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Capitolo 40

-C'è così tanto fumo in questa stanza che non riesco neanche a vedere i miei pensieri.-

Calum fece una smorfia prima di girare la testa verso il lato della stanza dove non c'era nessuna fonte tossica, era seduto su un divano grande e scuro, guardava la stanza intorno a se, cercando di non concentrarsi sul ragazzo che era coricato su una piccola poltrona di pelle. 

Sentì quest'ultimo ridere, si girò verso Luke aggrottando la fronte, lui si portò lontano dalla bocca la sigaretta ormai quasi finita, mostrando un sorriso quasi sinistro.

-Da quando?- chiese poi. 

Calum sbuffò lentamente, si sentiva come nervoso, aveva lasciato Lexi da sola e come cosa non gli piaceva per niente. Si passò una mano tra i capelli scuri.

-Da quando penso?- chiese sarcasticamente -Beh, penso da quando ho 5 anni, circa.- 

Luke alzò gli occhi al cielo, nel frattempo aveva attirato dentro ai suoi polmoni un pò di aria sporca e nociva, sentiva il fumo bruciargli la gola e il fondo del naso, questo gli piaceva.

-Mi fa piacere che ti sputtani da solo.- lo derise -Ma volevo chiederti da quando hai deciso di non fumare.-

Calum spinse la schiena di più contro lo schienale, guardò dritto davanti a se per qualche secondo. Ci sono davvero dei motivi per cui una persona dovrebbe cambiare il proprio modo di essere? 

Questa era una di quelle cose a cui Calum non avrebbe mai trovato risposta, secondo lui, quello che gli capitava e che lo segnava era già tutto stato scritto. E di conseguenza non se la prendeva tanto, ma se si trattava del fato che gli portava via Lexi allora davvero non capiva.

Lo scopo del fato, pensava, doveva essere quello di portare tutti gli uomini ad una fine, a farli stare bene con se stessi o distruggerli senza una seconda opzione.

E il fato gli aveva dato Lexi,  e non sapeva se avrebbe giocato il ruolo di sterminatrice o accompagnatrice. Calum non lo sapeva, ma non sapeva tante cose e gli dava fastidio. 

Il non sapere, l'essere all''oscuro di qualcosa. Lui doveva sempre guardare tutte le opzioni, si immaginava tutte le situazioni senza mai vederle avverare. Si immaginava Lexi andare via, ma sapeva che era solo una fantasia, lui non lo avrebbe mai permesso.

Ora che aveva fatto in modo che stessero insieme non l'avrebbe ppiù lasciata, sapeva che l'avrebbe trattenuta anche con la forza. L'avrebbe pregata di rimanere un altro minuto, prima di lasciarlo morire on il sapore dell'amore e la lingua tra i denti.

Per Calum, questo era amore. E forse era un idea di quel sentimento sbagliata e malata, per era l'unico che conosceva ed era l'unico in grado di Lexi. Lui non aveva mai creduto a queste cose, non per repulsione o ignoranza, semplicemente non credeva che una cosa che non puoi ne vedere ne toccare potesse cambiarti così tanto. Potesse farti soffrire così atrocemente da farti restare cicatrici visibili solo a chi ha sofferto come te. 

Calum e Lexi avevano sofferto, era sempre stata una gara nel ferirsi l'un latro fino all'ultimo briciolo di forze rimaste in corpo. Avevano sofferto, e questo cerchio infernale avrebbe potuto ricominciare da un momento all'altro. E probabilmente la loro fine fine sarebbe stata tra le più tristi e drammatiche, perchè tra due persone con i loro caratteri queste erano le opzioni.

Calum pensava già alla loro fine, a come si sarebbe sentito e alle cose che avrebbe fatto. Quel bruciore al fondo dello stomaco lo avvertiva sul fatto che non se la stava godendo, Lexi sarebbe passata. Come tutto. Lui avrebbe risolto anche questo problema.

-Se voglio rivedere mia sorella e avere un'opportunità per far si che Lexi si fidi di me, devo farlo.- iniziò -Lo sai che gli assistenti sociali e la scuola mi controllano e io non posso giocarmi le due cose più importanti che ho al momento per un po' di droga.-

Il ragazzo biondo si mise seduto, teneva le spalle in avanti mentre spense la sigaretta dentro ad un posacenere di vetro. Successivamente incrociò le mani tra di loro.

-Lei lo sa? Della droga e tutto il resto.- chiese, era tranquillo. Forse voleva solo sapere.

-Non può, non deve.- parlò velocemente Calum.

-Perchè?-

-Non sono sicuro che vorrebbe stare ancora con me, sono arrivato ad un punto che non posso più permettermi di sbagliarmi. Lei non ci deve avere niente a che fare questa roba. Non dovrebbe neanche avere a che fare qualcosa con me, ma sono troppo egoista per allontanarla, io la voglio con me, e farò di tutto per far si che continui ad essere così.-

Quando terminò. gli occhi di Luke erano dilatati, come se avesse visto qualcosa di strano.

-La ami.- disse solo, a bassa voce.

E Calum si era ritrovato nel bel mezzo di quel sentimento senza accorgersene, perchè, anche se non aveva mai creduto a quelle cose, in quel momento che le provava sulla propria pelle gli sembrava la osa più normale del mondo.

-Così tanto che ho paura di quello che potrebbe succedere.-

 E Lexi pensava la stessa cosa nella sua piccola stanza dall'altra parte di Toledo, pensava a cosa sarebbe successo se le fosse tutto sfuggito di mano. Aveva già le lacrime agli occhi. Suo padre non la capiva e sua madre, dopo aver bussato un po' di volte contro la porta chiusa della camera di Lexi, se ne andò. Era andata contro i suoi genitori, era andata contro il pensiero e l'autodifesa per stare inseme a Calum, aveva ormai perso troppe cose per tirarsi indietro.

Un bussare basso iniziò ad infastidirle di nuovo le orecchie, le dava davvero fastidio, i rumori lievi, non li sopportava. Avrebbe preferito che avesse buttato giù la porta. 

-Alexis.- sua madre biascicò da oltre la porta di legno, la ragazza sapeva che non si sarebbe arresa così facilmente -Possiamo parlare?-

Lexi pensò a quanto fosse stupida quella domanda, per parlare con una persona non devi chiedere il permesso. Se questa persona se ne sta chiusa nella propria stanza, ci sarà un motivo. E se non capisci che devi lasciare stare chiunque sia chiuso in una stanza, beh, forse non sei mai stato adolescente.

La ragazza dai capelli rossi si alzò svogliatamente dal letto, girò la chiave facendo scattare la serratura, prima di ributtarsi sul materasso a faccia in giù.

-Tesoro,-

-Se pensi che il comportamento che ha tenuto mio padre qualche ora fa sia stato giusto, puoi anche uscire adesso.- 

La madre stette in silenzio, a passi leggeri raggiunse la figlia, si chinò verso di lei prima di sedersi. Restò in silenzio qualche secondo per poi parlare, guardando la testa di capelli rossi della figlia. le erano cresciuti molto negli ultimi anni.

-Sei così piccola, non sai ancora che conseguenze avranno le tue scelte.- 

Lexi si mise a sedere di scatto, -Perchè pensi che Calum sia una scelta sbagliata?- chiese. La voce tremava come le sue mani.

-Guarda le cose che ha fatto, pensa alle cose che potrebbe fare.- disse, non aveva un tono di rimprovero, solo di preoccupazione -Lo so che provi qualcosa per lui, ma sei troppo giovane.-

-Ma sono grande abbastanza per capire quali comportamenti sono giusti o sbagliati, e quello di papà era sbagliato. Tanto.- chiuse gli occhi, si passò le mani contro le guance, asciugando lacrime che non avevano ancora solcato il suo viso.

-Forse ha reagito male, ma mettiti nei suoi panni Lexi,- la madre le prese le mani -pensa se avessi una figlia, immagina anche solo che un ragazzo le faccia del male e pensa a come ti sentiresti se lei si innamorasse di questo ragazzo.-

Lexi rimase in silenzio, anche le mani di sua madre tremavano. 

-Pensa a come ti sentiresti se un giorno di arrivasse una telefonata dalla scuola che frequenta e ti dicessero che è stata picchiata pubblicamente da questo ragazzo. E lei neanche ha provato a difendersi.-

la verità era che era stanca di difendersi, era stanca di cercare di non provare dolore, aveva imparato ad accoglierlo come gesto di attenzione da parte di Calum. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso davanti a sua madre.

-Lo so che siete preoccupati per me, davvero lo capisco, ma Calum mi ama.- sentilo dire suonava ancora così strano. 

Gli occhi chiari della madre si abbassarono.

-Lo sapevo che proibirti di vederlo sarebbe stato solo un incentivo per approfondire i tuoi sentimenti verso di lui.- sussurrò -Io e tuo padre eravamo nella stessa situazione.-

Lexi corrugò la fronte.

-Quando rimasi incinta di te tuo nonno lo cacciò di casa, eravamo giovani e nessuno era disposto a darci una mano. Ma tuo padre non ha mollato, ci ha tenuto con se e ha lavorato anni per darci quello che abbiamo oggi.-

-E allora perchè non capisce?- chiese Lexi. Percorse con gli occhi tutta la stanza in cui era cresciuta, ad un tratto non si ricordava neanche più un momento dentro di essa da sola. 

Gli unici pensieri e ricordi erano di lei e Calum.

-è solo triste, Lexi, resterai sempre la sua bambina e non riesce ad accettare che qualcuno ti faccia del male, e neanche io.-

La donna si alzò e Lexi pensò a quanto avesse preso poco sia fisicamente che caratterialmente da sua madre. Quest'ultima si avvicinò alla porta, si aggrappò alla maniglia e guardò sua figlia ancora una volta.

-Proverò a parlarci. Ma ti prego, ti prego Alexis, pensaci. Stai facendo la cosa giusta?-

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-O santo cielo,- la professoressa di matematica si portò la verifica davanti agli occhi, strinse essi in due piccole fessure prima di allontanare di nuovo il foglio -O santo cielo!- disse con più convinzione.

Tutta la classe la osservava in silenzio, quando i piccoli occhi castani si fermarono su Calum quest'ulttimo ridacchiò.

-Hood.- lo chiamò l'insegnate, con un tono misto a quello interrogativo e scettico.

Il ragazzo si alzò, camminò strusciando i piedi fino alla cattedra, mostrando un piccolo sorriso.

-Mi dica.- 

-Questa è la tua scrittura?- chiese lei, porgendogli il foglio.

Lui lo guardò. -Si, signora. E se non lo aveva visto, quello li in alto è il mio nome.-

La classe ridacchiò.

-Lo so che è il tuo nome,- urlò lei, facendo tacere le risate -ed è questa la cosa che mi sconcerta di più!-

Calum prese la verifica sorridente, andò verso il suo posto mentre sentì borbottare la professoressa.  

Aspettò la fine dell'ora, appena suonò la campanella corse fuori aspettando.

Prese la vita della ragazza dai capelli rossi, quando anche lei uscì dalla stanza. La trascinò verso il cortile esterno, spinse tutti i ragazzi e le ragazze da un lato quando erano in mezzo al loro cammino. 

-Una B.- disse Calum, quando furono fuori dall'istituto. 

-Cosa?- domandò Lexi, lo osservò chiudere la porta pesante prima di girarsi completamente verso di lei.

-Ho preso una B!- un sorriso di sollievo si dipinse sul viso di Calum, lui si avvicinò, la prese per le guance prima di inclinarsi e darle un leggero bacio -Ed è tutto grazie a te. La mia insegnate di matematica preferita.-

La iniziò a baciare più insistentemente. Le loro bocche si aprivano e si chiudevano in simultanea, e quando Calum sorrise sopra quelle della ragazza, lei capì di aver fatto la scelta giusta. 



JESUS

Eccoci qua, al nostro capitolo 40. Sinceramente lo aspettavo con ansia, era tipo mesi che dicevo "Minchia non vedo l'ora di arrivare al capitolo 40." senza un motivo preciso. 

Forse perchè pensavo che al capitilo 40 sarei arrivata ad un buon punto della storia, perchè in Disconnect praticamente avevo già finito, ma penso che questa durerà un po' di più. Magari in tutto saranno 60 capitoli ma non vi prometto niente. 

Boh, volevo solo scrivere qualcosa per questo 40° capitolo, grazie ancora per seguire la mia/le mie storie. Davvero, vi sono davvero grata.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ah, andate a leggere la mia nuova storia in collaborazione con @lavocediluke, si chiama Closer ed è su Michael Clifford. VIVA I MIEI CAPRONI.

Ok vado, alla prossima.

ciao ciao

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