Capitolo 30
Strisciava i piedi contro le mattonelle a chiazze scure della scuola superiore di Toledo, i neon appesi al soffitto del corridoio principale le facevano sembrare la pelle più bianca e scolorita. Marcavano di più i suoi occhi verdi coperti dagli occhiali da vista spessi.
Lexi stringeva dei libri contro il petto, era come abbracciare sempre qualcuno di inanimato, freddo e piatto. Ma era meglio che niente, lei si accontentava anche solo dell'idea di essere vicino a qualcuno.
Era passato un mese e le allucinazioni su Calum erano aumentate, i sogni che riguardavano il ragazzo dalla pelle ambrata erano più ricorrenti e sofferenti. Lexi era formata solo più da flashback che non avevo più significato.
Jaden ci provava a consolarla ma lei aveva bisogno di Calum, aveva bisogno di sentirsi dire cosa fare. Come agire, come rispondere. Aveva bisogno della sua mano grande che toglieva la sua da davanti alle labbra quando la vedeva mangiarsi le unghie.
Si sedette sulla sedia, tenendo lo sguardo fisso sul banco davanti a lei. Lui era da una settimana che non veniva a scuola, Lexi era quasi preoccupata. Lui doveva venire, perché anche se si fossero ignorati avevano bisogno di vedersi.
Di sapere che l'altro stava bene, ma forse Calum non era più venuto perché vedeva che Lexi non stava bene.
Era così ovvio, non stava bene affatto.
Eppure c'era sempre una sensazione di appagamento in quella mancanza. Perché sapeva di aver fatto la cosa giusta per il suo corpo ma la cosa sbagliata per la sua mente.
Ora non aveva più un punto di riferimento, era persa e senza una mappa.
La professoressa di Storia non ci fece neanche caso ai suoi occhi spenti e senza pupille.
Passò un ora, quando suonò il cambio dell'ora Lexi prese il suo libro, stringendolo tra le dita.
Saltò la lezione di Scienze andando a cercare l'unica persona che avrebbe voluto evitare più di Calum, perché quel ragazzo infondo aveva così ragione. Come poteva amare Calum? Che tipo di amore sarebbe stato?
La ragazza scosse i capelli rossi, lei che aveva sempre vissuto dietro all'odio di Calum come poteva adesso esserne l'amore?
Non aveva senso. E si continuava a ripetere quelle tre parole mentre sorpassò gli spogliatoi e uscì dal retro dell'istituto.
Poteva vedere le strade del centro della città, quella città che non aveva fatto altro che sfondo alle sue angosce.
Alla fine erano solo e semplicemente quelle.
Angosce.
Uno stato di nervosismo costante, soffocante e quasi omicida che sottoponeva il corpo di Lexi al limite. Calum era l'angoscia fatta a persona, con l'odio che lo vestiva e la vendetta che accendeva i suoi occhi. Lui era così, e da quando la ragazza ne aveva memoria, lo era sempre stato.
Ma, cosa lo aveva fatto cambiare?
Quella domanda diede il ritmo ai suoi passi mentre si avvicinava al ragazzo dai capelli rossi che le dava le spalle.
Connor era appoggiato ad un piccolo muretto, aveva una gamba tirata al petto mentre l'altra era tesa davanti a lui. Fissava le macchine passare, con uno sguardo che Lexi riconobbe troppo facilmente.
-Vattene.- sussurrò lui chiudendo le palpebre.
Appoggiò la testa contro il muretto dietro di lui per poi posare le mani dentro il tascone della sua felpa verde.
Lexi lo ignorò sedendo al suo fianco, tirò il libro di storia lontano dai loro corpi alzando una leggera polvere.
-Lui come sta?- chiese. Doveva saperlo.
Connor aprì leggermente gli occhi, stese anche l'altra gamba.
-Bene.- rispose sospirando leggermente.
Lexi annuì leggermente delusa, le sembrava ingiusto che solo lei dovesse soffrire. Cambiò subito idea quando Connor si corresse.
-No, non è vero.- grugnì -Sta male come tutti noi.-
La ragazza si girò verso Connor, ora stava giocherellando con un piccolo bastoncino che aveva trovato li vicino al suo corpo sdraiato.
-Perché non viene a scuola?-
Connor ridacchiò.
-Fra un po' non ha neanche una casa. La scuola è l'ultimo dei suoi problemi.-
Lexi girò la testa di scatto.
-Cosa?-
-Già, i suoi vogliono cacciarlo di casa.-
-Perché?- Lexi non riusciva a fermarsi.
-Ha avuto una discussione con il padre e si sono presi a pugni.-
Lei abbassò lo sguardo sulla ghiaia che le solleticava le gambe, si immagina il viso di Calum ricoperto di lividi e tagli poco profondi. Pensò che l'aveva visto davvero poche volte con la pelle senza un'ammaccatura.
Scosse la testa, non capiva perché doveva sempre cacciarsi nei guai.
-Posso chiederti una cosa?-
Sentì Connor sbuffare e cambiare postura, sapeva che non voleva la sua presenza ma non le importava più di tanto. Anche lui non gli stava simpatico ma piuttosto di sapere di più su Calum lo avrebbe sopportato.
-Se vuoi sapere da quanto sono gay, sappi già che non ti risponderò.-
Connor rispose con umorismo e quando sentì la risata leggere di Lexi si svegliò dal suo stato di freddezza.
Dopo pochi secondi ci pensò a quella risposta. Si ricordava ancora la prima volta in cui aveva pensato che gli piacessero i ragazzi.
Buttò la pietra dentro l'acqua raccogliendone un'altra. Ogni tanto lanciava qualche sguardo a Calum, che era seduto sul prato a strappare qualche filo d'erba.
-Com'è stato?- chiese alla fine Connor, non poteva negare di avere qualche curiosità.
-Normale, niente di speciale.- rispose il ragazzino di 10 anni, alzando le spalle in modo indifferente.
Connor sorrise cercando di reprimere la felicità che provò a quella risposta, a Calum non era piaciuto baciare quella ragazza.
-Ellie ti piace?- domandò tirando il sasso contro il riverbero dell'acqua.
Con la coda dell'occhio vide il ragazzo alzare di nuovo le spalle.
La sua felicità aumentò.
-Mi ha chiesto un bacio e io glie l'ho dato.- rispose semplicemente Calum -Tu non lo avresti fatto?-
Connor rimase zitto qualche secondo, se ci pensava bene, no, non lo avrebbe fatto. A 10 anni pensava che il suo primo bacio avrebbe dovuto darlo ad una persona a cui teneva davvero. Tipo Calum.
Inclinò la testa per i suoi stessi pensieri, si passò una mano tra i capelli rossi pensando all'immagine di lui e Calum con le bocche attaccate. Sembrava quasi una cosa normale.
A Connor, Calum piaceva, era un bel ragazzino e se lui gli avesse chiesto un bacio glielo avrebbe dato senza esitazione.
-Si, forse si.-
Era vero, però non approfondì il discorso.
Dopo qualche secondo si sedette di fianco a Calum e lo guardò.
Era l'unica cosa che sapeva fare.
-Dimmi.- interruppe i suoi pensieri, una leggera rabbia si insidiò tra le scapole.
Da quando era arrivata Lexi, Calum non aveva occhi che per lei.
-Perché ha incominciato a picchiarmi?- la sentì sussurrare.
Quasi come se si vergognasse.
Connor ridacchiò.
-Ancora non ci credo che non ti abbia mai detto niente.-
Lei alzò la testa.
-È così.- disse con un filo di voce per poi guardare il ragazzo creare piccoli cerchi sul proprio stomaco.
-Sai,- incominciò -Calum ti viene dietro dalla prima superiore.-
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-OkOkOk.- il ragazzo parlò velocemente agitando una mano.
Era seduto su un divano marrone scuro mente gli occhi azzurri erano annebbiati dal fumo che usciva dalla sigaretta che teneva tra le dita.
-Quindi questa Jessie è una bella ragazza.- farfugliò con gli occhi mezzi aperti.
La risata di Calum echeggiò per la stanza. Anche tra le sue dita c'era una sigaretta ormai quasi finita.
Era seduto su una poltrona davanti al divano su cui era coricato il suo amico.
-Si chiama Lexi,- lo corresse -e si. Lo è.-
Luke sorrise portando il filtro tra le labbra asciutte. Nelle sue vene c'era un mix indefinito che lo faceva andare su di giri.
-Si Lexi, giusto.-
-Il fatto è che,- parlò Calum trascinando le parole -lei è così ingenua e attraente allo stesso tempo. Sono confuso.-
Si passò le mani sul viso guardando Luke allungarsi verso il tavolino e prendere un posacenere.
-Se ti piace perché non stai con lei?-
-È complicato.- sospirò.
E cazzo se lo era, pensò dopo.
-Io so che se ti piace qualcuno devo andartelo a prendere.- farfugliò -Quindi vai e prendila.-
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