La prima neve
Febbraio arrivò in fretta, la mia caviglia guarì del tutto e la pelle dei miei polsi si fece più spessa a forza di indossare le manette.
Le cose erano cambiate, Zayn mi teneva ancora più stretta a se.
Dormivo con lui, dovevo seguirlo ovunque si spostasse, a parte quando usciva di casa. Ma di solito mi lasciava sempre o con Harry o con Louis.
Il primo restava semplicemente a guardarmi, seduto sul divano, e si assicurava che non mi muovessi più di tanto. Invece, Louis ci parlava con me. Era il più espansivo e mi faceva piacere venire distratta ogni tanto.
La sua voce squillante mi faceva staccare la spina per qualche secondo e realizzare che in fondo avevo solo 17 anni, a volte pensavo a quante cose ancora non avevo visto. A tutte le esperienze che avevo rimandato e che in quel momento mi sembravano impossibili.
-Sei fortunata. Non a tutte va così di lusso.- mi diceva sempre Louis. Non avevo capito a cosa si riferisse.
Mi riteneva fortunata? Essere rapita e ammanettata ogni giorno per quasi un mese?
Eravamo a Febbraio, e ne ero certa perché avevo intravisto la data sul cellulare di Zayn che ogni tanto tirava fuori in mia presenza.
In un mese avevo scoperto che aveva famiglia, ma non sapevo ancora come mai non ci parlasse.
Sapevo che c'erano state altre ragazze, ma loro dov'erano? Le aveva uccise? Cose ne aveva fatto?
-Oggi non parli molto.-
Mi girai verso la voce di Zayn, era in piedi in mezzo alla sala e teneva la testa chinata da un lato. I suoi occhi scuri si strinsero in due piccole linee.
Almeno, mi aveva ridato la parola, potevo dire quello che pensavo fino ad un certo limite.
-Sono stanca.- ammisi. Abbassai la testa e mi appoggiai una mano sulla guancia. Mi sistemai meglio sul divano, cercando di non tirare il braccio legato.
Lui fremette sul posto, si sedette di fianco a me e subito indietreggiai. Non lo conoscevo abbastanza e avevo ancora timore della sua persona. Aveva un carattere strano, a volte sembrava indifferente ed altre pronto ad ammazzarmi con un coltello da cucina.
-Non hai dormito molto stanotte?- domandò.
Scossi la testa.
Dopo qualche minuto di silenzio, vidi il suo corpo muoversi. Appoggiò un braccio vicino alle mia spalle e abbassò la voce.
-Voglio farti un regalo.- sussurrò -Lo vuoi un regalo?-
I miei occhi incontrarono i suoi, non erano pieni di malizia ne cattiveria. Si spostò i capelli lunghi dietro alla testa, i lati invece erano rasati.
Ricordai il giorno in cui si fece quel taglio, era davanti allo specchio e in mano aveva la macchinetta. Mi chiese di fargli la parte di dietro.
Ricordavo troppo bene quanto tremavo, per paura di fargli del male.
-Ti porto fuori, anche solo per 10 minuti.-
Mi girai di scatto verso di lui, cercai di avvicinarmi ma la manetta mi trattenne all'istante.
-Davvero?- chiesi con gli occhi spalancati e la bocca schiusa, solo il pensiero di sentire un po' di aria fresca contro la pelle mi faceva tremare. Erano settimane che non vedevo il cielo o l'erba, o una qualsiasi cosa mi riguardasse la vita fuori da quella casa.
Lui si alzò in piedi, annuì appena e subito dopo si porse verso di me e mi tolse la manetta che era legata al divano.
Mi tirò verso di se e finii in piedi davanti a lui.
Lo osservai legarsi l'altra estremità delle mie manette al suo polso. A volte lo faceva, così da avere la sicurezza che non avrei fatto niente alle sue spalle.
Dopo iniziò a camminare, lo seguii in silenzio fino alla porta d'ingresso.
-Mettiti la giacca e le scarpe.- ordinò gentilmente.
Allungai la mano libera verso la mia giacca nera appesa e cercai di mettermela, era difficile visto che ero legata a lui ma trovai un modo per farla stare sulle spalle senza che cadesse.
Mi chinai e mi misi le scarpe senza allacciarle.
Zayn solo si tirò giù le maniche del maglione, indossava già gli stivaletti neri e non si mise la giacca.
-Non hai freddo?- domandai.
-No.- scosse la testa ed aprì la porta.
Un misto di adrenalina mi attraversò le ossa come il poco vento freddo di Febbraio.
Strinsi le mani a pugno e mi affiancai alla figura di Zayn quando uscì.
Il terreno era bianco, era pomeriggio e il chiarore mi fece vedere la città sotto la collina in cui era situata la casa di Zayn.
Alcuni fiocchi caddero dal cielo, mi morsi il labbro inferiore screpolato e alzai la testa verso il cielo bianco.
-Ti piace la neve?- mi domandò.
Lo guardai per qualche secondo, la luce chiara e forte lo faceva diventare più giovane. La pelle sembrava più curata ed i capelli più lucidi e neri.
Avrei voluto dirgli che l'inverno era la mia stagione preferita ma risposi solo: -Molto.-
Mi guardai intorno, c'era solo un sentiero per uscire dalla proprietà e un piccolo boschetto la contornava da una parte. Largamente mi ricordavo del cortile, quando Zayn mi portò a casa sua era sera, mi ero persa un sacco di dettagli.
La distesa di ghiaia era coperta dallo strato di neve fresca e ci affondai per bene le scarpe da ginnastica.
-Le stai bagnando tutte.- mi rimproverò.
Cercai di non ascoltarlo e mi chinai verso terra e toccai la neve, la portai alle labbra e ne mangiai un pezzettino fresco.
Era così bello respirare un po' d'aria fresca, sentire l'odore di pini e vedere la neve cadere.
-A te piace l'inverno?- chiesi io, mi misi davanti a lui e gli feci tendere la mano con cui era legato a me.
Si portò quella libera tra i capelli scuri e li scrollò per togliere i fiocchi di neve che erano rimasti incastrati tra le sue ciocche.
-La odio.- mi rispose, il suo tono era sempre piatto, non che volessi o pretendessi di più.
Abbassai il capo, volevo solo sapere a che gioco malato stavo partecipando. Se Zayn non voleva uccidermi o picchiarmi, a cosa gli servivo? Quali erano i suoi programmi?
Zayn tirò fuori il telefono dalla tasca. Sbloccò e, prima di aprire l'app dei messaggi, riuscii a vedere il suo sfondo. Riconobbi lui, era affianco a tre ragazze. Bellissime.
Lui alzò gli occhi e quasi mi beccò nel pieno delle le azioni, grazie al cielo in quel momento una macchina arrivò. Mi voltai verso la vettura e aggrottai le sopracciglia.
La macchina andò veloce, appena frenò di colpo Louis uscì da essa. Muoveva le braccia verso di noi in modo preoccupante.
-Ne abbiamo un'altra Zayn.-
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