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•30•

Le giornate passavano tranquille e Sofia cresceva a vista d'occhio.
Fare il padre mi piaceva. Mi sentivo un eroe ed era la sensazione che avevo sempre voluto provare. Ne ero certo. Non mi mancava quasi più niente.

Dopo Federico, non sono più stato con nessuno, sempre triste, sempre solo.
Fino a quando non è nata Sofia, ovviamente. Lei mi ha cambiato la vita.

Il lavoro continuava ad andare a gonfie vele. Andavo d'accordo con tutti, soprattutto con Marta, che mi chiedeva sempre di Liz e Sofia.
Ogni tanto Elizabeth portava Sofia da Michela per il weekend e io rimanevo di nuovo solo, ma era giusto così. Avevo sempre paura che potesse succedere loro qualcosa, mentre io non c'ero, ma Liz mi ripeteva sempre che dovevo stare tranquillo.
Fu tutto perfetto in quel periodo.
La prima parola di Sofia, i suoi primi passi, io li vidi tutti.
Un giorno invitammo i ragazzi a conoscerla. Erano più agitati del solito ma con lei erano tranquilli e delicati.

V: Ciao piccola!

Jm: È carinissima!

RM: Come l'avete chiamata?

Liz: Sofia.

RM: Bel nome. Diventerà una genietta.

Intanto Jin ci faceva da psicologo come sempre, anche se non sapevo che lo facesse anche con Liz via messaggi prima.
Hoseok invece non smise un secondo di fissare la bambina, che già lo adorava.

Jh: Noi dobbiamo andare adesso.

Y: Bene. Io devo andare al lavoro.

Mi guardarono tutti stupiti.

Jk: Tu hai un lavoro?

Y: Si...

RM: Davvero? Pensavo che lavorare fosse troppo stancante per te. E che lavoro fai? Testi la comodità dei materassi?

Y: Yah! Guardate che faccio un lavoro vero!

V: E cioè Hyung?

Y: Faccio il... Cameriere.

Ci fu un momento di silenzio prima che si misero tutti a ridere.

Y: Cosa volete?! Ci si arrangia nella vita. E comunque a me piace.

Jm: Siamo felici per te Hyung, davvero. Adesso noi andiamo.

Salutarono me, Liz e Sofia e se ne andarono.

-Ci vediamo domani mattina-

-Domani mattina?-

-Non aspettarmi alzata, non ce n'è bisogno-

-Va bene...-

Le salutai con un bacio sulla guancia e uscii.

La serata passò tranquilla, anche se molto stancante, il ristorante era pieno e c'eravamo solo io e Marta.

-Che stanchezza-

-Io non sono stanca-

-Come fai?-

-Non lo so... È solo che ne ho passate di peggio-

-Sei proprio inscalfibile tu-

-Che parolone. È strano sentirlo dire da uno che ha vissuto in Corea fino a pochi anni fa-

Ci avviammo verso il garage dove le nostre macchine erano parcheggiate l'una accanto all'altra.

-Allora ci vediamo domani-

-Buonanotte Yoongi-

Salii in macchina e girai la chiave. Niente. La macchina non voleva accendersi. Provai più volte ma non funzionò.

-Pare che il tuo barattolo non voglia partire stasera-

-Non offendere la mia povera macchina, non è un barattolo, è solo un po' acciaccata-

Uscii dalla macchina e chiusi lo sportello sbuffando. Cominciò un temporale in quel momento.
Rimasi fermo a guardare Marta che fece la stessa cosa.

-Sali in macchina-

-Cosa?-

-Sei a piedi, casa tua è lontana e c'è un temporale. Sali in macchina-

-O-ok-

Feci per aprire lo sportello del passeggero ma Marta mi fermò.

-Dietro-

Non suonava come un ordine ma lo era. Anche quando era arrabbiata lei sembra dolce, ma in quel momento sembrava non provare alcuna emozione.

-Perché dietro?-

Salii e Marta aprì lo sportello il più possibile per poi entrare in macchina anche lei, dietro, con me.

-C-cosa vuoi fare?-

Fui costretto a sdraiarmi lungo i sedili con lei sopra di me.
Si avvicinò e mi baciò, ma io mi allontanai.

-Marta, fermati-

-So che ti senti solo. Io posso aiutarti-

-E Liz?-

-È tua cugina, non state insieme, non devi preoccuparti, non la stai tradendo-

Non mi convinse.

-Non è solo questo-

-E allora cosa?-

-È da tanto che... Insomma io non-

Mi fermò e mi sussurrò con voce confortante.

-Ehi, non devi preoccuparti di nulla. Voglio solo farti stare bene-

Mi baciò di nuovo e la lasciai fare. Cominciò a sbottonarmi la camicia e io cominciai a sentirmi sempre più colpevole.
Continuavo a dirmi che non stavo tradendo nessuno, ma mi sentivo un traditore.

-Marta, devo dirtelo, io non sono ancora pronto per un'altra relazione-

-Non stavo pensando ad una relazione-

Continuò a levarmi i vestiti. Restammo lì tutta la notte e i miei pensieri furono tutti per le mie due ragioni di vita, che avevo lasciato a casa, all'oscuro di tutto.

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