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Ho capito di amarti

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"Bene, abbiamo finito!"
Bastò quell'avviso da parte di un cameramen e Francesco si sfiondò su Tommaso per abbracciarlo.
"Sei stato fantastico anche stasera, Tommy".
"Grazie, Francy", mormorò mentre si godeva le sue coccole, ancora incredulo, come ogni volta che concludeva le registrazioni del suo late show.
Era un sogno che diventava realtà, stava avendo ascolti assurdi che non credeva avrebbe raggiunto così presto ed ospiti fantastici, oltre ad Oppini ed Andrea Zelletta, che erano i suoi compagni di avventura fissi. Quando riusciva a convincerla, partecipava anche Stefania, come quella sera, e ne uscivano momenti meravigliosi, senza poi considerare le cene di rito che facevano a fine puntata.
"Grande, Tomma'... Anche se ti giuro che non partecipo più se continui a farmi fare "Acqua in brocca", eh", scherzò Zelletta prima di abbracciarlo.
"Ma amore, tanto vai contro Oppini che è più scarso di te", gli fece notare con nonchalance, beccandosi un'occhiataccia dal ragazzo in questione.
"Beh, vorrei vedere te a farlo".
"Io sono il conduttore, mi limito a condurre", rispose, gongolando per quel ruolo che tanto aveva atteso.
"E direi che sei bravissimo a farlo, tesoro", s'intromise Stefania, ancora sporca di schiuma per colpa dell'ultimo gioco che l'aveva vista protagonista.
"Amore, grazie. Tu sì che mi dai soddisfazioni, non come questi due tramoeun", borbottò mentre li indicava con la scaletta.
"Ma se ho rinunciato a 7Gold stasera solo per essere qui!"
"Taci, tanto è sempre colpa tua, Francesco Maria Oppini".
L'uomo sbuffò fra le risate dei suoi amici, prima di lanciare uno sguardo storto a Tommaso, che rise divertito e lo abbracciò.
"Amore, lo sai che scherzo", gli sussurrò all'orecchio, prima di strofinargli il naso contro il collo.
Francesco rabbrividì appena e lo strinse ancora più forte. "Ma per fortuna, direi".
Poi iniziarono ad avvicinarsi anche gli altri concorrenti, così i tre amici lasciarono Tommaso a godersi il calore che si meritava, con la promessa di ritrovarsi, dopo essersi cambiati, fuori dagli studios e decidere in quale ristorante andare per cena.
La scelta ricadde sull'Igibal, un ottimo posto dove mangiare sushi e passare una serata piacevole. Dopo aver chiamato per avere conferma che ci fosse un tavolo ed averlo prenotato si diedero appuntamento, incontrandosi all'ingresso del posto.
Entrarono, si fecero indicare il loro tavolo e, dopo essersi accomodati, ordinarono.
"Tommy, non è che forse hai preso un po' troppe cose per te?", gli fece notare Francesco.
"Amore, il pesce non è mai troppo", rispose con un sorrisetto, facendo scoppiare a ridere i suoi amici. Francesco scosse la testa, a metà fra il divertito e l’esasperato, prima di lasciar cadere il discorso.
Le risate non mancarono per tutta la cena, così come il raccontarsi i loro futuri progetti lavorativi, eppure, lo sguardo di Tommaso era stato più volte rubato dal cellulare e da alcuni continui messaggi che gli arrivavano. Oppini aveva provato, sott'occhio, a sbirciare per capire da parte di chi fossero, ma il suo amico era stato attento a non fargli scoprire niente.
Erano quasi al dolce, quando Tommaso interruppe il discorso di Andrea sulla playlist fantastica che aveva creato per una serata che lo attendeva quel fine settimana, dicendo: "Ragazzi, esco un attimo fuori, devo salutare una persona".
Prese rapidamente il cellulare, indossò il giubbino visto l'insolita serata più fresca di metà settembre e si allontanò.
Francesco lo seguì con lo sguardo, teso come una corda di violino, prima di posare gli occhi verdi prima su Stefania e poi su Andrea, che li evitarono, colpevoli.
"Voi sapete qualcosa, vero?" chiese.
Croccantino sospirò ed annuì.
"Mi dispiace, Fra, ma Tommy ci ha detto di non dire nulla a nessuno".
"Sì, ma io sono un suo amico", obiettò tradito.
"Ma dev'essere lui a parlartene, Francesco. Non mettergli fretta, cerca di capirlo e restagli vicino", gli disse Stefania mettendo una mano sulla sua chiusa a pugno.
Lui si limitò ad annuire. Tutta la gioia e la spensieratezza provate quella sera erano svanite come uno sbuffo di fumo, sostituite da una morsa allo stomaco, frustrazione e forse un pizzico di rabbia. Perché non gli aveva detto nulla? Sarebbe stato felicissimo per lui, gli sarebbe stato vicino e lo avrebbe capito, perché era giusto che si rifacesse una vita dopo l'amore provato per lui. I suoi amici provarono a distrarlo, Stefania gli raccontò di Margot, eppure non servì a nulla. Francesco non riusciva a smettere di guardare verso la porta nella speranza di veder tornare Tommaso, nella testa la domanda che lo assillava continuava a rimbombare prepotente.
“Chi c’è con te adesso, Tommaso?”
I minuti passavano, i dolci erano arrivati, eppure i suoi profitteroles non riuscivano ad attirarlo ed erano ancora tutti nel piatto, mentre il suo sguardo sempre più impaziente e nervoso correva sempre più spesso alla porta, finché non si alzò e annunciò: “Vado fuori a chiamarlo”.
A bloccarlo fu Andrea, che lo prese per un polso e gli disse dolcemente: “Fra, lo faresti infuriare. Credimi, tu che lo conosci meglio di me, sai non è la cosa migliore da fare”.
Si passò una mano sul viso e tornò a sedersi con uno sbuffo.
“Proprio non mi dite con chi?”, tentò un’ultima volta.
“No, Francesco, è giusto che sia lui a farlo”, rispose in tono materno Stefania.
“Ma perché fino ad ora non l’ha fatto?” Diede voce a quel pensiero che lo stava torturando.
“Forse non si sentiva pronto, visto ciò che ha provato per te… E credo che sia anche normale che prima voglia essere sicuro di ciò che sta vivendo”, gli spiegò la donna.
Serrò la mascella, il pugno chiuso, ma alla fine cedette e mangiò in silenzio, sentiva su di lui lo sguardo dei suoi amici, l’espressione di chi la sapesse lunga, di chi si era conto di qualcosa che a lui ancora sfuggiva, e stava quasi per chieder loro di cosa si trattasse, quando finalmente Tommaso rientrò, gli occhi che gli brillavano, le labbra gonfie ed addosso un profumo che non era il suo. La morsa allo stomaco divenne immediatamente più stretta e pensò di essere sul punto di rimettere ogni cosa mangiata quella sera.
“Eccomi. Scusate, ho perso più tempo del previsto”, disse mentre prendeva di nuovo posto affianco a Francesco, che s’irrigidì e nemmeno lo guardò.
Tommy era confuso, cercò gli occhi di Stefania con sguardo interrogativo, e lei gli fece intuire che gli avrebbe spiegato dopo. Ad aiutarli, intervenne Andrea, che chiese ad Oppini se gli andava di accompagnarlo fuori a fumare, il quale rispose subito di sì. Finalmente soli, le chiese: “Che cazzo ha preso a Francy?”
La donna sospirò. “Non è stupido, Tommy, ed ha capito che ti stai vedendo con qualcuno… E diciamo che io e Andrea non siamo riusciti a mentirgli, così abbiamo solo detto che gliene parlerai tu quanto ti sentirai pronto”.
“Quindi è arrabbiato perché non gli ho detto nulla?” Stava giocherellando con la forchettina, senza però mangiare la fetta di cheesecake che aveva nel piatto.
“Penso di sì. Ho provato a fargli capire che comunque hai bisogno di tempo, ma lui non riesce proprio a mandar giù il fatto che a me ed Andrea, invece, tu ne abbia parlato”.
Sospirò e si passò una mano fra i riccioli che gli erano finalmente ricresciuti. “Stefy, tu conosci bene il perché io non gli abbia detto nulla”.
“Lo so, amore, ed infatti io continuo a credere che tu abbia fatto benissimo… Ma questa penso sia un po’ la prova definitiva, no?” lo incoraggiò.
“Io… Non so che pensare, giuro… Lui sta con Cristina, mi aveva anche detto che stava pensando di chiederle di andare a vivere da lui…” ammise con un filo di voce.
La donna spalancò gli occhi. “Ma davvero?”
“Già…”
“E quando te l’avrebbe detto?”
“Un paio di giorni fa durante un giro a Milano”, le rivelò.
Era ormai sul punto di mettersi a piangere, così Stefania si spostò al posto di Francesco e lo strinse a sé con dolcezza.
“Tommy, secondo me tu devi continuare a uscire con questo ragazzo, perché si vede che ti fa stare veramente bene”.
“Ma non è Francy…”
La donna ci pensò un attimo su mentre continuava ad accarezzargli i capelli, prima di chiedergli cauta: “Tommy, posso farti una domanda?”
“Sì, dimmi”, mormorò senza spostarsi.
“Se Francesco ti dicesse di voler stare con te, tu cosa faresti?”
Silenzio totale, le lacrime presero a scendergli lungo le guance, e Stefania gliele asciugò.
“Io lo amo, ma non so se ce la farei, se gli crederei…”, ammise alla fine mentre il cuore si spezzava un’altra volta.
“Ecco… Devi prenderti una pausa dal vostro rapporto e devi avere la possibilità di essere felice con chi può darti ciò che vuoi”, gli ricordò con uno sguardo d’intesa.
Il ragazzo annuì e si rifugiò di nuovo fra le sue braccia.
“Grazie, amore”, le sussurrò.
“Lo sai che sono qui, Tommy”, gli rispose con dolcezza, prima di proporgli: “Chiedi ad Andrea un passaggio stasera. Credo che sia la cosa migliore”.
Tommaso annuì. “Hai ragione… O male che vada, posso tornare a piedi. Casa mia non è molto lontana da qui”.
La serata era ormai finita, Tommaso e Francesco non si erano più rivolti la parola.
“Crocchi, per caso mi puoi accompagnare a casa?” chiese il vincitore del reality.
Oppini girò di scatto la testa verso di lui. “Non dovevo accompagnarti io?” Sul suo viso tutta la delusione che stava provando in quel momento.
Andrea era dispiaciuto per la situazione fra di loro, avrebbe voluto poter fare qualcosa, ma sapeva che se si fossero ritrovati soli in quel momento, avrebbero sicuramente litigato, così rispose: “Certo, Tommy”.
Francesco si sentì morire dentro, non capiva cosa fosse quella specie di complotto nei suoi confronti, ma in quel momento, con la mente offuscata dalla rabbia, di certo non avrebbe trovato una risposta, così disse soltanto: “Bene. Allora buonanotte a tutti”, si voltò e raggiunse la sua macchina. Se si fosse guardato indietro anche solo un secondo, avrebbe colto l’immagine di Tommaso che, in lacrime e fra le braccia di Stefania, lo guardava andare via e forse avrebbe capito quanto comunque continuasse ad amarlo. Ma non lo fece.
Salito nell’auto, l’accese e corse per le strade, eppure non si ritrovò a casa sua, ma sotto quella del suo Tommy. Aveva bisogno di risposte, lo sapeva, così parcheggiò al primo posto disponibile e scese per aspettarlo sotto casa, nella speranza che Andrea non avesse fatto prima di lui. Non dovette aspettare molto prima di veder accostare a pochi metri da lui la macchina dell’amico. Tommaso non si era accorto della sua presenza, così, per non farlo spaventare, lo chiamò. Il ragazzo portò immediatamente gli occhi su di lui e si bloccò, gli occhi spalancati. “Francy…” riuscì solo a mormorare.
“Non ho capito perché tu mi abbia voluto evitare prima, ma io devo parlarti”, iniziò sicuro delle sue parole.
L’altro non lo sguardò nemmeno negli occhi. “Fra, per favore… Non or…” Non riuscì a finire, che Oppini gli chiese con la rabbia a malapena trattenuta: “Mi spieghi perché non mi hai detto nulla?”
Tommaso si morse il labbro, mentre si ostinava a non guardarlo. “Ho i miei motivi”.
“E perché non posso saperli?” insistette.
“Francesco, per favore… Sono stanco e non voglio parlarne”.
Ma l’altro non era d’accordo. “Ti piace davvero questo ragazzo?” chiese con sguardo gelido.
“Ma non sono affari tuoi, Francesco, lo vuoi capire?” sbottò alla fine.
“Ed invece sì”, lo spiazzò. Tommaso lo guardò con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate al petto. “Ah, sì? E come mai?” domandò.
Oppini tentennò un attimo, unì i loro occhi e si ritrovò obbligato ad ammettere che quella che lo aveva colto era vera e pura gelosia. Sì, era geloso di Tommaso, perché non poteva accettare che qualche altro ragazzo potesse averlo e lui no, non poteva accettare che chissà cos’avesse fatto con quello per cui era uscito dal ristorante prima…
“Perché… Io… Io provo qualcosa per te, Tommaso”.
Il ragazzo sbuffò e lo superò senza troppe cerimonie per entrare nel palazzo, ma Francesco lo bloccò. “Sono serio”, aggiunse.
“Smettila”, rispose seriamente, ed a quel punto l’uomo scattò e lo baciò come sognava di fare forse da troppo. Tommaso rimase immobile, non ricambiò, seppur facendo uno sforzo immenso, e quando finalmente l’altro si staccò, mormorò con le guance bagnate di lacrime: “Sei veramente uno stronzo”.
Oppini, non se l’aspettava e rimase a guardarlo, in attesa e confuso. Di fronte a quel silenzio, il vincitore perse le staffe. “Ma davvero pensi che io non abbia capito che tu ti sei fatto avanti solo perché prima sono uscito fuori e quindi hai capito che sto vedendo qualcuno? Non ti fai schifo? Dopo mesi ormai che aspetto un tuo segno, in cui la tua gelosia è stata la mia speranza per un futuro insieme, ed ora che a rendermi felice è qualcun altro, tu pensi di rivendicarmi”, urlò, in quelle parole tutto il dolore, la frustrazione ed anche l’amore che provava per l’uomo fermo davanti a lui, che fece un passo nella sua direzione. Di riflesso, Tommaso ne fece uno indietro e gli occhi di Francesco si spensero.
“Tommy, ascolta, hai tutto il diritto a pensarla così, ma posso assicurarti che ti sbagli”. Il ragazzo sbuffò, ma non lo interruppe. “Il punto è stato che io in tutti questi mesi ero convinto delle cose che ti ho detto, di vederti solo come un fratello minore, non mi rendevo conto dei miei gesti o della gelosia, non capivo che significavano qualcosa in più. Ma quando prima tu sei stato tutto quel tempo fuori, quando poi sei rientrato ed il profumo che avevi addosso era il suo, è stato come uno schiaffo in faccia e lì mi sono visto obbligato ad affrontare la realtà… Ed è per questo che ora sono qui… Dovevi saperlo… E dovevo farlo per me stesso…”
Tommaso avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo, dirgli che andava tutto bene e che lo capiva, ma non ce la fece.
“Io… Ho bisogno di star solo, adesso… Scusa”. E quando si allontanò con le lacrime agli occhi, Oppini non lo fermò. Capiva il suo stato d’anima e si ritrovò a dargli ragione: era proprio uno stronzo.
Con un sospiro, raggiunse la macchina e tornò a casa, si fece una doccia e si buttò a letto. Sperava di addormentarsi subito, quella giornata era stata infinita e stancante, ma l’immagine del suo Tommy che piangeva, era impressa sotto le palpebre e la vedeva ogni volta che provava a chiudere gli occhi, così verso le 3:30 si arrese: quella notte sarebbe stata insonne. Prese il cellulare per distrarsi e, senza volerlo, si ritrovò nella chat con Tommaso. Si stupì nel vederlo online, e le dita si mossero da sole.

[17/09/2021  3:32] Me: Nemmeno tu riesci a dormire?

Non si aspettava una risposta, e sgranò gli occhi quando pochi secondi dopo, un nuovo messaggio illuminò lo schermo.

[17/09/2021  3:33] Tommaso Zorzi: No

Pensò di chiamarlo, ma accantonò rapidamente l’idea. Sarebbe stato troppo e molto probabilmente il ragazzo gli avrebbe attaccato in faccia, così scrisse:

[17/09/2021  3:33] Me: Come mai?

[17/09/2021  3:34] Tommaso Zorzi: Lo sai benissimo il perché

Francesco si agitò nel letto, i sensi di colpa lo stavano divorando e si azzardò a chiedergli:

[17/09/2021  3:33] Me: Posso venire da te?

Nessuna risposta. Il messaggio appariva visualizzato da diversi minuti e non ce la fece più a rimanere chiuso in camera. Si alzò, recuperò la sigaretta elettrica ed uscì fuori al terrazzo per fumare e provare a calmarsi un po’.
Era certo di aver fatto l’ennesimo guaio della serata, ma davvero non riusciva a concepire di perdere così Tommaso… Proprio lui, che non aveva mai provato attrazione per un uomo, aveva ceduto di fronte a quel ragazzo così complesso ed allo stesso tempo semplice, quel ragazzo che con la sua allegria, aveva reso i suoi tre mesi nella casa meravigliosi, quel ragazzo che era stato il suo tutto nonostante Cristina che lo aveva atteso fuori, perché lui gli aveva dato una sicurezza mai provata, ed anche se era stato difficile entrare nel suo mondo e nel suo cuore, era stato il suo più grande obiettivo perché aveva sentito che Tommaso era speciale sin dal primo incontro, avvenuto quasi un anno fa ormai. Scosse la testa. No, lui era certo che fossero destinato a stare insieme ed avrebbe lottato per lui, così si cambiò, e fregandosene del fatto che la sua richiesta non avesse avuto risposta, raggiunse casa di Tommaso e gli scrisse ancora un messaggio.

[17/09/2021  3:54] Me: Sono giù. Mi apri o scendi?

Aspettò con ansia una risposta, il ragazzo era online e aveva visualizzato alla velocità della luce. Stava tremando, stava rischiando il tutto per tutto, e mai come in quel momento si sentiva vivo. Era certo di star facendo la cosa giusta.
Un paio di minuti dopo, il cellullare annunciò l’arrivo di un messaggio.

[17/09/2021  3:56] Tommaso Zorzi: Aperto. Non fare casino

Sorrise, chiuse a chiave la macchina e corse fino al suo appartamento. Il ragazzo era lì, sulla soglia della porta, ad aspettarlo con le braccia incrociate e lo sguardo duro. Okay, non era un buon inizio, ma almeno non gli aveva detto di tornare indietro.
Era sul punto di parlare, ma subito gli fece segno di stare zitto e si spostò per farlo entrare in casa. Solo a quel punto, lo avvisò: “Il fatto che tu sia qui non significa che sia un sì, chiaro?”
Eppure, nonostante le parole fredde, non poté fare a meno di sorridere e rispondere con un’altra domanda. “Allora perché sono qui?”
“Devi dirmelo tu”.
“No, Tommy… Perché mi hai fatto salire”.
Si guardarono negli occhi e dovette lottare con l’impulso di correre ad abbracciarlo.
Il ragazzo sospirò. “Non lo so… Non sono riuscito a dirti di no”, ammise in un sussurro.
“E per te è una cosa brutta?” azzardò.
“Francesco, ho già sofferto abbastanza. Lo capisci questo?”
“Sì, e sono qui per scusarmi e… Per farmi perdonare, se è quello che vuoi anche tu”, ammise sincero.
“Davvero mi vuoi? Non è un capriccio?” chiese e l’uomo capì che quella domanda era frutto di tutte le altre volte che era stato deluso per lo stesso motivo, così, prima di rispondere, aprì le braccia e disse: “Vieni qui, Tommy”.
Il ragazzo tentennò, la paura lo bloccava, ma allo stesso tempo non c’era nulla di più rassicurante degli occhi di Francesco, e di come brillavano in quel momento, e decise di rischiare. Annullò la breve distanza che li aveva tenuti distanti fino a quel momento e si lasciò cullare da quell’uomo che aveva stravolto la sua vita da ormai quasi un anno. “Ascoltami bene. Tu non sei e non sarai mai un capriccio. Non è per un capriccio che cambierei tutta la mia vita, che manderei all’aria una relazione di un anno e mezzo, che finirei nel mirino di tutti per un amore omosessuale che non credevo nemmeno io che avrei mai provato”, gli sussurrò accarezzandogli i capelli, e parola dopo parola, lo aveva sentito sempre più rilassarsi contro il suo corpo. “Tu hai cambiato tutto, Tommy, ed anche se ho paura, perché non lo nego, io so che per te ne vale la pena… So quante riserve tu abbia, ma se me lo permetti, voglio provare ad abbatterle, così come ho fatto nella casa con tutti i muri che da anni avevi eretto intorno a te”.
Aveva messo il cuore in quelle parole, e Tommaso doveva averlo percepito, perché non esitò un solo secondo a rispondere: “Allora fallo, Francy”.
Si scostò appena per guardarlo negli occhi. “Serio?”
Il ragazzo annuì, il sorriso ad illuminargli il viso. “Sì, davvero”.
Nonostante si fosse promesso di non farlo, l’uomo non resistette ed unì finalmente le loro labbra. A differenza di com’era andata poche ore prima, Tommaso rispose immediatamente a quel contatto, passandogli le mani fra i capelli e succhiandogli il labbro inferiore. A quel gesto, Francesco gemette e l’altro ne approfittò per far incontrare le loro lingue. Quanto aveva aspettato quel momento… Continuarono a baciarsi con passione sempre maggiore. Il vincitore l’aveva ormai spinto contro il muro, affianco alla scritta LED, una mano ad accarezzargli gli addominali sotto la felpa leggera e l’altra sulla sua guancia, e Francy non aveva nulla da ridire, anzi, avrebbe voluto che non finisse mai più. L’eccitazione iniziava a salire, e Tommaso non l’avrebbe mai forzato, così si staccò. “Meglio fermarci o non so cosa potrebbe succedere”, disse con una risata.
“Ed è un problema se succede qualcosa?” lo provocò sfilandosi la felpa.
Il ragazzo dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non prenderlo su quel pavimento. “No, se tu non…”, provò a spiegargli, ma l’espressione di Francesco, così maliziosa e carica di aspettativa, lo fece cedere e borbottare un: “Ah, vaffanculo”, prima di spingerlo nuovamente contro il muro e baciarlo con tutta la passione che in quel momento gli scorreva bollente nelle vene. Poi scese a mordergli il collo, ed Oppini reclinò la testa all’indietro per lasciargli più spazio. Era ubriaco di tutte quelle emozioni, non ricordava di aver mai provato qualcosa di più intenso, e la paura non sapeva nemmeno più cosa fosse. Voleva Tommaso e non voleva aspettare oltre. Con una mano contro il muro per reggersi ed una fra i riccioli del ragazzo che gli stava lasciando un succhiotto nell’incavo del collo, gli sussurrò all’orecchio: “Ti voglio, Tommy…”
Sentì il suo respiro spezzarsi e le labbra rimanere ferme contro la sua pelle.
“Sicuro, amore?” Sorrise per come l’aveva chiamato.
“Altrimenti non te l’avrei detto”, osservò con dolcezza ed un pizzico di divertimento.
Un piccolo bacio a stampo e poi gli sussurrò: “Per qualsiasi cosa, fermami, okay?”
“Certo”, lo rassicurò.
Tommaso riprese a baciarlo con dolcezza, mentre dolci sospiri aleggiavano nella casa vuota.
“Ti amo, Francy…” mormorò ad un certo punto, i loro occhi uniti, e sorrise quando l’uomo lo strinse forte e rispose: “Penso di amarti anch’io, Tommy”.
“Solo pensi?” lo prese in giro, prima di baciarlo ancora e Francesco cedette: “Ti amo anch’io”.
Tommaso sorrise e gli rubò l’ennesimo bacio, prima di prenderlo per mano e portarlo fino al divano, dove lo fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
“Sei bellissimo, Francy…” mormorò accarezzandogli il viso con i polpastrelli, quei lineamenti che ormai conosceva a memoria, ma che mai si sarebbe stancato di ammirare.
L’uomo chiuse gli occhi e si godette quelle carezze che gli smuovevano qualcosa dentro, sentimenti ormai dimenticati e che stavano tornando a galla prepotenti, emozioni che voleva continuare a provare, così disse in un sussurrò: “Fa’ l’amore con me”.
“Andiamo in camera?”
“Va bene ovunque… L’importante è che sia con te”, confidò.
“Amore…”
Francesco lo baciò ancora e non disse nulla quando si ritrovò con la schiena sul divano ed il corpo di Tommaso su di lui, mentre lo vezzeggiava con baci e piccoli morsi, fino ad arrivare al bordo dei pantaloni della tuta che aveva indossato al volo prima di uscire. Non lo lasciò nemmeno parlare, che lo anticipò: “Puoi toglierli”. Ed alzò il bacino per facilitargli il compito. Ansimò quando si ritrovò nudo e mantenne gli occhi chiusi per il lieve imbarazzo che l’aveva colto. Ma bastò una carezza sul volto a farglieli aprire ed il suo sguardo si scontrò con quello eccitato di Tommaso.
“Sei davvero…” iniziò a dire quest’ultimo, ma non trovava le parole giuste per descriverlo, così si limitò ad unire per l’ennesima volta le labbra ed una mano scese fra i loro corpi fino a chiudersi sull’erezione di Francesco, che gemette forte. “Tommy…” mormorò quando iniziò a donargli piacere.
“È bello?” gli chiese.
“Bellissimo… Ah…”
Tommaso sorrise e gli disse: “Allora goditi ogni attimo”.
Aveva intenzione di farlo impazzire, voleva che gli piacesse così tanto da fargli dimenticare qualsiasi altra persona ci fosse stata prima di lui. Continuò con i movimenti, sempre più profondi e veloci. L’uomo sotto di lui era una visione, con le guance rosse e la bocca aperta, mentre continuava ad andargli incontro e le mani passavano con frenesia dai suoi capelli alla sua schiena, ancora coperta dalla maglia del pigiama, e quando i suoi gemiti si trasformarono in delle vere e proprie urla, lo baciò. Sentiva Francesco sempre più teso, gli ansimi di entrambi non si contavano più, così si staccò e con un sorriso da diavolo, lo avvisò: “Non urlare o come minimo domani mi ritrovo con tutti i vicini che mi hanno denunciato”.
Oppini rise appena, ma la risata si trasformò ben presto in un urlo soffocato dalla mano che si portò alle labbra quando la bocca di Tommaso si chiuse sulla sua erezione.
“Cazzo… Tommy… Tommy…” Ripeteva il suo nome come un mantra, le mani nei suoi capelli e tutta la concentrazione per non urlare mentre il suo compagno lo stava mandando in paradiso. Muoveva la lingua sempre più velocemente, così come la testa, era palese che l’avesse fatto tantissime altre volte e quella cosa gli fece bruciare lo stomaco per la gelosia… Sarebbe voluto essere l’unico per lui… Eppure, perso in quel piacere assurdo che stava provando, accantonò presto quei pensieri. Il suo corpo era ormai ricoperto di sudore ed era ad un passo dall’orgasmo, così avvisò Tommaso in un gemito.
“Tranquillo, amore, vedrai come ti farò venire anche una seconda volta stanotte”. E poi tornò a succhiarglielo.
Oppini spalancò gli occhi. Non era mai venuto più di una volta e si chiese se fosse stato possibile… Provò a resistere il più possibile, ma il ragazzo fra le sue gambe era troppo bravo e così lo avvisò con voce spezzata: “Sto per… per…”
Ma l’altro non si spostò, anzi, aumentò l’intensità e subito esplose nella sua bocca. Si morse il labbro fino a farlo sanguinare per rimanere in silenzio mentre ondate di piacere lo attraversavano. Si lasciò andare contro i cuscini del divano e accolse con un sorriso l’abbraccio di Tommaso, che gli chiese: “Allora?”
“Allora cosa? Vuoi sentirti dire che sei stato bravo?” scherzò Francesco.
“No, so già di esserlo”, si gongolò, beccandosi un’occhiataccia dall’uomo sotto di lui, che lo fece ridere prima di baciarlo a stampo. “Scherzavo”, provò a rimediare.
Ma Oppini non gliela fece passare e nel giro di pochi secondi si ritrovarono a rincorrersi per il salotto con dei cucini in mano. Il ragazzo rideva, finalmente davvero felice. Quella era la quotidianità di cui aveva bisogno, e soprattutto, insieme al suo Raimondo che, quando lo raggiunse, lo bloccò contro il muro e gl’intimò: “Da oggi io non ti condivido con nessun’altro, chiaro?”
Tommaso sorrise per la gelosia e lasciò cadere il cuscino a terra per potergli stringere le braccia al collo e sussurrargli a fior di labbra: “Chiarissimo, direi”. L’uomo sorrise, finalmente più rilassato, ed accorciò quella distanza per baciarlo con dolcezza. “Ti amo”, gli sussurrò. Il vincitore fece scontrare ancora le loro labbra e mormorò di rimando: “Ti amo”, gli occhi socchiusi e la sensazione di star vivendo un sogno. Si godette per un po’ il calore di quell’abbraccio, prima di chiedergli all’orecchio: “Vuoi ancora fare l’amore con me?” Francesco annuì, senza spostarsi di un solo millimetro, così Tommy disse: “Allora andiamo in camera da letto. Saremo più comodi”.
Salirono sul soppalco, e davanti allo sguardo lucido di piacere di Oppini, seduto nudo sul letto, Tommaso si spogliò fino a rimanere in boxer.
“Quelli non li togli?” puntualizzò subito.
“Volevo lasciare a te l’onore”, lo provocò malizioso facendo schioccare l’elastico sulla sua pelle.
Francesco gemette a pieni polmoni e non riusciva a staccare gli occhi dal corpo del ragazzo che si stava avvicinando a lui, fino ad essere fra le sue gambe, le mani che iniziarono ad accarezzargli lente le spalle, il petto, per poi risalire fino al volto, che gli fece alzare per poterlo baciare. Quando lo sentì rilassato, lo spinse appena per farlo stendere sul letto con la testa sui cuscini morbidi.
“So che magari non serve ripeterlo, ma per qualsiasi cosa fermami, okay?” gli ricordò Tommaso.
Oppini si limitò ad annuire e seguì i suoi movimenti mentre si sporgeva a prendere un tubetto di lubrificante ed un preservativo dal suo comodino. Continuava a chiedersi come sarebbe stato e la tensione iniziò a salire, così il ragazzo gli chiese: “Non l’hai mai fatto con un altro uomo, vero?”
“No… È la prima volta”.
“Okay”. Tommaso si sistemò sulle ginocchia e gli disse: “All’iniziò farà un po’ male e ti darà fastidio. Se è troppo, non forzarti, d’accordo? Dimmelo e mi fermo… Voglio che tu abbia un bel ricordo, e, soprattutto, voglio farti stare bene”.
Francesco deglutì e abbassò lo sguardo sull’erezione del compagno, ancora stretta nella stoffa. Ma, già vedeva quanto fosse grande e così si lasciò sfuggire: “Mi apri direttamente in due, altro che farmi male”.
Tommaso rise appena e lo rassicurò: “Prima ti preparo, amore”. L’uomo lo guardò confuso e domandò: “Come?”, ed il vincitore scoppiò a ridere di fronte alla sua espressione sconvolto quando alzò due dita ed affermò: “Con queste”.
Oppini gli rifilò un’occhiataccia. “Mi spieghi che hai da ridere?”
“Amore, ma ti sei visto in faccia?”
“Vedi che ti lasciò così, eh”, borbottò Francesco alludendo al fatto che il compagno ancora non fosse venuto.
Tommaso lo guardò con l’espressione di chi la sa lunga e recuperò un dildo della sua linea di sex toy. “Io posso benissimo usare questo”, gli fece notare. “Tu?”
Francesco arrossì e si lasciò cadere sul materasso. “Ho capito, hai vinto tu”, borbottò. “Dimmi cosa devo fare”.
“Mettiti di pancia ed alzati sulle ginocchia”.
Seppur con grande imbarazzo, fece come gli aveva detto e chiuse gli occhi. Tommaso percepì il suo nervosismo, e per aiutarlo a calmarsi, gli regalò una scia di baci lungo la colonna vertebrale che fece ansimare l’uomo sotto di lui, fino ad arrivare alla sua apertura e iniziare a leccarla. Francesco gemette e strinse il lenzuolo nei pugni, perso in quel nuovo piacere, mai provato prima, mentre la sentiva forzarlo sempre di più e mai come in quel momento desiderò sentire Tommy dentro il suo corpo. E fu quello che lasciò le sue labbra gonfie. “Voglio te, amore…”
Il ragazzo si staccò mormorando: “Okay, Francy”, prese il lubrificante e si assicurò di metterne il più possibile sulle dita affinché entrassero con facilità. Ne portò una alla sua entrata e gli chiese: “Vado?” Francesco annuì deciso, così iniziò a spingere con l’indice fino a farlo entrare completamente, guadagnandosi un urlo da parte dell’uomo sotto di lui.
“Fa male?” si allarmò subito.
“No, va tutto bene... È solo strano…” ammise col respiro spezzato.
“La prima volta è normale, ma vedrai che sarà piacevole”.
“Mi fido”.
Iniziò a muoversi, prestando sempre attenzione alle reazioni di Francesco, che, però, era in preda a quelle sensazioni che non avrebbe mai voluto smettere di provare. Le dita diventarono due, e poi tre, spingevano nel suo corpo, ruotavano e sforbiciavano, ed Oppini non riusciva proprio più a trattenere le urla di piacere. Quando il ragazzo capì che non poteva fare più di quello, si spostò e disse: “Okay, sei pronto… Se te la senti…”
L’uomo si voltò e gli rubò un bacio bollente, le mani scivolarono sui suoi addominali fino a raggiungere i boxer per sfilarglieli ed a quel punto di staccò per srotolargli il preservativo sulla lunghezza.
“Come mi metto?” chiese poi. Tommaso lo fece stendere sotto di lui e gli portò le gambe sulle spalle, prima di ricordargli: “Se è troppo, non sforzarti di sopportare”.
“Va bene”.
Posizionò la punta alla sua entrata e lo guardò con tutto l’amore che provava per lui. “Ti amo”, mormorò prima d’iniziare a spingere con quanta più delicatezza possibile. Francesco strinse gli occhi e si morse il labbro. Le tre dita non erano nulla al confronto, e forse non ne era entrato nemmeno metà, quando gli sussurrò: “Tommy, aspetta… Fermati…” E lui lo fece immediatamente.
“Fa male, lo so, ma devi solo abituarti, okay?” provò a rassicurarlo. L’uomo annuì, eppure il suo viso era contorto in una smorfia di dolore. Tommaso recuperò il vibratore e lo accese, iniziando a passarlo sull’erezione di Oppini, che gemette. “Così non vale, cazzo…”
“Almeno ti aiuta a distrarti e godere”, osservò.
Lui riuscì a fare una risatina. Stava facendo l’amore con Tommaso, la presenza dentro di lui era la sua e questa cosa lo portò, nonostante il dolore, a dire: “Vai, puoi muoverti”.
Il ragazzo prese a spingere lentamente, e quando l’uomo sotto di lui riprese ad ansimare, spense il vibratore ed intensificò i movimenti. Non riusciva a credere a quello che stava accadendo, che le labbra che si scontravano erano quelle di Francesco, che il corpo nel quale si stava muovendo era il suo… I loro gemiti si mischiarono, sentiva le sue dita graffiargli la schiena, ma non gliene importava, perché stava riscoprendo anche lui cosa volesse dire fare l’amore.
“Tutto bene?” chiese Tommaso con voce spezzata.
“Sì… Ma più veloce, Tommy…” mugolò.
Aumentò ancora di più le spinte, stava impazzendo dal piacere e dovette controllarsi dal venire in quello stesso istante. No, prima si sarebbe occupato della meraviglia che con la testa reclinata all’indietro ed i capelli sudati, gli stava dando tutto di lui, così portò una mano alla sua erezione e prese a muoverla allo stesso ritmo delle sue stoccate.
“Tommy… è… è… troppo intenso”, parlò a fatica fra le urla.
“Vieni per me, Francesco”, mormorò al suo orecchio.
Cambiò varie volte angolazione, e sorrise soddisfatto quando l’uomo sotto di lui spalancò gli occhi. “Cazzo… Ancora”. Aveva trovato il suo punto e continuò a spingere lì, facendogli raggiungere l’orgasmo poco dopo.
“Tommaso…” urlò con i pugni chiusi intorno ai bicipiti del ragazzo ed il corpo lucido di sudore teso come una corda di violino mentre si riversava sul suo stesso petto.
Ed a quel punto, lo seguì a ruota svuotandosi nel preservativo. Esausto, si stese affianco a Francesco, che lo strinse subito a sé e gli lasciò un bacio sulla fronte. Il vincitore sorrise e unì le loro labbra. “Com’è stato?” gli chiese mentre gli scostava i capelli umidi dal viso.
“Bellissimo, Tommy… Avrei voluto che non finisse più”, ammise.
Tommaso sorrise e lo guardò con occhi innamorati. “E questa è l’unica cosa che conta… Volevo solo che tu stessi bene”.
L’uomo intrecciò le loro dita, ed occhi negli occhi, rivelò: “Sono finalmente iniziato a stare bene quando ho capito di amarti”.
“Cazzo, quanto ti amo, Francesco”, mormorò commosso.
“Anch’io… Tantissimo”.
Ancora un altro bacio e poi crollarono sfiniti in quel letto testimone del loro amore, mentre il nuovo giorno li illuminava timidamente.

Angolo autrice

Ciao, puffoleeee.
Finalmente eccomi con una nuova one-shot sui nostri amatissimi Zorpini. Ci ho messo un po' a finirla perché sono stra presa dal cartaceo e poi ho passato qualche giorno un po' no, ed ho avuto bisogno di staccare.
Ma, finalmente eccomi qui, quindi fatemi sapere se vi piace!
Intanto, vi lascio come sempre un enorme abbraccio e vi ricordo che domani Tommy, Fra e Stefy sono al Maurizio Costanzo Show😍
Love u,
Kira🖤

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