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Capitolo diciannove. - "Partenza."

Le ragazze avevano visitato tantissimi monumenti a Firenze.
Lauren era riuscita a catturare con la sua macchina fotografica, ogni opera d'arte di quel posto.

Erano in aeroporto. «Sono davvero contenta che voi siate venute qui, a Firenze per il mio compleanno.» parlò Keana Issartel.

Shaun Ross guardava le mani di Lauren e Camila intrecciate. Era contento che finalmente la sua amica avesse trovato un po' di pace.

Veronica stava dietro Keana che sorrideva falsamente davanti alla coppia che stava sorgendo.

Tutti i ragazzi presenti, andarono verso il loro jet privato. Lauren e Camila invece, preferirono aspettare un altro po'. Denny aveva caricato ogni singola valigia all'interno del jet nero dove c'era scritto "Guess" di rosso. La stessa cosa, la fece Freddie ma sul jet "Louis Vuitton".

«Sono veramente sorpresa che sia finito tutto così in fretta.» disse Camila mordendosi il labbro inferiore.
«Lo capisco, anch'io mi sento sorpresa, anche se sono soprattutto triste di doverti dire arrivederci.» sospirò Jauregui.

Camila scosse la testa. «Spero per noi di riuscire in qualche modo a vederci il prima possibile. Mi manchi già...» disse abbattuta.

Lauren si avvicinò di più a lei e le diede un bacio sulla fronte. «Non posso reggere tutto questo. Voglio stare con te.»

Camila negò con la testa. «Sai benissimo che non possiamo. Abbiamo un lavoro importante da svolgere, ne abbiamo già parlato.»

«Lo so... Lo so.» disse Lauren annuendo.
«Lauren.» la chiamò la piccola e quest'ultima le rivolse uno sguardo distrutto.

«Mi chiamerai ogni giorno?» chiese lei prendendole le mani. «Dimmi che troverò una chiamata da parte tua. Anche se persa, non mi interessa. Voglio accertarmi che tu stia bene, ho bisogno di sentirti.» disse Camila con il cuore in mano e Lauren non poté resistere a quella dolcezza che l'abbracciò.
«Cercherò di lasciare dei minuti solo per te. Magari ti chiamo verso sera tardi.»

«Va bene...» disse Camila accarezzandole la guancia.

Freddie guardò Lauren. «Signorina... Temo che sia ora di andare.»

Lauren lo guardò e poi spostò lo sguardo verso di lei. «Beh... Ci sentiamo?»

«Ti mando un messaggio appena metto piede a Los Angeles...» sorrise Camila e porse il mignolo a Lauren che subito lo incastrò al suo.
«Va bene.»

Dopo averle lasciato un lungo e tenero bacio, Lauren seguì Freddie mentre Camila andò con Denny.

Camila decise di mettersi seduta da sola. Alessandro, Dinah e Penny non dissero nulla riguardo al suo comportamento. In realtà, sapevano tante cose.

Dall'altra parte, Lauren fece lo stesso. Solo che Jenny Watwood decise di parlarle. «Allora?»

Lauren non le rispose e si massaggiò la tempia. «Lauren, rispondi.»

«Cosa dovrei rispondere ad un insignificante "allora?", mh?» sputò Lauren e Jenny serrò la mascella.
«Come ti senti ad avermi fatto una cosa del genere?»

«Come ti senti tu ad aver abusato del mio corpo anche quando non volevo?»

Jenny quasi divenne rossa dalla rabbia. «Sai benissimo che è maleducazione rispondere con una domanda. Frequentando Cabello, sei diventata pure maleducata?»

Lauren strinse i denti e si alzò. «Non permetterti un'altra volta a parlare così di Camila, è chiaro?! Non voglio sentir dire altra parola rivolta a lei uscire da quella tua fottuta bocca!» urlò Lauren alterata, puntando il dito contro. «Non azzardarti mai più!» disse fuori di sé.

Jenny si alzò e la guardò con odio. «Non alzare la voce con me.» disse la ragazza dagli occhi azzurri. «Non provare a puntare il dito contro di me.» disse abbassandolo. «Lauren, non sai contro chi ti stai mettendo.»

«È la seconda volta che lo dici. Sono più che sicura che mi sto mettendo contro una bastarda come te. Non meriti nulla di tutto questo, non meriti i miei soldi, non meriti di stare in questo jet privato. Non meriti nemmeno di aver avuto il mio corpo.» disse Lauren. Il suo petto si alzava e abbassava di continuo. Sentiva quasi un infarto.

«Ero la tua fottuta ragazza prima che arrivasse Camila! Quella donna mi ha tolto te.»

«A me non fotte nulla! Jenny non voglio più avere a che fare con te! Tu mi hai distrutto l'esistenza, tu hai approfittato dei miei sentimenti per arrivare ai soldi. Ma una volta arrivati in Francia. Il tuo viaggio finisce.» disse Lauren. Le sue gambe tremavano, Shaun preparò un bicchiere d'acqua per la ragazza dagli occhi verdi.

Jauregui ne bevve un sorso.

«Quindi tu...»

«Sei licenziata.» parlò chiaro.

☕️☕️☕️

«Camila! Eddai, fai un sorriso.» disse Jane.

«No.» disse lei piano con aria abbattuta.
«Dinah, lasciala in pace.» intervenne Alessandro. «Ha dovuto staccarsi dalla ragazza che le piace... È normale che non abbia voglia di "vivere".»

Camila sorrise al ragazzo che l'aveva capita. Lo sbuffare di Dinah si fece sentire più del dovuto. Gli occhi nocciola della bassottina, fulminaro la sua migliore amica.

«Okay, okay.» alzò le mani. «Non ti romperò le palle.» disse rapidamente e Camila accennò un sorriso.

L'aereo era in alto nel cielo. Camila ammirava come l'Italia si rimpiccioliva sempre più. Una volta chiusi gli occhi, si lasciò trasportare dal sonno.

FRANCIA, PARIGI...

«Lauren, non hai dimenticato niente?» chiese Shaun mentre si recava dentro la grande casa di moda.
«A parte la voglia di vivere... Credo niente.» disse piano.

Prima che i due potessero entrare, Jenny guardò Lauren. «Quindi è chiaro che...»

«Sei ancora qui? Mi chiedo con quale coraggio tu riesca a rivolgermi ancora la parola.» disse acida. «Non voglio più vederti e penso di essere stata abbastanza chiara.»

Jenny si guardò intorno. «Okay. Allora mi tocca andare via. È stato un piacere.» disse con odio e se ne andò.

Shaun respirò profondamente. «Sono veramente sconvolto. Non pensavo che... Insomma...»

«Finisse così? Beh, guarda un po' cos'è successo. Non accetto che una persona qualunque parli in quel modo di Camila Cabello. Spero di essere stato chiara.»

Shaun annuì. «Lo so, sei stata chiarissima.» disse lui con tono fermo per poi varcare la porta scorrevole.

Lauren lo seguì con stanchezza, Freddie stava sistemando i bagagli.

Una volta raggiunto l'ascensore, entrarono. Dopo aver pigiato sul bottone che comunicava che quello era l'ultimo piano, aspettarono di salire.

«Grazie a Dio esistono gli ascensori...» disse Ross contento.
«Figurati che un tempo non c'erano nemmeno.» disse Lauren sorridendo. Dalla tasca dei suoi pantaloni, prese il cellulare e inviò un messaggio a Camila dove le diceva che era appena arrivata alla Louis Vuitton.

«Avete passato bel tempo insieme, eh?»

Lauren sorrise. «Sì, ammetto di sì.»

Shaun sorrise. «Buono a sapersi.»

Una volta che l'ascensore si aprì, i due camminarono lungo il corridoio andando verso lo studio di Michael Jauregui. Lauren bussò tre volte come era solita a fare. «Avanti.» rispose a voce maschile.

I due aprirono la porta ed entrarono. «Bentornati!» sorrise Michael alzandosi dalla poltrona di pelle nera. «Mi siete mancati tantissimo.» sorrise avvicinandosi.

I ragazzi lo abbracciarono e sorrisero un po' per via della stanchezza. «Vi siete divertiti?»

«Ammetto di sì. Il compleanno è stato veramente fantastico e Firenze... Beh, era magnifica.» rispose Shaun staccandosi.
«Tu Lauren? Ti sei divertita?»

Lauren annuì un po'. «Shaun. Scusa se te lo chiedo... Puoi lasciarci da soli?»

Il ragazzo abbassò la testa. «Certo.» sorrise e andò via.

«Non ho visto Jenny.» disse l'uomo una volta che la porta venne chiusa.
«Lo so, ho deciso di porre fine al suo lavoro come modella. Jenny non lavorerà più qui.» disse seria.

«Cosa?» spalancò gli occhi lui. «Stai scherzando, vero?»

«Perché dovrei scherzare?»

Michael scosse la testa. «Dovevamo parlarne prima! Non dovevi prendere una decisione del genere da sola.»

«Credo di essere abbastanza grande.» urlò forte Lauren. «Non ho bisogno di dire ogni cosa a te, o a mamma. Sono abbastanza grande per affrontare le cose da sola.» disse Lauren. «Lei mi ha rovinata, ha abusato sempre del mio corpo e voi, non vi siete mai preoccupati di me, se no per mettermi uno sporco psicologico per farmi dimenticare di una ragazza che è diventato il mio più grande amore.» disse stringendo i pugni mentre versava lacrime.

«Non dire così... Sai benissimo che io so-...»

«Che tu sei sempre stato contro tutto questo? E allora perché non l'hai fatto veramente? Perché non ti sei intromesso? Ho sofferto per anni e anni, sotto sedute per dimenticarmi di una bambina che ora è la donna di cui sono veramente innamorata.»

Mike abbassò la testa, dispiaciuto per tutto. Non era stato un padre all'altezza e questo gli dispiaceva tantissimo. Lauren aveva ragione. Lui odiava quell'uomo, ma perché allora non era riuscito a fare nulla?

Che avesse paura?

«Mi dispiace.» disse solo. Lauren sorrise amaramente.
«Solo quello sai dire? Sono davvero... Guarda, non mi esprimo.»

🤧🤧🤧

Lauren salutò Shaun, lei e il padre andarono a casa per salutare Clara e i fratelli.

«Come sta Camila?» cercò di dire lui mentre guidava.
«Non sono affari tuoi.» rispose duramente. «Ora, basta domande. Non voglio sentire nessuno.»

Una volta arrivati, Lauren scese con una busta. Lì dentro c'erano dei souvenir presi a Firenze da regalare a Christophe e Taylor e forse anche a Mike.

Una volta messo il piede dentro la casa, Clara, insieme a Adam, si avvicinarono a loro con un gran sorriso. «Sei ancora qui?» chiese subito Lauren senza nemmeno salutare. «Che ci fai ancora a casa nostra?»

«Faccio compagnia a tua madre.»

«Non mi sembra di averti detto di darmi del tu.»

«A me non sembra che tu sia la regina.» disse lui piano e Clara alzò la mano sorridendo.
«Come stai?»

Lauren sospirò. «Sto bene, tu?»
«Tutto bene, con Jenny? Dov'è?» chiese lei.

Lauren strinse i pugni. «Non stiamo più insieme, l'ho licenziata, d'ora in poi non lavorerà più con noi.» disse Jauregui andando. «Ah, se proprio ti interessa, mi sto frequentando con Camila.»

Dopo le parole della ragazza, quest'ultima percorse le scale di casa per andare in camera dei fratelli. Dopo aver bussato, la porta si aprì e andarono contro Lauren senza nemmeno salutarla.

Un forte abbracciò catturò la maggiore facendola sbandare. «Hey, ragazzi.» sorrise Lauren.
«Sorellona.» sorrisero i due mentre stringevano Lauren.

Lauren Jauregui aveva solo bisogno di quel tenero affetto. Chris e Taylor erano la sua gioia più grande, li amava tantissimo. «Mi siete mancati tanto...» sospirò Lauren. «Come state?»

«Tutto bene ora che ci sei, tu?»

«Tutto bene... Sono solo un po' stanca dal viaggio.» disse lei. «Ma, ho portato una cosa per voi.»

«Uh, oddio! Che hai lì dentro?»

«Ho comprato dei souvenir per voi, ho preso tre palle di neve, scegliete quella che vi piace di più.» disse prendendole dalla busta per poi poggiarle sulla scrivania.

«Io scelgo questa.» disse Taylor prendendo quella con una statua di Dante Alighieri al suo interno.

«L'ho presa alla casa di Dante, quella.» sorrise Lauren.
«Io questa.» disse Chris prendendo quella del Duomo di Firenze.

Lauren sorrise dolcemente. «Allora questa, andrà a papà.» disse sorridendo un po'. Non riusciva ad essere arrabbiata con lui.

«Sei riuscita a girare tutta Firenze?»

«Sì, con Camila.» disse Lauren.
Taylor applaudì.
«Cabello?!»

La più grande annuì. «Proprio così.»

«Io vi adoro.» disse Chris. «Ma...»

«Jenny? Non ci sarà più. L'ho licenziata e ora vi prego, non chiedetemi nulla riguardo a lei.» disse Lauren.

«Va bene.» disse Taylor sospirando.

Chris guardò l'orologio e non appena vide l'orario si spaventò. Prese il suo skateboard. «Ragazze, sono in ritardo devo proprio lasciarvi... Ci vediamo più tardi.» disse lui e dopo aver dato un bacio sulla guancia alle sorelle, andò via.

«Dove va?»

«Ha conosciuto dei ragazzi che non abitano tanto lontano da qui... Ogni sera vanno a fare un po' di skate.» sorrise la più piccola e Lauren sospirò.
«Capisco. Senti, Tay... Vorrei chiederti una cosa che mi ha turbata.»

«Dimmi.»

«Sapresti dirmi per quale motivo, Adam Lucker è con nostra madre? Io pensavo che se ne sarebbe andato alla mia partenza...»

Negli occhi di Taylor ci fu del panico, sapeva che ormai era il caso di svuotare il sacco alla ragazza più grande. «È meglio che ti sieda...»

Lauren la guardò un po' ansiosa, si mise seduta sul letto di Chris mentre non distoglieva gli occhi dalla sorellina. «Cosa do... Dovresti dirmi?»

Taylor si mise seduta vicino a Lauren, le afferrò la mani e abbassò lo sguardo. «Vedi Lauren...»

La maggiore rimase in silenzio.

«La mamma, ha tradito papà. Adam è il suo amante.»

Dopo aver ricevuto la notizia, Lauren abbassò la testa avvolta dalla delusione.

Aveva già parlato di questa cosa con Camila ma mai aveva pensato che fosse realmente così. Le mani di lei, si avvolsero tra i capelli neri. «Da quanto tempo lo sai?» chiese Lauren.
«Da un paio di giorni, non ho voluto mandarti nessun messaggio perché ho preferito che ti divertissi a Firenze.» disse Taylor.

Lauren sorrise al pensiero della sorella e l'avvicinò a sé per abbracciarla teneramente. «Papà?»

«Papà non sa niente di niente, ovvio... Non saprei proprio come dirglielo.» disse Taylor con aria esasperata.

Lauren si mise due dita sulla tempia e pensò all'uomo della sua vita che era incosciente da tutto questo.

Questa famiglia era una sola delusione. Ero delusa dalla donna che mi aveva messa al mondo. Ero delusa del fatto che sicuramente, le colpe sarebbero arrivate a me.

Se solo non avessi incontrato Camila...

🤧🤧🤧

Camila era appena arrivata a destinazioni, Alessandro era sbalordito, guardava i grattacieli di Los Angeles. «Non sono mai stato qui.»

Camila sorrise un po', decise di mandare un messaggio a Lauren dicendole che era arrivata a destinazione. «Oggi dormirai da me, Ale.» disse Camila. «Domani vedremo di prendere una casa dove potrai abitarci da solo.»

Il ragazzo sorrise. «Grazie mille.»

Dinah e Penny avevano lasciato i due da un pezzo, si erano fatte portare direttamente a casa, erano stanche e non avevano tanta voglia di proseguire un minuto di più il cammino.

Dopo aver bussato tre volte alla porta, la madre si decise ad aprire. «Camila» la donna avvolse la figlia tra le sue braccia e sorrise dolcemente. «Finalmente a casa...» sorrise Sinu.

«Kaki!» urlò Sofia e saltò addosso alla sorella facendola quasi cadere.
«Principessa.» sorrise Camila con le lacrime agli occhi mentre accarezzava i capelli della bambina. «Mi sei mancata tantissimo.»

Alessandro stava un po' più indietro di Camila, fece finta di guardare altrove. «E tu?» chiese la donna più grande e il ragazzo la guardò.
«Ciao! Il mio nome è Alessandro Dellisola...»

«Sei il ragazzo di mia figlia e io non ne sapevo niente?» disse alzandosi le maniche che... Non aveva visto che indossava una t-shirt nera a maniche corte.
«No mamma, non è il mio ragazzo. È un amico che ho conosciuto a Firenze.» spiegò rapida. «Non picchiarlo.»

«Ah, okay...» sorrise Sinu. «Sono Sinuhe e sono la madre di Camila.»

«Eh... Non l'avrei mai detto.» disse grattandosi il capo.
«Ma aspetta... Tu che ci fai qui a Los Angeles?» chiese la donna.

«Ale lavorava in una pizzeria a Firenze. Io e Lauren ci siamo andate con la curiosità di provare la loro pizza. Era buona.» disse e il ragazzo sorrise. «Ma non è il fatto per la pizza eh, ho semplicemente visto del potenziale in lui, quindi ho pensato "perché no? Lo assumo come modello".»

«Gli hai dato un'opportunità davvero grande, mija.»

«Mija.» ripeté il ragazzo.
«Ho una domanda, Alessandro.»

«Sì, mi dica.»

«Hai già un posto dove dormire?»

Il ragazzo sorrise. «Sì.»

«Dove?»

«A casa sua.» rispose il ragazzo.

🤠🤠🤠

Dopo aver allontanato Sinu da Alessandro per evitare le eventuali botte, Camila era distesa sul letto e massaggiava con Lauren.

Era piuttosto stanca, aveva tanto sonno. «Stai messaggiando con Lauren?» chiese Alessandro e Camila sospirò poggiandosi il cellulare sul petto.
«Sì e sembra distrutta. Non so cosa sia successo.»

Alessandro guardò la sua nuova amica, nonché il suo capo. «Sarà stanca dal viaggio?»

Scosse la testa. «No, Lauren non si stanca per cose di questo tipo... Credo che sia successo qualcosa nella sua famiglia.»

Alessandro sospirò. «Non se la passa bene... Spero per lei, che non sia pesante.»

«Già...»

Lui le sorrise e Camila ricambiò subito. «Prova a chiamarla, no? Ora che siamo tornati, potete avere la giusta calma che meritate.»

Camila sorrise dolcemente, approvando la proposta del ragazzo. Dopo aver digitato il numero di telefono della ragazza che ormai non era più con lei, si portò l'apparecchio all'orecchio.

Cabello torturava il suo labbro inferiore, nervosa. Aveva paura di non ricevere una risposta da Lauren e che quest'ultima le chiudesse la telefonata in faccia perché magari è troppo impegnata.

Alessandro rimase in silenzio, ancora niente.

Camila si tolse il cellulare dall'orecchio e guardò Alessandro. Prima che potesse chiudere, la voce di Lauren echeggiò nella stanza. «Camila, ci sono.»

Camila sorrise e guardò Alessandro che dolcemente le diceva di portarsi il cellulare all'orecchio. «Vado a dar fastidio a tua madre, se vuoi.»

«Sì, vai.» sorrise dolcemente Camila e Alessandro si alzò e andò fuori per andare a far dialogo con Sinu.

«Ci sei?» chiese Lauren e Camila diede attenzione al cellulare.
«Sì, stavo parlando ad Alessandro... Ci ha lasciate da sole, ha deciso di andare a scocciare mia madre.»

Lauren rimase in silenzio. «Si trova bene lì con te?» chiese, sembrava così triste.
«Sembra di sì, a parte quando è arrivato a casa... Diciamo che appena arrivato a rischiato di ricevere botte da mia madre perché doveva dormire con me.»

La ragazza dietro al cellulare rise. «Immagino Sinu, unica com'è, picchiare un ragazzo altissimo come Ale.» disse Lauren.
«Esatto, è assurdo.» sorrise un po' Camila.

La cubana si alzò e si mise sulla sedia della scrivania, poggiò la schiena sullo schienale e guardò un foglio bianco piazzato davanti. «Dai messaggi ti sento strana, Lauren.» disse prendendo una matita dal tratto leggero.

«Si nota così tanto, Camila?» chiese lei e la ragazza annuì.
«Cosa c'è che non va?» chiese la ragazza.

«Niente... Avevi ragione.» iniziò a dire ma Cabello non riuscì ad afferrare il discorso al volo, quindi decise di chiedere di spiegare.

«Avevi ragione sul fatto che... Mia madre... Adam... Io...»

Lauren iniziò a parlare male, confusa dalle sue idee, il cervello non riusciva ad allacciare le parole alla lingua. «Lauren.» la chiamò Camila. «Piccola.»

«Di...» cercò di dire. «Sono sconvolta, Camila, non me l'aspettavo. Sono distrutta e delusa.»

«Lauren, l'unica cosa che puoi fare, è vivere la tua vita,» disse. «Non puoi continuare a vivere di questo passo.»

La maggiore si mise una mano tra i capelli, non capendo cosa fare né tantomeno cosa rispondere. «Vorrei... Vorrei solo vivere lì, da te.»

Camila sorrise un po', le sue parole riuscivano sempre a strapparle un sorriso dalle labbra. «Anch'io vorrei... Ma sai che...» si morse il labbro. «Non possiamo.» disse seria mentre disegnava un nuovo vestito.

«E perché? Camila, io non posso stare qui, voglio stare con te e basta... Dimmi che lo vuoi anche tu.» disse Lauren ma Camila continuò a lavorare. «Va bene, non... Non mi vorrai sicuro.»

Camila sospirò. «Non è questo il principio, Lauren. Io vorrei starti vicina ma, non ora. Abbiamo tanto da pensare, il lavoro prima di tutto, lo sai.» le ricordò lei e Lauren sospirò con intensità.

«Lo so, purtroppo. Ma dovremo anche pensare un po' a noi.» disse Jauregui.
«A noi abbiamo già pensato in questa settimana di svago, ora devo finire di disegnare a questo vestito che dovrà essere venduto tra cinque giorni.» disse Camila in risposta.

Lauren sorrise amaramente. «Già, hai ragione...» sospirò. «Sai dirmi quando sarà il Guess Fashion Show SS17?»

«Tra non molto, a metà luglio andremo a Las Vegas per sfilare, le mie modelle non stanno più nella pelle e non fanno altro che lavorare per essere all'altezza delle aspettative del pubblico.» spiegò Camila mentre sospirava e appoggiava la schiena. «Mi dovrò interessare ad Alessandro, tra venti giorni dovrà sfilare per promuovere il mio primo abito maschile.»

«Quindi, mi stai dicendo che a sfilata è tra venti giorni?» rimase sorpresa Jauregui. «E me lo dici adesso?»

Camila si morse il labbro e si alzò per poi dirigersi verso un mobiletto che conteneva un frigorifero e un piccolo freezer al suo interno. Una volta aperto, prese la sua bottiglietta di Whisky e del ghiaccio. «Mi era uscito di testa.» disse lei riempiendo il bicchiere a metà di ghiaccio per poi versarci il liquido all'interno.

Lauren, dall'altra parte del cellulare si mangiò le unghie. «Sono in ritardo, sai che significa questo?»
«Lauren, non fai altro che produrre vestiti fantastici e unici, che problema c'è?» chiese Camila mentre si avvicinava il bicchierino alle labbra per poi prendere un sorso.

«Non voglio deluderti. Mi metterò d'impegno.» disse.
«Molto probabilmente, sei invitata al festival, devo ancora parlare con uno dei fratelli Marciano. Ti farò sapere poi, intanto, prepara tre modelli.» disse Camila. «Ho del lavoro da fare, ora.»

Lauren sospirò. «Mi stai dicendo che devo staccare la telefonata?» Camila annuì.
«Esatto.» commentò Cabello con tutta la tranquillità del mondo.

🤧🤧🤧

INTANTO A FIRENZE...

«E pensare che tra non molto si terrà il Guess Fashion Show SS17 a Las Vegas.» disse Keana. «Lauren sarà piuttosto distratta, molto probabilmente andrà dal suo amore.»

«Già.» disse Veronica mentre segnava qualcosa al computer. «Si sono proprio innamorate, vero?» ridacchiò Iglesias non appena vide lo sguardo omicida della Issartel. «Ma senti, e se dovesse saperlo?»

«Cosa? Che Mike è un fottuto cornuto?» alzò il sopracciglio mentre prendeva un sorso del suo caffè.
«Sì...»£

Keana sorrise. «Li faremo cadere in basso, no?» la guardò. «E poi, possiamo mettere anche per iscritto il fatto che Lauren abbia tradito la sua dolce ex metà, Jenny Watwood con la nostra Camila Cabello.»

Veronica si grattò la testa. «Sei davvero sicura di quello che stai facendo? Lauren si incazzerà tantissimo.»
«So come far star zitta quella donna. Ah, io ci aggiungerei anche che Lauren è piena di problemi e che so consulta con lo psicologo Adam Lucker, ovvero l'amante di Clara.»

«È essere senza cuore, questo.» disse Iglesias.
«No, non è mai essere senza cuore. Bisogna semplicemente riferire ciò che succede nella vita della nostra Lauren.» disse finendo il caffè per poi accartocciare il bicchierino di carta con la mano destra. «Ma se tu la pensi in questo modo, vorrà dire che dovrò cercarmi una segretaria migliore di te.»

«Sai che non puoi licenziarmi.» disse Iglesias alzandosi.
«Lo so, io ti dò il lavoro e tu il corpo, lo so benissimo.» ringhiò Issartel.

«Tra non molto, Zayn farà sfilare le sue modelle sulle passerelle di Parigi, dici che Lauren ci sarà?» cambiò argomento Veronica.

«Sì, sai come sono amici.» le rispose Keana. «Quindi, sì, Lauren sarà lì.»
«Va bene.»

A LOS ANGELES...

«Non pensavo che ti stessi dando all'alcool.» disse Dinah sorridendo.

«Per favore.» disse Camila con serietà mentre reggeva il secondo bicchierino. «Non mi sto dando all'alcool, sentivo solo il bisogno di bere un po', tutto qui.»

Dinah annuì e poggiò una mano sulla spalla della cubana. «Stai bene?»

Camila annuì un po', anche se insicura. «Non so dirti, sinceramente.»

La polinesiana la guardò con tenerezza. «Ti manca già?» le chiese lei e Camila sospirò.
«Per favore, non voglio parlarne, mi manca ma non possiamo stare sempre insieme.»

«Ci credo che ti manca... Tutte quelle notti passate insieme...» disse Jane facendo la vaga, Camila le diede un colpo alla spalla facendola ridere forte.
«Mi manca anche per le giornate passate insieme, non solo per le volte in cui facevamo sesso sfrenato.» disse Camila.

«Avete fatto... Avete fatto sesso?! Cosa? Davvero?» chiese Dinah completamente sconvolta. Camila, ovviamente, alzò le spalle impassibile.
«Già, abbiamo scopato.»

«Oh-mio-dio.» urlò lei. «Caspita, ci va piano?»

«Di solito, la fotto io.» disse Camila senza badare al suo linguaggio.
«Karla Camila Cabello, ti adoro.» disse Dinah con enfasi.

La porta bussò. «Avanti.» disse Camila mettendosi composta sulla sedia di camera sua.
«Disturbo?» chiese Alessandro dopo aver aperto la porta, le ragazze negarono.

«Un bel ragazzo come te, non disturba mai.» sorrise Hansen e Camila ridacchiò.
«Dinah, sempre la solita. Nel jet mi hai fatto una testa tanta.» disse il ragazzo ridendo.

«Dimmi, Alessandro.» disse Camila interrompendo il momento di gioco tra i due.

«Camila, mi stavo chiedendo quando potessi iniziare ad esercitarmi sulla passerella.» disse lui. «So che il Guess Fashion Show SS17, si terrà a breve.»

«Tra poco inizierò a realizzare un completo solo per te, dovrai essere un gioiellino.» disse lei.

«Va bene.» annuì lui.

«Domani andremo a fare le delle prove, che dici?» lo guardò lei.

«Va bene, perfetto.» rispose lui.

OH YEYEYEYEYE

AVVISO IMPORTANTE

Dopo questo capitolo, la storia continuerà! Abbiate pazienza, al prossimo aggiornamento!

-BeingAsAnHurricane.

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