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Rapita

-I genitori quando atterreranno a Liverpool?-

Alzò con una mano il nastro giallo e ci passò sotto, Rob gli era accanto.

-Fra qualche ora.- gli rispose quest'ultimo -E Frederick arriverà in centrale alle 3.-

Niall scosse le spalle e salì sul marciapiede che contornava una delle strade di periferia.

-Tua figlia è scomparsa da un mese e tu ti fai spostare il volo perché devi ristrutturare la casa.- borbottò -Non ho parole.-

-Meghan e i suoi genitori non avevano un buon legame, lei è andata via di casa il prima possibile e dopo ha incontrato Frederick che le ha dato un lavoro ed un appartamento vicino alla sua scuola.- spiegò Rob.

Niall annuì, si avvicinò alla ringhiera arrugginita, la osservò per poco per poi proseguire sul piccolo tratto, guardandosi intorno. Non riusciva a pensare a come una ragazza così piccola avesse potuto avere il coraggio di andare via da casa sua, cambiare scuola, trovarsi un lavoro. 

-Questo è il punto in cui si presume che Meghan sia scomparsa, no?- disse Niall.
Alzò lo sguardo sui palazzi che contornavano il pezzo di strada, poco più avanti un piccolo semaforo schiariva la leggera foschia di quel pomeriggio freddo.

-Si, qualche metro prima è coperto ancora dalla telecamera della banca e dal semaforo in poi c'è quella del bar. Però qua è scoperto, quindi si, è l'ultimo posto in cui è stata.- parlò Rob, si piegò verso l'asfalto per osservarlo più da vicino. Altre persone facevamo foto, cercando indizi che mai non esistevano più.

Niall fece un giro su se stesso, da un lato aveva il muretto e dall'altra parte della strada una ringhiera, non c'erano vicoli ne niente, pensò che Meghan non poteva essere andata via a piedi senza essere vista da una delle due telecamere.

-Bisogna riguardare le registrazioni del bar e della banca dalle due e mezza più o meno fino alla sei, non può essere andata via a piedi senza essere ripresa, quindi bisogna prendere le targhe dei veicoli.- sentenziò parlando con se stesso.
Vide con la coda dell'occhio Rob annuire.
-Lo pensavo anch'io, e tutti i suoi compagni e i suoi insegnanti hanno detto che era una ragazza sveglia, non sarebbe salita in macchina con il primo che passa alle 2 di notte.-

-L'hanno presa con forza, allora.- finì Niall. -Mi fa incazzare il fatto che abbiamo dovuto aspettare così tanto prima di poter aprire la pista del rapimento, è tutto così ovvio. Tutto quello che avremmo potuto trovare in questo posto è scomparso da tempo stando all'aria aperta. 

L'uomo inginocchiato a terra si posò una mano sulla fronte, il distintivo al collo penzolò contro la sua camicia chiara.

-Perché rapire una ragazza di 17 anni?- domandò retoricamente.

-Analizziamo la cosa.- Niall si spostò di più contro il muretto quando un ragazzo con la macchina fotografica in mano si abbassò per fotografare la strada su cui camminavano -È appunto una ragazza giovane, è in questa città da sola, ha pochi amici. Il primo che si è accorto della sua scomparsa fu Frederick, perché non si era presentata a lavoro, e il fatto che esca dal ristorante tardi e da sola offre solo l'occasione d'oro per chi ha brutte intenzioni.- disse.

-La preda perfetta.- commentò Rob, si alzò e iniziò a fare qualche passo verso il semaforo.

-La preda perfetta, davvero. Il rapinatore o la rapinatrice, non escludiamo il fatto che sia una donna, doveva essere a conoscenza di queste cose. Come lo siamo noi.- osservò il ragazzo. Frustrato, si passò una mano tra i capelli chiari. Prese dalla tasca della sua spessa giacca un piccolo rettangolo con il retro bianco. Bionda e sorridente ritraeva Meghan in una foto che era stata stampata da un social network.
Niall la guardò, puntò il suo sguardo nei suoi occhi azzurri pieni di spensieratezza.

-Cosa ti hanno fatto, piccolina?- sussurrò alla foto.
Sfiorò con l'indice la plastica lucida che ritraeva il suo volto. Qualche sera prima si era ricordato di una scuola che era venuta a far visita alla centrare all'inizio di Settembre, si era ricordato di come gli occhi di Meghan erano aperti e curiosi al nuovo ambiente.
Se la ricordava abbastanza chiaramente, la ragazza, l'aveva spaventata senza farlo apposta, chiudendo le sbarre di una cella un po' troppo violentemente. Il corpo formoso si era allertato e i muscoli erano pronti a reagire ad una qualsiasi azione non calcolata.
Lui si era scusato e lei aveva riso mormorando un "non è niente".

Niall riposò la foto nella tasca, gli faceva rabbia sapere che aveva avuto una specie di contatto con Meghan, avrebbe potuto dare qualche dritta alla classe sull'auto-difesa quel giorno. E forse grazie a quello lei avrebbe saputo difendersi in caso di bisogno. Gli faceva rabbia perché avrebbe potuto aiutarla, in qualche modo.
Gli faceva rabbia perché avrebbe potuto salvare quegli occhi chiari che gli erano piaciuti fin da subito.
Rob sapeva di quell'incontro, e ogni tanto cercava di sollevare Niall da quel senso di colpa che infondo lo opprimeva soltanto, visto che la colpa non era sua davvero.

-Si ok, ma io vorrei sapere il perché.- disse Rob.

-Spero di scoprirlo.- rispose Niall, stringendosi al petto la giacca.
La plastica rigida della fotografia di Meghan strusciò contro la camicia chiara, facendolo sentire più al sicuro.

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-Meghan!-

Mi girai di scatto verso la voce di Zayn che mi chiamò dal piano di sotto, mi aveva mandato in camera sua per mettere a posto dei vestiti lavati pochi minuti prima.

-Meghan, vieni!- mi chiamò ancora, con un tono più fermo e alto.

Velocemente uscii dalla stanza, mentre scesi le scale la manetta che pendeva da un mio polso sbatté più volte contro il corrimano di ferro, creando rumorosi tonfi.
Mi avviai senza pensarci, e forse per abitudine, verso la cucina. Rallentai il passo quando notai Louis e Harry seduti davanti a Zayn.

Mi appoggiai leggermente allo stipite della porta mentre i tre ragazzi mi guardarono.
Rimasi sconcertata quando notai lo sguardo di Harry, di solito era scherzoso e strafottente mentre in quel momento era serio e impenetrabile.
Le labbra sottili strette tra di loro mentre potevo intravedere che stava tenendo la mano di Louis sotto al tavolo.
Spostai subito lo sguardo dalle loro dita intrecciate e intercettai la figura di Zayn.
Mi fece cenno di avvicinarmi e, quando lo fui abbastanza, mi legò l'estremità della manetta ad una gamba del tavolo.

Mi sedetti preoccupata, non mi piaceva essere fissata.

-Non ti dobbiamo dire niente. Solo che non voglio che stai da sola con Oralee in casa, lo sai che non voglio che tu le parli.- disse Zayn.
Io annuii.
Mi appoggiai allo schienale e i ragazzi iniziarono a parlare.

-Hanno chiesto un mandato al giudice per vedere di nuovo le registrazione delle videocamere.- parlò Louis -Per vedere le targhe dei mezzi che sono passati in quella strada quella sera.- spiegò ancora.

Zayn strinse la mascella ma non disse niente per mostrare la sua frustrazione. Ormai capivo anche il linguaggio del suo corpo, infatti, incrociò le braccia al petto e spostò il peso contro lo schienale della sedia. Pronto a sentire tutte le cose che Louis voleva dirgli.

-Horan ha confermato ufficialmente la pista del rapimento.- concluse.

Era il mio caso, qualcuno stava lavorando sul mio caso. Mi sentii meglio. Non avevo ancora perso tutte le speranze.
Spostai lo sguardo su Zayn, osservando la sua reazione. Pensai che iniziasse ad urlare, per sfogare la sua rabbia, invece fece un piccolo sospiro e appoggiò le mani contro al tavolo. 

Avrei voluto alzarmi di scatto e urlare in faccia a tutti e tre che finalmente l'avrebbero pagata. La frenesia di sapere che sapevano che qualcuno mi stava trattenendo contro il mio volere mi fece venir voglia di tirare calci al tavolo fino a strapparmi con forza la manetta dal polso. Avevo davvero qualche possibilità di tornare libera?

-Cosa suggerite di fare?- domandò.

-Aspettiamo di sapere se scoprono qualcos'altro, poi vedremo.- rispose Harry.

Vidi il muscolo del suo braccio contrarsi quando strinse di più la mano di Louis sotto al tavolo. Di cosa avevano paura? Di essere scoperti?
Il fatto che fossero così vulnerabili mi faceva capire che Horan era sulla pista giusta per scoprirli.
Cercai di reprimere i miei sentimenti di gioia. 

-Va bene, va bene.- mormorò Zayn, tirò fuori un pezzo di carta piegato dalla tasca dei jeans, che riconobbi come il foglio dove c'era scritto di Oralee, e lo diede a Louis.

-Ditemi poi come va a finire.- concluse il ragazzo di fianco a me, toccandosi i capelli corti e neri.
A chi doveva andare quel foglio?

Si alzò e andò in sala, accendendo la tv e fermando il canale su un telegiornale. I due ragazzi lo seguirono, ancora mano per mano.

-Voglio vedere se dicono qualcosa su di lei.-

Io cercai di sporgermi in avanti il sufficiente per vederli. Sapevo che i telegiornali parlavano spesso di me.
Li fissai per poco perché poi Louis e Harry andarono verso la porta d'ingresso.
Mentre Zayn era ancora in salotto vidi Harry sospirare e abbassare la fronte contro quella di Louis. Chiuse gli occhi e disse qualcosa che non sentii mentre posò le mani sulle sue guance.
Louis annuii e distolsi lo sguardo quando lui si avvicinò per baciarlo. 
Velocemente pensai all'ultima volta che avevo baciato un ragazzo. Erano cose che sembravano non aver neanche mai fatto parte della mia vita. 
Non avevo mai dato peso a queste cose, per me un bacio non era niente. Non lo ritenevo una cosa che dovevo tenere come un tesoro.
Tutta la mia vita avevo dato un valore basso a queste cose. E adesso mi ritrovavo a strisciare per avere di nuovo un po' di quella normalità che prima mi annoiava a morte. 

-Allora noi andiamo.- sentii parlare Louis, si abbassò una manica del maglione guardando Zayn -Torneremo tra due settimane.-

Zayn annuii, lo salutò velocemente e iniziò a ritornare verso la cucina. Harry si girò verso di me e mi fece un segno.

-Ciao Meghan.-
Salutai agitando la mano e il mio corpo finì in allerta quando la porta di casa si chiuse e Zayn fu di nuovo di fianco a me.
Adesso che sapevo che qualcuno si stava impegnando per trovarmi mi ripromisi di stare più attenta, non potevo mollare in quel momento.

Zayn mi prese per le manette, andammo in camera sua e me le tolse subito, lanciandole sul letto.

Mi iniziò a spogliare, quando mi tolse i pantaloni si assentò nella stanza accanto, aprendo l'acqua della vasca da bagno.
Vidi il suo sguardo assente e preoccupato.

-Che c'è?- gli chiesi timidamente.

ZAYN

-Che c'è?- la sua voce calma riempì la stanza e mi allontanò dai miei pensieri.

La guardai, gli occhi azzurri mi fissarono, cercando di non far caso al fatto che la stessi spogliando.
Sapevo che faceva di tutto per non pensarci, dopo più di un mese a guardarla sapevo come reagiva ad una mia azione.
Sapevo quando voleva mangiare, quando voleva cambiarsi e quando una situazione la metteva a disagio. Come quella.
Nessun ragazzo aveva mai visto così tanto di lei, e quella cosa mi diede un potere interiore immenso.

-Niente.- mentii.
Lei abbassò la testa ad annuì senza dire niente. Sembrava sempre così innocente, mentre nella sua testa vagavano idee di speranza. Mi ritrovai a rimpiangere il fatto di averle fatto sapere così tanto di quello che stava succedendo al di fuori di quella casa. Avrei placato man mano i suoi istinti di fuga facendole credere dimenticata da tutti.
Avevo fatto esattamente il contrario, alimentando la speranza di riuscire ad andare via da me.
Forse non lo sapeva completamente, ma avrei fatto di tutto per tenerla vicino. Non poteva neanche immaginare.

Mi ero messo nei casini, tanto valeva andarci fino in fondo.
Dovevo solo aspettare due settimane, Louis sarebbe tornato a prendere Oralee e io avrei potuto finalmente iniziare la mia vita con Meghan. Dovevo iniziare a pensare ad un piano per andare via da quella città con lei.
Se Abel avesse scoperto quello che stavo escogitando, mi avrebbe ucciso, di quello ne ero sicuro.
Dovevo portare Meghan in un posto dove nessuno ci avrebbe mai trovati.


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