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Strategie

Morgan si liberò di Toad bruciandolo con uno scatto e ricevette palla a centro area, piazzandola nell'angolino con un diagonale rasoterra che Darren poté solo sfiorare.

"Ottimo tiro, Morgan!". Il ragazzo ignorò il complimento di Mark e tornò a centrocampo. Jude lo fissò. Gli sembrava esausto, anche se era solo un'oretta che si allenavano. Decise di tentare la sorte e gli calciò addosso, ma lui non si fece sorprendere: controllò il pallone col tacco e dopo il rimbalzo lo fece fermare sulla caviglia.

"Qualche problema Jude?". "Mi sembravi distratto". "Non sono distratto". "Venite tutti qui".

Morgan raggiunse il mister insieme agli altri. "Oggi vi dividerete in due squadre, giocherete una partita di allenamento". Morgan sentì il rumore di un rimbalzo.

"Vediamo chi riesce a prendere questa palla". La sfera bianca e nera sfilò come un proiettile di fronte a Morgan e fu bloccata dal capitano.

"Non poteva che prenderla Mark. Hai degli ottimi riflessi. "Sei tu, Dvalin!".

Un ragazzo con lunghi capelli neri si fece avanti sorridendo. "Esatto, sono proprio io. Ma il mio nome adesso è diventato Dave Quagmire, e sono il capitano della Neo-Japan".

Morgan storse il naso. Non faceva presagire nulla di buono. "Ne è passato di tempo, vero Mark?".

Jude osservò Morgan alzare gli occhi al cielo. "Ci mancava solo un'altra rottura" sibilò il viola a denti stretti andandosi a sedere in panchina.

Prima che iniziasse la partita Lina parlò con Xavier. "Stai bene?". "Diciamo di sì, anche se non è sempre facile". Accennò a Dave con la testa.

"Lui?". "Sinceramente non lo so. Non ne parla mai, né con me né con i suoi compagni". Xavier annuì.

"Gli altri? Isabelle, Kim...". "Stanno bene, più o meno. Insomma... Isabelle si è chiusa ancora di più, parla solo con Kim e con me. Non mi piace". "Lo so". Xavier sospirò e sfiorò con le dita il braccialetto che portava stretto al polso.

L'ultimo regalo di Ygritte.

Avevi detto che non sarebbe stato un'addio.

A Lina questo non sfuggì, così gli mise una mano sulla spalla. Xavier la guardò. "Come hai fatto? A superare... insomma, prima tuo fratello... poi Ygritte... come ci riesci?".

Lina sorrise triste. "A volte mi sembra di non aver superato proprio un bel niente. Mi sveglio la mattina... e mi viene una gran voglia di picchiare qualcuno". Xavier annuì e continuò: "Altre volte, invece, preferisci ignorare tutto e fare finta che nulla sia accaduto".

Lina sorrise, scuotendo la testa. "Riesci ancora a finire...". "I tuoi pensieri. Non è difficile, ti conosco".

La donna si gettò i capelli dietro la spalla. "Non ti servirà durante la partita". Xavier sorrise. "Non ne dubito".

La squadra si schierò in campo, ma Morgan si concentrò sui loro avversari. "Morgan". "Mi dica, Mister". Travis gli fece cenno di avvicinarsi.

"Oggi ti farò giocare". "Grazie Mister". "Voglio che tu non tocchi neanche un pallone finché non sentirai questo fischietto". "Come scusi?". "È tutto".

Morgan rimase basito. Questa davvero non l'aveva capita. "Vai a correre, Morgan. Riscaldati. Nel secondo tempo ti faccio entrare". Il ragazzo strinse i denti e si allontanò dal campo correndo.

Mentre bruciava metri dopo metri si mise a riflettere.

A cosa serve farmi entrare e non farmi toccare palla? Che senso ha? È come giocare in dieci!

Accelerò il ritmo, poi all'improvviso si fermò, colpito dall'illuminazione. Guardò l'orologio: erano passati trenta minuti.

Accelerò per tornare indietro, arrivando appena in tempo per vedere il pareggio di Axel. Silvia lo guardò. "Dov'eri, Morgan?". "A riscaldarmi". Si avvicinò al mister. "Non servirà il fischietto". "Sapevo che avresti capito".

Ci volle ancora qualche minuto prima che il mister si decidesse a farlo entrare, cambiandolo con Shawn che sembrava essersi fatto male.

Non sarà facile superare la muraglia infinita.

Morgan si posizionò in campo. "Forza ragazzi!". Alla prima occasione scattò in avanti come un fulmine. "Marcatelo!".

Il passaggio di Xavier lo raggiunse un istante prima dei difensori. Morgan sorrise.

Si spostò leggermente a sinistra, lasciando scorrere il pallone verso Jude, che a sua volta passò a Jordan. Il suo tiro si infranse sulla difesa.

All'azione successiva fu un cross alto ad arrivargli. Morgan saltò insieme a due difensori. Sorrise di nuovo, facendo una capriola in aria e schivando il pallone, che raggiunse Nathan.

Dopo qualche altra azione Jude capì la strategia del mister.

È ovvio! Morgan è solo il diversivo. Il suo compito è distrarre i difensori in modo che lascino smarcato un altro dei nostri, che deve stargli alle spalle. Morgan si piazza nella traiettoria del passaggio e lo schiva, permettendo al compagno di ricevere perfettamente.

Lo sguardò di Jude si spostò da Travis a Morgan.

Il passaggio successivo lo raggiunse rasoterra, ma il difensore lo lasciò perdere e si diresse verso Jude, piazzato dietro Morgan.

Hanno capito anche loro!

Ma stavolta il ragazzo con i capelli viola agganciò la palla con una gamba e scattò in avanti.

È un caterpillar!

Morgan subì non uno, ma due contatti spalla a spalla con il massiccio difensore ex-Royal, tuttavia rimase in possesso di palla.

Arrivato in area servì Jordan di tacco, ma il tiro andò a vuoto.

Jude guardò Morgan.

Riesce a vedere il campo in maniera impressionante. Chi diavolo sei, Morgan?

Il contrattacco della Neo-Japan li colse impreparati, e Morgan fece per tornare in difesa. Poi il suo sguardo incrociò quello del mister, e il ragazzo rimase al suo posto.

Osservò l'azione col cuore in gola, tirando un sospiro di sollievo quando Archer, in qualche modo, frenò la potenza del Triangolo Z.

L'ex gangster guardò verso Morgan, che gli mostrò entrambi i pollici. Il pallone finì all'Inazuma, che tentò l'ultimo assalto.

Morgan avanzò di fianco a Jude. Lo sgambettarono, ma si rimise in piedi con una capriola e riprese a correre.

"Axel, Mark, Jude! Mettetela dentro!".

Il suo passaggio partì da centrocampo e raggiunse il limite dell'aria di rigore come un proiettile.

"Ariete Inazuma livello due!".

La muraglia infinita esplose, e il pallone finì in rete. Morgan esultò insieme alla squadra, poi si accorse di avere la maglietta strappata all'altezza del fianco. In più gli occhi iniziavano a bruciare.

"Tutto bene, Morgan?" chiese Mark. "Certo. Solo uno strappo, niente di che. Scusate, vado in bagno".

Xavier guardò per un secondo la maglietta strappata, ma quello che vide gli fece girare la testa. Attese qualche minuto. "Scusate ragazzi, devo andare al bagno".

Si mise a correre. Il cuore gli batteva a mille.

Trovò Morgan con facilità, cogliendolo di sorpresa. Si era tolto la maglietta e teneva gli occhi chiusi. Xavier si portò una mano alla bocca.

Oltre alla spessa fasciatura attorno al petto, la schiena di Morgan era solcata da profonde cicatrici rossastre e irregolari.

"Chi diavolo sei tu?".

Morgan tenne gli occhi chiusi mentre si voltava verso Xavier.

Una lacrima gli bagnò la guancia.

Poi aprì gli occhi.

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