i tacchi e andò via dal tavolo sei.
Lauren guardò Camila. «Scusa, dicevi?»
«Niente.» disse Camila stringendo la sua mano.
Dopo un po' arrivò la cameriera servendo le due ragazze. Camila sorrise felice e bevve un sorso del suo cocktail. Lauren la imitò.
«Buono.» commentò.
«Già.» disse giocando con la cannuccia e il ghiaccio.
«Sono molto brave a ballare.» disse la minore rivolgendosi al palco. «Hai mai pensato di farti una stripper?»
«No.»
«Io sì.» ammise senza vergogna.
«Credo che l'alcool ti stia facendo un po' male.»
«Non è un male aprire le gambe.» disse Camila ignorando Lauren. «Mi piacerebbe provarci.» disse. «Con te.»
«Sono etero.» disse Lauren buttando giù un sorso.
«Non lo sei. Sei più gay di me.»
Lauren sbuffò seccata.
Camila decise di concentrarsi nel seguire i balli delle donne. Lauren guardò il profilo della ragazza, intanto avvicinò le labbra alla cannuccia per bere un po' di quel liquido.
Lauren non era molto interessata a quelle mosse sensuali. Il suo sguardo iniziò a vagare per tutti i tavoli. Erano dieci.
Non appena incontrò il tavolo numero otto, i suoi occhi osservarono una figura femminile.
A quanto pare, questa donna la stava guardando da un po' visto che aveva voltato lo sguardo.
Lauren schiuse le labbra, ammirando quella donna da sola, vestita in modo elegante.
Lauren poté osservare quei capelli lunghi e ondulati, non riuscì a capire bene il colore, ma sembrava un castano scuro.
Sul collo pendeva una collana da cui il ciondolo era una perla nera. Le spalle larghe la rendevano estremamente sexy.
Gli occhi sembravano azzurri, Lauren cercava ogni dettaglio. Le labbra erano piuttosto carnose e perfette. Il vestito che indossava era colorato di rosso.
Lauren iniziò a provare un certo desiderio, era una donna davvero bella. Adatta a lei.
La gola di Lauren venne avvolta dal leggero bruciore dell'alcool.
«Lauren.» la chiamò Camila.
«Dimmi.» disse distogliendo lo sguardo.
«Sono stanca, voglio andarmene.»
«Di già?» chiese Lauren mentre beveva il cocktail che piano piano si stava scaldando.
«Sì, vuoi restare?»
«Beh, mi piacerebbe, non sono nemmeno le 02:00 A.M.»
«Allora io vado.» disse Camila alzandosi sbandando un po'.
«Hey, non vai da nessuna parte, non in queste condizioni.» fece lo stesso Lauren.
«Vuoi divertirti? Resta, no.»
«Andiamo.» disse Lauren sospirando, sembrava che Camila fosse già andata.
Lauren e la piccola decisero così di abbandonare il locale. Mentre stavano uscendo si guardò indietro per vedere un'ultima volta quella donna. Quella misteriosa donna incrociò lo sguardo con il suo, facendole un occhiolino.
Mentre tornavano, Camila era poggiata a Lauren mentre diceva cose senza un filo logico. La mente di Lauren invece, era completamente impressa su quella donna.
Chi era codesta meraviglia?
OH YEYEYEYEYE
Beh, spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Come possiamo vedere, c'è stato un incontro, chi sarà mai questa donna misteriosa?
D'ora in poi ci saranno cose poco gradevoli. ⚠️
Per chi non avesse ancora letto, ho pubblicato nuovamente il prologo della mia prima storia, The Aggressive.
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Grazie della pazienza! 🌹
-BeingAsAnHurricane.
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