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Capitolo 32

Portava tutta la sua forza contro i pedali neri della bici, stringeva i lati del manubrio fino a non sentirsi più le dita.

Aveva il viso alzato mentre leggeva velocemente i cartelli che costeggiavano le strade deserte di quel mercoledì pomeriggio, il cappuccio le era caduto dalla testa appena aveva preso a pedalare ad un ritmo frenetico.

La voglia di vedere Calum saliva ad ogni metro, ad ogni energia che consumava, ad ogni spinta.

Chiuse gli occhi per qualche secondo, il fatto è che voleva avercelo faccia a faccia.

I ricordi non le bastavano più, aveva bisogno di vedere il suo viso, i suoi occhi cercarla tra i corridoi. Forse questa era la parte che le mancava di più, il fatto che lui non avesse più bisogno di lei, il fatto che non l'assillasse più.

Lei non era più la sua ombra, ora vagava senza meta cercando un altro corpo dove nascondersi.

Rise, lei non voleva possedersi. Aveva bisogno di lui perché voleva sentirsi sottomessa, voleva sentirsi dire cosa fare. E in ogni caso, contraddire.

Con la sua mente stava passando sopra a tutte le botte, tutte le strette e tutte le volte che l'aveva rotta.

Sentiva la gomma dei copertoni della bici strusciare contro l'asfalto, era così difficile farle andare avanti, come se le stessero dando del tempo per pensare. Come se volessero farle cambiare idea, Lexi scosse la testa.

Girò in un incrocio prima di trovarsi faccia a faccia con alcune ville colorate, il cuore iniziò a batterle in gola. Le faceva quasi male, come le cosce che pulsavano per il troppo sforzo dentro ai jeans stretti. Sentiva i capelli rossi appiccicati alla fronte e gli occhiali neri scivolarle per il ponte del naso.

Ansimò prima di fare l'ultimo sforzo finale, riusciva ad inquadrare la casa bianca degli Hood da metri di distanza. Diede una veloce occhiata alla strada e inchiodò di colpo.

Le gomme produssero un cigolio contro l'asfalto, Lexi guardò dritto davanti a se come se stesse assistendo ad un'apparizione.

Aveva ancora un piede appoggiato sul pedale mentre aveva allentato la presa sul manubrio. Il petto le si alzava e le si abbassava, era immobile davanti alla figura in mezzo alla strada.

Calum alzò la testa dalla striscia gialla che divideva le due corsie, schiuse le labbra trovando difficoltà a prendere aria. Lexi era li.

Guardò la bici sotto di lei poi riportò lo sguardo sui suoi occhi, era un peccato che il riflesso delle lenti spessi non gli lasciasse vedere il verde che nascondeva.

Ritornò al presente quando la ragazza buttò la bici a terra, fece dei passi in avanti.

Erano vicini. Non troppo ma abbastanza per Calum da sentire il suo profumo misto al sudore. Si sentiva morire, se avesse fatto un passo l'avrebbe raggiunta. Ma stette fermo, se l'avesse sfiorata lei sarebbe scomparsa. Ne era certo.

-Tu puoi prenderti il mio cuore come un criminale.-

Calum chiuse gli occhi, alzò leggermente il mento verso il cielo. La sua voce era così bella, l'espressione quasi arrabbiata che aveva in quel momento lo rese felice. Forse era solo il fatto di averla li.

-Non mi farai mai credere che te ne importa davvero.- continuò, la sua voce era senza emozione -Quindi cingimi il collo e non lasciarmi andare, incasinami per bene finché non ti chiederò di più.-

Lui abbassò lo sguardo su Lexi, le sue parole risultavano così confuse.

-Tu lo sai che puoi prenderti tutto da me, hai quello che vuoi quando mi tocchi, sai che potresti farmi del male se lo vorresti.- fece un passo avanti -Sto camminando nel sentiero dei cuori spezzati e credo che non me ne importi.-

Era come se il tempo si fosse fermato, come se le foglie fossero rimaste a metà aria solo per non disturbarli con il fastidioso suono che avrebbero emesso toccando terra. Come se il vento avesse smesso di soffiare per non portare via i loro pensieri.

-Calum.-

Lui la guardò con la gola ostruita dal dolore e dalla troppa voglia di dire qualcosa. Pensava ancora che fosse uno scherzo del suo cervello, come se lei non fosse reale in quel momento. Come se lui stesse impazzendo lentamente e senza più possibilità di tornare indietro. Allungò una mano e, quando sentì il cotone leggero della maglia di Lexi, ritrasse la mano boccheggiando.

-Lexi.- riuscì solo a sussurrare. Aveva la voce roca di chi non parlava da mesi.

-Ti sto chiedendo di stringermi così forte da non farmi respirare.- disse lei a denti stretti.

Dopo iniziò a piangere, tenne le mani strette lungo i fianchi mentre le lacrime segnavano il suo viso senza sosta, per poi finire contro l'asfalto. Il suo viso non era contratto in nessuno smorfia. Solo lacrime e dolore.

Dolore perché Calum stava immobile, fermo. Lacrime perché il nervoso lei lo gestiva così. Dopo qualche secondo iniziò ad emettere suoni che potevano assomigliare a singhiozzi, in quel momento vide gli occhi di Calum addolcirsi.

Come se quei suoni raccapriccianti lo avessero svegliato.

Lexi era arrabbiata.

Si passò il dorso della mano sul viso prima di tirare su con il naso i residui della sua umanità. Ora era rimasta solo lei e il suo volere. La voglia di Calum.

-Vieni a finire quello che hai iniziato.- urlò.

Allargò le braccia pronta ad accogliere qualunque cosa, qualunque segno, parola, sospiro.

Iniziò ad ansimare quando Calum camminò veloce verso di lei. Il viso mezzo spaccato era inespressivo mentre allungava il passo per colmare la distanza che li divideva.

Lui fece solo quello che le chiese, in quel momento avrebbe fatto di tutto. Così, quando fu abbastanza vicino, la prese per un braccio tirandola contro di se. Posò l'altra mano sulla sua guancia prima di guardarla negli occhi ancora lucidi e vitrei. A quel contatto si sentì quasi sollevato, poterla toccare dopo settimane era una sensazione così appagante che gli fece perdere i sensi per qualche secondo.

Premette le labbra contro quelle di Lexi che si separarono a quel contatto, Calum gemette dal sollievo.

La strinse di più, voleva quasi passarci attraverso, voleva ammazzarla e finirla per davvero. Così poi sarebbe potuto morire anche lui in pace. Avrebbe voluto andarsene, non cedere alla ragazza che lo stava toccando in quel momento e fregarsene. Però Calum era così egoista, quel bacio lo stava dando più per lui che per chiunque altro.

Premette ancora le labbra mordendo tutto quello che i suoi denti riuscivano a prendere, più volte i loro denti si toccarono ma questo non fece altro che sottolineare la disperazione di quel momento.

Le loro lingue lottavano per una battaglia che non esisteva più. Una battaglia che aveva lasciato cuori e anime ferite in ogni angolo di Toledo.

Lexi strinse la base dei capelli scuri di Calum, per una volta dopo settimane lo sentiva così raggiungibile, così dentro alla sua portata. Così vicino come mai avrebbe pensato.

Lei aprì gli occhi, quelli del ragazzo erano stretti tra di loro come se si stesse trattenendo. Le sue mani grandi si spostarono sulla vita di Lexi, la strinse forte sollevandola leggermente da terra e portandola in punta di piedi così che i loro bacini fossero attaccati.

Quel momento era così bello, Lexi ansimò quando sentì il freddo battere sulle sue labbra bagnate.

Calum aveva appoggiato la fronte contro quella della ragazza guardandola, non avrebbe chiuso gli occhi per minuti. Era già stato troppo senza il suo viso, il suo corpo.

E i suoi occhi, quegli occhi sempre coperti da un velo di tristezza forse causato proprio da lui.

Di quel verde che non ha una tonalità, che cambia a seconda del tempo.

Calum sospirò, gli venne da piangere a guardarla era una sensazione strana, quasi come se provasse tristezza e angoscia nel vederla.

La osservò abbassare lo sguardo senza staccarsi, il suo viso si corrugò nel vedere due borse poste ai piedi del ragazzo.

-I miei mi hanno sbattuto fuori.- disse semplicemente ancora scosso dal bacio e voglioso di un altro di essi. Ora quella questione non lo preoccupava neanche, continuava ad accarezzare il viso di Lexi mentre lei ad un tratto si chinò e prese le due borse tre le dita.

-Cosa fai?- chiese il ragazzo, seguendola quando iniziò a camminare.

-Prendi la mia bici e portaci a casa mia.- lo ignorò Lexi.

Calum annuì confuso prendendo il manubrio della bici blu e salendoci sopra, Lexi si posizionò dietro, cercando di non cadere mentre teneva le borse.

Lui strinse i manici, lei la aveva trovata, aveva trovato la serratura giusta per la chiave sbagliata.

Iniziò a pedalare sentendo il fiato di Lexi sul collo, era così rilassato, giravano per le strade come se fosse un normale pomeriggio, come se si fossero visti il giorno prima.

Quella mancanza che avevano si era dissolta.

Frenò posando la bici contro il garage della casa grande dopo aver fatto scendere Lexi e averle preso dalle mani le due borse.

-Starai a casa mia per adesso,- biascicò cercando le chiavi nella tasca dei jeans -per una settimana sono via, a trovare mia zia.-

Calum non disse niente seguendola, ancora una volta lei aveva risolto i suoi problemi. Mente lui li accumulava ignorandoli volutamente. Si sorprese quando entrò nella casa silenziosa e ritrovò il profumo di Lexi dappertutto, salirono le scale e quell'odore si fece più forte e consistente.

Appena vide il letto dal piumino azzurro si addolcì ancora di più, quella stanza non assomigliava a Lexi ma parlava così tanto di lei.

Posò le borse a terra e si guardò intorno in silenzio, per una volta non sapeva cosa fare, girò per la stanza sentendo gli occhi della ragazza bruciare su di lui.

Si erano scambiati i ruoli.

In quel momento era lui in attesa di un colpo, di un qualcosa che lo avrebbe distrutto. E lei lo guardava, pronta a decidere il momento in cui attaccare.

-Perché lo hai fatto?- la sua voce era ancora un po' sommessa e gracchiava contro il palato.

Calum stette in silenzio.

-Intendo, so perché lo hai fatto, Connor me l'ha raccontato, ma non capisco perché tu non me l'abbia detto.-

Lui abbassò lo sguardo.

-Avevo trovato un modo per farti stare con me.-

-Mi hai ferita.-

-Ma se non lo avessi fatto, forse tu adesso non mi ameresti.-

Lexi indietreggiò fino ad arrivare contro il muro. Era ancora una volta così ovvia. Non aveva bisogno di parlare di certe cose perché Calum le capiva da solo.

Ma sentirsi sbattere la verità in faccia , fece leggermente male.

-Sei sempre così sicuro di te.- sussurrò lei, guardandolo da lontano.

-No, in questo momento per niente, potresti anche te sbattermi fuori e non parlarmi più.- iniziò -Ma non l'hai fatto, perché mi hai perdonato?-

Lexi alzò le spalle, la leggerezza con cui affrontavano quell'argomento era quasi inquietante.

-Ho bisogno di te.- disse semplicemente.

Era vero, e vide un lampo negli occhi di Calum quando quelle parole uscirono dalla sua bocca.

Lo vide avvicinarsi piano, ogni passo era sofferto. Il suo viso era ben illuminato dalla luce bianca di quel pomeriggio freddo. Il cielo bianco che entrava dalla finestra chiusa gli faceva gli occhi più grandi e scuri.

La ragazza alzò una mano, toccandolo quando fu abbastanza vicino.

Calum si chinò in avanti, poggiando una mano contro il muro dietro di lei e stringendola in uno spazio più piccolo.

Avvicinò le labbra ansanti verso quelle di Lexi fermandosi qualche secondo.

Erano faccia a faccia, le loro angosce erano trasparenti e le loro paure inesistenti.

Una frase, cinque parole sussurrate accesero la ragazza dal profondo del suo ventre e della sua anima.

Quelle parole la uccisero come un pugnale nel petto ma erano così dolci che poteva non sentirne il dolore.

-Ti amo così tanto Alexis.-

OK

allora, questo capitolo ce l'ho pronto da tipo due giorni. L'ho pubblicato adesso perché non potevo aspettare, era come un peso avercelo nel telefono ma non poterlo condividere con voi ahaha.

Comunque sapete che nel prossimo capitolo potrebbe esserci una scena rossa.

Quindi ecco la domanda del giorno:

La volete descritta o no?

Personalmente a me non fa ne caldo ne freddo quindi se le volete descritta nata che me lo dite anche se non sono granché a farle. 😂🌚

Oltre a questo, no, non siamo alla fine della storia. Mancano ancora un po' di cose.

Grazie ancora per tutto.

Vi amo.

ciao ciao

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