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29th october
11:47 am
Questa situazione non era straziante solamente per i due ragazzi, ma anche per il padre di Luhan.
Lui sapeva esattamente che farlo tornare in Cina non era la scelta migliore per suo figlio. Non lo avrebbe reso felice in questo modo. Anzi, tutto l'opposto.
Lui voleva solo il meglio per suo figlio, ma era completamente al corrente che così gli avrebbe praticamente rovinato la vita e i sensi di colpa lo divorando.
L'unico che poteva rendere veramente felice Luhan era Sehun. Come faceva sua moglie a non vederlo? Come faceva lei a non sentirsi in colpa? Come poteva ignorare così loro figlio?
Lui non poteva dire di approvare pienamente la relazione tra i due ragazzi, ma non poteva forzare Luhan ad amare una ragazza solo perché lo volevano loro. Era adulto e libero di fare le sue scelte, e nessuno aveva il diritto di dirgli se stava sbagliando, nemmeno i suoi genitori.
Certo, avrebbe preferito saperlo insieme ad una ragazza, che sarebbe diventata poi sua moglie e si sarebbe presa cura di lui e lui di lei, ma evidentemente Luhan aveva piani diversi e lui doveva accettarlo.
Sinceramente, non riusciva a capire cosa girasse per la testa di suo figlio ma poco importava. Avrebbe provato a capire, o per lo meno ci si sarebbe abituato, e lo avrebbe fatto per Luhan.
Per vedere suo figlio sorridere - sorridere sinceramente - era pronto anche ad accettare Sehun nella sua famiglia e ad andare contro sua moglie.
Prese quindi il cellulare di quest'ultima, mentre lei era sotto la doccia, nel bagno della loro camera d'albergo. Si sarebbe arrabbiata per questo, ma non gli interessava.
Sapeva che Sehun le aveva mandato un messaggio tempo fa, e sperava vivamente che non l'avesse cancellato o non avrebbe più potuto avere il numero del ragazzo.
Trovato il messaggio in questione, ricopiò il numero nel suo cellulare e rimise a posto quello della moglie, poi uscì sul balcone per evitare che lei sentisse nonostante l'acqua scrosciante della doccia.
Una volta fuori, premette il tasto verde per iniziare la chiamata e attese.
Sehun, intanto, si era già svegliato - non da molto, in realtà. Dopo aver fatto colazione - nonostante fossero le undici passate - aveva riacceso il suo cellulare, del quale aveva completamente dimenticata l'esistenza fino a quel momento.
Appena lo sbloccò, si accorse della chiamata persa da parte di Luhan. Stava per richiamarlo, ma fu interrotto da un'altra chiamata. Questa era da parte del padre del suo ragazzo, del quale aveva memorizzato il numero quando Luhan aveva avuto l'incidente.
Rimase indeciso per qualche secondo, non sapendo se fosse il caso di rispondere o meno, ma alla fine optò per la prima opzione e si portò il telefono all'orecchio, non senza una certa ansia mista a preoccupazione.
— Pronto? — iniziò, cercando di sembrare il meno esitante possibile. Era abbastanza preoccupato: doveva essere successo qualcosa di grande se il Signor Lu aveva deciso di contattarlo. Non negava, però, di essere sollevato che fosse lui piuttosto che sua moglie.
— Sehun, giusto? — domandò una voce dall'altra parte. Lo aveva sentito parlare poche volte - sì e no appena due parole -, ma aveva riconosciuto essere proprio quella del padre di Luhan.
— Sì... H-ha bisogno? — chiese lui, incerto.
— Sì, io... Ecco, come dire... Volevo scusarmi. — disse, ma non lasciò tempo a Sehun per fare domande e continuò: — Sia con te che con mio figlio. Avrei dovuto far ragionare mia moglie prima di arrivare a questo — disse, e Sehun rimase in silenzio, non sapendo come rispondere.
— Abbiamo combinato un disastro — commentò l'uomo, ma, come si dice, è inutile piangere sul latte versato.
— Luhan mi ha detto che te ne sei andato — proseguì — Io non so esattamente per quale ragione, ma posso intuire che noi centriamo qualcosa — si fermò, ma non aveva ancora concluso.
— Mio figlio ha bisogno di te — affermò, anche se suonava più come una supplica. Voleva rimediare agli errori commessi e non avere questa storia sulla coscienza, quindi sì, era praticamente una supplica implicita.
Ad ogni modo, quelle parole colpirono in particolare modo il ragazzo, che ascoltava attentamente ma non ebbe tempo di ragionare pienamente sul loro significato perché l'altro continuò ancora, e lui rimase in silenzio.
— Non so se lui te l'ha detto, ma oggi torniamo in Cina, e non voglio che lui venga con noi perché so che non è quello che vuole. Ma so che non vorrà rimanere qui se non ha nessuno con lui. Quindi, dimmi — e fece una pausa, per accertarsi che il ragazzo lo stesse ascoltando, e forse anche per enfatizzare l'importanza delle parole che sarebbero seguite.
Ovviamente, Sehun stava ascoltando ancora più attentamente - se possibile.
— Tu ami davvero mio figlio? — chiese, in fine, con una certa solennità nella voce. Aveva davvero bisogno di saperlo, perché volva essere sicuro di lasciare Luhan in buone mani. Voleva essere sicuro che ci fosse qualcuno che si prendesse cura di lui, qualcuno che mettesse il suo bene prima di ogni altra cosa. Qualcuno che lo rendesse davvero felice. E se quel qualcuno era un ragazzo, non importava.
— Sì — rispose lui, con tono deciso e sicuro, questa volta — Io amo davvero Luhan — finì. Non aveva neanche avuto bisogno di pensare ad una risposta: gli era venuto naturale.
Allora l'uomo sorrise e chiuse la chiamata. Aveva sentito tutto ciò che gli serviva, e non c'era bisogno di aggiungere altro.
Sehun a quel punto rimase a riflettere su ciò che gli era appena stato detto.
Quindi il padre di Luhan era d'accordo con il fidanzamento con suo figlio?
Poi un altro pensiero lo colpì. Il maggiore non gli aveva detto nulla riguardo al tornare in Cina. L'unica che ne avevano parlato, Luhan aveva detto che non sarebbe partito. Ma, d'altronde, da quanto non sentiva il castano? Un giorno? Due? E se in questo tempo avesse cambiato idea?
No, di certo non era così. Non poteva essere così. Ma doveva comunque accertarsene.
Quindi prese di nuovo il suo cellulare e compose il numero di Luhan, che ormai conosceva a memoria, e aspettò che l'altro rispondesse. Sentiva il telefono squillare, ma poi entrò la segreteria telefonica. Terminò la chiamata prima che questa potesse finire.
Vide, in quel momento, di avere un messaggio in segreteria dalla sera precedente. Era di Luhan, quindi lo ascoltò immediatamente.
Sorrise sentendo la voce del maggiore, ma subito capì che c'era qualcosa che di diverso. Era triste, lo sentiva. Ma non capiva perché o cosa fosse successo per tirarlo così giù di morale.
La sua voce era tremante e sembrava trattenere a stento dei singhiozzi. Se lo immaginava, così piccolo e fragile, mentre piangeva ma cercava di nasconderlo almeno finché il telefono stava ancora registrando il messaggio.
Quella vista, anche se era solo frutto della sua immaginazione, era straziante.
A sentirlo così gli si stringeva il cuore, e in quel momento non desiderò altro se non poterlo stringere tra le sue braccia e rassicurarlo, dicendogli che era tutto a posto e non era successo niente. Lo avrebbe abbracciato finché non si fosse calmato, poi sarebbe rimasto al suo fianco finché non si fosse addormentato e anche dopo.
Provò a richiamarlo, ma ancora niente. Solo la segreteria.
Non aveva una vera e propria idea di cosa fare, quindi, impulsivamente, optò per la prima cosa che gli passò per la mente e corse giù per le scale del suo condominio.
Salì sulla sua moto, che era ritirata nel garage assieme all'auto di suo padre, e la fece partire.
Voleva raggiungere Luhan il prima possibile, prima che andasse all'aeroporto. Lì, gli sarebbe stato praticamente impossibile trovarlo tra tutti i vari imbarchi e tutta quella gente.
In realtà, non sapeva se fosse veramente il caso di sbrigarsi e prendere una multa per eccesso di velocità, perché non sapeva a quale ora sarebbe - eventualmente - partito per prendere il volo, ma non voleva correre alcun rischio. Non lo avrebbe lasciato andare via in quel modo.
Però, davvero, non capiva come fossero arrivati a quel punto. Luhan, prima, non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza dirglielo, ne era sicuro, eppure era esattamente ciò che stava accadendo.
Certo, il maggiore aveva provato a dirglielo, infatti lo aveva chiamato. Ma Sehun non aveva risposto.
Eppure Luhan avrebbe sempre potuto fare un altro tentativo o venire a parlargli di persona.
Si disse che era meglio smetterla di pensarci e do concentrarsi sulla guida. Avrebbe risolto tutto una volta arrivato da lui.
E se fosse stato troppo tardi, sarebbe andato a cercarlo per tutta la Cina, piuttosto che perderlo.
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-1
manca solo un giorno di scuola 😍
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